"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx2580\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 CONTROLLO DELLE NASCITE\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx210\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Il problema del controllo delle nascite è indicato come fattore d'estrema importanza, sia nei\r\n Paesi in via di sviluppo (l'attuale aumento annuale della popolazione in questi Paesi si aggira intorno al 3%, il che significa che il numero degli abitanti raddoppia nel giro di 25 anni circa) sia perché, nei Paesi economicamente più sviluppati, moltep\r\nlici ragioni spingono le coppie a ricercare una limitazione del numero dei figli o per lo meno ad ottenere un certo intervallo tra una nascita e l'altra.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Nei Paesi europei, una certa forma di controllo delle nascite è pra\r\nticata su scala veramente vasta. Alcuni dati statistici: tenendo conto dell'età media della donna per il matrimonio e, quindi, del numero di anni fecondi di cui in media essa dispone, risulta che il numero dei figli che ogni donna potrebbe mettere al mon\r\ndo si aggira intorno a 7. Di fatto, però, nei Paesi europei, ogni donna partorisce in media 2 figli. I metodi di controllo delle nascite sono, quindi, largamente entrati nell'uso comune, e ciò è confermato da alcune rigorose inchieste, condotte in Franc\r\nia (dove il problema è particolarmente studiato), dalle quali risulta che il 70% circa delle coppie francesi ricorrono a uno dei differenti metodi \\cf17 \\ATXht80000 contraccettivi\\cf16 \\ATXht0 o anticoncezionali.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Ci sembra perciò opportuno esaminare questo problema per quanto riguarda il suo aspetto medico, sottolineando, però, che si tratta di un aspetto particolare di una questione che investe campi molto diversi, poiché da un completo es\r\name di tale problema non possono essere esclusi i fattori di ordine morale, religioso, sociale, economico, psicologico anche estetico che entrano in gioco nei singoli casi.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx2685\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 CONTRACCEZIONE\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 La disponibilità di vari metodi sicuri ed efficienti per il controllo delle nascite, ha ormai separato quei due aspetti della sessualità tradizionalmente unificati, quali il piacere e la procreazione. Ciò ha contribuito a mutare profondam\r\nente gli equilibri all'interno del rapporto uomo-donna e la posizione di quest'ultima, liberata dal peso di numerose gravidanze, nel mondo sociale e produttivo.\\par\r\nL'uomo e la donna si trovano di fronte alla possibilità di scegliere se e quando avere u\r\nn figlio e di conseguenza di fronte alla responsabilità di una decisione che coinvolge entrambi in eguale misura e che porta inevitabilmente con sé i significati più profondi che la coppia attribuisce alla sessualità. La scelta della contraccezione, infa\r\ntti, è un aspetto della vita umana estremamente carico di significato affettivo. Essa comporta l'accettazione da parte della donna di un ruolo che, inibito il fine riproduttivo, assume una connotazione esplicitamente sessuale e che influenza quindi l'att\r\neggiamento verso il piacere sessuale e verso il problema del controllo cosciente e volontario del desiderio di maternità.\\par\r\nIn tal modo si chiariscono, per esempio, certe ripetute dimenticanze nell'assunzione quotidiana della pillola, o certe superfic\r\nialità nell'uso di metodi che richiederebbero invece precisi accorgimenti. Pertanto, la stessa efficacia di un metodo contraccettivo dipende non solo dall'obiettiva garanzia anticoncezionale che quel metodo offre ma anche del grado di accettabilità psico\r\nlogica che esso presenta.\\par\r\nUna contraccezione conflittuale si tradurrà inevitabilmente prima o poi in una \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 indesiderata e in una probabile e dolorosa scelta di \\cf17 \\ATXht80000 aborto\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nIl \r\nmiglior contraccettivo sarebbe dunque quello che, per una data coppia, fornisse il massimo grado di protezione dalla gravidanza con la minor presenza di inconvenienti a livello fisico e psicologico. Non esiste un contraccettivo ideale per tutti. Esistono\r\n validi metodi, ciascuno dei quali presenta propri pregi e difetti.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx3585\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 COME IL MEDICO VALUTA I DIVERSI METODI DI CONTROLLO\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 In linea teorica, il metodo ideale di controllo de\r\nlle nascite dovrebbe avere i seguenti requisiti: essere nello stesso tempo, perfettamente sicuro (garantire cioè, la certezza che non si verifichi una gravidanza indesiderata); perfettamente reversibile (assicurare cioè, il ritorno a una fertilità normal\r\ne non appena cessato l'uso del metodo stesso); completamente innocuo (sia per quanto riguarda il periodo durante il quale si ricorre a esso sia per i periodi successivi) completamente accettabile da qualsiasi coppia (sia per quanto riguarda la facilità d\r\ni applicazione, il basso prezzo, l'assenza di aspetti sgradevoli sia fisici sia psichici, sia, soprattutto, per ciò che riguarda gli aspetti morali e sociali). Va subito detto che nessuno degli attuali metodi di controllo delle nascite risponde pienament\r\ne a tutti questi requisiti. Prima di descrivere sommariamente, con i relativi pregi e difetti i vari metodi attualmente in uso, cercheremo di chiarire i criteri in base ai quali il medico valuta un metodo nel suo complesso.\\par\r\n\\pard\\tx1245\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Efficacia\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Secondo alcuni, questo dovrebbe essere il principale criterio di valutazione di un metodo contraccettivo e, a prima vista, sembrerebbe anche quello che con maggior facilità può essere misurato\r\n. Ma le cose non sono in realtà così semplici, perché numerosi fattori influenzano l'efficacia di un metodo.\\par\r\nBisogna, anzitutto, tenere conto che la \\cf17 \\ATXht80000 fecondità\\cf16 \\ATXht0 è estremamente variabile da individuo a individuo (sia mas\r\nchio sia femmina): è possibile, quindi, che il metodo che dà buoni risultati con una coppia di fecondità media si riveli inefficace per una coppia molto feconda. In secondo luogo, va tenuto presente il grado di motivazione che spinge la coppia a ricorrer\r\ne al controllo delle nascite: le coppie per le quali la prevenzione di una gravidanza rappresenta un'esigenza assoluta ottengono (con qualsiasi metodo) risultati più soddisfacenti di quelle che cercano solo di distanziare ragionevolmente le nascite nell'\r\ninteresse dell'educazione dei figli e della serenità coniugale. Infine, ricordiamo che fattori di ordine morale, il grado di cultura della coppia, la facilità d'applicazione di un determinato metodo possono influire sul grado di accettabilità del metodo \r\nstesso e influenzare, quindi, la sua efficacia.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 La misura con cui è valutata l'efficacia di un metodo contraccettivo è il numero di insuccessi per ogni cento anni/donna. In altre parole, poiché si calcola che ogni anno la\r\n donna abbia 12 cicli fecondi, l'efficacia è espressa dal numero di insuccessi verificatisi ogni 1.200 cicli (12 x 100), cioè dal numero di gravidanze avvenute ogni 1.200 cicli. Il numero di gravidanze, senza alcuna limitazione delle nascite, si aggira i\r\nntorno a 80 per 100 anni/donna; questo rappresenta il valore con il quale devono essere confrontati i risultati ottenuti con i differenti metodi contraccettivi. Dei risultati ottenuti con ciascun metodo tratteremo nei corrispondenti paragrafi; qui ci lim\r\niteremo ad anticipare che nessuno dei metodi contraccettivi attualmente usati ha un'efficacia assoluta, sebbene alcuni di essi diano ottimi risultati.\\par\r\n\\pard\\tx1365\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Innocuità\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Si tratta\r\n della condizione indispensabile perché un metodo contraccettivo possa essere preso in considerazione: deve essere garantita non solo l'innocuità immediata (al momento, cioè, in cui il metodo è messo in pratica), ma anche quella a lunga scadenza (quando \r\nil metodo è stato interrotto, anche da lungo tempo). Dev'essere rigorosamente accertato che il metodo non abbia alcuna influenza sulla fecondità dopo che esso è stato interrotto (a questo proposito, nella decisione di adottare un metodo contraccettivo bi\r\nsogna tenere conto delle modificazioni, secondo l'età, della fecondità della donna: una donna di 25 anni è in media due volte più fecondabile di una di 35 e, quindi, un prolungato uso del metodo di controllo delle nascite può indirettamente portare a una\r\n diminuzione delle probabilità di gravidanza, quando questa sia desiderata). Deve infine, essere assicurata un'assoluta innocuità sul \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 , in caso di insuccesso e di conseguente gravidanza accidentale.\\par\r\n\\pard\\tx1680\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Accettabilità\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Si tratta, senza dubbio, del fattore di più difficile valutazione, in quanto in esso concorrono soprattutto aspetti soggettivi e, quindi, esposti a un'estrema variabilità.\\par\r\n\r\nLa facilità d'applicazione è, senza dubbio, un elemento di grande importanza, che si riflette anche sull'efficacia del metodo stesso: nulla sembra più facile che prendere una pillola tutte le sere per venti sere di seguito, eppure la maggior parte degli \r\ninsuccessi di questo metodo è dovuta a dimenticanza. Alcuni metodi richiedono una stretta collaborazione iniziale con il medico (per esempio il metodo termico); altri devono essere messi in opera solo dal medico (per esempio, i contraccettivi intrauterin\r\ni).\\par\r\nL'accettabilità fisica è un altro fattore estremamente variabile da soggetto a soggetto: basta ricordare le diverse reazioni all'ingestione della pillola e i fenomeni allergici causati in certi casi dalle creme spermicide.\\par\r\nL'accettabilità m\r\norale o religiosa rappresenta uno dei fattori principali nella scelta di un metodo contraccettivo e, sebbene esuli dall'ambito di competenza del medico, dev'essere tenuta presente nella valutazione globale di un metodo.\\par\r\nNumerosi sono poi i fattori c\r\nhe potremmo definire di ordine generale (interruzione del rapporto sessuale, applicazione di un diaframma o di una crema spermicida ecc.) che intervengono in misura maggiore o minore nel rendere accettabile un metodo. Infine, ricordiamo che il costo di u\r\nn determinato metodo contraccettivo rappresenta un importante elemento della sua accettabilità.\\par",
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"Titolo": "METODI DI ASTINENZA PERIODICA",
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"Titolo": "METODO OGINO-KNAUS",
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"Dida_Foto": "Metodo termico.\r\nA, curva del metodo termico nella sua variante “rigida”. La donna si trova nei giorni non fecondi a partire dal secondo giorno in cui la temperatura corporea si è stabilizzata intorno a 37°C. B, curva del metodo termico nella sua variante “semirigida”. Tale metodo indica i giorni non fecondi a partire dal terzo giorno di ascesa della temperatura corporea; dà risultati meno sicuri del precedente.\r\n#",
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"Vedi_Anche": "OVAIE 10236#"
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"Titolo": "METODO MISTO",
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"Titolo": "SEGNI PERCEPIBILI DALLA DONNA",
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"Titolo": "CONTRACCETTIVI ORMONALI: LA PILLOLA",
"Codice": "CN03",
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"Dida_Foto": "Contraccezione con la pillola. \r\nRappresentazione schematica del trattamento contraccettivo con la pillola. La somministrazione deve incominciare al quinto giorno del flusso mestruale (contando anche il giorno di inizio) e deve continuare per 21 giorni consecutivi. Si sospende l'assunzione per 7 giorni, poi si ricomincia per 21 giorni e così via. Durante l'intervallo si ha in genere un flusso similmestruale che dura da tre a sei giorni.\r\n#Effetti collaterali degli estroprogestinici. \r\nL'assunzione di estroprogestinici può provocare effetti collaterali indesiderati, che dipendono dal difetto o dall'eccesso di uno dei due componenti.\r\n#La pillola: controindicazioni.\r\nPrima di prescrivere la pillola il medico compie tutti gli accertamenti necessari per escludere la presenza di stati morbosi che possono aggravarsi in seguito all'assunzione del contraccettivo.\r\n#Pillola: meccanismo d'azione.\r\nLa pillola, oltre ad agire a livello ipotalamico-ipofisario, influenza la motilità tubarica, ostacolando la discesa dell'uovo o facendola avvenire precocemente, e rende difficile il passaggio degli spermatozoi.\r\n#La minipillola.\r\nLa “minipillola” consiste nella somministrazione quotidiana di piccole dosi di progestenico atte a modificare le caratteristiche fisico-chimiche del muco cervicale sì da renderlo impenetrabile agli spermatozoi. Nello schema: a sinistra, muco cervicale in fase paraovulatoria in un ciclo di mestruazioni normali: il muco è fluido e filante e lascia passare gli spermatozoi; a destra, muco denso le cui fibrille si pongono orizzontalmente, ostacolandone invece il passaggio. Tale trattamento ha dimostrato un'attività contraccettiva di molto inferiore a quella delle classiche associazioni estro-progestiniche.\r\n#",
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"Titolo": "MECCANISMO D'AZIONE ED EFFICACIA",
"Codice": "CN03A",
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"Titolo": "INNOCUITA'",
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"Vedi_Anche": "TROMBOSI VENOSA 21553#"
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"Titolo": "ACCETTABILITA'",
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"Titolo": "CONTRACCETTIVI INTRAUTERINI: GLI IUD",
"Codice": "CN04",
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"ID": 12,
"Foto": "CN04_F1.jpg#CN04_F2.jpg#",
"Dida_Foto": "Spirale.\r\nLa spirale è un tipo di contraccettivo femminile, il cui uso si sta estendendo. Nel disegno vari tipi di spirale.\r\n#Spirale tipo T200.\r\nTecnica di applicazione: A, dopo aver effettuato l'isterometria, si introduce l'insertore con il dispositivo fino a pochi millimetri dal fondo uterino, quindi si tira il tubicino contenitore, in modo che il dispositivo si possa aprire. B, tutto l'insertore viene tirato. C, la spirale è in posizione all'interno dell'utero.\r\n#",
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"Dida_Movie": "@",
"Vedi_Anche": "@"
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"Titolo": "MECCANISMO D'AZIONE ED EFFICACIA",
"Codice": "CN04A",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3990\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 MECCANISMO D'AZIONE ED EFFICACIA\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 La presenza di un corpo estraneo intrauterino, indipendentemente dalla sua natura, esercit\r\na un effetto negativo sulla fertilità, stimolando la motilità intrauterina, nel tentativo di epellere all'esterno il contenuto della cavità. Alcuni esempi clinici sono una dimostrazione di ciò: fibromi uterini sottomucosi, peduncolati, \\cf17 \\ATXht80000 \r\npoliposi\\cf16 \\ATXht0 uterine.\\par\r\nIl meccanismo d'azione degli IUD sembra essere più complesso ai fini del controllo della fertilità. La presenza stessa di questo corpo estraneo provoca una reazione di tessuto con un alto numero di \\cf17 \\ATXht80000 l\r\neucociti\\cf16 \\ATXht0 , che alterano l'ambiente uterino e lo rendono ostile all'\\cf17 \\ATXht80000 annidamento\\cf16 \\ATXht0 dell'\\cf17 \\ATXht80000 uovo\\cf16 \\ATXht0 . Alcuni IUD contengono piccole spirali di rame, che sembra avere un effetto diretto sugl\r\ni enzimi endometriali, perciò creano condizioni sfavorevoli all'impianto. Inoltre, sembra che lo IUD stimoli, oltre che la motilità uterina, anche la \\cf17 \\ATXht80000 peristalsi\\cf16 \\ATXht0 tubarica e in questo caso l'uovo si troverebbe a passare per \r\nla tuba e l'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 in un tempo eccessivamente rapido e ad essere espulso prima ancora che sia maturo per la \\cf17 \\ATXht80000 fecondazione\\cf16 \\ATXht0 e per l'impianto. In complesso il meccanismo d'azione sembrerebbe esse\r\nre dovuto al concorrere di più fattori, dei quali il più importante sarebbe l'alterazione della morfologia e della funzione della mucosa uterina, non più favorevole all'impianto dell'uovo. Tale meccanismo d'azione rende l'impiego degli IUD inaccettabile \r\ndalla morale cattolica.\\par\r\nL'insorgenza di gravidanze in presenza di IUD è stata anche riportata, senza particolari conseguenze però né per la madre né per il \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 , con parti del tutto normali. L'efficacia degli IUD var\r\nia da una percentuale di insuccessi del 10,8 con modelli di vecchio tipo (Small Bow), a una di 1,1 per 100 anni/donna con il modello più recente (Dalkon Shield). Per quest'ultimo quindi l'efficacia non si discosta molto da quella degli estroprogestinici \r\norali.\\par",
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"Titolo": "INNOCUITA'",
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"Vedi_Anche": "Endometriti 21942#"
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"Titolo": "ACCETTABILITA'",
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"Titolo": "METODI DI BARRIERA",
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"Titolo": "DIAFRAMMA",
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"Titolo": "PRESERVATIVO (CONDOM)",
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"Titolo": "RU486",
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"Titolo": "METODI CHIMICI",
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"Titolo": "STERILIZZAZIONE",
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"Titolo": "SOSTANZE CHE INTERFERISCONO CON LA FERTILITA' MASCHILE",
"Codice": "CN08",
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"Titolo": "RIPRODUZIONE",
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"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx5355\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 RIPRODUZIONE\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 La funzione primaria cui assolve il sesso nel mondo degli esseri viventi, animali o piante, è quella riprodutt\r\niva che consente l'origine di nuovi individui e che permette quindi la perpetuazione delle varie specie. La riproduzione può avvenire essenzialmente per via asessuata (senza la formazione di particolari cellule riproduttive da parte dell'individuo genera\r\nnte) o per via sessuata. La funzione riproduttiva vale naturalmente anche per l'uomo, in forma sessuata, nonostante il comportamento sessuale umano si configuri estremamente complesso e irriducibile all'ambito del semplice impulso biologico alla riproduz\r\nione.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 La riproduzione sessuata, che implica l'incontro del maschio e della femmina, e perciò la fusione di due cellule riproduttive portatrici di materiale genetico diverso, è quella che consente alla specie maggiori poss\r\nibilità d'adattamento alle condizioni mutevoli dell'ambiente e dunque di sopravvivenza. Le forme superiori di vita, sia vegetale sia animale, si riproducono in maniera sessuata. Le due cellule riproduttive, dette anche gameti, che entrano in gioco non so\r\nno identiche. I gameti femminili, chiamati uova, sono più grossi, incapaci di autolocomozione e dotati di ampie riserve nutritive. I gameti maschili, detti spermatozoi o spermi, sono più piccoli, capaci di movimento e formati quasi interamente da materia\r\nle genetico; prima di assumere l'aspetto definitivo subiscono una serie di rilevanti trasformazioni. Quando gli spermi hanno portato a termine la loro completa formazione, sono per lo più allungati, distinti in un capo e in una coda filiforme. Le cellule\r\n riproduttive o germinali sono diverse dal resto delle cellule corporee o somatiche, poiché all'interno del loro nucleo si trova solo la metà del numero di cromosomi contenuti nelle altre cellule. I cromosomi sono filamenti di sostanze proteiche in cui s\r\nono contenuti i geni responsabili tra l'altro dei caratteri ereditari.\\par\r\nNelle cellule del corpo umano vi sono 23 coppie di cromosomi (per un totale dunque di 46 cromosomi), e i membri di ogni coppia hanno funzione e aspetto simili. Le cellule germina\r\nli invece contengono solo un membro di ogni coppia. Queste ultime sono pertanto dette aploidi, mentre quelle con entrambi i membri di ogni coppia sono dette diploidi. Poiché, dunque, ogni \\cf17 \\ATXht80000 gamete\\cf16 \\ATXht0 è aploide, la fusione di du\r\ne gameti dà luogo a una \\cf17 \\ATXht80000 cellula\\cf16 \\ATXht0 diploide, cioè con un corredo cromosomico completo: 23 cromosomi provenienti dal padre e 23 dalla madre. La fusione che avviene tra i due gameti, maschile e femminile, si chiama \\cf17 \\ATXht80000 fecondazione\\cf16 \\ATXht0 : la cellula diploide che ne deriva costituisce l'inizio di un nuovo individuo.\\par\r\nI due problemi fondamentali che pone la riproduzione sessuata sono da una parte la necessità che le cellule germinali maschili e femminili \r\ns'incontrino, e dall'altra l'importanza di nutrire e proteggere l'\\cf17 \\ATXht80000 embrione\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Perché ciò sia possibile, le specie che si riproducono sessuatamente possiedono organi specifici destinati alla r\r\niproduzione, e particolari modelli di comportamento, che si trasmettono di generazione in generazione e che sono messi in atto sotto lo stimolo di un forte impulso sessuale.\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par",
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"Titolo": "ATTRAZIONE SESSUALE",
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"Titolo": "COITO",
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"Titolo": "FENOMENI MASCHILI",
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Nell'uomo l'aumento della tensione sessuale si traduce principalmente nell'erezione del pene, condizione indispensabile per la realizzazione del coito.\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 L'erezione consiste in un aumento di volume e di consistenza \r\nper inturgidimento dei corpi cavernosi caratteristici del pene, in seguito a sovrariempimento ematico, che avviene principalmente per \\cf17 \\ATXht80000 vasodilatazione\\cf16 \\ATXht0 attiva arteriolare, ma anche per ostacolato deflusso del \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 venoso nelle vene del pene, munite di valvole e al contempo compresse alla radice del pene dalla contrazione dei muscoli del \\cf17 \\ATXht80000 perineo\\cf16 \\ATXht0 , che contribuisce anche a spingere il sangue nei corpi cavernosi. L\r\ne dimensioni del pene, che non hanno alcuna relazione con la capacità sessuale del soggetto, si raddoppiano all'incirca quando l'erezione è completata, ma l'aumento di volume è maggiore quando le dimensioni allo stato di flaccidità sono minori. L'erezion\r\ne è un fenomeno riflesso che si verifica per l'esistenza di un centro nel midollo \\cf17 \\ATXht80000 sacrale\\cf16 \\ATXht0 , al quale giungono le eccitazioni provenienti dai corpuscoli sensitivi situati soprattutto in corrispondenza del \\cf17 \\ATXht80000 g\r\nlande\\cf16 \\ATXht0 , e dal quale partono gli impulsi per la vasodilatazione di cui si è detto. Accanto al centro sacrale n'esistono altri, in grado di rispondere a stimoli d'origine encefalica, come nel caso dell'erezione psicogena, che si verifica per e\r\nsempio alla vista d'immagini erotiche; a livello cerebrale sono importanti il \\cf17 \\ATXht80000 rinencefalo\\cf16 \\ATXht0 e l'\\cf17 \\ATXht80000 ipotalamo\\cf16 \\ATXht0 , al quale si trasmetterebbero gli impulsi della corteccia cerebrale (impulsi volontari\r\n).\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 In conclusione, nonostante che l'erezione sia un fenomeno riflesso, cioè indipendente dalla volontà, è possibile facilitarne od ostacolarne l'insorgenza. La durata dell'erezione è assai variabile in rapporto all'età, a\r\nll'intensità della stimolazione e a molti altri fattori, tra cui quell'ormonale (tasso di \\cf17 \\ATXht80000 testosterone\\cf16 \\ATXht0 ). All'erezione si accompagnano innalzamento dei testicoli e ispessimento dello \\cf17 \\ATXht80000 scroto\\cf16 \\ATXht0 .\r\n\\par\r\nIl coito vero e proprio inizia, dopo il completamento dell'erezione, con l'introduzione del pene nella \\cf17 \\ATXht80000 vagina\\cf16 \\ATXht0 . Diverse sono le posizioni assunte dai partner per effettuare l'immissione del pene. Nei nostri Paesi la pi\r\nù comune è quella addomino-addominale con la donna in posizione sottostante, ma frequentemente anche in posizione soprastante, meno diffuse sono altre posizioni (dorso-addominale, laterale, seduta, in piedi ecc.) che possono essere utili per ravvivare l'\r\ninteresse sessuale affievolito dall'abitudine.\\par\r\nCon la penetrazione inizia la fase muscolare del coito, caratterizzata dai movimenti copulatori, che risentono di un certo automatismo, pur potendo essere modificati dalla volontà: si tratta di moviment\r\ni ritmici che provocano uno sfregamento del pene contro le pareti della vagina e che cessano quando si verifica l'eiaculazione. In questa fase l'erezione si mantiene e si accentua specie a livello della corona del glande per un meccanismo puramente rifle\r\nsso. Dopo alcuni minuti dall'immissione del pene, si raggiunge la soglia necessaria allo scatenamento dell'eiaculazione, che come l'erezione è un fenomeno riflesso e influenzato dai fattori ormonali.\\par\r\nAll'eiaculazione contribuiscono i fenomeni psico-\r\nsensoriali che precedono e accompagnano il rapporto sessuale ed eccitamenti viscerali dovuti al riempimento dei depositi spermatici e alla distensione delle pareti dell'\\cf17 \\ATXht80000 uretra\\cf16 \\ATXht0 posteriore da parte del liquido seminale, che \r\nè sospinto dalla contrazione del \\cf17 \\ATXht80000 cremastere\\cf16 \\ATXht0 e delle fibre muscolari del \\cf17 \\ATXht80000 deferente\\cf16 \\ATXht0 , delle \\cf17 \\ATXht94646 vescicole seminali\\cf16 \\ATXht0 e della \\cf17 \\ATXht80000 prostata\\cf16 \\ATXht0 . \r\nTuttavia il ruolo principale è svolto dalla stimolazione meccanica prodotta dalla frizione del pene; gli impulsi che partono dal glande e dal \\cf17 \\ATXht80000 prepuzio\\cf16 \\ATXht0 raggiungono un centro situato nel midollo \\cf17 \\ATXht80000 lombare\\cf16 \\ATXht0 superiore, dove si trova un centro per l'eiaculazione che stimola le ghiandole deputate alla secrezione del liquido seminale (prostata, ghiandole bulbo-uretrali) e le fibre muscolari lisce che le circondano. Un secondo centro per l'eiaculazione \r\nsi trova nel midollo sacrale, distinto da quello dell'erezione; esso è stimolato dalla distensione delle pareti uretrali e provoca la contrazione dei muscoli del perineo, ai quali si deve, insieme alla contrazione e al rilasciamento alternati della musco\r\nlatura dell'uretra, la fuoriuscita ritmica del liquido seminale nella fase finale dell'eiaculazione. Se la stimolazione del centro sacrale manca, si ha semplicemente uno sgocciolamento del liquido seminale dal \\cf17 \\ATXht80000 meato\\cf16 \\ATXht0 uretra\r\nle.\\par\r\nLa quantità di liquido seminale emesso diminuisce col ripetersi di rapporti sessuali, benché nel soggetto normale esso si riformi rapidamente, così da consentire una nuova eiaculazione anche a breve distanza di tempo; in questo caso però il liqu\r\nido seminale contiene un minor numero di spermatozoi. Il tempo necessario per ottenere l'eiaculazione varia da un soggetto all'altro e può talora essere prolungato a piacere; in genere esso oscilla tra 2 e 5 minuti. L'eiaculazione è l'espressione fisiolo\r\ngica fondamentale dell'orgasmo maschile.\\par\r\nDopo l'eiaculazione si ha la detumescenza più meno rapida del pene per il reflusso del sangue e verifica un rilasciamento muscolare e psichico accompagnato da stato di benessere e tendenza al sonno. E' questa\r\n la fase refrattaria, nella quale non è possibile ottenere una nuova erezione. Essa è di durata variabile ed è più breve negli individui giovani.\\par",
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"Foto": "RI02A_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Erezione ed eiaculazione.\r\nL'erezione è un fenomeno riflesso: ad un centro nel midollo sacrale arrivano le eccitazioni provenienti dai corpuscoli sensitivi, situati soprattutto nel glande, e da esso partono gli impulsi per la vasodilatazione, che provoca l'aumento di volume e di consistenza del pene. Nell'eiaculazione, la frizione del pene contro le pareti della vagina genera impulsi che partono dal glande e dal prepuzio e raggiungono un centro del midollo lombare. In questa fase del coito gioca un ruolo importante anche un centro sacrale, distinto da quello dell'erezione. Sia l'erezione sia l'eiaculazione sono sotto il controllo della corteccia cerebrale e dei centri diencefalici, che inviano, lungo apposite vie, impulsi inibitori o eccitatori ai neuroni del midollo spinale.\r\n#",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx4320\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 FENOMENI FEMMINILI\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Durante la fase dell'\\cf17 \\ATXht80000 eccitamento\\cf16 \\ATXht0 avviene un aumento del diametro d\r\nelle piccole labbra, che vengono cosi a sporgere dalle grandi labbra e successivamente tendono ad assumere un colore rosso più meno intenso; inoltre per un processo di \\cf17 \\ATXht80000 vasodilatazione\\cf16 \\ATXht0 analogo a quello dell'\\cf17 \\ATXht80000 erezione\\cf16 \\ATXht0 del \\cf17 \\ATXht80000 pene\\cf16 \\ATXht0 , di cui il \\cf17 \\ATXht80000 clitoride\\cf16 \\ATXht0 è l'analogo nella donna, si ha un'erezione del clitoride, le cui dimensioni aumentano. Nella fase di massimo eccitamento, il clitoride si\r\n ritrae contro il bordo anteriore della \\cf17 \\ATXht80000 sinfisi \\cf16 \\ATXht0 pubica, si deve pertanto ritenere errata la vecchia opinione che ammetteva uno sfregamento del clitoride contro il dorso del pene durante l'atto sessuale; ciò, in effetti, av\r\nviene assai raramente.\\par\r\nNon sembra neppure valido distinguere due modalità d'\\cf17 \\ATXht80000 orgasmo\\cf16 \\ATXht0 , quello clitorideo e quello vaginale. Il primo, dovuto a stimolazione diretta del clitoride è l'unico ottenibile con tecniche manipol\r\native e pertanto è proprio di quella fase della vita sessuale che precede l'inizio dei rapporti sessuali. L'orgasmo clitorideo, secondo questa distinzione non più valida sarebbe un orgasmo imperfetto rispetto a quello vaginale, che si può ottenere solo d\r\nurante il \\cf17 \\ATXht80000 coito\\cf16 \\ATXht0 e al quale la donna arriva gradualmente anche dopo anni o non arriva per nulla: si ammetteva, infatti, che circa un terzo delle donne con rapporti sessuali soddisfacenti avessero un orgasmo esclusivamente c\r\nlitorideo. Attualmente si ritiene che vi sia un solo tipo d'orgasmo, quello clitorideo; infatti \"il clitoride rappresenta il punto focale di ricezione degli stimoli sessuali esterni e nello stesso tempo il punto finale (funzione trasformatrice) soggettiv\r\no delle vie nervose che lo collegano alla corteccia\" (W.H. Masters e V.E. Johnson). In altre parole il clitoride agisce in due sensi, ricevendo e trasformando gli stimoli sessuali, indipendentemente dalla loro natura somatica o psichica. Nel coito il cli\r\ntoride sarebbe stimolato indirettamente dalla introduzione del pene che dilata l'\\cf17 \\ATXht80000 ostio\\cf16 \\ATXht0 vaginale; ne deriva la necessità di una stimolazione più protratta che non con le tecniche manipolative.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Importanti sono anche le modificazioni della \\cf17 \\ATXht80000 vagina\\cf16 \\ATXht0 . Nella fase di eccitamento si ha la comparsa di materiale lubrificante sulle pareti dell'organo; questa secrezione ha lo scopo di favorire il coito. Un altro fatto impor\r\ntante è la dilatazione involontaria dei due terzi interni del condotto vaginale che favorisce l'accoglimento del pene. Successivamente avviene una vasocongestione in corrispondenza del terzo esterno del condotto vaginale e delle piccole labbra. Nella fas\r\ne dell'orgasmo questa zona rigonfiata per vasocongestione si contrae ritmicamente. Dopo l'orgasmo si ha una detumescenza, con ritorno alle dimensioni normali.\\par\r\nAl momento dell'orgasmo inoltre si ha un abbassamento dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 nella cavità vaginale, mentre l'orifizio esterno del canale cervicale tende ad aprirsi, favorendo così la penetrazione degli spermatozoi.\\par\r\nSul piano fisiologico, durante l'orgasmo femminile si ha contrattura dei muscoli degli arti, di quelli del\r\nl'addome e delle natiche; tuttavia particolarmente importanti sono le contrazioni ritmiche nel terzo esterno della vagina. L'orgasmo femminile si differenzia da quello maschile per la mancanza dell'\\cf17 \\ATXht80000 eiaculazione\\cf16 \\ATXht0 , per la pos\r\nsibilità di ripetere l'orgasmo immediatamente, se vi è una stimolazione adeguata, e infine per la possibilità di prolungare l'orgasmo per un periodo assai lungo.\\par",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx1320\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 ORGASMO\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Con il termine di \\cf17 \\ATXht80000 orgasmo\\cf16 \\ATXht0 s'intende un'esperienza assai variabile da un indiv\r\niduo all'altro, caratterizzata non solo dal raggiungimento di un'acme delle sensazioni voluttuose a livello genitale, ma dalla massima intensità di piacere generalizzato, che coinvolge tutto l'individuo e che può giungere \r\nfino all'estasi.\\par\r\nAlcuni affermano che in questo stadio si giunge a qualcosa avvicinabile alla sospensione della coscienza, in realtà ciò non avviene, ma il soggetto è del tutto avulso dal mondo esterno e tutto il suo essere è partecipe dell'esperien\r\nza sessuale. La compartecipazione totale all'atto è, in effetti, la condizione necessaria al raggiungimento dell'orgasmo.\\par\r\nGià si è detto di alcuni caratteri differenziali dell'orgasmo femminile. Resta da segnalare il fatto ben noto che la donna in g\r\nenere raggiunge l'orgasmo in tempi più lunghi; ne deriva la necessità di un'adeguata stimolazione, in modo che avvenga la condizione ottimale di un raggiungimento contemporaneo dell'orgasmo da parte dei due partner.\\par",
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"Titolo": "SPERMATOZOI NELLE VIE GENITALI FEMMINILI",
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"ID": 29,
"Foto": "RI03_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Spermatozoi.\r\nLa foto al microscopio a scansione mostra alcuni spermatozoi affollati attorno ad un ovocito: solo uno riuscirà a penetrarvi. Il potere fecondate dello sperma è dato sia dalla presenza di un congruo numero di spermatozoi (da 60 a 200 milioni per millilitro), la maggior parte dei quali con caratteristiche morfologiche e funzionali normali (cioè forma regolare e motilità dei singoli elementi resistente per alcune ore) sia dalla presenza di componenti biochimici tra loro in equilibrio armonico (per esempio il fruttosio e alcuni enzimi).\r\n#",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\f1 \\cf16 FECONDAZIONE ED IMPIANTO\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Le informazioni su questi due momenti della vita riproduttiva nella specie umana sono molto carenti, per ovvie ragioni. A\r\nlcuni dati sui mammiferi ci aiutano a spiegare i fenomeni anche nella specie umana, sebbene le strutture e i meccanismi d'azione siano nell'uomo molto più complessi. Non conosciamo per esempio che cosa attrae lo \\cf17 \\ATXht80000 spermatozoo\\cf16 \\ATXht0 nell'\\cf17 \\ATXht80000 uovo\\cf16 \\ATXht0 , quale fattore determina la penetrazione di una singola \\cf17 \\ATXht80000 cellula\\cf16 \\ATXht0 e tanti altri elementi legati alle prime fasi di sviluppo dell'uovo fecondato.\\par\r\nNel momento stesso in cui la cel\r\nlula-uovo si arricchisce del patrimonio dei cromosomi portati dallo spermatozoo, si costituisce il \\ATXul1024 \\cf17 \\ATXht7998 corredo dei caratteri\\ATXul0 \\cf16 \\ATXht0 del nuovo individuo e l'uovo fecondato inizia a vivere in maniera autonoma, attinge\r\nndo le sue energie per lo sviluppo dai fluidi presenti sia nella \\cf17 \\ATXht80000 tuba\\cf16 \\ATXht0 sia nell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 . Ha inizio cosi la suddivisione cellulare, mentre l'uovo fecondato progredisce attraverso la tuba, questa\r\n volta spinto dai movimenti propri dell'organo, finché, con un sincronismo perfetto, entra nella cavità uterina, pronto per annidarsi nella \\cf17 \\ATXht80000 mucosa\\cf16 \\ATXht0 , che gli \\cf17 \\ATXht93831 ormoni ovarici\\cf16 \\ATXht0 hanno preparato ad \r\naccoglierlo. In questa fase delicata, un ostacolo all'ingresso dell'uovo in utero, per motivi che si vedranno più avanti, si traduce in un \\cf17 \\ATXht80000 annidamento\\cf16 \\ATXht0 in sede anomala: \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 ectopica ed\r\n extrauterina.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Normalmente l'uovo s'impianta 3-5 giorni dopo che è stato espulso dal \\cf17 \\ATXht80000 follicolo\\cf16 \\ATXht0 ovarico. Nel momento dell'impianto è costituito da 64 cellule; di queste pochissime daranno lu\r\nogo alla formazione dell'\\cf17 \\ATXht80000 embrione\\cf16 \\ATXht0 , mentre la maggior parte ha il compito di produrre un ormone, la gonadotropina corionica (HCG = Human Chorionic Gonadotropin), che darà alla madre il segnal\r\ne della presenza del nuovo essere dentro la cavità uterina.\\par\r\nQuesto primo messaggio del figlio si traduce in un arricchimento morfologico e funzionale del \\cf17 \\ATXht80000 corpo luteo\\cf16 \\ATXht0 , che da mestruale diventa gravidico e produce una q\r\nuantità elevata di \\cf17 \\ATXht80000 estrogeni\\cf16 \\ATXht0 e \\cf17 \\ATXht80000 progesterone\\cf16 \\ATXht0 , al fine di proteggere il nuovo essere, dandogli le condizioni ambientali uterine più favorevoli al suo ulteriore sviluppo. Questo primo atto del \r\ndialogo biochimico, che si stabilisce tra figlio e madre già nelle prime fasi dell'impianto e che durerà per tutto il periodo della gravidanza, è la prima espressione vitale del nuovo individuo, la prima richiesta di \"assistenza ormonale\" ad un settore s\r\npecializzato dell'organismo materno.\\par",
"Dida_Foto": "Annidamento.\r\nRappresentazione schematica di come la blastula si annida nello spessore della mucosa uterina, che si è preparata allo scopo.\r\n#Sviluppo dell'embrione.\r\nDopo l'annidamento inizia lo sviluppo dell'embrione, parallelamente all'abbozzo della placenta.\r\n#Sacco amniotico.\r\nNei primi stadi di sviluppo, il sacco amniotico, la cavità delimitata dalle membrane ovulari, è al di sopra del tubo endodermico. In seguito viene ad avvolgere il tubo endodermico che ha compiuto una rotazione.\r\n#Fecondazione e annidamento.\r\nAlla liberazione di un ovocito maturo dall'ovaio segue immediatamente l'ingresso dell'ovulo nella tuba. Qui avviene la fecondazione dell'ovulo da parte dello spermatozoo. L'ovulo fecondato va incontro ad una serie di divisioni successive. Quindi inizia la sua migrazione verso la cavità uterina per annidarsi nella mucosa: l'embrione si annida allo stadio di blastula. Il tempo impiegato dall'ovulo a percorrere la tuba per arrivare all'utero è di circa 5 giorni. (nell'illustrazione non sono state rispettate le proporzioni tra ovulo e tuba).\r\n#Rottura del follicolo.\r\nVisione laparoscopica della tuba e dell'ovaio di destra. A, nell'ovaio è molto evidente un follicolo poco prima dell'ovulazione. B, al momento della rottura del follicolo, il padiglione tubarico si dispone sulla superficie dell'ovaio grazie alla particolare attività muscolare indotta dalla presenza d'alti livelli d'estrogeni e abbraccia l'ovaio tenacemente (amplesso tubo-ovarico). L'uovo viene letteralmente aspirato nell'interno del lume tubarico per mezzo delle contrazioni peristaltiche.\r\n#",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx2325\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 CELLULA-UOVO\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 L'\\cf17 \\ATXht80000 uovo\\cf16 \\ATXht0 è liberato dall'\\cf17 \\ATXht80000 ovaio\\cf16 \\ATXht0 allo stadio\r\n di \\cf17 \\ATXht80000 ovocito\\cf16 \\ATXht0 di secondo ordine. Esso si presenta come una grossa \\cf17 \\ATXht80000 cellula\\cf16 \\ATXht0 , delimitata da una parete propria che prende il nome di zona pellucida, circondata da cellule della corona radiata: si\r\n tratta delle cellule del cumulo ooforo immediatamente a contatto con l'ovocito che si dispongono a raggiera intorno ad esso e hanno, probabilmente, la funzione di rifornirlo dei materiali nutritivi di cui ha bisogno. Trascinato fuori dell'ovaio con la c\r\norrente del liquido follicolare, esso è captato dal padiglione della \\cf17 \\ATXht80000 tuba\\cf16 \\ATXht0 e lentamente sospinto verso l'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 . Poiché l'ovocito, a differenza dei gameti maschili (spermatozoi), è incapace di\r\n muoversi da solo, la sua migrazione avviene per effetto della corrente di liquido che, per quanto molto tenue, fluisce continuamente attraverso la tuba in direzione della cavità uterina, e soprattutto per effetto dei movimenti delle pareti della tuba (m\r\novimenti peristaltici estremamente attivi in questa fase del ciclo) che lo spingono verso l'utero.\\par\r\nLa fecondabilità dell'ovocito, vale a dire la capacità di unirsi con lo \\cf17 \\ATXht80000 spermatozoo\\cf16 \\ATXht0 , dura al massimo 24 ore dal moment\r\no dell'\\cf17 \\ATXht80000 ovulazione\\cf16 \\ATXht0 . Se la \\cf17 \\ATXht80000 fecondazione\\cf16 \\ATXht0 non avviene in questo periodo, l'ovocito va incontro a fenomeni degenerativi ed è distrutto. Le pareti della tuba secernono sostanze speciali che agisco\r\nno sulle cellule della corona radiata, iniziandone il distacco dall'ovocito, in modo che questo è parzialmente \"denudato\" e diventa quindi più facilmente accessibile agli spermatozoi.\\par",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\f1 \\cf16 INCONTRO SPERMATOZOO - OVOCITO \\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Generalmente in corrispondenza del terzo esterno delle tube\r\n avviene l'incontro dello \\cf17 \\ATXht80000 spermatozoo\\cf16 \\ATXht0 con l'\\cf17 \\ATXht80000 ovocito\\cf16 \\ATXht0 . Questo è ancora parzialmente rivestito dalle cellule della corona radiata, gli spermatozoi si dispongono tutt'intorno e, grazie a special\r\ni sostanze da essi prodotte, denudano completamente l'ovocito, che così viene a presentarsi circondato solamente dalla sua membrana (la cosiddetta zona pellucida). In corrispondenza del punto in cui il primo spermatozoo è giunto a contatto con l'\\cf17 \\ATXht80000 ovulo\\cf16 \\ATXht0 , questo emette un'estroflessione cuneiforme (cono d'entrata), che rappresenta il passaggio attraverso cui entra lo spermatozoo, il quale penetra tutto, coda compresa.\\par\r\nIn alcuni casi riesce ad entrare all'interno dell'ovul\r\no più di uno spermatozoo, ma soltanto uno è quello che si unisce con il \\cf17 \\ATXht80000 nucleo\\cf16 \\ATXht0 dell'ovocito. Gli \"intrusi\" sono distrutti. La testa dello spermatozoo si trasforma in un piccolo globo (chiamato pronucleo maschile), che grad\r\natamente si avvicina al nucleo dell'ovocito (chiamato in questa fase pronucleo femminile), mentre la coda si dissolve. Contemporaneamente, a carico dell'ovocito, è avvenuta l'emissione del secondo \\cf17 \\ATXht80000 globulo\\cf16 \\ATXht0 polare. I due pro\r\nnuclei vengono a contatto e in una ventina di minuti si fondono, dando origine al nucleo di segmentazione: questo possiede 46 cromosomi, il numero caratteristico della nostra specie, e deriva dalla somma dei cromosomi contenuti in entrambi i gameti (ovul\r\no e spermatozoo).\\par\r\nImmediatamente dopo la formazione del nucleo di segmentazione, avviene la prima divisione quindi il nuovo essere da monocellulare diviene bicellulare. Le divisioni si susseguono rapidamente, perciò l'\\cf17 \\ATXht80000 embrione\\cf16 \\ATXht0 (ormai possiamo chiamarlo così) viene ad essere formato da 2, 4, 8, 16 cellule ecc. Le cellule che man mano si formano in seguito a queste successive divisioni, si dispongono come i granelli di una mora, per questo l'embrione a questo stadio è ch\r\niamato con il nome di \\cf17 \\ATXht80000 morula\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nMentre avvengono tutti questi fenomeni, l'embrione non resta fermo, continua ad essere sospinto lentamente verso la cavità uterina: generalmente questa migrazione dalla \\cf17 \\ATXht80000 \r\ntuba\\cf16 \\ATXht0 all'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 richiede circa 5 giorni.\\par\r\nLe varie cellule della morula non si riproducono con la stessa velocità, ma quelle periferiche lo fanno con maggior rapidità; inoltre, all'interno si forma una pic\r\ncola cavità nella quale si accumula il liquido che si va man mano formando per azione secretiva delle cellule più interne.\\par\r\nCosì, dallo stadio di morula si passa a quello di blastula. All'interno della cavità sporge un cumulo di cellule, chiamato glo\r\nbo embrionale: è da esso che avranno origine tutte le parti del nuovo essere. La parete della blastula prende il nome di \\cf17 \\ATXht80000 trofoblasto\\cf16 \\ATXht0 . Sono passati 7 giorni dal momento della \\cf17 \\ATXht80000 fecondazione\\cf16 \\ATXht0 : da\r\n circa 2 giorni, l'embrione si trova libero nella cavità dell'utero. Il \\cf17 \\ATXht80000 corpo luteo\\cf16 \\ATXht0 è al culmine della sua attività funzionale.\\par",
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"Titolo": "ANNIDAMENTO DELL'EMBRIONE NELL'UTERO",
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Il \\cf17 \\ATXht80000 trofoblasto\\cf16 \\ATXht0 , che ora è formato da più strati di cellule, acquista la capacità di perforare l'\\cf17 \\ATXht80000 en\r\ndometrio\\cf16 \\ATXht0 : nel perforarlo, la blastula si appiattisce, poi, nello spessore della mucosa, si scava come un nido, rimanendo così completamente avvolta dall'endometrio, tranne che nel punto di penetrazione. Il tempo necessario perché l'annidame\r\nnto si completi è di circa 1 giorno. Tuttavia, affinché l'annidamento possa avvenire, occorre che la mucosa uterina abbia compiuto tutti quei preparativi descritti a proposito delle modificazioni endometriali nel \\cf17 \\ATXht93267 ciclo mestruale\\cf16 \\ATXht0 e che il \\cf17 \\ATXht80000 progesterone\\cf16 \\ATXht0 (prodotto dal \\cf17 \\ATXht80000 corpo luteo\\cf16 \\ATXht0 ) sia presente in quantità sufficiente.\\par\r\nLa penetrazione della blastula si arresta agli strati superficiali della mucosa, perché quest\r\na, sotto l'azione del trofoblasto, reagisce trasformandosi in \\cf17 \\ATXht80000 decidua\\cf16 \\ATXht0 , che è costituita da cellule capaci di resistere all'azione penetrante del trofoblasto. La formazione della decidua è molto importante, perché, nei casi\r\n in cui non avviene, il trofoblasto penetra molto profondamente nello spessore della parete dell'utero con conseguenze che si manifesteranno in occasione del \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 e che saranno esaminate a proposito delle anomalie del \\cf17 \\ATXht80000 secondamento\\cf16 \\ATXht0 . La reazione deciduale inizia in corrispondenza del punto d'impianto dell'uovo, ma si estende a tutto l'endometrio. Essa interessa soprattutto la parte superficiale dell'endometrio (che forma così lo strato compatt\r\no della decidua), mentre la parte profonda, contenente le ghiandole dilatate e ripiene di secreto, forma lo strato spugnoso. La parte di decidua che si trova al di sotto dell'uovo prende il nome di decidua basale, quella che lo riveste di decidua capsula\r\nre, quella che tappezza il resto della cavità uterina di decidua \\cf17 \\ATXht80000 parietale\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nL'annidamento avviene di solito in corrispondenza del fondo dell'utero, ma può verificarsi in qualsiasi punto della mucosa uterina o anche al\r\n di fuori di essa (\\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 ectopica). Man mano che si sviluppa, l'embrione, rivestito dalla decidua capsulare, determina sulla mucosa uterina una sporgenza rivolta verso la cavità. Questa protuberanza s'ingrandisce, fin\r\nché viene a contatto con la decidua parietale: le due decidue (capsulare e parietale) si fondono, cosicché l'embrione viene a trovarsi in una cavità completamente chiusa.\\par\r\nE'importante la reazione deciduale come freno all'attività invasiva del trofob\r\nlasto. I fattori che concorrono alla formazione di questo tessuto sono d'origine ormonale materna e probabilmente anche d'origine embrionale. Si va facendo strada l'idea che il tessuto deciduale abbia un'importante funzione immunologica: infatti, l'uovo \r\nfecondato rappresenta, a causa del patrimonio ereditario d'origine tanto materna quanto paterna, un equivalente di trapianto omologo, come tale quindi soggetto a reazioni da parte dell'organismo ricevente. Ora se questo avvenisse nel caso della gravidanz\r\na, il rifiuto di accogliere questo innesto da parte dell'organismo materno porterebbe inevitabilmente all'\\cf17 \\ATXht80000 aborto\\cf16 \\ATXht0 . La decidua invece possiede caratteristiche immunologiche peculiari con le quali circoscrive l'azione antigen\r\nica dell'uovo inteso come innesto e conferisce all'organismo materno una forma di accomodamento \\cf17 \\ATXht80000 immunitario\\cf16 \\ATXht0 nei confronti del prodotto del \\cf17 \\ATXht80000 concepimento\\cf16 \\ATXht0 che va sotto il nome di tolleranza imm\r\nunologica. Grazie a questa proprietà acquisita e grazie al mantenimento di questa situazione per tutta la durata della gravidanza, l'utero funziona come camera \\cf17 \\ATXht80000 incubatrice\\cf16 \\ATXht0 nei confronti del nuovo organismo in via di svilup\r\npo.\\par\r\n\\pard\\tx180\\ATXts0\\ATXbrdr0 Un'anomalia nella tolleranza immunologica materna, dovuta a fattori non ancora chiariti, può determinare l'interruzione spontanea della gravidanza (simile al rigetto di organo nei casi di trapianto), mentre l'esaurirs\r\ni di quest'intesa immunitaria tra organismo materno e organismo fetale può verosimilmente identificarsi con l'inizio del \\cf17 \\ATXht80000 travaglio\\cf16 \\ATXht0 di parto. Non è escluso che fattori d'origine fetale possano essere responsabili di quest'i\r\nnteressante fenomeno.\\par",
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"Foto": "RI04C_F1.jpg#RI04C_F2.jpg#",
"Dida_Foto": "Dall'ovulo al feto.\r\nUtero sezionato sagittalmente per mettere in evidenza l'impianto dell'ovulo nella sua mucosa. (l'illustrazione schematizza anche i rapporti tra ovaio, tuba, utero e vagina).\r\n#L'embrione ed il feto. \r\nAd uno stadio successivo, vediamo l'embrione ed il feto. E' evidente il cordone ombelicale.\r\n#",
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"Vedi_Anche": "Utero 10239#RUOLO DEGLI ORMONI NELL'ETA' FERTILE 10243#"
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"Titolo": "DISTURBI DELLA SFERA SESSUALE",
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"Titolo": "IMPOTENZA",
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Un'impotenza transitoria è esperienza quasi di ogni uomo, benché sia spesso negata; anche l'impotenza abituale, pa\r\nrziale o completa, è piuttosto frequente e costituisce, un problema medico che però comporta innumerevoli fattori d'ordine legale, sociale, religioso.\\par\r\nLa potenza sessuale normale è frutto dell'equilibrio di numerosi fattori psichici e organici. Essa\r\n, a prescindere dall'intensità del desiderio sessuale, si manifesta soprattutto attraverso l'\\cf17 \\ATXht80000 erezione\\cf16 \\ATXht0 e sono i caratteri di quest'ultima, e cioè la facilità di comparsa (variabile con l'età e le circostanze, e diminuita da\r\nll'abitudine, dalla stanchezza e da fattori psichici di natura inibitoria), la durata, la stabilità e la frequenza, che determinano i limiti normali della potenza sessuale. La potenza sessuale varia da un individuo all'altro, in rapporto alla fatica fisi\r\nca o intellettuale, alla professione, all'ambiente ecc. \\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1140\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 CAUSE\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 L'impotenza può essere totale, parziale o elettiva. L'impotenza totale comprende i deficit dell'impulso ses\r\nsuale, dell'erezione o dell'\\cf17 \\ATXht80000 eiaculazione\\cf16 \\ATXht0 con la conseguenza dell'impossibilità a compiere l'atto. L'assenza dell'impulso sessuale, se congenita, dipende in genere da cause endocrine; se acquisita, è invece conseguenza di d\r\neficit momentanei di natura nervosa. I deficit dell'erezione (che è del tutto assente o insufficiente) riconoscono numerose cause, sia organiche sia psichiche. Altrettanto può dirsi dei disturbi dell'eiaculazione, che spesso è precoce, cioè avviene subit\r\no dopo o addirittura prima dell'introduzione.\\par\r\nL'impotenza parziale è la conseguenza di un'erezione incompleta fin dall'inizio o che si riduce nel corso del rapporto. L'erezione incompleta può essere dovuta o a un disturbo del desiderio sessuale, e i\r\nn tal caso accade al momento di accostarsi alla donna, oppure a fenomeni di inibizione psichica, per esempio uno shock emotivo; in tal caso, anche se inizialmente sufficiente, scompare durante l'atto; infine essa può prodursi subito dopo la penetrazione \r\na causa dell'eiaculazione precoce.\\par\r\nL'impotenza elettiva è quella che si ha nei contatti con una partner, ad esclusione delle altre, ed è di origine psichica.\\par\r\nL'impotenza sessuale dipende in più del 90% dei casi da un disturbo di ordine essenzia\r\nlmente psicologico, nei rimanenti invece sono in gioco svariate cause organiche; queste ultime possono causare l'impotenza di per se stesse, oppure creare turbe funzionali in territorio genitale.\\par\r\nL'impotenza può essere dovuta a malattie del \\cf17 \\ATXht93516 sistema nervoso\\cf16 \\ATXht0 , che ledono i centri e le vie di \\cf17 \\ATXht80000 conduzione nervosa\\cf16 \\ATXht0 implicati nei fenomeni dell'erezione e dell'eiaculazione. Può essere anche conseguenza dell'assenza di uno o di entrambi i testicoli\r\n o di altre malformazioni locali, riguardanti di solito il \\cf17 \\ATXht80000 pene\\cf16 \\ATXht0 (ridotta lunghezza, oppure abnorme sviluppo e deformazione del pene e del \\cf17 \\ATXht80000 glande\\cf16 \\ATXht0 , deviazione della verga); oppure possono essere in gioco svariate malattie che interessano i genitali direttamente o indirettamente (varicosità del pene, ernie scrotali, calcoli uretrali, infiammazioni dell'\\cf17 \\ATXht80000 uretra\\cf16 \\ATXht0 e della \\cf17 \\ATXht80000 prostata\\cf16 \\ATXht0 ). Nel complesso i casi di impotenza dovuti alle cause sopra elencate sono abbastanza rari, ma trattandosi per lo più di lesioni gravi e di malattie poco curabili l'impotenza è quasi costantemente incurabile (eccetto che nei casi d\r\ni infiammazione dell'uretra e della prostata).\\par\r\nPiù frequenti sono le forme dovute a cause organiche che agiscono attraverso turbe funzionali nel territorio genitale, perché causano un difetto dell'eccitamento sessuale. Possono essere in gioco cause \r\normonali (principalmente un difetto di secrezioni dell'ormone testicolare), ma anche altri disturbi endocrini, come l'\\cf17 \\ATXht80000 ipotiroidismo\\cf16 \\ATXht0 e, più raramente, l'\\cf17 \\ATXht80000 ipertiroidismo\\cf16 \\ATXht0 . Il \\cf17 \\ATXht80000 d\r\niabete\\cf16 \\ATXht0 e numerose intossicazioni possono provocare impotenza, poiché riducono l'eccitabilità dei centri e delle vie nervose.\\par\r\nRicorderemo per la sua frequenza l'impotenza dovuta ad intossicazione alcolica cronica (piccole dosi di alcol \r\naumentano l'impulso sessuale, ma già a uno stadio di ubriachezza modesta il rapporto non è più possibile). Anche le malattie infettive croniche quindi debilitanti, come, per esempio, la \\cf17 \\ATXht80000 tubercolosi\\cf16 \\ATXht0 possono determinare impo\r\ntenza. \\par\r\nL'impotenza è dovuta nella maggior parte dei casi a cause psichiche. Si tratta cioè di soggetti che non presentano alcuna malattia né di ordine locale né di ordine generale, ma sono tuttavia incapaci di avere un normale rapporto sessuale: qu\r\nesti individui soffrono di impotenza sessuale funzionale, legata a fattori esclusivamente di natura psicologica.\\par\r\nNell'impotenza dovuta a cause psichiche si possono considerare due gruppi: il primo gruppo comprende le impotenze dovute a un deficit di\r\n eccitamento psichico e sensoriale; il secondo gruppo comprende invece quelle impotenze che sono dovute a fenomeni di inibizione psichica . Nel primo gruppo comprenderemo anche le forme di impotenza che sono più propriamente dovute a errori ripetuti nell\r\na condotta sessuale e che hanno come risultato una riduzione dell'appetito sessuale. L'abuso sessuale, per esempio, rientra frequentemente tra le cause di impotenza. Si deve precisare a questo proposito che l'abuso non consiste nell'intrattenere rapporti\r\n sessuali frequenti, qualora questi avvengano in maniera normale, ma nel sottostare a frequenti e intense eccitazioni precopulatorie, seguite solo raramente dal rapporto sessuale: in questi casi l'astinenza causa impotenza, perché non si accompagna alla \r\ncastità psichica; anche la vera astinenza, però, può causare talvolta un'impotenza, seppure di carattere transitorio.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Un altro errore della condotta sessuale che può causare impotenza, è costituito dalle pratiche del coit\r\no trattenuto e del coito interrotto. Anche tralasciando questa conseguenza, si tratta di pratiche che possono risultare dannose per l'equilibrio psico-fisico della coppia: sia per l'uomo, cui è richiesto uno sforzo enorme di controllo cosciente in un at\r\nto che invece presuppone e tende al totale abbandono, sia per la donna, che necessitando in genere di un periodo più lungo per raggiungere l'orgasmo, si trova così privata del naturale soddisfacimento e può andare incontro a \\cf17 \\ATXht80000 frigidità\\cf16 \\ATXht0 , disgusto per i rapporti sessuali e a disturbi nevrotici.\\par\r\nL'importanza della \\cf17 \\ATXht80000 masturbazione\\cf16 \\ATXht0 nel provocare l'impotenza sessuale è stata diversamente valutata, ma nel complesso sembra assai scarsa o si verific\r\na in soggetti adulti nevrotici o psicopatici in cui l'impotenza è determinata da altre cause.\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3375\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 IMPOTENZA COËUNDI\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 IMPOTENZA CONIUGALE\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Tra le impotenze dovute a deficit d'eccitamento psichico e sensoriale si d\r\neve ricordare l'impotenza coniugale, che si manifesta negli individui che hanno da lungo tempo rapporti con la stessa donna: in genere si tratta di un'impotenza relativa, che si presenta solo con la partner abituale e scompare invece quando il soggetto h\r\na rapporti con un'altra donna.\\par\r\nQuesta forma d'impotenza è dovuta probabilmente ad una somma di fattori, insufficienti se considerati singolarmente: per esempio la possibilità o la necessità di rapporti più frequenti di quanto non lo richiederebbe la\r\n tendenza dell'individuo; inoltre il contatto giornaliero e la vita intima, che tolgono al rapporto coniugale lo stimolo dell'imprevisto; nello stesso senso agiscono la facilità del contatto senza alcuna resistenza e l'esecuzione del rapporto sempre nell\r\no stesso modo; l'influsso che può essere esercitato dallo spettacolo sempre rinnovato di un'imperfezione fisica anche piccola, della sciatteria, dell'indifferenza sessuale o della \\cf17 \\ATXht80000 frigidità\\cf16 \\ATXht0 della moglie. Tutti questi fatto\r\nri, legati per lo più all'abitudine, assumono maggiore importanza se nell'individuo si produce al contempo una diminuzione dell'impulso sessuale per l'età, le fatiche o le malattie.\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx3810\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 SCACCO SESSUALE INIZIALE\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 In alcuni casi l'attività mentale interviene non a facilitare, ma ad inibire il rapporto sessuale, impedendone e ostacolandone il normale svolgimento. Le cause di tale impotenza possono essere la c\r\nonseguenza delle preoccupazioni che fanno seguito allo shock di uno scacco sessuale, oppure possono precedere lo scacco sessuale iniziale. Lo scacco nel rapporto sessuale può essere sia la causa sia la conseguenza di uno shock d'origine emotiva.\\par\r\nLo \r\nscacco, considerato come shock emotivo iniziale, si può verificare anche in un soggetto normale e ha come caratteristica d'essere inaspettato. Le cause sono molteplici e non necessariamente patologiche: per esempio, l'emozione del primo rapporto sessuale\r\n o della prima notte di matrimonio oppure gli eccitamenti troppo prolungati o le preoccupazioni completamente estranee all'atto sessuale.\\par\r\nIn un soggetto normale tuttavia uno scacco inatteso solo raramente è causa d'impotenza e, salvo che egli non si\r\na invaso dall'idea di una sua inferiorità, un nuovo tentativo, anche a breve distanza di tempo, è coronato dal successo. Viceversa in un soggetto iperemotivo o in un soggetto nevrotico, con tendenza alla \\cf17 \\ATXht80000 depressione\\cf16 \\ATXht0 , l'imp\r\nressionabilità e il sentimento generale d'inferiorità possono fissarsi sul passo falso sessuale; pertanto l'\\cf17 \\ATXht80000 iperemotività\\cf16 \\ATXht0 già presente prima dello scacco si trasformerà in grave ansietà e il soggetto si presenterà ad un nu\r\novo rapporto già parzialmente impotente; altrettanto nel nevrotico, i sentimenti di dubbio, d'inquietudine, d'inferiorità si trasformeranno nel terrore di un nuovo passo falso, il che condurrà inevitabilmente il soggetto a nuovi fallimenti: in questi sog\r\ngetti l'impotenza sessuale diviene così una manifestazione in più dello stato depressivo generale.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx3630\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 SHOCK EMOTIVO INIZIALE\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Lo scacco può essere invece secondario allo shoc\r\nk emotivo, il quale può essere di diverso tipo: per esempio essere rappresentato dall'interruzione improvvisa dell'atto sessuale per il sopraggiungere di un estraneo o per un rumore violento; ma anche elementi del tutto banali, come un profumo, una parol\r\na, possono, per associazione d'idee, diventare inibitori dell'atto sessuale, suscitando per esempio un'improvvisa gelosia; avvenimenti minimi della vita quotidiana possono essere alla base di uno shock emotivo iniziale. Inoltre, possono intervenire scrup\r\noli e timori d'ordine morale, medico, sociale, sentimentale (timore d'infezione venerea, rischio del \\cf17 \\ATXht80000 concepimento\\cf16 \\ATXht0 ). Tuttavia, spesso la causa dello shock emotivo iniziale risiede nella partner e si dovrà ricercare se vi si\r\na stata da parte di quest'ultima una resistenza, che può essere fisica (\\cf17 \\ATXht80000 imene\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 vaginismo\\cf16 \\ATXht0 ); anche la frigidità gioca un ruolo analogo. Inoltre la gelosia, la diversità di carattere, i bisticc\r\ni dovuti ad altri moventi, la scarsa destrezza della partner sono spesso elementi d'ordine inibitorio.\\par\r\nL'impotenza da cause psichiche di tipo inibitorio è soprattutto la prerogativa di soggetti nevrastenici e psiconevrotici.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1350\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 TERAPIA\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Le cause descritte possono intervenire ai differenti stadi dell'atto sessuale. Esse possono diminuire l'impulso sessuale e l'\\cf17 \\ATXht80000 eccitazione\\cf16 \\ATXht0 precopulatoria (def\r\nicit ormonale, abuso sessuale, \\cf17 \\ATXht80000 astinenza\\cf16 \\ATXht0 , abitudine, \\cf17 \\ATXht80000 emotività\\cf16 \\ATXht0 ), sia associate sia isolate; oppure possono alterare il processo d'\\cf17 \\ATXht80000 erezione\\cf16 \\ATXht0 , del tutto o in par\r\nte, interessando l'uno o l'altro dei caratteri dell'erezione stessa (in pratica tutte le cause organiche e psichiche d'impotenza agiscono a questo livello); infine possono disturbare il processo d'\\cf17 \\ATXht80000 eiaculazione\\cf16 \\ATXht0 , che può ess\r\nere assai precoce o ritardato (con o senza \\cf17 \\ATXht80000 orgasmo\\cf16 \\ATXht0 ) o soppresso.\\par\r\nImportante per la sua frequenza è soprattutto l'eiaculazione precoce. Essa è accompagnata spesso dalle penose sensazioni soggettive del rapporto incompl\r\neto. Benché i fattori che possono intervenire nel determinarla siano assai numerosi, sono soprattutto importanti quelli d'ordine emotivo e gli squilibri del \\cf17 \\ATXht93516 sistema nervoso\\cf16 \\ATXht0 vegetativo.\\par\r\nIn alcune forme d'impotenza, per\r\n fortuna rare, la guarigione è difficile o addirittura impossibile. Invece, nelle forme d'origine psichica la guarigione è in teoria sempre possibile, nella pratica purtroppo gli insuccessi sono frequenti.\\par\r\nI medicamenti sono molto utili nelle forme \r\nd'impotenza organiche e semiorganiche: s'impiegheranno di volta in volta i trattamenti a base d'\\cf17 \\ATXht80000 ormoni\\cf16 \\ATXht0 , i tonici del sistema nervoso e i più moderni \\cf17 \\ATXht80000 tranquillanti\\cf16 \\ATXht0 , i \\cf17 \\ATXht80000 farmac\r\ni\\cf16 \\ATXht0 del sistema nervoso vegetativo, le sostanze ad azione stimolante diretta all'\\cf17 \\ATXht92334 apparato genitale\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nSpesso utili sono il riposo, una vita metodica e ordinata sotto tutti gli aspetti, compreso quello alimen\r\ntare, una ragionevole moderazione nell'uso dell'alcol e del tabacco.\\par\r\nIn tutti i casi si dovranno ricercare accuratamente le cause anche minime che possono essere alla base dell'impotenza, si dovrà inoltre indurre il malato a correggere eventuali err\r\nori nel comportamento sessuale. Spesso si è rivelato assai utile approfondire la situazione con la partner abituale, al fine di ottenere il massimo aiuto per il paziente.\\par\r\nNei soggetti iperemotivi, nei nevrastenici, negli psiconevrotici può essere ut\r\nile, oltre al trattamento farmacologico di tipo tranquillante e antidepressivo, la psicoterapia. In modo particolare molto promettente si è rivelato in questi ultimi anni il trattamento mediante ipnosi.\\par",
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Queste carenze possono essere legate inizialmente al \\cf17 \\ATXht80000 testicolo\\cf16 \\ATXht0 , oppure, più frequentemente, possono dipendere da un'insufficiente funzione dell'\\cf17 \\ATXht80000 ipofisi\\cf16 \\ATXht0 . Gli individui affetti da ipogonadismo si presentano con scarso sviluppo della muscolatura e dei peli, con \r\narti eccessivamente lunghi, voce acuta, disposizione femminile del grasso sottocutaneo ecc.\\par\r\nUna causa d'insufficiente funzione del testicolo è la sua localizzazione nello spessore della parete dell'addome, o addirittura all'interno della cavità addo\r\nminale (\\cf17 \\ATXht80000 criptorchidismo\\cf16 \\ATXht0 ). Il testicolo ritenuto o nascosto si trova esposto ad una temperatura più alta di quella abituale. Lo \\cf17 \\ATXht80000 scroto\\cf16 \\ATXht0 , infatti, rappresenta un ottimo regolatore della tempera\r\ntura testicolare, che deve essere inferiore a quella degli organi interni, per assicurare una regolare funzione riproduttiva. Nel testicolo ritenuto si realizza, infatti, una dissociazione tra funzione endocrina, che rimane conservata con presenza quindi\r\n dei caratteri sessuali dovuti al \\cf17 \\ATXht80000 testosterone\\cf16 \\ATXht0 , e funzione riproduttiva, che invece è compromessa.\\par\r\nPer questo motivo è opportuno intervenire precocemente, quando è diagnosticata una tale situazione nel bambino.\\par\r\nL\r\na funzione testicolare può essere arrestata anche dopo che essa ha avuto inizio, nell'età adulta. Ciò si può verificare in caso di ferite al testicolo, di localizzazione in questo organo di varie infezioni (\\cf17 \\ATXht80000 blenorragia\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 parotite\\cf16 \\ATXht0 epidemica) oppure in caso d'irradiazione con raggi X o gamma. Varie intossicazioni possono ledere definitivamente le cellule germinali, per cui il testicolo non è più in grado di produrre spermatozoi: le più important\r\ni sono quelle da \\cf17 \\ATXht80000 arsenico\\cf16 \\ATXht0 , piombo, alcol, \\cf17 \\ATXht80000 morfina\\cf16 \\ATXht0 . Spesso le condizioni di \\cf17 \\ATXht80000 avitaminosi\\cf16 \\ATXht0 (soprattutto per ciò che riguarda la vitamina E) e molte malattie endoc\r\nrine determinano \\cf17 \\ATXht80000 sterilità\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nQuando il testicolo funziona regolarmente, una causa di sterilità può risiedere in un'occlusione delle vie seminali: di conseguenza, nell'eiaculato non sono presenti spermatozoi. Queste occ\r\nlusioni sono congenite in rari casi, molto più spesso sono l'esito di infezioni da \\cf17 \\ATXht80000 gonococco\\cf16 \\ATXht0 o da bacillo tubercolare, che hanno colpito l'\\cf17 \\ATXht80000 epididimo\\cf16 \\ATXht0 o altri tratti delle vie seminali.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 In tutte le condizioni che abbiamo descritto finora, all'esame microscopico dell'eiaculato, si osserva l'assenza completa di spermatozoi (\\cf17 \\ATXht80000 azoospermia\\cf16 \\ATXht0 ). In altri casi, invece, lo \\cf17 \\ATXht80000 s\r\nperma\\cf16 \\ATXht0 può essere incapace di fecondare, perché il numero di spermatozoi è insufficiente (\\cf17 \\ATXht80000 oligospermia\\cf16 \\ATXht0 ), oppure perché essi presentano alterazioni. In tutte queste situazioni, esiste quella che è chiamata impo\r\ntentia generandi.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Nell'uomo, però, possono esservi altre cause di sterilità coniugale, legate a impossibilità dell'accoppiamento (impotentia coëundi).\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nIl trattamento della sterilità masc\r\nhile è abbastanza agevole nei casi facilmente reversibili, quali i disturbi infiammatori, psichici e quelle lesioni che possono essere facilmente corrette da chirurgia plastica e ricostruttiva. Diventa complesso, quando avviene una riduzione funzionale d\r\ni lunga durata dell'organo, con alterazioni a carico della quantità, della motilità spermatica (astenospermia), della vitalità spermatica (necrospermia) e della forma degli spermatozoi.\\par\r\nEsistono diversi schemi terapeutici mediante l'impiego di \\cf17 \\ATXht80000 vitamine\\cf16 \\ATXht0 , aminoacidi, specie arginina, \\cf17 \\ATXht80000 androgeni\\cf16 \\ATXht0 e \\cf17 \\ATXht80000 gonadotropine\\cf16 \\ATXht0 umane. Ma si tratta sempre di trattamenti lunghi e con schemi tuttora in fase di studio. Non esiston\r\no possibilità di ripresa funzionale nei casi di distruzione di tessuto spermatogenetico; in tale condizione ogni tentativo terapeutico è vano.\\par",
"Dida_Foto": "Cause di sterilità maschile.\r\nLe frecce del disegno indicano i principali fattori responsabili della sterilità maschile. Anche malattie infettive, come per esempio la blenorragia e la parotite, possono essere causa di sterilità. Nel riquadro sono evidenziate dalle frecce i gonococchi, agenti dell'infezione blenorragica.\r\n#Vari tipi di spermatozoi.\r\nA: spermatozoo normale visto di fronte: è evidente il nucleo (massa scura). B, spermatozoo anormale con doppia testa. C, spermatozoo anormale con testa gigante. D, spermatozoo anormale con testa molto piccola. E, spermatozoo anormale con doppia coda. Se gli spermatozoi presentano alterazioni, non sono in grado di fecondare l'ovulo (impotentia generandi).\r\n#Relazione ipofisi-testicolo.\r\nL'ipofisi produce l'ormone follicolo stimolante (freccia azzurra) che agisce sui tubuli seminiferi, determinando la produzione di spermatozoi, e l'ormone luteinizzante (freccia arancio) che stimola le cellule interstiziali a produrre il testosterone (frecce nere), il quale agisce sui caratteri sessuali secondari e sui tubuli seminiferi, stimolandoli alla produzione di spermatozoi. Un'insufficiente funzione dell'ipofisi è causa di sterilità.\r\n#",
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"Vedi_Anche": "ORMONI SESSUALI MASCHILI 10296#ALTERATA FUNZIONALITA' DELLE GHIANDOLE SESSUALI MASCHILI 21715#CRIPTORCHIDISMO 21918#Gonorrea 2120#PAROTITE EPIDEMICA 50423#INFEZIONI DELLE VIE SPERMATICHE 21900#SPERMIOGRAMMA 23151#TEST PER L'INFERTILITÀ 23154#POST COITAL TEST 23142#Ormone follicolostimolante e luteinizzante (FSH e LH) 10276#TUBERCOLOSI GENITALE 21902#"
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"Titolo": "Sterilità femminile",
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Inoltre, molteplici situazioni patologiche che interessano altri distretti dell'organismo possono a loro volta influenzare il perfetto\r\n equilibrio funzionale degli organi genitali femminili e quindi intervenire come concause di sterilità.\\par\r\nE' noto da tempo che l'età della donna è un elemento di grande importanza ai fini della procreazione. Infatti, la donna giovanissima spesso non è\r\n fertile, perché ha un'alta incidenza di cicli mestruali senza \\cf17 \\ATXht80000 ovulazione\\cf16 \\ATXht0 . Così pure la donna che si avvia al \\cf17 \\ATXht80000 climaterio\\cf16 \\ATXht0 , nel quale si va esaurendo il patrimonio follicolare dell'\\cf17 \\ATXht80000 ovaio\\cf16 \\ATXht0 , diventa meno fertile sia per i cicli anovulari sia per la \"cattiva qualità\" degli ovociti disponibili. A questo proposito esiste uno studio molto interessante di Edwards, il quale ha potuto stabilire che già nel corso della vita\r\n fetale gli ovociti vanno incontro ad un assetto cromosomico che rimarrà tale per tutta la vita. Molti di questi ovociti hanno un corredo cromosomico alterato, che può dar luogo, con la \\cf17 \\ATXht80000 fecondazione\\cf16 \\ATXht0 , ad aborti o a figli ma\r\nlformati.\\par\r\nIn termini statistici la sterilità e la tendenza ad avere aborti o a generare figli malformati sono più frequenti da osservare nelle donne attempate che nelle donne giovani.\\par\r\nUna donna giovane e potenzialmente fertile, senza alterazion\r\ni di rilievo a carico dell'\\cf17 \\ATXht92334 apparato genitale\\cf16 \\ATXht0 , può diventare sterile a causa di malattie generali intercorrenti, infettive acute o croniche, endocrine, metaboliche, stati di ipovitaminosi, in\r\ntossicazioni acute o croniche, come esposizione ad ambienti di lavoro nei quali siano impiegati coloranti, petrolio, benzolo, piombo, \\cf17 \\ATXht80000 fosforo\\cf16 \\ATXht0 ecc.\\par\r\nMa i fattori di sterilità di gran lunga più frequenti sono quelli a ca\r\nrico dell'apparato genitale. Si dividono in organici (quando è presente un'alterazione anatomo-patologica di uno dei distretti genitali) e funzionali (quando in assenza di alterazioni anatomo-patologiche, si verifica un disturbo che interferisce sulla se\r\nquenza degli eventi della riproduzione). I disturbi suddetti possono essere localizzati in uno o più distretti delle vie genitali femminili.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx2835\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 FATTORE VAGINALE\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 La \\cf17 \\ATXht80000 vagina\\cf16 \\ATXht0 può essere sede di processi malformativi congeniti, come setti longitudinali o trasversali o acquisiti, quali si riscontrano per esempio dopo traumatismi o dopo estese lacerazioni da \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 (in q\r\nuesto caso la sterilità da fattore vaginale è secondaria). Di grande importanza sono i processi infiammatori acuti o cronici. Le vaginiti batteriche o da \\cf17 \\ATXht80000 Trichomonas\\cf16 \\ATXht0 o da miceti sono causa di sterilità, perché le condizion\r\ni ambientali normali della vagina vengono ad essere alterate; così la presenza di agenti patogeni, che abbiano distrutto la \\cf17 \\ATXht80000 flora batterica\\cf16 \\ATXht0 normale, l'\\cf17 \\ATXht80000 essudato\\cf16 \\ATXht0 infiammatorio, le modificazion\r\ni del \\cf17 \\ATXht80000 pH\\cf16 \\ATXht0 rendono ostile l'ambiente agli spermatozoi.\\par\r\n\\pard\\tx2955\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 FATTORE CERVICALE\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Il collo dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 può essere disl\r\nocato in alto o lateralmente (queste alterazioni si accompagnano di solito a vizi di posizione del corpo uterino), può presentare un abnorme restringimento del canale cervicale o può essere sede di processi infiammatori acuti o cronici. Questi ultimi di \r\nsolito rappresentano un'estensione verso l'alto del processo infiammatorio in sede vaginale. Spesso la mucosa del collo presenta piccole lesioni a sede periorifiziale (intorno all'orificio uterino esterno), che vanno sotto il nome di erosioni. Frequentem\r\nente i processi infiammatori cronici del collo uterino si accompagnano a formazioni polipose che originano dal canale cervicale e sporgono dall'orificio esterno, raggiungendo a volte dimensioni cospicue, fino a occupare buona parte della vagina. Tali for\r\nmazioni possono essere singole o multiple.\\par\r\nUna delle conseguenze più importanti delle flogosi cervicali, o cerviciti, ai fini della fertilità, è l'alterazione della qualità del muco cervicale prodotto dalle ghiandole \r\ndel collo dell'utero. Questo prodotto di secrezione gioca un ruolo fondamentale nei fenomeni riproduttivi. E' stato affermato che, sotto una normale spinta ormonale ovarica, il muco cervicale assume le caratteristiche di permeabilità nei confronti degli \r\nspermatozoi, in corrispondenza della fase preovulatoria del ciclo. E' facile comprendere quindi come le alterazioni qualitative e quantitative di questo muco determinino un deficit di drenaggio verso l'interno della cavità uterina di liquido seminale, co\r\nn diminuita capacità fecondante e quindi con compromissione della funzione riproduttiva.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx2670\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 FATTORE UTERINO\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 L'utero può essere poco sviluppato (utero ipoplasico o infantile)\r\n, può assumere una posizione viziata, può essere malformato o essere sede di processi infiammatori acuti o cronici o neoformazioni, come i fibromi.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 L'\\cf17 \\ATXht80000 ipoplasia\\cf16 \\ATXht0 uterina, che di solito si acc\r\nompagna a quell'ovarica, può essere di vario grado, può associarsi a vizi di posizione, può dare segno di sé con una caratteristica alterazione mestruale (\\cf17 \\ATXht80000 dismenorrea\\cf16 \\ATXht0 ) o addirittura con mancata comparsa delle mestruazioni \r\n(\\cf17 \\ATXht80000 amenorrea\\cf16 \\ATXht0 ) o con disturbi del ritmo mestruale (ipoligomenorrea).\\par\r\nL'iperantiversione o la retroversione o la lateroversione sono vizi di posizione dell'utero che a volte sono dovuti a esiti di processi infiammatori cr\r\nonici del piccolo bacino e spesso interessano anche le tube e le ovaie, con grave compromissione della funzione riproduttiva.\\par\r\nEsiste tutta una gamma di malformazioni uterine, da un accenno all'appiattimento del fondo uterino a formazione di setti me\r\ndiani che si approfondano in cavità, fino a una divisione netta dell'utero in due emisezioni identiche, che si continuano spesso verso il basso con due colli e due vagine (utero a \\cf17 \\ATXht80000 cuore\\cf16 \\ATXht0 , setto, bicorne, didelfo ecc.).\r\n\\par\r\nLe endometriti, o processi infiammatori della mucosa uterina, causano sovente sterilità, così pure le formazioni polipose dell'\\cf17 \\ATXht80000 endometrio\\cf16 \\ATXht0 o i fibromi della parete uterina. Questi ultimi, che rappresentano degli agglomerat\r\ni di \\cf17 \\ATXht92128 tessuto fibroso\\cf16 \\ATXht0 e muscolare liscio, sviluppatisi nel contesto delle pareti dell'organo possono avere dimensioni variabili ed estrinsecarsi verso l'esterno (sottosierosi) o verso l'interno (sottomucosi) della cavità ut\r\nerina.\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx2820\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 FATTORE TUBARICO\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Le tube possono essere sede di infiammazioni (salpingiti) acute e croniche, che nella gran parte dei casi provocano la chius\r\nura del lume in differenti punti del suo decorso.\\par\r\nIl processo infiammatorio può aver sede anche al di fuori del lume tubarico; in questo caso la continuità e la regolarità dell'organo è alterata per la presenza di briglie aderenziali, che determinan\r\no strozzamenti e stiramenti a varie zone con grave compromissione della funzione di trasporto sia nei riguardi dell'\\cf17 \\ATXht80000 uovo\\cf16 \\ATXht0 che degli spermatozoi.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx2715\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 FATTORE OVARICO\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Le ovaie possono mancare (aplasia) o essere presenti soltanto in abbozzo (strike) o essere poco sviluppate o avere alterazioni a carico dei diversi organelli, con temporanea o permanente interruzione de\r\nlla funzione ovulatoria. Questa può dipendere o da scarsa produzione di \\cf17 \\ATXht80000 gonadotropine\\cf16 \\ATXht0 ipofisarie o da grossolana modificazione della corteccia, con blocco meccanico ovulatorio o con presenza di numerose piccole \\cf17 \\ATXht80000 cisti\\cf16 \\ATXht0 (policistosi) o con processi infiammatori acuti o cronici.\\par\r\nTutti i fattori che abbiamo esaminato possono agire da soli o possono associarsi tra loro nel determinare sterilità. E' bene sottolineare che prima di iniziare quals\r\niasi forma di trattamento è indispensabile che sia individuata l'esatta causa, al fine di evitare spreco di tempo e di pazienza da parte di chi presenta tali problemi.\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3165\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 FRIGIDITÀ\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Col termine frigidità si indica quella condizione per cui nella donna adulta non \r\nsi verifica l'\\cf17 \\ATXht80000 orgasmo\\cf16 \\ATXht0 nel corso del rapporto sessuale. L'argomento della frigidità è alquanto complesso e la sua trattazione difficile e delicata. La frigidità è frequente; le statistiche a questo proposito non sono molto \r\nconcordi, ma ciò si spiega in gran parte con il diverso modo di intendere il termine. Innanzi tutto ci sembra importante delimitare il campo precisando il significato dei termini di anafrodisia, \\cf17 \\ATXht80000 impotenza\\cf16 \\ATXht0 sessuale femminil\r\ne, \\cf17 \\ATXht80000 dispareunia\\cf16 \\ATXht0 e \\cf17 \\ATXht80000 vaginismo\\cf16 \\ATXht0 . L'anafrodisia è la mancanza dell'istinto sessuale che si manifesta con l'assenza dell'interesse verso i rapporti amorosi, pur esistendo tutte le condizioni per re\r\nalizzarli. Questa condizione, che avviene in genere in soggetti nevropatici, va tenuta distinta dalla frigidità, per quanto intervenga spesso a complicarla. L'impotenza sessuale femminile è l'impossibilità di abbandonarsi al \\cf17 \\ATXht80000 coito\\cf16 \\ATXht0 a causa di malformazioni degli organi genitali, spesso correggibili chirurgicamente; essa è rara. Ovviamente in questi casi non si pone il problema della frigidità. Nella dispareunia, il coito è possibile, ma doloroso. Nella donna, in genere i pri\r\nmi rapporti sessuali sono dolorosi, ma vi è dispareunia solo quando questo stato si prolunga e ciò accade o per infantilismo genitale da causa endocrina o per malformazioni non tanto gravi da impedire il rapporto. La dispareunia può comparire anche dopo \r\nanni di rapporti perfettamente normali e di solito è dovuta a malattie infiammatorie degli organi genitali: in questo caso la dispareunia può intervenire come co-fattore a determinare la frigidità. Il vaginismo è la contrazione dolorosa dell'\\cf17 \\ATXht93436 apparato muscolare\\cf16 \\ATXht0 vulvo-vaginale e spesso è d'intensità tale da rendere il coito almeno momentaneamente impossibile. Può trattarsi di uno spasmo riflesso, il cui punto di partenza risiede in una lesione anche modesta dei genitali ester\r\nni, come può verificarsi durante i primi rapporti sessuali; in altri casi invece riconosce cause psichiche, che in parte coincidono con quelle della frigidità. Per concludere questa premessa, quindi affermeremo che una donna frigida può presentare anche \r\nanafrodisia o dispareunia o vaginismo, ma queste condizioni non s'identificano assolutamente con la frigidità, pur presentando dei punti di contatto. Nella vita sessuale femminile si possono distinguere diverse modalità di comportamento. Alcune donne rag\r\ngiungono l'orgasmo contemporaneamente al loro partner, soluzione ideale, ma non molto frequente, almeno all'inizio della vita sessuale; in altre l'orgasmo, anche se non contemporaneo, è tuttavia provocato dall'atto stesso del possesso. Altre donne invece\r\n raggiungono l'orgasmo al di fuori del coito vero e proprio, ma pur sempre per intervento del partner, nel corso degli svariati corollari del coito medesimo: in quest'eventualità si ravvisa già una situazione di frigidità parziale; altrettanto può dirsi \r\nper quelle donne che non raggiungono l'orgasmo vero e proprio, ma ricevono dal rapporto sessuale una soddisfazione dei sensi tale da mantenere desto l'interesse sessuale. In altri casi la donna riceve nel corso del rapporto un'eccitazione, che però riman\r\ne priva di qualsiasi soddisfacimento, sempre che la donna stessa non intervenga a procurarsi l'orgasmo con manovre masturbatorie personali: in quest'eventualità si parla propriamente di frigidità incompleta. Si ha infine una frigidità completa, quando no\r\nn solo manca un soddisfacimento qualsiasi, ma anche il desiderio sessuale fa difetto; in altre parole, quando alla frigidità si associa l'anafrodisia. La distinzione operata è indubbiamente schematica e forse un poco artificiale, specie se si tiene conto\r\n che spesso la frigidità è transitoria e che nel corso della vita sessuale la donna può passare dallo stato di frigidità assoluta, a quello della più completa soddisfazione orgasmica. Talvolta, inoltre, la frigidità è elettiva, vale a dire la donna raggi\r\nunge l'orgasmo con un partner e non con un altro. La frigidità può essere primaria, cioè manifestarsi fin dai primi rapporti sessuali, oppure secondaria, quando insorge dopo un periodo di rapporti sessuali normali. Le cause della frigidità primaria e di \r\nquella secondaria sono in buona parte differenti; caratteristica comune è invece la natura psicogena, il che significa che la causa principale è di ordine psichico. Le teorie psicoanalitiche permettono di spiegare in gran parte le cause della frigidità; \r\ntuttavia nella pratica molti casi di frigidità non sembrano imputabili a turbe dello sviluppo sessuale in senso freudiano e anche casi in cui queste turbe sembrano presenti possono guarire al di fuori di qualsiasi terapia psicoanalitica. La frigidità pri\r\nmaria è senza dubbio la più frequente. Una causa di frigidità primaria è senza dubbio l'immaturità psicosessuale, specie in soggetti giovani che si concedono al rapporto sessuale per curiosità, per imitazione degli adulti, per una sensazione d'inferiorit\r\nà, probabilmente inconscia, nei confronti dell'altro sesso, e compiono l'atto sessuale quasi per porsi sullo stesso piano del maschio; per altre donne l'esperienza sessuale rappresenta un tentativo di fuga di fronte alla noia, al vuoto interiore: il piac\r\nere fisico è ricercato, cioè, come compenso ai propri sentimenti d'inferiorità e raramente, è raggiunto. Molto spesso la frigidità primaria rappresenta il frutto di un'educazione sbagliata o di una cattiva informazione di ordine religioso e morale. Purtr\r\noppo, ancor oggi si trasmette l'idea che il sesso e tutto quanto si riferisce ad esso sia, specie per la donna, un elemento di pericolo e di vergogna; oppure il sesso è identificato automaticamente e semplicisticamente con il peccato. Talvolta la frigidi\r\ntà può essere dovuta alla presenza nella donna di tendenze deviate latenti instauratesi precocemente o di arresti a tappe primitive dello sviluppo sessuale di tipo \\cf17 \\ATXht80000 omosessuale\\cf16 \\ATXht0 , sadico o masochistico: queste tendenze sono e\r\nlementi di tipo inibitorio per il raggiungimento di una vita sessuale normale e soddisfacente. I traumi in cui la donna incorre in occasione dell'iniziazione sessuale sono di importanza fondamentale nel determinismo della frigidità e tanto più quanto la \r\ndonna è immatura dal punto di vista psico-sessuale e sprovvista di una sia pur sommaria educazione sessuale o sovraccarica di inibizioni; spesso poi concorre in modo rilevante ad aggravare questi traumi il comportamento del maschio che piuttosto rarament\r\ne, per una lunga serie di motivi, è del tutto adeguato alla circostanza. Anche le cause della frigidità secondaria sono in gran parte psicogene. La dispareunia, quando presente, non è in grado da sola di giustificare la frigidità, ma piuttosto riveste il\r\n ruolo di fattore scatenante: per esempio, in una donna per la quale l'attività sessuale era stata sempre soddisfacente l'insorgere di sintomi dolorosi, oltre che rendere spiacevole l'amplesso, può generare uno stato di depressione psichica, che in assoc\r\niazione ad altri fattori potrà dare una frigidità che persiste anche dopo che le cause della dispareunia sono risolte e l'amplesso non è più doloroso. In alcuni casi in cui il coito è davvero doloroso, la donna tende a evitarlo, temendo che aggravi i suo\r\ni disturbi. Anche disturbi endocrini, specie quelli a carico della \\cf17 \\ATXht80000 tiroide\\cf16 \\ATXht0 , possono intervenire a determinare la frigidità; ma anche in questi casi rivestono in genere un'importanza predominante i fattori psico-sessuali. M\r\nentre la frigidità primaria si può presentare anche in una donna sana e normale ed anzi è quasi la regola, transitoriamente, all'inizio della vita sessuale, la frigidità secondaria è spesso espressione di una nevrosi latente o manifesta. Questo non signi\r\nfica tuttavia che tutte le donne nevrotiche siano frigide: alcune, con manifestazioni anche piuttosto gravi possono avere una vita sessuale perfettamente normale. Una causa non infrequente di frigidità è rappresentata dall'abitudine a rapporti sessuali i\r\nncompleti e parziali, talora protratta per anni, specie prima del matrimonio. Altri casi di frigidità sono dovuti al fatto che la donna, prima di sperimentare il coito, si è dedicata per lungo tempo alla \\cf17 \\ATXht80000 masturbazione\\cf16 \\ATXht0 . Anc\r\nhe dispiaceri e preoccupazioni possono essere cause, almeno passeggere, di frigidità. Non si deve trascurare, inoltre, il senso di colpa legato ad attività sessuali illecite (specie il coitus interruptus) o a adulterio. In altri casi la perdita dell'orga\r\nsmo fa seguito al mutamento dei rapporti affettivi col partner (comportamento infedele dell'uomo, gelosia). Anche il timore di una \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 può essere frequentemente causa di frigidità, sia direttamente sia perché porta \r\nspesso alla pratica del coitus interruptus. Una delle cause principali della frigidità secondaria risiede nel comportamento errato o anomalo del partner , spesso associato ad altre cause accennate in precedenza. Si vuol fare qui riferimento soprattutto a\r\nll'impotenza maschile e, più che a quella totale che addirittura impedisce il coito, alle forme parziali, tra cui fa spicco l'\\cf17 \\ATXht80000 eiaculazione\\cf16 \\ATXht0 precoce. La cura della frigidità è difficile, specie in relazione al fatto che le c\r\nause in gioco in ogni singolo caso sono molteplici; gli insuccessi sono frequenti, ma la possibilità teorica di guarigione sussiste nella maggior parte dei casi. Ovviamente la terapia varia in rapporto alle cause. Nel caso di dispareunia si dovrà innanzi\r\n tutto ricorrere al ginecologo ed eventualmente all'endocrinologo; in tutti i casi comunque ci si dovrà affidare al medico e allo psichiatra. E', infatti, fondamentale un'educazione o meglio una rieducazione sessuale di questi soggetti, che non deve limi\r\ntarsi a una semplice informazione, ma deve prefiggersi di rimuovere le inibizioni derivanti dall'ignoranza, da un'educazione errata e da tabù di ordine religioso e morale. Nella maggior parte dei casi tuttavia l'esperienza dimostra che una semplice \\cf17 \\ATXht80000 psicoterapia\\cf16 \\ATXht0 medica può essere di grande utilità. E' assai importante nel caso di frigidità femminile esaminare attentamente anche il partner, in modo da poter rimuovere eventuali fattori di comportamento errati o anomali. Non es\r\niste una terapia medica della frigidità; spesso tuttavia saranno molto utili farmaci \\cf17 \\ATXht80000 sedativi\\cf16 \\ATXht0 , antiansiosi e riequilibratori del \\cf17 \\ATXht93516 sistema nervoso\\cf16 \\ATXht0 vegetativo, in modo da favorire l'azione dell\r\na psicoterapia. In ogni caso sono sempre controindicati i farmaci eccitanti, di qualsiasi genere. Indubbiamente però il miglior modo di curare la frigidità consiste nel prevenirla, attuando un'educazione sessuale ben fatta, che renda edotta la donna non \r\nsolo dei fatti fisiologici, ma anche la renda perfettamente cosciente del ruolo che gioca la sessualità nello sviluppo armonico della persona umana.\\par",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\f1 \\cf16 FECONDAZIONE ARTIFICIALE\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 E' una pratica terapeutica che negli ultimi anni ha messo a punto numerose tecnologie, al fine di risolvere una condizion\r\ne di \\cf17 \\ATXht80000 sterilità\\cf16 \\ATXht0 . Queste tecniche prevedono un certo grado di manipolazione dei gameti e sono definite tecnologie della riproduzione assistita. In particolare la possibilità di ottenere embrioni umani in vitro ha rappresenta\r\nto un evento rivoluzionario nel trattamento di sterilità ritenute in passato irreversibili, ma ha aperto il campo a riflessioni etico-morali che vanno in ogni caso sempre prese in considerazione.\\par\r\nLe indicazioni generali all'applicazione di queste te\r\ncnologie possono essere suddivise in tre gruppi. Ad un primo gruppo appartengono casi in cui un'\\cf17 \\ATXht80000 eiaculazione\\cf16 \\ATXht0 in \\cf17 \\ATXht80000 vagina\\cf16 \\ATXht0 non è possibile, per esempio nei casi d'impotentia coëundi, \\cf17 \\ATXht80000 vaginismo\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 ipospadia\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 obliterazione\\cf16 \\ATXht0 vaginale. Il secondo gruppo è formato da coppie in cui il problema di sterilità maschile o femminile può essere superato mediante la \\cf17 \\ATXht80000 fecondazione\\cf16 \\ATXht0 artificiale: nell'uomo anomalie spermatiche (oligospermie), scarso volume dell'eiaculato e scarsa motilità degli spermatozoi; nella donna alterazioni del muco cervicale o fatti infiammatori cronici, alterazioni de\r\nlla motilità o \\cf17 \\ATXht80000 stenosi\\cf16 \\ATXht0 tubarica. Alcune di queste tecniche sono state utilizzate anche in casi di sterilità inspiegata. Infine, nel terzo gruppo sono compresi casi in cui si deve ricorrere ad un seme di donatore per gravi \r\nalterazioni del seme del marito, o quando esistono malattie ereditarie che sconsigliano, per motivi genetici, la generazione di figli da parte di uno dei partner.\\par",
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"Titolo": "Inseminazione intrauterina (IUI)",
"Codice": "RI06A2",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3840\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 INSEMINAZIONE INTRAUTERINA (IUI)\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx180\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Può essere effettuata ambulatorialmente. Mediante una cannula flessibile, che è intr\r\nodotta fino a 0,5 centimetri dal fondo uterino, si depositano 0,3-0,5 millilitri di liquido seminale preparato. La preparazione \"in vitro\" dello \\cf17 \\ATXht80000 sperma\\cf16 \\ATXht0 ha scopo di eliminare il \\cf17 \\ATXht80000 plasma\\cf16 \\ATXht0 semina\r\nle dal campione, aumentare la concentrazione degli spermatozoi, selezionare la frazione di spermatozoi migliori, in base al tipo di motilità e alla morfologia.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Per effettuare questa tecnica, occorre conoscere con precisio\r\nne il momento dell'\\cf17 \\ATXht80000 ovulazione\\cf16 \\ATXht0 , poiché l'inseminazione deve precedere di 12 ore l'espulsione dell'ovocita: è necessario un monitoraggio ecografico e ormonale del \\cf17 \\ATXht93267 ciclo mestruale\\cf16 \\ATXht0 . Generalmente\r\n si ricorre a tecniche d'induzione farmacologica dell'ovulazione e alla somministrazione di HCG (farmaco che induce l'ovulazione), ciò consente di stabilire con esattezza il momento in cui si deve attuare l'inseminazione, circa 30-36 ore dopo la somminis\r\ntrazione del farmaco.\\par\r\nLa complicanza più temibile, ma molto rara, è il rischio di indurre un'infezione uterina o peritoneale (l'aggiunta d'antibiotico al mezzo di coltura sembra eliminarne la possibilità). Un'altra complicanza è l'insorgenza di cont\r\nrazioni uterine durante l'\\cf17 \\ATXht80000 inoculazione\\cf16 \\ATXht0 del seme, legata alla presenza di \\cf17 \\ATXht80000 prostaglandine\\cf16 \\ATXht0 nel liquido seminale, soprattutto se questo non è adeguatamente preparato. L'incidenza di aborti preco\r\nci non è aumentata rispetto alla popolazione generale.\\par\r\nI risultati di quest'ultima tecnica, si aggirano intorno al 10% di gravidanze per ciclo.\\par",
"ID": 45,
"Foto": "RI06A2_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Inseminazione IUI.\r\nDispositivo utilizzato per l'introduzione del liquido seminale nell'utero. Questa tecnica di inseminazione, semplice e poco invasiva, riproduce da vicino il processo di fecondazione naturale.\r\n#",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx4230\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 INSEMINAZIONE INTRAPERITONEALE (DIPI)\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Consiste nell'\\cf17 \\ATXht80000 inoculazione\\cf16 \\ATXht0 di circa 2 millilitr\r\ni di liquido seminale capacitato nel cavo del Douglas, attraverso il \\cf17 \\ATXht80000 fornice \\cf16 \\ATXht0 vaginale posteriore. Le condizioni essenziali per attuare questa tecnica sono una buona funzionalità tubarica e la possibilità di ottenere un'\\cf17 \\ATXht80000 ovulazione\\cf16 \\ATXht0 . Pertanto anche in questo caso s'induce un'ovulazione con farmaci. Il momento migliore per effettuare l'inseminazione è 36-40 ore dopo la somministrazione dell'HCG.\\par\r\nLe percentuali di \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 sono accettabili soprattutto per la \\cf17 \\ATXht80000 sterilità\\cf16 \\ATXht0 inspiegata o per l'insufficienza del muco cervicale (circa 25% di gravidanze a ciclo). Quando l'indicazione è l'ipofertilità maschile, la percentuale di successo è\r\n intorno al 10%.\\par",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3645\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 FECONDAZIONE ASSISTITA\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Nel 1978, Steptoe e Edwards hanno riportato la nascita del primo essere umano dopo \\cf17 \\ATXht80000 fecondazione\\cf16 \\ATXht0 in vitro (FIV), di un ovocita aspirato da un \\cf17 \\ATXht80000 follicolo\\cf16 \\ATXht0 preovulatorio e il trasferimento in \\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 dell'\\cf17 \\ATXht80000 embrione\\cf16 \\ATXht0 (ET). Oggi oltr\r\ne alla tecnica classica FIVET sono state messe a punto altre tecniche.\\par\r\nLa \\cf17 \\ATXht80000 GIFT\\cf16 \\ATXht0 è una tecnica che prevede il trasferimento nelle tube (dove avverrà la fecondazione) dei gameti, ovociti e spermatozoi.\\par\r\nLa ZIFT preve\r\nde il trasferimento nelle tube degli ovociti appena fecondati, allo stadio di zigoti.\\par\r\nLa TET, che è molto simile alla tecnica precedente, prevede il trasferimento di pre-embrioni.\\par\r\n\\pard\\tx210\\ATXts0\\li210\\fi-210\\ATXbrdr0 Le varie tappe della te\r\ncnica FIVET possono essere\\par\r\nsintetizzate nel modo che segue:\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\li135\\fi-135\\ATXbrdr0 - selezione delle coppie (questa tecnica, oltre che per varie cause di \\cf17 \\ATXht80000 sterilità\\cf16 \\ATXht0 maschile o femminile, è stata messa \r\na punto nel tentativo di ottenere concepimenti in presenza di compromissione funzionale e strutturale delle tube);\\par\r\n\\li0\\fi0 - induzione di una crescita follicolare multipla e induzione dell'\\cf17 \\ATXht80000 ovulazione\\cf16 \\ATXht0 ;\\par\r\n\\li135\\fi-135 - prelievo di ovociti (si può attuare attraverso due tecniche: aspirazione diretta sotto visione laparoscopica, aspirazione con puntura percutanea dei follicoli sotto guida ecografica);\\par\r\n\\li0\\fi0 - fecondazione in vitro e coltura embrionaria nei pr\r\nimi stadi della segmentazione;\\par\r\n\\pard\\tx4260\\ATXts0\\ATXbrdr0 - trasferimento degli embrioni in cavità uterina.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Complessivamente possiamo affermare che le percentuali di fecondazione oscillano fra il 65% e il 95%: circ\r\na l'80% delle pazienti giungono ad effettuare il trasferimento dell'embrione, ma da questo momento soltanto il 15-40% di loro otterrà la \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 . Complessivamente i risultati, tratti da casistiche ormai abbastanza ampie\r\n, sono i seguenti. Se consideriamo la gravidanza come presenza di beta-HCG nel \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 o riscontro ecografico di camera gestazionale, il tasso di gravidanza per embrio-transfer varia dal 19 al 23%, il numero di parti con ne\r\nonati vitali, invece, è di circa il 15%.\\par\r\nL'età della paziente condiziona il tasso di successo del trattamento e l'elevata incidenza di gravidanze multiple appare correlata al trasferimento di molti embrioni.\\par\r\n\\pard\\tx210\\tx3840\\ATXts0\\ATXbrdr0 L\r\ne fasi della GIFT in sintesi sono:\\par\r\n- induzione farmacologica dell'ovulazione;\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 - recupero degli ovociti (con tecniche simili alla FIVET);\\par\r\n- identificazione e classificazione degli ovociti;\\par\r\n- preparazione del liqui\r\ndo seminale;\\par\r\n- caricamento e trasferimento intratubarico dei gameti.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Per ogni \\cf17 \\ATXht80000 salpinge\\cf16 \\ATXht0 sono trasferiti sterilmente, attraverso un cateterino, 2-4 ovociti di buona maturità e circa 200.\r\n000 spermatozoi. I risultati di questa tecnica mostrano variabilità da casistica a casistica: il tasso di gravidanza per ciclo varia dal 18 al 30% e risente della durata della sterilità e dell'età della paziente.\\par\r\nNella ZIFT e nella TET i risultati s\r\nono ancora su casistiche troppo piccole.\\par\r\nL'acquisizione di tecniche di fecondazione in vitro, ha permesso di utilizzare ovociti di donatrici in tutte quelle condizioni in cui la funzione ovarica è assente.\\par",
"Dida_Foto": "Tecnica GIFT.\r\nQuesta tecnica consiste nel trasferimento di un ovocita, aspirato da un follicolo preovulatorio, e del liquido seminale, preparato (capacitato), nelle tube dove avverrà la fecondazione. I disegni rappresentano gli strumenti utilizzati per questa tecnica: set di Craft (a), introduzione retto di Craft per catetere (b), set di Frydman (c)\r\n#Fecondazione in vitro.\r\nI disegni illustrano la tecnica FIVET e la tecnica GIFT.\r\n#Prelievo endoscopico.\r\nAgo per il prelievo endoscopico degli ovociti\r\n#Uovo fecondato.\r\nLe prime divisioni di un uovo fecondato. La tecnica FIVET opera la fecondazione in vitro e la coltura dell'embrione nei primi stadi della segmentazione. L'embrione viene poi trasferito in utero.\r\n#Tecnica GIFT.\r\nSchema di caricamento del catetere che introdurrà i gameti nelle tube. Il catetere viene montato con circa 200.000 spermatozoi e 2-3 ovociti.\r\n#",
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"Dida_Movie": "@",
"Vedi_Anche": "OVAIE 10236#"
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{
"Titolo": "Ovodonazione",
"Codice": "RI06B1",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx1920\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 OVODONAZIONE\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 La donazione di ovociti concettualmente è simile alla donazione di spermatozoi, ma la relativa inaccessi\r\nbilità ai gameti femminili e la necessità di sincronizzare il processo ovulatorio della donatrice con la maturazione dell'\\cf17 \\ATXht80000 endometrio\\cf16 \\ATXht0 , che dovrà accogliere l'\\cf17 \\ATXht80000 embrione\\cf16 \\ATXht0 , rendono la procedura un\r\n po' più complessa.\\par\r\nLe pazienti che possono far ricorso alla ovodonazione sono in generale pazienti in perimenopausa, pazienti con \\cf17 \\ATXht80000 menopausa\\cf16 \\ATXht0 precoce, con alterazioni ovariche per malattie genetiche o portatrici di mal\r\nattie ereditarie trasmissíbili al \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 .\\par",
"ID": 48,
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"Vedi_Anche": "@"
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"Titolo": "TECNICHE MICROMANIPOLAZIONE GAMETI",
"Codice": "RI06C",
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"ID": 49,
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"Titolo": "GRAVIDANZA",
"Codice": "GR0",
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"Titolo": "DIAGNOSI DI GRAVIDANZA",
"Codice": "GR01",
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"Titolo": "TEST IMMUNOLOGICI",
"Codice": "GR01A",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3000\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 TEST IMMUNOLOGICI\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 All'inizio degli anni Sessanta il dottor Wide ha pubblicato la sua tesi di dottorato, che descrivev\r\na un metodo per misurare l'ormone della \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 , grazie ad una reazione \\cf17 \\ATXht80000 antigene\\cf16 \\ATXht0 -\\cf17 \\ATXht80000 anticorpo\\cf16 \\ATXht0 . Da allora il suo metodo è stato ampiamente impiegato in tutto i\r\nl mondo.\\par\r\nQuesto test è basato sulla visualizzazione di una reazione immunitaria di facile esecuzione i cui componenti sono tre:\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 - \\cf17 \\ATXht80000 urina\\cf16 \\ATXht0 di donna contenente l'antigene HCG (donna gravida);\r\n\\par\r\n- \\cf17 \\ATXht80000 siero\\cf16 \\ATXht0 di coniglia contenente l'anticorpo (anti-HCG);\\par\r\n- globuli rossi opportunamente trattati e adsorbiti con antigene HCG.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Quest'ultimo elemento de\r\nlla reazione rappresenta quello che fornisce la visualizzazione della reazione stessa.\\par\r\nIl primo componente della reazione è l'urina della donna sospetta gravida: la presenza o l'assenza dell'ormone di gravidanza costituisce il quesito diagnostico; i\r\nl secondo componente si ottiene facilmente iniettando nell'animale da esperimento la gonadotropina corionica (HCG) di origine umana.\\par\r\nL'animale risponde a quest'iniezione con la produzione di anticorpi, che dopo un cer\r\nto periodo compaiono nel suo \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 circolante e che quindi possono essere raccolti salassando l'animale. L'antisiero antigonadotropina mescolato opportunamente all'urina della donna gravida darebbe luogo a una reazione im\r\nmunitaria non visibile ad occhio nudo, perché avverrebbe a livello molecolare. Allo scopo di visualizzare il fenomeno, si è ricorso a un artificio tecnico. Se globuli rossi di montone o piccole particelle di lattice sono trattati in modo da stratificare \r\nsulla loro superficie gonadotropina corionica, quando questi sono posti a contatto con l'antisiero, fissando l'anticorpo anti-HCG su queste particelle si stabiliscono dei ponti tra antigene, fisso sulle particelle, e anticorpo, presente nel siero. Il ris\r\nultato di tale reazione è la formazione di agglomerati di particelle che precipitano, rendendo così manifesta la reazione.\\par\r\nApplicare questo fenomeno al test di gravidanza è molto facile, infatti, se l'urina della donna sospetta gravida è prima fatta\r\n reagire con l'antisiero, esistono due possibilità: o la donna non è gravida, quindi l'antisiero rimane intatto, o la donna è gravida, quindi l'antisiero si fissa sull'ormone presente nell'urina. Nel primo caso l'antisiero libero andrà a conglutinare le \r\nparticelle spia della reazione provocando un'\\cf17 \\ATXht80000 agglutinazione\\cf16 \\ATXht0 (test negativo), nel secondo caso, invece, le particelle non saranno modificate in sospensione, a causa della scomparsa dell'ormone urinario già bloccato preceden\r\ntemente dall'antisiero (test positivo),\\par\r\nOggi le reazioni immunologiche in gravidanza sono di esecuzione estremamente facile e di altissima attendibilità.\\par\r\nEsistono varie preparazioni commerciali per la diagnosi di gravidanza che tramite determin\r\nazione dell'HCG urinario danno un'accuratezza diagnostica prossima al 100%, se utilizzate con la dovuta attenzione. Di recente, la messa a punto di sofisticati dosaggi ha permesso di misurare la subunità beta dell'HCG nel sangue, con il risultato di una \r\ndiagnosi di gravidanza più precoce.\\par\r\n\\pard\\tx3000\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par",
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"Dida_Foto": "Livelli urinari in gravidanza. \r\n#",
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"Titolo": "ECOGRAFIA",
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"Titolo": "DIAGNOSI DI EPOCA DELLA GRAVIDANZA",
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"Foto": "GR01C_F1.jpg#GR01C_F2.jpg#",
"Dida_Foto": "Come calcolare la data del parto.\r\nLa regola di Naegele, permette di calcolare con buona approssimazione la data presunta del parto.\r\n#Calendario ostetrico.\r\nNella lettura del calendario ostetrico,i numeri sulla fascia chiara della prima riga indicano il primo giorno dell'ultima mestruazione, i numeri corrispondenti sulla fascia scura della riga sotto, la data probabile del parto.\r\n#",
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"Titolo": "ESAME OSTETRICO",
"Codice": "GR01D",
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E' necessario che cadano alcuni pregiudizi che tuttora si riscontrano, quali ad esempio il timore a sottoporsi ad un esame ostetrico alle prime settimane di gestazione, per paura che la visit\r\na possa disturbare il normale accrescimento dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 , se non addirittura provocare l'\\cf17 \\ATXht80000 aborto\\cf16 \\ATXht0 . Altra opinione errata è quella di avere un controllo ostetrico trimestrale non tanto per preven\r\nire possibili complicanze materne o fetali, ma solo perché sia costatata la normale evoluzione della \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 stessa. Molte donne ritengono, e in questo sono mal consigliate dalle madri o dalle suocere, che un esame dell\r\ne urine o la sola ricerca dell'\\cf17 \\ATXht80000 albumina\\cf16 \\ATXht0 sia sufficiente a verificare il buon andamento della gravidanza. Come pure opinione corrente è che l'alimentazione in gravidanza debba essere sufficiente per due persone, affinché il\r\n \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 cresca a suo agio e con un generoso apporto di materiale nutritizio. Queste idee errate portano inevitabilmente alla comparsa di caratteristiche patologiche nella gravidanza; infatti, uno dei fattori di rischio gravi\r\ndico è considerata l'indifferenza della gravida nei riguardi delle norme dell'\\cf17 \\ATXht80000 Ostetricia\\cf16 \\ATXht0 preventiva.\\par\r\nL'esame ostetrico serve quindi a stabilire per prima cosa un programma di massima che la gestante dovrà seguire per \r\ntutte le 40 settimane di gestazione al fine di trovarsi al momento del \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 nelle migliori condizioni fisiche e psichiche, per affrontare il \\cf17 \\ATXht80000 travaglio\\cf16 \\ATXht0 . L'ostetrico, o l'ostetrica, dovrà ave\r\nre il primo contatto con la gestante in fase precoce di gravidanza fra l'ottava e la dodicesima settimana, sia per analizzare accuratamente i dati anamnestici della paziente indispensabili per farla considerare una gravida normale o una gravida potenzial\r\nmente a rischio o una gravida ad alto rischio, sia per cercare di stabilire esattamente l'epoca gestazionale in relazione con la scomparsa delle mestruazioni. Siccome spesso l'esame ostetrico è la prima opportunità che una donna ha per verificare lo stat\r\no degli organi genitali, è necessario stabilire se vi siano imperfezioni o anomalie a carico dei genitali esterni e interni e ciò vale soprattutto per i vizi di posizione dell'utero, per le malformazioni, per la presenza di tumefazioni uterine, annessial\r\ni o pelviche in genere, che possono compromettere il normale sviluppo uterino o l'andamento della gravidanza in genere. Il controllo del volume uterino rispetto all'epoca di gravidanza è importante per escludere interruzioni asintomatiche o possibili gra\r\nvidanze extrauterine nel caso di minore sviluppo, oppure gravidanze multiple o sospetti di \\cf17 \\ATXht80000 mola vescicolare\\cf16 \\ATXht0 o errori nel calcolo della gravidanza, quando l'utero ha un volume superiore alla norma. Stabilite le condizioni g\r\nenerali della paziente, escluse le alterazioni patologiche attuali o precedenti a carico d'organi o apparati, verificata l'assenza di malattie ereditarie metaboliche, quali il \\cf17 \\ATXht80000 diabete\\cf16 \\ATXht0 , tare nervose, \\cf17 \\ATXht80000 gemel\r\nlarità\\cf16 \\ATXht0 ecc., accertato lo stato d'integrità degli organi genitali e pelvici in genere e appurato il normale andamento della gravidanza in questa fase iniziale, la paziente dovrà essere istruita a praticare una serie d'accertamenti diagnosti\r\nci di laboratorio ed ecografici, dovrà seguire precise norme dietetiche, con un'alimentazione equilibrata, e sarà indirizzata verso le norme igieniche più idonee. I controlli successivi avranno lo scopo di verificare la curva d'incremento del peso, lo st\r\nato di sanguificazione, i valori pressori, la funzione renale, la presenza d'incompatibilità sanguigna tra i coniugi e il normale accrescimento uterino. Successivamente, la presenza del feto in utero sarà apprezzata con le manovre adatte; fino ad arrivar\r\ne a verificare in prossimità del termine la situazione e la presentazione del feto, i contorni della parete uterina, lo stato del collo dell'utero, la contrattilità spontanea, le caratteristiche del \\cf17 \\ATXht80000 battito cardiaco\\cf16 \\ATXht0 fetale\r\n. Se si rendessero necessari, saranno eseguiti tutti quei test diagnostici di cui oggi disponiamo per controllare la normale funzione della \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 e lo stato del feto in utero. Pur con tutte queste precauzioni è necessar\r\nio che si sappia che ogni gravidanza rappresenta sempre un rischio potenziale, anche quella con evoluzione perfettamente normale e questo per due ragioni: \\par\r\n- perché si è portati a ritenere che una gravidanza dal decorso normale debba essere seguita \r\nda un travaglio di parto altrettanto normale;\\par\r\n- perché esiste un certo numero di fattori di rischio, quali per esempio la patologia degli annessi (nodi di funicolo, brevità di funicolo, inserzione anomala della placenta ecc.) che non danno alcuna ma\r\nnifestazione apprezzabile in gravidanza, ma che possono essere per il feto altrettanti elementi perturbatori della normale evoluzione del travaglio. L'esame ostetrico è quindi un'attenta osservazione anche dei casi apparentemente più normali e soltanto c\r\nhi ha previsto ogni possibile alterazione patologica, anche di modesta entità, non potrà essere colto di sorpresa in quei casi in cui inaspettatamente si renderà manifesto l'evento patologico. In considerazione di quanto detto, è bene quindi che ogni don\r\nna gravida sia consapevole di questi problemi e si sottoponga con coscienza ai controlli ostetrici periodici. Nelle comunità dove ciò avviene normalmente, la mortalità perinatale e la patologia materna si sono abbassate sino a valori quasi trascurabili.\r\n\\par",
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"Titolo": "DETERMINAZIONE DEL GRUPPO SANGUIGNO",
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"Vedi_Anche": "GRUPPI SANGUIGNI E LORO EREDITARIETÀ 10103#"
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"Titolo": "ESAMI NELLA GRAVIDANZA",
"Codice": "GR02",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx4350\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 GLI ESAMI INDISPENSABILI DURANTE LA GRAVIDANZA\\par\r\n\\pard\\tx510\\tx1350\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 SUBITO\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx60\\tx1800\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf17 \\ATXht80000 gruppo sanguigno\\cf16 \\ATXht0 e \\cf17 \\ATXht80000 fattore Rh\\ATXht0 \\par\r\n\\cf16 reazione di \\cf17 \\ATXht80000 Wassermann\\ATXht0 \\par\r\n\\ATXht80000 glicemia\\cf16 \\ATXht0 e \\cf17 \\ATXht80000 azotemia\\ATXht0 \\par\r\n\\pard\\tx30\\tx1815\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\ATXht91745 esame emocromocitometrico\\cf16 \\ATXht0 completo\\par\r\nesame delle urine completo\\par\r\ncontrollo del peso\\par\r\n\\cf17 \\ATXht80000 proteinemia\\ATXht0 \\par\r\n\\pard\\tx45\\tx1815\\ATXts0\\li45\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\fi-45 \\cf16 ALL'INIZI0 DI OGNI MESE\r\n\\par\r\n\\li0\\fi0 \\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1785\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Esame emocromocitometrico completo\\par\r\n\\pard\\tx90\\tx1275\\ATXts0\\li90\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\fi-90 \\cf16 FINO AL 7° MESE (ogni 15 gg)\\par\r\n\\pard\\tx0\\tx270\\ATXts0\\li270\\fi-255\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Controllo quantità di urine nelle 24 ore\\par\r\nesame delle urine completo\\par\r\ncontrollo del peso\\par\r\n\\pard\\tx105\\tx2205\\ATXts0\\li105\\fi-105\\ATXbrdr0 controllo della pressione arteriosa\\par\r\n\\li0\\fi0 \\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx450\\tx1755\\ATXts0\\li450\\fi-450\\ATXbrdr0 \\cf16 INIZIO 7° MESE\\par\r\n\\li0\\fi0 \\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx375\\tx1695\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf17 \\ATXht80000 elettrocardiogramma\\ATXht0 \\par\r\n\\cf16 proteinemia\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx2115\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 DAL 7° MESE IN AVANTI (ogni 7gg)\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 controllo quantità di urine nelle 24 ore\\par\r\nesame delle urine completo\\par\r\ncontrollo del peso\\par\r\ncontrollo della pressione arteriosa\\par\r\n\\pard\\tx120\\tx2055\\ATXts0\\li120\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\fi-120 \\cf16 ALL'INIZIO DEL 9° MESE\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx555\\tx630\\ATXts0\\li0\\fi0\\ATXbrdr0 \\cf16 conteggio delle \\cf17 \\ATXht80000 piastrine\\ATXht0 \\par\r\n\\cf16 tempo di \\cf17 \\ATXht80000 protrombina\\ATXht0 \\par\r\n\\pard\\tx720\\tx1410\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 prove \\cf17 \\ATXht80000 emogeniche\\ATXht0 \\par\r\n\\pard\\tx720\\tx1860\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\ATXht80000 fibrinogeno\\ATXht0 \\par\r\n\\pard\\tx840\\tx1815\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 proteinemia\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx465\\tx2040\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 SONO CONSIGLIABILI ALMENO 3 ECOGRAFIE\\par\r\n\\pard\\tx675\\tx2025\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 la prima intorno alla 12\\up6 a\\up0 settimana\\par\r\n\\pard\\tx450\\tx2040\\ATXts0\\ATXbrdr0 la seconda intorno alla 24\\up6 a\\up0 settimana\\par\r\nl'ultima nel terzo trimestre\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 Questi esami di base possono essere integrati da al\r\ntri più specifici da eseguire nelle varie fasi della gravidanza, come:\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 Flussimetria\\par\r\nCardiotocografia\\par\r\n\\cf17 \\ATXht80000 Amniocentesi\\ATXht0 \\par\r\n\\ATXht80000 Amnioscopia\\ATXht0 \\par\r\n\\cf1 \\par",
"Dida_Foto": "Esame ostetrico. \r\nDeve avvenire in fase precoce di gravidanza, tra l'ottava e la dodicesima settimana. A, esplorazione ostetrica vaginale, uno tra i procedimenti utili per una diagnosi di gravidanza. Questo esame è anche detto pelvico bimanuale perché l'ostetrico si serve della mano libera per spingere gli organi pelvici verso la mano che esplora direttamente. B, ricerca del segno di Piskaczek, specie di deformazione dell'utero che si può notare all'inizio della gravidanza. C, intorno alla decima settimana un rammollimento dell'utero, soprattutto a livello del collo e dell'istmo, è il primo segno di Hegar.\r\n#I gruppi sanguigni.\r\nE' uno degli esami indispensabili per la gestante. Sulla superficie dei globuli rossi si trova una sostanza detta agglutinogeno che permette di suddividere i globuli rossi in diversi gruppi. Circa il 42% della popolazione presenta sui globuli rossi l'agglutigenogeno A (gruppo A); circa il 9% di persone l'agglutinogeno B (gruppo B); circa il 3% sia l'agglutinogeno A che il B (gruppo AB); infine nel 46% non si trova né l'agglutinogeno A né il B (gruppo 0). La determinazione del gruppo sanguigno si effettua mettendo a contatto il sangue in esame con sieri test.\r\n\r\n#Il fabbisogno di ferro in gravidanza e puerperio. \r\n#Bilancio del ferro in gravidanza. \r\n#Diagnosi di laboratorio dello stato gravidico.\r\nAttualmente vengono utilizzati i dati forniti dal dosaggio di quattro ormoni al fine di precisare se il prodotto del concepimento è vitale e se la gravidanza evolve normalmente. Per monitorare la minaccia di aborto o la sospetta insufficienza del corpo luteo, nelle prime 12 settimane sono impiegati i dosaggi del progesterone plasmatico, prodotto dal corpo luteo, e della gonadotropina corionica urinaria, di origine placentare. Dopo la tredicesima settimana si utilizza, per evidenziare la minaccia d'aborto, la determinazione del lattogeno placentare, prodotto in quantità crescenti per tutta la gravidanza. L'estriolo si dosa nella gestosi, nel sospetto di iposviluppo fetale, o nel caso di gravidanza protratta per valutare lo stato di salute del feto.\r\n#Curva dell'estriolo nell'esame dell'urina.\r\nIl dosaggio dell'estriolo urinario è di grande utilità per valutare la funzionalità feto-placentare. Nello schema, rapporti tra estriolo e prognosi fetale: A, prognosi favorevole; B, prognosi dubbia (feto a rischio); C, prognosi sfavorevole; D, morte probabile del feto.\r\n#Gli esami indispensabili durante la gravidanza. \r\n#Mappatura corporea al calcolatore.\r\nCome le mappe terrestri, ottenute con il metodo del rilievo aerofotogrammetrico, anche le mappe del corpo al calcolatore rilevano le differenze strutturali esistenti nelle varie parti del corpo, mettendo in luce assimetrie non sempre rilevabili con gli usuali metodi clinici. Per costruire le mappe corporee due macchine fotografiche, diversamente angolate, vengono fatte scorrere al di sopra del lettino dove è steso il paziente, lungo l'asse corporeo. L'uso delle mappe corporee, di recente acquisizione, si è dimostrato soprattutto utile nei reparti di maternità e nelle cliniche ortopediche dove consente di seguire, giorno per giorno le variazioni legate sia al normale sviluppo organico fetale, per quel che riguarda la gravidanza, sia alle correzioni ortopediche ottenute durante le terapie eseguite. Il metodo è del tutto innocuo per l'organismo e gli esami possono essere ripetuti senza alcun pericolo. Un importante vantaggio di questa tecnica è la possibilità di ripetere la mappatura a distanza di tempo. Il calcolatore può rivelare variazioni anche minime.\r\n#",
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"Titolo": "SVILUPPO DELL'EMBRIONE E DEL FETO",
"Codice": "GR03",
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Successivamente hanno inizio le suddivisioni cellul\r\nari e l'impianto nell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 avviene circa una settimana dopo l'ovulazione allo stadio di \\cf17 \\ATXht80000 blastocisti\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 La prima fase dello sviluppo è costituita dalla segment\r\nazione. Essa consiste in una serie di \\cf17 \\ATXht80000 mitosi\\cf16 \\ATXht0 successive quindi la cellula-uovo si divide in un numero sempre maggiore di cellule che prendono il nome di blastomeri. Col progredire della segmentazione, lo \\cf17 \\ATXht80000 \r\nzigote\\cf16 \\ATXht0 percorre la tuba di Falloppio, in questo aiutato dal movimento delle ciglia dell'epitelio dell'organo, e quando raggiunge lo stadio costituito da 12 a 16 blastomeri prende l'aspetto e il nome di \\cf17 \\ATXht80000 morula\\cf16 \\ATXht0 \r\n.\\par\r\nI blastomeri più interni danno origine ai tessuti embrionali, mentre quelli più esterni formano il \\cf17 \\ATXht80000 trofoblasto\\cf16 \\ATXht0 , dal quale si sviluppano gli annessi embrionali, cioè quelle strutture destinate a svolgere le funzioni \r\ndi scambio e di regolazione fra madre e feto nel corso dello sviluppo successivo, fino alla nascita. Allo stadio di circa 16 blastomeri, la morula raggiunge la cavità uterina (nel tempo di circa 3-5 giorni dalla fecondazione) e qui subisce una serie di m\r\nodificazioni caratteristiche che condizionano tutto lo sviluppo successivo.\\par\r\n\\pard\\tx270\\tx4125\\ATXts0\\ATXbrdr0 Durante questa settimana l'uovo in via di sviluppo non ha contatto diretto con l'organismo materno ed è protetto da diversi agenti potenzi\r\nalmente pericolosi (tali sono, per esempio, virus, batteri, farmaci sostanze chimiche ecc.).\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Può essere tuttavia suscettibile ad agenti esterni, come radiazioni, e l'impianto è condizionato dall'anatomia dell'utero e dall\r\no stato di salute dell'\\cf17 \\ATXht80000 endometrio\\cf16 \\ATXht0 . In questa fase è probabile che fattori potenzialmente teratogeni abbiano sulla blastocisti un effetto letale piuttosto che malformativo. In realtà sembra che almeno il 25% delle uova feco\r\nndate si perda prima dell'impianto e ciò prevalentemente come risultato di un'anormale costituzione genetica.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Questi sono i cosiddetti microaborti, i quali insieme agli aborti che avvengono in fase più avanzata di \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 rappresentano quei processi di selezione naturale contro gli organismi anormali, che iniziano già prima dell'impianto e continuano poi dopo la nascita. Più è grave l'anomalia del prodotto del concepimento più precoce è l\r\na sua eliminazione da parte dell'organismo materno.\\par\r\nNella seconda settimana dopo l'ovulazione, quando si sviluppano le tre lamelle - endodermica, mesodermica ed ectodermica - l'embrione è lungo circa 1 millimetro e nella terza settimana, quando la d\r\nonna comincia a chiedersi perché la sua mestruazione ritarda, si è già formata la piastra neurale e la piastra che darà luogo al \\cf17 \\ATXht80000 cuore\\cf16 \\ATXht0 è ben evidente.\\par\r\nNella quarta settimana avvengono un'infinità di modificazioni dell\r\n'embrione: si chiude definitivamente il tubo neurale, gli occhi e le orecchie incominciano a svilupparsi, il cuore incomincia a pulsare, compaiono gli abbozzi della maggior parte degli organi addominali e delle ghiandole endocrine. Il ritmo di crescita c\r\nontinua di circa 1 millimetro per settimana e alla quinta settimana si completa lo sviluppo degli occhi, delle orecchie e delle ossa facciali.\\par\r\nDalla sesta settimana in avanti l'accrescimento diventa molto più rapido, dell'ordine di 1 millimetro al g\r\niorno, cosicché alla fine della sesta settimana, quando la donna arriva alla sua seconda mancata ricorrenza \\cf17 \\ATXht80000 mestruale\\cf16 \\ATXht0 , l'embrione è lungo circa 13 millimetri. Nelle due successive settimane la lunghezza dell'embrione arriv\r\na a circa 25 millimetri; lo sviluppo del sistema cardiovascolare è completo, il \\cf17 \\ATXht80000 retto\\cf16 \\ATXht0 e la \\cf17 \\ATXht80000 vescica\\cf16 \\ATXht0 sono separati, la \\cf17 \\ATXht80000 gonade\\cf16 \\ATXht0 che appariva indifferenziata, dall\r\na fine della sesta settimana si è già sviluppata in \\cf17 \\ATXht80000 ovaio\\cf16 \\ATXht0 o \\cf17 \\ATXht80000 testicolo\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nLa fusione dei processi facciali è completa, sebbene il palato non si fonda completamente fino alla fine della non\r\na settimana. In quest'epoca l'ernia ombelicale si riduce e si assiste al passaggio dalla vita embrionaria alla vita fetale.\\par\r\nLa madre è quindi in decima settimana di gravidanza: da questo momento si ha un'ulteriore accelerazione dell'accrescimento fe\r\ntale a circa 1,5 millimetro al giorno, che si mantiene fino al termine.\\par\r\nPer quanto riguarda le principali funzioni, si ricorda che il cuore è il primo organo che si forma incominciando a pulsare alla fine della quarta settimana, quando l'embrione è \r\nlungo 3 millimetri; il \\cf17 \\ATXht80000 fegato\\cf16 \\ATXht0 funziona già dalla sesta settimana e in decima settimana secerne \\cf17 \\ATXht80000 bile\\cf16 \\ATXht0 ; il \\cf17 \\ATXht80000 rene\\cf16 \\ATXht0 produce \\cf17 \\ATXht80000 urina\\cf16 \\ATXht0 sin\r\n dalla decima settimana e il \\cf17 \\ATXht80000 midollo osseo\\cf16 \\ATXht0 incomincia a produrre globuli rossi dalla dodicesima settimana.\\par\r\nQuesti tempi d'embriogenesi sono stati ricordati per meglio sottolineare le ep\r\noche in cui possibili fattori malformativi agiscono e si capisce che dalla prima alla dodicesima settimana possono determinarsi le più comuni malformazioni conosciute. La natura, come si è detto, provvede ad una selezione drastica di tutti i prodotti del\r\n concepimento non normali. Circa il 25% delle uova fecondate non ha la capacità di impiantarsi; inoltre, una volta avvenuto l'impianto, il rapporto delle gravidanze che si perdono è in questa fase di circa il 20%. E' ragionevole considerare nell'ordine d\r\nel 15-25% il numero di gravidanze che sono naturalmente interrotte. La maggior parte di queste uova abortive sono affette da gravi malformazioni, com'è dimostrato dai più recenti studi sui cromosomi.\\par\r\nDal momento della fecondazione alla nascita, il n\r\nuovo essere va incontro ad un'incredibile serie di trasformazioni: da una sola cellula origina un essere umano completo in tutte le sue funzioni! Nei nove mesi della gravidanza il suo volume aumenta 6.500.000.000 (6,5 bilioni) di volte: per confronto, da\r\nlla nascita alla maturità, un uomo aumenta in media 20 volte il proprio volume. Durante questa crescita si determina una graduale distribuzione dei compiti fra le varie cellule, perciò, mentre ai primissimi stadi di sviluppo ogni funzione dell'organismo \r\nè svolta da tutte le cellule, con l'aumentare del volume dell'organismo e col complicarsi delle funzioni vitali, ciascuna di queste è espletata solo da alcuni gruppi di cellule, realizzando così quella precisissima divisione del lavoro che caratterizza g\r\nli organismi superiori.\\par",
"Dida_Foto": "Feto di tre mesi.\r\nNel feto di tre mesi la testa è ancora voluminosa.\r\n#Lo sviluppo dell'embrione e del feto. \r\n#Rapporto tra i volumi della testa e del corpo.\r\nAlla fine del primo mese di gravidanza, il volume della testa è maggiore di quello del resto del corpo, nei mesi seguenti diminuisce gradualmente e alla nascita è solamente un quarto, come è illustrato nei disegni.\r\n#Posizione normale del feto nell'utero.\r\nAl centro, è messo in evidenza il cordone ombelicale, che unisce l'organismo materno con quello fetale; attraverso questo, il feto riceve il nutrimento dal sangue materno. La lunghezza del feto nei due ultimi mesi di gravidanza supera quella dell'utero in cui si trova, per cui viene ad assumere l'atteggiamento caratteristico mostrato dalle figure disposte intorno: la testa è ripiegata sul torace, le braccia incrociate davanti al tronco e le gambe flesse sulle cosce ed incrociate.\r\n#Blastocisti.\r\nDisegno schematico di una blastocisti di circa due settimane. Il disco germinativo è costituito dall'ectoderma che riveste la cavità amniotica e dall'endoderma che riveste il sacco vitellino. Sono evidenti i villi coriali.\r\n#Formazione del mesoderma.\r\nAll'inizio della terza settimana le cellule ectodermiche nella regione caudale del disco germinativo proliferano e migrano verso la linea mediana. Qui s'invaginano, determinando una linea ben definita; la linea primitiva. Al di sotto di questa le cellule di derivazione ectodermica continuano a migrare, costituendo il mesoderma o foglietto intermedio.\r\n#Embrione alla fine della terza settimana.\r\nL'ectoderma migra continuamente dalla linea primitiva, originando la corda dorsale. Questa si salda con l'endoderma sottostante, dando origine ala notocorda definitiva.\r\n#Sezione trasversale di un embrione nei primi stadi dello sviluppo.\r\nDurante lo sviluppo embrionale, dal mesoderma si differenziano i somiti, il cui numero per un certo periodo della vita embrionale definisce l'età dell'embrione stesso. Si può notare il mesenchima una parte del quale resta indifferenziata ed è destinata a ricostruire il sistema reticoloistiocitario.\r\n#Spaccato di embrione umano.\r\nSpaccato di embrione umano e sacco vitellino per evidenziare i somiti. Alla fine della terza settimana il mesoderma parassiale si condensa a formare una duplice banda longitudinale di tessuto compatto che si frammenta in ammassi. La sezione frontale mostra l'evoluzione della fase presomitica (C) alla somitica D.\r\n#Embrione umano liberato dagli annessi.\r\nLa presenza dei somiti conferisce alla faccia dorsale dell'embrione un aspetto segmentato.\r\n#Porzione di embrione sezionata.\r\nPorzione di embrione sezionata secondo due piani perpendicolari per mostrare la formazione delle tre cavità: pericardica, pleurica e peritoneale. Sono stati volutamente omessi gli abbozzi degli arti.\r\n#Formazione dei vasi sanguigni.\r\nIn grigio la fase iniziale (presonitica) in cui è visibile l'origine extraembrionale dei vasi con la formazione degli isolotti sanguigni; in rosa, la fase più avanzata (somitica) in cui è visibile lo sviluppo della rete vasale connessa con quella vitellina.\r\n#Stadi successivi dello sviluppo embrionale.\r\nA sinistra è raffigurato l'embrione sezionato frontalmente, a destra lo stesso sezionato longitudinalmente.\r\n#Embrione visto frontalmente.\r\nEmbrione visto frontalmente (A) e sezione sagittale (B) condotta secondo il piano mostrato nella figura A per mettere in evidenza le tasche branchiali e gli archi branchiali. La figura in rosa rappresenta uno stadio successivo dello sviluppo dell'embrione.\r\n#Embrione osservato di lato.\r\nEmbrione osservato di lato al quale sono state asportate la parte mediana e la parte caudale per mettere in evidenza le strutture che formeranno l'apparato urinario.\r\n#Embrione sezionato longitudinalmente nella porzione cefalica.\r\nSi vede in trasparenza lo sviluppo dell'apparato bronchiale. L'apparato respiratorio è di origine endodermica.\r\n#Embrione osservato di lato.\r\nEmbrione osservato di lato al quale è stata asportata la parte mediana per mettere in evidenza le varie strutture dell'apparato digerente. Si notino anche gli abbozzi di due ghiandole endocrine (tiroide e paratiroide).\r\n#Dall'embrione al feto.\r\nNella sequenza fotografica è possibile notare l'impianto dell'ovocita nella parete uterina e lo sviluppo che via via subisce l'embrione. Dall'alto al basso: seconda settimana di vita uterina; embrione a metà circa della quinta settimana: a questo stadio l'embrione ha già assunto fattezze umane; in corrispondenza della testa si nota l'abbozzo dell'occhio e del condotto uditivo esterno, mentre dal tronco si staccano gli arti superiori e inferiori, come brevi protuberanze all'estremità delle quali piccoli solchi radiali abbozzano la formazione delle dita. Nell'immagine appaiono i villi coriali del chorion fondosum, che rappresentano la parte fetale della placenta, realizzando una grande superficie di scambi metabolici con la decidua vasale materna; embrione alla sesta settimana; ottava settimana di vita intrauterina; embrione tra l'ottava e la nona settimana, avvolto dal sacco amniotico; feto alla dodicesima settimana.\r\n#",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx2820\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 GRADUALE SVILUPPO DEL NASCITURO\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Alla fine del primo mese, l'\\cf17 \\ATXht80000 embrione\\cf16 \\ATXht0 misura 1 centime\r\ntro di lunghezza: la parte maggiormente sviluppata è la testa, che da sola rappresenta più della metà del volume di tutto l'organismo: in essa si possono già osservare gli abbozzi degli occhi e delle orecchie. Il \\cf17 \\ATXht80000 cuore\\cf16 \\ATXht0 è g\r\nià formato ma è costituito da due sole cavità.\\par\r\nAlla fine del secondo mese, la lunghezza dell'embrione raggiunge i 3 centimetri e il suo peso è di 4 grammi circa. Esso ha già l'aspetto di un minuscolo uomo, poiché si possono riconoscere distintamente\r\n il capo, il collo, il tronco e gli arti con le loro parti. All'inizio del terzo mese, l'embrione cambia il proprio nome in quello di \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 , nome che l'accompagnerà fino alla nascita.\\par\r\nAlla fine del terzo mese la lunghe\r\nzza è di circa 9 centimetri e il peso di circa 40 grammi. Sono comparsi i primi centri di \\cf17 \\ATXht80000 ossificazione\\cf16 \\ATXht0 negli abbozzi cartilaginei delle ossa; il feto comincia a compiere vivaci movimenti nel sacco \\cf17 \\ATXht80000 amniot\r\nico\\cf16 \\ATXht0 , movimenti però che non sono percepiti dalla madre se non dalla fine del quarto mese.\\par\r\nIl volume della testa rispetto al corpo è leggermente diminuito; sul volto si notano naso, orecchie, bocca e palpebre; queste, come le labbra, so\r\nno saldate fra loro. Gli organi genitali esterni sono differenziati, perciò a un esame esterno si può riconoscere il sesso del feto.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Dopo quattro mesi la lunghezza è di 20 centimetri e il peso di circa 200 grammi. La pell\r\ne, sottilissima, è sprovvista dello strato di grasso sottocutaneo: il piccolo essere appare di colore rosso-vinoso. Compaiono i primi peli, specialmente in corrispondenza del cuoio capelluto; talora una sottilissima lanugine può estendersi anche ad altre\r\n parti del corpo. I movimenti attivi sono percepiti dalla madre. Dapprima essi sono molto rari: un paio di volte al giorno, col progredire della \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 , aumentano di frequenza. Il \\cf17 \\ATXht80000 rene\\cf16 \\ATXht0 c\r\nomincia a entrare in funzione, ma la sua importanza è limitata: durante tutta la vita endouterina, il compito di eliminare le scorie, che sono versate dai vari organi nel \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 del feto, è espletato dalla \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nAlla fine del quinto mese la lunghezza del feto è di circa 27 centimetri e il suo peso di 500 grammi. Le unghie sono formate, ma sono estremamente corte. L'\\cf17 \\ATXht91483 apparato digerente\\cf16 \\ATXht0 è completamente di\r\nfferenziato: i succhi digestivi e la \\cf17 \\ATXht80000 bile\\cf16 \\ATXht0 , sebbene ancora incompleti, sono versati nell'\\cf17 \\ATXht80000 intestino\\cf16 \\ATXht0 . Nell'interno di questo si vanno accumulando anche cellule sfaldate dalla sua parete, cellul\r\ne e lanugine deglutite assieme al liquido amniotico. La bile conferisce a questo materiale un colore verdastro. A tale contenuto del lume intestinale, che va gradatamente aumentando fino alla nascita, si dà il nome di \\cf17 \\ATXht80000 meconio\\cf16 \\ATXht0 ; esso rappresenta le prime feci del neonato.\\par\r\nDopo sei mesi, il feto ha raggiunto la lunghezza di circa 33 centimetri e il peso di 1000 grammi circa. Le ghiandole \\cf17 \\ATXht80000 sebacee\\cf16 \\ATXht0 della pelle cominciano a secernere un prodott\r\no denso e untuoso che prende il nome di vernice caseosa: essa rimane aderente alla cute assieme alle cellule desquamate e svolge un'importante funzione di protezione del feto. Le palpebre si sono già separate e si sono formate le ciglia e le sopracciglia\r\n. Le funzioni dell'organismo sono tutte comparse, ma in modo incompleto, per cui, se il \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 avviene in quest'epoca, il neonato è solamente capace di emettere qualche debolissimo vagito e può sopravvivere solo per breviss\r\nimo tempo.\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 Al compimento del settimo mese il feto raggiunge la lunghezza di 40 centimetri e il peso di circa 1.750 grammi. Lo strato di grasso sottocutaneo è ancora molto sottile, per cui la pelle, che si presenta grinzos\r\na, ha ancora il colore rossastro, dovuto al fatto che sotto ad essa traspare la rete dei capillari. Tutti gli apparati sono sufficientemente sviluppati per permettere la sopravvivenza in un discreto numero di casi, qualora il parto avvenga in quest'epoca\r\n. I sistemi di regolazione, però, non sono ancora in grado di garantire un controllo efficace. Da questo fatto deriva l'estrema debolezza dei nati al settimo mese e la loro spiccata sensibilità a tutte le variazioni dell'ambiente esterno.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Dopo otto mesi, il feto misura circa 45 centimetri e pesa 2.500 grammi. Il pannicolo di grasso sottocutaneo si è sviluppato, per cui la pelle diventa rosea e tesa e l'organismo assume un aspetto più florido. Il grado di sviluppo raggiunto\r\n permette la sopravvivenza nella massima parte dei casi; anche il vagito diventa energico e non è più debole come nei nati al settimo mese.\\par\r\nCiò nonostante, solo alla fine del nono mese il feto raggiunge le condizioni di sviluppo e di maturità che gl\r\ni permettono di affrontare, con il minor pericolo possibile, la vita al di fuori dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 . I maschi hanno in media il peso di 3.250 grammi, le femmine di 3.000. La lunghezza è di circa 50 centimetri.\\par\r\nNegli ultimi du\r\ne mesi di gravidanza, la lunghezza del feto supera quella dell'utero in cui si trova, per cui è costretto ad assumere un atteggiamento caratteristico, anche se non sempre rispettato: la testa è ripiegata sul torace, le braccia incrociate davanti al tronc\r\no e le gambe flesse e incrociate .\\par\r\nNella maggior parte dei casi la testa si presenta rivolta verso il basso, mentre le natiche e le gambe si adattano al fondo dell'utero; questo spiega perché i movimenti fetali siano percepiti più spesso nella parte\r\n alta dell'addome.\\par",
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"Foto": "GR03A_F1.jpg#GR03A_F2.jpg#",
"Dida_Foto": "Sviluppo dell'embrione.\r\nA, sezione trasversale del bottone embrionario nelle prime fasi dello sviluppo. Nell'area embrionale sono differenziati l'ectoderma (a) e l'endoderma (b); in vicinanza della linea primitiva (c) si differenziano le cellule che andranno a formare il mesoderma (d). B, il mesoderma forma lateralmente due lamine, una superficiale o parietale (e) e una profonda o viscerale (f), e assialmente, la corda dorsale o notocorda (g). Questa induce la formazione del solco neurale, che darà origine al tubo neurale (h). C, fra i due foglietti del mesoderma si forma la cavità primitiva del corpo o celoma (i); dal mesoderma si differenzia anche il primo abbozzo della cavità pericardiaca e dei primi vasi sanguigni (l). D, dall'ectoderma si differenziano: l'epiblasto (m) superficiale, il tubo neurale (n) e le creste gangliari (o). Dal mesoderma si svilupperanno i somiti (p). Dall'endoderma si sviluppa l'apparato intestinale (q) e respiratorio.\r\n#Embrione alla terza e quinta settimana.\r\nE,: appaiono evidenti gli abbozzi degli arti superiore/inferiore e del cuore. F, :nell'arto superiore compaiono i solchi che divideranno le dita; nel tubercolo cefalico (la futura testa) i placodi ottico e acustico ed il processo mandibolare.\r\n#",
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"Titolo": "MEMBRANE OVULARI",
"Codice": "GR03B",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx2940\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 MEMBRANE OVULARI\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Il \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 non si trova annidato a diretto contatto con la mucosa uteri\r\nna, ma è immerso in una cavità ripiena di liquido (cavità amniotica o cavità ovulare e \\cf17 \\ATXht9211 liquido amniotico\\cf16 \\ATXht0 ).\\par\r\nLa parete che riveste la cavità è di origine fetale, cioè si è venuta differenziando da una porzione dell'\\cf17 \\ATXht80000 embrione\\cf16 \\ATXht0 . Essa rappresenta una specie di \"guscio\" (non calcificato), formato da un duplice strato: esternamente, a contatto con la \\cf17 \\ATXht80000 decidua\\cf16 \\ATXht0 materna, si trova il \\cf17 \\ATXht80000 corion\\cf16 \\ATXht0 dello spessore di circa 1 millimetro (una sua parte è differenziata a formare la \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 ), all'interno si trova invece una membrana più sottile, l'\\cf17 \\ATXht80000 amnios\\cf16 \\ATXht0 , che tappezza la cavità, ricoprendo\r\n la faccia fetale della placenta e il \\cf17 \\ATXht80000 funicolo ombelicale\\cf16 \\ATXht0 e racchiudendo completamente l'embrione. Alla fine del \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 , queste membrane sono espulse con la placenta. La loro funzione sembra \r\nessere, oltre che protettiva anche secernente, nei confronti del ricambio di liquido amniotico, e metabolica dato che regolano lo scambio di alcune sostanze nutritive tra compartimento materno e fetale.\\par",
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"Titolo": "LIQUIDO AMNIOTICO",
"Codice": "GR03C",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx2970\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 LIQUIDO AMNIOTICO\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Il liquido amniotico, nel quale il \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 è immerso, si presenta, al \r\nmomento della nascita, con un aspetto torbido, lattescente: tale torbidezza è dovuta al fatto che in esso sono sospese cellule sfaldate della cute, delle vie urinarie del feto e piccoli ammassi di sostanza caseosa.\\par\r\nQuesto liquido origina inizialment\r\ne dall'epitelio dell'\\cf17 \\ATXht80000 amnios\\cf16 \\ATXht0 , poi, in parte, dal \\cf17 \\ATXht80000 trasudato\\cf16 \\ATXht0 proveniente dai vasi del \\cf17 \\ATXht80000 corion\\cf16 \\ATXht0 e del funicolo e dall'urina del feto. Esso è soggetto ad un continuo\r\n ricambio, poiché è contemporaneamente prodotto e riassorbito: alterazioni dell'equilibrio tra produzione e riassorbimento conducono sia ad un eccesso di liquido (polidramnios) sia ad una sua insufficienza (\\cf17 \\ATXht80000 oligoidramnios\\cf16 \\ATXht0 ).\\par\r\nEsso ha numerose e importanti funzioni. Anzitutto evita che si stabiliscano aderenze tra le varie parti del feto e le membrane, e di conseguenza permette al nuovo essere di muoversi liberamente. Inoltre, rappresenta u\r\nn potente ammortizzatore nei confronti dei colpi che potrebbero danneggiare il feto attraverso la parete dell'addome materno. Infine, il liquido amniotico è deglutito dal feto, che in questa maniera può provvedere parzialmente al proprio approvvigionamen\r\nto d'acqua e di sali.\\par",
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"Vedi_Anche": "ANOMALIE DEGLI ANNESSI OVULARI 50171#"
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"Titolo": "FISIOLOGIA DEL FETO",
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"Titolo": "CIRCOLAZIONE DEL SANGUE",
"Codice": "GR04A",
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"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3975\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 DIGESTIONE E RESPIRAZIONE\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx180\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Dal quinto mese, l'\\cf17 \\ATXht91483 apparato digerente\\cf16 \\ATXht0 è completamente diffe\r\nrenziato, tuttavia, poiché la nutrizione è assicurata attraverso la \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 , esso non entra in funzione. I vari succhi digestivi vanno comparendo gradatamente; l'ultimo \\cf17 \\ATXht80000 enzima\\cf16 \\ATXht0 prodotto è la\r\n lattasi (scinde lo zucchero del latte, lattosio, in \\cf17 \\ATXht80000 glucosio\\cf16 \\ATXht0 e galattosio), che si forma verso la fine dell'ottavo mese. Negli ultimi mesi il \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 è in grado di compiere atti di deglutizion\r\ne del liquido \\cf17 \\ATXht80000 amniotico\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Il rifornimento d'\\cf17 \\ATXht80000 ossigeno\\cf16 \\ATXht0 al feto è garantito attraverso la placenta. Infatti, il feto si trova immerso in un ambiente liquido: i p\r\nolmoni perciò non sono in funzione e le pareti degli alveoli polmonari combaciano fra loro. Recentemente, però, grazie all'impiego di speciali tecniche radiografiche, è stato possibile accertare che il feto compie alcuni atti respiratori anche durante la\r\n vita intrauterina; esiste tuttavia una notevole differenza rispetto alla respirazione extrauterina: anziché aria, è immesso nell'albero respiratorio liquido amniotico. Nonostante le apparenze, questo fatto non è nocivo, perché prepara gli alveoli alla b\r\nrusca espansione cui andranno incontro al momento del \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nInoltre sembra provato che le vie aeree del feto abbiano un'attiva funzione di secrezione di liquido, che arricchisce continuamente la quantità totale di li\r\nquido amniotico.\\par\r\nDa esperimenti effettuati sulla pecora risulta che al termine della \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 le vie respiratorie fetali drenano nel liquido amniotico da 10 a 40 centimetri cubi di liquido l'ora. E' verosimile che a\r\nnche nella specie umana i polmoni e i bronchi fetali contribuiscano alla formazione del liquido amniotico.\\par",
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"Titolo": "GHIANDOLE ENDOCRINE",
"Codice": "GR04C",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3450\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 GHIANDOLE ENDOCRINE\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Tutto il \\cf17 \\ATXht91803 sistema endocrino\\cf16 \\ATXht0 , specialmente negli ultimi mesi di \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 , attraverso l'armoniosa \"collaborazione\" di tutte le ghiandole, regola e controlla lo sviluppo del nuovo essere.\\par\r\nUn cenno particolare merita il \\cf17 \\ATXht80000 timo\\cf16 \\ATXht0 : esso è posto nella \\cf17 \\ATXht80000 gabbia toracica\\cf16 \\ATXht0 , dietro lo \\cf17 \\ATXht80000 sterno\\cf16 \\ATXht0 e davanti alla biforcazione della \\cf17 \\ATXht80000 trachea\\cf16 \\ATXht0 . Sebbene il meccanismo con cui svolge la sua azione non sia del tutto chiaro, è accertato che \r\nha un'azione molto importante sullo sviluppo di tutto l'organismo. Durante la vita intrauterina è particolarmente sviluppato; dopo la nascita comincia a diminuire di volume, perché la sua funzione regolatrice viene meno gradatamente.\\par\r\nL'\\cf17 \\ATXht80000 ipofisi\\cf16 \\ATXht0 fetale già dalle prime fasi di sviluppo produce quegli \\cf17 \\ATXht80000 ormoni\\cf16 \\ATXht0 che tanta importanza hanno nello stimolo delle varie ghiandole endocrine.\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 Una tecnica molto dimostrati\r\nva di tale attività è la coltura in vitro d'ipofisi fetali e il successivo isolamento dal liquido di coltura degli ormoni prodotti in queste condizioni sperimentali. Si è visto così che il \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 produce l'ormone \\cf17 \\ATXht80000 adrenocorticotropo\\cf16 \\ATXht0 (ACTH) indispensabile al normale sviluppo delle ghiandole surrenali. Quanto sia importante quest'ormone per il \\cf17 \\ATXht80000 trofismo\\cf16 \\ATXht0 dei surreni è dimostrato da un esempio di patologia fetale e cio\r\nè dai casi di \\cf17 \\ATXht80000 anencefalia\\cf16 \\ATXht0 , in cui manca una parte o tutta l'ipofisi e in cui i surreni fetali sono ridotti ad un piccolo abbozzo.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Anche le \\cf17 \\ATXht80000 gonadotropine\\cf16 \\ATXht0 \\cf17 \\ATXht80000 FSH\\cf16 \\ATXht0 e LH sono prodotte nel corso della vita fetale; la prima avrebbe soprattutto funzione molto importante nella maturazione delle cellule-uovo e degli elementi germinativi maschili, mentre il LH \r\neserciterebbe soprattutto la sua funzione sul testicolo fetale, stimolando la produzione, già in fase molto precoce di sviluppo, degli ormoni \\cf17 \\ATXht80000 androgeni\\cf16 \\ATXht0 , tra questi specialmente il \\cf17 \\ATXht80000 testosterone\\cf16 \\ATXht0 , così importante nell'organogenesi fetale.\\par\r\nLe ghiandole surrenali hanno nel feto un aspetto molto caratteristico. Al secondo trimestre di gravidanza, il loro volume è pari, se non maggiore, a quello del \\cf17 \\ATXht80000 rene\\cf16 \\ATXht0 e la str\r\nuttura è molto particolare, tanto da prendere la denominazione di paleocortex, o \"corteccia fetale\".\\par\r\nSi pensa che la gonadotropina corionica, di origine placentare, abbia il compito di presiedere all'attività funziona\r\nle di questa zona fetale delle ghiandole surrenali, che tanta importanza assume nella sintesi di alcuni ormoni della gravidanza e probabilmente anche nell'induzione del \\cf17 \\ATXht80000 travaglio\\cf16 \\ATXht0 di \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 . S\r\nembra, infatti, che un'eccessiva funzionalità di tale zona coincida con una maggiore frequenza di parti prematuri e, al contrario, una scarsa attività funzionale con parti tardivi od oltre il termine.\\par\r\nSe quest'ipotesi fosse confermata dai dati speri\r\nmentali, si tornerebbe a dare al feto una grande importanza nell'induzione del travaglio di parto.\\par",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx2685\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 SISTEMA NERVOSO\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Nel \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 si possono rilevare quasi tutte le attività del sistema nerv\r\noso vegetativo: contrazioni muscolari involontarie (i movimenti del feto), deglutizione, ecc. E' interessante analizzare lo stato di quelle attività nervose che per noi rappresentano le manifestazioni della vita cosciente.\\par\r\nLo studio della comparsa g\r\nraduale delle varie funzioni può essere fatto osservando il comportamento dei prematuri, venuti alla luce nelle varie epoche di \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 . Fin dal secondo-terzo mese compare la sensibilità tattile. Nei nati al sesto mese \r\nesisterebbe già una certa capacità di distinguere alcuni sapori (per esempio, sapori amari, dolci, acidi). La capacità di distinguere gli odori compare verso la fine dell'ottavo mese.\\par\r\nLa vista è, tra i vari sensi, quello che compare più tardi. Alla \r\nnascita il bambino è in grado di percepire solo la luce o l'ombra; soltanto dopo il secondo mese di vita egli comincia a distinguere le immagini.\\par",
"ID": 66,
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"Titolo": "PLACENTA",
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"ID": 67,
"Foto": "GR05_F1.jpg#GR05_F2.jpg#GR05_F3.jpg#",
"Dida_Foto": "Placenta.\r\nPlacenta vista dalla faccia materna (A) e fetale (B).\r\n#Uovo ed annessi dell'embrione.\r\nA sinistra, come si presenta l'uovo nel terzo mese di gravidanza. Nei primi stadi di sviluppo, i villi ricoprono tutta la superficie dell'uovo, in un secondo tempo si moltiplicano solo quelli destinati a penetrare nella mucosa uterina e dar luogo alla placenta (chorion frondosum), mentre gli altri si atrofizzano (chorion laeve). A destra, la cavità amniotica (1) è circondata dalla lamina coriale (2), percorsa dai vasi ombelicali (3). I villi del chorion frondosum (4) si addentrano nella mucosa uterina (5); il cordone ombelicale (6) comunica direttamente con il sacco vitellino (7).\r\n#Circolazione del sangue nella placenta.\r\nIl sangue materno arterioso giunge alla placenta attraverso le arterie che sboccano negli spazi intervillosi e viene proiettato contro i villi; dopo aver ceduto ossigeno e sostanze nutritive ed essersi arricchito di anidride carbonica e sostanze di rifiuto, viene raccolto dalle vene e riportato verso il cuore. Il sangue del feto, invece, arriva alla placenta attraverso le due arterie ombelicali e, attraverso le loro successive divisioni, viene portato fino ai capillari che si trovano nelle più fini diramazioni dei villi coriali. Da questi capillari si formano le venule che, confluendo, danno origine alla vena ombelicale.\r\n#",
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"Titolo": "STRUTTURA",
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"ID": 68,
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"Vedi_Anche": "ANOMALIE DEGLI ANNESSI OVULARI 50171#DISTOCIE DEL SECONDAMENTO 50175#PLACENTA PREVIA 50135#"
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"Titolo": "FUNZIONI",
"Codice": "GR05B",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx1560\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 FUNZIONI\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 La \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 è l'organo che regola tutti gli scambi tra organismo materno e \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 : le sue funzioni sono estremamente complesse e meravigliosamente adatte al compito fondamentale che deve svolgere. Anzitutto, attraverso la placenta, il \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 venoso del feto cede l'anidr\r\nide carbonica al sangue materno e si rifornisce d'\\cf17 \\ATXht80000 ossigeno\\cf16 \\ATXht0 ; inoltre essa permette al feto di assumere, direttamente dal sangue materno, le sostanze nutritive di cui ha bisogno e di cedergli i prodotti d'escrezione. La capa\r\ncità della placenta di lasciar passare le diverse sostanze varia secondo i casi: così acqua, zuccheri, grassi, amminoacidi, \\cf17 \\ATXht80000 vitamine\\cf16 \\ATXht0 , sali passano con estrema facilità. Altre sostanze, per esempio certi \\cf17 \\ATXht80000 o\r\nrmoni\\cf16 \\ATXht0 , non sono in grado di oltrepassare la barriera placentare. Alcune sostanze medicamentose possono invece attraversarla con una certa facilità.\\par\r\nAltra funzione d'estrema importanza esercitata dalla placenta nei riguardi del feto, è \r\nla protezione che essa esercita nei confronti di moltissimi germi patogeni che possono trovarsi nel sangue materno. Vari virus (tra essi quelli della \\cf17 \\ATXht80000 varicella\\cf16 \\ATXht0 , del \\cf17 \\ATXht80000 morbillo\\cf16 \\ATXht0 , della \\cf17 \\ATXht80000 rosolia\\cf16 \\ATXht0 , del \\cf17 \\ATXht80000 vaiolo\\cf16 \\ATXht0 ) riescono, invece, ad oltrepassare la placenta, che cosi non è in grado di proteggere il feto dall'infezione. Contemporaneamente la placenta permette il passaggio dal sangue materno\r\n a quello fetale d'anticorpi (che sono in grado di neutralizzare gli agenti patogeni), in modo che il feto, non ancora capace di produrli da solo, può essere perfettamente protetto da quelli che sono prodotti dalla madre.\\par\r\n\\pard\\tx555\\ATXts0\\ATXbrdr0\r\n Ma, oltre che verso il feto, la placenta esercita varie funzioni anche nei riguardi della madre. La principale di esse è senza dubbio quell'endocrina: la placenta produce e riversa nel sangue materno un vero e proprio \"torrente di ormoni\", rappresentati\r\n principalmente dalla gonadotropina corionica (che agisce soprattutto sul \\cf17 \\ATXht80000 corpo luteo\\cf16 \\ATXht0 gravidico, mantenendone elevata l'attività).\\par\r\n\\pard\\tx180\\ATXts0\\ATXbrdr0 Dal settimo mese di \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 , l'attività della placenta decresce gradatamente, mentre l'altezza dei villi diminuisce; il \\cf17 \\ATXht80000 corion\\cf16 \\ATXht0 in alcuni punti va in degenerazione e tra corion e \\cf17 \\ATXht80000 decidua\\cf16 \\ATXht0 si vanno formando depositi fibrinosi: questi fenomeni prendono il nome di senescenza della placenta e preludono alla cessazione delle funzioni della placenta stessa, che avverrà al momento del \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 .\\par",
"ID": 69,
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"Titolo": "MODIFICAZIONI DELL'ORGANISMO MATERNO",
"Codice": "GR06",
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{
"Titolo": "MODIFICAZIONI GRAVIDICHE LOCALI",
"Codice": "GR06A",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3450\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 MODIFICAZIONI GRAVIDICHE LOCALI\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 In tutto l'\\cf17 \\ATXht92334 apparato genitale\\cf16 \\ATXht0 si osserva un rallentame\r\nnto della \\cf17 \\ATXht80000 circolazione sanguigna\\cf16 \\ATXht0 e conseguentemente un aumento della quantità di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 presente nei vari organi, che diventano più succulenti e leggermente edematosi. Questo si osserva in m\r\nodo evidente a carico dei genitali esterni e della \\cf17 \\ATXht80000 vagina\\cf16 \\ATXht0 , che diventano particolarmente soffici e assumono una tinta livida. L'osservazione di questi fatti può costituire per il medico un indizio di \\cf17 \\ATXht80000 grav\r\nidanza\\cf16 \\ATXht0 . I genitali esterni diventano molto pigmentati, in particolare nelle donne brune. Le pareti della vagina sono sempre più cedevoli; nel canale vaginale si trova un \\cf17 \\ATXht80000 essudato\\cf16 \\ATXht0 fluido, lattiginoso, che cont\r\niene un tipo particolare di cellule che si sfaldano dalla mucosa, chiamate cellule navicolari o cellule a guscio d'ostrica.\\par\r\nL'organo che va incontro alle modificazioni più cospicue è l'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 : nel corso dei 9 mesi dell\r\na gravidanza la sua lunghezza cresce da 7 centimetri a circa 30, la sua larghezza da 4 centimetri a circa 24, il suo spessore da 3 centimetri a 22, il suo peso da 50 grammi a circa 1 chilogrammo, la sua capacità da 3 millilitri a 4,5-5 litri.\\par\r\nLa cre\r\nscita di volume dell'utero inizia fin dai primi momenti dell'\\cf17 \\ATXht80000 annidamento\\cf16 \\ATXht0 dell'\\cf17 \\ATXht80000 uovo\\cf16 \\ATXht0 , ma è molto lenta all'inizio e diviene chiaramente rilevabile solo dopo 6 settimane di gravidanza. Durante \r\ni primi 5 mesi di gestazione, esso s'ingrandisce più rapidamente dell'\\cf17 \\ATXht80000 embrione\\cf16 \\ATXht0 , mentre nei mesi successivi il suo aumento è dovuto solo all'ingrandimento del \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 che distende le sue pareti.\\par\r\nPer tutti i primi 3 mesi l'utero resta sotto all'arcata \\cf17 \\ATXht80000 pubica\\cf16 \\ATXht0 , e perciò non può essere rilevato palpando semplicemente l'addome. Dall'inizio del quarto mese, invece, diventa facilmente \r\napprezzabile.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Oltre alle modificazioni di volume, l'utero va incontro anche a modificazioni di forma: dalla forma a pera passa ad una forma sferica e successivamente a quell'ovoidale con l'asse maggiore rivolto dall'alto \r\nin basso. Tutto il corpo dell'utero diviene meno consistente e diminuisce la contrattilità della sua muscolatura.\\par\r\nDurante i primi 5 mesi di gravidanza lo spessore della muscolatura uterina aumenta, sia perché le fibre muscolari già esistenti aumenta\r\nno di dimensioni sia perché vengono a formarsi nuove fibre muscolari. Si costituisce così pian piano una forte muscolatura che al momento del \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 è capace di espellere il feto, superando le resistenze che si oppongono al\r\nla sua uscita.\\par\r\nMentre la consistenza del corpo dell'utero diminuisce immediatamente all'inizio della gravidanza (vari segni clinici di gravidanza sono appunto basati sul rilievo di questo fatto), il collo conserva per un periodo più lungo la sua con\r\nsistenza: si rammollisce a cominciare dalla sua estremità inferiore, mentre nella sua parte più interna diviene cedevole solo negli ultimissimi periodi della gravidanza. Questo fatto garantisce la massima sicurezza per il feto. Inoltre la mucosa del coll\r\no secerne, nel lume cervicale, un prodotto denso e vischioso, che costituisce il cosiddetto tappo gelatinoso, il quale ostruisce completamente il canale cervicale e impedisce in questo modo eventuali penetrazioni di germi provenienti dalla vagina.\\par\r\nI\r\n legamenti dell'utero subiscono un processo d'allungamento e di rilasciamento che consentono all'utero stesso di potersi sviluppare liberamente.\\par\r\nNell'\\cf17 \\ATXht80000 ovaio\\cf16 \\ATXht0 , il \\cf17 \\ATXht80000 corpo luteo\\cf16 \\ATXht0 , derivato dal\r\n \\cf17 \\ATXht80000 follicolo\\cf16 \\ATXht0 dopo che questo ha prodotto l'uovo successivamente fecondato, sotto lo stimolo della gonadotropina corionica si trasforma in corpo luteo gravidico e s'ingrandisce progressivamente\r\n fino a tutto il terzo mese: la quantità di \\cf17 \\ATXht80000 progesterone\\cf16 \\ATXht0 prodotta dal corpo luteo aumenta in modo parallelo. Dal quarto mese in poi, esso comincia a regredire molto lentamente, ma non cessa la sua attività che alla fine de\r\nlla gravidanza. Durante tutta la gestazione, nessun follicolo giunge a maturazione, perché il progesterone, presente in circolo in gran quantità, lo impedisce.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Fin dalle prime settimane di gravidanza la \\cf17 \\ATXht80000 \r\nmammella\\cf16 \\ATXht0 comincia ad ingrandirsi e sulla sua superficie si formano spesso delle strie gravidiche analoghe a quelle che si osservano sulla cute dell'addome. Si possono osservare anche piccole rilevatezze attorno all'areola, dovute a ghiandol\r\ne \\cf17 \\ATXht80000 sebacee\\cf16 \\ATXht0 che si sviluppano in modo particolare. Infine il \\cf17 \\ATXht80000 capezzolo\\cf16 \\ATXht0 diviene particolarmente sensibile e reagisce allungandosi e raddrizzandosi (erigendosi) agli stimoli meccanici anche più \r\nleggeri. Inoltre quella secrezione colostrale di cui si è detto a proposito dell'attività funzionale della mammella, è a volte così precoce da essere d'ausilio nella diagnosi di gravidanza allo stadio iniziale.\\par",
"Dida_Foto": "Produzione di ormoni sessuali in gravidanza.\r\nLa quantità di gonadotropina corionica aumenta all'inizio della gestazione e raggiunge un valore massimo nella metà del primo trimestre, poi diminuisce; la produzione di estrogeni e di progesterone, invece, aumenta durante tutta la gravidanza.\r\n#Modificazioni della vagina in gravidanza.\r\nA, sezione di vagina: è caratteristico lo strato superficiale cheratinizzato (a). B, come si presentano le cellule sfaldate della mucosa e raccolte dal secreto vaginale (alcune possono essere paragonate al guscio di un'ostrica).\r\n#Modificazioni dell'utero in gravidanza.\r\nDurante la gravidanza le modificazioni più rilevanti si manifestano a carico dell'utero. Il suo aumento di volume è lento all'inizio, rapido dopo il terzo mese di gestazione. Già all'inizio del quarto mese l'organo può essere rilevato palpando l'addome. Le variazioni di curvatura della colonna vertebrale sono dovute allo spostamento in avanti della linea di gravità, provocato proprio dall'aumento dell'utero in gravidanza; tale spostamento comporta un'accentuazione della curvatura lombare, per meccanismo di compenso, e di quella toracica che aumenta in proporzione. Tali variazioni sono favorite dalla lassità dei tessuti articolari\r\n#Ultimi mesi di gravidanza.\r\nIl volume dell'utero è notevolmente aumentato e il suo asse maggiore è rivolto dall'alto in basso; la sua forma da piriforme e divenuta ovoidale (l'organo di cui è tratteggiato il contorno in bianco è il rene). Aspetto macroscopico e microscopico di una mammella di donna non gravida (A-B) confrontato con quello di una mammella di donna gravida (C-D).E' evidente in quest'ultima l'allargamento e l'iperpigmentazione dell'areola, in cui sono presenti rilevatezze abbastanza spiccate, dovute a ghiandole sebacee. Il capezzolo è più sporgente, e si fa più evidente la rete venosa. Anche l'aspetto microscopico è sensibilmente modificato in vista dell'allattamento: si può notare come l'intensa proliferazione delle cellule epiteliali conduce alla formazione di grossi acini.\r\n#Aumento dell'utero nei mesi di gestazione.\r\nLa figura a destra rappresenta le diverse altezze raggiunte da quest'organo nei vari mesi della gestazione. Le figure a sinistra mostrano l'aumento di volume dell'utero dal quarto mese di gravidanza al nono.\r\n#",
"Movie": "@",
"Dida_Movie": "@",
"Vedi_Anche": "MAMMELLA 10245#Utero 10239#"
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{
"Titolo": "MODIFICAZIONI GRAVIDICHE GENERALI",
"Codice": "GR06B",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3855\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 MODIFICAZIONI GRAVIDICHE GENERALI\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 L'adattamento alla nuova condizione non si limita al solo \\cf17 \\ATXht92334 apparat\r\no genitale\\cf16 \\ATXht0 , ma interessa tutto l'organismo femminile.\\par\r\nDate le strettissime relazioni che esistono tra \\cf17 \\ATXht91803 sistema endocrino\\cf16 \\ATXht0 e sistema nervoso vegetativo (sia simpatico sia \\cf17 \\ATXht80000 parasimpatico\\cf16 \\ATXht0 ), i quali collaborano armonicamente a regolare tutte le funzioni basali dell'organismo, è comprensibile come alle alterazioni endocrine indotte dalla \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 si accompagnino modificazioni anche nell'ambito del \r\nsistema neurovegetativo. L'intensità e l'evidenza di questi fenomeni, che nel loro insieme costituiscono i cosiddetti \"fenomeni simpatici\" della gravidanza, variano notevolmente da soggetto a soggetto.\\par\r\nLa facile stancabilità, la nausea, la tendenza \r\nal vomito a digiuno, la salivazione particolarmente abbondante, specialmente al mattino, l'aumento della sudorazione, le variazioni della temperatura corporea, sono fenomeni che si manifestano soprattutto durante il primo trimestre di g\r\nestazione e sono da tutti conosciuti. Essi segnano il passaggio dallo stato d'equilibrio esistente prima della gravidanza allo stato caratteristico della gravidanza.\\par\r\nLe contemporanee modificazioni del sistema endocrino e di quello neur\r\novegetativo si estrinsecano in una serie di modificazioni del \\cf17 \\ATXht80000 metabolismo\\cf16 \\ATXht0 . Anzitutto il peso corporeo aumenta più di quanto sia semplicemente dovuto al peso del \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 e dei suoi annessi (comp\r\nlessivamente una donna di 60 chilogrammi aumenta, durante la gravidanza, di circa 9-11 chilogrammi): quest'aumento di peso è in massima parte dovuto all'aumento della quantità d'acqua ritenuta nell'organismo sotto l'azione dell'\\cf17 \\ATXht80000 aldoster\r\none\\cf16 \\ATXht0 e degli altri \\cf17 \\ATXht80000 ormoni\\cf16 \\ATXht0 gravidici e in piccola parte all'aumento dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 e dei depositi di grasso.\\par\r\nLa donna gravida si trova a dover sopperire non solo alle proprie es\r\nigenze, ma anche a quelle del feto in rapido accrescimento: il suo fabbisogno aumenta in modo considerevole, soprattutto per quanto riguarda certe \\cf17 \\ATXht80000 vitamine\\cf16 \\ATXht0 (A, D) e certi sali (di \\cf17 \\ATXht80000 calcio\\cf16 \\ATXht0 , di\r\n \\cf17 \\ATXht80000 ferro\\cf16 \\ATXht0 e di fosforo).\\par\r\nLa nuova situazione neurovegetativa si riflette anche sul sistema nervoso della vita di relazione; si osservano un aumento dell'eccitabilità e una leggera diminuzi\r\none delle funzioni inibitorie: questo spiega la frequente mutevolezza del carattere delle gestanti e in generale lo stato di labilità psichica in cui si trovano.\\par\r\nAnche gli organi di senso vanno talora incontro ad alterazioni: avvengono cosi modifica\r\nzioni del gusto e leggere diminuzioni dell'olfatto, accompagnate però da una sensibilità accentuata per certi odori.\\par\r\nSe tutti i fenomeni che abbiamo finora descritto possono essere avvertiti soggettivamente dalla gestante, esistono modificazioni non\r\n meno importanti a carico di altri apparati che non sono avvertibili facilmente.\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 L'aumento della rete vasale dell'utero, l'aumento della quantità di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 circolante e soprattutto il fatto\r\n che, in corrispondenza della \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 , le arterie e le vene si trovano in comunicazione diretta, senza l'interposizione dei capillari (come accade in tutti gli altri distretti), determinano un considerevole aumento di lav\r\noro per il \\cf17 \\ATXht80000 cuore\\cf16 \\ATXht0 , il quale, per far fronte alle nuove esigenze, aumenta alquanto di volume. Questi fatti spiegano perché durante la gravidanza il cuore della donna abbia una minore resistenza alla fatica prolungata.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Le pareti delle vene divengono facilmente sfiancabili, probabilmente a causa delle modificate condizioni ormoniche: è nota infatti la facilità con cui compaiono vene varicose, specialmente agli arti inferiori e al retto (\\cf17 \\ATXht80000 emorroidi\\cf16 \\ATXht0 ).\\par\r\nIl \\cf17 \\ATXht80000 rene\\cf16 \\ATXht0 si trova a dover fronteggiare non solo l'aumento della quantità di sangue da purificare, ma anche un aumento della quantità di scorie da eliminare, poiché si vengono ad aggiun\r\ngere quelle del feto, riversate nel sangue materno attraverso la placenta. Il suo lavoro aumenta perciò in modo molto considerevole. Le pareti degli ureteri, soprattutto per azione del \\cf17 \\ATXht80000 progesterone\\cf16 \\ATXht0 , divengono sfiancabili c\r\non maggior facilità; perciò l'urina è riversata con maggior lentezza nella \\cf17 \\ATXht80000 vescica\\cf16 \\ATXht0 : questo predispone alle infezioni delle vie urinarie. La vescica è compressa dall'utero gravido, quindi la sua capacità diminuisce: questo \r\nspiega le alterazioni nell'emissione dell'urina che frequentemente sono lamentate dalle donne gravide.\\par\r\nLa quantità di urina emessa può aumentare fino a 1,5-2 litri. Le variazioni della quantità e della composizione (soprattutto con la comparsa di \\cf17 \\ATXht80000 albumina\\cf16 \\ATXht0 ) sono segni importanti dell'alterarsi dell'equilibrio funzionale durante la gravidanza; specialmente nella seconda metà della gestazione è importante controllare regolarmente l'urina per cogliere al più presto questi \r\nsegni di alterazione e intervenire tempestivamente.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 L'aumentata irrorazione sanguigna e la succulenza, che si osservano in tutto l'organismo della gestante, interessano anche l'apparato respiratorio, specialmente la \\cf17 \\ATXht80000 laringe\\cf16 \\ATXht0 e la \\cf17 \\ATXht80000 trachea\\cf16 \\ATXht0 . Di conseguenza, le corde vocali divengono più turgide e il tono della voce può modificarsi leggermente. Si possono anche verificare fenomeni infiammatori a carico di questi or\r\ngani.\\par\r\nNella seconda metà della gravidanza, a causa dell'utero ingrossato sono ostacolati i movimenti respiratori del \\cf17 \\ATXht80000 diaframma\\cf16 \\ATXht0 : questa è la ragione per cui compare un senso di \"mancanza di respiro\" e la donna tende a \r\nrespirare sollevando la gabbia toracica.\\par\r\nLe modificazioni nella produzione della saliva, cui abbiamo accennato, la rendono meno capace di proteggere la bocca dalle infiammazioni: ecco perché sono frequenti i fenomeni infiammatori a carico delle geng\r\nive e con maggiore facilità si aggravano eventuali processi di carie dentaria.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 L'\\cf17 \\ATXht80000 intestino\\cf16 \\ATXht0 va incontro a un rallentamento dei suoi movimenti, fenomeno che causa la stitichezza, frequente ne\r\nlle gestanti.\\par\r\nAnche l'apparato scheletrico si adatta alla nuova situazione: la \\cf17 \\ATXht80000 colonna vertebrale \\cf16 \\ATXht0 accentua le sue curvature normali per compensare la modificata distribuzione del peso corporeo, e le articolazioni, spe\r\ncialmente quelle del bacino, presentano un certo rilassamento; di conseguenza, i diametri del bacino aumentano leggermente, preparando così le condizioni migliori in vista del \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 . Quest'effetto sembra dovuto alla relaxi\r\nna, che è un altro ormone caratteristico della gravidanza.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Particolarmente evidenti sono le modificazioni che si osservano a carico della pelle: la cute delle parti laterali dell'addome e delle mammelle è soggetta a smagl\r\niature, dette strie gravidiche. Esse sono dovute al fatto che, sotto la tensione della cute, le fibre elastiche cutanee si lacerano; la pelle in questi punti diviene più sottile, lasciando trasparire la rete dei capillari sanguigni sottostanti: le smagli\r\nature recenti hanno perciò un colore più o meno rossastro. Dopo il parto, venendo meno la tensione, dovuta all'aumento di volume dell'addome, le strie gravidiche cicatrizzano e assumono un caratteristico aspetto bianco lucente.\\par\r\nIn corrispondenza poi\r\n di certe regioni (per esempio i genitali esterni, la linea mediana dell'addome, le mammelle) o di vecchie cicatrici sull'addome, avviene un'iperpigmentazione, per cui queste parti assumono un colore bruno. Il fenomeno è particolarmente evidente nelle do\r\nnne brune.\\par\r\nUna particolare modificazione della colorazione della pelle si osserva in corrispondenza del volto: la cute della fronte, del dorso del naso e delle guance assume un colore giallo-bruno che si dispone caratteristicamente a farfalla: quest\r\na particolare alterazione della cute prende il nome di \\cf17 \\ATXht80000 cloasma\\cf16 \\ATXht0 o maschera gravidica.\\par",
"Dida_Foto": "Strie gravidiche.\r\nCome si presentano le strie gravidiche nella regione addominale. Dette anche smagliature cutanee, sono dovute alla lacerazione delle fibre elastiche cutanee in seguito a tensione della cute stessa. Nella loro formazione sembrano intervenire anche meccanismi ormonici.\r\n#Sindrome del tunnel carpale.\r\nFaccia palmare e dorsale dell'arto superiore in cui sono evidenziati con i differenti colori le aree cutanee dipendenti dai diversi nervi. Il nervo mediano, a causa della ritenzione idrica assai spesso presente nella gravida nell'ultimo trimestre, può provocare dolori e cattiva funzionalità della mano.\r\n#Equilibrio ormonico.\r\nMutamenti che avvengono durante la gravidanza nell'organismo femminile in seguito a variazioni dell'equilibrio ormonico. Come si vede, l'ipofisi ha un ruolo importante nel modificare le funzioni dei diversi apparati. La sua azione, unita a quella della placenta, è rivolta anche a preparare le ghiandole mammarie all'allattamento.\r\n#",
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"Dida_Movie": "@",
"Vedi_Anche": "SISTEMA NERVOSO VEGETATIVO 10360#MALATTIE PSICHICHE DELLA GRAVIDANZA E DEL PUERPERIO 21664#VARICI 21552#EMORROIDI 21807#STITICHEZZA 21787#"
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"Titolo": "DISTURBI PIU' FREQUENTI IN GRAVIDANZA",
"Codice": "GR07",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx1125\\tx5250\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 DISTURBI PIU FREQUENTI IN GRAVIDANZA E TERAPIE UTILI\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx270\\tx1125\\tx2235\\tx3360\\tx6135\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 NAUSEA E VOMITO\\par\r\nNei casi\r\n più gravi avvalersi di blandi \\cf17 \\ATXht80000 antiemetici\\cf16 \\ATXht0 associando una dieta ben equilibrata con pasti leggeri\\ATXul1024 \\ATXul0 e consumo al mattino di pane tostato e biscotti\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx960\\tx1125\\tx2940\\tx3000\\tx4260\\tx5745\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 SCIALORREA (esagerata secrezione salivare)\\par\r\nnon esiste alcun rimedio\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx480\\tx1125\\tx4095\\tx6165\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 STITICHEZZA\\par\r\nnon utilizzare purganti drastici ma blandi, se necessario; associar\r\ne attività motoria e assumere frutta, verdura, crusca\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1125\\tx4095\\tx6405\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 CONTRATTURA DEI MUSCOLI ELEVATORI DELL'ANO\\par\r\nprovocano nella gravida una forte sintomatologia dolorosa pelvica con stato di peggiora\r\nmento progressivo: trattamento con vitamina B\\dn6 6\\dn0 , \\cf17 \\ATXht80000 miorilassanti\\cf16 \\ATXht0 ed eventualmente \\cf17 \\ATXht80000 potassio\\cf16 \\ATXht0 e \\cf17 \\ATXht80000 magnesio\\ATXht0 \\par\r\n\\pard\\tx225\\tx1125\\tx1800\\tx3045\\tx5550\\tx6495\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx300\\tx1125\\tx4950\\tx6030\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 DOLORI LOCALIZZATI IN FOSSA ILIACA SINISTRA\\par\r\ndormire sul fianco destro; scompaiono verso il 7° mese\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx840\\tx1125\\tx1740\\tx2340\\tx4035\\tx6135\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 VARICI AGLI ARTI INFERI0RI\\par\r\nutilizzare calze elastiche fin dal mattino\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 EMORROIDI\\par\r\navvalersi di supposte a effetto analgesico\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 EDEMI AGLI ARTI INFERIORI\\par\r\nnon usare farmaci \\cf17 \\ATXht80000 \r\ndiuretici\\cf16 \\ATXht0 , massaggiare delicatamente le gambe\\par\r\n\\pard\\tx705\\tx1125\\tx3435\\tx5865\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 IPERPIGMENTAZIONE CUTANEA\\par\r\nscompare dopo il \\cf17 \\ATXht80000 parto\\ATXht0 \\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx405\\tx1125\\tx1980\\tx5985\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 SMAGLIATURE\\par\r\nnon vi sono rimedi efficaci, ma sarà utile ammorbidire la pelle con creme\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx210\\tx1125\\tx1710\\tx3555\\tx4290\\tx5910\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 NELL'ULTIMO TRIMESTRE L'AUMENTO DELL'UTERO PROVOCA D\r\nIFFICOLTÀ Di RESPIRAZIONE\\par\r\nevitare fatiche eccessive\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1125\\tx1515\\tx4065\\tx6090\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 REFLUSSO ESOFAGEO CON BRUCIORE GASTRICO\\par\r\nprovocato dai succhi gastrici acidi, si possono utilizzare \\cf17 \\ATXht80000 ant\r\niacidi\\cf16 \\ATXht0 e assumere, dopo i pasti, la posizione eretta\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 MAL DI RENI\\par\r\nriposo e applicazioni di aria calda sulla regione lombare\\par\r\n\\pard\\tx420\\tx480\\tx1125\\tx3465\\tx5670\\tx6495\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 SCIATA\r\nLGIA\\par\r\nriposo a letto, \\cf17 \\ATXht80000 analgesici\\ATXht0 \\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TACHICARDIA\\par\r\nscompare dopo il parto\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx300\\tx825\\tx1125\\tx1605\\tx4065\\tx6240\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 SINDROME DEL TUNNEL CARPALE\\par\r\nla ritenzion\r\ne di liquidi può provocare una compressione del canale carpale del nervo mediano determinando parestesie e dolore alla mano; usare forti dosi di vitamina B\\dn6 6\\dn0 , e blandi diuretici\\par",
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"Dida_Foto": "Disturbi pi├╣ frequenti in gravidanza e terapie utili.\r\n#",
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"Vedi_Anche": "@"
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"Titolo": "IGIENE DURANTE LA GRAVIDANZA",
"Codice": "GR08",
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"Titolo": "LAVORO",
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"Titolo": "IGIENE PERSONALE",
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"Titolo": "ABBIGLIAMENTO",
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"Titolo": "PERICOLI DEL FUMO",
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"Titolo": "SPORT E GINNASTICA",
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"Dida_Foto": "Ginnastica per la gestante_a.\r\nSdraiate sul dorso con le gambe flesse e le mani lungo i fianchi per mettere, in seguito, in movimento i muscoli dell'addome, del dorso e delle gambe, spostare il peso del corpo a livello delle vertebre cervico-dorsali, quindi ritornare nella posizione iniziale. \r\n#Ginnastica per la gestante_b.\r\nPartendo dalla posizione di partenza dell'esercizio precedente, effettuare sempre a gambe flesse e lentamente, una torsione del busto fino a \"rovesciarsi\" su un lato tenendo le braccia a terra rivolte verso il capo. Ripetere l'esercizio in tutti i suoi particolari effettuando questa volta la rotazione sul lato opposto del corpo. Riprendere in seguito la posizione iniziale. \r\n#Ginnastica per la gestante_c.\r\nSdraiate sul dorso con il capo all'indietro e le gambe flesse, portare le braccia in avanti fino a cercare di \"prendere\" le ginocchia con le mani, mantenendo dorso e testa ben fermi; in questa posizione sforzarsi di far leva con le mani sull'interno delle cosce fino a divaricarle. L'esercizio attiva la muscolatura delle gambe e del perineo. \r\n#Ginnastica per la gestante_d.\r\nCon il viso rivolto in avanti appoggiarsi sulle ginocchia e sulle palme delle mani distese, come se si assumesse la posizione del \"gatto\". Piegarsi verso il basso e formare con la testa, la nuca, la schiena un'unica curva tenendo le braccia dritte. Incurvare bene la testa e la schiena. \r\n#Ginnastica per la gestante_e.\r\nAssumere una posizione supina in modo tale che le gambe siano leggermente divaricate e le braccia lungo i fianchi. Ben rilassate sollevare la gamba sinistra cercando di tenerla tesa sino a formare un angolo retto con l'altra gamba. \r\n#Ginnastica per la gestante_f.\r\nCon la gamba alzata eseguire piuttosto lentamente un quarto di cerchio, cercando di non staccare le spalle da terra. Riportata la gamba verso il centro, lasciarla scendere lentamente. Respirando, sempre in pieno rilassamento, ripetere l'esercizio con l'altra gamba. \r\n#",
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"Titolo": "VIAGGI",
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"Titolo": "PRECAUZIONI",
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"Titolo": "COLLABORAZIONE MEDICO-GESTANTE",
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"Vedi_Anche": "ESAMI NELLA GRAVIDANZA 5056#"
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"Titolo": "ALIMENTAZIONE DELLA GESTANTE",
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"Titolo": "ALIMENTI",
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Questo controllo è importante, perché la \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 crea nell'organismo della donna un\r\na nuova situazione che dal punto di vista dietetico comporta un aumento delle necessità caloriche.\\par\r\nInnanzi tutto, parte delle sostanze alimentari introdotte sono utilizzate dal \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 per la sua formazione e la sua cres\r\ncita. Il feto, dall'organismo materno, prende tutto quanto gli serve in modo, entro certi limiti, indipendente dalle necessità dell'organismo materno stesso. Quindi, se una certa sostanza è disponibile in quantità insufficiente, la carenza è particolarme\r\nnte risentita dalla madre e meno dal feto, che se n'assicura la maggior parte. Una eventuale sottoalimentazione perciò, pur nuocendo al feto, debiliterà soprattutto la madre.\\par\r\nLa presenza del feto non è l'unico fenomeno nuovo d'interesse dietetico ch\r\ne si realizza nell'organismo della donna incinta; importanti sono anche la crescita dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 , cioè la formazione di nuovo tessuto muscolare che deve essere nutrito, e l'aumento della massa sanguigna, necessario perché la\r\n \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 possa essere convenientemente irrorata.\\par\r\nQuesti fenomeni determinano la necessità di un aumento della razione calorica, cioè, in pratica, della quantità d'alimenti assunti nella giornata; questo bisogno si fa\r\n sentire soprattutto nell'ultimo trimestre di gravidanza. L'entità dell'aumento della razione calorica non è fissata in modo preciso, ma varia, secondo le opinioni in proposito dei vari studiosi, dal 10 al 25%. In pratica quindi la gestante dovrà introdu\r\nrre dalle 2.000 alle 2.500 calorie al giorno (secondo l'altezza, il peso ecc.). Se la donna esercita un'attività faticosa, la razione calorica deve essere aumentata rispetto alle precedenti indicazioni.\\par\r\nQuando si devono formare nuovi tessuti, è nece\r\nssario un aumento della disponibilità proteica. Nella dieta della gestante, quindi, ciò cui si deve porre maggiore attenzione è il contenuto proteico. Durante i primi sei mesi di gravidanza il fabbisogno proteico si aggira sui 75 grammi di \\cf17 \\ATXht80000 proteine\\cf16 \\ATXht0 al giorno, mentre negli ultimi tre mesi la quota proteica va accresciuta. Dato che è necessario che l'equilibrio tra i vari amminoacidi costituenti le proteine sia ottimale, è bene che sia prevalente la quota delle proteine d'ori\r\ngine animale rispetto a quelle d'origine vegetale. Le fonti delle proteine animali sono rappresentate dalla carne, dal pesce, dal latte, dai formaggi e dalle uova. Il latte è estremamente utile per la perfetta aderenza delle proteine che lo compongono al\r\nle necessità dell'organismo; è bene però non eccedere, perché il latte è molto povero di vitamina C e di \\cf17 \\ATXht80000 ferro\\cf16 \\ATXht0 , sostanze delle quali l'organismo della gestante necessita. Mezzo litro di latte al giorno è un limite ottimale\r\n.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Per quanto riguarda gli zuccheri, la razione giornaliera si deve aggirare sui 7-8 grammi per chilogrammo di peso corporeo. E' opportuno non superare questa dose, in particolare da parte delle donne grasse o predisposte \r\nall'\\cf17 \\ATXht80000 obesità\\cf16 \\ATXht0 . In costoro, infatti, la gravidanza, con le libertà alimentari che concede, si risolve in un accumulo di peso che in seguito non è più smaltito. Inoltre, le complicazioni collegate alla gravidanza e al \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 (tossiemie gravidiche, eccesso ponderale del bambino, anomalie del \\cf17 \\ATXht80000 travaglio\\cf16 \\ATXht0 ) divengono più frequenti con l'aumentare del peso della gestante.\\par\r\nLa razione giornaliera di grassi deve essere s\r\nui 95 grammi, per metà di origine animale e per metà di origine vegetale. L'utilità dei grassi, oltre che nell'apporto della forte quota calorica che essi contengono, sta nella possibilità che essi conferiscono alle \\cf17 \\ATXht80000 vitamine\\cf16 \\ATXht0 solubili nei grassi, come la A e la D, di essere assorbite nell'\\cf17 \\ATXht80000 intestino\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nPer quanto riguarda i minerali, durante la gravidanza, aumenta in modo sensibile il fabbisogno di \\cf17 \\ATXht80000 calcio\\cf16 \\ATXht0 , di \\cf17 \\ATXht80000 fosforo\\cf16 \\ATXht0 e di ferro. Il calcio e il fosforo sono necessari per il normale sviluppo del feto e, se scarseggiano, le ossa della madre sono depauperate, per fornire al feto la quantità necessaria di questi minerali. Anche nel ba\r\nmbino, se l'apporto dietetico di calcio è scarso, la \\cf17 \\ATXht80000 calcificazione\\cf16 \\ATXht0 ossea è deficiente. Il fabbisogno giornaliero di calcio e di fosforo è di almeno 1,20 grammi. Un'ottima fonte di calcio è il latte, mezzo litro del quale \r\nne contiene 625 milligrammi; il fosforo è contenuto in notevole quantità nella carne. L'apporto di ferro per il feto è essenziale per la formazione dei globuli rossi (è contenuto nell'\\cf17 \\ATXht80000 emoglobina\\cf16 \\ATXht0 ) sia durante la vita intrauterina sia durante il periodo dell'\\cf17 \\ATXht80000 allattamento\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Il feto, infatti, deve immagazzinare ferro perché il bambino poi non ne riceverà che pochissimo, essendo la su\r\na alimentazione costituita dal solo latte che n'è quasi privo. La madre ha bisogno di ferro anche per sopperire alla perdita che si verificherà durante l'\\cf17 \\ATXht80000 emorragia\\cf16 \\ATXht0 collegata al parto. Il fabbisogno giornaliero di quest'ele\r\nmento è di pochi milligrammi, ma, dato che buona parte di quello ingerito non viene assorbito, il contenuto alimentare giornaliero deve essere di circa 50 milligrammi.\\par\r\nMolto importante è anche il contenuto vitaminico della dieta.\\par\r\nE' essenziale,\r\n per la gestante, controllare attentamente il proprio peso per tutta la durata della gravidanza. In totale l'aumento ponderale dovrebbe aggirarsi sui 9-11 chilogrammi, come abbiamo già ampiamente commentato.\\par\r\nSe l'aumento settimanale supera 1.500 gra\r\nmmi, o è sbagliata la dieta o la donna sta accumulando acqua. E' necessario in ogni caso provvedere.\\par",
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"Vedi_Anche": "DIETA DURANTE LA GRAVIDANZA 3057#"
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"Titolo": "BEVANDE",
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"Titolo": "VACCINAZIONI IN GRAVIDANZA",
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"Dida_Foto": "Vaccinazioni. \r\nLe vaccinazioni consentite e quelle sconsigliate durante la gravidanza.\r\n#",
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"Vedi_Anche": "VACCINAZIONI 50293#"
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"Titolo": "SOMMINISTRAZIONE DI FARMACI IN GRAVIDANZA",
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Il ginecologo inoltre può anche trovarsi nella necessità di proteggere il \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 , durante la vita intrauterina, dal contagio di malattie alle q\r\nuali è esposta la madre oppure dalle conseguenze di fenomeni d'incompatibilità tra madre e feto. In tutti questi casi, l'uso di farmaci è senz'altro necessario. Durante la gravidanza, però, si verificano condizioni particolari che modificano, entro certi\r\n limiti, le possibilità d'uso dei vari farmaci e richiedono una stretta collaborazione con il medico, anche nell'impiego e nel dosaggio dei farmaci più comuni. La presenza poi del prodotto del concepimento in via di sviluppo è un altro fattore che impone\r\n un'estrema cautela nell'uso di determinati farmaci e di varie tecniche diagnostiche (radiografia ecc.), perché possono determinare gravi alterazioni nella differenziazione delle varie parti dell'organismo fetale (clamoroso a questo proposito è stato l'e\r\nsempio della \\cf17 \\ATXht80000 talidomide\\cf16 \\ATXht0 ) o comunque danneggiare i tessuti del feto, nei quali i meccanismi di protezione non sono ancora sviluppati. Vi è, infine, un altro elemento di grande importanza da tenere presente per comprendere i\r\nn modo completo questo problema: la presenza della \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 , poiché è in grado di modificare in vario modo alcune delle sostanze con le quali viene in contatto. Non va nemmeno trascurato il fatto che queste proprietà subis\r\ncono variazioni nel corso della gravidanza, in rapporto con le esigenze dell'organismo fetale e con i fenomeni di senescenza della placenta.\\par\r\nPer concludere, dobbiamo sottolineare che spesso è molto difficile, per gli scienziati, ottenere dati precis\r\ni e netti sul particolare effetto di un farmaco in gravidanza, per lo meno nei confronti della specie umana, poiché non è possibile tenere sotto controllo tutti i fattori che influenzano lo svolgimento della gravidanza e lo sviluppo del feto. D'altra par\r\nte, i dati ottenuti con gli animali da laboratorio, sebbene di grand'utilità, non possono essere estesi senza cautela alla gestante, giacché è dimostrato che sostanze innocue per certe specie animali possono essere molto dannose per altre. Passiamo in ra\r\nssegna i principali farmaci e i loro effetti sul feto.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 ANTIBIOTICI. Rappresentano, senza dubbio, il più efficace strumento a disposizione del medico per combattere i processi infettivi d'origine batterica; anche durante la gravidanz\r\na essi trovano, perciò, numerose indicazioni. Non bisogna dimenticare però che molti di essi, oltre a contrastare la moltiplicazione dei batteri, svolgono anche un'azione tossica sulle cellule dell'organismo umano e che, alle dosi con cui sono usati nell\r\ne persone adulte, possono danneggiare il feto, le cui difese biochimiche sono ancora molto imperfette. Ciò è reso possibile dal fatto che gli antibiotici passano, generalmente, con facilità attraverso la barriera costituita dalla placenta. Mentre la \\cf17 \\ATXht80000 penicillina\\cf16 \\ATXht0 e la maggior parte dei suoi derivati non presentano pericoli, essendo la loro tossicità molto bassa, il cloramfenicolo (CAF) può danneggiare gli organi che presiedono alla formazione della parte corpuscolata del \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 (globuli rossi, globuli bianchi e \\cf17 \\ATXht80000 piastrine\\cf16 \\ATXht0 ), la \\cf17 \\ATXht80000 streptomicina\\cf16 \\ATXht0 può causare delle gravi lesioni uditive fetali e sembra che le\r\n \\cf17 \\ATXht80000 tetracicline\\cf16 \\ATXht0 tendano ad accumularsi in corrispondenza delle zone d'accrescimento osseo del feto.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SULFAMIDICI. Com'è noto, trovano larghissimo impiego in terapia. Attraversano con facilità la barriera\r\n placentare e possono quindi raggiungere i tessuti fetali. Se usati a lungo e a forti dosi, possono danneggiare soprattutto il \\cf17 \\ATXht80000 fegato\\cf16 \\ATXht0 del feto, organo che ha il compito di provvedere alla loro eliminazione. Da questo punto\r\n di vista sono particolarmente pericolosi i sulfamidici a lenta eliminazione (per esempio, la sulfametossipiridazina) che, accumulandosi nel fegato del feto, ne possono compromettere le funzioni di organo deputato all'inattivazione e all'eliminazione di \r\nnumerose sostanze tossiche, tra cui la bilirubina che potrebbe accumularsi in circolo con gravi conseguenze per il feto (\\cf17 \\ATXht80000 ittero\\cf16 \\ATXht0 nucleare). I sulfamidici ipoglicemizzanti possono avere effett\r\no teratogeno (induzione di gravi malformazioni), quindi in caso di \\cf17 \\ATXht80000 diabete\\cf16 \\ATXht0 bisogna sospendere subito la loro somministrazione in gravidanza iniziale, preferendo l'\\cf17 \\ATXht80000 insulina\\cf16 \\ATXht0 , ormone del tutto \r\ninnocuo sotto questo profilo.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 ORMONI. Molti \\cf17 \\ATXht80000 ormoni\\cf16 \\ATXht0 estratti da organi di animali e molte sostanze ad azione ormonale, ma sintetizzate in laboratorio, sono oggi usati come farmaci, e le indicazioni al \r\nloro impiego vanno sempre più aumentando. Dato il loro specifico effetto biologico, è comprensibile come i medici si siano posti il problema dei possibili effetti dell'eccesso di un determinato ormone sullo sviluppo del feto. Gli ormoni sessuali femminil\r\ni (\\cf17 \\ATXht80000 estrogeni\\cf16 \\ATXht0 e \\cf17 \\ATXht80000 progesterone\\cf16 \\ATXht0 ) sono spesso somministrati durante la gravidanza per correggere condizioni patologiche causate da uno squilibrio nel loro normale bilanciamento, e il loro impiego\r\n può a volte rivelarsi essenziale per permettere il proseguimento di una gravidanza, che altrimenti s'interromperebbe. Sembra dimostrato che tali ormoni non abbiano alcun effetto nocivo sul feto e che possano, quindi, essere somministrati senza pericoli.\r\n Questo vale per gli estrogeni naturali, cioè identici a quelli elaborati dalle ghiandole endocrine dell'organismo. Gli estrogeni sintetici, che hanno struttura diversa da quelli naturali, ma identico meccanismo d'azione, non vengono più oggi impiegati i\r\nn gravidanza, perché in America sono stati descritti numerosi casi in cui si è sviluppato un \\cf17 \\ATXht80000 tumore\\cf16 \\ATXht0 maligno vaginale in ragazze le quali durante la vita intrauterina avevano subito l'effetto di questo farmaco somministrato\r\n alla madre in gravidanza. Gli ormoni sessuali ad azioni virilizzante, invece, possono modificare la differenziazione degli organi sessuali nei feti di sesso femminile, potendo, in casi limite, portare alla manifestazione di uno \\cf17 \\ATXht80000 pseudoe\r\nrmafroditismo\\cf16 \\ATXht0 femminile: il loro uso va perciò evitato in gravidanza. Tra gli altri ormoni, un cenno particolare merita l'insulina (ormone prodotto dalla parte endocrina del \\cf17 \\ATXht80000 pancreas\\cf16 \\ATXht0 , cioè dalle \\cf17 \\ATXht92898 isole di Langerhans\\cf16 \\ATXht0 ), che rappresenta il mezzo di cura essenziale nel diabete mellito. La terapia con l'insulina in donne diabetiche permette loro di condurre a termine la gravidanza, che altrimenti esporrebbe sia la madre sia il prodott\r\no del concepimento a gravissimi pericoli (prima dell'introduzione in terapia dell'insulina, la mortalità delle gestanti diabetiche era del 23%, la frequenza degli aborti del 12% e la mortalità fetale del 33%). L'uso dell'insulina non presenta alcun incon\r\nveniente per il feto ed è certamente preferito agli ipoglicemizzanti orali di derivazione sulfamidica, sia perché più facilmente dosabile in relazione all'effetto sia anche per i rischi che i suddetti sulfamidici possono r\r\nappresentare per il feto. I \\cf17 \\ATXht80000 cortisonici\\cf16 \\ATXht0 sono usati spesso senza danni eccessivi. Da alcuni Autori, però, sono stati segnalati casi di malformazioni congenite fetali (labbro leporino, \\cf17 \\ATXht80000 palatoschisi\\cf16 \\ATXht0 ), pertanto è prudente non eccedere nella terapia mediante \\cf17 \\ATXht80000 cortisone\\cf16 \\ATXht0 o derivati, specialmente nel primo trimestre di gravidanza.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 FARMACI DEL SISTEMA CARDIO-CIRCOLATORIO. La somministrazione di \\cf17 \\ATXht80000 cardiotonici\\cf16 \\ATXht0 richiede particolari precauzioni durante la gravidanza perché la placenta ha la capacità di accumulare specialmente la \\cf17 \\ATXht80000 digitale\\cf16 \\ATXht0 , che viene a trovarsi più concentrata nei tessuti del f\r\neto che non in quelli della madre, esplicando su di esso un'azione tossica. L'uso dei farmaci \\cf17 \\ATXht80000 vasodilatatori\\cf16 \\ATXht0 e vasocoscrittori deve essere fatto su precisa indicazione e sotto controllo medico, perché, oltre a causare alte\r\nrazioni nel tono vasale del feto, essi influenzano anche la circolazione della placenta, con possibili ripercussioni sulla sua funzione. Tra gli \\cf17 \\ATXht80000 anticoagulanti\\cf16 \\ATXht0 , il \\cf17 \\ATXht80000 dicumarolo\\cf16 \\ATXht0 e i suoi deriva\r\nti sono particolarmente pericolosi, perché possono o determinare emorragie a livello della placenta con conseguente interruzione della gravidanza o danneggiare il feto che, dopo la nascita, può presentare alterazioni della coagulabilità del sangue con em\r\norragie anche gravi. L'\\cf17 \\ATXht80000 eparina\\cf16 \\ATXht0 può essere somministrata in gravidanza in quei casi che ne richiedano l'impiego; di grand'utilità si è dimostrata nelle sindromi da massiva coagulazione intravasale, quali si verificano nei d\r\nistacchi intempestivi di placenta o negli aborti ritenuti da lungo tempo. Al fine poi di riportare alla norma i meccanismi della \\cf17 \\ATXht80000 coagulazione del sangue\\cf16 \\ATXht0 , è sufficiente sospendere il trattamento qualche ora prima che si pre\r\nveda un'\\cf17 \\ATXht80000 emorragia\\cf16 \\ATXht0 , in coincidenza con il \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 o con l'espletamento dell'\\cf17 \\ATXht80000 aborto\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 FARMACI DEL SISTEMA NERVOSO. Tutti i \\cf17 \\ATXht80000 \r\nbarbiturici\\cf16 \\ATXht0 , poiché passano rapidamente alla placenta, per la loro azione depressiva sui centri respiratori e circolatori vanno impiegati con molta attenzione specialmente in prossimità del parto: si è visto, infatti, che in dosi eccessive \r\npossono provocare gravi asfissie fetali. I farmaci \\cf17 \\ATXht80000 tranquillanti\\cf16 \\ATXht0 (\\cf17 \\ATXht80000 meprobamato\\cf16 \\ATXht0 ) e tutti gli ansiolitici e \\cf17 \\ATXht80000 neurolettici\\cf16 \\ATXht0 (derivat\r\ni dalla diazepina e dalla fenotiazina) sono innocui per il feto alle dosi terapeutiche. Lo stesso vale per gli \\cf17 \\ATXht80000 ipnotici\\cf16 \\ATXht0 , spesso richiesti dalle pazienti sofferenti d'insonnia, specialmente nell'ultimo trimestre di gravidan\r\nza. Per quanto riguarda gli anticonvulsivanti, bisogna considerare che le crisi convulsive rappresentano un gran rischio per madre e feto, a fronte di un rischio malformativo molto basso.\\par",
"Dida_Foto": "Farmaci assunti prima del 20° giorno di età concezionale. \r\n#Farmaci teratogeni nel 1° trimestre di gravidanza. \r\n#Farmaci sconsigliati nel 2° e 3° mese di gravidanza. \r\n#Farmaci sconsigliati nell'ultimo periodo di gravidanza .\r\n#Farmaci sconsigliati in prossimità del parto. \r\n#Schema della distribuzione del farmaco nell'unità materno-feto- placentare.\r\nL'effetto dei farmaci assunti dalla madre (letale, tossico, teratogenico) può essere diretto o indiretto sul feto; il farmaco può determinare vasocostrizione a livello placentare interferendo sugli scambi tra madre e feto. Un effetto di contrazione sulla muscolatura uterina può provocare asfissia o danno meccanico sul feto. Il farmaco può, infine, produrre modificazioni nell'equilibrio biochimico materno.\r\n#",
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"Titolo": "GRAVIDANZA GEMELLARE",
"Codice": "GR012",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\f1 \\cf16 GRAVIDANZA GEMELLARE\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Generalmente la \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 gemellare è considerata anormale sia per la relativa rarità sia pe\r\nrché, con frequenza maggiore della norma, dà luogo ad inconvenienti per la madre e per i feti.\\par\r\nSecondo il numero di feti, la gravidanza gemellare è denominata bigemina, trigemina, quadrigemina, pentagemina, ecc. La frequenza con cui si osservano i v\r\nari tipi di gravidanza multipla è di 1 gravidanza bigemina ogni 85 normali, di 1 trigemina ogni 7.628, di 1 quadrigemina ogni 670.734, di 1 pentagemina ogni 41.600.000. Sembra che la razza abbia una certa influenza sulla frequenza della \\cf17 \\ATXht80000 gemellarità\\cf16 \\ATXht0 : infatti, questa sarebbe più frequente nei negri rispetto ai bianchi e nei bianchi rispetto ai gialli. Tra i fattori che possono influenzare la comparsa di \\cf17 \\ATXht80000 gemelli\\cf16 \\ATXht0 va ricordata anche l'\\cf17 \\ATXht80000 ereditarietà\\cf16 \\ATXht0 familiare.\\par\r\nOggi queste cifre sono state modificate dall'avvento delle terapie stimolanti l'\\cf17 \\ATXht80000 ovulazione\\cf16 \\ATXht0 , specialmente quelle con \\cf17 \\ATXht80000 gonadotropine\\cf16 \\ATXht0 umane. Infatt\r\ni, un eccessivo dosaggio del farmaco somministrato porta come conseguenza alla \\cf17 \\ATXht80000 fecondazione\\cf16 \\ATXht0 di più ovociti e quindi alla comparsa di gravidanze multiple. L'incidenza quindi di gravidanze bigemine, trigemine ecc. è in quest\r\ni ultimi tempi notevolmente aumentata, a causa di questo tipo di terapia.\\par",
"ID": 88,
"Foto": "GR012_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Disposizioni assunte dai gemelli nell'utero.\r\nCon il termine disposizione viene indicato il rapporto dei due sacchi ovulari fra loro. I numeri indicati rappresentano i valori percentuali in cui si riscontrano queste disposizioni.\r\n#",
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"Vedi_Anche": "@"
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{
"Titolo": "GEMELLI BIOVULARI",
"Codice": "GR012A",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx2880\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 GEMELLI BIOVULARI\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 I \\cf17 \\ATXht80000 gemelli\\cf16 \\ATXht0 sono distinti in gemelli biovulari e gemelli uniovulari. \r\nNel primo caso, due uova differenti sono fecondate da due differenti spermatozoi, nel secondo caso invece, un singolo \\cf17 \\ATXht80000 uovo\\cf16 \\ATXht0 è fecondato da uno spematozoo come di norma, ma successivamente si sdoppia, dando origine a due fet\r\ni.\\par\r\nLe condizioni che possono determinare la comparsa di due uova in uno stesso ciclo \\cf17 \\ATXht80000 mestruale\\cf16 \\ATXht0 sono varie: è possibile che due follicoli oofori maturino contemporaneamente, oppure che venga a maturazione, un solo \\cf17 \\ATXht80000 follicolo\\cf16 \\ATXht0 , contenente due ovociti, oppure infine che sia liberato un'\\cf17 \\ATXht80000 ovocito\\cf16 \\ATXht0 contenente due pronuclei.\\par\r\nI due ovuli, essendo fecondati da due spermatozoi, si sviluppano indipendentemente, impi\r\nantandosi separatamente nella mucosa uterina, in punti diversi, sviluppando ciascuno una propria \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 , un proprio \\cf17 \\ATXht80000 corion\\cf16 \\ATXht0 e un proprio \\cf17 \\ATXht80000 amnios\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nPoiché \r\ni due feti che si formano hanno un patrimonio ereditario diverso fra loro (derivano, infatti, da due uova e da due spermatozoi diversi), non avranno una rassomiglianza fisica maggiore di quella che si riscontra normalmente tra due fratelli derivati da gr\r\navidanze diverse e potranno avere sesso differente (su 100 gravidanze gemellari biovulari, infatti, 25 danno origine a due maschi, 25 a due femmine e 50 ad un maschio e ad una femmina).\\par\r\nUn meccanismo molto raro attraverso cui può aver origine una \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 gemellare biovulare è quello della superimpregnazione.\\par\r\nIn questo caso le due uova sono fecondate in seguito a due diversi rapporti sessuali avvenuti a distanza molto breve di tempo l'uno dall'altro, nel medesim\r\no ciclo mestruale.\\par\r\nUna volta però che la gravidanza ha avuto inizio, nessuna ulteriore \\cf17 \\ATXht80000 fecondazione\\cf16 \\ATXht0 è più possibile nella donna, a differenza di alcune specie animali.\\par",
"ID": 89,
"Foto": "GR012A_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Gemelli biovulari o gravidanza eterozigotica.\r\nLe cellule-uovo fecondate sono due e gli annessi sono sempre separati; i due ovuli fecondati si sono impiantati in un punto diverso della mucosa uterina; sviluppandosi hanno dato origine a due feti aventi ciascuno una propria placenta, un proprio amnios e un proprio corion.\r\n#",
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{
"Titolo": "GEMELLI UNIOVULARI",
"Codice": "GR012B",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3105\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 GEMELLI UNIOVULARI\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Per quanto riguarda i \\cf17 \\ATXht80000 gemelli\\cf16 \\ATXht0 uniovulari, si tratta di un tipo più\r\n raro del precedente: derivano da un unico \\cf17 \\ATXht80000 uovo\\cf16 \\ATXht0 fecondato da un unico \\cf17 \\ATXht80000 spermatozoo\\cf16 \\ATXht0 . Lo \\cf17 \\ATXht80000 zigote\\cf16 \\ATXht0 così formatosi, nelle fasi iniziali del suo sviluppo, va incontro\r\n ad uno sdoppiamento, per cui vengono a formarsi due individui identici in tutti i particolari: il patrimonio ereditario, infatti, è identico per tutti e due i gemelli, che vengono così ad assomigliarsi come \"due gocce d'acqua\". I gemelli uniovulari sono\r\n sempre dello stesso sesso.\\par\r\nSecondo il momento in cui si è verificato lo sdoppiamento, i feti gemelli presentano una maggiore o minore comunanza degli annessi ovulari. Essi possono avere ciascuno il proprio \\cf17 \\ATXht80000 amnios\\cf16 \\ATXht0 e i\r\nl proprio \\cf17 \\ATXht80000 corion\\cf16 \\ATXht0 (\\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 di-o bicoriale), oppure avere un unico corion e un'unica \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 e due amnios (gravidanza monocoriale) oppure, infine, avere le \r\nmembrane in comune e svilupparsi in un unico sacco \\cf17 \\ATXht80000 amniotico\\cf16 \\ATXht0 (gravidanza monoamniotica).\\par\r\nI gemelli uniovulari, che hanno un'unica placenta, presentano due circolazioni sanguigne non nettamente separate: attraverso vas\r\ni, che collegano l'albero circolatorio dell'uno con quello dell'altro, si può verificare il passaggio di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 da uno all'altro (terza circolazione). Poiché non sempre le due circolazioni sono perfettamente equilibrate, p\r\nuò verificarsi la prevalenza di uno dei gemelli sull'altro, che si svilupperà in grado minore.\\par\r\nI gemelli uniovulari rappresentano il ponte di passaggio verso le mostruosità doppie, che si verificano appunto quando lo sdoppiamento dell'\\cf17 \\ATXht80000 embrione\\cf16 \\ATXht0 avviene nel modo incompleto, per cui i due gemelli vengono alla luce uniti per alcuni tratti, in modo più o meno completo.\\par",
"Dida_Foto": "Gemelli uniovulari: gravidanza monozigotica dicoriale.\r\nGravidanza monozigotica dicoriale: si verifica quando la separazione è avvenuta subito dopo la fecondazione (a), allo stadio di 2 blatomeri: si hanno così due blastocisti (b) che, annidandosi in punti diversi della mucosa uterina, hanno cavità celomatiche extraembrionali diverse (rosa e verde, c, d, e); i corion e le cavità amniotiche sono ovviamente separati.\r\n#Gemelli uniovulari: gravidanza monozigotica monocoriale o diamniotica.\r\nIn questo caso, il più frequente nelle gravidanze monozigotiche, la separazione avviene a livello del nodo embrionale con la formazione di due cavità amniotiche, mentre il corion placentare è comune.\r\n#Gemelli uniovulari: gravidanza monozigotica monocoriale e monoamniotica.\r\nLa separazione si verifica quando sono già delimitati i due foglietti primitivi e gli annessi sono tutti in comune.\r\n#",
"Titolo": "EFFETTI SULL'EVOLUZIONE DELLA GRAVIDANZA",
"Codice": "GR012C",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\f1 \\cf16 EFFETTI SULL'EVOLUZIONE DELLA GRAVIDANZA\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 La gravidanza gemellare dà luogo ad inconvenienti per la madre con frequenza maggiore della norma. Nel pr\r\nimo trimestre i fenomeni simpatici sono più accentuati; a causa della maggior richiesta di \\cf17 \\ATXht80000 ferro\\cf16 \\ATXht0 da parte dei due feti, la comparsa d'\\cf17 \\ATXht80000 anemia\\cf16 \\ATXht0 nella gestante si osserva più spesso; edemi e var\r\nici agli arti inferiori compaiono più precocemente e in modo più vistoso; negli ultimi mesi la difficoltà di respirazione, determinata dall'ostacolo ai movimenti del \\cf17 \\ATXht80000 diaframma\\cf16 \\ATXht0 , è maggiore.\\par\r\nLa gravidanza gemellare cost\r\nituisce un fattore predisponente per la manifestazione di \\cf17 \\ATXht80000 gestosi\\cf16 \\ATXht0 (forme morbose legate allo stato gravidico), la cui comparsa si verifica con maggior frequenza che nelle gravidanze semplici (15-20% delle gravidanze gemell\r\nari).\\par\r\nUn altro disturbo che si osserva con assiduità nelle gravidanze gemellari, specialmente in quelle uniovulari, è la comparsa di polidramnios, vale a dire di un aumento anche considerevole della quantità di liquid\r\no \\cf17 \\ATXht80000 amniotico\\cf16 \\ATXht0 contenuto nel sacco ovulare (osservato nel 5-10% delle gravidanze gemellari, contro lo 0,5% delle gravidanze semplici).\\par\r\nLa gravidanza gemellare, infine, rappresenta una delle maggiori cause di \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 pretermine: secondo le statistiche, l'80% delle gravidanze gemellari s'interrompe prima della fine dell'ottavo mese. Ciò è probabilmente dovuto all'eccessiva distensione delle pareti dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 e al\r\nla precoce stimolazione, da parte del sacco ovulare, delle terminazioni nervose poste in corrispondenza del collo dell'utero.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1575\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 DIAGNOSI\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 La diagnosi di gravidanza gemellare\r\n può essere fatta in epoca precoce mediante \\cf17 \\ATXht80000 ecografia\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nL'aumento di volume dell'addome, oltre i limiti normali, non è di per se stesso indice di gravidanza gemellare, perché esso può essere determinato da altre condiz\r\nioni (polidramnios, eccessivo sviluppo del \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 , idrocefalia, cisti ovarica associata alla gravidanza ecc.).\\par\r\nE' possibile rilevare la presenza dei due feti attraverso la palpazione dell'addome, ma ciò non sempre è age\r\nvole per la varietà delle disposizioni che i due feti possono assumere all'interno dell'utero. E' poi possibile ascoltare due battiti cardiaci fetali, ciascuno con un massimo d'intensità, in un punto diverso della parete addominale materna.\\par",
"ID": 91,
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"Vedi_Anche": "GESTOSI 50107#ANOMALIE DEGLI ANNESSI OVULARI 50171#Parto gemellare 50170#ANEMIE IN GRAVIDANZA 21158#"
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{
"Titolo": "GRAVIDANZA A RISCHIO",
"Codice": "GR013",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx4410\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 GRAVIDANZA A RISCHIO\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 La \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 ideale è quella nella quale avvengono, in successi\r\none cronologica perfetta, quegli eventi che da parte dell'organismo materno, mirano ad assicurare al \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 le condizioni ambientali più favorevoli, e da parte della \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 ad assicurare una\r\n funzione di filtro selettivo, sia nei riguardi del materiale che entra nel compartimento fetale, sia nei riguardi di ciò che il feto invia verso il compartimento materno.\\par\r\nIn queste condizioni si raggiunge l'equilibrio fra i tre compartimenti (mater\r\nno, placentare, fetale) necessario perché il feto si sviluppi in maniera armonica fino al termine, la placenta mantenga la sua efficienza per tutta la durata della gravidanza e l'organismo materno non sia sovraccaricato da una situazione di superlavoro. \r\nQuanto il feto trae da questa situazione d'equilibrio è indispensabile non solo al suo normale sviluppo fisico, ma rappresenta un'impronta che caratterizzerà lo sviluppo futuro sia fisico che psichico per tutta la durata della vita.\\par\r\nEsprimere un giu\r\ndizio di rischio gravidico non è semplice, perché potenzialmente ogni gravidanza è fonte di rischio sia per la madre che per il feto. E' compito del medico valutare la presenza e l'entità del rischio, attraverso una serie d'indagini che tendono a rendere\r\n evidente fattori di patologia materna, anche remoti, o addirittura familiari e le condizioni della madre nel corso della gravidanza, questo mediante un'accurata \\cf17 \\ATXht80000 anamnesi\\cf16 \\ATXht0 . Inoltre, i fattori di rischio sono quelli legati a\r\nll'accrescimento dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 , alla funzionalità placentare, alle condizioni del feto in utero, ai problemi del trattamento medico, chirurgico, radiologico in gravidanza, che possono condizionare il futuro dell'individuo che\r\n nascerà. Il miglioramento delle condizioni assistenziali e la disponibilità d'esami di laboratorio e strumentali molto accurati, ci hanno posto nella condizione migliore per prevedere il rischio gravidico e trattarlo adeguatamente, al fine di diminuire \r\nla \\cf17 \\ATXht80000 morbilità\\cf16 \\ATXht0 e la mortalità materna e fetale e di assicurare una progenie futura sana.\\par\r\nDal punto di vista pratico, si è dimostrato utile l'impiego di una cartella prenatale a punteggio, che raccoglie in maniera schema\r\ntica e semplice i dati anamnestici di rischio della paziente e che deve essere compilata in fase molto iniziale di gravidanza, al fine di poter classificare fin dall'inizio la gestante in una categoria di rischio. Quest'etichetta accompagnerà la donna pe\r\nr tutto l'arco della gravidanza, e impegnerà il personale qualificato ad eseguire quelle indagini tendenti a svelare, sin dalle fasi più precoci, il manifestarsi di eventi patologici a carico della madre o del feto.\\par\r\nAl fine di diffondere meglio ques\r\nti concetti è necessario che siano effettuati dei servizi di informazione domiciliare, specialmente presso quelle donne che non considerano indispensabile l'assistenza prenatale. E' necessario che i controlli, in gravidanza, siano effettuati con una peri\r\nodicità di uno al mese per i primi due trimestri e uno ogni due-tre settimane al terzo trimestre. E' indispensabile eseguire periodicamente una serie di esami di laboratorio, per prevenire difetti funzionali materni; che ci sia un controllo sistematico d\r\nel peso, dei valori della pressione sanguigna, delle condizioni del \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 , della coagulazione, di malattie infettive contratte in passato, delle funzioni epatica e renale.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Patologie feto-n\r\neonatali abbastanza diffuse sono il \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 pretermine e l'insufficienza placentare: si tratta di due condizioni nelle quali o il feto nasce prima del tempo e non ancora in condizioni di vivere una vita indipendente dall'org\r\nanismo materno oppure il feto si sviluppa in maniera inadeguata per incapacità della placenta a sopperire al suo fabbisogno. In entrambe le situazioni si stabilisce un rischio di notevole grado per il feto e per il neonato che può riflettersi in un ritar\r\ndato sviluppo psicofisico futuro. L'assistenza prenatale deve essere rivolta, nel primo caso, ad evitare che avvenga il parto pretermine e invece nel secondo a favorirlo, perché in quest'ultima situazione è preferibile un'assistenza postnatale adeguata a\r\nd un ambiente intrauterino ostile.\\par",
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"Dida_Foto": "Fattori di rischio in gravidanza. \r\n#",
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"Titolo": "AFFEZIONI DELL'APPARATO GENITALE E GRAVIDANZA",
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"Titolo": "DISTURBI DELLA VULVA",
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"Titolo": "DISTURBI DELLA VAGINA",
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"Titolo": "DISTURBI DELL'UTERO",
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Le malformazioni compatibili con la gravidanza sono soprattutto rappresentate dall'utero bicorne, dall'utero subsepto (utero in cui è presente un setto mediano che non giunge fino all'orifizio interno del collo) e dall'utero inc\r\nudiforme (il cui fondo è appianato e il diametro trasverso ha dimensioni maggiori del normale).\\par\r\nSe la muscolatura uterina ha raggiunto uno stadio di sviluppo sufficiente, la gravidanza può giungere a termine. Se invece lo sviluppo della parete non è\r\n sufficiente (cosa che accade soprattutto nei casi di utero bicorne con uno dei due corni rudimentale), la gravidanza non va oltre il quarto, quinto mese, e si conclude con un \\cf17 \\ATXht80000 aborto\\cf16 \\ATXht0 oppure con la rottura del corno uterino\r\n gravido.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx2745\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 ANOMALIE DI POSIZIONE\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Una forte antiflessione dell'utero gravido può osservarsi qualora la parete anteriore dell'utero presenti aderenze con il \\cf17 \\ATXht80000 peritoneo\\cf16 \\ATXht0 che riveste la parete dell'\\cf17 \\ATXht80000 addome\\cf16 \\ATXht0 . Soprattutto nelle donne che hanno avuto molte gravidanze, poiché la muscolatura della parete anteriore dell'addome è particolarmente debole e i muscoli retti dall'\r\naddome hanno tendenza a divaricarsi, negli ultimi mesi di gravidanza si osserva una notevole inclinazione in avanti dell'utero. La retro-verso-flessione non determina inconvenienti.\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx2790\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 PROLASSO UTEROVAGINALE\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Quest'affezione, nei primi mesi, ha una certa tendenza a peggiorare a causa dell'aumento di peso dell'utero, che tende ad abbassarsi ulteriormente. Dal quarto mese, invece, l'affezione subisce un not\r\nevole miglioramento, perché l'utero, aumentando di volume, è sostenuto dalla cintura ossea del bacino e tende quindi a riportarsi nella posizione fisiologica. L'influsso del prolasso sulla gravidanza è scarso, e qualche rischio di interruzione sussiste s\r\nolo nei primi mesi.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx2715\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 PROCESSI INFIAMMATORI\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Le infiammazioni del collo dell'utero (cerviciti) subiscono un aggravamento, in seguito alla gravidanza, con aumento della secre\r\nzione e proliferazione della mucosa del collo. Anche i polipi cervicali aumentano di volume e vanno incontro a facile sanguinamento. Le cerviciti non hanno generalmente influenza sull'andamento della gravidanza.\\par\r\nLe endometriti (cioè le infiammazioni\r\n della mucosa del corpo dell'utero) croniche permettono generalmente l'impianto dell'\\cf17 \\ATXht80000 uovo\\cf16 \\ATXht0 , ma hanno un influsso sfavorevole sulla gravidanza. Esse, impedendo lo sviluppo in profondità della \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 , ne determinano un aumento in estensione (placenta diffusa); possono pure causare aderenze della placenta e delle membrane ovulari alla parete uterina.\\par\r\nNon è raro che l'\\cf17 \\ATXht80000 endometrite\\cf16 \\ATXht0 cronica sia causa di aborto d\r\nurante il primo trimestre di gestazione. E' perciò necessario curare tempestivamente i processi infiammatori a carico dell'\\cf17 \\ATXht80000 endometrio\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx2025\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 TUMO\r\nRI BENIGNI\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Il \\cf17 \\ATXht80000 fibroma\\cf16 \\ATXht0 è un \\cf17 \\ATXht80000 tumore\\cf16 \\ATXht0 benigno molto frequente e si trova associato alla gravidanza pressappoco nello 0,5-1% di tutte le gestazioni. Notevoli sono\r\n gli effetti causati dalla gravidanza sullo sviluppo del fibroma: sotto l'influsso degli stimoli ormonali, esso può aumentare di volume, anche in modo considerevole, mentre la sua consistenza diminuisce. L'incremento di volume non è sempre accompagnato d\r\na un corrispondente aumento dell'irrorazione sanguigna, quindi il tumore va incontro a fenomeni degenerativi accompagnati da febbre, vomito e talora aborto.\\par\r\nCol progredire della gravidanza, il fibroma non solo diventa più grande, ma anche modifica l\r\na sua posizione, sia rendendosi più sporgente sulla parete esterna dell'utero sia essendo trascinato verso l'alto dall'ingrandimento dell'utero stesso. Il tumore della parete posteriore può rimanere incarcerato nella concavità dell'\\cf17 \\ATXht94533 osso\r\n sacro\\cf16 \\ATXht0 , dando sintomi analoghi a quelli che si riscontrano nei casi di incarceramento dell'utero gravido. Il tumore sottosieroso peduncolato può andare incontro a torsione del \\cf17 \\ATXht80000 peduncolo\\cf16 \\ATXht0 . In complesso, le pros\r\npettive di condurre a termine la gravidanza sono relativamente buone.\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx3135\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 TUMORE MALIGNO DEL COLLO\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Esso è associato alla gravidanza nell'1% dei casi di \r\ntumore e, fra tutte le gestanti, quelle che ne sono affette sono l'1%. La gestazione accelera l'evoluzione di questo tumore, mentre non è dimostrato che ne faciliti la comparsa; inoltre, poiché determina una più precoce comparsa dei sintomi, i casi di tu\r\nmore diagnosticati quando questo è ancora operabile sono in gravidanza quattro volte superiori rispetto a quelli diagnosticati al di fuori di essa.\\par\r\nL'influenza del tumore maligno del collo è sovente sfavorevole: aborti e parti prematuri sono il risu\r\nltato della gestazione nel 30-40%.\\par",
"ID": 96,
"Foto": "GR014C_F1.jpg#GR014C_F2.jpg#",
"Dida_Foto": "Tumori in gravidanza.\r\nGrosso mioma sottosieroso incarcerato nella concavità dell'osso sacro. La posizione di questa massa fa sì che il collo dell'utero si sposti in alto e in avanti trascinado con sé l'uretra.\r\n#Utero affetto da mioma.\r\nLa mancanza d'elasticità dell'utero affetto da mioma determina la compressione e quindi la morte del feto. Il mioma oltre ad essere causa della compressione e della morte del feto può determinare anche un anormale annidamento dell'uovo. Inoltre, il mioma può andare incontro a torsione del peduncolo. In complesso, però, le prospettive di condurre a termine la gravidanza sono buone.\r\n#",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3075\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 DISTURBI DELLE TUBE\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx210\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 I processi morbosi che pi├╣ frequentemente colpiscono le tube sono quelli infiammatori (salpingiti\r\n).\\par\r\nL'effetto della \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 sul loro decorso dipende dalla data d'insorgenza dell'affezione: quella recente subisce nei primi mesi una riacutizzazione, mentre quella di vecchia data, accompagnata da raccolte d'\\cf17 \\ATXht80000 essudato\\cf16 \\ATXht0 e da aderenze delle tube con altri organi, pu├▓ migliorare in seguito al notevole afflusso di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 provocato dalla gestazione.\\par\r\nPer quanto riguarda l'i\r\nnflusso della malattia sulla gravidanza, dobbiamo rilevare che le salpingiti favoriscono l'impianto dell'\\cf17 \\ATXht80000 uovo\\cf16 \\ATXht0 nelle tube stesse (dando origine ad una gravidanza tubarica), e quindi, indirettamente, non consentono di portar\r\nla a termine.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nLa cura consiste in riposo a letto, borsa di ghiaccio sull'\\cf17 \\ATXht80000 addome\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 sulfamidici\\cf16 \\ATXht0 e \\cf17 \\ATXht80000 antibiotici\\cf16 \\ATXht0 .\\par",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3105\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 DISTURBI DELL'OVAIO\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Ci occuperemo dei tumori cistici che si trovano associati alla \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 nell'1% dei casi. Essi non subiscono influenze particolari in seguito alla gestazione, poiché non vanno incontro a modificazioni del loro volume. A causa però degli spostamenti che devono subire in seguito all'innal\r\nzamento del fondo dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 , possono andare incontro un po' più frequentemente che di norma a \\cf17 \\ATXht80000 torsione\\cf16 \\ATXht0 e a \\cf17 \\ATXht80000 necrosi\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nL'influsso di questi tumori sulla gr\r\navidanza dipende dalle loro dimensioni e dalla loro mobilità: di notevoli dimensioni possono determinare eccessivo aumento di volume dell'addome, causare notevoli difficoltà respiratorie negli ultimi mesi alti di gestazione e ostacolare lo sviluppo dell'\r\nutero. La loro presenza può determinare la comparsa di presentazioni anomale del \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 , creando così difficoltà al momento del \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 . I tumori cistici \\cf17 \\ATXht80000 ovarici\\cf16 \\ATXht0 \r\ninfine possono, sebbene molto raramente, rimanere incarcerati nella concavità dell'\\cf17 \\ATXht94533 osso sacro\\cf16 \\ATXht0 . L'\\cf17 \\ATXht80000 aborto\\cf16 \\ATXht0 si verifica nel 17% circa dei casi.\\par\r\nSe la presenza di tali tumori è diagnosticata\r\n prima del quarto mese, è opportuno ricorrere all'asportazione chirurgica, se invece è stabilita più tardi, è preferibile attendere il parto.\\par",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3900\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 DISTURBI DELLA MAMMELLA\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Un eccessivo sviluppo della ghiandola mammaria in \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 \r\ncostituisce il quadro dell'\\cf17 \\ATXht80000 ipertrofia\\cf16 \\ATXht0 diffusa della mammella, che è rappresentato da un considerevole aumento di volume del \\cf17 \\ATXht80000 seno\\cf16 \\ATXht0 , accompagnato da dolore, da deperimento generale, da senso di\r\n peso e di tensione. Ne sono colpite ambedue le mammelle e l'affezione scompare dopo il \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nGli adenomi della mammella aumentano considerevolmente di volume, in seguito all'azione degli \\cf17 \\ATXht80000 ormoni\\cf16 \\ATXht0 gravidici. Non rari sono gli eczemi mammari, specialmente negli ultimi mesi di gravidanza.\\par\r\nTutte queste affezioni non hanno alcun influsso sull'andamento della gravidanza.\\par",
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"Titolo": "MALATTIE IN GRAVIDANZA",
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"Titolo": "MALATTIE INFETTIVE ACUTE",
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Durante la \\cf17 \\ATXht80000 gestazione\\cf16 \\ATXht0 , infatti, avviene una diminuzione delle difese da \r\nparte dell'organismo; di conseguenza, il decorso delle malattie infettive spesso è più grave nella gestante che non nella donna normale. Queste malattie poi tendono a compromettere con maggior facilità il funzionamento di quegli organi che durante la gra\r\nvidanza devono compiere un lavoro superiore alla norma (\\cf17 \\ATXht80000 cuore\\cf16 \\ATXht0 , reni, \\cf17 \\ATXht80000 fegato\\cf16 \\ATXht0 ).\\par\r\nLo stato di minor protezione contro le malattie infettive è accentuato durante il \\cf17 \\ATXht80000 puerper\r\nio\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Alcune malattie infettive assumono un decorso più grave durante la gravidanza. Queste sono: la \\cf17 \\ATXht80000 rosolia\\cf16 \\ATXht0 , l'influenza, la \\cf17 \\ATXht80000 polmonite\\cf16 \\ATXht0 (durante \r\nil terzo trimestre, per la diminuzione delle escursioni respiratorie polmonari, determinata dall'aumento di volume dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 e dal maggior ristagno di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 nei polmoni, le affezioni polmo\r\nnari sono più frequenti), le infezioni da Bacterium coli (localizzate con maggior frequenza al \\cf17 \\ATXht80000 rene\\cf16 \\ATXht0 e alla \\cf17 \\ATXht80000 vescica\\cf16 \\ATXht0 ).\\par\r\nL'andamento di altre malattie infettive, come il \\cf17 \\ATXht80000 t\r\nifo\\cf16 \\ATXht0 , la \\cf17 \\ATXht80000 pertosse\\cf16 \\ATXht0 , il \\cf17 \\ATXht80000 morbillo\\cf16 \\ATXht0 , non viene invece sostanzialmente modificato dallo stato di gravidanza.\\par\r\nL'effetto provocato dall'insediamento di un'infezione acuta in gravid\r\nanza varia da malattia a malattia.\\par\r\nEsso può manifestarsi o con la trasmissione della malattia al \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 , attraverso la \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 , oppure, nei casi più gravi, con l'interruzione della gravi\r\ndanza o con l'insorgere di malformazioni del nascituro.\\par\r\nPer quanto riguarda la trasmissione della malattia al feto, causata dal passaggio degli agenti responsabili della malattia stessa attraverso la placenta, dobbiamo ricordare che quest'ultima rap\r\npresenta, soprattutto nei primi mesi di gravidanza, una valida barriera contro le infezioni e le tossine batteriche. Col procedere della gestazione e con l'iniziarsi dei fenomeni di senescenza della placenta, questa protezione diminuisce alquanto, quindi\r\n il feto può essere infettato. Ciò accade soprattutto nel caso del tifo, del \\cf17 \\ATXht80000 paratifo\\cf16 \\ATXht0 , dell'influenza, della dissenteria e del \\cf17 \\ATXht80000 vaiolo\\cf16 \\ATXht0 . Se il feto supera l'infezione, acquisisce l'immunità co\r\nntro l'infezione stessa.\\par\r\nI meccanismi attraverso i quali le malattie infettive possono causare l'interruzione della gravidanza sono svariati. La morte intrauterina del feto in seguito all'infezione e quindi l'\\cf17 \\ATXht80000 aborto\\cf16 \\ATXht0 p\r\nossono essere provocati anche dal fatto che l'infezione può determinare emorragie in corrispondenza della \\cf17 \\ATXht80000 decidua\\cf16 \\ATXht0 basale della placenta, causandone un parziale distacco, dal fatto che possono insorgere alterazioni circolat\r\norie con accumulo di anidride carbonica nel sangue placentare, la quale può stimolare le contrazioni premature del \\cf17 \\ATXht80000 miometrio\\cf16 \\ATXht0 , e infine dal fatto che queste contrazioni possono essere determinate anche dall'azione diretta d\r\nelle tossine batteriche sulla muscolatura uterina. Le varie malattie infettive procurano l'interruzione della gravidanza con una frequenza molto variabile da malattia a malattia: l'influenza causa l'aborto in una percentuale che va dal 35 al 60%, il tifo\r\n, la polmonite, il morbillo nel 50% circa dei casi.\\par\r\nLa comparsa di malformazioni fetali in seguito a infezioni intrauterine è unicamente legata alle infezioni virali contratte nelle prime settimane di gravidanza, durante le quali nel feto avviene la\r\n formazione dei vari organi e apparati. Delle varie conseguenze la più nota è l'azione nociva della rosolia, che si esplica attraverso malformazioni di vari apparati, secondo l'epoca di gravidanza in cui la malattia è contratta: l'apparato colpito dalle \r\nmalformazioni è quello che sta formandosi al momento dell'infezione. Si osservano cosi alterazioni a carico del cuore, del cervello, dell'occhio o dell'orecchio (\\cf17 \\ATXht80000 sordomutismo\\cf16 \\ATXht0 ).\\par\r\nSicuramente dimostrato è anche l'effetto\r\n negativo esercitato sulla gravidanza dall'\\cf17 \\ATXht80000 epatite\\cf16 \\ATXht0 virale: sono stati documentati aborti, parti prematuri e morti intrauterine del feto in gestanti affette da tale malattia.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 TERA\r\nPIA\\par\r\nLe cure a una donna gravida colpita da una malattia infettiva acuta non differiscono da quelle che sono praticate a una donna in condizioni normali. La sola differenza consiste nel fatto che la terapia deve essere tempestiva, in modo da evitare \r\nle eventuali complicazioni della gravidanza e da impedire che la malattia si estenda anche al feto. Il fatto che molti dei medicamenti usati possano facilmente attraversare la placenta ed entrare nel sangue del feto, permette che anch'esso sia curato in \r\nmodo efficace.\\par",
"Dida_Foto": "Infezioni intrauterine. \r\n#Rosolia in gravidanza.\r\nL'infezione contratta dalla madre può colpire il feto attraverso il passaggio transplacentare del virus, causando nel primo trimestre, in circa la metà dei casi, un aborto spontaneo. L'80% dei feti di madre affetta viene a sua volta contagiato e tutti i feti contagiati sono affetti da fetopatia rubeolica alla nascita. La fetopatia qualora non porti ad aborto spontaneo può causare gravi alterazioni a carico di importanti organi, come mostra lo schema. \r\n#Fetopatia rubeolica evolutiva. \r\n#Rischio di embriopatia in rapporto all'età gestionale. \r\n#Toxoplasmosi.\r\nMalattia infettiva causata da un protozoo (schema) che, se contratta nel primo trimestre di gravidanza, può causare gravi malformazioni con severi deficit neurologici fetali. Nella foto, pseudocisti costituita da aggregati intracellulari di Toxoplasma gondii.\r\n#Infezione da citomegalovirus in gravidanza.\r\nCirca il 40% delle donne che sono infettate dal citomegalovirus (CMV) in gravidanza lo trasmettono al feto che, in un 10% dei casi, manifesterà i segni dell'infezione. Questi consistono in petecchie, ittero, splenomegalia, talvolta microcefalia, ritardo di crescita, prematurità. Nelle forme più impegnative la mortalità è del 20-30%. Nella foto al microscopio, citomegalovirus in fibroblasti embrionali infettati.\r\n#Epatite virale in gravidanza.\r\nVirus dell'epatite B (freccia grande) e particelle dell'antigene virale HBs Ag (freccia piccola) al microscopio.\r\n#",
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"Dida_Movie": "@",
"Vedi_Anche": "ROSOLIA 50417#POLMONITI 21415#Epatite da virus A (HAV) 21822#Epatite acuta da virus B (HBV) 21823#ABORTO 50125#PATOLOGIA PRENATALE: ANOMALIE CONGENITE 50137#"
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"Titolo": "MALATTIE INFETTIVE CRONICHE",
"Codice": "GR015B",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx4365\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 MALATTIE INFETTIVE CRONICHE\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Dopo esserci occupati delle malattie infettive acute in \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 , analizziamo ora le malattie infettive croniche. Soprattutto due di queste assumono notevole importanza per i loro rapporti con la gestazione: la \\cf17 \\ATXht80000 tubercolosi\\cf16 \\ATXht0 e la \\cf17 \\ATXht80000 s\r\nifilide\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1620\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 TUBERCOLOSI\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 L'incidenza di tale malattia in gravidanza si aggira sullo 0,2-1%.\\par\r\nNegli ultimi anni, ci si è resi conto che gli effetti nocivi de\r\nlla gravidanza sul decorso della tubercolosi polmonare sono limitati. E' tuttavia opportuno che l'ostetrico sia affiancato da un tisiologo e che insieme formulino un giudizio complessivo sulle condizioni della malattia e sui suoi probabili sviluppi, in m\r\nodo da adottare una terapia efficace.\\par\r\nI normali farmaci usati nella terapia della tubercolosi, non recano alcun danno alla gestazione e il \\cf17 \\ATXht80000 pneumotorace\\cf16 \\ATXht0 artificiale (introduzione d'aria nel cavo pleurico per impedire i\r\nl normale funzionamento del \\cf17 \\ATXht80000 polmone\\cf16 \\ATXht0 e metterlo cosi a riposo), può essere praticato senza inconvenienti. La \\cf17 \\ATXht80000 toracoplastica\\cf16 \\ATXht0 (\\cf17 \\ATXht80000 resezione\\cf16 \\ATXht0 totale o parziale delle \r\ncoste per impedire la trazione da esse esercitata sui polmoni), invece, dovrebbe essere praticata solo nei primi mesi. Grazie agli svariati mezzi di cura che il tisiologo ha a disposizione per la terapia della tubercolosi polmonare, l'\\cf17 \\ATXht80000 a\r\nborto\\cf16 \\ATXht0 terapeutico non è più praticato, se non in casi eccezionali.\\par\r\nSoprattutto quando le condizioni dell'ambiente nel quale la donna vive sono sfavorevoli, può essere opportuno il ricovero in sanatorio.\\par\r\nLa tubercolosi non ha effet\r\nti sullo svolgimento della gravidanza; ben raramente il bacillo della malattia riesce ad oltrepassare la barriera placentare, quindi il feto non contrae la malattia né durante la vita intrauterina né durante il \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 . E' p\r\nrobabile però che esso erediti dai genitori una predisposizione verso questa malattia ed è inevitabile che la contragga, se lasciato in continuo contatto con la madre. E' quindi da evitare l'\\cf17 \\ATXht80000 allattamento\\cf16 \\ATXht0 materno sia nell'i\r\nnteresse del neonato sia nell'interesse della madre, il cui organismo, già indebolito dalla malattia, sarebbe ulteriormente sottoposto ad un eccesso di lavoro.\\par\r\nIl \\cf17 \\ATXht80000 puerperio\\cf16 \\ATXht0 rappresenta il periodo più delicato per la d\r\nonna tubercolotica; il controllo tisiologico quindi deve essere particolarmente attento e la terapia intensificata.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1050\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 SIFILIDE\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Sebbene questa grave malattia non abbia più l\r\na diffusione di un tempo, tuttavia essa si associa ancora alla gravidanza.\\par\r\n\\pard\\tx780\\ATXts0\\ATXbrdr0 L'effetto della gravidanza sulla malattia è scarso: infatti, nella maggioranza dei casi la sifilide non presenta manifestazioni cliniche apparisce\r\nnti ed è svelabile solo attraverso le varie reazioni sierologiche. Nei rari casi in cui si abbiano manifestazioni cliniche in atto, queste sono generalmente modificate e purtroppo aggravate dalla gravidanza.\\par\r\n\\pard\\tx210\\ATXts0\\ATXbrdr0 Gli effetti c\r\nhe la sifilide ha sulla gravidanza sono molto gravi. Solo nei casi in cui la madre contragga la malattia negli ultimi due mesi, non avvengono inconvenienti e il feto non è contagiato. Invece, quando una donna affetta da sifilide diviene gravida, la malat\r\ntia è inevitabilmente trasmessa al feto. Fino al quarto mese, però, la \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 rappresenta una barriera praticamente insuperabile per il \\cf17 \\ATXht80000 treponema\\cf16 \\ATXht0 pallido (la \\cf17 \\ATXht80000 spirocheta\\cf16 \\ATXht0 responsabile della sifilide): se perciò fin dai primi tempi s'inizia una terapia efficace contro la sifilide, si ha la possibilità di proteggere il feto dall'infezione nel 97% dei casi. Se la malattia è invece trascurata, il feto è infettato e\r\n spesso è destinato a morire.\\par\r\nSi può avere così un aborto (nel 65% dei casi) o un parto prematuro (20% dei casi); solo nel 15% dei casi la gravidanza giunge a termine, ma in molti casi il feto nasce morto. Qualora esso sia vivente, presenta i segni \r\ndella cosiddetta sifilide congenita (il termine \"congenita\" non è del tutto appropriato, perché non si tratta di una malattia ereditaria, ma semplicemente di un'infezione avvenuta durante la vita intrauterina). Nel caso in cui il feto nasca morto, esso s\r\ni presenta macerato, con i segni dell'infezione. In ogni caso, la placenta presenta alterazioni caratteristiche (ha un volume molto superiore alla norma, è molle, edematosa, e i cotiledoni sono separati fra loro da solchi profondi) e all'esame microscopi\r\nco si possono osservare numerose spirochete.\\par\r\nIl feto presenta spesso un'\\cf17 \\ATXht80000 eruzione\\cf16 \\ATXht0 bollosa in corrispondenza del palmo della mano e della pianta del piede (\\cf17 \\ATXht80000 pemfigo\\cf16 \\ATXht0 ) e un ingrossamento del\r\nla \\cf17 \\ATXht80000 milza\\cf16 \\ATXht0 e del \\cf17 \\ATXht80000 fegato\\cf16 \\ATXht0 . A causa delle alterazioni ossee presenti, spesso gli arti sembrano paralizzati (pseudoparalisi di \\cf17 \\ATXht80000 Parrot\\cf16 \\ATXht0 ). Per evitare queste terribili\r\n conseguenze, è quindi necessario curare la sifilide il più presto possibile. Anche nel caso in cui la malattia sia già stata curata e guarita prima dell'inizio della gravidanza, sarà opportuno ripetere un ciclo di cura.\\par\r\nIl neonato sifilitico deve e\r\nssere immediatamente sottoposto ad un'intensa cura antiluetica, per ridurre al minimo i gravissimi danni portati dall'infezione al suo organismo.\\par\r\nPer concludere sui rapporti tra sifilide e gestazione, dobbiamo ricordare che quanto più lontano dal pe\r\nriodo della gravidanza è il momento in cui la donna ha contratto la malattia, tanto maggiori sono le probabilità che il feto sopravviva. Si è talvolta osservato, infatti, che donne luetiche, in gravidanze successive, hanno avuto dapprima aborti al quinto\r\n-sesto mese, poi parti prematuri, poi parti a termine, ma con feto nato morto, poi parti a termine con feti vivi, ma con i segni della sifilide congenita, infine, in alcuni casi, un parto con il neonato non infettato, anche se presentava malformazioni e \r\nritardi nello sviluppo fisico-psichico.\\par\r\nLa terapia si basa soprattutto sull'impiego d'\\cf17 \\ATXht80000 antibiotici\\cf16 \\ATXht0 , tra i quali la \\cf17 \\ATXht80000 penicillina\\cf16 \\ATXht0 e i suoi derivati, che sembrano essere i più efficaci, e di\r\n \\cf17 \\ATXht80000 chemioterapici\\cf16 \\ATXht0 antiluetici, con dosaggio cauto per le gravi conseguenze che la loro tossicità può determinare sia sul feto che sulla madre.\\par",
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"Vedi_Anche": "TUBERCOLOSI 21431#Sifilide 2119#"
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"Titolo": "MALATTIE DELL'APPARATO CIRCOLATORIO",
"Codice": "GR015C",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3495\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 MALATTIE DELL'APPARATO CARDIOCIRCOLATORIO\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 La gestante affetta da cardiopatie o da malattie del \\cf17 \\ATXht80000 sang\r\nue\\cf16 \\ATXht0 deve essere assiduamente controllata non solo durante tutta la \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 , ma anche durante il \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 e il \\cf17 \\ATXht80000 puerperio\\cf16 \\ATXht0 , che rappresentano per le\r\ni due momenti molto delicati e non privi di rischi.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx2010\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 CARDIOPATIE\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Il fatto che, durante la gravidanza, il \\cf17 \\ATXht80000 cuore\\cf16 \\ATXht0 vada incontro ad un notevole\r\n aumento di lavoro, permette di comprendere come la gestazione possa essere un fattore d'aggravamento delle malattie di cuore. Sono perciò d'estrema importanza uno stretto controllo medico e una terapia adatta. Questa cons\r\niste anzitutto nel riposo, che nei casi gravi deve essere ininterrotto a letto. Ricordiamo che la legge prescrive che le donne affette da malattie il cui andamento è aggravato dalla gravidanza possono lasciare il lavoro dal giorno dell'accertamento medic\r\no di gravidanza (legge del 26-8-1950).\\par\r\nLa dieta deve essere leggera, ma equilibrata e ricca di \\cf17 \\ATXht80000 vitamine\\cf16 \\ATXht0 , la quantità di liquidi ingeriti limitata e ridotto l'uso del sale da cucina. L'aumento di peso della donna cardi\r\nopatica non deve superare i 7-10 chilogrammi per tutta la gravidanza. A queste misure di carattere igienico deve essere aggiunto l'uso di tutti quei medicamenti che possono essere necessari per impedire la comparsa di uno scompenso cardiaco. Nel primo tr\r\nimestre può essere indicato un intervento chirurgico sul cuore, per correggere quei vizi cardiaci che possono essere curati chirurgicamente.\\par\r\nI pericoli maggiori per la donna ammalata di cuore, però, sono legati al parto e al puerperio per lo sforzo \r\nfisico considerevole che il primo comporta e per le modificazioni circolatorie che s'instaurano durante il secondo. Per questa ragione, il parto di una donna cardiopatica deve svolgersi in ospedale. Specialmente se le condizioni cardiache sono piuttosto \r\ngravi, è sconsigliabile l'\\cf17 \\ATXht80000 allattamento\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nL'effetto delle cardiopatie sulla gravidanza è piuttosto scarso: l'\\cf17 \\ATXht80000 aborto\\cf16 \\ATXht0 si verifica raramente (1,8% dei casi), più frequente è il parto prematu\r\nro, al settimo o all'ottavo mese.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx2430\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 MALATTIE DEL SANGUE\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Poiché produce una diminuzione relativa del numero di globuli rossi e della quantità\r\n d'\\cf17 \\ATXht80000 emoglobina\\cf16 \\ATXht0 presente nel sangue, la gravidanza influisce in modo sfavorevole sull'andamento dei vari tipi d'\\cf17 \\ATXht80000 anemia\\cf16 \\ATXht0 che ad essa possono associarsi. Facile stancabilità, pallore, palpitazion\r\ni sono i primi segni dell'instaurarsi di uno stato anemico. La cura deve essere diretta ad eliminare la causa dell'anemia; si devono inoltre praticare, eventualmente, trasfusioni di sangue e somministrare una quantità di \\cf17 \\ATXht80000 ferro\\cf16 \\ATXht0 sufficiente agli aumentati bisogni della gestante.\\par\r\nPer quanto riguarda gli effetti degli stati anemici sulla gravidanza, ricordiamo che essi causano, con una frequenza un po' maggiore che nella norma, aborto e parto prematuro; la durata del parto\r\n è un po' più lunga e con maggior frequenza possono verificarsi emorragie dopo il parto e infezioni puerperali. Il \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 , oltre ai pericoli ai quali può andare incontro per aborti o parti prematuri e per la maggior durata d\r\nel \\cf17 \\ATXht80000 travaglio\\cf16 \\ATXht0 di parto, risente in modo svantaggioso anche del diminuito apporto d'\\cf17 \\ATXht80000 ossigeno\\cf16 \\ATXht0 causato dall'anemia della madre.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Alcune forme di \\cf17 \\ATXht80000 leucemia\\cf16 \\ATXht0 sono aggravate dalla gravidanza, che ne accelera il decorso. L'aborto a scopo terapeutico, anziché produrre un miglioramento, causa un peggioramento ed è quindi controindicato. Tuttavia l'uso di tutti i mezzi terapeutici oggi a disp\r\nosizione del medico, e abbondanti trasfusioni di sangue, possono permettere in certi casi alla donna di portare a termine la gravidanza.\\par",
"ID": 103,
"Foto": "GR015C_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Malattie del sangue in gravidanza. \r\n#",
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"Vedi_Anche": "ANEMIE 21155#EMORRAGIA POST PARTUM 50185#"
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"Titolo": "MALATTIE DELL'APPARATO RESPIRATORIO",
"Codice": "GR015D",
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"ID": 104,
"Foto": "GR015D_F1.jpg#GR015D_F2.jpg#",
"Dida_Foto": "Polmonite in gravidanza.\r\nKlebsiella pneumoniae, al microscopio a scansione, uno degli agenti della polmonite. La malattia è rara in gravidanza ed è comunque controllabile con la terapia, per cui i rischi fetali da ipossia, attualmente, non esistono più. E' comunque sempre necessaria l'ospedalizzazione e, nei casi più seri, la gravidanza può essere compromessa dall'aborto o da un parto prematuro.\r\n#Pneumopatie in gravidanza. \r\n#",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3465\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 MALATTIE DELL'APPARATO DIGERENTE\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx210\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 La maggioranza di queste malattie (gastriti, \\cf17 \\ATXht80000 ulcera\\cf16 \\ATXht0 \r\ngastrica e duodenale, coliti ecc.) non è modificata dallo stato di \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 né ha influsso sul suo andamento.\\par\r\nL'\\cf17 \\ATXht80000 appendicite\\cf16 \\ATXht0 , invece, è frequentemente riacutizzata dalla gravidanza e g\r\nli attacchi hanno una maggiore gravità negli ultimi mesi.\\par\r\nNella prima metà della gravidanza, l'asportazione chirurgica dell'appendice può essere fatta senza alcun pericolo per il proseguimento della gestazione. Bisogn\r\na tenere presente che in questo periodo la diagnosi d'appendicite è più difficile per la presenza di una sintomatologia più sfumata.\\par\r\nSfavorevolmente influenzate dalla gestazione sono anche le malattie delle vie biliari, a causa della diminuzione del\r\n tono delle pareti della cistifellea (fatto che favorisce il ristagno in essa della bile) e dell'aumento di \\cf17 \\ATXht80000 colesterolo\\cf16 \\ATXht0 nel \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 e nella bile (fatto che pre\r\ndispone alla formazione di calcoli biliari). L'intervento chirurgico, che non è controindicato, deve essere però eseguito entro la prima metà della gravidanza.\\par",
"ID": 105,
"Foto": "GR015E_F1.jpg#GR015E_F2.jpg#",
"Dida_Foto": "Appendicite in gravidanza.\r\nL'appendicite in gravidanza può con una certa frequenza giungere a perforazione per la difficoltà di diagnosi. Durante la gravidanza, infatti, si ha un innalzamento del punto appendicolare, indicato in figura con i numeri che corrispondono ai mesi di gravidanza.\r\n#Malattie della bocca in gravidanza.\r\nIn gravidanza si registrano con una certa frequenza forme di iperplasia gengivale o forme tumorali benigne a carico della gengiva, come quella illustrata.\r\n#",
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"Dida_Movie": "@",
"Vedi_Anche": "Appendicite 21785#CALCOLOSI DELLA COLECISTI E DELLE VIE BILIARI 21843#"
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{
"Titolo": "MALATTIE DELL'APPARATO URINARIO",
"Codice": "GR015F",
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"ID": 106,
"Foto": "GR015F_F1.jpg#GR015F_F2.jpg#",
"Dida_Foto": "Infezioni delle vie urinarie in gravidanza.\r\nRapporti tra utero e vie urinarie in una donna non gravida (A) e gravida (B).\r\n#Infezioni delle vie urinarie in gravidanza. \r\nBatteri appartenenti al genere Pseudomonas visti al microscopio a scansione, agenti responsabili delle infezioni delle vie urinarie in gravidanza.\r\n#",
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"Dida_Movie": "@",
"Vedi_Anche": "GLOMERULONEFRITI CRONICHE 21865#TUBERCOLOSI URINARIA 21901#CALCOLOSI RENALE 21903#INFEZIONI DELLE VIE URINARIE 21898#Pielonefrite 21877#"
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{
"Titolo": "MALATTIE DEL SISTEMA ENDOCRINO",
"Codice": "GR015G",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\f1 \\cf16 MALATTIE DEL SISTEMA ENDOCRINO E DEL RICAMBIO\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Le profonde modificazioni indotte in questo campo dalla \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 h\r\nanno inevitabilmente effetto sulle malattie del sistema endocrino e del ricambio preesistenti alla gestazione.\\par\r\nD'altra parte le reazioni variano da soggetto a soggetto e gli effetti, di conseguenza, sono diversi da ge\r\nstante a gestante.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx2415\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 MALATTIE DELL'IPOFISI\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Molte malattie di questa ghiandola sono causa di \\cf17 \\ATXht80000 sterilità\\cf16 \\ATXht0 , e perciò non presentano interesse in \r\nquesta sede. Alcune, però, consentono il \\cf17 \\ATXht80000 concepimento\\cf16 \\ATXht0 : il \\cf17 \\ATXht80000 diabete\\cf16 \\ATXht0 insipido e le \\cf17 \\ATXht80000 adiposità\\cf16 \\ATXht0 ipofisarie.\\par\r\nIl primo subisce un miglioramento se preesisteva al\r\nla gravidanza; se insorge in gravidanza, assume un decorso più grave, ma può spontaneamente regredire dopo il \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Le adiposità ipofisarie, a causa dello stimolo prodotto dalla gravidanza\r\n al \\cf17 \\ATXht80000 trofismo\\cf16 \\ATXht0 e all'irrorazione dei tessuti, sono accentuate. Esse, a loro volta, influiscono sfavorevolmente sulla gravidanza, sia perché predispongono alla \\cf17 \\ATXht80000 gestosi\\cf16 \\ATXht0 , sia perché, durante il p\r\narto, l'eccesso di grasso ostacola la contrazione della muscolatura uterina. Il controllo della dieta nelle gestanti affette da queste forme d'adiposità deve essere rigorosissimo.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx2580\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 MALATTIE DELLA TIROIDE\r\n\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Nelle donne affette da \\cf17 \\ATXht80000 gozzo\\cf16 \\ATXht0 prima della gravidanza, questo va incontro ad un considerevole aumento di dimensioni durante la gestazione; ciò può dare seri inconvenienti, a causa della possi\r\nbilità che la \\cf17 \\ATXht80000 trachea\\cf16 \\ATXht0 sia compressa.\\par\r\nIl \\cf17 \\ATXht9529 morbo di Basedow\\cf16 \\ATXht0 ha in gravidanza un comportamento variabile: in alcuni casi (60%) si osserva un peggioramento, mentre in altri (40%) avviene un m\r\niglioramento. Dobbiamo infine ricordare che spesso forme d'alterata funzionalità della tiroide possono essere causa di ripetuti aborti.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx3735\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 MALATTIE DELLE CAPSULE SURRENALI\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 L\r\n'insufficiente funzionalità di queste ghiandole (\\cf17 \\ATXht968 Morbo di Addison\\cf16 \\ATXht0 ), quando non raggiunge una gravità tale da impedire il concepimento, costituisce un serio pericolo per la donna gravida. Com'è noto, infatti, le capsule surre\r\nnali svolgono nell'organismo l'importantissima funzione di regolarne le difese di fronte alle modificazioni dell'ambiente sia interno che esterno.\\par\r\nPoiché la gravidanza rappresenta una profonda modificazione dell'equilibrio interno dell'organismo, è \r\nevidente che, specialmente all'inizio e alla fine della gestazione, quando appunto avviene il passaggio allo stato di gravidanza e il ritorno allo stato normale, alle capsule surrenali è richiesto un aumento di lavoro. Se la malattia le ha indebolite al \r\npunto che esse non possono più rispondere alle nuove esigenze, l'organismo va incontro a un'insufficienza surrenale acuta, che richiede una pronta terapia.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx3255\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 DIABETE E STATI PREDIABETICI\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Non è infrequente durante la gravidanza osservare la presenza di zucchero nelle urine (le varie statistiche parlano di una percentuale che va dal 4 al 13%). Le cause possono essere svariate e gli zuccheri presenti nelle urine possono essere \r\nlattosio (zucchero di latte) oppure \\cf17 \\ATXht80000 glucosio\\cf16 \\ATXht0 (zucchero d'uva).\\par\r\nLa comparsa di lattosio nelle urine (\\cf17 \\ATXht80000 lattosuria\\cf16 \\ATXht0 ) si può osservare nelle ultime settimane di gravidanza: in quest'epoca le \r\nmammelle cominciano a produrlo e una parte di esso può passare nel \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 ed essere eliminato attraverso i reni. Poiché i normali metodi di analisi delle urine rivelano la presenza di qualsiasi zucchero, il lattosio potreb\r\nbe essere confuso con il glucosio, ma mediante semplici analisi supplementari è facile differenziare i due zuccheri.\\par\r\nLa lattosuria non ha significato patologico e non deve destare preoccupazione.\\par\r\nLe cause della diminuzione di tolleranza verso g\r\nli zuccheri sono svariate: in ogni caso la gravidanza, in seguito alle profonde modificazioni neurovegetative ed endocrine che determina nell'organismo della gestante, altera il meccanismo dell'assimilazione e dell'immagazzinamento degli zuccheri.\\par\r\nL\r\n'importanza della \\cf17 \\ATXht80000 glicosuria\\cf16 \\ATXht0 (comparsa di glucosio nelle urine) sta nel fatto che essa può essere il primo sintomo di uno stato prediabetico. Essa deve essere valutata a ogni controllo in gravidanza e il riscontro di glico\r\nsuria superiore a 0,2 gr/l, se ripetuto due volte di seguito a distanza di qualche giorno, indica l'opportunità di eseguire esami più specifici.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Una causa di presenza di zucchero nelle urine può essere il diabete mellito \r\n(caratterizzato da un aumento della quantità di glucosio presente nel sangue e dalla conseguente comparsa di zucchero nelle urine).\\par\r\nLe gravi conseguenze di questa malattia sono state profondamente modificate, ormai da parecchi anni, dalla scoperta d\r\nell'\\cf17 \\ATXht80000 insulina\\cf16 \\ATXht0 (ormone prodotto dalla porzione endocrina del \\cf17 \\ATXht80000 pancreas\\cf16 \\ATXht0 , che ha la funzione appunto di mantenere a un determinato livello la quantità di zucchero presente nel sangue); è appunto \r\nla mancata o l'insufficiente produzione di insulina la causa più frequente della comparsa del diabete. Tuttavia questa non è la sola modificazione ormonale collegata con il diabete: tutto il sistema di \\cf17 \\ATXht80000 ormoni\\cf16 \\ATXht0 che regola la\r\n quantità di zucchero presente nei vari organi e nel sangue e la sua utilizzazione è profondamente modificato in questa malattia.\\par\r\nL'influenza dello stato di gravidanza sul diabete varia secondo l'epoca della gestazione stessa.\\par\r\n\\pard\\tx195\\tx4350\\ATXts0\\ATXbrdr0 Durante il primo trimestre, in stretto legame con le modificazioni neurovegetative e ormonali caratteristiche di questo periodo, si osserva un peggioramento a causa delle modificazioni della tolleranza agli zuccheri e dei rapporti tra ins\r\nulina e ormoni a essa antagonisti. Il secondo trimestre rappresenta un periodo di relativa stabilizzazione della malattia e più rare sono le sue complicazioni.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Nel terzo trimestre, poi, si osserva un miglioramento del dia\r\nbete materno. Ciò va messo in relazione con il fatto che in questo periodo il feto ha bisogno, per il suo sviluppo, di una gran quantità di zucchero, che è così sottratto al sangue materno: la quantità di glucosio presente nel sangue della madre viene co\r\nsì a diminuire, con un miglioramento della malattia.\\par\r\nSubito dopo il parto però, quando viene a mancare il passaggio del glucosio dalla madre al feto, la donna va incontro a un forte aumento della \\cf17 \\ATXht80000 glicemia\\cf16 \\ATXht0 (contenuto d\r\ni glucosio nel sangue), che deve essere prontamente curato. E' questa una delle ragioni per cui il parto di una donna diabetica deve necessariamente avvenire in ospedale.\\par\r\nL'\\cf17 \\ATXht80000 allattamento\\cf16 \\ATXht0 è sconsigliabile, perché compor\r\nta un aggravamento della malattia.\\par\r\nIl diabete ha un profondo influsso sull'andamento della gravidanza. I più gravi inconvenienti sono stati eliminati grazie all'uso dell'insulina; tuttavia la presenza del diabete non deve essere trascurata.\\par\r\nCon\r\n frequenza maggiore che nella norma, nella donna diabetica si osserva tendenza al polidramnios (aumento della quantità del liquido \\cf17 \\ATXht80000 amniotico\\cf16 \\ATXht0 ) e alla gestosi.\\par\r\nI nati da madre diabetica r\r\naggiungono dimensioni considerevolmente superiori alla media, fino a 5-6 chilogrammi di peso. Questo fatto è dovuto, da un lato, alla maggior disponibilità di zucchero che il feto trova nel sangue materno, dall'altro, all'aumentata attività dell'ormone \\cf17 \\ATXht80000 somatotropo\\cf16 \\ATXht0 materno (ormone prodotto dall'ipofisi e che ha l'effetto di stimolare la crescita e lo sviluppo di tutto l'organismo). D'altra parte il feto, sotto lo stimolo della notevole quantità di zucchero presente nel suo s\r\nangue, reagisce producendo una maggior quantità di insulina. Finché rimane legato alla madre, egli riesce così a controllare la propria glicemia; al momento del parto però, quando le connessioni materno-fetali vengono a essere interrotte, l'apporto di zu\r\ncchero dall'esterno bruscamente diminuisce, mentre l'azione dell'insulina continua, determinando un'ulteriore diminuzione della glicemia. Il neonato quindi si trova esposto al pericolo di una grave diminuzione del livello del glucosio nel sangue, diminuz\r\nione che può essere molto pericolosa per il suo organismo ancora molto debole.\\par\r\nRicordiamo che, sebbene la quantità di insulina prodotta dal feto sia superiore alla norma, questo ormone non passa attraverso i villi placentari e non entra nel sangue m\r\naterno: il miglioramento del diabete materno, durante il terzo trimestre, quindi, non è dovuto all'azione dell'insulina fetale.\\par\r\nLa cura del diabete nella donna gravida non differisce da quella in una donna normale, deve essere però particolarmente a\r\nttenta.\\par\r\nVa rigorosamente rispettato un opportuno regime dietetico e la terapia con insulina deve essere regolata in modo da mantenere il più normale possibile il livello della glicemia.\\par\r\nUn cenno particolare meritano i cosiddetti stati prediabet\r\nici. Si tratta di condizioni nelle quali i sintomi del diabete non sono ancora apparsi chiaramente, ma che alla fine sfociano nel diabete conclamato. Essi rappresentano un pericolo per la gravidanza, perché sono già presenti le alterazioni ormonali che c\r\nausano il diabete, mentre la cura non è stata iniziata. Le conseguenze più gravi sono il parto prematuro e la morte del feto in periodo neonatale.\\par\r\nGrazie però ai controlli clinici che attualmente è possibile effettuare in gravidanza, questo stato pu\r\nò essere facilmente diagnosticato e curato in tempo.\\par",
"ID": 107,
"Foto": "GR015G_F1.jpg#GR015G_F2.jpg#",
"Dida_Foto": "Gestante e malattia diabetica.\r\nLo stato di gravidanza nella donna predisposta al diabete può scatenare la malattia stessa mentre nella donna diabetica può aggravare il disturbo metabolico già presente. La cura del diabete nella donna gravida deve essere particolarmente attenta, per evitare temibili complicanze a carico sia della madre sia del feto.\r\n#Gravidanza e diabete. \r\n#",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx2160\\tx2970\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 GESTOSI\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx210\\tx2970\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Sotto il termine di gestosi (o malattie per la \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 ) si indicano tutte quelle forme morbose la cui insorgenza è strettamente collegata con la gravidanza, che non si osservano mai al di fuori di essa e scompaiono con il cessare dello stato gravidico. Un tempo, quando il feto era co\r\nnsiderato come un parassita dell'organismo materno, queste forme morbose erano indicate con il termine di \\cf17 \\ATXht80000 tossicosi\\cf16 \\ATXht0 gravidiche, perché si pensava che fossero causate da qualche ignoto veleno, o \\cf17 \\ATXht80000 tossina\\cf16 \\ATXht0 , formatosi in gravidanza.\\par\r\nOggi sappiamo che i rapporti tra madre e feto sono di simbiosi armonica e omogenea: infatti, mentre il feto assorbe dall'organismo materno i prodotti necessari al suo nutrimento, riversa nel circolo materno una gr\r\nande quantità d'\\cf17 \\ATXht80000 ormoni\\cf16 \\ATXht0 che, determinando tutte le modificazioni che abbiamo descritto, mettono l'organismo materno in condizione di fronteggiare la nuova situazione.\\par\r\nE' evidente però che il passaggio al nuovo equilibr\r\nio non avviene di colpo, ma gradualmente. D'altra parte, l'equilibrio gravidico non persiste fino al momento del \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 , ma inizia a disgregarsi dal settimo mese.\\par\r\nE' soprattutto nei periodi di transizione (primo e terz\r\no trimestre) che possono determinarsi alterazioni anche gravi nell'organismo materno. Si possono perciò distinguere gestosi della prima metà della gravidanza, che comprendono ptialismo, \\cf17 \\ATXht80000 emesi\\cf16 \\ATXht0 e \\cf17 \\ATXht80000 iperemesi\\cf16 \\ATXht0 gravidica, e gestosi della seconda metà della gravidanza, che comprendono essenzialmente la \\cf17 \\ATXht80000 nefropatia\\cf16 \\ATXht0 gravidica, l'\\cf17 \\ATXht80000 eclampsia\\cf16 \\ATXht0 , il distacco intempe\r\nstivo di \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 normalmente inserta e l'atrofia giallo-acuta del \\cf17 \\ATXht80000 fegato\\cf16 \\ATXht0 .\\par",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx1665\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 PTIALISMO\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Si tratta di una \\cf17 \\ATXht80000 gestosi\\cf16 \\ATXht0 caratteristica della prima metà della \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 , nella quale si osserva un'eccessiva produzione di saliva, che può raggiungere anche 1,5-2 litri il giorno. Il disturbo si manifesta prevalentemente di mattino.\\par\r\nQuesta gestosi è piuttosto rara; colpisce prevalentemente d\r\nonne che già al di fuori della gravidanza, presentavano una notevole labilità del sistema neurovegetativo e scompare spontaneamente verso l'inizio del quarto mese, oppure, nei casi in cui la gravidanza s'interrompe, prima di quest'epoca.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nLa composizione della saliva prodotta è in pratica normale; la sua gran quantità costringe, però, la donna a sputare continuamente. La saliva causa irritazione in corrispondenza dei margini della bocca e suscita un notevole fastidio.\r\n\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nIl meccanismo con cui si determina questo caratteristico e strano disturbo non è chiarito, e non esiste una terapia specifica contro di esso. D'altra parte, una cura è necessaria solo nei casi gravi: si ricorre alla sommin\r\nistrazione d'\\cf17 \\ATXht80000 atropina\\cf16 \\ATXht0 ad intervalli regolari, ottenendo così una considerevole diminuzione della produzione di saliva.\\par",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx2580\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 EMESI GRAVIDICA\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Il 50-60% delle donne gravide soffre di \\cf17 \\ATXht80000 vomito\\cf16 \\ATXht0 il mattino; questo si \r\nmanifesta nella maggior parte dei casi con \\cf17 \\ATXht80000 nausea\\cf16 \\ATXht0 seguita da \\cf17 \\ATXht80000 rigurgito\\cf16 \\ATXht0 di una piccola quantità di succo gastrico e di saliva. Si tratta di un fenomeno che rientra tra le manifestazioni \"simp\r\natiche\" della \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 e non ha alcun significato patologico; si osserva generalmente dalla quarta-sesta settimana di gravidanza e scompare spontaneamente alla fine del terzo mese. Tale disturbo può essere eliminato pren\r\ndendo, prima di alzarsi, un biscotto secco e una tazza di tè.\\par\r\nIn alcuni casi, la tendenza al vomito rimane anche durante la giornata e, di tanto in tanto, avviene anche dopo i pasti. Questo fatto deve essere considerato come patologico ed è indicato\r\n con il nome di \\cf17 \\ATXht80000 emesi\\cf16 \\ATXht0 gravidica. Quando poi il vomito occorre regolarmente dopo tutti i pasti e anche a \\cf17 \\ATXht80000 stomaco\\cf16 \\ATXht0 vuoto, si parla di \\cf17 \\ATXht80000 iperemesi\\cf16 \\ATXht0 gravidica.\\par",
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"Titolo": "IPEREMESI GRAVIDICA",
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"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3120\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 IPEREMESI GRAVIDICA\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Essa rappresenta senza dubbio la più grave delle \\cf17 \\ATXht80000 gestosi\\cf16 \\ATXht0 della pr\r\nima metà della \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 , e si osserva, in Italia, nello 0,3-0,4% delle gravide. Ne sono affette, con una certa prevalenza, le primigravide e le donne portatrici di gravidanze gemellari.\\par\r\nDobbiamo ricordare che, in al\r\ncuni casi, si osserva un'\\cf17 \\ATXht80000 iperemesi\\cf16 \\ATXht0 psicogena che, sebbene dia sintomi simili alla gestosi di cui ci stiamo occupando, è legata a cause psichiche: si pensa, infatti, che si tratti di una psicosi di protesta contro una gravi\r\ndanza non desiderata.\\par\r\nTalora si osserva anche un'iperemesi riflessa, determinata da riflessi che originano dall'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 gravido, quando si trova in retroflessione: in questo caso, il vomito cessa immediatamente appena l\r\n'utero è rimesso nella sua posizione fisiologica.\\par\r\nGeneralmente, l'iperemesi inizia tra il secondo e il terzo mese e non dura mai oltre il quinto.\\par\r\nIl vomito insistente, che impedisce la nutrizione e determina una considerevole perdita di succo g\r\nastrico e di saliva, causa una progressiva disidratazione e una grave perdita di \\cf17 \\ATXht80000 cloro\\cf16 \\ATXht0 da parte dell'organismo (com'è noto, il cloro è presente in notevole quantità nel succo gastrico).\\par\r\nUn tempo, poiché non esistevano\r\n cure, l'iperemesi poteva rappresentare un gravissimo pericolo per la donna gravida. Oggi, grazie alle possibilità di cura, è molto raro osservarne il quadro sintomatologico completo.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nL'iperemesi inizia con vomito dopo \r\ni pasti, ripugnanza per gli alimenti, stanchezza, moderata perdita di peso. Successivamente il vomito s'intensifica, comparendo anche a \\cf17 \\ATXht80000 stomaco\\cf16 \\ATXht0 vuoto, il peso diminuisce rapidamente (fino a 500 grammi al giorno); parallela\r\nmente si ha una disidratazione progressiva, con secchezza della bocca, infossamento degli occhi, rinsecchimento della cute e diminuzione della quantità di urine emesse durante le ventiquattro ore. In seguito alle alterazioni del \\cf17 \\ATXht80000 metabol\r\nismo\\cf16 \\ATXht0 che s'instaurano, si verifica comparsa di corpi \\cf17 \\ATXht80000 chetonici\\cf16 \\ATXht0 nel \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 : alcuni di essi passano nell'aria espirata, per cui l'alito assume odore di \\cf17 \\ATXht80000 acetone\\cf16 \\ATXht0 . La frequenza del polso aumenta fino a oltre 100 pulsazioni al minuto e la temperatura corporea si eleva. La cute, in seguito alle iniziali lesioni del \\cf17 \\ATXht80000 fegato\\cf16 \\ATXht0 , assume una tinta leggermente giallognola.\\par\r\nSuc\r\ncessivamente, se non s'interviene con una terapia tempestiva, cominciano a verificarsi lesioni irreversibili dei vari organi: cessa il vomito, ma compaiono disturbi nervosi e \\cf17 \\ATXht80000 coma\\cf16 \\ATXht0 , il polso è piccolo e la pressione sanguig\r\nna si abbassa considerevolmente. La febbre rimane elevata fino all'exitus, cioè fino alla morte.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 TERAPIA\\par\r\nSe un tempo l'iperemesi gravidica poteva rappresentare un grave pericolo per la donna, oggi il\r\n medico può non solo curarla, ma anche far sì che, nella maggior parte dei casi, la gravidanza sia portata a termine.\\par\r\nLa gestante deve essere ricoverata in ospedale. Non è opportuno somministrarle cibi, anche in forma liquida, perché non sarebbero t\r\nrattenuti, a causa del vomito. E' necessario, invece, reintegrare le gravi perdite di acqua e di sali subite dal suo organismo per mezzo di abbondanti \\cf17 \\ATXht80000 fleboclisi\\cf16 \\ATXht0 (introduzione di liquido direttamente in vena) e \\cf17 \\ATXht80000 ipodermoclisi\\cf16 \\ATXht0 (iniezione di liquido al di sotto della pelle): almeno 2 litri al giorno contenenti zucchero e sali. Devono essere somministrate forti dosi di \\cf17 \\ATXht80000 vitamine\\cf16 \\ATXht0 , soprattutto del gruppo B (in partico\r\nlare la B\\dn6 6\\dn0 ) e vitamina C. Si ricorre inoltre all'uso di \\cf17 \\ATXht80000 cortisone\\cf16 \\ATXht0 e di \\cf17 \\ATXht80000 progesterone\\cf16 \\ATXht0 e si somministrano \\cf17 \\ATXht80000 antiemetici\\cf16 \\ATXht0 (cioè farmaci atti a far cessare \r\nil vomito).\\par\r\nPer effetto della cura si osserva la graduale scomparsa del vomito, per cui diviene possibile riprendere la somministrazione di cibo. La quantità di urina aumenta fino a diventare normale, l'acetone scompare, il peso corporeo aumenta.\r\n\\par\r\nLa prevenzione dell'insorgere di questa gestosi consiste soprattutto in una dieta appropriata che deve contenere una dose sufficiente di zuccheri, specialmente alla sera. La quantità di liquidi ingerita non deve essere eccessiva. Tutte le vitamine dev\r\nono essere presenti negli alimenti in quantità sufficiente.\\par",
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"Foto": "GR016C_F1.jpg#GR016C_F2.jpg#",
"Dida_Foto": "Cause di iperemesi gravidica.\r\nLa causa più frequente è di natura psicosomatica; infatti, l'iperemesi si verifica maggiormente nella primigravide rispetto alle multigravide. Un'altra causa è rappresentata dal tasso elevato di gonadotropina corionica e ciò è comprovato dal fatto che questa gestosi si osserva più frequentemente nei casi di gravidanza gemellare e mola vescicolare. Nello schema appaiono ipotizzate anche altre due cause.\r\n#Cause psicosomatiche del vomito gravidico.\r\nNelle gravidanze nelle quali uno stato francamente tossico non sia con certezza dimostrabile (e si tratta quindi della maggioranza dei casi) risulta accettabile ammettere che il vomito gravidico rappresenti un fenomeno psicosomatico provocato dal fatto che l'impegno psicoemotivo connesso con la gravidanza può esplicare un'influenza irritativa sulle stazioni vegetative gastro-regolatrici poste nel sistema nervoso centrale, provocando così una tipica somatizzazione, come si vede nello schema in cui sono anche riportati i livelli nei quali agiscono la psicoterapia e i farmaci.\r\n#",
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"Vedi_Anche": "GRAVIDANZA GEMELLARE 5087#"
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"Titolo": "NEFROPATIA GRAVIDICA",
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"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3405\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 NEFROPATIA GRAVIDICA\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 La \\cf17 \\ATXht80000 nefropatia\\cf16 \\ATXht0 gravidica viene anche indicata con il nome di sind\r\nrome edemo-nefrosico-ipertensiva, termine che riassume i principali sintomi che la caratterizzano. Essa inizia dal quinto mese, si osserva nel 2-3% delle gravide, soprattutto nelle donne alla loro prima \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nSi\r\n tratta di una forma grave di \\cf17 \\ATXht80000 gestosi\\cf16 \\ATXht0 che, se non determina interruzione della gravidanza o non è tempestivamente curata, sfocia nell'\\cf17 \\ATXht80000 eclampsia\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nE' bene pr\r\nemettere che spesso il quadro sintomatologico (l'insieme dei sintomi) di questa gestosi non si presenta completo e che uno dei disturbi può prevalere sugli altri.\\par\r\nUno dei principali sintomi è rappresentato dalla presenza di \\cf17 \\ATXht80000 albumin\r\na\\cf16 \\ATXht0 nelle urine; contemporaneamente, la quantità di urina emessa durante le ventiquattro ore diminuisce sensibilmente. Questi fatti sono dovuti a lesioni a carico del \\cf17 \\ATXht80000 rene\\cf16 \\ATXht0 , cioè ad alterazioni degenerative, che\r\n modificano la permeabilità dei capillari renali, permettendo così la fuoriuscita dell'albumina.\\par\r\nAnche la comparsa di edemi è legata ad alterazioni della permeabilità dei capillari sanguigni e alla ritenzione di \\cf17 \\ATXht80000 sodio\\cf16 \\ATXht0 \r\n e di \\cf17 \\ATXht80000 cloro\\cf16 \\ATXht0 da parte dell'organismo (questi ioni svolgono un'importante funzione nel regolare la quantità di acqua presente nell'organismo: un loro aumento è sempre accompagnato da un aumento della quantità di acqua tratte\r\nnuta dall'organismo).\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 La manifestazione di edemi è preceduta dall'insorgere dei cosiddetti edemi invisibili: a causa del brusco aumento della quantità di acqua presente nell'organismo, avviene un rapido e considerevole au\r\nmento del peso corporeo (più di 1 chilogrammo in una settimana). Successivamente compaiono veri e propri edemi in corrispondenza delle caviglie, delle mani, del volto, della parete dell'addome. Un segno caratteristico della loro presenza è rappresentato \r\ndal \"segno dell'anello\": a causa del rigonfiamento delle dita, diviene impossibile estrarre dall'anulare la vera nuziale.\\par\r\nIl terzo sintomo che caratterizza la nefropatia gravidica è rappresentato dall'aumento della pressione arteriosa. Esso diviene \r\nsegno di un grave squilibrio se la pressione arteriosa, che inizialmente è normale, sale al di sopra dei 150 millimetri di \\cf17 \\ATXht80000 mercurio\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nNel periodo iniziale della malattia, al di fuori di questi sintomi per la massima pa\r\nrte rilevabili solo attraverso un controllo medico, molto scarsi sono gli altri segni: essi si limitano a una vaga stanchezza e a malessere. Può esservi modico dolore di testa, nausea, e talora la gestante può vedere macchie davanti agli occhi.\\par\r\nSe, \r\nperò, la malattia non è curata, nelle fasi avanzate compaiono vertigini, sonnolenza, forti dolori di testa, vomito, visione doppia, punti o lampi davanti agli occhi e la quantità di urine emesse diviene scarsissima: è questo il quadro della cosiddetta ge\r\nstosi pre-eclamptica.\\par\r\nLa nefropatia gravidica rappresenta un serio pericolo per la gravidanza. Essa, infatti, determina la formazione di numerosi infarti (zone di tessuto venute a morte per insufficienza acuta di irrorazione sanguigna) nella \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 : in questo modo la porzione disponibile per gli scambi tra madre e feto diminuisce. Se la malattia non è curata in tempo, la placenta finisce col divenire insufficiente ai bisogni del feto e, di conseguenza, la gravidanza \r\ns'interrompe: si verifica allora un rapido miglioramento delle condizioni della madre con conseguente guarigione.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nSenza una tempestiva e adeguata terapia, la gestante si trova davanti al pericolo dell'eclampsia e a quel\r\nlo di gravi emorragie. Questi rischi aumentano con l'aumentare della durata della malattia e con l'accentuarsi dei sintomi.\\par\r\nData la gravità di questa gestosi, la \\cf17 \\ATXht80000 profilassi\\cf16 \\ATXht0 assume una grandissima importanza. D'altra p\r\narte, poiché le cure mediche hanno tanto maggiori probabilità di successo quanto più precocemente sono iniziate, sono necessari periodici controlli, per cogliere i primi segni della malattia.\\par\r\nLa verifica del peso corporeo, della quantità e della com\r\nposizione delle urine, della pressione arteriosa, permettono al medico di diagnosticare la gestosi fin dai primi momenti e di adottare quindi misure adeguate.\\par\r\n\\pard\\tx555\\ATXts0\\ATXbrdr0 La terapia consiste nell'uso di sedativi e di farmaci che abba\r\nssino la pressione arteriosa e che favoriscano la diuresi.\\par",
"ID": 112,
"Foto": "GR016D_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Gestosi EPH o nefropatia gravidica.\r\nQuesta gestosi, indicata con la sigla EPH, è caratterizzata da tre sintomi principali: edema delle estremità, aumento delle proteine presenti nelle urine, aumento della pressione arteriosa.\r\n#",
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"Dida_Movie": "@",
"Vedi_Anche": "ANOMALIE DEGLI ANNESSI OVULARI 50171#IPERTENSIONE 21468#"
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{
"Titolo": "ECLAMPSIA",
"Codice": "GR016E",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx1740\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 ECLAMPSIA\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Questa \\cf17 \\ATXht80000 gestosi\\cf16 \\ATXht0 è caratterizzata dall'insorgenza di convulsioni generalizzat\r\ne, che si ripetono ad intervalli più o meno lunghi, seguite da \\cf17 \\ATXht80000 coma\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nEssa può manifestarsi sia durante il terzo trimestre di \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 (nel 50% dei casi) sia nel corso del \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 (nel 30% dei casi) sia nelle prime ventiquattro ore di \\cf17 \\ATXht80000 puerperio\\cf16 \\ATXht0 (nel 20% dei casi).\\par\r\nLa frequenza con cui si riscontra l'\\cf17 \\ATXht80000 eclampsia\\cf16 \\ATXht0 varia da Paese a Paese: in tut\r\nto il mondo, essa si verifica in media in 1 su 4-5000 parti. Molta influenza sulla sua incidenza ha la \\cf17 \\ATXht80000 profilassi\\cf16 \\ATXht0 : secondo alcuni medici, quando sia praticata un'opportuna prevenzione, scende a 1 caso su 7.000 gravidanze.\r\n\\par\r\nQuesta gestosi colpisce, in notevole prevalenza, le donne alla loro prima gravidanza (il 60-70% delle eclamptiche è rappresentato da primigravide), le portatrici di gravidanze gemellari e quelle affette da polidramnios (eccesso di liquido \\cf17 \\ATXht80000 amniotico\\cf16 \\ATXht0 ). Non recidiva facilmente in gravidanze successive: solo nel 2-3% dei casi.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 CAUSE\\par\r\nL'eclampsia può esser definita \"la malattia delle teorie\", tanto numerose sono le i\r\npotesi fatte per spiegarne la comparsa. E' certo che alla sua base stanno gravi alterazioni metaboliche, endocrine e neurovegetative, le quali modificano profondamente l'equilibrio biologico che regola i rapporti tra madre e feto.\\par\r\nEsistono, senza du\r\nbbio, numerosi fattori predisponenti. Essa si osserva, con maggiore frequenza, presso quelle popolazioni e in quelle donne che si sottopongono a diete non bilanciate, con eccessi di \\cf17 \\ATXht80000 proteine\\cf16 \\ATXht0 , idrati di carbonio e grassi. C\r\nhe essa abbia un certo rapporto con il tipo di dieta è dimostrato anche dal fatto che nei periodi in cui ci sono state gravi restrizioni dell'alimentazione (per esempio durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale) si è osservato un netto calo della fre\r\nquenza di questa gestosi. Inoltre, nelle gestanti che si sottopongono a periodici controlli medici e che rispettano le norme dietetiche consigliate per la gravidanza, l'incidenza dell'eclampsia è praticamente nulla.\\par\r\nAnche il \"terreno individuale\" ha\r\n una notevole importanza: si è visto, infatti, che nel 60% delle donne eclamptiche si possono scoprire precedenti manifestazioni di tipo convulsivo, e che spesso si possono rilevare alterazioni dell'\\cf17 \\ATXht80000 elettroencefalogramma\\cf16 \\ATXht0 .\r\n\\par\r\nAttualmente le teorie più accreditate sono quelle che nel determinismo della malattia attribuiscono grande importanza ai seguenti fattori: l'associazione di una cattiva irrorazione uterina, dovuta ad eccessiva distensione dell'utero come avviene nel\r\nle primipare, con la presenza in circolo di tossine prodotte da zone infartuate placentari e l'accumulo di prodotti metabolici fetali o epatici materni. Tutte queste cause concorrono tra loro a scatenare la malattia attraverso un meccanismo non ben preci\r\nsato, ma che probabilmente trova la sua essenza in un fenomeno d'autointossicazione, che una volta scatenatosi tende sempre più ad aggravarsi per l'incapacità da parte degli organi destinati all'eliminazione di queste tossine ad assolvere il loro compito\r\n. Ciò porta ad un accumulo sempre maggiore di tutte quelle sostanze nocive che hanno un'azione lesiva soprattutto su \\cf17 \\ATXht80000 fegato\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 rene\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 , e \\cf17 \\ATXht93516 sistema nervoso\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 SINTOMI\\par\r\nMolto spesso la comparsa dell'eclampsia vera e propria è preceduta da un insieme di sintomi indicato con il nome di pre-eclampsia: persistente mal di testa, pr\r\nevalentemente localizzato alla fronte, disturbi della vista (punti o macchie davanti agli occhi ecc.), dolore alla regione epigastrica, vomito. Si osservano, inoltre, notevole quantità d'\\cf17 \\ATXht80000 albumina\\cf16 \\ATXht0 nelle urine, \\cf17 \\ATXht80000 ipertensione\\cf16 \\ATXht0 arteriosa, grave diminuzione della quantità di urina emessa. Particolari alterazioni si possono rilevare mediante l'esame del fondo dell'occhio.\\par\r\nIl periodo di pre-eclampsia dura solo da qualche ora a qualche giorno, poi\r\n compare l'attacco eclamptico vero e proprio.\\par\r\nL'accesso di convulsioni inizia quasi sempre dalla faccia: i \\cf17 \\ATXht93349 muscoli mimici\\cf16 \\ATXht0 si contraggono, la bocca è deviata da un lato, gli occhi ruotano verso l'alto; dopo circa mezzo\r\n minuto si estendono al resto del corpo: il corpo s'irrigidisce, i pugni si serrano, cessa la respirazione e di conseguenza compare la \\cf17 \\ATXht80000 cianosi\\cf16 \\ATXht0 , le mascelle, serrandosi, possono ferire la lingua. Questa fase (detta fase ton\r\nica) dura da 20 a 40 secondi; ad essa subentra la fase clonica, caratterizzata da scosse disordinate e violente dei muscoli di tutto il corpo, che è agitato violentemente: il respiro è affannoso e frequente, il volto è tumefatto e cianotico e alla bocca \r\ncompare bava mista a \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 . Tale fase dura 1 o 2 minuti; ad essa segue il coma.\\par\r\nLe convulsioni cessano, il respiro diviene rantoloso; la donna si trova in uno stato di profonda incoscienza e può rimanervi per alcuni \r\nminuti o per parecchie ore: nei casi meno gravi riacquista coscienza rapidamente, mentre in quelli più gravi gli attacchi si succedono l'uno all'altro, seguiti da un coma sempre più profondo.\\par\r\nGli organi che appaiono più gravemente alterati nell'ecla\r\nmpsia sono i reni, il fegato, il \\cf17 \\ATXht80000 cervello\\cf16 \\ATXht0 e le capsule surrenali. In ognuno di essi si osservano modificazioni delle arteriole, con degenerazione della loro parete interna e formazione di trombi e di emorragie. Il fegato p\r\nresenta numerose emorragie, sia sotto forma di piccoli punti sia sotto forma di chiazze più o meno estese. Anche nel cervello sono presenti emorragie al di sotto della corteccia cerebrale e nei nuclei della base: tutto l'organo si presenta edematoso.\r\n\\par\r\nLa placenta va incontro a notevoli alterazioni: i fenomeni di senescenza sono molto più spiccati che di norma, i capillari dei villi coriali si presentano congestionati e si osservano emorragie. Ciò ha gravi conseguenze sulla vitalità del feto.\\par\r\nGe\r\nneralmente, quando iniziano le crisi convulsive, comincia anche il \\cf17 \\ATXht80000 travaglio\\cf16 \\ATXht0 di parto, ma nel 50% dei casi il feto non sopravvive o perché prematuro o per asfissia o per insufficienza della placenta.\\par\r\nL'eclampsia è par\r\nticolarmente pericolosa soprattutto per le gestanti al di sotto dei 20 anni. La morte sopravviene per alterazioni irreversibili a carico dei principali organi; sono segni di gravità: il rilevante numero di attacchi, la febbre molto alta, l'elevata freque\r\nnza del polso e del respiro e la gran diminuzione della quantità di urina eliminata. La mortalità si aggira sul 4-5%.\\par\r\n\\pard\\tx210\\ATXts0\\ATXbrdr0 Se però questa gestosi guarisce, tutte le lesioni a carico dei vari organi da essa prodotte regrediscon\r\no quasi completamente.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nE' di grande importanza prevenire l'insorgenza dell'eclampsia, sia mettendo in atto rigorose regole igieniche e dietetiche durante la gravidanza sia curando, fin dalla comparsa dei primi sintomi, \r\nla \\cf17 \\ATXht80000 nefropatia\\cf16 \\ATXht0 gravidica. Nei casi di pre-eclampsia conclamata, la terapia è analoga a quella descritta a proposito della nefropatia gravidica e richiede assolutamente il ricovero in ospedale.\\par\r\nDurante l'attacco eclampt\r\nico, la donna deve essere protetta da tutti gli stimoli esterni e dai possibili traumi; si deve somministrare \\cf17 \\ATXht80000 ossigeno\\cf16 \\ATXht0 e praticare la respirazione artificiale durante la fase tonica. Si somministrano alte dosi di vitamina \r\nB, e di \\cf17 \\ATXht80000 sedativi\\cf16 \\ATXht0 , insieme con \\cf17 \\ATXht80000 ipotensivi\\cf16 \\ATXht0 e \\cf17 \\ATXht80000 diuretici\\cf16 \\ATXht0 , allo scopo di favorire l'allontanamento d'acqua, tossine, sali, accumulati nei tessuti.\\par\r\nTuttavia, u\r\nna volta iniziati gli attacchi eclamptici, le sole cure mediche non sono sufficienti: davanti al gravissimo pericolo in cui si trovano sia la madre sia il feto, occorre o accelerare al massimo il parto, se questo è già iniziato, o provocarlo. Nei casi gr\r\navi si ricorre al taglio cesareo.\\par",
"ID": 113,
"Foto": "GR016E_F1.jpg#GR016E_F2.jpg#",
"Dida_Foto": "Aspetto del fondo dell'occhio nell'eclampsia.\r\nCome appare il fondo oculare all'esame oftalmoscopico: in un caso normale (A) e in un caso di eclampsia (B). In questo secondo caso è molto evidente lo spasmo delle arteriole della retina: esso sta alla base dei disturbi visivi che si osservano nel periodo pre-eclamptico precedente la comparsa dell'eclampsia vera e propria.\r\n#Aspetto del fegato nell'eclampsia.\r\nSi osservano numerose emorragie sia puntiformi sia a chiazze piuttosto estese. In tale organo, come nel cervello, nei reni e nelle capsule surrenali, le arteriole appaiono alterate: si osservano, infatti, degenerazioni della loro parete interna e formazioni di trombi ed emorragie.\r\n#",
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"Dida_Movie": "@",
"Vedi_Anche": "GRAVIDANZA GEMELLARE 5087#ANOMALIE DEGLI ANNESSI OVULARI 50171#"
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{
"Titolo": "DISTACCO INTEMPESTIVO DI PLACENTA NORMALMENTE INSERITA",
"Codice": "GR016F",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3390\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 DISTACCO INTEMPESTIVO DI PLACENTA NORMALMENTE INSERITA\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Consiste nel distacco di una parte o di tutta la placenta dall\r\na sua sede d'impianto, senza che abbiano in alcun modo avuto inizio le contrazioni uterine. Per questo motivo si parla d'intempestivo, dato che il momento normale in cui la placenta si distacca dalla parete uterina è dopo l'espulsione del feto, al termin\r\ne del periodo espulsivo. La denominazione \"normalmente inserita\" si riferisce al fatto che non vi è inserzione anomala di placenta, vale a dire sul segmento inferiore uterino, perché in questo caso verrebbe a configurarsi un'altra evenienza patologica di\r\n distacco parziale, quale avviene nella placenta previa.\\par\r\nIn realtà, il distacco può essere determinato da varie cause, tuttavia è generalmente descritto assieme alle \\cf17 \\ATXht80000 gestosi\\cf16 \\ATXht0 , perché nel 70% dei casi, si manifesta nel \r\nloro corso. Del restante 30%, nel 25% dei casi la causa che lo determina è rappresentata da malattie generali, soprattutto dalle affezioni di \\cf17 \\ATXht80000 cuore\\cf16 \\ATXht0 , dalle malattie renali, dalla \\cf17 \\ATXht80000 sifilide\\cf16 \\ATXht0 e d\r\nal \\cf17 \\ATXht80000 morbillo\\cf16 \\ATXht0 , nel rimanente 5% è determinato da traumi esterni sull'addome.\\par\r\nIl distacco intempestivo della placenta si osserva in media nello 0,2, % circa dei parti, soprattutto nelle pluripare.\\par\r\nUn'alterazione del\r\nla parete dei vasi sanguigni in corrispondenza dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 fa sì che, qualora occorra un improvviso aumento della \\cf17 \\ATXht80000 pressione sanguigna\\cf16 \\ATXht0 , i vasi si rompano, causando emorragie. Ciò accade, sopra\r\nttutto, in corrispondenza dello strato spongioso della \\cf17 \\ATXht80000 decidua\\cf16 \\ATXht0 basale: i vari focolai emorragici così formatisi confluiscono gradualmente fra loro, determinando il distacco di una parte o di tutta la placenta. Poiché la mu\r\nscolatura dell'utero, distesa dalla presenza del feto, non può contrarsi attorno ai vasi sanguigni, arrestando l'\\cf17 \\ATXht80000 emorragia\\cf16 \\ATXht0 , come invece accade al momento del \\cf17 \\ATXht80000 secondamento\\cf16 \\ATXht0 , tra la parete uter\r\nina e la placenta staccata si raccoglie una certa quantità di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 , che forma un ematoma retroplacentare. In alcuni casi questo sangue si apre la strada scollando le membrane ovulari e, defluendo tra esse e la parete ute\r\nrina, esce all'esterno; in altri casi, invece, esso è trattenuto tra la placenta e la parete uterina.\\par\r\nTalvolta, anche la parte fetale della placenta può andare incontro a fenomeni degenerativi in corrispondenza della zona di distacco: ne possono con\r\nseguire alterazioni delle pareti dei vasi sanguigni dei villi coriali e mescolamento del sangue materno con quello fetale.\\par\r\nUna parte del sangue contenuto nell'ematoma retroplacentare può infiltrarsi tra le fibre muscolari del \\cf17 \\ATXht80000 miome\r\ntrio\\cf16 \\ATXht0 (tonaca muscolare dell'utero) e diffondersi fino al \\cf17 \\ATXht80000 peritoneo\\cf16 \\ATXht0 , che riveste esternamente l'utero. In quest'ultimo possono determinarsi piccole lesioni che lasciano fluire nella cavità peritoneale una cert\r\na quantità di sangue. Ciò è causa di grave shock. L'infiltrazione sanguigna conferisce all'utero, all'esame esterno, un colorito viola scuro a chiazze (\\cf17 \\ATXht80000 apoplessia\\cf16 \\ATXht0 utero-placentare).\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nLa gr\r\navità dei sintomi dipende soprattutto dall'ampiezza dell'area di placenta distaccata: i sintomi sono molto gravi nei distacchi totali, mentre sono di scarsa entità quando sono interessate piccole zone.\\par\r\nLa rapida distensione dell'utero, in seguito al\r\nl'infiltrazione sanguigna, è la causa principale dell'intenso dolore in corrispondenza della parte bassa dell'addome, accompagnato, nei casi più gravi da svenimento e da shock. La donna ha un aspetto ansioso e sofferente, il polso è frequente e nel 75% d\r\nei casi la pressione arteriosa è superiore alla norma. La quantità di urine emesse diminuisce e la quantità di \\cf17 \\ATXht80000 albumina\\cf16 \\ATXht0 in esse presente è notevole.\\par\r\nL'utero, aumentato di volume, ha una consistenza molto dura (\"utero \r\ndi legno\" è stato definito) e la sua palpazione causa vivo dolore. Ben presto il battito cardiaco fetale scompare a causa della morte del feto.\\par\r\nMolto spesso, il distacco intempestivo della placenta è rapidamente seguito dall'inizio di un \\cf17 \\ATXht80000 travaglio\\cf16 \\ATXht0 di \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 prematuro, il cui decorso è reso particolarmente grave dal sommarsi delle conseguenze del distacco (emorragia, shock) e dei gravi sintomi determinati dalla gestosi (che è frequentement\r\ne la causa del distacco della placenta). Nei casi in cui l'ematoma retroplacentare si faccia strada verso l'esterno, si osserva una perdita di sangue dai genitali, che però non è mai abbondante.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nLa cura deve essere dire\r\ntta, da un lato, a far cessare la fuoriuscita del sangue dai vasi sanguigni dell'utero, apertasi con il distacco della placenta ( la presenza del feto impedisce la contrazione del miometrio attorno ad essi e la loro \"pinzatura\", cioè la loro costrizione)\r\n, dall'altro, a far cessare la gestosi il più presto possibile. Questo duplice scopo si ottiene mediante lo svuotamento dell'utero. Ciò può essere ottenuto sia provocando il parto, se la capacità di contrazione dell'utero è conservata e se si può prevede\r\nre che esso sia in grado di mantenere una contrazione sufficiente nel periodo del \"postpartum\", sia praticando un taglio cesareo, quando le condizioni della donna sono particolarmente gravi e si prevede che l'utero non sia in grado di portare a termine l\r\n'espulsione del feto per via vaginale.\\par\r\n\\pard\\tx180\\ATXts0\\ATXbrdr0 Quest'intervento operatorio deve essere effettuato anche a feto morto, per evitare le rischiose conseguenze dell'apoplessia utero-placentare, che porta inevitabilmente a gravi distur\r\nbi della coagulazione. Durante il taglio cesareo, se l'utero non è in condizioni di mantenere una contrazione sufficiente ad arrestare l'emorragia, deve essere asportato. Lo svuotamento dell'organo è accompagnato, secondo la necessità, da trasfusioni di \r\nsangue, da \\cf17 \\ATXht80000 fleboclisi\\cf16 \\ATXht0 glucosate, dalla somministrazione di \\cf17 \\ATXht80000 analettici\\cf16 \\ATXht0 ecc.\\par\r\nLe conseguenze del distacco intempestivo della placenta sono gravi: la mortalità della madre si aggira sullo 0\r\n,5% dei casi. Per quanto riguarda il feto, le possibilità di sopravvivenza dipendono soprattutto dalle dimensioni dell'area di distacco della placenta: si calcola che se la superficie di distacco raggiunge un terzo della placenta, il feto sia perduto. La\r\n mortalità fetale è elevata (30% dei casi).\\par",
"ID": 114,
"Foto": "GR016F_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Distacco intempestivo di placenta normalmente inserita.\r\nEsso consiste nel distacco di una parte o di tutta la placenta dalla sua sede di impianto senza che si sia verificato il travaglio del parto. Si possono verificare tre situazioni diverse: A, il sangue fuoriuscito dai vasi che ha determinato il distacco di placenta si accumula tra placenta e parete uterina, senza fuoriuscita all'esterno, formando il cosiddetto ematoma retroplacentare; B, il sangue si fa strada tra membrane e parete uterina ed esce all'esterno; una parte può raggiungere il peritoneo che riveste la superficie dell'utero: l'organo assume allora un colorito viola scuro (apoplessia utero-placentare). C, il sangue penetra nella cavità amniotica. La prima delle tre situazioni è rappresentata nella figura a colori \r\n#",
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"Dida_Movie": "@",
"Vedi_Anche": "PLACENTA 5066#PARTO PRETERMINE O PREMATURO 50121#SHOCK 21473#"
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"Titolo": "ANEMIE GRAVIDICHE",
"Codice": "GR016G",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3000\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 ANEMIE GRAVIDICHE\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Queste forme morbose, assai complesse, presentano molti punti di contatto con forme analoghe dovute\r\n a emorragie oppure a malattie infettive od organiche che si manifestano al di fuori della \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nL'\\cf17 \\ATXht80000 anemia\\cf16 \\ATXht0 ipocromica gravidica è caratterizzata dalla diminuzione dell'\\cf17 \\ATXht80000 emoglobina\\cf16 \\ATXht0 presente in ogni globulo rosso, dalla diminuzione numerica dei globuli rossi, che inoltre presentano alterazioni della loro forma e dimensione.\\par\r\nLa causa di queste manifestazioni è la caren\r\nza di \\cf17 \\ATXht80000 ferro\\cf16 \\ATXht0 . La cura consiste nell'aggiungere alla dieta alimenti ricchi di grandi quantità di ferro e nella somministrazione di farmaci contenenti tale elemento.\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 Con questo trattamento si otteng\r\nono buoni risultati. Dopo il \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 , si ha la regressione completa dello stato anemico.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 L'anemia ipercromica macrocitica è una forma che si osserva soprattutto nella seconda metà della gravi\r\ndanza. E' caratterizzata da una grave diminuzione dei globuli rossi, mentre l'emoglobina presente in ciascun globulo rosso è superiore alla norma; a tale maggiore contenuto corrisponde un maggior volume del globulo stesso. Nel \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 circolante si osservano globuli rossi immaturi e anormali.\\par\r\nSe non è curata, l'anemia si aggrava e, in alcuni casi, può determinare l'interruzione della gravidanza. La terapia consiste nella somministrazione di acido folico.\\par",
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"Vedi_Anche": "ANEMIA IPOCROMICA SIDEROPENICA 21156#ANEMIE MEGALOBLASTICHE 21157#ANEMIE IN GRAVIDANZA 21158#"
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"Titolo": "EPATOPATIE GRAVIDICHE",
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"Vedi_Anche": "ITTERO 21816#"
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"Titolo": "DERMOPATIE GRAVIDICHE",
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"Titolo": "NEUROPATIE GRAVIDICHE",
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"Titolo": "ASMA GRAVIDICO",
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"Titolo": "DISTURBI DI DURATA DELLA GRAVIDANZA",
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"Titolo": "PARTO PRETERMINE O PREMATURO",
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Esso si verifica nel 6-15% circa di tutte le gravidanze, con frequenza relativamente maggiore nelle pluripare.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1980\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 CAUSE MATERNE\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 I fattori che possono determinare il \r\nparto prematuro non differiscono da quelli che causano la morte intrauterina del feto.\\par\r\nPer quanto riguarda la madre, l'età ha una certa influenza: il parto prematuro è più frequente fra i 15 e i 19 anni e fra i 30 e i 40. Il mancato rispetto delle n\r\norme igieniche della gravidanza rappresenta in certi casi la causa del parto prematuro. Tra le condizioni morbose che più spesso lo determinano, ricordiamo: le malattie cardiache, il \\cf17 \\ATXht80000 diabete\\cf16 \\ATXht0 , l'\\cf17 \\ATXht80000 ipertensio\r\nne\\cf16 \\ATXht0 arteriosa, le \\cf17 \\ATXht80000 gestosi\\cf16 \\ATXht0 , la \\cf17 \\ATXht80000 sifilide\\cf16 \\ATXht0 , la \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 previa, le infezioni dell'apparato uro-genitale che possono favorire la rottura spontanea del\r\nle membrane. Con discreta frequenza entra in causa l'incompatibilità di \\cf17 \\ATXht80000 gruppo sanguigno\\cf16 \\ATXht0 , specie per quanto riguarda il \\cf17 \\ATXht80000 fattore Rh\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1620\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 CAUSE F\r\nETALI\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 I principali fattori fetali sono rappresentati dalla gravidanza multipla e dalle malformazioni fetali.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Ricordiamo, infine, che il parto prematuro ha una certa tendenza a ripetersi in\r\n gravidanze successive: secondo alcune statistiche, su 100 pluripare che hanno un parto prematuro 21 hanno già avuto in precedenza figli prematuri, mentre delle donne che partoriscono a termine solamente il 6,5% ha già avuto in precedenza parti prematuri\r\n.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx990\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 RISCHI\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Il decorso del parto prematuro non differisce da quello del parto a termine; generalmente ha una durata minore, ma con maggiore frequenza in esso si osservano pre\r\nsentazioni anomale del feto (soprattutto la presentazione podalica e quella trasversa). Il \\cf17 \\ATXht80000 secondamento\\cf16 \\ATXht0 può dar luogo, più spesso che non nel parto a termine, ad alcune complicazioni; tra queste ricordiamo: la ritenzione d\r\ni cotiledoni placentari o di lembi di membrane ovulari.\\par\r\nDi per se stesso il parto prematuro non presenta particolari pericoli per la madre; bisogna però tenere conto del fattore che lo ha determinato e che, sovrapponendosi al parto stesso, può dar l\r\nuogo a complicazioni. Molto gravi sono invece i pericoli cui va incontro il feto: essi sono tanto maggiori quanto maggiore è la prematurità, perché l'organismo del neonato non è ancora in grado di affrontare con mezzi propri la vita nell'ambiente extraut\r\nerino. Per tale ragione il neonato deve essere posto in un ambiente nel quale la temperatura, l'umidità, la quantità d'\\cf17 \\ATXht80000 ossigeno\\cf16 \\ATXht0 siano accuratamente regolate e nel quale sia osservata l'\\cf17 \\ATXht80000 asepsi\\cf16 \\ATXht0 più rigorosa (\\cf17 \\ATXht80000 incubatrice\\cf16 \\ATXht0 ).\\par\r\nIn conseguenza dei notevoli rischi che presenta la prematurità per il neonato, la prevenzione del parto prematuro riveste una grandissima importanza.\\par\r\nEssa è l'espressione di una strett\r\na collaborazione con il medico, non solo nel rispetto delle regole dell'igiene della gravidanza, ma anche e soprattutto nell'osservarne rigorosamente le prescrizioni nei casi di condizioni morbose capaci di determinare il parto prematuro. Tali prescrizio\r\nni sono spesso gravose (riposo a letto, cure mediche prolungate ecc.), ma rappresentano un mezzo importantissimo ed efficace giacché, permettendo di prolungare la gravidanza anche per poco tempo, danno modo al feto di completare il suo sviluppo nelle mig\r\nliori condizioni possibili, cioè nel grembo materno.\\par",
"ID": 122,
"Foto": "GR017A_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Quadro clinico di parto pretermine.\r\nAlla patologia materna può far seguito l'innesco di un travaglio di parto o è necessario indurlo a scopo preventivo. È possibile, in donne che non conoscano il periodo gestazionale, e non si siano sottoposte a controlli ostetrici, scambiare un feto iposviluppato per uno prematuro, arrestando così un travaglio pretermine.\r\n#",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3555\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 GRAVIDANZA PROTRATTA\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Stabilire con notevole anticipo la data esatta del \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 non è c\r\nosa semplice sia perché non è quasi mai possibile identificare la data precisa del \\cf17 \\ATXht80000 concepimento\\cf16 \\ATXht0 sia perché, entro certi limiti, la durata della \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 rispecchia la durata del ciclo mest\r\nruale ed è quindi alquanto variabile.\\par\r\nNormalmente, in donne con ciclo mestruale di 28 giorni, si calcola che il parto avvenga 280 giorni dopo l'inizio dell'ultima mestruazione (14 giorni di maturazione del \\cf17 \\ATXht80000 follicolo\\cf16 \\ATXht0 e\r\n 266 di gravidanza effettiva). In donne con ciclo mestruale più lungo, questo dato non è molto attendibile, giacché sia il periodo intercorrente fra la mestruazione e l'\\cf17 \\ATXht80000 ovulazione\\cf16 \\ATXht0 , sia la durata della gravidanza possono es\r\nsere maggiori, e quindi i 280 giorni sono insufficienti per il compimento della gravidanza. D'altra parte, non bisogna dimenticare che si possono verificare irregolarità nell'ovulazione stessa che, anziché al quattordicesimo giorno del ciclo, può avvenir\r\ne più tardivamente.\\par\r\nSi comprende quindi come sia difficile stabilire un limite di là del quale la gravidanza possa essere considerata protratta. Alcuni medici ostetrici assumono un limite restrittivo di 294 giorni dalla data d'inizio dell'ultima mes\r\ntruazione, altri uno più largo di 300 giorni.\\par\r\nA causa di quest'incertezza, è anche difficile stabilire con precisione la frequenza con cui si verifica un prolungamento patologico della gravidanza.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1305\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 D\r\nIAGNOSI\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Per porre la diagnosi di gravidanza protratta, occorre stabilire il più precisamente possibile la data probabile del concepimento e tenere conto della durata del ciclo mestruale in ogni singola gestante.\\par\r\nVi s\r\nono poi vari segni rilevabili dal medico che possono confermare il sospetto di gravidanza protratta: qualche giorno prima della fine della gravidanza, si arresta l'aumento del peso della gestante, anzi si osserva un leggero calo; il fondo dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 , nell'ultima quindicina del nono mese, si abbassa leggermente sotto al livello raggiunto all'inizio del nono mese, a causa dell'impegno della testa fetale nel bacino materno. A carico del feto, per le sfavorevoli condizioni in c\r\nui viene a trovarsi, si verifica una diminuzione dei movimenti attivi e soprattutto si possono rilevare alterazioni del battito cardiaco; è questo un segno di grave sofferenza del feto, che richiede un rapido intervento.\\par\r\nEsistono numerosi accertamen\r\nti diagnostici che consentono di formulare una diagnosi di gravidanza oltre il termine. Tra questi l'\\cf17 \\ATXht80000 amnioscopia\\cf16 \\ATXht0 , il dosaggio dell'\\cf17 \\ATXht80000 estriolo\\cf16 \\ATXht0 urinario, il dosaggio di alcuni enzimi \\cf17 \\ATXht80000 placentari\\cf16 \\ATXht0 , i test all'\\cf17 \\ATXht80000 ossitocina\\cf16 \\ATXht0 e infine gli esami ecografici.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Una volta accertato che la gravidanza si sta prolungando oltre il termine, è necessario indurre artificia\r\nlmente il \\cf17 \\ATXht80000 travaglio\\cf16 \\ATXht0 di parto, a causa dei rischi cui va incontro il feto.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1980\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 CAUSE MATERNE\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Svariati sono i fattori che possono determinare il\r\n protrarsi della gravidanza. Tra i fattori materni consideriamo la primiparità, la vita troppo sedentaria in gravidanza e condizioni psichiche particolari (per esempio, l'eccessiva paura del parto). Queste cause non vanno naturalmente intese in senso ass\r\noluto: gioca, infatti, un ruolo importante anche l'abito costituzionale della gestante, con una maggiore tendenza al protrarsi della gravidanza nelle donne definite \"ipogenitali\" (cioè con deficiente sviluppo degli organi genitali), in cui l'inizio della\r\n pubertà è stato tardivo o i cicli mestruali sono sempre stati irregolari. Importanza ha anche la diminuita capacità dell'utero a rispondere agli stimoli ormonali e nervosi tipici dell'ultimo periodo della gravidanza, oppure la debolezza funzionale conge\r\nnita della muscolatura uterina.\\par\r\nAlcuni Autori hanno, infatti, notato che le donne più predisposte al ritardo nell'espletamento del parto presentano anche contrazioni uterine particolarmente deboli. Esiste poi una particolare caratteristica \"ereditar\r\nia\", per la quale in alcune famiglie la tendenza a gravidanze prolungate pare si tramandi di madre in figlia.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1620\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 CAUSE FETALI\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Esse sono meno numerose che quelle materne e fo\r\nrse anche meno conosciute; comprendono alcune gravi malattie, tipicamente neonatali, riscontrate più di frequente nelle gravidanze protratte che non in quelle regolarmente condotte a termine, quali l'idrocefalia, l'\\cf17 \\ATXht80000 anencefalia\\cf16 \\ATXht0 e malformazioni multiple che interessano il tronco e gli arti.\\par\r\nIn tutti questi casi, probabilmente, viene a mancare lo stimolo fisiologico al parto: la testa non s'impegna, perché deforme o troppo grossa come nell'idrocefalia, oppure la presenza \r\ndi malformazioni impedisce al feto di assumere la posizione ottimale per attraversare il canale del parto. Il problema inerente alle cause della postmaturità però non è ancora risolto, perché non sempre, per tutti i neonati postmaturi, si riscontrano le \r\nsuddette cause.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1005\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 RISCHI\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 La permanenza del feto nella cavità uterina oltre il limite fisiologico in cui ha raggiunto il suo completo sviluppo comporta una serie di modifica\r\nzioni che gli conferiscono un aspetto del tutto particolare (postmaturità).\\par\r\nLa \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 , nell'ultimo periodo della gravidanza, subisce un processo di senescenza, per cui diviene sempre meno efficiente nel fornire al f\r\neto l'\\cf17 \\ATXht80000 ossigeno\\cf16 \\ATXht0 e le sostanze nutritive di cui abbisogna: per questo la quantità di ossigeno presente nel \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 fetale diminuisce col procedere della gravidanza oltre il limite fisiologico.\r\n\\par\r\nIn conseguenza di questi fatti, mentre la statura (o meglio la lunghezza) del feto continua a crescere, il suo peso rimane stazionario, giacché l'accrescimento si verifica a spese delle riserve di grasso precedentemente accumulate durante la vita in\r\ntrauterina. Infatti, nel neonato postmaturo, il \\cf17 \\ATXht80000 pannicolo adiposo\\cf16 \\ATXht0 sottocutaneo è scarso, la pelle è lassa, facilmente sollevabile in pieghe, secca, ruvida e presenta una \\cf17 \\ATXht80000 desquamazione\\cf16 \\ATXht0 a lame\r\nlle, soprattutto al dorso delle mani, alla pianta dei piedi e all'addome. Il colore della pelle è bianco-grigiastro.\\par\r\nIl neonato postmaturo ha un aspetto \"da vecchietto\"; infatti, poiché i processi di maturazione del \\cf17 \\ATXht93516 sistema nervoso\\cf16 \\ATXht0 e del sistema muscolare continuano a svolgersi, presenta uno sguardo più vivido e una vivacità di movimenti maggiore del neonato che è stato partorito a termine.\\par\r\nA carico dello scheletro, oltre all'aumento in lunghezza delle ossa, si os\r\nserva la comparsa di nuclei di \\cf17 \\ATXht80000 ossificazione\\cf16 \\ATXht0 che normalmente compaiono solo dopo la nascita e si verifica un aumento dei diametri del cranio fetale, accompagnato da inspessimento e indurimento delle varie ossa craniche. Pe\r\nrciò, il cranio del postmaturo ha dimensioni maggiori e minor plasticità di quello del feto nato a termine: questa condizione ha ripercussioni negative sullo svolgimento del parto.\\par\r\nIl liquido \\cf17 \\ATXht80000 amniotico\\cf16 \\ATXht0 diminuisce note\r\nvolmente in quantità, aumenta in densità e assume un colore giallo-verdastro per la presenza di \\cf17 \\ATXht80000 meconio\\cf16 \\ATXht0 (contenuto intestinale del feto).\\par\r\nIl pericolo maggiore per il feto è rappresentato dalla progressiva \\cf17 \\ATXht80000 asfissia\\cf16 \\ATXht0 , determinata dall'insufficienza della placenta: la mortalità perinatale (che si verifica cioè nei periodi immediatamente precedenti e seguenti il momento della nascita), infatti, aumenta col prolungarsi della gravidanza oltre i\r\nl termine, come risulta dalla tabella che segue:\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx945\\tx3135\\tx4155\\tx4365\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 durata della gravidanza\t% mortalità\\par\r\nin giorni\t\tdel feto\\par\r\n\\par\r\n288-294\t\t1,6\\par\r\n295-301\t\t3,3\\par\r\n302-308\t\t7,4\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Perciò la comparsa dei segni di sofferenza fetale richiede l'immediata induzione del travaglio di parto e, nel caso in cui il feto vada incontro a sofferenza maggiore nel corso delle contrazio\r\nni uterine indotte, è necessario ricorrere al taglio cesareo. Per la madre, si osservano complicazioni con frequenza maggiore rispetto al parto a termine. Se non ci sono ragioni per prevedere complicazioni il parto può essere provocato somministrando oss\r\nitocina (che stimola le contrazioni del \\cf17 \\ATXht80000 miometrio\\cf16 \\ATXht0 ). In caso d'insuccesso, oppure quando siano prevedibili complicazioni nel corso del parto, è opportuno ricorrere al taglio cesareo.\\par",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx4395\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 MORTE INTRAUTERINA DEL FETO\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Le cause che possono determinare la morte del feto durante il terzo trimestre di \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 si distinguono in materne e fetali.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1980\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 CAUSE MATERNE\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Tra i fattori materni, vanno ricordati le \\cf17 \\ATXht80000 gestosi\\cf16 \\ATXht0 , le m\r\nalattie renali e cardiache, l'\\cf17 \\ATXht80000 anemia\\cf16 \\ATXht0 perniciosa, alcune malattie infettive acute, la \\cf17 \\ATXht80000 sifilide\\cf16 \\ATXht0 e il \\cf17 \\ATXht80000 diabete\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nUn fattore importante è rappresentato dalla d\r\nifferenza di \\cf17 \\ATXht80000 gruppo sanguigno\\cf16 \\ATXht0 tra la gestante e il marito, sia soprattutto per quanto riguarda il \\cf17 \\ATXht80000 fattore Rh\\cf16 \\ATXht0 sia, in misura minore, per quanto riguarda i gruppi sanguigni A, B, 0. Tali incom\r\npatibilità possono anche determinare il ripetersi, in gravidanze successive, della morte intrauterina del feto.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1620\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 CAUSE FETALI\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Tra i fattori fetali si osserva con particola\r\nre frequenza la gemellarità, giacché può determinare disturbi nella circolazione placentare, oppure nel caso di \\cf17 \\ATXht80000 gemelli\\cf16 \\ATXht0 monoamniotici (in altre parole di quei gemelli che si sviluppano in un unico sacco \\cf17 \\ATXht80000 a\r\nmniotico\\cf16 \\ATXht0 ) può rendere possibili avvolgimenti e nodi fra i funicoli ombelicali. Ricordiamo che in rari casi, anche in gravidanze semplici, la formazione di nodi del \\cf17 \\ATXht80000 funicolo ombelicale\\cf16 \\ATXht0 può causare la morte int\r\nrauterina del feto.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1290\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 DIAGNOSI\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 La morte del feto in \\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 è accompagnata da vari sintomi, che non sempre, però, sono contemporaneamente pres\r\nenti: ciò spiega perché, spesso, il medico non sia in grado di porre immediatamente la diagnosi, ma abbia bisogno di un certo tempo e di esami di laboratorio e strumentali, per stabilire con certezza la morte del feto.\\par\r\nIn alcuni casi, essa è accompa\r\ngnata da un lungo brivido di freddo avvertito dalla madre, seguito da un lieve rialzo della temperatura corporea. Spesso, però, quando la morte è determinata da malattie della madre, tale fenomeno è mascherato dai sintomi della malattia materna.\\par\r\nLa \r\ncessazione dei movimenti attivi del feto, soprattutto se preceduta dal suddetto brivido o da una malattia materna, depone per la morte del feto. Tale sospetto è ulteriormente confermato dalla comparsa, alcuni giorni dopo la cessazione dei movimenti fetal\r\ni, di una vera \\cf17 \\ATXht80000 montata lattea\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nGli esami ecografico e cardiotocografico permettono di porre con certezza la diagnosi.\\par\r\nInfine, la morte del feto, se avviene nel corso di una gestosi, è accompagnata dalla netta ces\r\nsazione dei sintomi della gestosi.\\par\r\nQuattro o cinque giorni dopo la morte del feto, la quantità di \\cf17 \\ATXht80000 gonadotropine\\cf16 \\ATXht0 corioniche presenti nel \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 e nelle urine della gestante diminuisce br\r\nuscamente, perciò le reazioni biologiche e immunologiche di gravidanza divengono negative. Di gran valore diagnostico è in questi casi il dosaggio dell'\\cf17 \\ATXht80000 estriolo\\cf16 \\ATXht0 urinario materno. Infatti, quest'ormone ha la caratteristica \r\ndi essere prodotto dalla \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 da precursori prevalentemente di origine fetale. E' comprensibile che, in assenza di questi precursori fetali, avvenga la brusca caduta dei valori dell'estriolo nelle urine della madre.\r\n\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Spesso alla morte del feto non segue necessariamente l'arresto della funzionalità placentare. Quest'organo continua a produrre sostanze che passano nel circolo materno e che hanno un indubbio valore diagnostico per verifica\r\nre lo stato funzionale della placenta; tra queste ha un ruolo di primo piano il \\cf17 \\ATXht80000 progesterone\\cf16 \\ATXht0 , che è prodotto dalla placenta da precursori prevalentemente materni. Il dosaggio del pregnandiolo urinario, principale metabolit\r\na del progesterone placentare, consente quindi di apprezzare lo stato di funzionalità della placenta. Fino a quando i valori di pregnandiolo urinario materno si mantengono entro i limiti normali, anche alla presenza di feto morto in utero, sarà difficile\r\n che inizi un \\cf17 \\ATXht80000 travaglio\\cf16 \\ATXht0 di \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 spontaneo: infatti, il progesterone è l'ormone che esercita sulla muscolatura uterina un'azione di rilasciamento.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1005\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 RISCHI\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Tra la morte del feto e la sua espulsione trascorre un certo tempo, da alcune ore a 1-2 settimane.\\par\r\nSe il sacco ovulare è integro e non subentrano complicazioni infettive, si può attendere l'insorgenza sp\r\nontanea delle contrazioni uterine; se esistono complicazioni o se l'intervallo fra la morte del feto e la sua espulsione si prolunga eccessivamente, è indicata l'induzione del travaglio di parto.\\par\r\nQuesta è effettuata o mediante l'impiego esclusivo di\r\n farmaci, quali \\cf17 \\ATXht80000 estrogeni\\cf16 \\ATXht0 e perfusione ossitocica, oppure facendo precedere il trattamento farmacologico da una stimolazione uterina mediante laminarie o candelette di Krause. Temporeggiare troppo a lungo tra l'avvenuta mo\r\nrte fetale e lo svuotamento uterino rappresenta un rischio per la salute della madre.\\par",
"ID": 124,
"Foto": "GR017C_F1.jpg#GR017C_F2.jpg#",
"Dida_Foto": "Morte intrauterina del feto.\r\nLa quantità di estriolo presente nelle urine delle 24 ore, secondo l'età gestionale, può rappresentare un dato prognostico circa l'evoluzione della gravidanza. A, prognosi favorevole; B, gravidanza a rischio; C, prognosi sfavorevole; D, morte del feto.\r\n#Segni della morte del feto.\r\nIl disegno mostra chiaramente alcuni segni della morte del feto. Si notino l'accavallamento delle ossa della volta cranica, per l'alterazione del tessuto connettivo e la disidratazione di quello nervoso, e l'abnorme flessione della colonna vertebrale, per rilassamento dei legamenti e dei muscoli.\r\n#",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx2685\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 EMORRAGIE IN GRAVIDANZA\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 E' questo un settore della \\cf17 \\ATXht80000 patologia\\cf16 \\ATXht0 ostetrica di grande impo\r\nrtanza clinica. La gestante che si accorge di questo sintomo, che in gravidanza non dovrebbe esserci, si mette sempre in allarme. Una perdita di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 si può avere per cause non direttamente legate alla presenza dell'\\cf17 \\ATXht80000 embrione\\cf16 \\ATXht0 o del \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 in \\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 , ma può essere dovuta a sanguinamento di lesioni localizzate in \\cf17 \\ATXht80000 vagina\\cf16 \\ATXht0 o nel collo dell'utero. A volte \r\nnel corso delle prime ricorrenze mestruali è possibile che avvenga una modesta perdita ematica. In ogni caso è sempre indispensabile consultare il ginecologo, perché potrebbe trattarsi di una di queste gravi sindromi: l'\\cf17 \\ATXht80000 aborto\\cf16 \\ATXht0 , la gravidanza extrauterina, la \\cf17 \\ATXht80000 mola vescicolare\\cf16 \\ATXht0 , il \\cf17 \\ATXht80000 corion\\cf16 \\ATXht0 -\\cf17 \\ATXht80000 epitelioma\\cf16 \\ATXht0 , oppure al terzo trimestre la \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 previa o il d\r\nistacco intempestivo di placenta normalmente inserita .\\par",
"ID": 125,
"Foto": "GR018_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Emorragia in gravidanza iniziale.\r\nRappresentazione schematica delle cause pi├╣ frequenti di emorragia in gravidanza iniziale. Una modica perdita di sangue si pu├▓ avere anche per cause non direttamente legate alla presenza dell'embrione o del feto, ma per lesioni vaginali o cervicali.\r\n#",
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"Titolo": "ABORTO",
"Codice": "GR018A",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx1350\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 ABORTO\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Con il termine \\cf17 \\ATXht80000 aborto\\cf16 \\ATXht0 s'intende l'interruzione della \\cf17 \\ATXht80000 gravida\r\nnza\\cf16 \\ATXht0 prima della fine del sesto mese: prima di tal epoca, infatti, il prodotto del \\cf17 \\ATXht80000 concepimento\\cf16 \\ATXht0 non è in grado di sopravvivere al di fuori del grembo materno e soccombe inevitabilmente, anche in quei casi in c\r\nui è messo alla luce vivo.\\par\r\nLa definizione che abbiamo dato dell'aborto non implica necessariamente che l'interruzione della gravidanza sia seguita anche dall'espulsione del \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 e dei suoi annessi: si parla, infatti, \r\ndi aborto completo quando l'intero prodotto del concepimento è espulso; di aborto incompleto, quando una parte di esso (generalmente il feto) è espulsa, mentre una parte è trattenuta all'interno dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 ; di aborto riten\r\nuto o interno, quando avviene la morte del prodotto del concepimento, senza che esso sia espulso.\\par\r\nTratteremo sia dell'aborto che avviene spontaneamente sia degli aborti provocati che molto raramente sono praticati a scopo terapeutico, ma purtroppo s\r\npesso a scopo criminoso.\\par\r\nL'aborto spontaneo rappresenta una complicazione piuttosto frequente della gravidanza: sebbene per un complesso di ragioni sia difficile rilevare statisticamente il numero preciso degli aborti, dal momento che molti di essi \r\nsfuggono ai controlli più accurati, tuttavia si calcola che il 12-15% delle gravidanze vada incontro a interruzione per aborto: il maggior numero si osserva durante il primo trimestre (85%), soprattutto nel secondo e terzo mese. Le pluripare abortiscono \r\ncon più facilità delle primipare.\\par\r\n\\pard\\tx1860\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 CAUSE OVULARI\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Si calcola che circa il 70% degli aborti spontanei sia dovuto a cause ovulari, cioè ad alterazioni che colpiscono inizialm\r\nente l'\\cf17 \\ATXht80000 uovo\\cf16 \\ATXht0 , rendendone impossibile l'ulteriore sviluppo. Esse agiscono prevalentemente durante il primo trimestre di gravidanza, determinando la morte del feto prima della sua espulsione. Studiando accuratamente le uova a\r\nbortive, infatti, si sono messe in evidenza molte gravi alterazioni, sia a carico dell'\\cf17 \\ATXht80000 embrione\\cf16 \\ATXht0 vero e proprio (soprattutto a carico del \\cf17 \\ATXht93516 sistema nervoso\\cf16 \\ATXht0 e di altri organi interni) sia a cari\r\nco degli annessi ovulari (degenerazione policistica dei villi coriali, mancata formazione della \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 , gravi alterazioni del \\cf17 \\ATXht80000 funicolo ombelicale\\cf16 \\ATXht0 ecc.). Si tratta per la maggior parte dei \r\ncasi di alterazioni cromosomiche che probabilmente erano già presenti in uno dei due gameti, quindi il prodotto del concepimento non possiede quelle caratteristiche strutturali che consentono una normale evoluzione dello sviluppo e che si manifestano con\r\n la morte dell'embrione e del feto in un'epoca precoce della gravidanza. Tra le cause ovulari dobbiamo poi ricordare l'\\cf17 \\ATXht80000 annidamento\\cf16 \\ATXht0 anomalo nell'utero (soprattutto in corrispondenza dell'istmo) e la gravidanza gemellare.\r\n\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1980\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 CAUSE MATERNE\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Molto varie sono le cause materne. Ne accenneremo trattando prima di quelle legate ad alterazioni locali dell'\\cf17 \\ATXht92334 apparato\r\n genitale\\cf16 \\ATXht0 , poi di quelle dovute a malattie di tutto l'organismo.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 CAUSE GENITALI. Ricordiamo l'insufficiente sviluppo dell'utero (\\cf17 \\ATXht80000 ipoplasia\\cf16 \\ATXht0 dell'utero), specialmente\r\n della sua muscolatura, che non permette un sufficiente ingrandimento dell'organo. Le malformazioni dell'utero agiscono con un meccanismo analogo. La retroversione fissa e l'antiflessione sono spesso causa di aborto, entro il primo trimestre di gravidanz\r\na. La retroversione mobile (nella quale l'utero, ingrandendosi, può assumere la posizione corretta) non favorisce, invece, l'interruzione della gravidanza.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Sempre tra le cause genitali, notevole importanza hanno gli esiti\r\n dei processi infiammatori a carico dell'\\cf17 \\ATXht80000 endometrio\\cf16 \\ATXht0 (endometriti) e del \\cf17 \\ATXht80000 miometrio\\cf16 \\ATXht0 (metriti), nonché la riacutizzazione di infezioni delle salpingi. Nelle donne, che nel corso di parti preced\r\nenti sono andate incontro a lacerazioni del collo dell'utero non opportunamente curate, può essere causa di aborto la troppo ampia apertura dell'orifizio del canale cervicale, che rende più facile l'infezione dell'uovo da parte di germi provenienti dalla\r\n \\cf17 \\ATXht80000 vagina\\cf16 \\ATXht0 . Inoltre, nel secondo trimestre, il sacco ovulare può incunearsi nell'apertura dell'orifizio del canale cervicale e andare incontro a rottura o ad espulsione.\\par\r\nI fibromi dell'utero possono in certi casi determi\r\nnare l'aborto, o perché causano spostamenti dell'organo dalla sua normale posizione o perché con la loro presenza ne ostacolano il normale sviluppo.\\par\r\n\\pard\\tx225\\ATXts0\\li225\\fi-225\\ATXbrdr0 In modo analogo agiscono i tumori ovarici.\\par\r\n\\pard\\tx225\\ATXts0\\li0\\fi0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 CAUSE GENERALI. In questo gruppo si includono quei fattori che interessano inizialmente tutto l'organismo materno e che si riflettono secondariamente sulla gravidanza, potendone determinare l'\r\ninterruzione.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Le deficienze dietetiche, soprattutto la mancanza di alcune vitamine (vitamina A, che influenza la crescita della \\cf17 \\ATXht80000 decidua\\cf16 \\ATXht0 e dell'embrione nei primi mesi; vitamina C, essenzial\r\ne per il normale sviluppo del sistema vascolare e osseo dell'embrione; vitamina E, che agisce sulla placenta e sull'equilibrio tra \\cf17 \\ATXht80000 estrogeni\\cf16 \\ATXht0 e \\cf17 \\ATXht80000 progesterone\\cf16 \\ATXht0 ), e di alcuni sali (\\cf17 \\ATXht80000 calcio\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 fosforo\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 ferro\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 iodio\\cf16 \\ATXht0 ecc.), le malattie infettive e il \\cf17 \\ATXht80000 diabete\\cf16 \\ATXht0 rappresentano senza dubbio fattori pre\r\ndisponenti all'aborto.\\par\r\nVarie intossicazioni croniche, causate spesso dal lavoro in determinate industrie, ove la donna viene a contatto con sostanze nocive (\\cf17 \\ATXht80000 nicotina\\cf16 \\ATXht0 , benzolo, piombo, \\cf17 \\ATXht80000 mercurio\\cf16 \\ATXht0 ecc.), sono causa di aborto o di \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 prematuro.\\par\r\nAncora oggetto di discussione è il ruolo dei traumi, sia fisici sia psichici, nel determinare l'aborto. E' fuori dubbio che traumi diretti sull'addome (cadute, c\r\nolpi ecc.) possono determinare lesioni e alterazioni dell'utero e dell'uovo, provocando così l'aborto. Notevole incertezza esiste invece circa i traumi al di fuori dell'addome e i traumi psichici. In questi casi è probabilmente necessario che al trauma s\r\ni associ anche una particolare labilità del sistema neurovegetativo, che si ripercuote sull'utero, determinandone contrazioni intempestive.\\par\r\nTra le cause di aborto rientrano varie malattie acute e croniche: di esse abbiamo trattato a proposito delle \r\nmalattie in gravidanza.\\par\r\nDurante la prima parte della gravidanza, si possono generalmente praticare operazioni chirurgiche non solo sull'addome (per esempio asportazione dell'appendice) e sugli annessi uterini (per esempio asportazione di \\cf17 \\ATXht80000 cisti\\cf16 \\ATXht0 ovariche), ma addirittura sullo stesso utero (asportazione di fibromi sottosierosi) senza rischio di aborto.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 CAUSE ORMONALI. La loro importanza si è grandemente chiarita negli ultimi an\r\nni, in seguito ai progressi degli studi biochimici sugli \\cf17 \\ATXht80000 ormoni\\cf16 \\ATXht0 della gravidanza. Un'insufficienza sia di ormoni estrogeni sia di progesterone sia di ambedue può essere causa di aborto. Il preciso riconoscimento di queste \r\ndeficienze permette molto spesso un'efficace prevenzione dell'aborto, mediante la somministrazione degli ormoni prodotti in quantità insufficiente, così da riportare l'equilibrio ormonico al suo giusto livello.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Un insuffi\r\nciente attività della \\cf17 \\ATXht80000 tiroide\\cf16 \\ATXht0 rappresenta un importante fattore predisponente all'aborto. Ricordiamo infine che un eccesso di ormoni \\cf17 \\ATXht80000 androgeni\\cf16 \\ATXht0 (caratteristici cioè del sesso maschile) è in c\r\nerti casi responsabile dell'interruzione della gravidanza.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx2175\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 SINTOMI E TERAPIA\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 E' opportuno far subito una distinzione tra minaccia di aborto (o aborto evitabile) e aborto \r\ninevitabile (travaglio abortivo in atto). Nel primo caso, una diagnosi tempestiva e una cura opportuna possono salvare la gravidanza, mentre, nel secondo, il medico può solo intervenire per evitare possibili complicazioni alla madre. Se la minaccia d'abo\r\nrto non è curata, sfocia nell'aborto inevitabile, del quale, in un certo senso, non rappresenta che i primi sintomi.\\par",
"Dida_Foto": "Principali cause di aborto spontaneo. \r\n#Cause ovulari dell'aborto.\r\nVengono riprodotte in forma schematica alcune cause ovulari più frequenti dell'aborto. Circa il70% degli aborti è dovuto ad alterazioni dell'uovo.\r\n#Cause non ovulari dell'aborto.\r\nVengono riprodotte in forma schematica le principali cause materne ed ormonali dell'aborto. Come si può osservare, sono molte le alterazioni dell'apparato genitale che impediscono un normale svolgimento della gravidanza.\r\n#",
"Movie": "@",
"Dida_Movie": "@",
"Vedi_Anche": "Anomalie dell'utero 21954#ALTERAZIONI DELLA STATICA UTERINA 21946#Endometriti 21942#LACERAZIONI DEL COLLO DELL'UTERO 50180#"
},
{
"Titolo": "Minaccia di aborto",
"Codice": "GR018A1",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\f1 \\cf16 MINACCIA D'ABORTO\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nI sintomi della minaccia d'aborto sono sostanzialmente gli stessi dell'aborto in atto; differiscono da essi, però, per la loro minore intensità\r\n. Il dolore in corrispondenza della regione lombo-sacrale è poco intenso e può anche mancare; talora può essere accompagnato da leggere fitte intermittenti di tipo colico, corrispondenti alle contrazioni dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Le perdite di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 sono piuttosto scarse: la loro abbondanza, assieme all'intensità del dolore, è segno che il meccanismo di distacco dell'\\cf17 \\ATXht80000 embrione\\cf16 \\ATXht0 dal suo impiant\r\no nell'utero e della sua espulsione è già in fase avanzata. All'esame ostetrico, il medico ha modo di stabilire con maggior precisione se si tratti di minaccia di aborto o di aborto in atto: nel primo caso, infatti, l'orifizio del collo dell'utero è chiu\r\nso e non si rileva materiale fetale in via d'espulsione. Poiché il dolore può anche mancare, qualsiasi perdita di sangue dai genitali deve immediatamente insospettire la gestante e indurla a rivolgersi al medico.\\par\r\nPer avere un'idea delle probabilità \r\ndi impedire l'aborto, quando si presenti una minaccia d'aborto, bisogna tenere presente quanto è stato detto a proposito delle cause dell'aborto stesso. Se esso è determinato da cause ovulari, il che si verifica nel 60-70% dei casi, evidentemente la tera\r\npia non è in grado di impedire l'interruzione della \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 . Se sono in gioco altre cause, invece, le possibilità di successo sono abbastanza buone, a condizione che la terapia sia instaurata tempestivamente e che sia i\r\nl più possibile diretta contro la causa che ha determinato la minaccia stessa.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nLa cura consiste anzitutto nell'assoluto riposo a letto e nella somministrazione di farmaci che riducano la contrattilità della muscolatura \r\ndell'utero (oppiacei, \\cf17 \\ATXht80000 spasmolitici\\cf16 \\ATXht0 ). E' utile anche l'uso di \\cf17 \\ATXht80000 vitamine\\cf16 \\ATXht0 , soprattutto le vitamine C, K ed E. Inoltre si somministrano composti ad azione analoga a quella del \\cf17 \\ATXht80000 p\r\nrogesterone\\cf16 \\ATXht0 , che diminuisce l'eccitabilità della muscolatura dell'utero. Oltre che con questa terapia sintomatica (perché è diretta contro il sintomo rappresentato dalle contrazioni del \\cf17 \\ATXht80000 miometrio\\cf16 \\ATXht0 che tendono \r\na espellere l'\\cf17 \\ATXht80000 uovo\\cf16 \\ATXht0 fecondato), occorre intervenire con una cura agente contro la causa che specificatamente ha determinato la minaccia d'aborto. Specialmente quando entrano in gioco cause ormoniche (aborto ripetuto) occorr\r\ne somministrare gli \\cf17 \\ATXht80000 ormoni\\cf16 \\ATXht0 necessari per ristabilire l'equilibrio alterato. Di grand'utilità è il periodico dosaggio della gonadotropina corionica urinaria materna, per verificare l'efficien\r\nza ormonale del prodotto del \\cf17 \\ATXht80000 concepimento\\cf16 \\ATXht0 e per stabilire l'entità del trattamento cui la paziente deve essere sottoposta.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Il riposo a letto e la cura devono essere protratti per almeno una\r\n settimana dopo che sono cessate le perdite di sangue; attenzioni particolari devono essere prese in corrispondenza delle mancate mestruazioni, che rappresentano periodi nei quali la muscolatura uterina è particolarmente eccitabile. Il proseguimento dell\r\na gravidanza dipende in molti casi dal rigore con cui le prescrizioni del medico sono rispettate.\\par",
"ID": 127,
"Foto": "GR018A1_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Dalla minaccia di aborto all'aborto inevitabile.\r\nA sinistra rappresentazione schematica di minaccia di aborto. Al centro rappresentazione schematica delle varie forme di aborto inevitabile. A, incompleto. Viene così definito quando nella cavità uterina sono trattenuti frammenti ovulari; la perdita di sangue dai genitali perdura per molto tempo; B, completo. L'uovo si stacca insieme con i suoi annessi completamente dalla cavità uterina e viene espulso; la quantità di sangue perso è relativamente piccola; C, ritenuto. Si verifica quando tra la morte dell'embrione e la sua espulsione intercorre del tempo, esso si presenta come una massa ovoidale. Nel particolare in basso un esempio di aborto ovulare completo al terzo mese. L'uovo ricoperto dai villi ha l'aspetto di un piumino di cipria.\r\n#",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\f1 \\cf16 ABORTO INEVITABILE\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 Dolori intermittenti di tipo colico, notevoli perdite di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 dai genitali, dilatazione del collo dell'\\cf17 \\ATXht80000 \r\nutero\\cf16 \\ATXht0 rappresentano i principali segni dell'\\cf17 \\ATXht80000 aborto\\cf16 \\ATXht0 in atto, o aborto inevitabile.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Secondo l'epoca di \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 nella quale l'aborto si verific\r\na, il meccanismo d'espulsione del prodotto del \\cf17 \\ATXht80000 concepimento\\cf16 \\ATXht0 e i sintomi relativi variano considerevolmente. Nel primo trimestre, si parla di aborto ovulare: l'\\cf17 \\ATXht80000 uovo\\cf16 \\ATXht0 è espulso in un tempo solo\r\n per l'azione delle contrazioni dell'utero, senza intervento dei muscoli ausiliari del \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 . Nelle prime settimane le dimensioni dell'uovo sono talmente piccole che esso non può essere rilevato, in mezzo al sangue, se non\r\n difficilmente, successivamente è senz'altro più facile da individuare. L'uovo può essere espulso in blocco con la \\cf17 \\ATXht80000 decidua\\cf16 \\ATXht0 , oppure da solo: in questo caso esso presenta all'esterno il rivestimento del \\cf17 \\ATXht80000 cor\r\nion\\cf16 \\ATXht0 ricoperto dai villi, perciò assume l'aspetto di un piumino da cipria. In altri casi infine, si verifica la rottura del sacco ovulare e l'espulsione dell'\\cf17 \\ATXht80000 embrione\\cf16 \\ATXht0 avviene prima degli annessi ovulari.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Durante il primo trimestre, soprattutto nelle primigravide, talora l'orifizio esterno del canale cervicale rimane chiuso per un certo tempo, quindi l'uovo, già staccato, si arresta nel collo (aborto cervicale).\\par\r\nNel secondo \r\ntrimestre di gravidanza, invece, il meccanismo di espulsione tende tanto più ad avvicinarsi a quello del parto a termine quanto maggiore è lo sviluppo dell'uovo. Si parla allora di aborto fetale. L'espulsione si svolge come un \"parto in miniatura\".\\par\r\n\r\nNel caso di aborto inevitabile, evidentemente, nulla può essere fatto per salvare il prodotto del concepimento; per la madre, invece, nella massima parte dei casi, se s'interviene con una terapia opportuna, la prognosi è favorevole.\\par\r\nSe l'uovo si sta\r\ncca completamente dall'utero ed è rapidamente espulso (aborto completo), la quantità di sangue perso dalla donna è relativamente piccola e l'utero ritorna rapidamente nelle condizioni preesistenti alla gravidanza. Se invece frammenti ovulari sono tratten\r\nuti nella cavità uterina (aborto incompleto), non solo la perdita di sangue dura per molto tempo, determinando una progressiva anemizzazione della donna, ma i frammenti contenuti nell'utero vanno incontro a infezione, con gravi pericoli per la gestante (\r\naborto settico).\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nE' necessario, perciò, praticare al più presto un intervento di svuotamento della cavità uterina (il cosiddetto \\cf17 \\ATXht80000 raschiamento\\cf16 \\ATXht0 ). Esso è effettuato sotto anestesia e consist\r\ne nell'asportazione dei residui ovulari più grossi per mezzo di una pinza ad anelli e nella \"revisione\" delle pareti uterine mediante un cucchiaio smusso.\\par\r\nL'intervento è sempre accompagnato dalla somministrazione d'\\cf17 \\ATXht80000 antibiotici\\cf16 \\ATXht0 che proteggono contro le eventuali infezioni.\\par",
"ID": 128,
"Foto": "GR018A2_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Svuotamento dell'utero.\r\nSi procede mediante l'adatta pinza ad anelli. Questa viene introdotta chiusa nella cavità uterina e portata a contatto con il fondo dell'utero; indi la si ritira di circa mezzo centimetro per evitare di afferrare le pliche della parete uterina; poi si apre la pinza, si afferra l'uovo (o i frammenti ovulari), si richiude e la si estrae mediante un leggero movimento a spirale. Può anche accadere che l'uovo abortito si presenti in via di spontanea espulsione come si osserva nel disegno a colori. Esso infatti occupa già il canale cervicale e la vagina e trascina con sé la decidua vera.\r\n#",
"Movie": "@",
"Dida_Movie": "@",
"Vedi_Anche": "@"
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{
"Titolo": "Aborto ritenuto",
"Codice": "GR018A3",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\f1 \\cf16 ABORTO RITENUTO\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 In questo caso la morte del prodotto del concepimento è seguita dalla sua espulsione solo dopo un certo periodo, che può variare da qualche giorno a varie set\r\ntimane. Durante questo periodo, l'\\cf17 \\ATXht80000 embrione\\cf16 \\ATXht0 va incontro a varie modificazioni regressive, che possono andare dal riassorbimento, se l'interruzione avviene nelle prime settimane, alla disidratazione e mummificazione, se l'in\r\nterruzione avviene più tardivamente.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 SINTOMI\\par\r\nI sintomi sono piuttosto variabili: in buona parte dei casi, la gestante ha avuto i sintomi di una minaccia di \\cf17 \\ATXht80000 aborto\\cf16 \\ATXht0 , dal\r\nla quale pensa di essersi rimessa. Successivamente, però, nota che il suo addome non s'ingrandisce più, che le mammelle regrediscono e può rilevare delle perdite vaginali brunastre. In altri casi un segno importante può essere la scomparsa improvvisa dei\r\n fenomeni simpatici della \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 , oppure, nel quinto-sesto mese, la comparsa di una vera e propria \\cf17 \\ATXht80000 montata lattea\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 DIAGNOSI\\par\r\nLa diagnosi di aborto ritenuto può \r\nessere posta solo dopo due visite a una distanza di 3-4 settimane fra loro, compiute dallo stesso medico, che confermino l'arresto dell'evoluzione dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 . Anche il fatto che i test di gravidanza divengano negativi rapp\r\nresenta un decisivo elemento di diagnosi.\\par\r\nQualche volta vi è però la persistente vitalità di qualche piccola zona di tessuto placentare, perciò le reazioni di gravidanza possono rimanere positive per qualche tempo. Per la diagnosi è utilissimo l'esa\r\nme ecografico del contenuto uterino, eventualmente ripetuto più volte, attraverso il quale si possono osservare modificazioni del sacco gestazionale, mancanza del battito cardiaco fetale ecc.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nLa terapia dell'aborto rite\r\nnuto consiste nello svuotamento dell'utero: esso deve essere preceduto dalla dilatazione del canale cervicale.\\par",
"ID": 129,
"Foto": "GR018A3_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Aborto ritenuto.\r\nUtero aperto dopo aborto ritenuto. La cavità uterina è occupata dal sacco ovulare e da coaguli sanguigni. Dal sacco ovulare è stato tolto il feto, che nell'aborto ritenuto può andare incontro a disidratazione e mummificazione. La freccia indica la posizione in cui si trovava il feto disidratato e mummificato.\r\n#",
"Movie": "@",
"Dida_Movie": "@",
"Vedi_Anche": "@"
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{
"Titolo": "Aborto settico",
"Codice": "GR018A4",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx105\\tx4620\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 ABORTO SETTICO\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 Il materiale che rimane nella cavità uterina dopo un \\cf17 \\ATXht80000 aborto\\cf16 \\ATXht0 incompleto può rappresentare, se\r\n non è tempestivamente asportato, un ottimo terreno per l'impianto di germi patogeni. Ciò è ulteriormente facilitato dal fatto che, anche nel \\cf17 \\ATXht80000 puerperio\\cf16 \\ATXht0 abortivo, nella \\cf17 \\ATXht80000 vagina\\cf16 \\ATXht0 viene a mancare\r\n il bacillo di Döderlein. Questo quindi non può esplicare la sua azione protettiva contro i germi patogeni, che perciò possono facilmente raggiungere l'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 . L'infezione della cavità uterina provoca febbre e compromission\r\ne dello stato generale della donna; può estendersi ai tessuti e agli organi vicini o addirittura dar luogo a setticemia, con gravissimi pericoli per la \\cf17 \\ATXht80000 puerpera\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Si comprende perciò quanto siano importanti un accurato svuotamento dell'utero e l'uso di \\cf17 \\ATXht80000 antibiotici\\cf16 \\ATXht0 nei casi di aborto incompleto. Grazie a questi trattamenti terapeutici, la mortalità per aborto settico è diminuita d\r\nell'80% rispetto al 1943.\\par",
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"Titolo": "Aborto ripetuto o abituale",
"Codice": "GR018A5",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3180\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 ABORTO RIPETUTO O ABITUALE\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Gran parte delle cause di \\cf17 \\ATXht80000 aborto\\cf16 \\ATXht0 che abbiamo descritto pos\r\nsono determinare aborti in gravidanze successive. Si parla comunemente di aborto ripetuto o abituale quando almeno tre gravidanze consecutive sono terminate senza successo.\\par\r\nSolo in una minoranza di casi possono essere riconosciute le cause: tra ques\r\nte maggiore importanza hanno le cause genetiche, infettive e immunologiche, le anomalie uterine, l'incontinenza cervicale.\\par\r\nSono necessari non solo un'accuratissima visita ginecologica, per rilevare le eventuali cause genitali, ma anche dosaggi ormon\r\nali ripetuti, accertamenti genetici, ricerche immunologiche, esami ematologici Lo studio del \\cf17 \\ATXht80000 gruppo sanguigno\\cf16 \\ATXht0 dei coniugi può talora permettere di rilevare una possibile causa di aborto ripetuto.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERA\r\nPIA\\par\r\nLa cura richiede estrema pazienza e una strettissima collaborazione con il medico. Una terapia con probabilità di successo è basata, oltre che su norme igieniche generali, anche, una volta individuata la causa, su di un'azione diretta contro di \r\nessa.\\par\r\nNel caso di sfiancamento del canale cervicale, può rivelarsi utile un intervento chirurgico tendente a restringere il canale cervicale (\\cf17 \\ATXht80000 cerchiaggio\\cf16 \\ATXht0 cervicale).\\par\r\nLa somministrazione di preparati ormonali (\\cf17 \\ATXht80000 estrogeni\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 progesterone\\cf16 \\ATXht0 ecc., secondo i casi) permette talvolta di eliminare le cause endocrine di aborto abituale. Se la causa dell'aborto ripetuto non è messa in evidenza, la terapia deve limit\r\narsi a norme generali di igiene della \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 , con relative probabilità di successo.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1680\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 PREVENZIONE\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 L'aborto non deve solo essere curato, \r\nma soprattutto, nei limiti del possibile, prevenuto.\\par\r\nQuesto risultato può essere ottenuto solo attraverso una stretta collaborazione con il medico, sia con accurate visite ginecologiche sia mettendo in pratica seriamente le sue prescrizioni. I migli\r\nori risultati si ottengono quando sono rilevate possibili cause materne di aborto; ben poco invece è possibile fare per prevenire gli aborti da causa ovulare.\\par\r\nTra le misure profilattiche più importanti, ricordiamo l'allontanamento della futura madre\r\n dai lavori pesanti o da quelli che possono pregiudicare lo sviluppo della gravidanza, la cura delle malattie infettive croniche, delle malattie del ricambio, del \\cf17 \\ATXht80000 cuore\\cf16 \\ATXht0 , dei reni, del \\cf17 \\ATXht91803 sistema endocrino\\cf16 \\ATXht0 , l'eliminazione delle alterazioni genitali (anomalie di posizione dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 , stati infiammatori e tumori benigni dell'utero e dei suoi annessi, lacerazioni del collo ecc.).\\par\r\nS\r\nempre tra le norme igieniche intese a prevenire l'insorgenza dell'aborto, non vanno dimenticate la dieta conforme alle esigenze della gravidanza e l'astensione dai rapporti sessuali in corrispondenza delle mancate mestruazioni.\\par",
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"Titolo": "Interruzione volontaria di gravidanza (IVG)",
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"ID": 132,
"Foto": "GR018A6_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Interruzione volontaria di gravidanza.\r\nLa scelta del metodo per provocare l'interruzione della gravidanza dipende dall'epoca della gravidanza stessa: entro 72 ore dal rapporto fecondante si usa la pillola del giorno dopo (A); prima della 6ª settimana di gravidanza si impiega il metodo di Karman (B); dalla 6ª alla 12ª settimana si usa l'isterosuzione previa dilatazione con Hegar (C); dalla 13ª alla 15ª settimana si ricorre allo svuotamento dell'utero con pinza ad anelli (D) e revisione della cavità uterina con cucchiaio (D?);dopo la 15ª settimana si esegue un'iniezione intramniotica (E), con soluzione salina ipertonica previo prelievo di liquido amniotico (E? ), come ultima metodica si procede all'isterotomia (F).\r\n#",
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"Titolo": "GRAVIDANZA EXTRAUTERINA",
"Codice": "GR018B",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx4020\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 GRAVIDANZA EXTRAUTERINA\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx210\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Con il termine \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 extrauterina o gravidanza ectopica \r\nsi indicano tutte le condizioni in cui l'\\cf17 \\ATXht80000 uovo\\cf16 \\ATXht0 fecondato si impianta e si sviluppa al di fuori della cavità dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 . La localizzazione più frequente è nella tuba: la gravidanza tubarica ra\r\nppresenta, infatti, il 96% delle gravidanze extrauterine. In casi rarissimi, l'impianto può avvenire in corrispondenza dell'\\cf17 \\ATXht80000 ovaio\\cf16 \\ATXht0 ed eccezionalmente nel \\cf17 \\ATXht80000 peritoneo\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nLa gravidanza extraut\r\nerina si verifica con relativa frequenza: si osserva, infatti, secondo le statistiche, nello 05-0,9% di tutte le gravidanze.\\par\r\nSi è osservato che la gravidanza tubarica colpisce con maggior frequenza le pluripare (75%) rispetto alle primipare.\\par\r\nLa\r\n tuba destra è sede di gravidanza extrauterina con frequenza maggiore (60%) della sinistra (40%). Per quanto riguarda il tratto di tuba interessato, nel 50% dei casi l'uovo fecondato si impianta in corrispondenza del segmento ampollare; nel 25% in corris\r\npondenza di quello istmico e nei casi rimanenti in corrispondenza di quello interstiziale e dell'\\cf17 \\ATXht80000 infundibolo\\cf16 \\ATXht0 . Come vedremo, il tratto di tuba in corrispondenza del quale è avvenuto l'impianto dell'uovo ha notevole influsso\r\n sull'evoluzione di questa gravidanza anomala.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1005\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 CAUSE\\par\r\n\\pard\\tx210\\ATXts0\\ATXbrdr0 I fattori che possono determinare l'impianto dell'uovo fecondato in corrispondenza della tuba possono essere suddivis\r\ni in due grandi categorie: quelli che ostacolano o rallentano la migrazione dell'uovo lungo la tuba e quelli che ne facilitano l'\\cf17 \\ATXht80000 annidamento\\cf16 \\ATXht0 nella tuba.\\par\r\nI primi fanno si che l'uovo si trovi ancora nella tuba nel momen\r\nto in cui raggiunge uno stadio di sviluppo (formazione del \\cf17 \\ATXht80000 trofoblasto\\cf16 \\ATXht0 ) che rende necessario l'annidamento. Tra le alterazioni anatomiche che con maggior frequenza ne sono responsabili, ricordiamo: tube, insufficientemente\r\n sviluppate, la cui muscolatura non è in grado di far progredire l'uovo, tube lunghe e sinuose, diverticoli tubarici ecc. In molti casi, però, l'ostacolo o il ritardo nella progressione dell'uovo lungo la tuba non vanno ricercati in alterazioni anatomich\r\ne di essa, ma in modificazioni dell'armonico susseguirsi delle sue contrazioni, con spasmi o \\cf17 \\ATXht80000 atonia\\cf16 \\ATXht0 di certi tratti tubarici.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Altro fattore che può determinare un prolungamento del tempo di\r\n migrazione dell'uovo è che esso sia raccolto non dalla tuba corrispondente all'ovaio da cui esso proviene, ma da quella del lato opposto.\\par\r\nCiò si può verificare in seguito ad un particolare stato di congestione e di torsione della tuba del lato oppo\r\nsto, che viene a trovarsi in vicinanza dell'ovaio che emette l'uovo. Da questa situazione deriva una \"migrazione esterna\" dell'uovo, evidentemente più lunga della migrazione normale.\\par\r\nTra le condizioni patologiche vere e proprie capaci di ostacolare \r\nla progressione dell'uovo verso la cavità dell'utero, vanno innanzi tutto ricordati i processi infiammatori a carico delle tube, in particolare la \\cf17 \\ATXht80000 salpingite\\cf16 \\ATXht0 gonococcica e quella, più frequente, da Clamydia trachomatis: ta\r\nli condizioni sono responsabili del 25-30% dei casi di gravidanza tubarica.\\par\r\nRicordiamo, infine, che tumori e aderenze con organi vicini possono determinare ripiegature e inginocchiamenti della tuba, impedendo il passaggio dell'uovo.\\par\r\nI fattori c\r\nhe facilitano l'annidamento dell'uovo nella tuba sono rappresentati essenzialmente dall'\\cf17 \\ATXht80000 endometriosi\\cf16 \\ATXht0 tubarica: essa consiste nella presenza in corrispondenza della mucosa della tuba di isolotti di cellule analoghe a quelle\r\n che costituiscono la \\cf17 \\ATXht80000 decidua\\cf16 \\ATXht0 . Questi isolotti vanno incontro alle sue stesse cicliche modificazioni e quindi rappresentano un ottimo terreno di impianto per l'uovo fecondato. Si tratta però di isolotti di piccole dimensio\r\nni, che non possono quindi permettere lo sviluppo dell'uovo fecondato.\\par\r\nNella massima parte dei casi l'uovo penetra al di sotto della mucosa tubarica, che non offre nessuna valida resistenza, eccetto i piccoli isolotti di decidua cui abbiamo accennat\r\no, e si arresta a contatto con la muscolatura della tuba. Mancando la barriera costituita dalla decidua, nessun freno è posto al potere infiltrante del trofoblasto: esso, sviluppandosi, non trova tutta quella meravigliosa architettura costituita dalla mu\r\ncosa uterina per garantire le migliori condizioni di nutrizione e di protezione dell'\\cf17 \\ATXht80000 embrione\\cf16 \\ATXht0 , e perciò crea le condizioni che inevitabilmente porteranno all'interruzione della gravidanza. Contemporaneamente l'utero e tutt\r\no l'organismo materno, sotto l'influsso degli \\cf17 \\ATXht80000 ormoni\\cf16 \\ATXht0 della gravidanza, vanno incontro alle modificazioni caratteristiche già descritte che non possono allarmare o destare sospetti.\\par\r\n\\pard\\tx3570\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \r\n\\par\r\n\\cf16 INTERRUZIONE DELLA GRAVIDANZA\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Fino a quando non interviene l'interruzione, i segni della gravidanza tubarica in evoluzione non sono diversi da quelli di una gravidanza normale: solo i fenomeni simpatici sono un \r\npo' più accentuati e possono manifestarsi modesti dolori di tipo gravativo in corrispondenza del quadrante inferiore dell'addome del lato in cui si trova la tuba gravida. Ne deriva che la gravidanza tubarica può essere diagnosticata prima dell'interruzio\r\nne solo se la gestante si sottopone a una visita di controllo: mancano, infatti, sintomi che la possano denunciare.\\par\r\nLa gravidanza tubarica si interrompe inevitabilmente al massimo entro la metà del quarto mese. Due sono essenzialmente i modi con cui\r\n può avvenire l'interruzione: il primo prevale in caso di gravidanza ampollare, il secondo in caso di gravidanza istmica.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 GRAVIDANZA AMPOLLARE. L'uovo può svilupparsi anche fino al quarto mese, tuttavia quando \r\nla tuba diviene insufficiente alla formazione della \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 e alle molteplici esigenze presentate dall'uovo, cominciano a verificarsi versamenti di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 e distacchi delle membrane ovulari\r\n dalla loro sede di impianto. L'uovo, non trovando più nutrimento, viene a morte: si ha così l'\\cf17 \\ATXht80000 aborto\\cf16 \\ATXht0 tubarico. Se l'embrione rimane all'interno della tuba, viene a trovarsi circondato da vari strati di sangue coagulato: l\r\n'insieme forma la mola tubarica.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Spesso, però, il sangue versato è molto abbondante ed è riversato fuori della tuba, nella cavità peritoneale. In tal caso anche l'embrione è espulso dalla tuba e si trova mescolato ai coag\r\nuli di sangue versati nel peritoneo (ematoceli), che sono circondati da una capsula di \\cf17 \\ATXht80000 fibrina\\cf16 \\ATXht0 e di \\cf17 \\ATXht91150 tessuto connettivo\\cf16 \\ATXht0 formatisi dalla sierosa del peritoneo. I sintomi dell'aborto sono carat\r\nterizzati dall'insorgenza di un violento dolore di tipo colico alla fossa iliaca corrispondente alla tuba gravida; questo dolore si irradia a tutta la pelvi. Contemporaneamente, compaiono piccole, ma continue perdite di sangue dai genitali, che in alcuni\r\n casi sono accompagnate dall'espulsione di lembi di decidua uterina (infatti, anche nella gravidanza tubarica si forma la decidua uterina). La perdita di sangue e il distacco della decidua sono dovute alla brusca modificazione delle condizioni ormonali p\r\nroprie della gravidanza, in seguito alla morte dell'embrione. Il sangue che è eliminato è quello proveniente dall'utero, mentre quello proveniente dalla tuba si riversa nel peritoneo.\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 GRAVIDANZA ISTMICA. Si int\r\nerrompe più precocemente di quella ampollare, raramente giunge oltre la quinta settimana; perciò, il più delle volte, la gestante ha appena il tempo di accorgersi di essere gravida. Data la sottigliezza della tuba in questo tratto, i villi coriali si inf\r\niltrano nello spessore dei fasci muscolari, usurandoli completamente, anche le cause più banali possono quindi determinare la rottura della tuba, che è accompagnata da quella dei vasi sanguigni che la irrorano. Si verifica quindi un'improvvisa e imponent\r\ne \\cf17 \\ATXht80000 emorragia\\cf16 \\ATXht0 interna, che quasi sempre si riversa nella cavità peritoneale, mettendo gravemente in pericolo la vita della donna.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Al momento della rottura, i sintomi sono rappresentati da un \r\nviolento dolore a uno dei quadranti inferiori dell'addome, dolore che si irradia rapidamente a tutto l'addome, e da shock. Successivamente, la gestante si presenta ansiosa, il respiro diviene affannoso, la pelle pallida e fredda, il polso debole e rapido\r\n e può comparire vomito. L'addome è teso e la palpazione suscita dolore violento. In alcuni casi, dopo lo shock, si può osservare qualche segno di ripresa, ma se non si interviene rapidamente con un'adatta terapia, la donna corre il pericolo di morire pe\r\nr dissanguamento.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1155\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 TERAPIA\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Sia nei rari casi in cui la gravidanza extrauterina è diagnosticata prima dell'interruzione sia nell'aborto tubarico sia nella rottura della tub\r\na, la terapia è chirurgica. Questa consiste nell'apertura dell'addome, nell'asportazione della tuba e nello svuotamento della cavità peritoneale dal sangue e dai coaguli. Nei casi di rottura della tuba, è indispensabile non solo provvedere immediatamente\r\n all'intervento per frenare l'emorragia, ma anche trasfondere abbondanti quantità di sangue per reintegrare quello perduto. Se la diagnosi e l'intervento sono fatti tempestivamente, la mortalità è molto ridotta (0,3-0,4%).\\par\r\nInfine, concludiamo ricord\r\nando che purtroppo nel 2% circa dei casi la gravidanza tubarica può ripresentarsi in corrispondenza della tuba del lato opposto.\\par",
"ID": 133,
"Foto": "GR018B_F1.jpg#GR018B_F2.jpg#",
"Dida_Foto": "Gravidanza extrauterina.\r\nSchema delle principali sedi della gravidanza extrauterina. Esse sono rappresentate dall'ovaio, dal tratto interstiziale, dal tratto istmico, dal tratto ampollare e dall'infundibulo della tuba. La localizzazione più frequente dell'impianto dell'uovo al di fuori della cavità dell'utero è nella tuba e precisamente in quella di destra. \r\n#Aborto tubarico.\r\nSchema che dimostra come nell'aborto tubarico la perdita di sangue (frecce azzurre) dai genitali derivi dall'utero, mentre il sangue proveniente dalla tuba (frecce rosse) si riversi nella cavità peritoneale. La perdita di sangue dall'utero è dovuta alla brusca modificazione delle condizioni ormonali proprie della gravidanza che si verifica in seguito alla morte del feto.\r\n#",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx2895\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 MOLA VESCICOLARE\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 La \\cf17 \\ATXht80000 mola vescicolare\\cf16 \\ATXht0 (o mola idatiforme) è costituita da un'alterazio\r\nne dei villi coriali, i quali vanno incontro ad una trasformazione in vescicole (\\cf17 \\ATXht80000 cisti\\cf16 \\ATXht0 ), in conseguenza della quale non sono più in grado di assicurare gli scambi materno-fetali, ma conservano sia la proprietà infiltrativa\r\n sia quella endocrina, cioè come il \\cf17 \\ATXht80000 trofoblasto\\cf16 \\ATXht0 normale, il tessuto molare ha la capacità invasiva nei riguardi della \\cf17 \\ATXht80000 decidua\\cf16 \\ATXht0 e produce la gonadotropina corionica, ormone caratteristico della \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nQuesta degenerazione cistica (o meglio policistica) inizia generalmente verso la fine del secondo mese di gravidanza e può interessare o tutto il \\cf17 \\ATXht80000 corion\\cf16 \\ATXht0 (mola vescicolare totale) o una sua parte (mola vescicolare parziale). Poiché i villi degenerati non sono in grado di assicurare gli scambi con l'organismo materno necessari alla vita del feto, questo nella maggior parte dei casi viene a morte.\r\n Solo raramente (2% dei casi), se l'area di degenerazione è limitata, la gravidanza può proseguire.\\par\r\nLa mola vescicolare si osserva con frequenza variabile secondo la razza e le varie regioni: in media si osserva in 1 gravidanza su 2.000-2.500. Colpi\r\nsce le pluripare più spesso delle primipare (4:1), e con frequenza crescente le donne dai trentacinque ai quarant'anni. Ben poco si sa sulle cause che la determinano.\\par\r\nAd un esame grossolano la mola vescicolare si presenta come un ammasso di vescicol\r\ne di diametro molto variabile (da qualche millimetro ad un paio di centimetri), riunite fra loro da sottili tralci. Le vescicole hanno pareti sottilissime e contengono un liquido chiaro e acquoso. La mola può raggiungere nel suo insieme un volume conside\r\nrevole (a volte supera il peso di 1 chilogrammo).\\par\r\nAnche quando l'\\cf17 \\ATXht80000 embrione\\cf16 \\ATXht0 viene a morte, il tessuto molare sopravvive, anzi accentua le sue proprietà infiltrativa ed endocrina. Di conseguenza, la mola supera la barrie\r\nra opposta dalla decidua e si infiltra profondamente nella parete dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 , soprattutto in direzione dei vasi sanguigni: ciò è comprensibile, perché essendo sprovvista di vasi sanguigni che le apportino il nutrimento nec\r\nessario al suo sviluppo, il solo modo che ha di sopravvivere è quello di trarlo dall'organismo della gestante. La progressiva lesione dei vasi sanguigni determina \\cf17 \\ATXht80000 emorragia\\cf16 \\ATXht0 quindi si ha fuoriuscita di \\cf17 \\ATXht80000 san\r\ngue\\cf16 \\ATXht0 dai genitali esterni. D'altra parte, l'accentuata attività endocrina causa un grande aumento della concentrazione della gonadotropina corionica nel sangue e nelle urine: nell'\\cf17 \\ATXht80000 ovaio\\cf16 \\ATXht0 , molto stimolato da que\r\nsto ormone, compaiono numerose cisti luteiniche (derivanti da corpi lutei iperfunzionanti). Di solito la mola è espulsa spontaneamente entro il quarto-quinto mese di gravidanza, raramente più tardi.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1200\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 SINT\r\nOMI\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Il primo sintomo è rappresentato da perdite sanguigne dai genitali, che iniziano di solito verso la decima settimana di gravidanza; esse sono d'entità variabile e irregolari, presentano inoltre aspetto diverso: a volt\r\ne sono di colore rosso vivo, a volte sono scure con coaguli. Si possono rilevare, sebbene raramente gruppi di vescicole in mezzo al sangue, è un sintomo prezioso che permette di porre immediatamente la diagnosi.\\par\r\nLe perdite generalmente non sono acco\r\nmpagnate da dolore; spesso, però, la gestante lamenta un senso di malessere al basso ventre. Se si verificano forti emorragie che determinano una rapida distensione della cavità uterina, possono però comparire forti dolori.\\par\r\nL'utero ha sempre un volu\r\nme maggiore di quello corrispondente all'epoca di gravidanza e una consistenza particolarmente molle. Il medico non riesce a rilevare né parti fetali né il \\cf17 \\ATXht80000 battito cardiaco\\cf16 \\ATXht0 fetale; le ovaie sono aumentate di volume, per la\r\n presenza delle cisti luteiniche cui si è accennato. Molto importante è il dosaggio della gonadotropina corionica nelle urine: nella mola vescicolare il suo livello è sempre molto elevato.\\par\r\nSpesso alla mola si associano \\cf17 \\ATXht80000 iperemesi\\cf16 \\ATXht0 e, se essa è ritenuta nella cavità uterina oltre il quinto mese, si può osservare \\cf17 \\ATXht80000 eclampsia\\cf16 \\ATXht0 precoce.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1155\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 TERAPIA\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Una volta accertata\r\n la presenza di mola vescicolare, occorre procedere al più presto allo svuotamento dell'utero. Ciò si ottiene applicando cilindri di laminaria nel canale cervicale e somministrando contemporaneamente \\cf17 \\ATXht80000 ossitocina\\cf16 \\ATXht0 (ormone ipo\r\nfisario capace di stimolare le contrazioni uterine). Qualora non inizi il \\cf17 \\ATXht80000 travaglio\\cf16 \\ATXht0 di \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 abortivo, è necessario ricorrere allo svuotamento strumentale, che deve essere eseguito con molta\r\n attenzione, data la particolare sofficità della parete uterina.\\par\r\nIl \\cf17 \\ATXht80000 puerperio\\cf16 \\ATXht0 deve essere seguito attentamente perché, a causa dell'alto potere infiltrante posseduto dalla mola, è possibile che frammenti di essa riman\r\ngano annidati nella parete uterina, continuando a riprodursi e a produrre gonadotropina corionica.\\par\r\nSe tutto il tessuto della mola è stato espulso, le perdite di sangue cessano nel giro di pochi giorni, l'utero va incontro ad un normale processo d'in\r\nvoluzione e le cisti ovariche scompaiono dopo qualche settimana. Si osserva anche la diminuzione e la scomparsa della gonadotropina corionica dal sangue e dalle urine: la sua ricerca deve essere ripetuta periodicamente per almeno un anno dall'espulsione \r\ndella mola, solo se persiste costantemente un esito negativo, si può essere certi della guarigione.\\par\r\nLa mortalità causata dalla mola vescicolare o dalle sue complicazioni si aggira sul 5% dei casi. Tra le complicazioni, quella più temibile è rapprese\r\nntata dal corion-epitelioma, tumore estremamente maligno, che origina appunto dal corion; esso compare con una frequenza variabile dall'1 al 10% dei casi di mola vescicolare. Poiché tale tumore ha la capacità di produrre gonadotropina corionica, si compr\r\nendono la grande importanza del dosaggio periodico di questo ormone nelle urine, dopo un caso di mola vescicolare e la necessità di un immediato ricovero in ospedale qualora esso rimanga presente dopo l'asportazione della mola.\\par",
"ID": 134,
"Foto": "GR018C_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Mola vescicolare \r\nConsiste in una degenerazione dei villi coriali, i quali vanno incontro ad una trasformazione in vescicole, e di conseguenza non sono pi├╣ in grado di assicurare gli scambi tra madre e feto.\r\n#",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx2985\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 CORION-EPITELIOMA\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 E' un tumore molto maligno, che deriva dall'epitelio del \\cf17 \\ATXht80000 corion\\cf16 \\ATXht0 del\r\n quale conserva le due caratteristiche principali: una grande capacità infiltrativa, soprattutto verso i vasi sanguigni, e la capacità di produrre gonadotropina corionica.\\par\r\nIn un certo senso esso rappresenta l'espressi\r\none maligna di quel processo di accentuata proliferazione e infiltrazione che si osserva nella \\cf17 \\ATXht80000 mola vescicolare\\cf16 \\ATXht0 . Salvo casi eccezionalissimi, questo tumore si riscontra solo dopo una \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 , e precisamente nel 40% di casi dopo una mola vescicolare, nel 37% dei casi dopo un \\cf17 \\ATXht80000 aborto\\cf16 \\ATXht0 e nel 23% dei casi dopo una gravidanza a termine. Si calcola che si verifichi 1 corion-epitelioma ogni 50-100.000 gravidanze.\r\n\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Il periodo che intercorre tra la gravidanza (terminata sia con la mola vescicolare sia con un aborto sia a termine) e la comparsa del tumore è variabile da un paio di mesi (corion-epitelioma precoce) a parecchi anni (corion-\r\nepitelioma tardivo). Si sono osservati anche casi di corion-epitelioma al di fuori dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 , conseguenti a gravidanze extrauterine.\\par\r\nIl tumore si presenta sotto forma di uno o più nodi, ognuno dei quali è costituito \r\nda una massa scura sprovvista di vasi sanguigni propri; essi perciò si trovano in corrispondenza dei vasi uterini, che sono erosi dando luogo a emorragie. Data la scarsa irrorazione, la parte centrale del nodo va in necrosi. Le cellule tumorali possono e\r\nssere trasportate dal torrente circolatorio e impiantarsi in organi lontani, dando \\cf17 \\ATXht80000 metastasi\\cf16 \\ATXht0 molto precoci, soprattutto ai polmoni, alla \\cf17 \\ATXht80000 vagina\\cf16 \\ATXht0 , al \\cf17 \\ATXht80000 cervello\\cf16 \\ATXht0 e\r\n ai reni.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1200\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 SINTOMI\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Il sintomo principale è rappresentato da perdite di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 dai genitali, irregolari e sempre più abbondanti, nelle quali\r\n può successivamente comparire materiale necrotico. Le emorragie producono \\cf17 \\ATXht80000 anemia\\cf16 \\ATXht0 , che, sommandosi al riassorbimento da parte dell'organismo della donna dei prodotti tossici provenienti dalla necrosi del tumore, determina \r\nrapidamente uno stato di grave e progressivo deperimento generale. Spesso sulle zone necrotiche si impiantano germi, causando infezione secondaria del tumore. Il volume dell'utero aumenta, ma non eccessivamente; a carico delle ovaie si può osservare la c\r\nomparsa di cisti luteiniche, dovute, come nel caso della mola vescicolare, a un eccesso di gonadotropina corionica. Sulle pareti della vagina si possono trovare noduli rossastri dovuti a metastasi.\\par\r\nLa concentrazione di gonadotropina corionica nel sa\r\nngue e nelle urine è elevatissima: il rilievo di questo dato è di estrema importanza per la diagnosi.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1185\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 TERAPIA\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Lasciato a se stesso, il tumore porta inevitabilmente alla m\r\norte nel giro di 6 mesi al massimo. Si comprende quindi come sia importante porre la diagnosi il più precocemente possibile.\\par\r\nLa cura consiste nell'asportazione dell'utero e degli annessi uterini, seguita da roentgenterapia (terapia mediante raggi X), a dosi frazionate. Possono essere anche asportati i noduli di metastasi della parete vaginale; in rari casi, comunque, si è osservata la spontanea regressione delle metastasi dopo l'asportazione del tumore principale.\r\n\\par\r\nSebbene questo tipo di tumore sia considerato uno dei più maligni, il progresso nel campo della \\cf17 \\ATXht80000 chemioterapia\\cf16 \\ATXht0 antiblastica, vale a dire di quei farmaci che impediscono la riproduzione di cellule tumorali maligne, è stato \r\nstraordinario tanto da avere rivoluzionato la prognosi di questa grave malattia. L'associazione di due di questi farmaci: il Metotrexate\\up6 ®\\up0 e l'Actinomicina D porta a guarigione completa in un'alta percentuale di casi.\\par",
"ID": 135,
"Foto": "GR018D_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Corion-epitelioma.\r\nIl corion-epitelioma è un tumore maligno che deriva dall'epitelio del corion.\r\n#",
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"Vedi_Anche": "TUMORI DELL'OVAIO 21959#"
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"Titolo": "PLACENTA PREVIA",
"Codice": "GR018E",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx2610\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 PLACENTA PREVIA\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Normalmente l'\\cf17 \\ATXht80000 uovo\\cf16 \\ATXht0 fecondato si annida nella parete anteriore o nella\r\n parete posteriore del corpo dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 ; di conseguenza, la \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 , al termine della \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 , viene a trovarsi in corrispondenza del corpo dell'utero e n\r\non interferisce con l'espulsione del \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nIn alcuni casi, tuttavia, l'\\cf17 \\ATXht80000 annidamento\\cf16 \\ATXht0 non avviene in corrispondenza del corpo, ma dell'istmo, oppure la placenta si estende in modo abnorme \r\nfino a trovarsi totalmente o parzialmente in corrispondenza della parte inferiore della cavità uterina. Ciò ha gravissime conseguenze, perché durante il terzo trimestre di gravidanza, l'istmo va incontro a una graduale distensione per dare origine al seg\r\nmento inferiore.\\par\r\nD'altra parte la placenta non è elastica e non è quindi in grado di seguire la distensione della sua base di impianto: essa perciò si distacca in più punti, dando origine a copiose emorragie. Quando appunto la placenta si trova inse\r\nrita, totalmente o parzialmente, in corrispondenza del segmento inferiore dell'utero, si parla di placenta previa. Questa condizione patologica è abbastanza frequente: le varie statistiche parlano di una placenta previa ogni 100-200 gravidanze; essa colp\r\nisce con netta prevalenza le pluripare (80% dei casi di placenta previa), mentre le primipare ne sono portatrici in misura minore. A tale anomalia di posizione si associano spesso presentazioni anormali di feto (20-30% dei casi), mentre nel 5% sono prese\r\nnti malformazioni fetali. La placenta previa può verificarsi nella stessa donna anche in gravidanze successive.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx2535\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 LE DIVERSE POSIZIONI\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 La posizione della placenta rispetto \r\nal segmento inferiore dell'utero e all'orifizio interno del canale cervicale ha molta importanza nel determinare la gravità dei sintomi e le possibilità di portare a termine la gravidanza e il \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 . Si parla di:\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\li135\\fi-135\\ATXbrdr0 - Placenta previa laterale, quando la maggior parte della placenta si trova in corrispondenza della parte superiore dell'utero, mentre il suo margine inferiore non raggiunge il contorno dell'orifizio interno del canale cervic\r\nale, quindi la sua inserzione sul segmento inferiore è parziale. E' la forma meno grave.\\par\r\n- Placenta previa marginale, quando il suo margine inferiore raggiunge il contorno dell'orifizio interno del canale cervicale, senza però ricoprirlo.\\par\r\n- Pla\r\ncenta previa parziale, se la placenta ricopre l'orifizio interno del canale cervicale, quando esso non è ancora dilatato. Quando avviene la dilatazione, la placenta ne chiude solo una parte.\\par\r\n- Placenta previa totale, se la placenta chiude completame\r\nnte l'orifizio interno del canale cervicale anche quando la sua dilatazione è completa.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1005\\ATXts0\\li0\\fi0\\ATXbrdr0 \\cf16 CAUSE\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Il fatto che l'uovo s'impianti per caso in corrispondenza dell'istmo\r\n dell'utero è senza dubbio un fattore importante nel determinare la placenta previa. In altri casi, però, sebbene l'annidamento dell'uovo avvenga come di norma in corrispondenza del corpo dell'utero, la placenta può estendersi abnormemente fino all'istmo\r\n e al segmento inferiore. Ciò avviene quando la mucosa dell'utero è piuttosto sottile e irrorata in modo insufficiente per sopperire ai bisogni del feto: essa quindi deve aumentare la sua superficie (placenta diffusa).\\par\r\nI fibromiomi dell'utero rappre\r\nsentano un altro fattore capace di determinare il formarsi della placenta previa. Infine, ricordiamo che la gravidanza gemellare, che come vedremo determina un aumento della superficie della placenta, è un fattore responsabile di alcuni casi di placenta \r\nprevia.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx60\\tx1215\\ATXts0\\li60\\fi-60\\ATXbrdr0 \\cf16 SINTOMI\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\li0\\fi0\\ATXbrdr0 I sintomi, o meglio, il sintomo è rappresentato dall'\\cf17 \\ATXht80000 emorragia\\cf16 \\ATXht0 dai genitali, che si manifesta dal \r\nsettimo mese in poi. E' solo durante il terzo trimestre, infatti, che ha inizio la distensione del segmento inferiore. La placenta, d'altra parte, non è in grado di accompagnarlo in tale distensione, perché non è elastica: i setti intervillosi che delimi\r\ntano gli spazi intervillosi della placenta finiscono col lacerarsi, aprendo le lacune sanguigne utero-placentari.\\par\r\n\\pard\\tx210\\tx4440\\ATXts0\\ATXbrdr0 Poiché in queste sboccano le arterie provenienti dall'utero, si manifesta un'abbondante emorragia.\r\n\\par\r\nEssa compare improvvisa e imprevedibile, non è accompagnata da dolore, può essere molto abbondante e può anche cessare spontaneamente, per il formarsi di coaguli di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 che richiudono le lacune apertesi. Tuttavia es\r\nsa è destinata a ripetersi, senza causa apparente.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 In certi casi, l'emorragia non si manifesta nel corso della gravidanza, tuttavia accade inevitabilmente durante il parto. Infatti, mentre le contrazioni uterine tendono a\r\n spostare verso l'alto e verso l'esterno il segmento inferiore, il sacco ovulare (e quindi anche la placenta) è sospinto verso il basso. Perciò tratti di placenta si distaccano; tale distacco causa una perdita di sangue sempre più abbondante, che mette i\r\nn pericolo la vita della partoriente.\\par\r\nInoltre la placenta stessa (e non solo i setti intervillosi) può lacerarsi, determinando la rottura di vasi sanguigni del feto, e causando emorragie dalla circolazione fetale, che sono pericolosissime per la vit\r\na del nascituro.\\par\r\nIn alcuni casi, infine, la placenta può distaccarsi completamente prima dell'espulsione del feto (che, privo dell'apporto di \\cf17 \\ATXht80000 ossigeno\\cf16 \\ATXht0 , viene a morte) ed essere espulsa prima di esso. Quest'evenienza n\r\non è frequente e prende il nome di \\cf17 \\ATXht80000 prolasso\\cf16 \\ATXht0 della placenta.\\par\r\nLa placenta previa, inoltre, può essere causa di parto prematuro sia perché lo determina spontaneamente sia perché il medico è costretto a provocarlo per arr\r\nestare l'emorragia.\\par\r\nQuando l'emorragia si manifesta nel corso della gravidanza, la diagnosi di placenta previa non è sempre facile; si può porre con certezza solo mediante alcune tecniche.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1170\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 TERAPIA\r\n\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 La gestante che presenti l'emorragia da placenta previa durante la gravidanza deve essere immediatamente ricoverata in ospedale, dove è possibile praticare un taglio cesareo o provocare il parto se l'emorragia non è domata\r\n. Se l'emorragia si manifesta durante il parto, il ricovero in ospedale è pure indispensabile. Secondo il grado di previetà della placenta il medico ha varie possibilità di intervento.\\par\r\nSe l'emorragia durante la gravidanza è domata, la gestante deve \r\nessere tenuta sotto strettissimo controllo medico, e le devono essere praticate tutte le cure necessarie per riparare alle gravi perdite di sangue subite. Se l'emorragia è indomabile o se si ripete, è necessario intervenire con un taglio cesareo.\\par\r\nDu\r\nrante il \\cf17 \\ATXht80000 travaglio\\cf16 \\ATXht0 di parto, nei casi di placenta previa laterale e in certi casi di placenta marginale, il medico può praticare, se il grado di dilatazione del collo è sufficiente, la rottura artificiale delle membrane ov\r\nulari. In questo modo è facilitata la progressione della testa del feto nel bacino materno: essa comprime così la placenta contro la parete dell'utero e arresta la perdita di sangue. Nei gradi più gravi è necessario intervenire con un taglio cesareo.\r\n\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Sebbene la placenta previa rappresenti una condizione estremamente grave, tuttavia, grazie ai progressi della terapia, i rischi per la madre sono notevolmente ridotti rispetto al passato.\\par\r\nPer il feto, i pericoli sono ma\r\nggiori, soprattutto a causa della prematurità e dell'insufficiente apporto di ossigeno causato dal distacco della placenta: la mortalità è del 10-12% circa, anch'essa però è notevolmente diminuita negli ultimi anni (nel periodo dal 1932 al 1936 era del 5\r\n0%!).\\par",
"ID": 136,
"Foto": "GR018E_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Placenta previa.\r\nRappresentazione schematica dei vari gradi di placenta previa. A, placenta previa laterale: il suo margine inferiore non raggiunge il contorno dell'orifizio interno del canale cervicale. B, placenta previa marginale: il suo margine inferiore raggiunge il contorno dell'orifizio interno, senza però ricoprirlo. C, placenta previa parziale: ricopre l'orifizio interno quando ancora non è dilatato. D, placenta previa totale: chiude completamente l'orifizio interno anche quando la sua dilatazione è completa.\r\n#",
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"Dida_Movie": "@",
"Vedi_Anche": "PLACENTA 5066#EMORRAGIA POST PARTUM 50185#PARTO PRETERMINE O PREMATURO 50121#ANNIDAMENTO DELL'EMBRIONE NELL'UTERO 5032#Utero 10239#"
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{
"Titolo": "SHOCK E DISTURBI DELLA COAGULAZIONE",
"Codice": "GR018F",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3390\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 SHOCK E DISTURBI DELLA COAGULAZIONE\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Ci sembra pertinente a questo punto, dare alcuni cenni sullo shock e sui difetti \r\ndi coagulazione, poiché si tratta di alterazioni frequenti ad osservarsi in molti casi in cui si è verificata una perdita ematica copiosa in relazione con le situazioni patologiche riferite alla prima e all'ultima parte della \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nLo shock è un quadro clinico caratterizzato da una notevole diminuzione del volume circolante di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 , ed è associato con una carente spinta cardiaca e soprattutto con un'insufficienza circolatoria per\r\niferica. Questo quadro, se non è corretto in tempo, porta a una progressiva insufficienza circolatoria fino a diventare non più curabile.\\par\r\nLo shock che si manifesta in alcune situazioni ostetriche è classificabile come emorragico e non emorragico. Il\r\n primo risulta da emorragie esterne o interne, quali per esempio nell'\\cf17 \\ATXht80000 aborto\\cf16 \\ATXht0 , nella gravidanza extrauterina, nel distacco intempestivo di \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 normalmente inserita, nella placenta previa\r\n, nella rottura dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 ecc. Lo shock non emorragico osservabile in alcune situazioni ostetriche può essere dovuto ad alcuni tipi di anestesia, specie spinale, nella ritenzione di placenta, in alcuni casi di setticemia, come nell'aborto settico, nell'infezione del \\cf17 \\ATXht9211 liquido amniotico\\cf16 \\ATXht0 , in alcune manovre ostetriche traumatizzanti, alla presenza di \\cf17 \\ATXht80000 embolia\\cf16 \\ATXht0 polmonare ecc.\\par\r\nIn seg\r\nuito a una forte \\cf17 \\ATXht80000 emorragia\\cf16 \\ATXht0 , l'organismo reagisce facendo appello a fenomeni di compenso, il primo dei quali è una \\cf17 \\ATXht80000 vasocostrizione\\cf16 \\ATXht0 diffusa a tutte le piccole arterie. In questo modo il letto \r\nvascolare si adatta a una riduzione del volume di sangue disponibile; l'unica eccezione è data dai vasi cerebrali, che mantengono il loro tono normale. Anche il \\cf17 \\ATXht80000 cuore\\cf16 \\ATXht0 si adegua a questo fenomeno e per mantenere il circolo \r\nnormale modifica la sua frequenza, accelerando i battiti. A questo punto basta reintegrare la quantità di sangue perduto, perché il fenomeno regredisca rapidamente e non lasci nessun esito.\\par\r\nNei casi in cui la perdita continua a essere copiosa, il vo\r\nlume ematico continua a diminuire, si stabiliscono stati di sofferenza dei tessuti periferici a causa del diminuito apporto di sangue per la vasocostrizione arteriolare e si formano sostanze tossiche tessutali che agiscono sui capillari, dando luogo a un\r\n tipo di paralisi con dilatazione e ristagno di sangue. Ciò provoca un diminuito ritorno venoso e uno \\cf17 \\ATXht80000 scompenso cardiaco\\cf16 \\ATXht0 . Ad aggravare il quadro, si verifica una trasudazione di \\cf17 \\ATXht80000 plasma\\cf16 \\ATXht0 dai c\r\napillari dilatati verso i tessuti e ciò provoca un'ulteriore riduzione del volume di sangue circolante. Questo stadio caratterizza il quadro dello shock irreversibile e a questo punto persino le trasfusioni massive hanno scarso effetto nel correggere lo \r\nsquilibrio, a causa dell'enorme estensione del letto vascolare dovuto alla paralisi dei capillari periferici. I fenomeni che seguono sono \\cf17 \\ATXht80000 ipotensione\\cf16 \\ATXht0 arteriosa, ipossia cardiaca e cerebrale e grave insufficienza renale. L'\r\nipossia epatica o renale provoca la formazione di sostanze tossiche, che si riversano in circolo e provocano ulteriore \\cf17 \\ATXht80000 vasodilatazione\\cf16 \\ATXht0 con l'effetto di mantenere un circolo vizioso difficilmente correggibile con i mezzi te\r\nrapeutici.\\par\r\nNel caso dello shock non emorragico a provocare vasodilatazione periferica non è la perdita ematica, ma riflessi nervosi, e nel caso di shock settico entrano in azione delle tossine batteriche ad azione vasodepressiva, che provocano anche\r\n una coagulazione intravasale con utilizzazione del \\cf17 \\ATXht80000 fibrinogeno\\cf16 \\ATXht0 circolante che diventa \\cf17 \\ATXht80000 fibrina\\cf16 \\ATXht0 . Quest'ultimo fenomeno c'introduce all'argomento dei disturbi coagulatori in gravidanza.\\par\r\nI\r\nn alcune situazioni patologiche già descritte, quali per esempio l'aborto ritenuto, l'aborto settico, il distacco intempestivo di placenta normalmente inserita, dal tessuto placentare possono partire delle sostanze tossiche che favoriscono sia i processi\r\n di coagulazione intravasale, sia la scomparsa del fibrinogeno dal circolo. Sono queste le gravi sindromi da difetto di coagulazione, che oggi però sono sempre più rare, sia perché esistono i mezzi diagnostici per individuarle in fase iniziale sia perché\r\n sono disponibili dei farmaci molto attivi, che se impiegati in tempo utile sono sufficienti a far regredire la sindrome.\\par\r\nLa prevenzione si effettua con accurati controlli periodici del sangue e dei meccanismi della coagulazione nel corso della grav\r\nidanza; inoltre è opportuno che per una perdita ematica, anche minima, la gestante ricorra all'assistenza specialistica.\\par",
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"Vedi_Anche": "SHOCK 21473#SINDROME DA COAGULAZIONE INTRAVASCOLARE DISSEMINATA (CID) 21200#PROCESSO EMOSTATICO E COAGULAZIONE DEL SANGUE 10102#"
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\f1 \\cf16 LA PATOLOGIA PRENATALE: ANOMALIE CONGENITE\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Talvolta capita nella pratica ambulatoriale di incontrare coniugi che sono preoccupati della presenza d\r\ni qualche anomalia congenita registrata in famiglia (tra gli ascendenti o i collaterali), oppure che hanno già avuto un figlio malformato e chiedono quante probabilità esistono che si verifichi un caso simile in una \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 successiva, oppure che manifestano grande angoscia perché, non sapendo ancora d'essere gravida, la donna si è sottoposta ad una terapia prolungata e con alte dosi o ha dovuto praticare un esame radiologico o ha avuto in fase molto iniziale una febbre \r\ncon sospetto d'infezione virale.\\par\r\nNon è facile indirizzare i coniugi verso una prognosi, perché la maggior parte delle anomalie congenite deriva da fattori non ancora ben conosciuti, sui quali però vale la pena di soffermarci.\\par\r\nFattori d'esclusiv\r\na natura genetica (alterazioni di un singolo gene o anormalità cromosomiche) sono responsabili di circa il 10% delle anomalie; agenti teratogeni identificabili come virus o farmaci sono responsabili di un numero limitato di malformazioni. Quindi la grand\r\ne maggioranza delle malformazioni più comuni, come per esempio malattie congenite di \\cf17 \\ATXht80000 cuore\\cf16 \\ATXht0 , labbro leporino, \\cf17 \\ATXht80000 palatoschisi\\cf16 \\ATXht0 , spina bifida, \\cf17 \\ATXht80000 ane\r\nncefalia\\cf16 \\ATXht0 ecc., riconoscono una causa dipendente probabilmente da diversi fattori che agiscono insieme, per la maggior parte sconosciuti. Essi agiscono interagendo o alterando lo sviluppo normale dell'\\cf17 \\ATXht80000 embrione\\cf16 \\ATXht0 \r\n e non intervenendo quando un organo o una parte dell'embrione è già formato; cosi per esempio una volta che il setto interventricolare del cuore si è formato, è estremamente improbabile che si stabilisca quel difetto nel setto interventricolare. Il fatt\r\nore causale di questo tipo di lesione dev'essere intervenuto o nel tempo di completamento del setto oppure prima, ma mai dopo.\\par",
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"Vedi_Anche": "MALFORMAZIONI CONGENITE 50329#"
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"Titolo": "CAUSE GENETICHE",
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"Dida_Foto": "Anomalie fetali.\r\nLa traslocazione si verifica quando due cromosomi non omologhi si spezzano e i loro frammenti si ricombinano a formare due nuovi cromosomi. Nella meiosi è possibile un accoppiamento anomalo di questi cromosomi: invece di un gamete normale, si può avere uno degli altri cinque con contenuto genetico anormale. Il secondo dal basso ha un contenuto genetico normale in posizione anomala. Dalla fecondazione di questi gameti normali derivano individui con tratti anomali.\r\n#",
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"Titolo": "CAUSE AMBIENTALI",
"Codice": "GR019B",
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"Titolo": "PREVISIONI DI ANOMALIE CONGENITE",
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"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\f1 \\cf16 PREVISIONI DI ANOMALIE CONGENITE\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 La conoscenza di malformazioni fetali già nel corso della vita intrauterina è di grande utilità per le seguenti r\r\nagioni:\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\li135\\fi-135\\ATXbrdr0 - può già indicare le possibilità di un trattamento prenatale con trasfusioni intrauterine nel caso di malattie emolitiche;\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\li0\\fi0\\ATXbrdr0 - può facilitare il trattamento pos\r\nt-neonatale precocissimo;\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 - può preparare l'ostetrico a difficoltà potenziali al momento del \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 ;\\par\r\n\\li135\\fi-135 - può indirizzare i coniugi verso la decisione di continuare o interrompere \r\nla \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 , secondo la loro coscienza, della loro preparazione etica e religiosa.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\li0\\fi0\\ATXbrdr0 Esistono fattori che mettono in guardia e stimolano ad aumentare la sorveglianza prenatale; sono\r\n:\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 - casi di storia familiare di malattie ereditarie;\\par\r\n- eccesso o diminuzione di \\cf17 \\ATXht9211 liquido amniotico\\cf16 \\ATXht0 ; \\par\r\n- malpresentazioni fetali o atteggiamenti anomali del \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 in \\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 ;\\par\r\n\\pard\\tx3615\\ATXts0\\ATXbrdr0 - malattie materne nel primo trimestre;\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 - malattie materne antecedenti alla gravidanza, quali il \\cf17 \\ATXht80000 diabete\\cf16 \\ATXht0 ;\\par\r\n- con\r\ntatto con agenti teratogeni in gravidanza iniziale;\\par\r\n- storia di mortalità fetale ricorrente;\\par\r\n- età materna avanzata e multiparità.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 In questi ultimi tempi la diagnosi prenatale di malformazioni è stata resa possi\r\nbile grazie alle numerose tecniche di studio che si sono sviluppate; quelle più importanti ai fini diagnostici sono: \\cf17 \\ATXht80000 ecografia\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 elettrocardiografia\\cf16 \\ATXht0 ed esami del liquido amniotico, con accert\r\namenti biochimici, citologici e citogenetici di cellule amniotiche in coltura.\\par\r\nL'ecografia già impiegabile alla dodicesima settimana di gravidanza dimostra chiaramente i contorni dell'organismo fetale. L'elettrocardiografia è utilissima nella dimost\r\nrazione di anomalie congenite di \\cf17 \\ATXht80000 cuore\\cf16 \\ATXht0 , oltre che naturalmente in tutti i casi di sofferenza fetale acuta o cronica.\\par\r\nIl prelievo di liquido amniotico, sebbene sia possibile effettuarlo già tra l'ottava e la decima set\r\ntimana di gravidanza, è consigliabile eseguirlo non prima della sedicesima settimana per meglio effettuare la campionatura in una quantità veramente utile di fluido. E' eseguito mediante puntura transaddominale della parete uterina e quindi della cavità \r\namniotica e non rappresenta un rischio né per il feto né per la madre.\\par\r\nSiccome il maggior contributo al liquido amniotico è portato dalle urine fetali, tutte le anomalie rilevabili con l'esame delle urine dei neonati possono essere anche rilevabili \r\ndurante la vita prenatale con l'esame del liquido amniotico. Questo vale per esempio nella \\cf17 \\ATXht995 sindrome adrenogenitale\\cf16 \\ATXht0 . L'importanza di questa diagnosi è grande se si pensa che già alla nascita si può instaurare una terapia, al \r\nfine di evitare la morte improvvisa cui spesso vanno incontro questi neonati. La diagnosi di tale sindrome congenita deve essere confermata con controlli successivi nel tempo. La principale applicazione dello studio delle cellule del liquido amniotico è \r\ndata dalla determinazione della presenza delle malformazioni del feto. Oggi possiamo affermare che questa diagnosi può avere un'accuratezza del 100%.\\par\r\nLa determinazione del sesso può essere molto importante per quelle malattie congenite note come leg\r\nate al \\cf17 \\ATXht80000 cromosoma\\cf16 \\ATXht0 X. Infatti, se la madre è portatrice di un carattere legato al suo cromosoma sessuale, si può prevedere che metà dei figli maschi saranno affetti e metà delle figlie femmine saranno portatrici, ciò vale pe\r\nr esempio per l'\\cf17 \\ATXht80000 emofilia\\cf16 \\ATXht0 o per la \\cf17 \\ATXht80000 distrofia \\cf16 \\ATXht0 muscolare.\\par\r\nLe cellule amniotiche coltivate in vitro possono essere impiegate sia per analisi citogenetiche sia per analisi chimiche; nei casi\r\n di precedenti mongolismi, si può controllare per esempio se si verifica una ricomparsa della malattia nei figli successivi, specie quando si sa che uno dei genitori (di solito la madre) porta una traslocazione o un interscambio cromosomico. In questi ca\r\nsi l'incidenza dei figli mongoloidi è di circa il 30%. Purtroppo questi esami richiedono un tempo piuttosto lungo, da tre a quattro settimane.\\par\r\nDi grande importanza, infine, è la possibilità di evidenziare difetti metabolici nel mezzo di colture dell\r\ne cellule amniotiche, per rilevare precocemente difetti enzimatici e anomalie di strutture cellulari.\\par\r\nCon l'uso di questi esami particolari si può essere in condizioni di informare i genitori se devono aspettarsi dalla gravidanza in corso un bambino\r\n sano o un bambino ammalato.\\par\r\nProbabilmente non è lontano il tempo in cui oltre la possibilità di una certezza diagnostica avremo anche la possibilità di terapia nel corso della vita endouterina: e ciò non solo con malattie come l'\\cf17 \\ATXht80000 i\r\nsoimmunizzazione\\cf16 \\ATXht0 materno-fetale da Rh, nella quale è già possibile trasfondere e quindi curare il feto in utero, ma anche in alcune malattie congenite, intervenendo opportunamente nelle fasi più precoci della vita fetale a rimuovere e a cor\r\nreggere alterazioni ultrastrutturali del patrimonio genico.\\par",
"Dida_Foto": "Malattie cromosomiche.\r\nRappresentazione di linee palmari raffigurate in mani di soggetti ammalati e normali: A, trisomia 21; B, trisomia 13; C, mano normale; D, trisomia 18; E, cri du chat. Nello schema disgiunzione normale ed errata di una coppia di cromosomi, per esempio il 21, durante la fase meiotica. Se la dissociazione incompleta si verifica nella seconda divisione meiotica, un figlio su quattro sarà trisomico 21 e uno su quattro monosomico 21. In realtà quest'ultima anomalia è incompatibile con la vita. Se la dissociazione incompleta si manifesta durante la prima divisione meiotica, tutti i discendenti corrispondenti ai gameti formatisi saranno sia trisomici 21 sia monosomici. Nell'altro schema errata disgiunzione cromosomica dell'uovo fecondato o zigote: soltanto una parte delle cellule dell'individuo sarà colpita e si avrà la formazione di un mosaico cellulare.\r\n#Malattie ereditarie.\r\nSchema che illustra le modalità di trasmissione dell'emofilia, malattia caratterizzata da un difetto della coagulazione del sangue dovuto alla mancanza del fattore VIII. La malattia si trasmette per via ereditaria attraverso il sesso femminile mediante il cromosoma X. Un famoso esempio è quello dell'albero genealogico della regina Vittoria d'Inghilterra.\r\n#Albero genealogico e malattie ereditarie.\r\nL'albero genealogico raffigurante una famiglia colpita da acondroplasia, esempio di ereditarietà autosomica dominante: i maschi sono raffigurati con un quadrato, le femmine con un cerchio, le persone di sesso sconosciuto con un rombo; i numeri rappresentano il numero dei figli; gli individui colpiti sono in nero.\r\n#",
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"Titolo": "PARTO",
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"Titolo": "TRAVAGLIO DI PARTO",
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La donna che partoris\r\nce per la prima volta è chiamata primipara, secondipara per la seconda, terzipara per la terza; se i parti sono numerosi, \\cf17 \\ATXht80000 pluripara\\cf16 \\ATXht0 . Si parla di parto abortivo (\\cf17 \\ATXht80000 aborto\\cf16 \\ATXht0 ) quando questo avviene\r\n prima della fine del sesto mese (180' giorno di \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 ).\\par\r\nLe nostre conoscenze sul meccanismo d'insorgenza del \\cf17 \\ATXht80000 travaglio\\cf16 \\ATXht0 di parto non sono del tutto chiarite: i fattori che entrano \r\nin gioco sono molteplici e si manifestano, dalla fine del settimo mese, alterando e demolendo lentamente l'equilibrio biologico che si era instaurato con la gravidanza.\\par\r\nUna particolare importanza ha la modificazione della produzione di \\cf17 \\ATXht80000 ormoni\\cf16 \\ATXht0 da parte della \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 : all'avvicinarsi del parto, aumenta la quantità d'\\cf17 \\ATXht80000 estrogeni\\cf16 \\ATXht0 prodotta, mentre diminuisce quella del \\cf17 \\ATXht80000 progesterone\\cf16 \\ATXht0 e della gonadotropina corionica. Poiché il progesterone diminuisce l'eccitabilità della muscolatura dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 , mentre gli estrogeni rendono il \\cf17 \\ATXht80000 miometrio\\cf16 \\ATXht0 più \r\nsensibile agli stimoli capaci di determinarne la contrazione, è evidente come questa situazione faciliti l'inizio delle contrazioni uterine.\\par\r\nD'altra parte gli estrogeni hanno la proprietà di stimolare il lobo posteriore dell'\\cf17 \\ATXht80000 ipofis\r\ni\\cf16 \\ATXht0 a produrre un particolare ormone, l'\\cf17 \\ATXht80000 ossitocina\\cf16 \\ATXht0 , che ha un effetto fortemente stimolante sulla muscolatura uterina. Nel corso della gravidanza la placenta produce un \\cf17 \\ATXht80000 enzima\\cf16 \\ATXht0 , l\r\n'ossitocinasi, che inattiva l'ormone prodotto dall'ipofisi. Quest'attività enzimatica diminuisce verso il termine della gravidanza, in coincidenza con i processi di invecchiamento o senescenza della placenta, determinando quindi una prevalenza dell'ormon\r\ne che esercita il suo effetto sul miometrio.\\par\r\nAccanto a questi fattori, ve ne sono altri: per esempio la distensione della parete uterina nelle ultime settimane di gestazione, a causa dell'aumento in lunghezza del feto\r\n, e la stimolazione da parte della testa fetale (che è normalmente rivolta in basso) di alcuni gangli nervosi del collo dell'utero; inoltre non si escludono altri fattori di natura ormonale e di produzione fetale.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx4200\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 LA FORZA CHE SPINGE IL FETO\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 La forza che permette al feto di superare le resistenze che si oppongono alla sua uscita dal grembo materno è data dalle contrazioni dell'utero, che si manifestano indipendentemente da\r\nlla volontà, e dalle contrazioni di alcuni muscoli volontari, chiamati muscoli ausiliari del parto.\\par\r\nLa principale caratteristica della contrazione uterina è quella di essere indipendente dalla volontà. Inoltre tale contrazione è intermittente; la pa\r\nrete uterina si contrae per qualche istante, poi si rilascia, per poi riprendere la contrazione e così via. Quest'intermittenza è estremamente importante, perché negli intervalli fra una contrazione e l'altra l'utero ha il tempo di assumere dal \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 le sostanze nutritive e di scaricarvi i prodotti di rifiuto formatisi durante la contrazione.\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 Poiché le fibre muscolari sono intrecciate fra loro e nelle maglie così formate scorrono i vasi san\r\nguigni che riforniscono di sangue la placenta, durante la contrazione questi vasi sono compressi e la quantità di sangue che arriva alla placenta diminuisce. Il feto può sopportare solo per breve tempo questa diminuzione di rifornimento di \\cf17 \\ATXht80000 ossigeno\\cf16 \\ATXht0 : ecco un'altra ragione dell'importanza che ai periodi di contrazione si susseguano periodi di rilassamento, durante i quali la \\cf17 \\ATXht80000 circolazione sanguigna\\cf16 \\ATXht0 della placenta ritorna normale.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Infine, le fibre muscolari del corpo dell'utero hanno la caratteristica che, alla fine di ogni contrazione, sono un po' più corte e un po' più spesse di quanto fossero all'inizio: ne consegue che il corpo, col succedersi delle contrazioni\r\n, diviene gradatamente più corto e più spesso. Nell'istmo invece (ricordiamo che l'istmo è quella parte dell'utero, lunga pochi millimetri, che segna il passaggio tra corpo e collo dell'organo e che nel terzo trimestre di gravidanza prende il nome di seg\r\nmento inferiore) le fibre muscolari, alla fine di ogni contrazione, sono un po' più lunghe e un po' più sottili di quanto fossero all'inizio: ne consegue che il segmento inferiore diviene gradatamente più sottile e più disteso.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Questi due fenomeni (l'accorciamento del corpo dell'utero e la distensione del segmento inferiore) hanno grande importanza per la dinamica del parto.\\par\r\nAll'inizio del travaglio le contrazioni sono piuttosto distanziate le une dalle altre (20 minu\r\nti circa) e di breve durata (mezzo minuto circa). Esse vanno gradatamente aumentando sia in frequenza sia in durata: alla fine del cosiddetto periodo dilatante si susseguono ogni 5 minuti circa e durano 1 minuto circa; durante l'espulsione del feto avve\r\nngono ogni 2-3 minuti circa e durano fino a un minuto e mezzo.\\par\r\nLa contrazione della parete dell'utero, dunque, rappresenta la forza che spinge il feto fuori del grembo materno. Esistono però delle resistenze che il feto deve superare per venire alla\r\n luce. Questi ostacoli sono rappresentati dai fasci di muscoli del piano \\cf17 \\ATXht80000 perineale\\cf16 \\ATXht0 che devono essere divaricati e dal collo dell'utero, che all'inizio del parto è chiuso e che deve dilatarsi, per permettere il passaggio de\r\nl feto.\\par\r\nLe contrazioni dell'utero, intermittenti, producono lentamente la dilatazione del collo e lo sfiancamento del piano pelvico; in questo modo il progredire del feto deriva dal bilanciarsi di forze contrarie: la contrazione uterina da un lato e\r\n le resistenze che a essa si oppongono dall'altro.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx3105\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 IL CANALE DEL PARTO\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Il percorso naturale che il feto deve fare durante il parto (chiamato canale del parto) è rappresen\r\ntato dal collo dell'utero e successivamente dalla \\cf17 \\ATXht80000 vagina\\cf16 \\ATXht0 e dall'\\cf17 \\ATXht80000 ostio \\cf16 \\ATXht0 vaginale. Questi segmenti sono molto elastici e possono dilatarsi in modo sufficiente da permettere il passaggio di un c\r\norpo di dimensioni considerevoli, come il feto a termine. Essi però si trovano racchiusi nel piccolo bacino che, essendo costituito da ossa saldamente legate fra loro, è dilatabile in misura estremamente limitata.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 D'altra\r\n parte le dimensioni del feto sono molto vicine a quelle del piccolo bacino e soprattutto alcune parti fetali, in special modo la testa, non possono essere compresse e deformate che entro limiti piuttosto ristretti.\\par\r\nDa qui deriva l'importanza dei va\r\nri diametri del piccolo bacino in \\cf17 \\ATXht80000 ostetricia\\cf16 \\ATXht0 : un bacino molto stretto, una sua deformazione oppure un aumento al di sopra della norma delle dimensioni del feto possono creare serie difficoltà o addirittura impedire l'esple\r\ntamento del parto per le vie naturali.\\par\r\nAll'inizio della sua discesa, il feto incontra la prima \"strettoia ossea\" all'ingresso del piccolo bacino (ingresso chiamato distretto superiore): nello scheletro questo ha pressappoco la forma di un \\cf17 \\ATXht80000 cuore\\cf16 \\ATXht0 da carte da gioco e il suo maggior diametro è disposto trasversalmente. Ai due lati però si trovano due muscoli piuttosto voluminosi (i muscoli psoas-iliaci), che restringono il diametro trasverso e fanno sì che il diametro magg\r\niore divenga il diametro obliquo, che è lungo 12 centimetri. Il feto, a questo punto della discesa, si disporrà appunto secondo tale diametro.\\par\r\nAl di sotto del distretto superiore si trova la cosiddetta escavazione pelvica, limitata posteriormente da\r\nlla concavità dell'osso sacro, anteriormente dalla \\cf17 \\ATXht80000 sinfisi \\cf16 \\ATXht0 pubica e lateralmente da varie formazioni ossee, legamentose e muscolari.\\par\r\n\\pard\\tx225\\tx4425\\ATXts0\\ATXbrdr0 La disposizione dei muscoli conferisce a questo t\r\nratto la forma di una coppa a concavità rivolta verso l'alto, con diametro maggiore diretto dall'avanti all'indietro. Esso, nel suo punto più stretto, misura 11,5 centimetri.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Sul fondo di questa coppa, tra i fasci del mus\r\ncolo elevatore dell'ano, si trova una fessura, disposta dall'avanti all'indietro, attraverso la quale passano l'\\cf17 \\ATXht80000 uretra\\cf16 \\ATXht0 , la vagina e il \\cf17 \\ATXht80000 retto\\cf16 \\ATXht0 . Al momento del passaggio del feto, i fasci del m\r\nuscolo elevatore dell'ano devono divaricarsi in modo considerevole e in alcuni casi possono lacerarsi: questa è una delle cause di \\cf17 \\ATXht80000 prolasso\\cf16 \\ATXht0 utero-vaginale.\\par\r\nL'uscita del piccolo bacino (egresso pelvico) ha un contorno \r\nmolto irregolare: in condizioni normali, il suo diametro antero-posteriore, che va dal margine inferiore della sinfisi pubica alla punta del \\cf17 \\ATXht80000 coccige\\cf16 \\ATXht0 , misura solo 9,5 centimetri. L'egresso pelvico sarebbe quindi troppo stre\r\ntto per lasciar passare il feto. Ma questo, al suo passaggio, spinge all'indietro il coccige, che può articolarsi abbastanza facilmente con il sacro: il diametro raggiunge così 11,5 centimetri, sufficienti a permettere il passaggio del feto.\\par\r\n\\pard\\tx4140\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 IL FETO COME CORPO MOBILE\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Oltre a presentare dimensioni inestensibili, il canale presenta anche una curva con la concavità diretta in avanti. Vediamo quali sono i caratteri del feto ch\r\ne vengono ad assumere importanza rispetto a questa situazione.\\par\r\nAbbiamo già detto quale sia l'atteggiamento del feto a termine nell'utero: le braccia sono incrociate sul petto e le gambe ripiegate e incrociate nell'atteggiamento di chi siede all'\"ind\r\niana\" (l'insieme formato dalle natiche del feto e dai piedi, che vengono a trovarsi sullo stesso piano, prende, in ostetricia, il nome di \\cf17 \\ATXht80000 podice\\cf16 \\ATXht0 ). Esso perciò viene ad assumere una forma approssimativamente ovoidale, con d\r\nue grosse parti (la testa e il tronco) riunite da un segmento mobile, il collo. Il diametro maggiore dell'ovoide è quello che va dall'apice della testa al podice (questo diametro è chiamato cefalo-podalico) e misura in media 28 centimetri.\\par\r\nSi chiama\r\n parte presentata la grossa parte del feto che per prima prende rapporto con l'ingresso pelvico, e presentazione tale rapporto. La presentazione prende il nome dalla parte presentata.\\par\r\nE' evidente che se all'inizio del parto il feto è situato trasver\r\nsalmente rispetto al piano dell'ingresso del piccolo bacino (presentazione di spalla), il parto per le vie naturali non potrà avvenire. Nel 99% dei casi, però, il feto è situato longitudinalmente; 96 volte su 100 la parte posta più in basso è la testa (p\r\nresentazione cefalica), 3 volte su 100 il podice (presentazione podalica).\\par\r\nI diametri della testa rivestono una particolare importanza, non solo perché questa parte con maggior frequenza è la prima a impegnarsi nel piccolo bacino, ma anche perché ne\r\nl feto a termine essa è relativamente molto più grossa che nell'adulto e presenta inoltre una struttura ossea. Bisogna ricordare, però, che al momento del parto le ossa della volta cranica fetale non sono ancora completamente ossificate e saldate fra lor\r\no, e godono perciò di una certa plasmabilità, in modo che il volume della testa può ridursi lievemente durante il parto. I diametri della testa che rivestono maggiore importanza sono gli antero-posteriori, perché sono quelli di dimensioni maggiori e che \r\npiù si avvicinano alle misure del piccolo bacino. Questi diametri cambiano considerevolmente secondo la posizione della testa fetale rispetto al tronco (flessione, modica estensione, estensione completa): mentre a testa flessa, il diametro della testa (1\r\n1 centimetri) è inferiore a quello dell'ingresso pelvico (diametro obliquo, 12 centimetri), quando la testa è deflessa, il suo diametro maggiore aumenta: in questo caso naturalmente l'espletamento del parto è reso più difficile.\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 Questi fatti condizionano anche un cambiamento del meccanismo secondo il quale il parto si verifica, per cui nelle presentazioni cefaliche si distinguono, una presentazione di vertice (a testa flessa), che è la più frequente, una presentazione di \\cf17 \\ATXht80000 bregma\\cf16 \\ATXht0 (con una minima deflessione della testa, che, spesso, si accompagna a rotazione sacrale dell'occipite fetale, come meglio sarà detto in seguito), una presentazione di fronte (a testa parzialmente deflessa), che è molto\r\n rara (0,1%), e un presentazione di faccia (a testa completamente deflessa), che si verifica nello 0,5% dei casi.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Il passaggio del podice attraverso il piccolo bacino presenta una difficoltà minore, perché le sue parti os\r\nsee sono più piccole ed essendo rivestite da muscoli e grasso, risultano più facilmente deformabili.\\par\r\nOltre alle dimensioni del feto, dobbiamo tenere conto anche della sua flessibilità (poiché, come abbiamo visto, il canale del parto presenta una cur\r\nva). La testa è ampiamente mobile sul tronco, e questo può piegarsi molto facilmente, soprattutto in senso antero-posteriore.\\par\r\nCome vedremo, descrivendo i vari momenti del travaglio di parto, tutti gli elementi che abbiamo analizzato, agendo in modo \r\narmonico e perfettamente sincronizzato, assumono una notevole importanza per un suo buon espletamento.\\par",
"Dida_Foto": "Contrazioni della parete uterina.\r\nRegistrazione, mediante elettromanometro, dell'intensità di contrazione dei vari segmenti del miometrio (a, b, d) e della pressione della cavità amniotica (c) durante il parto. Tra una contrazione e l'altra esiste una pausa che permette all'utero di assumere dal sangue le sostanze nutritizie e di scaricare le sostanze di rifiuto. La pausa è utile anche al feto che nel periodo della contrazione risente in modo sfovorevole delle modificazioni circolatorie utero-placentare.\r\n#Ostacoli alla discesa del feto.\r\nSezione sagittale del bacino di una donna gravida al settimo mese. La contrazione uterina rappresenta la forza che spinge il feto fuori del grembo materno. Questa forza è ostacolata da resistenze rappresentate dai muscoli perineali che chiudono verso il basso il piccolo bacino e che devono essere divaricati, e dal collo dell'utero, che all'inizio del parto è chiuso e che al momento del parto deve essere dilatato.\r\n#Il canale del parto.\r\nIn alto sezione sagittale dell'addome di una donna gravida prima del travaglio. Il canale del parto rappresenta il cammino naturale (indicato dalla freccia rossa) che il feto percorre per venire alla luce. È costituito dal collo dell'utero, dalla vagina e dall'ostio vaginale. Nel disegno, il canale del parto completamente dilatato. I segmenti di cui esso è costituito sono molto elastici e possono dilatarsi, in modo da permettere il passaggio del feto. Nel riquadro, il piccolo bacino in sezione sagittale. Sono stati tracciati, procedendo dall'alto verso il basso, i diametri antero-posteriori del distretto superiore, dell'escavazione pelvica e dell'egresso pelvico(s = sinfisi pubica; o = osso sacro; c = coccige).\r\n#Muscolo psoas – iliaco.\r\nE' un complesso di due muscoli: l'iliaco ed il grande psoas. È bilaterale ed è situato ai lati del distretto superiore, del quale contraendosi restringe il diametro trasverso, facendo sì che quello obliquo diventi il diametro maggiore. Questo fatto è di grande importanza perché favorisce la discesa del feto che si dispone secondo questo diametro. A sinistra sono appunto rappresentate le strutture ossee che il feto incontra all'inizio della sua discesa. A, distretto superiore, visto dall'alto. B, sezione trasversale dell'escavazione pelvica, vista dal basso. C, egresso pelvico, visto dal basso.\r\n#Il disimpegno della testa.\r\nA, testa completamente flessa (diametro occipito-frontale); B, testa parzialmente deflessa (diametro occipito-nasale); C, testa completamente deflessa (diametro sterno-sincipitale). I diametri del cranio fetale hanno grandissima importanza nel disimpegno della testa. Il meccanismo di espulsione è legato alla risultante delle azioni contrapposte della forza e della resistenza: la forza infatti spinge la testa verso il basso e all'indietro e la resistenza del piano pelvico la respinge verso l'alto e in avanti.\r\n#",
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"Vedi_Anche": "ORMONI DELL'IPOFISI POSTERIORE 10270#OSSA DEL BACINO 1068#"
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"Titolo": "DINAMICA DEL TRAVAGLIO DI PARTO",
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"ID": 144,
"Foto": "PA01A_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Dilatazione del collo uterino.\r\nNel riquadro a sinistra, utero all'inizio della gravidanza. L'istmo, rappresenta una zona di minor resistenza della parete uterina e gioca perciò un ruolo molto importante durante il parto, passando da pochi millimetri di lunghezza a 10 centimetri. A questo punto prende il nome di segmento inferiore. Nel riquadro nero è schematizzato il meccanismo con cui la muscolatura uterina determina la distensione del segmento inferiore e la dilatazione del collo. Quando la muscolatura del corpo e del fondo dell'utero si contrae, viene esercitata una trazione diretta verso l'alto. Questa trazione si ripercuote verso il basso ed esercita una spinta sul feto. In basso, da sinistra a destra, fasi successive della dilatazione del collo. Quando le pareti del segmento inferiore, sotto la trazione della muscolatura uterina, sono distese, la trazione esercitata dalle contrazioni del miometrio comincia a trasmettersi all'orifizio interno del collo dell'utero e, nella fase successiva, via via, a tutto il collo che viene gradualmente dilatato. Nella fase terminale la dilatazione è estesa a tutto il collo dell'utero, che viene così ad allinearsi con le pareti del segmento inferiore.\r\n#",
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{
"Titolo": "Prime contrazioni",
"Codice": "PA01A1",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx2640\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 PRIME CONTRAZIONI\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx210\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Sempre nella seconda metà del nono mese, le leggere sensazioni di stiramento e di tensione, localiz\r\nzate alla regione lombo-sacrale e al basso ventre, che la gestante aveva percepito molto saltuariamente nei mesi precedenti, diventano un po' più frequenti: sono le prime deboli contrazioni della muscolatura uterina.\\par\r\nVediamo che cosa si verifica in \r\ncorrispondenza dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 all'avvicinarsi del \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nDurante i primi due trimestri di \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 , l'utero si era ingrandito indipendentemente dalla cresc\r\nita del \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 . Nel terzo trimestre, invece, il feto si accresce più rapidamente dell'utero: da questo fatto deriva una graduale distensione e di conseguenza un progressivo assottigliamento della parete uterina, particolarme\r\nnte in corrispondenza del punto in cui la muscolatura uterina è più sottile, cioè in corrispondenza del segmento inferiore.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Contemporaneamente cominciano a verificarsi le prime debolissime contrazioni del \\cf17 \\ATXht80000 miometrio\\cf16 \\ATXht0 . La muscolatura del corpo e del fondo dell'utero forma una specie di \"cupola\", attaccata in corrispondenza della sua periferia al segmento inferiore; quando si contrae, essendo da una parte ancorata ai legamenti uterini, e appoggi\r\nando dall'altra sul feto contenuto nell'utero, esercita una trazione sul segmento inferiore, che è ulteriormente disteso, passando cosi da pochi millimetri di lunghezza ad una lunghezza di circa 10 centimetri.\\par\r\nDurante lo svolgimento del parto, il se\r\ngmento inferiore ha un ruolo importantissimo, perché rappresenta un punto di minor resistenza della parete uterina. Se essa fosse tutta uniformemente resistente, al momento della contrazione l'organo si limiterebbe ad assumere una forma sferica e non si \r\nverificherebbe alcuna spinta del feto verso l'uscita. Invece, la presenza del segmento inferiore, più debole, fa sì che la progressione possa facilmente avvenire.\\par",
"ID": 145,
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{
"Titolo": "Inizio del travaglio",
"Codice": "PA01A2",
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"ID": 146,
"Foto": "PA01A2_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "La borsa delle acque.\r\nIn fase iniziale di travaglio, durante il periodo dilatante, l'amnios e il corion (che nell'insieme costituiscono il sacco ovulare) si distaccano dalla decidua e formano una sacca ripiena di liquido amniotico, detta borsa delle acque, davanti alla testa del feto.\r\n#",
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"Titolo": "Periodo dilatante",
"Codice": "PA01A3",
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"Dida_Foto": "La formazione della bocca uterina.\r\nIl collo dell'utero perde gradualmente la sua forma e la sua consistenza e si adatta sempre più alla testa del feto (A, B, C); il canale cervicale scompare e rimane solo l'orifizio uterino esterno che prende il nome di bocca uterina e subirà una progressiva dilatazione.\r\n#Periodo dilatante il pluripara.\r\nA, fase iniziale della dilatazione del collo dell'utero in una pluripara; B, dilatazione della metà superiore del collo. Contemporaneamente ad essa ha inizio la dilatazione dell'orifizio esterno del collo dell'utero; C, dilatazione quasi completa del collo e della bocca uterina. Il collo e l'orifizio esterno sono quasi scomparsi; \r\n#Dilatazione normale e anomala. \r\n#",
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{
"Titolo": "Periodo espulsivo",
"Codice": "PA01A4",
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La fase del parto durante la quale il feto percorre il canale del parto, per nascere, prende il nome di periodo espulsivo.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Il suo inizio è segnato dalla rottura della borsa amniocoriale, che si manifesta con la fuoriuscita dai genitali di una certa quantità di \\cf17 \\ATXht9211 liquido amniotico\\cf16 \\ATXht0 . L'inizio del periodo espulsivo è inoltre p\r\nercepito soggettivamente dalla gestante con la comparsa del bisogno di \"spingere\" (premito): la testa del feto, iniziando la sua discesa, stimola un \\cf17 \\ATXht80000 riflesso nervoso\\cf16 \\ATXht0 , che si manifesta appunto nella contrazione dei muscoli \r\naddominali.\\par\r\nNella quasi totalità dei casi (95,4%), all'inizio della sua discesa, il feto si trova con la testa rivolta verso il basso e molto flessa.\\par\r\nEntrando nel piccolo bacino, la testa subisce una compressione, che porta a una leggera riduzi\r\none dei suoi diametri, ma soprattutto, sotto la spinta delle contrazioni uterine, trasmesse attraverso la colonna vertebrale del feto, subisce un movimento di ulteriore flessione. In tal modo essa viene a presentare diametri di dimensioni minori (riduzio\r\nne indiretta) e la sua progressione, di conseguenza, è molto facilitata.\\par\r\nContemporaneamente, anche tutti gli altri diametri del feto sono compressi, in modo che esso assume una forma approssimativamente cilindrica. Così sotto la spinta delle contraz\r\nioni uterine, alla quale si aggiunge ora anche l'azione dei muscoli ausiliari del parto, per effetto del riflesso del premito, il feto discende nel piccolo bacino.\\par\r\n\\pard\\tx210\\tx1470\\tx4410\\ATXts0\\ATXbrdr0 Bisogna osservare che in questa prima fase \r\ndella discesa, il diametro antero-posteriore del feto si trova a corrispondere al diametro obliquo del distretto superiore, che è quello di dimensioni maggiori.\\par\r\nQuando la testa arriva all'escavazione pelvica, essa trova modificazioni nella forma del\r\n canale (il diametro maggiore non è più quello obliquo, bensì quello antero-postenore; il rivestimento muscolare ha la forma di coppa) che le fanno compiere un movimento di rotazione di un ottavo di circonferenza, circa 45° (rotazione interna), perciò la\r\n nuca fetale viene a trovarsi in avanti e la faccia è rivolta all'indietro. In questo modo la nuca viene a disporsi al di sotto dell'arcata \\cf17 \\ATXht80000 pubica\\cf16 \\ATXht0 materna.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Nella sua discesa, la testa del f\r\neto dilata facilmente la \\cf17 \\ATXht80000 vagina\\cf16 \\ATXht0 (che avendo le pareti molto elastiche, normalmente non offre resistenza) e divarica i fasci del muscolo elevatore dell'ano, che sono posti ai due lati della vagina; viene così a trovarsi sub\r\nito dietro all'anello vulvare, che costituisce l'ultimo ostacolo alla sua uscita dal grembo materno: questo però è facilmente dilatato, e la testa del feto si sprigiona dai genitali materni con un movimento di estensione, poiché la nuca fa perno al di so\r\ntto dell'arcata pubica materna.\\par\r\nNel frattempo anche le spalle del feto sono entrate nel piccolo bacino, disponendosi secondo il diametro obliquo perpendicolare a quello secondo il quale si era disposta la testa. Quando esse arrivano alla mediopelvi \r\n(cioè all'altezza delle spine ischiatiche), si dispongono secondo il diametro antero-posteriore che è quello di dimensioni maggiori: compiono perciò anch'esse una rotazione di un ottavo di circonferenza. Tale rotazione si trasmette alla testa (che è già \r\nfuori dei genitali materni), la quale così compie una rotazione fra le cosce della madre (rotazione esterna).\\par\r\nAnche il tronco del feto è pronto per essere espulso: si libera dapprima la spalla situata posteriormente (rispetto ai genitali materni), m\r\nentre la spalla che si trova anteriormente serve da fulcro; successivamente anche questa si libera e il resto del corpo fetale esce rapidamente, senza difficoltà, perché tutte le sue dimensioni sono inferiori a quelle della testa e delle spalle.\\par\r\nLa \r\nfuoriuscita del feto dà alla partoriente una sensazione di sollievo e di benessere, sia per la cessazione di ogni fastidio sia per la notevole diminuzione di volume dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 ; rimane solo l'affaticamento muscolare e la gr\r\nande gioia di aver dato alla luce un nuovo essere.\\par\r\nLa durata del periodo espulsivo è abbastanza variabile: da 30 minuti a 2 ore e più. Anche questa fase nelle pluripare è più breve: si è calcolato che nelle primipare siano necessarie in media 50 con\r\ntrazioni per espletare il periodo espulsivo, mentre nelle pluripare ne sono sufficienti 15-35.\\par\r\nIl bambino che è nato è ancora collegato all'utero materno dal cordone ombelicale, congiunto alla \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 , che è rimasta \r\nall'interno dell'utero assieme alle membrane ovulari. Il rifornimento di \\cf17 \\ATXht80000 ossigeno\\cf16 \\ATXht0 gli è assicurato ancora attraverso la placenta, ma molto rapidamente la circolazione placentare si arresta e il neonato compie il suo primo \r\natto respiratorio, assieme al primo vagito. La persona che assiste al parto applica due pinze emostatiche al cordone e lo recide fra esse: il bambino vive ormai di vita autonoma.\\par",
"Dida_Foto": "Il periodo espulsivo.\r\nA, meccanismo della riduzione indiretta nella presentazione di vertice. Si può immaginare la testa fetale come una leva, con il perno in corrispondenza dell'articolazione atlanto-occipitale (a), la quale ha due bracci disuguali (af, ao). L'azione della forza sarà maggiore sul braccio minore della leva e l'occipite (o) si sposterà più in basso. B, aspetto del feto prima che sopraggiungano le contrazioni uterine; C, sotto l'azione delle contrazioni uterine, il feto assume una forma approssimativamente cilindrica.\r\n#Proiezione della testa fetale sul bacino materno.\r\nLa zona tratteggiata in rosso rappresenta la proiezione della testa fetale sul bacino materno. Da qui, sotto la spinta delle contrazioni uterine e l'azione dei muscoli ausiliari del parto, il feto progredisce nel canale del parto e la nuca fetale comincia a compiere il movimento di rotazione. Questo è di circa 45°, per cui la nuca viene a trovarsi in avanti e la faccia rivolta all'indietro.\r\n#Discesa del feto.\r\nLa successione delle teste rappresenta il percorso seguito dal feto nel canale del parto fino al disimpegno della testa.\r\n#Espulsione.\r\nDisimpegno della testa nel canale del parto. L'ultimo ostacolo che essa ha incontrato, per uscire dal grembo materno, è stato l'anello vulvare, che si è facilmente dilatato.\r\n#Radiografia di addome gravido in proiezione.\r\nNella radiografia feto al nono mese di gravidanza in situazione longitudinale, atteggiamento di flessione, presentazione cefalica. Un segno sicuro di maturazione del prodotto del concepimento è costituito dalla presenza dei nuclei di ossificazione delle epifisi distali dei femori (nuclei di Béclère); tali nuclei sono particolarmente ben riconoscibili (frecce).\r\n#",
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"Titolo": "Secondamento",
"Codice": "PA01A5",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx1950\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 SECONDAMENTO\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx210\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Nell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 , al termine del periodo espulsivo, si trovano ancora la \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 e le membrane ovulari, che aderiscono in buona parte alla sua parete. La fase del \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 durante il quale avviene l'espulsione di queste formazioni, che nel loro insieme costituiscono gli a\r\nnnessi fetali, prende il nome di secondamento.\\par\r\nEspulso il \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 , l'utero si trova svuotato di una buona parte del suo contenuto: si retrae e la sua cavità diminuisce notevolmente di volu\r\nme. Le contrazioni uterine hanno una pausa di 2 o 3 minuti, poi riprendono, quasi inavvertite dalla partoriente.\\par\r\nLa \\cf17 \\ATXht80000 vescica\\cf16 \\ATXht0 urinaria, non più compressa dal feto, si riempie rapidamente di urina; la persona che assiste\r\n al parto pratica allora un \\cf17 \\ATXht80000 cateterismo\\cf16 \\ATXht0 vescicale, per impedire che la vescica piena ostacoli il secondamento.\\par\r\nLa ripresa delle contrazioni uterine è la causa principale del distacco della placenta dalla sua base di i\r\nmpianto. Le pareti dell'utero, infatti, adattandosi alle nuove condizioni del contenuto uterino, si retraggono, ma la placenta, che non possiede fibre elastiche e muscolari, si retrae in misura minore: essa quindi tende a piegarsi, esercitando una forte \r\ntrazione sui villi fissi che la ancorano alla parete uterina.\\par\r\nQuando riprendono le contrazioni uterine, questa sollecitazione diviene più forte, finché i villi cominciano a lacerarsi e la placenta a distaccarsi. Il distacco avviene in corrispondenza\r\n dello strato spongioso o profondo della \\cf17 \\ATXht80000 decidua\\cf16 \\ATXht0 , mentre lo strato compatto resta aderente alla parte fetale della placenta e viene con essa espulso. Un fattore facilitante di distacco è rappresentato da quei fenomeni regr\r\nessivi che avvengono, negli ultimi mesi di \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 , a carico della placenta (senescenza della placenta).\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Nella maggioranza dei casi, la placenta comincia a staccarsi in corrispondenza de\r\nl suo centro: nella lacuna che si viene formando, si raccoglie una certa quantità di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 uscito dai vasi sanguigni dell'utero, che in questa fase sono rotti. Il sangue che si raccoglie fra placenta e parete uterina pren\r\nde il nome di ematoma retroplacentare e contribuisce, con il suo peso, ad accelerare il distacco di tutta la placenta.\\par\r\nQuando il distacco si è completato (si calcola che siano necessarie una quindicina di contrazioni uterine), la placenta cade nel s\r\negmento inferiore, trascinando con sé e scollando le membrane ovulari. In questo momento essa ha la forma di una coppa con la concavità rivolta verso l'alto, contenente l'ematoma retroplacentare. Il distacco delle membrane ovulari è facilitato dalle cont\r\nrazioni uterine e si verifica in corrispondenza della decidua.\\par\r\nLe contrazioni dell'utero sospingono la placenta, dal segmento inferiore nella \\cf17 \\ATXht80000 vagina\\cf16 \\ATXht0 ; quando ciò si verifica, la donna sente un impellente bisogno di spi\r\nngere: la contrazione dei muscoli addominali determina la fuoriuscita della placenta, alla quale sono unite le membrane ovulari. L'espulsione è seguita da quella dell'ematoma retroplacentare: si tratta di 100 o 200 grammi di sangue.\\par\r\nL'utero si è cos\r\nì completamente svuotato del suo contenuto: la sua muscolatura entra in forte contrazione, perciò il suo volume diminuisce.\\par\r\nTale contrazione ha una funzione importantissima; infatti, i vasi sanguigni dell'utero, che erano rimasti aperti al momento d\r\nel distacco della placenta, sono racchiusi tra le maglie formate dalle fibre muscolari come tra forti pinze: di conseguenza la perdita di sangue viene a cessare completamente. Per questa ragione, all'utero così contratto è stato assegnato il nome di glob\r\no di sicurezza.\\par\r\nIl periodo del secondamento dura circa un quarto d'ora e la durata della contrazione uterina per assicurare l'\\cf17 \\ATXht80000 emostasi\\cf16 \\ATXht0 (arresto dell'\\cf17 \\ATXht80000 emorragia\\cf16 \\ATXht0 ) è di circa 3 ore. Dopo qu\r\nesto periodo i vasi sanguigni dell'utero sono occlusi da grumi di sangue e la contrazione del \\cf17 \\ATXht80000 miometrio\\cf16 \\ATXht0 non è più necessaria per assicurare l'emostasi.\\par\r\nE' particolarmente importante che nella cavità uterina non rimang\r\nano frammenti di placenta o di membrane ovulari, perché ciò costituirebbe un pericolo, perché la presenza di corpi estranei è causa di insufficiente contrazione del miometrio e perciò di insufficiente emostasi.\\par\r\nPer tale ragione, il medico o l'ostetr\r\nica che assistono al parto controllano accuratamente l'integrità sia della placenta sia delle membrane ovulari. Ed è appunto per avere la garanzia di una sufficiente contrazione che, subito dopo il secondamento, è praticata alla partoriente un'iniezione \r\ndi sostanze capaci di indurre nella donna una forte e duratura contrazione del miometrio.\\par",
"Dida_Foto": "Secondamento: distacco della placenta.\r\nDistacco della placenta e formazione dell'ematoma retroplacentare. Generalmente la placenta comincia a distaccarsi dalla parete uterina in corrispondenza della sua parte centrale, e nella cavità che si viene formando si raccoglie il sangue uscito dai vasi sanguigni dell'utero che in questa fase si rompono.\r\n#Secondamento: caduta della placenta.\r\nCaduta della placenta nel segmento inferiore. La placenta, completamente distaccata dalla parete uterina, cade nel segmento inferiore dell'utero, assumendo la forma di una coppa contenente l'ematoma retroplacentare e trascinando con sé le membrane ovulari.\r\n#Secondamento: espulsione della placenta.\r\nLa placenta, mediante le contrazioni uterine del segmento inferiore, viene spinta insieme alle membrane ovulari nella vagina per essere espulsa.\r\n#Modificazione di volume e di forma dell'utero.\r\nDopo l'espulsione del feto (in rosa), a placenta completamente staccata (linea rossa) e al termine del secondamento (linea bianca).\r\n#",
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"Titolo": "Fattori che influenzano la durata del parto",
"Codice": "PA01A6",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\f1 \\cf16 FATTORI CHE INFLUENZANO LA DURATA DEL PARTO\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Abbiamo accennato come la durata del parto subisca notevoli variazioni individuali e come essa sia mag\r\ngiore nelle primipare che nelle pluripare.\\par\r\nBisogna ora osservare che, per quanto riguarda le primipare, l'età della partoriente ha una certa importanza: quanto più tardi il primo parto avviene, tanto maggiore è la durata del \\cf17 \\ATXht80000 travag\r\nlio\\cf16 \\ATXht0 . La causa va ricercata nel fatto che, col procedere degli anni, l'elasticità dei tessuti diminuisce e il parto diviene più difficile. Ciò comincia a verificarsi dopo il trentacinquesimo anno di età (primipara attempata).\\par\r\nCause di t\r\nravaglio prolungato possono essere inoltre sia un insufficiente sviluppo della muscolatura uterina sia un eccessivo sviluppo della muscolatura del piano \\cf17 \\ATXht80000 perineale\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nAnche alcuni caratteri del \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 hanno influenza sulla durata del parto: anzitutto il peso e di conseguenza il sesso, perché i maschi hanno generalmente un peso maggiore delle femmine, infine il grado di \\cf17 \\ATXht80000 ossificazione\\cf16 \\ATXht0 della testa, che le conferis\r\nce una maggiore o minore plasmabilità.\\par\r\nAl contrario può capitare a volte che la durata del travaglio sia molto più breve che di norma. Ciò avviene più spesso nelle pluripare e si configura nel quadro del parto precipitoso.\\par\r\nPer concludere, ricor\r\ndiamo che il travaglio di parto ha inizio più frequentemente nelle ore notturne (3-4 del mattino), forse a causa del prevalere del tono del \\cf17 \\ATXht93516 sistema nervoso\\cf16 \\ATXht0 simpatico durante il sonno. Se però analizziamo la distribuzione d\r\nelle nascite nelle varie ore della giornata, vediamo che essa è in pratica uniforme, in relazione appunto alla variazione della durata del parto da soggetto a soggetto.\\par",
"ID": 150,
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"Titolo": "MODIFICAZIONI DEL FETO DURANTE IL PARTO",
"Codice": "PA02",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 MODIFICAZIONI DEL FETO DURANTE IL PARTO\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Il parto e in particolare il periodo espulsivo rappresentano un fenomeno che \r\nha riflessi di una certa importanza, anche in condizioni normali, sul feto. Essi determinano modificazioni sia di carattere che potremmo definire funzionale sia di carattere anatomico.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx4440\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 APPARATO CARDIOCIR\r\nCOLATORIO\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Le condizioni particolari degli scambi di \\cf17 \\ATXht80000 ossigeno\\cf16 \\ATXht0 e anidride carbonica tra madre e feto, che si stabiliscono durante il parto, hanno importanti riflessi sull'apparato cardiocirco\r\nlatorio del feto.\\par\r\nMentre durante la \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 la frequenza del \\cf17 \\ATXht80000 battito cardiaco\\cf16 \\ATXht0 fetale è di circa 140 pulsazioni al minuto, durante le contrazioni dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 tale frequenza diminuisce fino a circa 100.\\par\r\nQuesto fenomeno, se non è accompagnato da alterazioni dell'intensità e del ritmo del battito cardiaco, non ha significato patologico. La sua spiegazione sta nel fatto che l'utero, contraendosi, determi\r\nna una compressione sui vasi sanguigni che attraversano il \\cf17 \\ATXht80000 miometrio\\cf16 \\ATXht0 e portano il \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 alla \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 . Perciò, durante la contrazione uterina, gli scambi di \r\nossigeno e di anidride carbonica fra madre e feto diminuiscono e si verifica un accumulo di anidride carbonica nel sangue del feto: questo accumulo è appunto la causa del rallentamento del battito cardiaco fetale.\\par\r\nSe, per qualche ragione, l'insuffic\r\niente apporto di ossigeno al feto si prolunga eccessivamente, esso comincia a risentirne in maniera grave. Un importante segno di questa sofferenza fetale è rappresentato da alterazioni, non solo nella frequenza, ma anche nel ritmo e nell'intensità del b\r\nattito cardiaco fetale: per questo motivo chi assiste al parto controlla regolarmente con lo \\cf17 \\ATXht80000 stetoscopio\\cf16 \\ATXht0 ostetrico le condizioni del battito cardiaco del nascituro. Oggi la cardiotocografia permette di individuare precocem\r\nente tale sofferenza attraverso specifiche modificazioni dell'attività cardiaca fetale e quindi di intervenire prontamente.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx3525\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 APPARATO RESPIRATORIO\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 L'accumularsi di anidrid\r\ne carbonica nel sangue del feto, durante le contrazioni uterine, può stimolare il centro respiratorio: di conseguenza il feto compie qualche atto respiratorio quando ancora si trova nelle vie genitali materne. Per questa ragione, spesso si trovano nel re\r\ntrobocca e nelle prime vie respiratorie del neonato mucosità e \\cf17 \\ATXht9211 liquido amniotico\\cf16 \\ATXht0 che sono causa di difficoltà respiratoria per il bambino: è per questo che non appena venuto alla luce esso è tenuto a testa in giù, in modo c\r\nhe tali materiali estranei defluiscano più facilmente. Inoltre, questi sono direttamente aspirati mediante speciali cannule o aspiratori a vuoto.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx2370\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 OSSA CRANICHE\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Mentre le \r\nmodificazioni a carico del sistema cardiocircolatorio scompaiono al momento della nascita, le modificazioni plastiche delle ossa craniche persistono per qualche giorno, per scomparire poi completamente.\\par\r\nQuando si verifica il parto, le ossa craniche \r\ndel feto non sono ancora completamente ossificate e perciò sono abbastanza facilmente plasmabili e possono, se sottoposte a una certa pressione, subire alcune modificazioni nella forma.\\par\r\nDurante il parto, nella maggior parte dei casi, è proprio la te\r\nsta che apre la strada al resto del corpo, e le pressioni alle quali essa è sottoposta non sono uniformi per tutti i diametri; infatti, per ogni presentazione, un diametro è compresso in modo particolare. Ne consegue che questo si raccorcia, mentre il di\r\nametro ad esso perpendicolare si allunga.\\par\r\nIn seguito a questo fenomeno, per ciascuna delle presentazioni cefaliche la testa del neonato assume una forma caratteristica, che scompare però normalmente nel giro di 48 ore dalla nascita.\\par\r\nNel caso in\r\nvece in cui la testa non sia la parte presentata (presentazioni di \\cf17 \\ATXht80000 podice\\cf16 \\ATXht0 e di spalla), queste modificazioni a carico delle ossa craniche non si verificano. Nella presentazione dì vertice, la testa del neonato risulta allu\r\nngata nel senso del diametro mento-occipitale. Nella presentazione di fronte, il diametro che risulta allungato è quello che va dalla base della nuca alla fronte: la testa del neonato ha perciò una forma approssimativamente conica, con apice in corrispon\r\ndenza delle bozze frontali. Nel caso della presentazione di faccia, l'allungamento è a carico del diametro occipito-frontale.\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx3120\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 BOZZA SIEROEMATICA\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Ess\r\na è chiamata anche tumore da parto ed è costituita da un'infiltrazione di liquido sieroso \\cf17 \\ATXht80000 essudato\\cf16 \\ATXht0 dal sangue nel \\cf17 \\ATXht91150 tessuto connettivo\\cf16 \\ATXht0 sottocutaneo della parte presentata. Il meccanismo con cu\r\ni essa si forma è interessante.\\par\r\nQuando la borsa amniocoriale si rompe, una porzione della parte fetale presentata viene a trovarsi a diretto contatto con la bocca uterina, parzialmente dilatata. Mentre il resto del corpo fetale è sottoposto a una ce\r\nrta pressione dovuta alla contrazione uterina, questa porzione sporgente dalla bocca uterina subisce solo la pressione atmosferica, che è inferiore a quella cui è assoggettato il resto del corpo fetale. E' appunto questa differenza di pressione che causa\r\n il passaggio di sierosità dai capillari sanguigni al connettivo sottocutaneo. Quanto maggiore è il tempo che intercorre tra la rottura delle membrane ovulari e l'espulsione del feto, tanto più evidente sarà la bozza sieroematica.\\par\r\nNella presentazion\r\ne di vertice essa è localizzata al cuoio capelluto; in quella di fronte, si trova in corrispondenza delle ossa frontali; in quella di faccia è localizzata alle parti della faccia e le deforma in modo caratteristico. Quando la cute che sovrasta la bozza è\r\n integra, questa è riassorbita nel giro di 24-36 ore, senza lasciare tracce.\\par\r\nUn'esagerazione di questo fenomeno, che si può definire fisiologico, si verifica nei casi in cui si è reso necessario l'impiego della \\cf17 \\ATXht80000 ventosa\\cf16 \\ATXht0 ostetrica. Questo strumento, che si è andato sempre più sostituendo al \\cf17 \\ATXht80000 forcipe\\cf16 \\ATXht0 , provoca delle imponenti bozze siero-ematiche le quali richiedono un tempo maggiore di assorbimento. Sembra stabilito che la presenza di queste\r\n vistose modificazioni della testa fetale dopo l'impiego di tali strumenti non lasciano alcun esito, anche a distanza, nello sviluppo di questi bambini.\\par",
"ID": 151,
"Foto": "PA02_F1.jpg#PA02_F2.jpg#",
"Dida_Foto": "Bozza sieroematica.\r\nCome appare, in sezione, la bozza sieroematica. Essa è costituita da un'infiltrazione di liquido sieroso, proveniente dal sangue, nel tessuto connettivo sottocutaneo della porzione di cranio che per prima si presenta all'ostio vaginale. La sua formazione è dovuta alla differenza di pressione cui è sottoposta questa parte rispetto al resto del corpo.\r\n#Deformazione del cranio in tre diverse presentazioni.\r\nDa sinistra, presentazione di vertice: la testa risulta allungata nel senso del diametro mento-occipitale. La linea rossa, in questa figura, come nelle successive, indica la forma che la testa riprende nel giro di 48 ore dopo il parto; presentazione di fronte: la testa risulta allungata nel senso del diametro che va dalla base della nuca alla fronte e ha assunto una forma approssimativamente conica con l'apice in corrispondenza delle bozze frontali; presentazione di faccia: la testa risulta allungata nel senso del diametro occipito-frontale, e assume una forma appiattita.\r\n#",
"Titolo": "PREPARAZIONE PSICOPROFILATTICA AL PARTO",
"Codice": "PA03",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3375\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 PREPARAZIONE PSICOPROFILATTICA AL PARTO\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 La preparazione psicoprofilattica al parto o metodo psicoprofilattico o parto\r\n indolore (denominazione questa, come vedremo, non del tutto precisa) rappresenta senza dubbio un'importante acquisizione della moderna Ostetricia.\\par\r\nPrima dell'introduzione di questo metodo nella pratica normale, molto spesso la futura madre arrivava\r\n al momento del parto nella più assoluta ignoranza sui fenomeni che si sarebbero svolti in lei: essa si trovava in balia d'eventi totalmente estranei, sui quali sentiva di non poter avere alcun influsso. Ciò produceva un senso d'\\cf17 \\ATXht80000 ansia\\cf16 \\ATXht0 e di \\cf17 \\ATXht80000 paura\\cf16 \\ATXht0 , molto frequentemente aggravato anche dal racconto pauroso dell'esperienza d'altre donne, che spesso avevano avuto parti difficili e li descrivevano a tinte particolarmente scure. Quest'ignoranza e qu\r\neste distorsioni toglievano al parto tutto il suo aspetto di fenomeno assolutamente naturale e il suo meraviglioso significato umano e morale.\\par\r\nQuesto stato d'animo negativo aveva, e ha ancora sulle donne non preparate, un effetto estremamente nocivo\r\n anche nello svolgimento materiale del parto stesso: la partoriente esauriva rapidamente tutte le sue forze, aveva reazioni disordinate e spesso si comportava esattamente in modo del tutto contrario a quello che avrebbe facilitato il \\cf17 \\ATXht80000 tr\r\navaglio\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nIl metodo di preparazione psicoprofilattica al parto, si propone di capovolgere questa situazione e permette alla donna di affrontare, con coscienza e con serenità, l'evento che rappresenta un momento fondamentale della sua vi\r\nta.\\par\r\nPer queste ragioni, il metodo ha ottenuto, negli ultimi anni, una diffusione veramente considerevole dovunque, e i Centri nei quali esso è praticato sono sorti presso moltissimi ospedali e cliniche anche in Italia.\\par\r\nIl metodo, fornisce alla \r\nfutura madre anzitutto, la conoscenza di tutti i fenomeni della riproduzione che si svolgono in lei, e dei quali spesso ha un'informazione estremamente superficiale e distorta dalle superstizioni e dai pregiudizi che ancora oggi purtroppo sono diffusi a \r\nquesto proposito. Soprattutto esso dà alla gestante una \"educazione materna\", vale a dire crea nella donna un atteggiamento psicologico e spirituale cosciente e responsabile verso il parto: è proprio questo condizionamento positivo che costituisce l'esse\r\nnza del metodo psicoprofilattico. Esso infine, attraverso un'opportuna preparazione psicofisica, un \"allenamento\", fa sì che la partoriente sia in condizione di assecondare, mettendo in moto volontariamente determinati muscoli, le contrazioni dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 , che sono indipendenti dalla volontà.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 I risultati che si ottengono sono anzitutto un radicale cambiamento, dell'atteggiamento della donna verso il parto: essa, infatti, affronta quest'evento \r\nnaturale non più con ansia e con paura, ma con serena fiducia e con la coscienza che può essere di molto facilitato dalla sua attiva e coordinata partecipazione. In secondo luogo, lo svolgimento del parto diviene più fisiologico e quindi più facile, perc\r\nhé, grazie appunto all'allenamento al quale prima accennavamo, la donna non si trova sprovveduta davanti ai fenomeni del parto stesso ed è in grado di facilitarne lo svolgimento.\\par\r\nI vantaggi di ciò sono evidenti non solo per la madre, ma anche per il\r\n nascituro, per il quale il parto, specialmente se difficoltoso, rappresenta un grave trauma. Infine, si ottiene nella massima parte dei casi (70-80%) l'attenuazione dei dolori, che erano considerati come inevitabilmente collegati al parto. In un discret\r\no numero di casi (15%) si ha la loro completa abolizione. Di qui il nome di \"parto indolore\" con cui il metodo psicoprofilattico nel linguaggio comune è sovente indicato, anche se in modo non appropriato.\\par\r\nQuesta preparazione dovrebbe avere inizio da\r\nl settimo mese: essa è eseguita presso ospedali o cliniche di maternità, dove esistono centri appositamente attrezzati. Le gestanti sono suddivise in gruppi di 15 o 20, i più omogenei possibili.\\par\r\nLa preparazione di gruppo ha una notevole importanza, \r\nperché tende a diminuire il rapporto di dipendenza, spesso egoistica, della donna verso l'ostetrico, contribuendo a darle invece la coscienza di poter affrontare il parto con le proprie forze; instaura, inoltre, un senso di solidarietà con le altre madri\r\n e dà la coscienza di vivere un'esperienza che va molto di là della propria personalità. Questo non deve far pensare che si tratti di un sistema anonimo, anzi, i gruppi sono limitati nel numero proprio per evitare questo inconveniente, pur permettendo al\r\nle gestanti di influenzarsi beneficamente a vicenda, discutendo fra loro delle nozioni apprese. D'altra parte, al momento del parto l'assistenza è poi personale e riservata.\\par\r\nLa preparazione teorica è suddivisa in un certo numero di lezioni settimana\r\nli, che sono tenute dai medici del centro, durante le quali è fatto ampio uso di materiale didattico (plastici, proiezioni di film ecc.), in modo da facilitare al massimo la loro comprensibilità.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Queste conversazioni trat\r\ntano dell'anatomia e della fisiologia degli organi femminili e della \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 , delle notizie fondamentali di fisiologia del \\cf17 \\ATXht93516 sistema nervoso\\cf16 \\ATXht0 (per fornire gli elementi necessari all'esatta c\r\nomprensione del metodo e del suo meccanismo), dell'educazione neuromuscolare, della funzione della respirazione del metodo psicoprofilattico, del travaglio di parto, delle principali notizie della patologia ostetrica (perché la donna non si trovi sprovve\r\nduta, qualora durante il travaglio si manifesti qualche complicazione) e infine delle notizie fondamentali sul bambino.\\par\r\nPer quanto riguarda l'allenamento al quale abbiamo precedentemente accennato, esso è eseguito sotto la guida di ostetriche specia\r\nlizzate: non si tratta di una generica ginnastica, bensì di una serie d'esercizi appositamente studiati, con una funzione ben precisa; una delle conversazioni è appunto dedicata alla spiegazione dello scopo di ciascuno di tali esercizi.\\par\r\nE' important\r\ne osservare che, nell'economia del metodo, gli esercizi sono subordinati alla preparazione psicoprofilattica. In questo senso hanno un'importante funzione le cosiddette \"interviste\", che ciascuna gestante può avere con altre madri che abbiano già partori\r\nto secondo il metodo. Il sentire dalla viva voce della protagonista la narrazione di questa nuova esperienza, in cui la donna non è più passiva, ma attiva collaboratrice del medico, rappresenta un elemento molto importante di quel condizionamento positiv\r\no verso il parto al quale accennavamo all'inizio.\\par",
"ID": 152,
"Foto": "PA03_F1.jpg#PA03_F2.jpg#PA03_F3.jpg#",
"Dida_Foto": "Trasmissione degli impulsi nervosi.\r\nSezione sagittale dell'encefalo e del midollo spinale. Gli impulsi nervosi provenienti dai diversi organi (dall'utero nel caso particolare) si propagano attraverso le fibre nervose sensitive, fino ad arrivare ai gangli nervosi, in corrispondenza delle radici posteriori dei nervi spinali.\r\n#Radici posteriori dei nervi spinali.\r\nDa qui gli impulsi nervosi provenienti dai vari organi sono trasmessi al midollo spinale e condotti, attraverso le fibre nervose in esso contenute, al talamo ottico, dove vengono trasformati in sensazioni incoscienti e quindi trasmessi alla corteccia cerebrale, dove divengono coscienti.\r\n#Controllo del dolore.\r\nLa freccia azzurra rappresenta la conduzione di un impulso, originato da uno stimolo, al centro d'eccitazione sottocorticale senza trasmissione ad un centro corticale. La freccia rossa rappresenta la conduzione di un impulso, originato da uno stimolo, al centro d'eccitazione sottocorticale con trasmissione al centro corticale, dove lo stimolo diventa cosciente. Le frecce viola rappresentano il percorso di due impulsi di diversa intensità fino alla corteccia. Le zone viola della corteccia rappresentano le zone d'eccitazione; le frecce che partono dalla corteccia indicano la risposta della corteccia stessa, con conseguente formazione intorno ai centri sottocorticali di zone di frenaggio.\r\n#",
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"Dida_Movie": "@",
"Vedi_Anche": "@"
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"Titolo": "FATTORI DEL DOLORE NEL PARTO",
"Codice": "PA03A",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3075\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 FATTORI DEL DOLORE NEL PARTO\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Le contrazioni dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 sono accompagnate da sensazion\r\ni viscerali complesse, anzi si è sempre pensato che queste doglie fossero connaturate col parto.\\par\r\nE' dimostrato, però, che le sensazioni dolorifiche legate alla contrazione uterina sono in realtà diminuibili in maniera considerevole senza l'uso di \\cf17 \\ATXht80000 anestetici\\cf16 \\ATXht0 , eliminando cioè o riducendo con un'opportuna preparazione della gestante buona parte dei fattori finora noti come causa di dolore nella contrazione uterina.\\par\r\nPer comprendere il meccanismo d'azione di questi var\r\ni fattori e il modo con cui si possono ridurre i loro effetti, ci pare opportuno esaminare, il più sinteticamente possibile, il funzionamento della ricezione degli stimoli nervosi da parte del nostro \\cf17 \\ATXht93516 sistema nervoso\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\r\nGli impulsi nervosi provenienti dai vari organi sono raccolti dalle terminazioni nervose situate in essi e sono convogliati, attraverso fibre nervose sensitive, ai gangli nervosi posti in corrispondenza delle radici posteriori dei nervi spinali. Da qui, \r\ntali impulsi sono trasmessi al \\cf17 \\ATXht80000 midollo spinale\\cf16 \\ATXht0 e condotti, attraverso le fibre nervose in esso contenute, fino a una prima \"centrale di elaborazione\" situata nel \\cf17 \\ATXht80000 cervello\\cf16 \\ATXht0 , sotto la corteccia\r\n cerebrale: il \\cf17 \\ATXht80000 talamo\\cf16 \\ATXht0 ottico. In questa formazione gli impulsi sono trasformati in sensazioni non coscienti e infine trasmessi alla corteccia cerebrale, a livello della quale sono interpretati, collegati ad altri stimoli d\r\ni diversa provenienza, confrontati con esperienze avute in passato, in una parola divengono coscienti. Quando l'impulso, generato da uno stimolo, arriva alla corteccia cerebrale, determina in essa una zona di attenzione o di eccitazione. Se gli stimoli s\r\nono più di uno daranno origine a numerosi impulsi che determineranno altrettante zone di attenzione, ma di intensità differente: quanto maggiore è lo stimolo, tanto più intensa è la zona di attenzione. Lo stimolo più importante determinerà una zona di ec\r\ncitazione così intensa, che gli stimoli meno forti non verranno più percepiti.\\par\r\nQuesto fatto avviene sia perché la corteccia cerebrale è capace di selezionare fra i vari stimoli che le giungono quelli che sono più importanti, sia perché la parte di c\r\norteccia interessata dalla zona di eccitazione determina, attorno ai centri sottocorticali, una zona di frenaggio o di bloccaggio, che è capace appunto di frenare, di bloccare, quindi, gli stimoli provenienti da tali centri e diretti alla corteccia ma ch\r\ne sono di intensità minore di quello che ha determinato la zona di eccitazione.\\par\r\nPiù che con queste descrizioni, il concetto può essere chiarito con un esempio pratico, di cui tutti hanno avuto esperienza: quando si è impegnati in qualche attività co\r\nn molta concentrazione (per esempio la lettura di un libro che c'interessa), non ci si accorge di quanto accade intorno (suoni, canti, grida, voci di richiamo, via vai di persone, dolore fisico ecc.). Se però uno stimolo ci coglie alla sprovvista, o in u\r\nn momento in cui siamo già dominati dalla paura, la corteccia diviene incapace di analizzarlo e dominarlo e non riesce a creare attorno ai centri sottocorticali la zona di frenaggio di cui abbiamo parlato. Ne deriva un accumularsi caotico di stimoli, acc\r\nompagnato da reazioni completamente disordinate.\\par\r\nCerchiamo ora di analizzare quali sono i vari fattori che intervengono nel determinare l'insorgenza del dolore legato alla contrazione uterina: se teniamo conto che negli animali e nei popoli primitiv\r\ni il parto è indolore o quasi, possiamo capire come sia importante riuscire a individuare tutti questi fattori e fare in modo di eliminarli.\\par\r\nE' fuori dubbio che la contrazione uterina susciti delle sensazioni viscerali caratteristiche. Esse non sono\r\n intrinsecamente dolorose, ma certamente sono causa di grave molestia, sia per il loro ripetersi nel tempo, sia per la loro intensità, sia per tutte le condizioni eccezionali in cui si manifestano.\\par\r\n\\pard\\tx225\\ATXts0\\li225\\fi-225\\ATXbrdr0 Ma in che \r\nmodo diventano dolorose?\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\li0\\fi0\\ATXbrdr0 Dobbiamo anzitutto tenere presente le particolari condizioni in cui vengono a trovarsi, durante il parto, gli organi dell'\\cf17 \\ATXht92334 apparato genitale\\cf16 \\ATXht0 e della \\cf17 \\ATXht80000 pelvi\\cf16 \\ATXht0 : essi, infatti, sono particolarmente imbibiti di acqua, hanno perduto una parte della loro elasticità e vanno incontro a distensioni considerevoli; perciò possono determinare sensazioni dolorose anche molto intense, specialmen\r\nte se sottoposti a manovre condotte senza la necessaria delicatezza (esplorazioni vaginali ecc.).\\par\r\n\\pard\\tx225\\ATXts0\\li225\\fi-225\\ATXbrdr0 Un secondo gruppo di fattori è più propriamente di \\par\r\nnatura nervosa o, meglio, neuromuscolare.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\li0\\fi0\\ATXbrdr0 Nella donna non adeguatamente preparata al parto la respirazione, e quindi l'apporto di \\cf17 \\ATXht80000 ossigeno\\cf16 \\ATXht0 ai muscoli che si contraggono, è insufficiente: la scarsità di ossigeno in un muscolo che si cont\r\nrae è sorgente di dolore. Inoltre, le reazioni delle donne impreparate sono disordinate: si verificano contratture e contrazioni di muscoli volontari, che non solo non contribuiscono all'espletamento del parto, ma sono dannose, sia perché determinano uno\r\n spreco di fatica del tutto inutile, sia perché determinano un caotico sommarsi di stimolazioni, che fa perdere alla corteccia cerebrale la sua capacità di moderare l'attività dei centri nervosi sottocorticali; ne deriva quindi un'esasperazione di tutte \r\nle sensazioni provenienti dall'utero e dagli organi pelvici.\\par\r\nDobbiamo infine ricordare un terzo gruppo di fattori, che forse sono i più importanti e che potremmo definire psicologici. La paura, spesso il panico, del parto e delle sue manifestazioni \r\ndolorose, l'influsso negativo creato dai luoghi comuni, mettono il cervello della donna in condizione di non poter rispondere in maniera ordinata agli stimoli nuovi che gli giungono dagli organi pelvici. Tali elementi psicologici secondo alcuni scienziat\r\ni avrebbero un'importanza primaria, perché il dolore non sarebbe una sensazione elementare (come il tatto, per esempio), ma piuttosto un'elaborazione del nostro cervello, cioè una sensazione di \"sentimento\".\\par\r\nContro i fattori psicologici la preparazi\r\none psicoprofilattica interviene radicalmente, eliminando la paura e il panico, riportando così il parto alle sue dimensioni di fenomeno naturale, eliminando la sensazione di \"salto nel buio\".\\par\r\nNel caso dei fattori che abbiamo definiti neuromuscolari\r\n, i meccanismi con cui la \\cf17 \\ATXht80000 profilassi\\cf16 \\ATXht0 agisce sono numerosi: innanzi tutto, mediante la regolazione della respirazione (attraverso l'esecuzione di speciali esercizi respiratori) permette una migliore ossigenazione della musc\r\nolatura uterina; mediante gli esercizi di rilassamento elimina le contratture e le contrazioni inutili e dannose di cui abbiamo parlato; infine, impegnando la donna con tutti i suoi mezzi verso l'attività di partorire, di collaborare all'espletamento del\r\n parto (sia attraverso la sincronizzazione della respirazione ritmata alla contrazione uterina, sia attraverso il rilassamento di certi gruppi di muscoli e la contrazione, in momenti determinati, di certi altri), crea una zona di frenaggio analoga a quel\r\nl'esempio del quale abbiamo precedentemente parlato.\\par\r\nNei centri in cui viene praticata la preparazione psicoprofilattica, infine, tutto il personale che assiste al parto è preparato sia a ridurre al minimo tutte quelle stimolazioni dolorose legate a\r\nlle condizioni particolari in cui si trovano gli organi genitali al momento del parto, sia a creare attorno alla partoriente un ambiente sereno e fiducioso in modo che essa possa affrontare il parto liberata da ogni paura.\\par\r\nQuanto abbiamo detto vale \r\nnei casi di parto normale: nei casi in cui si presentino complicazioni od ostacoli, l'ostetrico ha a sua disposizione una vasta gamma di tecniche d'\\cf17 \\ATXht80000 anestesia\\cf16 \\ATXht0 , da applicare secondo il tipo di parto.\\par",
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"Titolo": "COMPORTAMENTO IN PERIODO DILATANTE",
"Codice": "PA03B",
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"Titolo": "COMPORTAMENTO IN PERIODO ESPULSIVO",
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"Titolo": "ANESTESIA NEL PARTO",
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Bisogna anzitutto premettere che l'\\cf17 \\ATXht80000 anestesia\\cf16 \\ATXht0 completa, per tutta la durata del parto vaginale, è ancora oggi irrealizzabile: in primo luogo, perché la maggior parte degli \\cf17 \\ATXht80000 anestetici\\cf16 \\ATXht0 causa un completo rilassamento di tutta la muscolatura e di conseguenza arresta l\r\ne contrazioni dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 impedendo che il parto prosegua; in secondo luogo, perché l'organismo della donna non può ricevere, senza danni, le dosi d'anestetico che sarebbero necessarie per garantire l'anestesia durante tutt\r\no il periodo del parto. Infine, molte delle sostanze usate possono passare dal \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 materno, attraverso la \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 , al \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 , causando danni anche molto gra\r\nvi. D'altra parte, l'intensità delle sensazioni che ciascuna donna percepisce è molto variabile, e le risposte ai vari anestetici sono diverse da soggetto a soggetto. Da ciò si comprende come molte volte metodi d'anestesia che hanno dato buoni risultati \r\nin certi soggetti si rivelino poco efficaci in altri. Una tappa di fondamentale importanza in questo campo è stata raggiunta con il metodo psicoprofilattico di preparazione al parto: esso non solo sfrutta unicamente le forze naturali della madre, ma faci\r\nlita il parto, riducendo i pericoli ad esso connessi sia per la madre sia per il feto, e diminuisce in modo considerevole in un'alta percentuale di casi l'intensità delle doglie. Esistono però alcuni casi in cui questo non può essere applicato: donne con\r\n particolare labilità psichica, donne affette da nevrosi ecc. In tali situazioni, il problema dell'anestesia durante il parto presenta un'importanza particolare. Le complicazioni del parto, infine, richiedono l'uso di un'\\cf17 \\ATXht80000 analgesia\\cf16 \\ATXht0 anche nei parti condotti secondo il metodo psicoprofilattico. La scelta del farmaco e le sue modalità di somministrazione sono molto importanti, e vanno valutate da caso a caso. Gli anestetici generali usati in Ostetricia sono abbastanza numerosi \r\ne possono agire sia offuscando la coscienza, pur senza toglierla completamente, e facendo sì che scompaia del tutto il ricordo di quanto è accaduto durante il parto, sia innalzando la soglia della sensibilità dolorifica (vale a dire il limite oltre il qu\r\nale si avverte il dolore), in modo che le sensazioni dolorose non siano percepite.\\par\r\nAlcuni di questi anestetici sono somministrati per inalazione: per esempio, il protossido d'azoto, il tricloroetilene, il ciclopropano. Altri, invece, sono somministr\r\nati per iniezione (\\cf17 \\ATXht80000 meperidina\\cf16 \\ATXht0 , clorpromazina, \\cf17 \\ATXht80000 prometazina\\cf16 \\ATXht0 ecc.). Spesso, senza bisogno di ricorrere a veri e propri anestetici, si ottengono buoni risultati mediante l'uso di \\cf17 \\ATXht80000 sedativi\\cf16 \\ATXht0 . L'anestesia locale consiste nel bloccare, con vari procedimenti, le vie nervose che trasmettono le sensazioni raccolte dai recettori periferici ai centri nei quali esse divengono coscienti. In questo modo, per un certo periodo, s\r\ni ottiene l'abolizione completa della sensibilità nelle regioni interessate dai fenomeni del parto, senza interferire con le contrazioni dell'utero. Le tecniche usate per ottenere questo risultato sono numerose. Un primo procedimento, consiste nell'iniet\r\ntare nella parte inferiore del canale vertebrale, una certa quantità d'anestetico sciolta in un liquido più denso del liquido cefalorachidiano (il liquido nel quale sono immersi l'\\cf17 \\ATXht80000 encefalo\\cf16 \\ATXht0 e\r\n il \\cf17 \\ATXht80000 midollo spinale\\cf16 \\ATXht0 ), in modo che l'anestetico si sposti verso il basso, dove appunto si trovano i nervi attraverso i quali corrono gli stimoli provenienti dalle regioni interessate dal parto. Si ottiene così la cosiddetta\r\n anestesia a sella, che interessa il \\cf17 \\ATXht80000 perineo\\cf16 \\ATXht0 , la faccia interna delle cosce e la parte inferiore della parete addominale. Mediante l'anestesia paravertebrale, invece, l'interruzione delle vie portatrici degli impulsi dolor\r\nosi avviene prima del loro ingresso nel canale vertebrale; si ottiene iniettando l'anestetico nelle immediate vicinanze e davanti ai corpi vertebrali. La \\cf17 \\ATXht80000 narcosi\\cf16 \\ATXht0 sacrale consiste nell'introdurre una cannula nello spazio co\r\nmpreso fra la dura madre (la membrana più esterna che circonda l'encefalo e il midollo spinale) e il canale vertebrale, in corrispondenza dell'\\cf17 \\ATXht94533 osso sacro\\cf16 \\ATXht0 : attraverso tale cannula, per tutta \r\nla durata del parto, si possono introdurre ad intervalli le sostanze anestetizzanti. Più comunemente, l'interruzione delle vie portatrici degli impulsi dolorifici è praticata ad un livello più basso, in corrispondenza, cioè, delle diramazioni nervose che\r\n si distribuiscono al perineo e che originano, per la massima parte, dal nervo pudendo (anestesia del pudendo). Tale anestesia si ottiene iniettando la soluzione d'anestetico in vicinanza della spina ischiatica, nello spazio ischio-rettale, dove appunto \r\nsi trovano le terminazioni del nervo pudendo, la cui funzione è temporaneamente interrotta. Si ottiene così non solo l'interruzione della trasmissione degli impulsi dolorifici, ma anche la paralisi dei muscoli del piano \\cf17 \\ATXht80000 perineale\\cf16 \\ATXht0 , che in questo modo non oppongono più resistenza alla dilatazione del canale del parto e alla progressione del feto. La durata dell'effetto anestetico è breve.\\par",
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"Dida_Foto": "Parto indolore.\r\nA, anestesia a sella. Consiste nell'iniettare fra la terza e la quarta vertebra lombare dell'anestetico sciolto in un liquido più denso del liquido cefalorachidiano. L'anestetico così si sposta verso il basso dove si trovano i rami nervosi del plesso lombo-sacrale che innervano le regioni interessate dal parto. Si ottiene in questo modo l'anestesia del perineo, della faccia interna delle cosce e della parte inferiore della parete addominale. B, narcosi sacrale. S'introduce in corrispondenza dell'osso sacro (a livello dello hiatus sacralis) una cannula nello spazio compreso fra la dura madre e il canale vertebrale. Attraverso la cannula, per tutta la durata del parto, s'inietta ad intervalli, l'anestetico. C, anestesia del nervo pudendo. Si attua iniettando l'anestetico nello spazio ischio-rettale (compreso nel riquadro rosso e indicato dalla freccia bianca), dove si trovano i rami del plesso sacrale, tra cui il nervo pudendo e le sue diramazioni che trasmettono gli impulsi dolorifici al cervello.\r\n#",
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"Titolo": "ANOMALIE DEL PARTO O DISTOCIE",
"Codice": "PA05",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\f1 \\cf16 ANOMALIE DEL PARTO O DISTOCIE\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Un altro grande capitolo dell'Ostetricia è quello della patologia del parto. Ci occuperemo di tutte le modificazioni\r\n dei fattori del parto (forza, canale, \"corpo mobile\"), che determinano un impedimento al normale svolgimento del parto stesso e che possono rappresentare un pericolo per la madre, per il \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 o per entrambi. Tali alterazi\r\noni prendono il nome di distocie e il parto è detto distocico o patologico, in contrapposizione al parto normale o eutocico.\\par\r\nLa forza che presiede all'espletamento del parto è rappresentata dalla contrazione della muscolatura uterina e dei muscoli a\r\nusiliari del parto. Le alterazioni di tale forza nel loro insieme prendono il nome di distocie dinamiche. Le alterazioni del canale e del corpo mobile sono raggruppate sotto il termine di distocie meccaniche, perché riguardano appunto la meccanica del \\cf17 \\ATXht80000 travaglio\\cf16 \\ATXht0 di parto.\\par",
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"Titolo": "DISTOCIE DINAMICHE: LA FORZA",
"Codice": "PA05A",
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"Titolo": "Parto precipitoso",
"Codice": "PA05A1",
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E' difficile, qu\r\nindi, precisare la frequenza con cui esso accade: se si prende come limite di durata minima del parto normale l'intervallo di 3 ore, l'incidenza del parto precipitoso si aggira sul 10% dei casi e si verifica con maggiore frequenza nelle pluripare.\\par\r\nB\r\nen poco si sa sulle cause che lo determinano: è probabile che un'accentuata eccitabilità del \\cf17 \\ATXht80000 miometrio\\cf16 \\ATXht0 si associ ad un aumento della secrezione di \\cf17 \\ATXht80000 ossitocina\\cf16 \\ATXht0 da parte dell'\\cf17 \\ATXht80000 \r\nipofisi\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 DECORSO DEL PARTO\\par\r\nNell'\\cf17 \\ATXht80000 ipercinesia\\cf16 \\ATXht0 uterina, le contrazioni dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 si presentano più intense, più lunghe e più freq\r\nuenti della norma. Un fatto importante è che, terminata la contrazione, la muscolatura uterina ritorna allo stato di riposo, e possono quindi verificarsi tutti i fenomeni di ristoro sia della muscolatura stessa sia del \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Sotto l'azione delle energiche contrazioni uterine, il periodo dilatante si verifica rapidamente e l'espulsione del feto avviene in modo molto rapido. E' appunto in conseguenza della brusca espulsione del feto che posson\r\no verificarsi complicazioni, sia per la madre sia per il feto; queste complicazioni fanno rientrare il parto precipitoso fra le distocie.\\par\r\n\\pard\\tx210\\tx4425\\ATXts0\\ATXbrdr0 I sintomi sono caratterizzati dalla violenta insorgenza delle doglie: la ges\r\ntante percepisce contrazioni energiche che si succedono a breve intervallo. Terminato rapidamente il periodo dilatante, avviene la rottura della borsa delle acque e inizia il periodo espulsivo. La brevità del periodo dilatante fa sì che, in certi casi, l\r\na gestante sia sorpresa dal periodo espulsivo in condizioni disadatte (per strada, in viaggio) e non possa quindi ricevere tempestivamente le cure di cui ha bisogno. La rapidità del susseguirsi dei fenomeni in certi casi è tale che l'espulsione del feto \r\navviene senza che la donna abbia avuto modo di assumere una posizione adatta: il rapido avanzare del feto nel canale del parto stimola anche la brusca contrazione dei muscoli ausiliari del parto, il che accelera ulteriormente l'espulsione del feto.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Da questo quadro sintomatologico si comprende come il parto precipitoso non debba essere confuso con quello che fa seguito a un \"\\cf17 \\ATXht80000 travaglio\\cf16 \\ATXht0 silenzioso\": in quest'ultimo caso, infatti, il periodo di\r\nlatante avviene senza che la partoriente percepisca le contrazioni uterine e perciò essa è sorpresa dall'espulsione del feto impreparata.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 RISCHI\\par\r\nLe più recenti statistiche dimostrano come i pericoli del pa\r\nrto precipitoso siano minori di quanto si pensava un tempo: i maggiori rischi sono legati al periodo espulsivo e sono aggravati dalla possibile mancanza di assistenza medica.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Per la madre, le complicazioni sono rappresent\r\nate dal pericolo di lacerazioni del collo dell'utero, della \\cf17 \\ATXht80000 vagina\\cf16 \\ATXht0 e del \\cf17 \\ATXht80000 perineo\\cf16 \\ATXht0 , o dal pericolo di shock a causa del rapido svuotamento della cavità addominale.\\par\r\nPer il feto, i rischi s\r\nono rappresentati dalle condizioni in cui viene alla luce: essendo proiettato fuori dei genitali materni, può andare incontro a traumi cranici oppure alla rottura del cordone ombelicale.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 TERAPIA\\par\r\nTalora il \r\nmedico non fa in tempo a intervenire, perché al suo arrivo il feto è già venuto alla luce. Quando può provvedere in tempo, egli tenta di sedare le contrazioni dell'utero somministrando oppiacei o \\cf17 \\ATXht80000 sedativi\\cf16 \\ATXht0 ; durante il perio\r\ndo espulsivo, un'efficace protezione del perineo può prevenire gravi lacerazioni ed evitare al feto traumi pericolosi. La partoriente che abbia avuto un parto precipitoso, soprattutto senza assistenza medica, deve essere ricoverata in ospedale per il \\cf17 \\ATXht80000 secondamento\\cf16 \\ATXht0 e per la sutura delle eventuali lacerazioni.\\par",
"ID": 159,
"Foto": "PA05A1_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Parto normale e parto precipitoso.\r\nIl primo grafico rappresenta l'andamento delle contrazioni uterine nel parto normale. All'inizio del travaglio la durata delle contrazioni è breve (circa 30 secondi); poi questo periodo di tempo va gradualmente aumentando. Il parto precipitoso si verifica con maggior frequenza nelle pluripare. Le contrazioni sono più frequenti, più lunghe e più intense di quelle normali e intervallate da periodi di rapido rilassamento della muscolatura uterina (secondo grafico).\r\n#",
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"Titolo": "Inerzia uterina",
"Codice": "PA05A2",
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Se ne distinguono due tipi: l'inerzia uterina primitiva e l'inerzia uterina secondaria.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 DECORSO DEL PARTO\\par\r\nL'inerzia uterina primitiva\r\n, si osserva con maggior frequenza nelle primipare ed è caratterizzata da un'insufficienza delle contrazioni uterine fin dall'inizio del parto. Le cause che la determinano sono svariate e possono dipendere, sia da alterazioni di tutto l'organismo (cause \r\ngenerali), sia da alterazioni legate all'\\cf17 \\ATXht92334 apparato genitale\\cf16 \\ATXht0 (cause locali).\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Tra le prime ricordiamo la cosiddetta primiparità attempata (oltre i 35 anni, infatti, i tessuti vanno incontro ad\r\n una graduale perdita d'elasticità e di distensibilità, che può ostacolare il parto), la gracilità costituzionale, le condizioni di grave deperimento conseguenti a varie malattie, alcune alterazioni ormonali, certe condizioni di particolare eccitabilità \r\nnervosa perciò le contrazioni uterine sono percepite come molto dolorose e suscitano, per via riflessa, il loro arresto.\\par\r\n\\pard\\tx705\\ATXts0\\ATXbrdr0 Tra le cause locali, ricordiamo l'insufficiente sviluppo della muscolatura uterina, la presenza di t\r\numori (soprattutto i fibromi), l'eccessiva distensione delle pareti uterine a causa di polidramnios o di \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 multipla.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 I sintomi dell'inerzia primitiv\r\na sono molto scarsi: le deboli contrazioni dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 , separate da lunghi intervalli, non arrecano grave fastidio alla partoriente. Il periodo dilatante è molto lungo: tuttavia, finché le membrane rimangono integre, non es\r\nistono pericoli né per la madre né per il feto.\\par\r\nL'inerzia uterina secondaria, insorge dopo un periodo in cui le contrazioni uterine sono state normali ed è causata dall'accumularsi di sostanze tossiche nella muscolatura dell'utero, nei casi in cui i\r\nl \\cf17 \\ATXht80000 travaglio\\cf16 \\ATXht0 di parto si prolunga eccessivamente per la presenza di qualche ostacolo, che impedisce l'avanzamento del feto.\\par\r\nE' dovuta anche all'azione paralizzante esplicata dalle tossine batteriche sul \\cf17 \\ATXht80000 miometrio\\cf16 \\ATXht0 , nei casi di rottura precoce delle membrane ovulari, con conseguente inquinamento della cavità uterina. L'inerzia secondaria può essere determinata, infine, dall'uso d'\\cf17 \\ATXht80000 anestetici\\cf16 \\ATXht0 inopportunamente s\r\nomministrati, oppure da cause molto banali, quali lo stato di riempimento del \\cf17 \\ATXht80000 retto\\cf16 \\ATXht0 o della \\cf17 \\ATXht80000 vescica\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nIn questi casi i sintomi sono rappresentati, oltre che dall'attenuarsi delle contraz\r\nioni uterine, anche dai sintomi caratteristici della causa che ha determinato l'inerzia secondaria (per esempio, l'infezione della cavità uterina).\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 RISCHI\\par\r\nNell'inerzia primitiva, abbiamo visto che non suss\r\nistono pericoli finché le membrane rimangono integre: quando però esse si rompono, il pericolo d'infezione della cavità uterina diviene molto grande. Esso esiste sempre nell'inerzia secondaria, che, di solito, si manifesta a membrane, già rotte. I germi,\r\n risalendo dalla \\cf17 \\ATXht80000 vagina\\cf16 \\ATXht0 , trovano nel \\cf17 \\ATXht9211 liquido amniotico\\cf16 \\ATXht0 e nella cavità uterina un ottimo terreno per svilupparsi; il liquido amniotico assume colore \"purea di piselli\" e ha cattivo odore.\r\n\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Nella partoriente si manifestano i segni di una grave infezione: febbre elevata, polso frequente.\\par\r\nIl feto va incontro a notevole sofferenza e al pericolo d'\\cf17 \\ATXht80000 asfissia\\cf16 \\ATXht0 , per il deflusso del li\r\nquido amniotico e per la conseguente compressione esercitata dalle pareti uterine sui vasi ombelicali. Il battito cardiaco fetale aumenta di frequenza, poi diviene debole e irregolare. Se non s'interviene prontamente, il feto muore.\\par\r\nNell'inerzia sec\r\nondaria, che spesso si manifesta quando la testa del feto è già impegnata nell'escavazione pelvica, un grave pericolo è determinato dalla prolungata compressione esercitata dalla testa fetale contro i tessuti materni: le parti compresse sono insufficient\r\nemente rifornite di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 ; per questa ragione esse possono andare in necrosi e dar luogo successivamente a fistole.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 TERAPIA\\par\r\nI gravi rischi per la madre e per il feto richie\r\ndono un pronto intervento medico.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Nell'inerzia primitiva, a membrane integre, il miglior trattamento è l'attesa, quando si è sicuri che la gravidanza non è protratta oltre il termine. Se le membrane sono rotte, è necessar\r\nio somministrare \\cf17 \\ATXht80000 ossitocina\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nNell'inerzia secondaria occorre eliminare le cause che possono ostacolare il progredire del parto; se l'inerzia si è manifestata nel corso del periodo espulsivo, bisogna provvedere all'est\r\nrazione del feto (nei casi in cui ciò è possibile), onde evitare i pericoli d'eccessiva compressione per i tessuti materni e d'asfissia per il feto. Di grand'utilità terapeutica si è dimostrata l'ossitocina, somministrata a goccia lenta sia nell'induzion\r\ne del travaglio di parto, nell'inerzia uterina, sia nel cosiddetto parto pilotato, nei casi in cui l'attività contrattile del miometrio è insufficiente a far progredire normalmente i tempi del travaglio.\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 Quest'ormone è introdot\r\nto in una \\cf17 \\ATXht80000 fleboclisi\\cf16 \\ATXht0 , in soluzione fisiologica o glucosata, e somministrato a goccia lenta, in maniera graduale e sotto l'attento controllo del personale della sala parto, al fine di verificare l'effetto sia sulla contratt\r\nilità uterina sia sullo stato del feto. Il numero delle gocce sarà quindi regolato secondo la risposta contrattile uterina. Dopo successivi tentativi di parto indotto o di parto pilotato, non sufficienti a regolare il travaglio, dovrà essere praticato il\r\n taglio cesareo.\\par",
"ID": 160,
"Foto": "PA05A2_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Inerzia uterina.\r\nCome si può constatare confrontando questo grafico con quello del parto normale, in caso d'inerzia uterina le contrazioni hanno scarsa intensità e sono intervallate da lunghi periodi di rilassamento.\r\n#",
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{
"Titolo": "Discinesie uterine",
"Codice": "PA05A3",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx2265\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 DISCINESIE UTERINE\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Numerosi sono i tipi di discinesie (condizioni in cui occorrono incoordinazioni o disarmonie nelle\r\n contrazioni dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 ); tuttavia, dal punto di vista clinico, esse possono essere divise in due categorie secondo che interessino l'utero nella sua totalità (contrazioni spasmodiche e tetanizzazione) o parti di esso (spa\r\nsmi circoscritti). In tutti i casi, le discinesie si accompagnano all'arresto del \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 e sono quindi fonte di gravissimi pericoli per la madre e per il \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 . Grazie però allo sviluppo dell'\r\nassistenza medica, attualmente gli inconvenienti sono molto diminuiti rispetto al passato.\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 CONTRAZIONI SPASMODICHE\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 Sono alterazioni, fortunatamente piuttosto rare, che compaiono generalmen\r\nte dopo un periodo in cui le contrazioni uterine sono state normali. La loro insorgenza è determinata da qualche impedimento, non tempestivamente diagnosticato, all'avanzamento del parto. Gli ostacoli possono essere: bacino ristretto, attraverso il quale\r\n il cranio fetale non può procedere; presentazioni anormali, soprattutto la presentazione di spalla; feto eccessivamente voluminoso; tumori ovarici o uterini, che occludono parzialmente o totalmente il piccolo bacino.\\par\r\n\\pard\\tx210\\ATXts0\\ATXbrdr0 Le \r\ncontrazioni spasmodiche possono essere determinate anche da esplorazioni vaginali ripetute, che stimolano meccanicamente la muscolatura uterina, da tentativi di dilatazione manuale del collo dell'utero o dalla somministrazione intempestiva di farmaci, so\r\nprattutto gli estratti di segale cornuta.\\par\r\nA causa della presenza dell'ostacolo e dell'impossibilità per la muscolatura uterina di far procedere il feto lungo il canale del parto, l'utero è sottoposto a continui stimoli meccanici intensi e disordinat\r\ni: le contrazioni del \\cf17 \\ATXht80000 miometrio\\cf16 \\ATXht0 si succedono l'una dopo l'altra, senza che intervenga un periodo di rilassamento completo.\\par\r\nLe conseguenze di questo fenomeno sono molto gravi. Da un lato, questo tipo di contrazioni è s\r\ncarsamente efficace ai fini del superamento dell'ostacolo all'espletamento del parto dall'altro, la mancanza di un periodo di riposo determina l'accumulo di sostanze tossiche nella muscolatura uterina, che diviene così rapidamente incapace di contrazioni\r\n normali. Inoltre, l'assenza di un completo rilassamento, rendendo difficile l'afflusso di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 alla \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 , impedisce un sufficiente apporto d'\\cf17 \\ATXht80000 ossigeno\\cf16 \\ATXht0 a\r\nl feto, il quale va incontro ad un grave pericolo d'\\cf17 \\ATXht80000 asfissia\\cf16 \\ATXht0 . Infine l'arresto del \\cf17 \\ATXht80000 travaglio\\cf16 \\ATXht0 , che in questi casi avviene durante il periodo espulsivo, oppure a membrane rotte, quando quindi \r\nesiste un'ampia comunicazione tra \\cf17 \\ATXht80000 vagina\\cf16 \\ATXht0 e cavità uterina, può esporre facilmente la partoriente al grave pericolo d'infezione della cavità uterina.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nI sintomi delle contrazioni spasmodich\r\ne sono caratterizzati da un dolore intenso e persistente, localizzato alla regione lombare, che conferisce alla partoriente un aspetto ansioso e sofferente.\\par\r\nUn pronto intervento del medico può porre rimedio a questa \\cf17 \\ATXht80000 discinesia\\cf16 \\ATXht0 , impedendo che evolva verso la tetanizzazione dell'utero o che porti alla morte intrauterina del feto.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nLa terapia è basata soprattutto sulla rimozione dell'ostacolo che ha determinato l'arresto del parto. L'ecce\r\nssivo tono e l'eccessiva contrattilità del miometrio possono essere ridotti mediante la somministrazione di oppiacei, soprattutto la \\cf17 \\ATXht80000 papaverina\\cf16 \\ATXht0 , di \\cf17 \\ATXht80000 simpaticolitici\\cf16 \\ATXht0 (vale a dire di farmaci ch\r\ne hanno la proprietà di bloccare gli effetti della stimolazione delle fibre nervose simpatiche), di glicerofosfato di \\cf17 \\ATXht80000 sodio\\cf16 \\ATXht0 , di sostanze con azione simile a quella del \\cf17 \\ATXht80000 curaro\\cf16 \\ATXht0 (in altre parol\r\ne quelle sostanze che hanno azione rilassante sulla muscolatura uterina). E' chiaro però che, se non è eliminato l'ostacolo alla progressione del parto, questi medicamenti da soli non sono in grado di riportarlo alla norma.\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 TETANIZZAZIONE DELL'UTERO\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 E' un'alterazione che interviene spesso dopo un periodo di contrazioni spasmodiche e consiste in uno spasmo persistente che interessa tutta la muscolatura dell'utero, senza intervalli di rilassa\r\nmento, anche parziale. Questo tipo di contrazione è del tutto inefficace ai fini del procedere del parto, perché non permette il verificarsi di quei fenomeni di graduale ispessimento del corpo dell'utero e di graduale allungamento e assottigliamento del \r\nsegmento inferiore, di cui abbiamo parlato a proposito del parto.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Per il feto il pericolo di asfissia è gravissimo; per la madre la possibilità di infezione della cavità uterina è la complicazione più probabile. Col persi\r\nstere della condizione di tetanizzazione, a carico del miometrio avvengono alterazioni regressive, il cui pericolo impone un rapido intervento del medico.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nI sintomi sono caratterizzati dall'insorgenza di un dolore parti\r\ncolarmente intenso, localizzato alla regione sacrale e al basso ventre: la partoriente perciò è ansiosa e sofferente.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx180\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 TERAPIA\\par\r\nLa terapia medica è basata sull'uso di \\cf17 \\ATXht80000 spasmolitici\\cf16 \\ATXht0 (cioè di farmaci che attenuano e sopprimono le contrazioni spasmodiche dei muscoli). Molto spesso però questo trattamento è insufficiente: bisogna praticare una narcosi profonda, in modo da ottenere il rilassamento di tutta la muscolatura e proc\r\nedere all'estrazione del feto e degli annessi, oppure praticare il taglio cesareo. Per combattere il pericolo di infezioni, occorre somministrare forti dosi di \\cf17 \\ATXht80000 antibiotici\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 TRISM\r\nA UTERINO\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 E' un'alterazione caratterizzata da uno spasmo ad anello della muscolatura dell'orifizio esterno del collo dell'utero: essa si rende manifesta durante il periodo dilatante, poiché, durante le contrazioni uterine, il collo \r\ne il suo orifizio esterno, anziché dilatarsi gradualmente, vanno incontro a spasmo.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Le cause sono da ricercarsi sia in un'alterazione dei meccanismi nervosi che trasmettono gli impulsi di contrazione tra corpo e collo del\r\nl'utero sia in abnormi stimoli meccanici ai quali sia stato sottoposto il collo.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nI sintomi sono: dolore, localizzato in prevalenza alla regione sacrale, e mancato procedere della dilatazione, nonostante siano presenti c\r\nontrazioni uterine valide. Talora il trisma si associa a \\cf17 \\ATXht80000 inerzia uterina\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 CERCINE DI RETRAZIONE PATOLOGIGO\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 Abbiamo visto come all'iniziarsi del travaglio di\r\n parto, mentre la muscolatura del corpo dell'utero a ogni contrazione diviene un po' più spessa e un po' più corta, quella del segmento inferiore diviene un po' più sottile e un po' più lunga: il fenomeno prende il nome di distensione del segmento inferi\r\nore e il punto di passaggio tra corpo e segmento inferiore prende il nome di cercine di retrazione fisiologico.\\par\r\n\\pard\\tx210\\ATXts0\\ATXbrdr0 In condizioni patologiche, il cercine di retrazione fisiologico può andare incontro a spasmo, dando origine a\r\nl cosiddetto cercine di retrazione patologico.\\par\r\nLo spasmo del cercine di retrazione si manifesta generalmente durante il periodo espulsivo ed è determinato da tutte le cause capaci di arrestare la progressione del feto lungo il canale del parto. In c\r\nonseguenza dell'arresto della progressione, i fenomeni fisiologici che provocano la formazione e la distensione del segmento inferiore si accentuano determinando una fortissima distensione del segmento inferiore stesso, quindi il cercine di retrazione si\r\n sposta notevolmente in alto in direzione dell'ombelico. La muscolatura del corpo dell'utero va facilmente incontro a contrazioni spasmodiche.\\par\r\nI principali pericoli per la madre sono rappresentati dalla possibilità di rottura del segmento inferiore,\r\n divenuto molto sottile, e dall'infezione della cavità uterina, determinata dal prolungarsi del travaglio a membrane rotte. Per il feto, gravissimo è il pericolo di asfissia intrauterina.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nI sintomi sono rappresentati da\r\nllo stato di grand'agitazione della donna e dall'intenso dolore. Il medico con la palpazione può rilevare l'estremo assottigliamento del segmento inferiore e la forma a \"8\" o a \"clessidra\" assunta dall'utero. Il cercine di retrazione patologico non regre\r\ndisce spontaneamente e la sua formazione è una complicazione molto grave del parto, fortunatamente rara.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nLa terapia è legata anzitutto alla rimozione dell'ostacolo che determina l'arresto della progressione del feto; qu\r\nando gli spasmi non si sono ancora stabiliti definitivamente, si può tentare di ottenerne la risoluzione (sempre che siano state eliminate le cause di arresto del parto) con l'uso di oppiacei, di spasmolitici, oppure con l'uso di \\cf17 \\ATXht80000 ossito\r\ncina\\cf16 \\ATXht0 , somministrata per \\cf17 \\ATXht80000 fleboclisi\\cf16 \\ATXht0 a goccia lenta e a piccole dosi (infatti l'ormone ha la proprietà di armonizzare la contrattilità uterina). In mancanza di una pronta risposta, è necessario praticare la nar\r\ncosi e procedere all'estrazione del feto. In molti casi, però, è indispensabile il taglio cesareo.\\par",
"Dida_Foto": "Discinesie uterine.\r\nRappresentazione grafica dell'andamento delle contrazioni uterine: A, andamento delle contrazioni uterine normali; B, contrazioni uterine spasmodiche; C, tetanizzazione dell'utero.\r\n#Andamento della contrazione dell'utero.\r\nAndamento della contrazione dell'utero in diverse condizioni: A, contrazione normale; B, tetanizzazione; C, trisma uterino. Le diverse tonalità di rosso, indicano rispettivamente l'insorgenza e il propagarsi della contrazione.\r\n#Cercine di retrazione.\r\nA, cercine di retrazione fisiologico. B, cercine di retrazione patologico. Si realizza in seguito allo spasmo della formazione fisiologica.\r\n#",
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"Titolo": "DISTOCIE MECCANICHE: IL CANALE DEL PARTO",
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"Titolo": "Canale osseo",
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Dobbiamo ora vedere in che modo e in quali c\r\nondizioni il canale osseo possa rappresentare una causa di \\cf17 \\ATXht80000 distocia\\cf16 \\ATXht0 , cioè una deviazione dalla norma del decorso del parto.\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 I VARI TIPI DI BACINO\\par\r\nIl bacino della donna può a\r\nndare incontro a diversi gradi di variabilità (sia per forma sia per dimensioni) che rientrano nei limiti fisiologici; alcune variazioni però predispongono maggiormente di altre al verificarsi di distocie. Anche diverse condizioni patologiche possono det\r\nerminare gravi modificazioni del bacino (\\cf17 \\ATXht80000 stenosi\\cf16 \\ATXht0 pelviche) capaci di rendere impossibile l'espletamento del parto per le vie naturali.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Il miglioramento delle condizioni generali di vita e i\r\n progressi della terapia hanno ridotto notevolmente il numero di queste gravi alterazioni. Permangono però modificazioni di grado minore, non sempre facilmente riconoscibili, che, senza costituire vere e proprie stenosi pelviche, possono tuttavia rappres\r\nentare un ostacolo al parto, almeno in certe circostanze (bacino limite).\\par\r\nLe variazioni fisiologiche della forma, cioè dei vari diametri del bacino femminile, sono state classificate in modo diverso: esiste però una certa rispondenza fra tutte quest\r\ne suddivisioni, perciò ci limiteremo a descrivere quella che divide il bacino in quattro gruppi.\\par\r\nIl bacino ginecoide presenta un distretto superiore di forma rotondeggiante od ovale; al di sotto della \\cf17 \\ATXht80000 sinfisi\\cf16 \\ATXht0 , le ossa\r\n pubiche descrivono un arco ampio, quindi anche l'egresso pelvico ha dimensioni sufficienti ad accogliere il \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nIl tipo fisico di donna corrispondente a questo bacino, che si riscontra nel 50% circa dei casi, è rap\r\npresentato da donne di media statura, con spalle leggermente più strette delle anche, seno ben sviluppato, torace di forma conica, vita stretta rispetto alle anche, anche rotondeggianti che si prolungano uniformemente nelle cosce, gambe e caviglie snelle\r\n, le facce interne delle cosce e delle ginocchia che non si toccano nella stazione eretta. Questa descrizione è evidentemente solo approssimativa e non corrisponde sempre e necessariamente ad un determinato tipo di bacino.\\par\r\nIl bacino \\cf17 \\ATXht80000 androide\\cf16 \\ATXht0 è caratterizzato da un distretto superiore costituito da una parte anteriore di forma approssimativamente triangolare e da una parte posteriore molto appiattita. Le branche del \\cf17 \\ATXht80000 pube\\cf16 \\ATXht0 convergono verso \r\nla sinfisi formando un angolo acuto, l'osso sacro converge in avanti, le spine ischiatiche sono prominenti, per questo l'egresso pelvico si presenta piuttosto stretto. Questo bacino è simile a quello maschile e si osserva nel 15-20% dei casi.\\par\r\nIl tip\r\no fisico ad esso approssimativamente corrispondente è caratterizzato da una statura piuttosto bassa, spalle larghe, vita scarsamente pronunciata, anche della stessa larghezza delle spalle, cosce e gambe muscolose. Per la sua conformazione, il bacino andr\r\noide mal si presta al passaggio del feto e, nei casi particolarmente accentuati, può determinare l'arresto della progressione del feto durante il periodo espulsivo.\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 Il bacino antropoide è così chiamato per la sua somiglia\r\nnza con i bacini preistorici ed è caratterizzato da un distretto superiore di forma ovale, allungata dall'avanti all'indietro, con diametri piuttosto ampi. L'arco formato dalle branche del pube al di sotto della sinfisi è generalmente ampio e l'egresso p\r\nelvico è spazioso. Si tratta quindi di un bacino in complesso adatto al passaggio del feto. Lo si osserva nel 25% dei casi. Il tipo fisico ad esso corrispondente è caratterizzato da statura alta, figura \"ultrafemminile\", spalle larghe, torace e braccia l\r\nunghi, seno di piccole dimensioni, vita sottile, anche piuttosto strette, cosce e gambe lunghe e snelle, con le facce interne che si accostano nella stazione eretta.\\par\r\n\\pard\\tx180\\ATXts0\\ATXbrdr0 Il bacino platipelloide si distingue per la presenza di\r\n un distretto superiore avente forma ovale in cui predomina nettamente il diametro trasverso sull'antero-posteriore, che in quest'anomalia è lungo in media 8,5 centimetri. L'arcata pubica è molto ampia. A causa dell'appiattimento in senso antero-posterio\r\nre tutti i diametri antero-posteriori sono diminuiti rispetto alla norma: di conseguenza questo bacino può costituire un serio ostacolo allo svolgimento del parto. Non esiste un tipo fisico nel quale si riscontri con maggior frequenza tale bacino, che si\r\n osserva nel 5% circa dei casi.\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 STENOSI PELVICHE\\par\r\nLle stenosi pelviche sono gravi alterazioni che si possono riscontrare a carico del bacino. Si parla generalmente di stenosi quando uno o più diametri prese\r\nntano una diminuzione di 1,5-2 centimetri rispetto alla norma.\\par\r\n\\pard\\tx180\\ATXts0\\ATXbrdr0 Le cause che possono determinarle sono costituite dalle gravi malattie a carico dell'apparato scheletrico. Ricordiamo: il \\cf17 \\ATXht80000 rachitismo\\cf16 \\ATXht0 , l'\\cf17 \\ATXht80000 osteomalacia\\cf16 \\ATXht0 (rammollimento del tessuto osseo dovuto al riassorbimento dei sali di \\cf17 \\ATXht80000 calcio\\cf16 \\ATXht0 ), le fratture del bacino, i tumori ossei, la \\cf17 \\ATXht80000 tubercolosi\\cf16 \\ATXht0 dei\r\n corpi vertebrali (morbo di Pott) e la \\cf17 \\ATXht80000 lussazione\\cf16 \\ATXht0 congenita dell'\\cf17 \\ATXht80000 anca\\cf16 \\ATXht0 . Esiti di \\cf17 \\ATXht80000 poliomielite\\cf16 \\ATXht0 agli arti inferiori, determinando alterazioni nella statica del c\r\norpo, possono, in certi casi, essere causa di vere e proprie stenosi pelviche. Va osservato che il miglioramento delle condizioni di vita e di nutrizione e lo sviluppo dell'assistenza medica hanno ridotto molto la frequenza con cui si osservano gravi for\r\nme di stenosi pelviche.\\par\r\nSi considerano stenotici i bacini in cui la distanza fra il margine anteriore del promontorio dell'osso sacro e la parte più sporgente della faccia posteriore della sinfisi pubica (tale distanza è chiamata coniugata ostetrica\r\n) misura 8 centimetri o meno: il valore normale si aggira sui 10,5 centimetri. Diamo una rapida descrizione delle forme principali di stenosi pelviche.\\par\r\nUn primo gruppo di bacini stenotici (bacini uniformemente ristretti) è quello in cui tutti i diam\r\netri sono ridotti pressappoco in uguale misura: in altre parole, la forma normale del bacino è rispettata, ma le dimensioni sono ridotte. In questo gruppo rientrano i bacini di donne affette da varie forme di \\cf17 \\ATXht80000 nanismo\\cf16 \\ATXht0 e il \r\ncosiddetto bacino infantile.\\par\r\nIn generale, la presenza di una stenosi pelvica deve essere sospettata se la statura della donna si aggira intorno ai 140 centimetri, considerata certa se la statura è inferiore a 130 centimetri.\\par\r\nTra i bacini irrego\r\nlarmente ristretti (quelli in cui, cioè, un diametro subisce una riduzione maggiore degli altri), quello che si osserva con relativa maggior frequenza è il bacino piatto. Esso presenta un'accentuazione dei caratteri del bacino platipelloide precedentemen\r\nte descritto e cioè caratterizzato dalla diminuzione dei diametri anteroposteriori.\\par\r\nLa causa più comune della comparsa di un bacino piatto è il rachitismo; in conseguenza dell'insufficiente apporto di vitamina D, le ossa del bambino (e quindi delle \r\nbambine che, adulte, sono destinate a divenire madri) conservano una notevole cedevolezza: il peso del capo e del \\cf17 \\ATXht80000 tronco\\cf16 \\ATXht0 determina una rotazione dell'osso sacro intorno al suo asse trasversale, perciò la sua parte superior\r\ne si sposta in avanti (avvicinandosi alla sinfisi pubica), mentre la sua parte inferiore si sposta all'indietro.\\par\r\nLa conseguenza è il restringimento del distretto superiore, che nei casi gravi non può accogliere la testa di un feto normalmente svilup\r\npato: il parto non può quindi verificarsi per le vie naturali.\\par\r\n\\pard\\tx210\\ATXts0\\ATXbrdr0 Il bacino imbutiforme è caratterizzato dalla convergenza verso il basso delle pareti del bacino: la causa più comune è la cifosi causata dallo schiacciamento \r\ndel corpo di una vertebra lombare colpita da tubercolosi ossea (morbo di Pott). In queste condizioni, la parte inferiore della \\cf17 \\ATXht80000 colonna vertebrale\\cf16 \\ATXht0 si sposta all'indietro, mentre l'osso sacro è sollecitato a spostarsi in sen\r\nso inverso a quanto accade nel caso del bacino piatto: la sua parte superiore ruota all'indietro, mentre la parte inferiore e il \\cf17 \\ATXht80000 coccige\\cf16 \\ATXht0 si spostano in avanti. Contemporaneamente le tuberosità ischiatiche si avvicinano tra\r\n loro, perciò in complesso il bacino assume una forma che ricorda quella di un imbuto.\\par\r\nSi comprende quindi come quando si riscontra questa malformazione, il passaggio del feto sia impedito.\\par\r\nI bacini asimmetrici sono quelli nei quali si osserva \r\nla diminuzione di uno dei diametri obliqui rispetto all'altro, quindi le due metà del bacino sono disuguali. Un piccolo grado di disuguaglianza (circa 0,5 centimetri), si osserva di solito anche nei bacini normali; si parla di \"asimmetria pelvica\", quand\r\no la differenza fra i diametri obliqui supera la misura di 1 centimetro.\\par\r\nLe cause sono svariate, ma il meccanismo con cui esse agiscono è sostanzialmente lo stesso: la dissimmetria è determinata da un'ineguale distribuzione del peso del corpo sulle \r\ndue metà del bacino, per questo quella gravata dal maggior peso è deformata. Ciò può verificarsi in caso di \\cf17 \\ATXht80000 scoliosi\\cf16 \\ATXht0 , oppure per lussazione congenita di un'anca, per fratture mal consolidate del \\cf17 \\ATXht80000 femore\\cf16 \\ATXht0 o dell'anca, per accorciamento di uno degli arti inferiori, per molte altre cause (per esempio, poliomielite in età infantile).\\par\r\nVa osservato che i bacini asimmetrici molto spesso presentano i diametri trasversali e la coniugata ostetrica n\r\normali: in questi casi il parto può avvenire per le vie naturali, sia pur con alcune modificazioni rispetto alla norma. Se però, oltre alla riduzione di uno dei diametri obliqui, esiste anche riduzione della coniugata ostetrica, le possibilità di parto p\r\ner le vie naturali diminuiscono considerevolmente.\\par\r\nLe gravi stenosi sono andate sempre più diminuendo con il migliorare delle condizioni di vita e dell'assistenza sanitaria, mentre si è osservato invece un certo aumento della frequenza del cosiddett\r\no bacino limite.\\par\r\nIn questo caso le dimensioni del bacino sono solo leggermente ridotte in uno o più diametri, così che si trovano al limite fra la norma e vere e proprie condizioni patologiche. Non sono chiare le condizioni capaci di determinare que\r\nsta situazione: può trattarsi di un lieve grado d'\\cf17 \\ATXht80000 infantilismo\\cf16 \\ATXht0 dello \\cf17 \\ATXht80000 scheletro\\cf16 \\ATXht0 oppure di una forma di rachitismo larvato.\\par\r\nSi considera bacino limite quello in cui la coniugata ostetrica\r\n è compresa fra i 9 e i 10 centimetri e la distanza fra le due tuberosità ischiatiche (diametro trasverso o bis-\\cf17 \\ATXht80000 ischiatico\\cf16 \\ATXht0 ) è compresa fra i 9 e 10 centimetri. In queste condizioni, la valutazione se il parto possa o non p\r\nossa avvenire per le vie naturali è molto delicata e dipende non solo da un'accurata misurazione delle dimensioni del bacino, ma anche dall'apprezzamento delle dimensioni del feto, perché in parecchi casi un feto non eccessivamente sviluppato può venire \r\nalla luce regolarmente.\\par\r\nL'esatta valutazione di una stenosi pelvica richiede esami molto accurati, tuttavia il medico, in una visita ostetrica, può rilevare numerosi segni che possono fargli sospettare la presenza di un'alterazione del bacino e spin\r\ngerlo ad un più accurato esame del canale osseo (cioè la strettoia formata dalle ossa del bacino, attraverso la quale deve passare il feto). Durante l'interrogatorio della gestante possono emergere dati importanti circa varie condizioni che possono aver \r\ndeterminato modificazioni a carico dello scheletro (\\cf17 \\ATXht80000 allattamento\\cf16 \\ATXht0 artificiale, ritardo fino al secondo-terzo anno della \\cf17 \\ATXht80000 deambulazione\\cf16 \\ATXht0 , ritardo della prima \\cf17 \\ATXht80000 dentizione\\cf16 \\ATXht0 , malattie a carico della colonna vertebrale, del bacino, delle gambe, poliomielite). Nelle donne che abbiano già avuto gravidanze, notizie sull'andamento dei parti precedenti possono fornire dati di grand'utilità.\\par\r\nDurante l'esame clinico, il ri\r\nlievo della statura, di gravi scoliosi o cifosi, dell'accorciamento di uno degli arti inferiori, dell'esistenza di segni di rachitismo, possono fornire altrettanti elementi di sospetto e indurre ad eseguire più precise misurazioni del bacino (\\cf17 \\ATXht80000 pelvimetria\\cf16 \\ATXht0 ).\\par\r\nLa misura dei diametri esterni del bacino (pelvimetria esterna) è eseguita mediante speciali strumenti (pelvimetri), che sono compassi graduati. I dati rilevati in questo modo sono però molto imprecisi, perché i diam\r\netri esterni non rispecchiano fedelmente quelli interni: vari fattori, fra cui lo spessore delle ossa, la loro inclinazione, non valutabili per mezzo del solo esame clinico, possono modificare i diametri interni in modo considerevole.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Uno solo dei diametri interni del bacino può essere apprezzabile clinicamente, almeno con una buon'approssimazione: la coniugata ostetrica. Questa misurazione è eseguita dal medico introducendo due dita nella \\cf17 \\ATXht80000 vagina\\cf16 \\ATXht0 e spingendole in alto e indietro fino a raggiungere il promontorio dell'osso sacro: se questo non è raggiungibile, vuol dire che il diametro in esame è normale o superiore alla norma; se è raggiungibile si segna con l'unghia dell'indice dell'altra ma\r\nno il punto in cui le dita esploratrici vengono a contatto con il margine inferiore della sinfisi pubica e si misura la distanza fra questo punto e l'apice del dito che aveva raggiunto il promontorio del sacro. In realtà, nemmeno in questo modo si misura\r\n esattamente la coniugata ostetrica, perché si trascura lo spessore della sinfisi pubica, tuttavia si è osservato che la coniugata ostetrica è in media più corta di 1,5 centimetri rispetto alla misura rilevata nel modo sopra descritto.\\par\r\nCome si può c\r\nostatare, il solo esame clinico lascia un discreto margine d'incertezza circa le effettive dimensioni interne del canale del parto, e quest'incertezza è particolarmente grave in presenza di bacino limite. In questi casi è d'estrema utilità la roentgenpel\r\nvimetria, che consente di misurare con molta precisione i diametri interni del bacino: essa consiste nel rilievo di particolari radiografie sulle quali è proiettato un reticolo graduale, che serve da punto di riferimento per le misurazioni. Mediante l'es\r\name radiologico si possono anche precisare la forma e le dimensioni del piccolo bacino, cosa non possibile con l'uso del solo pelvimetro.\\par\r\nLe alterazioni del bacino raramente fanno sentire il loro effetto sulla \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 nei primi mesi quando le dimensioni dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 sono limitate. Solo nei casi in cui il promontorio dell'osso sacro sporge notevolmente in avanti, può verificarsi l'incarceramento dell'utero gravido, non essendo possibile \r\nil suo sviluppo verso l'alto.\\par\r\nCol procedere della gravidanza, invece, l'effetto della diminuzione dello spazio disponibile tra bacino e arcata costale fa sì che l'utero gravido tenda a spostarsi in avanti. Quando la parete dell'addome è poco estensi\r\nbile e il suo tono è elevato (il che si verifica in gran parte delle primipare), lo sviluppo si manifesta soprattutto al di sopra dell'ombelico, dando origine al cosiddetto ventre a punta; quando invece le pareti addominali sono cedevoli e i muscoli rett\r\ni dell'addome tendono a separarsi l'uno dall'altro, l'espansione dell'utero si manifesta in avanti e in basso, dando origine al cosiddetto ventre pendulo.\\par\r\nL'ostacolo ai movimenti respiratori costituito dall'utero gravido può essere considerevole nei\r\n casi in cui la stenosi pelvica si accompagna ad alterazioni della colonna vertebrale (cifosi, scoliosi).\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 L'impegno della testa fetale nel distretto superiore, che normalmente si osserva nella seconda metà del nono mese, \r\nnelle stenosi pelviche non si verifica; ciò, oltre a costituire un elemento che deve far sospettare una scarsa adattabilità tra feto e bacino materno, ha anche effetto sul decorso del parto, rendendo frequenti le presentazioni anormali.\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 DECORSO DEL PARTO\\par\r\nAlla luce di quanto abbiamo descritto, possiamo ora analizzare come le alterazioni della struttura ossea del bacino possano modificare oppure ostacolare il decorso del parto, allontanandolo dalle condizioni\r\n fisiologiche.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 E' evidente che gli inconvenienti si manifesteranno in modo diverso secondo che l'alterazione del bacino sia localizzata al distretto superiore, alla mediopelvi oppure all'egresso pelvico.\\par\r\nLa stenosi d\r\nel distretto superiore ha come diretta conseguenza il fatto che la testa fetale non può passare (oppure può passare con gran difficoltà) attraverso il distretto stesso. Una condizione analoga si verifica quando, pur essendo il bacino di dimensioni normal\r\ni, la testa fetale è più grossa della norma. Il fatto che l'ostacolo sia localizzato proprio all'inizio del canale del parto fa sì che i vari possibili inconvenienti si rendano manifesti nelle prime fasi del parto stesso e cioè fin dal periodo dilatante \r\ne dall'inizio del periodo espulsivo.\\par\r\nRicordiamo che in condizioni fisiologiche, nel periodo dilatante per azione delle contrazioni uterine, la testa del feto è spinta contro il contorno del distretto superiore (la testa, cioè, si \"impegna al distret\r\nto superiore\"), ma non progredisce, finché la distensione del segmento inferiore e la dilatazione della bocca uterina non sono complete. Inoltre il fatto che la testa fetale sia spinta fortemente contro il contorno del distretto superiore fa sì che il \\cf17 \\ATXht9211 liquido amniotico\\cf16 \\ATXht0 contenuto nel sacco amniotico sia diviso in due porzioni, che non possono comunicare fra loro: la prima anteriormente alla testa fetale (acque anteriori, che sono eliminate al momento della rottura della borsa\r\n delle acque), la seconda in corrispondenza del corpo fetale (acque posteriori, che sono eliminate al momento dell'uscita del feto dal grembo materno). In tal modo la pressione esercitata dalle contrazioni uterine non si esplica direttamente e interament\r\ne sulla borsa delle acque: questa perciò assume una forma \"a coppa\" e si rompe solo al termine del periodo dilatante.\\par\r\nQuando non esiste una buona adattabilità tra testa fetale e distretto superiore, il fenomeno dell'impegno della testa fetale non si\r\n verifica o si verifica con difficoltà: è causa di gravi conseguenze. Anzitutto, la distensione del segmento inferiore e la dilatazione della bocca uterina avvengono in modo incompleto: ne deriva un considerevole aumento del periodo dilatatante. A ciò si\r\n aggiunge il fatto che, in certi casi, alla stenosi del bacino si associa uno scarso sviluppo della muscolatura uterina, il che rende il parto ancor più stentato.\\par\r\nQuando le contrazioni uterine sono valide, l'incompleta dilatazione del segmento infer\r\niore e della bocca uterina può avere un'altra grave conseguenza: una porzione del collo dell'utero, infatti, può rimanere compressa tra la testa fetale e il bacino; ciò da un lato costituisce un ulteriore ostacolo alla progressione del feto e dall'altro \r\ndetermina alterazioni della \\cf17 \\ATXht80000 circolazione sanguigna\\cf16 \\ATXht0 , che si manifestano con un cospicuo gonfiore della parte inferiore del collo dell'utero, con possibilità di necrosi.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Poiché in caso di ste\r\nnosi pelvica la testa fetale non riesce a adattarsi al contorno del distretto superiore, non si verifica la separazione delle acque anteriori da quelle posteriori e di conseguenza tutta la pressione esercitata dalle contrazioni uterine si trasmette diret\r\ntamente (attraverso il liquido amniotico) su quella porzione di membrane ovulari che si è venuta scoprendo durante la dilatazione della bocca uterina (borsa delle acque). A causa della sua debolezza, la borsa delle acque tende dapprima a sfiancarsi sotto\r\n la pressione del liquido, assumendo una forma allungata, e poi a rompersi precocemente, esponendo la madre e il feto ai pericoli derivanti dalla rottura precoce delle membrane. L'uscita in massa di tutto il liquido amniotico può far sì che uno degli art\r\ni del feto o un'ansa del cordone ombelicale siano spostati dalla loro posizione normale e si prolassino fuori (fuoriescano) dall'utero (\\cf17 \\ATXht80000 prolasso\\cf16 \\ATXht0 di un arto o del cordone ombelicale).\\par\r\nAll'inizio del periodo espulsivo, \r\nla muscolatura uterina, di fronte alla difficoltà o all'impossibilità di far procedere l'espulsione del feto, soprattutto nei casi gravi, può andare incontro ad inerzia secondaria oppure presentare contrazioni spasmodiche o spasmi circoscritti. In mancan\r\nza di un pronto intervento del medico, si verifica un'eccessiva distensione del segmento inferiore, che talora, può rompersi.\\par\r\nGià in condizioni fisiologiche, all'inizio del periodo espulsivo, la testa fetale subisce una certa compressione, che deter\r\nmina una leggera diminuzione dei suoi diametri, cosa che facilita il passaggio della testa stessa attraverso il bacino materno. Nei casi di modesta stenosi pelvica (nei quali il passaggio è possibile, sia pure con difficoltà) la compressione e la riduzio\r\nne dei diametri è notevolmente accentuata, e può arrivare fino all'accavallamento parziale delle ossa craniche.\\par\r\nNei casi di bacino piatto, la testa fetale non si dispone come di norma secondo il diametro obliquo del bacino, ma secondo quello trasver\r\nsale: il meccanismo con cui avviene la progressione del feto è quindi modificato.\\par\r\nIn presenza di stenosi alla mediopelvi o all'egresso pelvico, l'ostacolo allo svolgimento del parto si manifesta nel corso del periodo espulsivo.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 TERAPIA\\par\r\nNei casi di grave stenosi, il parto per le vie naturali non è possibile: è perciò necessario praticare il taglio cesareo. La notevole irregolarità delle strutture ossee che delimitano l'egresso pelvico fa sì che, entro c\r\nerti limiti, il restringimento di uno dei diametri possa essere parzialmente compensato dall'aumento di un altro o da una modificazione del meccanismo d'espulsione del feto.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Poiché d'altra parte l'ostacolo rappresentato d\r\nalla stenosi dell'egresso pelvico si manifesta a periodo espulsivo avanzato, è necessaria un'accurata valutazione delle effettive possibilità di passaggio del feto, in modo da poter praticare il taglio cesareo tempestivamente.\\par\r\nL'esatta valutazione d\r\nelle possibilità che il parto si esplichi per le vie naturali è della massima importanza: da essa dipendono, infatti, la scelta dei provvedimenti terapeutici e la facoltà di intervenire al momento giusto.\\par\r\nGli elementi basilari per una precisa valuta\r\nzione sono rappresentati, per quanto riguarda la madre, dalle dimensioni e dalla forma del bacino e, per quanto riguarda il feto, dal suo grado di sviluppo. Va sottolineato che non hanno importanza solo i diametri, ma anche la forma del bacino, poiché qu\r\nesta (per esempio, una forma androide) può aggravare una stenosi che potrebbe permettere un parto per le vie naturali. Il grado di sviluppo e di \\cf17 \\ATXht80000 ossificazione\\cf16 \\ATXht0 della testa fetale rappresentano elementi importanti, poiché un\r\n feto di piccole dimensioni e con testa facilmente plasmabile ha maggiori probabilità di essere partorito per le vie naturali di quante non ne abbia uno di grosse dimensioni.\\par\r\nI mezzi di diagnosi e di terapia a disposizione del medico hanno notevolme\r\nnte ridotto la mortalità materna dovuta a stenosi pelvica: essa si aggira, infatti, sullo 0, 1 %. Anche le possibili complicazioni infettive dovute al prolungarsi del \\cf17 \\ATXht80000 travaglio\\cf16 \\ATXht0 di parto, le lesioni traumatiche (lacerazioni\r\n, rottura dell'utero ecc.) legate alla modificazione del meccanismo del parto o a interventi operatori, si sono ridotte.\\par\r\n\\pard\\tx210\\ATXts0\\ATXbrdr0 La mortalità fetale è invece circa quattro volte maggiore della norma; pure piuttosto elevata è la f\r\nrequenza di lesioni al cranio, soprattutto quello di tipo traumatico.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Nei casi di grave stenosi, la terapia non lascia dubbi ed è rappresentata dal taglio cesareo. Esso è eseguito in tutti i casi in cui il parto non può a\r\nvvenire per le vie naturali oppure in quelli in cui a una stenosi anche di modico grado si associa una presentazione anormale del feto, e infine nei casi in cui la partoriente presenta, oltre a una stenosi pelvica, sia pur modesta, altre condizioni morbo\r\nse che rendono sconsigliabile un travaglio lungo e faticoso.\\par\r\nStatistiche molto accurate, condotte recentemente, hanno messo in luce il fatto che nell'80% circa dei casi di modica o di sospetta stenosi pelvica il parto si verifica per le vie naturali\r\n, mentre nel rimanente 20% si richiede un intervento. Questa osservazione permette di vedere come in molti casi di ristrettezza del bacino, appena al di sotto dei limiti normali, sia possibile ricorrere al cosiddetto \"parto di prova\", sempre che non si r\r\nilevino altre cause di distocia.\\par\r\nE' evidente che il parto di prova può essere espletato solo in ambiente ospedaliero, dove può esser costantemente seguito da personale specializzato e dove gli interventi operatori possono essere praticati immediatam\r\nente, quando se ne presenta la necessità. La ragione per cui la probabilità di successo del parto di prova è abbastanza elevata è da ricercare nel fatto che solo una parte dei fattori che possono influenzare l'andamento del parto sono valutabili prima de\r\nllo svolgersi del parto stesso (forma e dimensioni del bacino, presentazione del feto, andamento di precedenti parti nelle pluripare), mentre altri, di notevole importanza, non sono conosciuti: per esempio, il grado di elasticità dei legamenti che colleg\r\nano le ossa del bacino, il grado di plasmabilità della testa fetale, la validità delle contrazioni uterine. E' proprio sulla probabilità che tali fattori agiscano favorevolmente che si basa il ricorso al parto di prova.\\par\r\nE' evidente che il medico che\r\n segue il parto controlla strettamente se le varie fasi si susseguono senza inconvenienti sia per la madre sia per il feto: al primo sintomo di distocia, procede al taglio cesareo o all'estrazione con il \\cf17 \\ATXht80000 forcipe\\cf16 \\ATXht0 .\\par",
"Dida_Foto": "Diversi tipi di bacino femminile.\r\nA, bacino ginecoide (normale); B, bacino androide; C, bacino antropoide; D, bacino platipelloide. Il parto può risultare distocico, cioè presentare alterazioni nel suo espletamento, in presenza di anomalie della conformazione del bacino rispetto alla norma.\r\n#Distocie ossee: scoliosi.\r\nIl parto può presentarsi distocico anche in seguito a forme patologiche, come una scoliosi importante. In questo caso si ha una diminuzione di uno dei diametri obliqui rispetto all'altro.\r\n#Radiografia del bacino.\r\nCon gli esami radiografici, oltre alle distocie ossee, si possono precisare anche la forma e le dimensioni del piccolo bacino, attraverso il quale deve passare il feto per venire alla luce. Nella radiografia sono messi in luce due importantissimi diametri: il diametro traverso (a), che normalmente misura 12 centimetri, e quello bisischiatico (b), che in genere è di 10 centimetri.\r\n#Le coniugate.\r\nManovra eseguita per valutare la distanza tra il promontorio dell'osso sacro e la sinfisi pubica (la linea tratteggiata). Il valore di tale distanza, denominata “coniugata diagonale”, consente di trovare la lunghezza della “coniugata ostetrica” che ci informa sulle eventuali modificazioni del bacino. Tali coniugate sono chiaramente tracciate sulla sezione longitudinale-mediana del bacino (figura in basso).\r\n#Distocie ossee: stenosi pelvica e cifosi dorsale.\r\nVentre pendulo in una donna affetta da stenosi pelvica e cifosi dorsale; e ventre a punta in una primipara affetta da stenosi pelvica. Nelle stenosi, poiché lo spazio disponibile tra bacino e arcata costale è limitato, l'utero gravido tende a svilupparsi in avanti: quando le pareti addominali sono cedevoli si ha la prima anomalia; quando invece sono poco cedevoli, si verifica la seconda.\r\n#Bacino normale e bacino stenotico.\r\nNel primo caso sopra la testa fetale, premendo contro il contorno del distretto superiore, fa sì che il liquido amniotico venga diviso in due porzioni: acque anteriori (a) e acque posteriori (b), che non comunicano fra loro. Grazie a tale divisione la pressione esercitata dalle contrazioni uterine non si esplica direttamente e indirettamente sulla borsa delle acque che si romperà così solo al termine del periodo dilatante. Nel secondo caso, la testa fetale non si impegna al distretto superiore; le acque anteriori vengono così a comunicare con quelle posteriori per cui la pressione esercitata dalle contrazioni uterine viene trasmessa direttamente sulla borsa delle acque che assume una forma a “sanguinaccio” e si rompe precocemente, causando gravi conseguenze, quali la deformazione delle ossa craniche del feto, dovuta alla compressione e alla riduzione dei diametri della testa fetale.\r\n#",
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I nodi \\cf17 \\ATXht80000 fibromatosi\\cf16 \\ATXht0 , se numerosi, interponendosi tra i fasci muscolari del \\cf17 \\ATXht80000 miometrio\\cf16 \\ATXht0 (cioè la \\cf17 \\ATXht80000 tonaca\\cf16 \\ATXht0 \r\n muscolare dell'utero), possono essere causa di contrazioni deboli (\\cf17 \\ATXht80000 inerzia uterina\\cf16 \\ATXht0 ) o irregolari. In certi casi, i nodi del \\cf17 \\ATXht80000 tumore\\cf16 \\ATXht0 , modificando la forma della cavità uterina, determinano lo\r\n spostamento del feto dalla sua posizione normale e sono causa di presentazioni anormali. In altri casi il \\cf17 \\ATXht80000 mioma\\cf16 \\ATXht0 può essere compresso tra la testa fetale e il bacino e successivamente durante il \\cf17 \\ATXht80000 puerperio\\cf16 \\ATXht0 , andare incontro a \\cf17 \\ATXht80000 necrosi\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nI fibromiomi sottosierosi peduncolati possono incunearsi nello scavo del Douglas, ostruendo quasi completamente il piccolo bacino e rendendo impossibile l'espletamento del part\r\no per le vie naturali.\\par\r\nI tumori localizzati all'\\cf17 \\ATXht80000 istmo\\cf16 \\ATXht0 sono quelli che hanno maggior probabilità di esser causa di distocia, perché si trovano in corrispondenza del piccolo bacino, nel quale la disponibilità di spazio \r\nè limitata. In complesso però si osserva con discreta frequenza la risalita del fibromioma al di sopra del distretto superiore, come conseguenza dello stiramento verso l'alto e della distensione del segmento inferiore.\\par\r\nDa quanto abbiamo detto, si pu\r\nò dedurre che il fibromioma del corpo dell'utero non è sempre causa di distocia: se non ostruisce il canale del parto e se non esistono altre possibili cause di distocia, si preferisce lasciare che il parto si svolga per le vie naturali. E' necessario pe\r\nrò che esso avvenga in ospedale sotto stretta sorveglianza, dove qualsiasi complicazione può essere tempestivamente fronteggiata.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 COLLO DELL'UTERO\\par\r\nGli ostacoli al decorso fisiologico del parto, dovuti a co\r\nndizioni patologiche del collo dell'utero, sono relativamente frequenti, poiché si osservano nell'1% circa dei casi. Poiché durante il periodo dilatante il collo va incontro a notevoli modificazioni, è durante questo periodo che si manifestano le distoci\r\ne cervicali.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Un primo gruppo di distocie comprende le condizioni patologiche che rendono difficile o addirittura impediscono la dilatazione del collo. Vanno ricordati: un insufficiente sviluppo del collo stesso; il fatto \r\nche la parete del collo sia costituita da un eccesso di tessuto connettivo fibroso rispetto al tessuto muscolare (la quantità di tessuto connettivo fibroso, scarsamente estensibile, aumenta gradatamente con l'età; è questo fatto che rende più difficoltos\r\no il parto delle cosiddette primipare attempate); la presenza di cicatrici del collo dell'utero, dovute a precedenti processi infiammatori o ad interventi chirurgici o ad estese e profonde diatermocoagulazioni; la presenza di tumori sia benigni (fibromi)\r\n sia maligni.\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 Un altro tipo di distocia cervicale è quello che avviene quando l'orifizio esterno del collo dell'utero è dislocato in avanti o all'indietro: ciò accade quando, all'inizio del \\cf17 \\ATXht80000 travaglio\\cf16 \\ATXht0 di parto, l'asse del corpo dell'utero e quello del collo non coincidono, ma il corpo è deviato in avanti (in questo caso l'orifizio del collo sarà dislocato all'indietro) oppure all'indietro (l'orifizio del collo sarà dislocato in avanti). Di co\r\nnseguenza la dilatazione della bocca uterina è resa difficile, e il feto si trova incappucciato dalla parete del segmento inferiore. La terapia si basa sul tentativo di riportare manualmente la bocca uterina nella sua giusta posizione. Se questa manovra \r\nnon riesce, è senz'altro necessario ricorrere al taglio cesareo, per evitare il pericolo di una rottura del segmento inferiore dell'utero.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Un'altra distocia cervicale è rappresentata dall'\\cf17 \\ATXht80000 edema\\cf16 \\ATXht0 del collo: in seguito alla trasudazione di \\cf17 \\ATXht80000 plasma\\cf16 \\ATXht0 al di fuori dei capillari sanguigni, l'organo diviene gonfio. Il gonfiore può interessare tutta la circonferenza del collo o, più frequentemente, solo il suo labbro ante\r\nriore.\\par\r\nI fattori che possono determinare questa alterazione sono molteplici e si manifestano nel corso della \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 oppure agiscono durante il travaglio. Essi sono rappresentati da disturbi circolatori dovuti alla\r\n compressione del collo tra testa fetale e bacino (per esempio, nelle \\cf17 \\ATXht80000 stenosi\\cf16 \\ATXht0 pelviche); da stati infiammatori dovuti al prolungarsi del travaglio; da un'insufficiente azione di spremitura esercitata da parte della muscola\r\ntura del collo sui vasi sanguigni e sulle ghiandole cervicali ecc.\\par\r\nQuando l'edema è di scarsa entità, esso non rappresenta un grave intralcio allo svolgimento del parto; quando è cospicuo, invece, può ostacolare la progressione del feto nel piccolo \r\nbacino: occorre perciò l'intervento del medico. La terapia è basata sul tentativo di spingere il collo edematoso al di sopra della circonferenza massima della testa fetale, in modo da eliminare l'ostacolo.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 VAGI\r\nNA\\par\r\nLe distocie della vagina non sono frequenti: esse possono essere determinate da setti, da stenosi cicatriziali, da tumori e da condilomi o vegetazioni condilomatose.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 I setti longitudinali sono di ostacolo al parto\r\n solo quando si dispongono \"a ponte\" attraverso la vagina, al davanti del feto, mentre quelli trasversali ostacolano sempre la normale progressione del feto: in ogni caso la terapia è basata sull'incisione chirurgica del setto o dei setti.\\par\r\nLe cicatr\r\nici conseguenti a causticazioni (in certi casi anche risalenti all'età infantile), a lesioni da parto, a gravi processi infiammatori, a operazioni di plastica ecc. possono esser causa di distocia quando raggiungono dimensioni notevoli e divengono diffici\r\nlmente estensibili: nei casi gravi è necessario ricorrere al taglio cesareo.\\par\r\nI vari tumori benigni della vagina raramente raggiungono dimensioni tali da ostacolare il parto: nei casi più gravi vengono, in genere, diagnosticati durante la gravidanza,\r\n in tempo utile per essere asportati chirurgicamente prima del parto. Nel caso di \\cf17 \\ATXht80000 carcinoma\\cf16 \\ATXht0 , occorre invece praticare il taglio cesareo.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 VULVA\\par\r\nLa vulva può essere causa di c\r\nomplicazioni nel decorso del parto quando non è sufficientemente estensibile a causa o di un insufficiente sviluppo o di stenosi conseguente a ustioni o a infiammazioni o a operazioni di plastica con eccessivo restringimento dell'\\cf17 \\ATXht80000 ostio\\cf16 \\ATXht0 vaginale o a precedenti lesioni da parto.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 In questi casi, l'anello vulvare sotto la pressione esercitata dal feto (sospinto, in questa fase del parto, non solo dalle contrazioni della muscolatura uterina, ma a\r\nnche dalle contrazioni dei muscoli ausiliari del parto) va incontro a lacerazioni. Davanti all'inevitabilità della lacerazione è preferibile prevenirla, praticando un'incisione chirurgica, l'\\cf17 \\ATXht80000 episiotomia\\cf16 \\ATXht0 , in posizioni ben d\r\neterminate. In questo modo, si ottiene una ferita a margini netti, che guarisce più rapidamente, che dà luogo a perdite di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 minori e che ha meno probabilità di provocare complicazioni infettive rispetto a una laceraz\r\nione irregolare.\\par\r\nSoprattutto nelle primipare, nelle quali la distensione dei tessuti al momento del parto è maggiore che nelle pluripare, si determinano piccole lacerazioni della vulva, specialmente in corrispondenza dei resti dell'\\cf17 \\ATXht80000 imene\\cf16 \\ATXht0 . Per tale ragione, alcuni ostetrici preferiscono praticare nelle primipare l'episiotomia profilattica.\\par\r\nLa stenosi isolata della vulva è rara, più spesso è associata a rigidità di tutto il piano \\cf17 \\ATXht80000 perineale\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 PIANO PERINEALE\\par\r\nAbbiamo già messo in luce come il piccolo bacino sia chiuso in basso da un piano muscolare a forma di coppa, che presenta una fessura disposta sagittalmente, attraverso la quale decorr\r\nono l'\\cf17 \\ATXht80000 uretra\\cf16 \\ATXht0 , la vagina e l'\\cf17 \\ATXht94446 intestino retto\\cf16 \\ATXht0 . Questo piano muscolare (piano perineale) rappresenta una delle principali resistenze al passaggio del feto; i suoi fasci muscolari, infatti, devo\r\nno essere fortemente divaricati, per permettere l'espulsione del prodotto del \\cf17 \\ATXht80000 concepimento\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Si comprende quindi quale importanza abbiano, ai fini del buon svolgimento del parto, l'elasticit\r\nà e la distensività di tali muscoli. Varie sono le condizioni in cui si può verificare una diminuzione sia della loro elasticità sia della loro distensibilità e nelle quali possono insorgere ostacoli al normale svolgimento del parto.\\par\r\nNelle primipare\r\n di età superiore ai 35 anni (primipare attempate), in tutto l'apparato muscolare il tessuto connettivo aumenta rispetto a quello muscolare; questo fatto da un lato riduce l'efficienza della contrazione uterina, dall'altro rende più difficile la dilatazi\r\none del collo dell'utero e dei fasci del \\cf17 \\ATXht80000 perineo\\cf16 \\ATXht0 e rende il parto più difficoltoso. Nelle donne muscolose, che hanno praticato sport richiedenti l'intervento della muscolatura perineale, il tono elevato di questi rende dif\r\nficile il rilassamento, impedendo quindi un rapido svolgimento del periodo espulsivo. Le cicatrici di precedenti lacerazioni perineali da parto o di interventi chirurgici di plastica possono diminuire l'elasticità e la distensibilità di tale muscolatura.\r\n In altri casi la costituzione anatomica di quest'ultima può essere normale, ma possono verificarsi spasmi che ne impediscono la distensione.\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 Davanti a questo ostacolo, durante il periodo espulsivo, la progressione del fe\r\nto può arrestarsi (esponendo così il prodotto del concepimento a gravi pericoli e i tessuti materni alle conseguenze di una prolungata compressione) oppure determinare gravi lacerazioni del perineo. E' necessario perciò un pronto intervento del medico.\r\n\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 La terapia, evidentemente, varia secondo la causa che determina la distocia. In caso di spasmo, si può cercare di ottenere il rilassamento della muscolatura mediante l'uso di \\cf17 \\ATXht80000 anestetici\\cf16 \\ATXht0 loca\r\nli. Quando questa terapia non ha successo e nei casi in cui la causa della distocia è di ordine anatomico, occorre invece praticare l'episiotomia, che elimina l'ostacolo alla progressione del feto. Se, a causa dell'arresto durante il periodo espulsivo, i\r\nl feto presenta segni di sofferenza (alterazioni del battito cardiaco ecc.), occorre procedere alla sua estrazione per mezzo del \\cf17 \\ATXht80000 forcipe\\cf16 \\ATXht0 o dell'estrattore a \\cf17 \\ATXht80000 ventosa\\cf16 \\ATXht0 ; tale estrazione naturalm\r\nente deve essere preceduta dall'episiotomia.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 OVAIO\\par\r\nI cistomi \\cf17 \\ATXht80000 ovarici\\cf16 \\ATXht0 , se di grosse dimensioni e molto mobili, possono interferire nello svolgimento del parto, con meccanismo\r\n analogo a quello descritto per i miofibromi sottosierosi. Tali \\cf17 \\ATXht80000 cisti\\cf16 \\ATXht0 , in virtù della loro mobilità, possono infatti incunearsi nel piccolo bacino anteriormente al feto, ostruendo il canale osseo del parto. Se questa condi\r\nzione patologica è diagnosticata all'inizio del travaglio di parto, il medico può tentare di far risalire la cisti nel grande bacino; al di sopra del feto, con manovra manuale, dopo aver praticato l'anestesia generale alla partoriente. Dato che spesso ta\r\nle manovra non riesce, si preferisce ricorrere al taglio cesareo e alla asportazione della cisti.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 I cistomi ovanci possono dar luogo a gravi complicazioni anche durante il periodo del puerperio: a causa della loro mobilit\r\nà e dello svuotamento dell'utero, avvenuto con il parto, essi possono andare incontro molto facilmente a torsione del loro \\cf17 \\ATXht80000 peduncolo\\cf16 \\ATXht0 , andare in necrosi e infettarsi.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 ORGANI DEL P\r\nICCOLO BACINO\\par\r\nI tumori di organi localizzati nel piccolo bacino, per esempio carcinomi del retto, osteosarcomi (tumori di tessuto osseo) o encondromi (tumori di \\cf17 \\ATXht9802 tessuto cartilagineo\\cf16 \\ATXht0 ) delle ossa del piccolo bacino, \\cf17 \\ATXht80000 metastasi\\cf16 \\ATXht0 localizzate allo scavo del Douglas ecc., occupando il piccolo bacino stesso, possono costituire un ostacolo insormontabile all'espletamento del parto per le vie naturali. Si rende perciò necessario praticare il taglio \r\ncesareo per estrarre il feto.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Il \\cf17 \\ATXht80000 rene\\cf16 \\ATXht0 , in gravi casi di \\cf17 \\ATXht80000 ptosi\\cf16 \\ATXht0 , può abbassarsi fino ad arrivare nel piccolo bacino, comportandosi come un tumore previo.\\par\r\n\r\nNei casi in cui la diagnosi non sia fatta tempestivamente, l'utero, non potendo far procedere l'espulsione del feto, va incontro a gravi discinesie e la donna è esposta al pericolo di una rottura del segmento inferiore dell'utero.\\par\r\nSi comprende perci\r\nò l'esigenza che il parto di donne portatrici di cistomi ovarici, o di tumori localizzati al piccolo bacino, debba avvenire assolutamente in ambiente ospedaliero.\\par",
"ID": 164,
"Foto": "PA05B2_F1.jpg#PA05B2_F2.jpg#",
"Dida_Foto": "Distocie del canale molle.\r\nA sinistra, fibromioma sottosieroso incuneato nello scavo del Douglas. Esso, occludendo quasi completamente il piccolo bacino, rende impossibile l'espletamento del parto per le vie naturali; a destra, cisti ovarica incuneata nel piccolo bacino: la sua presenza ostruisce il canale osseo del parto, impedendo il passaggio del feto.\r\n#Episiotomia.\r\nSi tratta di un'incisione chirurgica praticata per prevenire le lacerazioni cui potrebbe andare incontro l'anello vulvare sotto la pressione esercitata dal feto. Mediante tale intervento si ottiene una ferita a margini netti, che guarisce più rapidamente e che ha meno possibilità di dar luogo a complicazioni infettive rispetto ad una lacerazione irregolare. Il tratteggio indica la linea secondo la quale avviene l'incisione.\r\n#",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\f1 \\cf16 DISTOCIE MECCANICHE: IL CORPO MOBILE\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx270\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Nella maggior parte dei casi (circa il 95% di tutti i parti), il \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 non sol\r\no è situato longitudinalmente nell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 materno, ma ha la testa rivolta verso il basso e completamente flessa sul torace: si parla di presentazione di vertice. In queste condizioni il feto viene a presentare le dimensioni\r\n più favorevoli per lo svolgimento del parto, poiché tutti i suoi diametri possono facilmente passare attraverso un bacino femminile normale. Perciò la presentazione di vertice è considerata quella fisiologica. Anomalie nella presentazione avvengono in u\r\nn ristretto numero di casi (4,6% di tutti i parti): in questi casi si parla di presentazioni anormali.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Quando il feto è situato longitudinalmente, ma anziché esser rivolto a testa in basso, si presenta con la testa in alt\r\no (in corrispondenza del fondo dell'utero) e con il \"\\cf17 \\ATXht80000 podice\\cf16 \\ATXht0 \" in basso (in corrispondenza dell'ingresso pelvico), si parla di presentazione di podice o podalica. (Ricordiamo che, a causa del caratteristico atteggiamento del\r\n feto nel grembo materno, i piedi vengono a trovarsi allo stesso livello delle natiche. Il termine ostetrico di \"podice\" indica appunto l'insieme delle natiche e dei piedi, che, ai fini dello svolgimento del parto, si comportano come un unico insieme.) E\r\nssa si osserva nel 3% dei casi.\\par\r\n\\pard\\tx210\\ATXts0\\ATXbrdr0 Nel'1% dei casi il feto non si presenta situato longitudinalmente, ma trasversalmente rispetto all'utero materno. Si tratta di un'evenienza molto grave, perché il diametro fetale che dovreb\r\nbe attraversare il bacino è quello cefalo-podalico (che va cioè dall'apice della testa al podice), la cui lunghezza (28 centimetri circa) è nettamente superiore a quella dei diametri del bacino, e di conseguenza il parto non può avvenire per le vie natur\r\nali. Poiché la parte fetale che entra in rapporto con il canale del parto è la spalla, si parla di presentazione di spalla. In casi ancor più rari, il feto pur essendo situato longitudinalmente e a testa in basso, presenta la testa parzialmente o totalme\r\nnte deflessa. Nel primo caso il feto avanza presentando la fronte (presentazione di fronte), nel secondo la faccia (presentazione di faccia).\\par\r\nDurante la \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 , il feto è mobile nella cavità uterina: è difficile p\r\nerciò diagnosticare prima dell'inizio del \\cf17 \\ATXht80000 travaglio\\cf16 \\ATXht0 di parto quale sarà la presentazione definitiva secondo cui si svolgerà il parto. E' solo quindi durante il travaglio che si può stabilire con precisione la diagnosi di p\r\nresentazione del feto.\\par",
"ID": 165,
"Foto": "PA05C_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Presentazione di vertice o normale.\r\nLa testa del feto è flessa sul tronco e la colonna vertebrale incurvata verso il piano ventrale; le cosce sono flesse sull'addome, le gambe sulle cosce e gli arti superiori incrociati. La parte presentata è la testa di vertice, cioè quella posta intorno alla fontanella posteriore.\r\n#",
"Movie": "@",
"Dida_Movie": "@",
"Vedi_Anche": "@"
},
{
"Titolo": "Presentazione di podice",
"Codice": "PA05C1",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx2940\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 PRESENTAZIONE DI PODICE\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 La presentazione di podice si ha quando il \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 è situato lon\r\ngitudinalmente, con il podice in corrispondenza dell'ingresso pelvico e la testa in corrispondenza del fondo dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 . Nella presentazione di podice completa, il feto presenta un tipico atteggiamento: testa flessa sul tr\r\nonco, cosce flesse sull'addome, gambe flesse sulle cosce e piedi incrociati. Di conseguenza le natiche e i piedi vengono a trovarsi allo stesso livello. In alcuni casi, però, l'atteggiamento degli arti inferiori è modificato: ne derivano presentazioni di\r\n podice incomplete. Se le cosce sono flesse sull'addome, ma le gambe sono estese sulle cosce, si parla di varietà natiche. Se invece si verifica l'estensione delle cosce, in modo che uno o ambedue gli arti si trovano più in basso delle natiche, si parla \r\ndi varietà incompleta con procidenze (di uno o entrambi i ginocchi, di uno o entrambi i piedi).\\par\r\nAbbiamo affermato che la frequenza con cui si osserva la presentazione di podice è del 3%; tale presentazione si osserva soprattutto nei parti prematuri \r\n(infatti, circa un quarto dei parti per il podice è rappresentato da prematuri). E' inoltre più frequente nelle pluripare che non nelle primipare.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 CAUSE\\par\r\nI fattori capaci di causare la presentazione podalic\r\na sono svariati (in parte sono legati a necessità d'adattamento) e non del tutto chiariti. Tra le cause fetali possiamo ricordare: l'idrocefalia (poiché determina un aumento del volume della testa fetale, la quale può essere meglio raccolta nel fondo del\r\nl'utero, più ampio, che non in corrispondenza del segmento inferiore, più ristretto); la \\cf17 \\ATXht80000 gemellarità\\cf16 \\ATXht0 ; la \\cf17 \\ATXht80000 prematurità\\cf16 \\ATXht0 ; la brevità del cordone ombelicale; il polidramnios e la \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 previa. Tra le cause materne ricordiamo: le \\cf17 \\ATXht80000 stenosi\\cf16 \\ATXht0 pelviche, i fibromi uterini, le \\cf17 \\ATXht80000 cisti\\cf16 \\ATXht0 ovariche e lo sfiancamento delle pareti uteri\r\nne nelle pluripare.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 DECORSO DEL PARTO\\par\r\nAll'inizio del \\cf17 \\ATXht80000 travaglio\\cf16 \\ATXht0 di parto, a causa dell'irregolarità della parte presentata, questa non si adatta strettamente al contorno del distretto superiore: n\r\ne consegue un'imperfetta separazione delle acque anteriori dalle posteriori e la formazione di una borsa delle acque a \"sanguinaccio\". La rottura della borsa è precoce.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Il feto è spesso disposto con il dorso in avanti e l\r\neggermente a sinistra (rispetto alla madre); il diametro che va dall'osso sacro alla tibia del feto (diametro sacro-tibiale, che misura 12 centimetri) si dispone in corrispondenza del diametro obliquo sinistro del distretto superiore del bacino materno (\r\nche misura 12 centimetri): per l'elasticità della parte presentata, la sua circonferenza, sotto l'azione delle contrazioni uterine, si riduce leggermente. Il podice può quindi procedere nell'escavazione pelvica. Qui esso incontra modificazioni nella form\r\na del canale del parto (il pavimento dell'escavazione pelvica ha forma di coppa; il diametro maggiore non è più l'obliquo, bensì l'antero-posteriore), che gli fanno compiere una rotazione di 45°: in questo modo la natica che si trova anteriormente viene \r\na portarsi al di sotto della \\cf17 \\ATXht80000 sinfisi \\cf16 \\ATXht0 pubica. Inoltre, poiché il canale del parto descrive una curva a concavità rivolta in avanti, il feto viene a trovarsi nelle migliori condizioni per potersi flettere (la massima flessib\r\nilità del podice e del tronco del feto, infatti, è quella laterale).\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 A questo punto inizia l'uscita del feto dal bacino materno: mentre l'anca anteriore rimane fissa sotto la sinfisi pubica, quella posteriore scivola nell\r\na concavità formata dall'osso sacro e si sprigiona per prima dai genitali materni, seguita subito dopo dall'anca anteriore, dagli arti inferiori e dal resto del tronco. Mentre le spalle fuoriescono dai genitali materni, la testa inizia la sua discesa nel\r\n bacino disponendosi con il suo diametro maggiore (sottoccipito-frontale) secondo un diametro obliquo del distretto superiore; arrivata al distretto inferiore, essa descrive una rotazione, in modo che la nuca venga a disporsi sotto la sinfisi pubica; in \r\nconseguenza di ciò, il corpo del feto, già fuori dei genitali materni, compie una rotazione di 90°, portando il dorso in avanti. Infine anche la testa è espulsa, con un movimento di flessione, facendo perno intorno alla nuca, quindi si liberano successiv\r\namente il mento, la bocca, il naso, la fronte.\\par\r\nQuando le gambe del feto sono estese al davanti del tronco (presentazione di podice incompleta, varietà natiche), la prima parte fetale che è espulsa ha dimensioni ridotte e può perciò iniziare la sua d\r\niscesa prima che la dilatazione della bocca uterina sia completa, quando cioè le contrazioni uterine non hanno ancora raggiunto la massima intensità e frequenza. Inoltre, le gambe estese al davanti del corpo rappresentano un ostacolo alla flessione del c\r\norpo fetale al momento di attraversare il \"ginocchio\" del canale del parto (cioè il punto in cui l'asse pelvico, presso il margine inferiore della sinfisi pubica, cambia direzione). Infine la testa, che viene per ultima e che rappresenta la parte fetale \r\ndi maggiori dimensioni, deve completare la dilatazione della bocca uterina prima di essere espulsa. Per tutte queste ragioni il parto, nella varietà natiche, avviene con maggiore lentezza rispetto a quanto si verifica nella presentazione podalica complet\r\na.\\par\r\nNella varietà con procidenze, quando uno solo degli arti è esteso, mentre l'altro rimane nella posizione normale (flessa), se l'arto procidente è quello posteriore, può accadere che l'anca corrispondente all'arto nella posizione normale (anca ant\r\neriore) venga a fissarsi al di sopra della sinfisi pubica materna, rimane quindi uncinata ad essa: perché il parto possa continuare, occorre che tutto il corpo fetale compia una rotazione di 180°, in modo da portare in avanti l'arto procidente, e che l'a\r\nnca anteriore scivoli nella concavità dell'osso sacro e sia espulsa.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Una grave complicazione, che può talvolta verificarsi al momento in cui le spalle del feto iniziano la loro discesa nel piccolo bacino, è rappresentata \r\ndalla modificazione dell'atteggiamento degli arti superiori, che possono innalzarsi ai lati della testa o addirittura portarsi dietro la nuca: sbarramento degli arti superiori. Tale inconveniente può essere determinato da una leggera ristrettezza del bac\r\nino oppure da errate trazioni compiute sulla metà del corpo fetale già partorito, da parte di chi assiste il parto. L'innalzamento o lo sbarramento dietro la nuca di uno o entrambe le braccia non solo causa un aumento delle dimensioni dell'ultima grossa \r\nparte fetale che deve essere partorita (dimensioni della testa sommate allo spessore del braccio), ma ostacola anche la flessibilità del collo, che non può così flettersi al momento in cui la testa percorre il ginocchio del canale del parto: l'espulsione\r\n del feto perciò viene ad arrestarsi, ed è quindi necessario l'intervento del medico.\\par\r\nGli interventi consistono nel riportare gli arti al di sotto della testa: nel caso di un semplice innalzamento, ciò si ottiene introducendo una mano nelle vie geni\r\ntali della partoriente e riconducendo con delicatezza le braccia del feto nella giusta posizione. In caso di sbarramento dietro la nuca, invece, occorre far rifare alle braccia lo stesso movimento che hanno compiuto per portarsi nella posizione patologic\r\na: ciò si ottiene associando la riduzione degli arti ad opportune rotazioni del corpo fetale.\\par\r\nI maggiori pericoli del parto podalico, però, sono rappresentati dalle modificazioni della posizione della testa fetale rispetto al bacino materno: quando \r\nsi verifica la rotazione sacrale dell'occipite (cioè quando l'occipite viene a trovarsi in corrispondenza dell'osso sacro), se la testa conserva il suo atteggiamento di flessione rispetto al corpo fetale, il parto avviene spontaneamente, ma se la testa f\r\netale si deflette, il mento rimane uncinato al di sopra della sinfisi pubica e il parto si arresta. Per permetterne la prosecuzione, il medico deve introdurre una mano nelle vie genitali della partoriente fino ad accogliere la nuca del feto nel palmo del\r\nla mano, allungare un dito fino ad uncinare l'angolo della bocca e far ruotare la testa del feto in modo da disimpegnare il mento fetale dalla sua posizione.\\par\r\nA causa dei pericoli che presenta, al parto per il podice devono assistere un medico e pers\r\nonale specializzato; esso inoltre deve avvenire possibilmente in ambiente ospedaliero.\\par\r\nLe prime fasi del parto non presentano pericoli né per la madre né per il feto: dal momento, però, in cui il podice comincia a sprigionarsi dai genitali esterni m\r\naterni, i pericoli aumentano.\\par\r\nDopo l'espulsione del podice, il medico deve abbassare un'ansa del cordone ombelicale, in modo che esso non venga né compresso né stirato.\\par\r\nIl momento più delicato si verifica quando la testa fetale inizia la sua di\r\nscesa nel piccolo bacino: infatti, il cordone ombelicale (che dal tronco fetale già partorito risale fino alla placenta all'interno dell'utero) è compresso tra la testa fetale e il contorno del bacino materno. L'afflusso di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 ossigenato diminuisce e di conseguenza il feto può essere facilmente stimolato a compiere i primi atti respiratori, quando ancora si trova nelle vie genitali materne, e può quindi aspirare muco e \\cf17 \\ATXht9211 liquido amniotico\\cf16 \\ATXht0 ch\r\ne ostruiscono le sue vie respiratorie. Il medico deve facilitare la rapida espulsione della testa, senza però causare la deflessione che rappresenterebbe un ostacolo al completamento del parto.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 RISCHI\\par\r\nIl p\r\narto per il podice ha generalmente una durata maggiore di quello che avviene per il vertice. I pericoli maggiori per la partoriente sono di lacerazioni causate dal passaggio della testa fetale, quando la dilatazione del canale del parto non ha ancora rag\r\ngiunto il suo punto massimo. Allo scopo di ridurre la possibilità di queste lacerazioni e le eventuali complicazioni infettive molti ostetrici praticano l'\\cf17 \\ATXht80000 episiotomia\\cf16 \\ATXht0 profilattica.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Per quan\r\nto riguarda il feto, il pericolo maggiore è rappresentato dall'\\cf17 \\ATXht80000 asfissia\\cf16 \\ATXht0 , che può essere determinata dalla compressione del cordone ombelicale tra la testa fetale e il bacino materno, dall'aspirazione di liquido amniotico o\r\n di muco nelle vie respiratorie e infine da un intempestivo distacco della placenta o da placenta previa. Un altro fattore che con frequenza rappresenta un pericolo per il feto è rappresentato dalle emorragie intracraniche: la causa che le determina è da\r\n ricercarsi nelle brusche compressioni e decompressioni cui va incontro il cranio durante il parto. Talora la presentazione podalica è associata a malformazioni fetali che possono essere incompatibili con la vita.\\par\r\nInfine ricordiamo che, soprattutto \r\nnei casi in cui sono necessari interventi operatori, possono verificarsi fratture della clavicola, del femore, dell'omero o del cranio del feto.\\par\r\nTuttavia, nonostante gli svariati pericoli cui il feto è esposto, le moderne tecniche d'assistenza perme\r\nttono di ottenere ottimi risultati. Nelle presentazioni podaliche non complicate, la mortalità fetale non supera il 4-5%, mentre includendo le presentazioni complicate dai vari inconvenienti di cui abbiamo parlato, tale mortalità raggiunge anche l'8-10%.\r\n Le lesioni materne non superano in genere la percentuale del 4%.\\par",
"Dida_Foto": "Presentazione podalica.\r\nPresentazioni di podice o podaliche: il feto, in situazione longitudinale, presenta nel canale del parto l'estremo podalico, cioè la parte del tronco posta al di sotto delle due creste iliache: A, completa; B, incompleta, varietà natiche.\r\n#Presentazione di podice.\r\nAl momento del parto, il corpo fetale, giunto in corrispondenza del margine inferiore della sinfisi pubica, per uscire dal bacino materno deve flettersi lateralmente (A). A questo punto inizia l'uscita del feto dal bacino materno: mentre l'anca sinistra rimane fissa sotto la sinfisi pubica, quella destra scivola nella concavità formata dall'osso sacro e si sprigiona per prima dai genitali materni, seguita subito dopo dall'anca sinistra, dagli arti inferiori e dal resto del tronco (B). Mentre fuoriescono le spalle, la testa inizia la sua discesa e con un movimento di rotazione si porta sotto la sinfisi pubica (C); il corpo di conseguenza compie una rotazione, portando il dorso verso l'avanti, cioè sullo stesso piano dell'addome della madre (a), la testa viene poi espulsa con un movimento di flessione, per cui si liberano prima il mento, poi il naso e la fronte (b).\r\n#Presentazione di podice incompleta con procidenza dell'arto posteriore.\r\nQuando si verifica questa anomalia l'anca corrispondente all'arto che conservato la posizione di flessione può rimanere uncinata al di sopra della sinfisi pudica materna.\r\n#Sbarramento degli arti superiori.\r\nÈ una grave complicazione che può verificarsi quando le spalle del feto iniziano la loro discesa nel piccolo bacino. Essa consiste in una modificazione dell'atteggiamento degli arti superiori, che si portano dietro la nuca. L'ostetrico deve far compiere al corpo fetale una serie di evoluzioni per riportare gli arti superiori, in caso di sbarramento degli arti stessi, in una posizione che permetta la continuazione del parto.\r\n#Rotazione sacrale dell'occipite.\r\nL'occipite fetale viene a trovarsi nella concavità dell'osso sacro. Essendo la testa deflessa (in rosso è indicata la posizione normale della testa), il mento rimane uncinato al di sopra della sinfisi pubica: il parto si arresta, per cui è necessario l'intervallo del medico, che deve far ruotare la testa del feto fino a disimpegnare il mento dalla sua posizione.\r\n#",
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{
"Titolo": "Presentazione di faccia e presentazione di fronte",
"Codice": "PA05C2",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\f1 \\cf16 PRESENTAZIONE DI FACCIA E PRESENTAZIONE DI FRONTE\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 La presentazione di faccia compare in un \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 su 200 (cioè nell\r\no 0,5% dei parti), mentre la presentazione di fronte non compare che in 1 parto su 1.000 (cioè nello 0,1%). In ambedue queste presentazioni il \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 è situato, longitudinalmente, con la testa rivolta verso il basso, ma ques\r\nta, anziché aver un atteggiamento di spiccata flessione, presenta un grado minore o maggiore di deflessione.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 CAUSE\\par\r\nI fattori responsabili della deflessione della testa sono gli stessi nelle due presentazio\r\nni.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Tra le cause materne ricordiamo: le \\cf17 \\ATXht80000 stenosi\\cf16 \\ATXht0 pelviche; la presenza di fibromi che alterano la forma della cavità uterina, causando una deviazione della \\cf17 \\ATXht80000 colonna vertebra\r\nle\\cf16 \\ATXht0 del feto; lo sfiancamento delle pareti uterine in seguito al succedersi ravvicinato di numerose gravidanze, fatto che, rendendo più ampia la cavità uterina, facilita i cambiamenti dell'atteggiamento del feto.\\par\r\nBen maggiore importanza\r\n rivestono le cause fetali. In primo luogo vanno citate le malformazioni a carico del feto e tra esse soprattutto l'\\cf17 \\ATXht80000 anencefalia\\cf16 \\ATXht0 . In questa grave mostruosità, incompatibile con la vita extrauterina, non solo manca l'\\cf17 \\ATXht80000 encefalo\\cf16 \\ATXht0 , ma sono anche assenti le ossa della volta cranica e la parte posteriore del collo è accorciata: la testa si trova in estensione e il parto avviene con la presentazione di faccia.\\par\r\nAltra malformazione che sovente è res\r\nponsabile della deflessione, parziale o totale, della testa fetale è costituita dai tumori del collo (soprattutto quelli \\cf17 \\ATXht80000 tiroidei\\cf16 \\ATXht0 ), che con la loro presenza ne impediscono la flessione. Anche altre malformazioni, a carico \r\ndella spina dorsale (spina bifida), rientrano tra le cause delle presentazioni anormali di cui stiamo trattando, perché possono determinare l'estensione di tutta la colonna vertebrale. Talvolta la causa del modificato atteggiamento della testa va ricerca\r\nto in una primitiva contrattura dei muscoli del collo.\\par\r\nTra i fattori responsabili di queste presentazioni rientrano con minima frequenza i giri del cordone ombelicale intorno al collo e la \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 previa (cause annes\r\nsiali).\\par\r\nVa osservato che spesso, quando queste presentazioni anormali sono determinate non da cause anatomiche (quali le malformazioni), ma da cause funzionali, la presentazione anormale non compare come tale fin dall'inizio del \\cf17 \\ATXht80000 tr\r\navaglio\\cf16 \\ATXht0 di parto, ma deriva, nel corso del travaglio stesso, dalla modificazione di una primitiva presentazione di vertice. Tra le cause funzionali vanno ricordate la \\cf17 \\ATXht80000 gemellarità\\cf16 \\ATXht0 e il polidr\r\namnios.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 DECORSO DEL PARTO\\par\r\nSebbene nel corso del parto per la faccia si possano manifestare con notevole frequenza ostacoli o pericoli per la madre e per il feto, da accurate statistiche risul\r\nta che nell'80% circa dei casi il parto avviene spontaneamente, sempre che non esistano altre condizioni capaci di deviare il normale decorso del parto.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Per l'irregolarità della parte presentata, questa non si adatta bene\r\n al contorno del distretto superiore e conseguentemente non si verifica la separazione fisiologica tra acque anteriori e acque posteriori: la borsa delle acque assume una forma a \"sanguinaccio\" e con facilità si rompe precocemente, con deflusso di tutto \r\nil \\cf17 \\ATXht9211 liquido amniotico\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nAll'inizio del periodo espulsivo, la testa fetale si addossa strettamente al dorso del feto e inizia faticosamente la discesa nel piccolo bacino. Man mano che questa procede, la lunghezza dei vari\r\n diametri fetali che devono passare attraverso il contorno del distretto superiore aumenta, finché si presenta il diametro stemo-sincipitale che misura 13,5 centimetri, e che supera nettamente la lunghezza del diametro obliquo del distretto superiore, ch\r\ne è di 12 centimetri. Affinché il parto possa procedere, il diametro fetale deve inclinarsi e la testa deve ruotare, in modo che il mento vada a porsi al di sotto della \\cf17 \\ATXht80000 sinfisi\\cf16 \\ATXht0 pubica e la nuca raggiunga la concavità dell'\\cf17 \\ATXht94533 osso sacro\\cf16 \\ATXht0 , dove lo spazio è sufficiente per accoglierla. A causa della notevole complessità di queste evoluzioni compiute dal corpo fetale, si comprende come questa fase sia particolarmente lunga e difficile e come essa abb\r\nia una fondamentale importanza per l'esito del parto, perché è in questo periodo che possono verificarsi quelle anomalie che ne determinano l'arresto.\\par\r\nUna volta avvenuta la rotazione, la nuca del feto scivola nella concavità dell'osso sacro, e la te\r\nsta può uscire dai genitali materni con un movimento di flessione. In questa presentazione sono molto frequenti le lacerazioni del \\cf17 \\ATXht80000 perineo\\cf16 \\ATXht0 al momento dell'espulsione della testa fetale, perciò generalmente si ricorre all'\\cf17 \\ATXht80000 episiotomia\\cf16 \\ATXht0 profilattica. Una volta espulsa la testa, il corpo fetale è facilmente partorito, con un meccanismo molto simile a quello del parto fisiologico.\\par\r\nNella presentazione di fronte, la testa fetale si presenta nell\r\na posizione più sfavorevole per attraversare il piccolo bacino, tanto che il parto non si esplica spontaneamente che nel 40% dei casi e solo quando le dimensioni del feto sono inferiori alla norma. Negli altri casi esso si arresta esponendo sia la madre \r\nsia il feto a gravissimi pericoli.\\par\r\nRisulta evidente perciò la necessità che il parto per la fronte avvenga in ambiente ospedaliero specializzato, dove qualsiasi evenienza può essere fronteggiata con prontezza e con la necessaria esperienza, che, dat\r\na la rarità di questa presentazione (1 parto su 1.000), non si trova al di fuori dei reparti di maternità.\\par\r\nPer quanto riguarda la terapia, molti ostetrici preferiscono rinunciare ai tentativi di correzione della presentazione di fronte (questi infat\r\nti per essere eseguiti richiedono condizioni che raramente si verificano) e ricorrere al taglio cesareo.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 RISCHI\\par\r\nIl più grave inconveniente che può verificarsi nel corso del parto per la faccia è rappresent\r\nato dalla mancata rotazione interna della testa fetale oppure dell'inversione della rotazione stessa, quindi il mento si porta posteriormente in corrispondenza della concavità dell'osso sacro e la nuca in corrispondenza della sinfisi pubica. Ciò si verif\r\nica nel 20% circa dei casi di presentazione di faccia: gli ostacoli meccanici connessi con questa anomalia rendono impossibile la continuazione spontanea del parto e richiedono un pronto intervento del medico. La terapia generalmente adottata consiste ne\r\nl taglio cesareo.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Sia nella presentazione di faccia sia in quella di fronte, a causa delle difficoltà meccaniche che rendono difficoltosa l'espulsione del feto, il parto ha una durata superiore alla norma. Tale fatto, ass\r\nociandosi a una precoce rottura della borsa delle acque, predispone all'infezione della cavità uterina. D'altra parte la prolungata compressione delle pareti del canale molle del parto tra la testa fetale e il bacino può in certi casi essere causa della \\cf17 \\ATXht80000 necrosi\\cf16 \\ATXht0 di tratti delle pareti stesse, e quindi determinare fistole vescico-vaginali.\\par\r\nA causa dei diametri sfavorevoli presentati dal feto, con frequenza si verificano lacerazioni del collo dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 , della \\cf17 \\ATXht80000 vagina\\cf16 \\ATXht0 e del perineo.\\par\r\nQualora il parto si arresti e la partoriente non abbia un'adeguata assistenza medica, possono insorgere gravissime discinesie uterine e può profilarsi la minaccia della rottura\r\n del segmento inferiore.\\par\r\nI rischi per il feto sono connessi, da un lato, al prolungarsi del travaglio, quando le membrane sono rotte e tutto il liquido amniotico è defluito, per questo le pareti uterine si addossano strettamente al corpo fetale, com\r\nprimendo i vasi sanguigni del cordone ombelicale e del collo, con conseguente possibile \\cf17 \\ATXht80000 asfissia\\cf16 \\ATXht0 ; dall'altro, alle conseguenze dei possibili traumi derivanti dagli interventi che possono rivelarsi necessari per l'espletame\r\nnto del parto.\\par\r\nNella presentazione di faccia, è particolarmente elevato il rischio di processi infettivi a carico degli occhi, a causa delle piccole lesioni cutanee che si determinano sulla parte presentata nel corso del parto (i processi infettivi \r\nsono dovuti ai germi presenti normalmente nelle parti basse della vagina). Grazie all'efficienza dell'assistenza medica nella presentazione di faccia la mortalità fetale si aggira sul 5-10%, mentre in quella di fronte è più elevata (15-30%).\\par",
"ID": 167,
"Foto": "PA05C2_F1.jpg#PA05C2_F2.jpg#",
"Dida_Foto": "Presentazioni cefaliche.\r\nA, presentazione di fronte: la testa è in flessione incompleta; la parte che comparirà per prima nel canale è la regione frontale con la fontanella anteriore; B, presentazione di bregma: la situazione è intermedia tra quella della presentazione di vertice e di fronte per la limitata flessione della testa fetale; si presenta per prima la regione vicina alla fontanella anteriore; C, presentazione di faccia: la testa si trova in posizione di completa estensione e il tronco risulta incurvato sul piano dorsale.\r\n#Presentazione di faccia.\r\nA, a mano a mano che la testa procede, la lunghezza dei vari diametri fetali che devono passare attraverso i contorni del distretto superiore aumenta, finché si presenta il diametro sternosincipitale, la cui lunghezza (13,5 centimetri) supera nettamente quella del diametro obliquo del distretto superiore (12 centimetri); B, affinché il parto possa avvenire spontaneamente, occorre che la testa fetale compia un complesso movimento di rotazione; il mento si porta così al di sotto della sinfisi pubica, e la nuca raggiunge la concavità dell'osso sacro. C, avvenuta la rotazione, la nuca fetale scivola nella concavità dell'osso sacro e la testa del feto con un movimento di flessione può uscire dai genitali materni; D, dopo l'espulsione della testa, il corpo fetale può facilmente venire alla luce. E, al momento della rotazione della testa fetale può succedere che essa ruoti in senso contrario, per cui il mento si porta in corrispondenza della concavità dell'osso sacro e la nuca in corrispondenza della sinfisi pubica. In tal caso la continuazione spontanea del parto è impossibile, perciò è necessario il taglio cesareo.\r\n#",
"Movie": "@",
"Dida_Movie": "@",
"Vedi_Anche": "@"
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"Titolo": "Presentazione di spalla",
"Codice": "PA05C3",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx2835\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 PRESENTAZIONE DI SPALLA\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 La presentazione di spalla è la più grave delle presentazioni anormali: si osserva nello 0,5%\r\n di tutti i parti. Il \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 , anziché essere situato con il suo diametro maggiore (cefalo-podalico) in coincidenza con il diametro maggiore dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 , che è quello longitudinale, è situato tr\r\nasversalmente. Di conseguenza, la testa fetale è posta in corrispondenza di una delle fosse iliache del bacino materno, mentre il \\cf17 \\ATXht80000 podice\\cf16 \\ATXht0 si trova in corrispondenza dell'altra; il tronco, che viene a trovarsi sopra l'ingres\r\nso pelvico, può essere disposto con il dorso rivolto in avanti o all'indietro. E' chiaro che in queste condizioni la prima parte fetale che si mette in rapporto con il canale del parto è la spalla, perciò questa presentazione prende il nome di presentazi\r\none di spalla.\\par\r\nSi osserva con maggior frequenza nelle pluripare (80% dei casi) che nelle primipare (20% dei casi): le gravidanze, infatti, soprattutto se si succedono a distanza ravvicinata, determinano un graduale sfiancamento delle pareti uterine,\r\n permettendo modificazioni della disposizione del feto.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 CAUSE\\par\r\nTra le cause materne, \\cf17 \\ATXht80000 stenosi\\cf16 \\ATXht0 pelviche e alterazioni della forma della cavità uterina (in caso di utero incudif\r\norme, in cui la larghezza dell'organo supera la lunghezza, o di miofibroma in corrispondenza del fondo dell'utero, la cui presenza determina l'accorciamento dell'asse maggiore dell'organo) possono determinare una situazione trasversa del feto e la presen\r\ntazione di spalla.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Tra le cause dipendenti dal feto, dobbiamo ricordare innanzi tutto la \\cf17 \\ATXht80000 prematurità\\cf16 \\ATXht0 (che entra in gioco nel 30% circa dei casi), la \\cf17 \\ATXht80000 gemellarità\\cf16 \\ATXht0 (23%), l'eccessivo sviluppo del feto (18%), il polidramnios, la \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 previa (15%). E' chiaro che spesso i vari fattori sia materni sia fetali possono presentarsi associati.\\par\r\n\\cf1 \r\n\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 DECORSO DEL PARTO\\par\r\nSe il feto è normalmente sviluppato, in questa presentazione il parto non può avvenire spontaneamente (se non in casi eccezionalmente rari): infatti, il diametro fetale che dovrebbe attraversare il \r\ncanale del parto è il cefalo-podalico, che misura 28 centimetri e, poiché i diametri del piccolo bacino misurano in media approssimativamente 11-12 centimetri, tale impossibilità è chiara. Tuttavia, per azione delle contrazioni uterine, tale diametro è c\r\nonsiderevolmente ridotto, poiché la colonna vertebrale del feto si flette lateralmente e la testa è avvicinata il più possibile al bacino del feto. Ma, anche portando al massimo questo fenomeno, le dimensioni fetali sono ancora maggiori di quelle del can\r\nale osseo del parto.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Le contrazioni uterine, oltre a determinare la riduzione del diametro del feto, poiché quest'ultimo nella posizione in cui si trova mal si adatta ai contorni del distretto superiore, esplicano la loro\r\n azione direttamente sulla borsa delle acque, attraverso il \\cf17 \\ATXht9211 liquido amniotico\\cf16 \\ATXht0 . La borsa delle acque assume quindi una forma a \"sanguinaccio\" e si rompe precocemente, prima cioè che la dilatazione della bocca uterina sia com\r\npleta, causando la completa fuoriuscita del liquido amniotico.\\par\r\nIn questo momento molto frequentemente avviene il \\cf17 \\ATXht80000 prolasso\\cf16 \\ATXht0 di uno degli arti superiori del feto, che accade nel 50% dei casi, o del cordone ombelicale (5%\r\n circa dei casi).\\par\r\nDopo la rottura della borsa delle acque e il deflusso del liquido amniotico, si può verificare una pausa delle contrazioni uterine, dovuta al fatto che la muscolatura dell'utero deve avere il tempo di adattarsi al nuovo volume del \r\ncontenuto dell'organo.\\par\r\nSuccessivamente, però, le contrazioni riprendono con intensità crescente, nel vano tentativo di superare l'insormontabile ostacolo che impedisce la progressione del feto. La muscolatura dell'utero, completamente addossata al c\r\norpo fetale, si contrae senza sosta e va ben presto incontro a gravissime discinesie, mentre compare il \\cf17 \\ATXht80000 cercine\\cf16 \\ATXht0 di retrazione patologico e il segmento inferiore si assottiglia in modo estremo, minacciando di lacerarsi da u\r\nn momento all'altro. Se il parto è lasciato procedere fino a questo punto senza intervento del medico, la vita del feto è compromessa irreparabilmente e quella della madre è esposta ai gravissimi rischi conseguenti alla rottura dell'utero.\\par\r\nPer il su\r\nccesso della terapia della presentazione di spalla, il fattore essenziale è rappresentato dalla tempestività. Altrimenti, non solo diminuiscono enormemente le possibilità di salvare la vita del feto, ma anche, nonostante i progressi delle tecniche a disp\r\nosizione degli specialisti, possono aumentare grandemente le probabilità di complicazioni che talvolta si presentano invero molto gravi per la madre.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Se negli ultimi mesi di \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 è ef\r\nfettuata un'adeguata assistenza medica, tale situazione non può venire misconosiuta. Ciò deve spingere il medico a ricercare la presenza dei fattori che l'hanno determinata (sfiancamento delle pareti uterine, stenosi pelviche, malformazioni uterine o fet\r\nali, fibromi, placenta previa): la conoscenza della causa che ha determinato l'anormale posizione del feto permette, infatti, la scelta dell'indirizzo terapeutico da seguire.\\par\r\nData la complessità degli interventi richiesti dal trattamento della prese\r\nntazione di spalla, il parto deve assolutamente avvenire in ambiente ospedaliero.\\par\r\nPrima dell'inizio del \\cf17 \\ATXht80000 travaglio\\cf16 \\ATXht0 , o nelle sue primissime fasi, può essere tentato il rivolgimento per manovre esterne: esso consiste nel\r\n tentativo di portare il feto in posizione longitudinale, esercitando opportune pressioni su di esso attraverso la parete dell'addome materno. Perché tale manovra possa essere eseguita, è necessario che il feto sia mobile nella cavità uterina, che non es\r\nistano malformazioni uterine, nodi \\cf17 \\ATXht80000 fibromatosi\\cf16 \\ATXht0 , gemellarità, stenosi pelviche e placenta previa. In questi casi è inutile ogni indugio ed è preferibile il taglio cesareo. Il rivolgimento non presenta pericoli per la madre,\r\n ma, poiché esso non è in grado di eliminare le cause che hanno determinato la situazione trasversa del feto, questa può riprodursi dopo poco: per evitare il rischio, si può ricorrere a vari tipi di fasciatura dell'addome.\\par\r\nNei casi (abbastanza rari)\r\n in cui le membrane siano rimaste integre fino a completa dilatazione della bocca uterina, può essere eseguito un altro intervento: il rivolgimento per manovre interne e l'estrazione podalica del feto.\\par\r\n\\pard\\tx210\\tx4410\\ATXts0\\ATXbrdr0 Per fare que\r\nst'operazione, il medico deve innanzi tutto procedere all'anestesia generale della partoriente e alla rottura della borsa delle acque, quindi introdurre una mano nella cavità uterina, fino a raggiungere e afferrare i piedi del feto. Esercita poi una lent\r\na e progressiva trazione su di essi in direzione della bocca uterina, mentre con l'altra mano, dall'esterno, sospinge la testa verso l'alto: in questo modo il corpo del feto è fatto ruotare e può essere estratto, facendogli compiere le stesse evoluzioni \r\nche esso farebbe nel corso di un parto per il podice. Queste manovre non sono scevre da pericoli sia per la madre sia per il feto e richiedono un'attentissima valutazione delle condizioni dell'utero e del feto, perciò oggi è preferibile praticare il tagl\r\nio cesareo, che presenta rischi molto minori per entrambi.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Quest'ultimo è indicato comunque nei casi in cui il feto non è più mobile nella cavità uterina, oppure quando sia stata accertata la presenza di stenosi pelviche,\r\n di malformazioni o tumori uterini, di gemellarità, di placenta previa o di malattie materne che richiedono un rapido espletamento del parto.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 RISCHI\\par\r\nGrazie al perfezionamento delle tecniche di assistenza e\r\n soprattutto di quella del taglio cesareo, i pericoli effettivi per la madre sono enormemente diminuiti negli ultimi decenni. L'efficacia della terapia è tanto maggiore quanto più precoce è l'intervento dello specialista, mentre quanto più tardivo è l'in\r\ntervento tanto maggiori sono i rischi cui la partoriente va incontro: possono, infatti, verificarsi lacerazioni del collo dell'utero, del \\cf17 \\ATXht80000 perineo\\cf16 \\ATXht0 e, nei casi trascurati, rottura del segmento inferiore, che espone la partor\r\niente al rischio di un gravissimo shock e di un'emorragia interna, che possono metterne in pericolo la vita.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Per quanto riguarda il feto, i pericoli sono rappresentati, oltre che da quello gravissimo dell'\\cf17 \\ATXht80000 asfissia\\cf16 \\ATXht0 intrauterina nei casi trascurati, dal prolasso del \\cf17 \\ATXht80000 funicolo ombelicale\\cf16 \\ATXht0 . La mortalità fetale dipende naturalmente anche dal tipo d'intervento che il medico deve praticare: l'ampio ricorso al taglio ce\r\nsareo l'ha notevolmente ridotto.\\par\r\nSecondo alcune statistiche, la mortalità fetale nei casi di parto per via vaginale è del 36%, mentre nei parti espletati per mezzo del taglio cesareo è del 7%.\\par",
"ID": 168,
"Foto": "PA05C3_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Presentazione di spalla.\r\nNella presentazione di spalla, dopo aver tentato il rivolgimento esterno, a borsa integra e fuori del travaglio, si ricorre al taglio cesareo.\r\n#",
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"Dida_Movie": "@",
"Vedi_Anche": "@"
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"Titolo": "Eccessivo sviluppo del feto",
"Codice": "PA05C4",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3285\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 ECCESSIVO SVILUPPO DEL FETO\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Il peso normale del \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 si aggira intorno ai 3.250 gramm\r\ni per i maschi e ai 3.000 per le femmine: mentre le variazioni in difetto rispetto a questi valori non creano ostacoli allo svolgimento del \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 , le variazioni in eccesso possono, in certi casi, rappresentare un pericolo \r\nper la madre o per il feto o per entrambi. Ciò può accadere non solo quando l'eccesso di volume riguarda l'intero corpo fetale, ma anche quando interessa solo alcune parti di esso.\\par\r\nI feti che superano nettamente le dimensioni e il peso normali, senz\r\na presentare altre alterazioni, sono suddivisi generalmente in tre categorie. Feti iperevoluti, quando il loro peso è compreso tra 3.500 e 4.500 grammi; feti mascrosomi aventi un peso che va da 4.500 a 5.000 grammi; feti giganti, quando il loro peso supe\r\nra i 5.000 grammi. (A titolo di curiosità, ricordiamo che il più grosso feto che sia stato partorito, di cui almeno si abbia notizia, pesava 10.950 grammi: esso nacque morto, ma fu partorito spontaneamente!) La nascita di feti di peso superiore ai 4.500 \r\ngrammi avviene nell'1,5% circa dei parti.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 CAUSE\\par\r\nLe cause della \\cf17 \\ATXht80000 macrosomia\\cf16 \\ATXht0 e del \\cf17 \\ATXht80000 gigantismo\\cf16 \\ATXht0 non sono del tutto chiarite: senza dubbio un posto\r\n importante spetta all'\\cf17 \\ATXht80000 ereditarietà\\cf16 \\ATXht0 , poiché spesso da genitori di grande corporatura nascono feti di peso superiore alla norma. Anche il numero di gravidanze precedenti ha influenza sul peso del feto, che aumenta con l'aum\r\nentare del numero delle gravidanze stesse.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Un grado di nutrizione elevato della madre è sovente accompagnato da un aumento del peso del feto. Nella \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 protratta, poiché nelle ultime\r\n fasi della gravidanza il feto guadagna in media 25 grammi di peso al giorno, il neonato postmaturo presenta spesso un peso maggiore della norma, per eccessivo sviluppo scheletrico. Tra le cause di macrosomia e di gigantismo fetale vanno infine ricordati\r\n il \\cf17 \\ATXht80000 prediabete\\cf16 \\ATXht0 e il \\cf17 \\ATXht80000 diabete\\cf16 \\ATXht0 : secondo recenti statistiche, mentre la frequenza con cui donne non diabetiche partoriscono feti di peso superiore ai 5.000 grammi è dello 0,07%, questa percentua\r\nle sale al 3,9% nelle donne prediabetiche e al 6,4% nelle diabetiche.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 DECORSO DEL PARTO\\par\r\nNel corso della gravidanza l'eccessivo sviluppo del feto può essere causa di disturbi per la madre: infatti, può osta\r\ncolare sia il reflusso di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 venoso, determinando così la comparsa di edemi (gonfiori) agli arti inferiori, sia i movimenti del diaframma, rendendo in tal modo difficili i movimenti respiratori.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Raramente l'eccessivo sviluppo del feto, da solo, è causa di vero e proprio ostacolo al parto (salvo nei casi di dimensioni molto superiori alla norma); il parto però si svolge in modo più lento e più stentato di quanto avvenga normalmente. In al\r\ncuni casi può arrestarsi al momento in cui le spalle fetali dovrebbero iniziare la loro discesa nel piccolo bacino: in questi casi, detti \\cf17 \\ATXht80000 distocia\\cf16 \\ATXht0 delle grandi spalle, si rende necessario l'intervento del medico.\\par\r\nA ca\r\nusa della difficoltà dell'espulsione del feto, può sopraggiungere l'\\cf17 \\ATXht80000 inerzia uterina\\cf16 \\ATXht0 , che richiede un tempestivo intervento del medico, sia per cercare di riportare le contrazioni uterine alla frequenza e all'intensità norm\r\nali sia per provvedere, quando è possibile, a una rapida estrazione del feto con il \\cf17 \\ATXht80000 forcipe\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 RISCHI\\par\r\nFrequenti sono le lacerazioni del collo dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 e del \\cf17 \\ATXht80000 perineo\\cf16 \\ATXht0 : allo scopo di prevenire queste ultime, il medico ricorre all'\\cf17 \\ATXht80000 episiotomia\\cf16 \\ATXht0 profilattica.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Per quanto riguarda il feto, i pericoli cui è s\r\nottoposto aumentano con l'aumentare del suo sviluppo: la mortalità fetale si aggira, infatti, intorno al 20% per i feti che non superano i 5.000 grammi, arriva al 45% per i feti di 5.000-5.500 grammi e raggiunge il 70% per i feti di peso superiore ai 6.0\r\n00 grammi.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 ECCESSIVO SVILUPPO DOVUTO A PATOLOGIE\\par\r\nMentre nel caso della macrosomia e del gigantismo il feto è di solito normale e vitale, vi sono alcune condizioni patologiche che determinano un notevole au\r\nmento di volume del feto, generalmente dopo la morte intrauteria del feto stesso.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 La più importante è rappresentata dall'\\cf17 \\ATXht80000 anasarca\\cf16 \\ATXht0 feto-placentare, che consiste in un considerevole accumulo \r\ndi liquido (\\cf17 \\ATXht80000 edema\\cf16 \\ATXht0 generalizzato) in tutto il corpo fetale, nel cordone ombelicale e nella \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 La condizione morbosa che generalmente ne è la causa è l'\r\nincompatibilità del \\cf17 \\ATXht80000 fattore Rh\\cf16 \\ATXht0 tra madre e feto, nelle sue forme più gravi. Però anche altre condizioni morbose sia materne (\\cf17 \\ATXht80000 alcolismo\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 nefrite\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 sifilide\\cf16 \\ATXht0 ) sia fetali (malformazioni) possono determinarla.\\par\r\nVi sono varie patologie che possono determinare un aumento di volume localizzato a una sola parte del corpo fetale. Tra queste, maggior importanza ha l'idrocefalia congenita\r\n, che porta a un notevole aumento di volume della testa fetale: è caratterizzata dall'accumulo di liquido cefalorachidiano all'interno dei ventricoli cerebrali (\\cf17 \\ATXht80000 idrocefalo\\cf16 \\ATXht0 interno) o più rar\r\namente tra le \\cf17 \\ATXht80000 meningi\\cf16 \\ATXht0 , nello spazio subaracnoideo o tra \\cf17 \\ATXht80000 aracnoide\\cf16 \\ATXht0 e \\cf17 \\ATXht80000 dura madre\\cf16 \\ATXht0 (idrocefalo esterno); di conseguenza il \\cf17 \\ATXht80000 cervello\\cf16 \\ATXht0 è disteso, fino a formare un sottile involucro attorno ai ventricoli dilatati. Le ossa craniche si assottigliano e tendono ad allontanarsi le une dalle altre \"come i petali di un fiore che sboccia\", per cui le suture e le fontanelle sono più ampie della \r\nnorma. In complesso il cranio assume una forma sferica, ed è molto sproporzionato rispetto alla faccia, che rimane invece normale.\\par\r\nL'idrocefalia si osserva in 1 parto su 1.200 circa ed è una delle malformazioni fetali più comuni: costituisce infatti\r\n il 12% di tutti i casi di malformazioni. Essa è spesso associata (33% dei casi) a un'altra malformazione: la spina bifida (apertura in corrispondenza della \\cf17 \\ATXht80000 colonna vertebrale\\cf16 \\ATXht0 da cui a volte\r\n fuoriescono le meningi e il \\cf17 \\ATXht80000 midollo spinale\\cf16 \\ATXht0 ).\\par\r\nNon sono chiarite ancora completamente le cause dell'idrocefalia: essa sarebbe dovuta all'occlusione delle vie di deflusso del liquido cefalorachidiano (occlusione congen\r\nita, dovuta a processi infiammatori) oppure a un'alterazione del riassorbimento dello stesso a causa di processi infiammatori a carico delle meningi che diventano impermeabili.\\par\r\nL'agente responsabile di questi processi infiammatori non è ancora perfe\r\nttamente identificato: in molti casi esso sembra essere il Toxoplasma gondii, un protozoo capace di dare un'infestazione (\\cf17 \\ATXht80000 toxoplasmosi\\cf16 \\ATXht0 ), che nella donna adulta può decorrere senza sintomi evidenti, ma che, purtroppo, può e\r\nssere trasmessa al feto.\\par\r\nNell'idrocefalia la testa fetale può raggiungere dimensioni tali da non poter attraversare il piccolo bacino e può quindi impedire lo svolgimento del parto. Per prevenire i rischi gravissimi cui andrebbe esposta la partorien\r\nte in questo caso, è molto importante che l'idrocefalia sia diagnosticata prima del parto. Negli ultimi mesi di gravidanza ciò è possibile per mezzo dell'esame ecografico dei casi sospetti.\\par\r\nSolo nel 40% dei casi (quando l'idrocefalia è di modico gra\r\ndo) il parto può verificarsi senza inconvenienti: nel rimanente 60%, in seguito all'ostacolo rappresentato dalle grandi dimensioni della testa fetale, il parto si arresta con la comparsa di inerzia uterina o di gravi discinesie, con minaccia di rottura d\r\nel segmento inferiore.\\par\r\nPer evitare questi rischi è necessario l'intervento del medico, il quale, mediante la perforazione del cranio fetale, provoca la fuoriuscita dell'eccesso di liquido cerebrospinale e permette la \r\nriduzione delle dimensioni della testa fetale, che può così essere partorita senza difficoltà.\\par",
"ID": 169,
"Foto": "PA05C4_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Idrocefalia.\r\nRaffigurazione di un feto affetto da idrocefalia: è evidente l'aumento di volume della testa rispetto al corpo, come conferma anche l'ecografia. Tale aumento è causa dell'arresto del parto: perché questo possa avvenire, il medico deve ridurre le dimensioni della testa fetale, provocando la fuoriuscita dell'eccesso di liquido in essa contenuto.\r\n#",
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"Dida_Movie": "@",
"Vedi_Anche": "@"
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{
"Titolo": "Prolasso degli arti fetali",
"Codice": "PA05C5",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx2910\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 PROLASSO DEGLI ARTI FETALI\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Trattando della fisiologia del \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 , abbiamo visto come l\r\n'atteggiamento fisiologico del \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 sia caratterizzato dal fatto che le braccia sono incrociate sul petto e le gambe ripiegate e incrociate nell'atteggiamento di chi si siede \"all'indiana\", cioè cosce flesse sull'addome, g\r\nambe flesse sulle cosce e piedi incrociati.\\par\r\nA proposito della presentazione di \\cf17 \\ATXht80000 podice\\cf16 \\ATXht0 , d'altra parte, abbiamo già accennato alla possibilità che gli arti inferiori assumano un atteggiamento diverso (presentazione di p\r\nodice incompleta, con \\cf17 \\ATXht80000 procidenza\\cf16 \\ATXht0 ).\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 Un fatto analogo può verificarsi anche quando il feto si presenta con la testa rivolta verso il basso, con la differenza però che gli arti che mutano atte\r\nggiamento sono generalmente le braccia e non le gambe. Può accadere, infatti, che una mano o un braccio del feto si porti lateralmente alla testa, o addirittura al davanti, rendendo quindi più difficile lo svolgimento del parto.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Quest'inconveniente i cui rischi sono notevoli specie per il feto, è per fortuna piuttosto raro, poiché si osserva nello 0,2% circa dei parti; nel 25% dei casi la procidenza di un arto si associa a quella del cordone ombelicale.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 CAUSE\\par\r\nI fattori capaci di causare la procidenza (si parla di \\cf17 \\ATXht80000 prolasso\\cf16 \\ATXht0 di un arto quando le membrane ovulari sono rotte, di procidenza, quando sono integre) di un arto sono svariati, ma agiscono,\r\n in complesso, con lo stesso meccanismo: essi fanno sì che, all'inizio del parto, la testa del feto non si adatti perfettamente al contorno del canale del parto, per questo rimane spazio più o meno ampio, ma sufficiente perché tra la prima e il secondo p\r\nossa insinuarsi la mano o il braccio del feto.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Possono anche essere possibili cause di procidenza di un arto: le \\cf17 \\ATXht80000 stenosi\\cf16 \\ATXht0 pelviche, le presentazioni di fronte e di faccia, la \\cf17 \\ATXht80000 gemellarità\\cf16 \\ATXht0 , la presenza di tumori che deformano la cavità uterina, l'eccessiva ampiezza del bacino materno, soprattutto quando il feto è di piccole dimensioni, e infine il polidramnios, nel quale, al moment\r\no della rottura della borsa delle acque, la rapida uscita della notevole quantità di \\cf17 \\ATXht9211 liquido amniotico\\cf16 \\ATXht0 può determinare lo spostamento di una delle braccia del feto.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 DECORSO DEL PA\r\nRTO\\par\r\nL'intervento del medico è diverso secondo la fase del parto in cui la procidenza dell'arto è diagnosticata e secondo le condizioni della madre e del feto. Quando il \\cf17 \\ATXht80000 travaglio\\cf16 \\ATXht0 di parto è agli inizi, si può tentare \r\ndi far ritornare spontaneamente l'arto procidente nella sua posizione normale, facendo giacere la partoriente sullo stesso lato in cui si trova l'arto procidente: in alcuni casi è sufficiente quest'accorgimento per eliminare del tutto l'inconveniente.\r\n\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Se le membrane sono rotte e la dilatazione della bocca uterina è sufficiente, il medico può tentare la riduzione del prolasso, introducendo una mano nella \\cf17 \\ATXht80000 vagina\\cf16 \\ATXht0 della partoriente e respingen\r\ndo l'arto al di sopra della testa negli intervalli tra le contrazioni uterine. Se questa manovra non riesce, occorre attendere che la dilatazione della bocca uterina sia completa e procedere al cosiddetto rivolgimento podalico, estraendo rapidamente il f\r\neto. Se infine l'intervento del medico dovesse avvenire ancora più tardivamente, quando cioè è già iniziato il periodo espulsivo e il parto si arresta o procede con eccessiva difficoltà, si rende necessario intervenire estraendo il feto mediante il \\cf17 \\ATXht80000 forcipe\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 RISCHI\\par\r\nAnche con l'assistenza del medico, i rischi per la partoriente sono più numerosi che di norma, a causa dell'azione traumatizzante degli interventi necessari per rid\r\nurre il prolasso, e i pericoli per il feto sono anche maggiori: la mortalità fetale, infatti, si aggira sul 15% nei casi di prolasso di un braccio e può arrivare anche al 30% in una situazione di prolasso di un arto inferiore.\\par",
"ID": 170,
"Foto": "PA05C5_F1.jpg#PA05C5_F2.jpg#",
"Dida_Foto": "Prolasso di un arto superiore.\r\nLa mano e parte del braccio del feto si portano al davanti della testa fetale. Questa anomalia rende più difficoltoso lo svolgimento del parto. I rischi sono notevoli soprattutto per il feto, la cui mortalità è piuttosto elevata.\r\n#Rivolgimento per manovre interne.\r\nUna mano dell'ostetrico penetra nella cavità uterina per afferrare i piedi del feto (A); dopo averli afferrati (B) esercita su di essi una trazione verso il basso, mentre l'altra mano dall'esterno sospinge in alto la testa fetale (C): il feto può così essere estratto.\r\n#",
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"Dida_Movie": "@",
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"Titolo": "Parto gemellare",
"Codice": "PA05C6",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx2040\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 PARTO GEMELLARE\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Come la \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 gemellare, anche il \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 gemellare presenta maggiori difficoltà e maggiori pericoli, sia per la madre sia per i feti, rispetto al parto normale. E' bene perciò premettere subito che per queste ragioni è particolarmente importante che la gestante portatrice di gravidanza ge\r\nmellare partorisca in un ambiente ospedaliero, dove può trovare le migliori condizioni e la migliore assistenza.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 DECORSO DEL PARTO\\par\r\nNel parto gemellare, il periodo dilatante, quello cioè durante il quale il\r\n segmento inferiore e il collo dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 si dilatano fino a raggiungere un diametro che permette il passaggio del \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 , è unico. Il periodo espulsivo, invece, è duplice (o triplice ecc., se\r\ncondo il numero dei feti): i feti cioè sono espulsi successivamente, compiendo tutte le evoluzioni che abbiamo descritto a proposito del parto normale.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Una volta espulso il primo feto, prima dell'espulsione del secondo, s\r\ni verifica un intervallo (normalmente di 15-30 minuti), durante il quale l'utero deve adattare le sue dimensioni alla notevole diminuzione del volume del suo contenuto; dopo di ciò, le contrazioni del \\cf17 \\ATXht80000 miometrio\\cf16 \\ATXht0 possono com\r\ninciare ad agire sul secondo feto, per determinarne l'espulsione.\\par\r\nUna volta avvenuta l'espulsione dei feti, si verifica di norma il \\cf17 \\ATXht80000 secondamento\\cf16 \\ATXht0 (cioè l'espulsione della \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 e dell\r\ne membrane ovulari) che nel parto gemellare, generalmente, è unico: la placenta o le placente dei vari feti sono espulse tutte insieme, con le corrispondenti membrane.\\par\r\nIn certi casi di gravidanza gemellare biovulare, però, può accadere che dopo il p\r\nrimo feto siano espulsi gli annessi corrispondenti (in altre parole, i vari fenomeni si susseguono esattamente come nel parto normale), e che l'espulsione del secondo feto e dei suoi annessi avvenga dopo un intervallo di alcune ore o addirittura di qualc\r\nhe giorno. Avvengono due parti distinti: uno per ciascun gemello.\\par\r\nIl parto gemellare, di solito, ha una durata maggiore della norma, perché le fibre muscolari dell'utero, sovraddistese a causa del contenuto maggiore, hanno contrazioni meno valide. Q\r\nuesto fenomeno può accentuarsi, facendo così cessare le contrazioni uterine (\\cf17 \\ATXht80000 inerzia uterina\\cf16 \\ATXht0 ).\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 Con una certa frequenza si verificano presentazioni anormali. Nel caso del primo feto, la presentazi\r\none anormale è causata dal fatto che la presenza del secondo feto può ostacolarne il corretto impegno; nel caso del secondo feto bisogna tenere presente che, dopo l'espulsione del primo, esso viene a trovarsi improvvisamente in una cavità molto ampia e p\r\nuò quindi con notevole facilità assumere posizioni anormali, che influiscono negativamente sulla sua espulsione. Tali condizioni fanno sì, inoltre, che con frequenza maggiore rispetto alla norma si verifichino prolassi del \\cf17 \\ATXht80000 funicolo ombe\r\nlicale\\cf16 \\ATXht0 o di arti di uno dei due feti.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 RISCHI\\par\r\nInconvenienti molto gravi, caratteristici del parto gemellare, sono l'impegno simultaneo dei due feti o addirittura l'uncinamento di uno dei feti da parte dell'altro. I\r\nn questi casi, fortunatamente rari, che si verificano solo nella gravidanza uniovulare monoamniotica, non solo il parto si arresta, ma almeno uno dei due feti (quello che ha subito l'uncinamento) viene inevitabilmente a morte.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Altro inconveniente che spesso complica il parto gemellare è la cosiddetta placenta previa: la placenta s'impianta, in corrispondenza del segmento inferiore del corpo dell'utero, in modo che essa viene a trovarsi davanti al feto nel momento in cui av\r\nviene l'espulsione.\\par\r\nAnche durante il periodo del secondamento i pericoli sono maggiori. E' possibile, infatti, che le fibre muscolari uterine, sovraddistese, durante la gravidanza, non siano in grado di assicurare una contrazione sufficientemente fo\r\nrte per comprimere i vasi sanguigni rimasti aperti dopo il distacco della placenta e per mantenere il globo di sicurezza: si parla allora di \\cf17 \\ATXht80000 atonia\\cf16 \\ATXht0 uterina.\\par\r\nCon discreta frequenza la placenta o le placente si distacca\r\nno in maniera incompleta, rappresentando un grave pericolo per il mantenimento dell'\\cf17 \\ATXht80000 emostasi\\cf16 \\ATXht0 fisiologica. Inoltre, la quantità di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 che è perduta con l'\\cf17 \\ATXht80000 ematoma\\cf16 \\ATXht0 retroplacentare è maggiore di quella perduta durante il parto semplice e può raggiungere i 500-1.000 centimetri cubici.\\par\r\n\\pard\\tx210\\ATXts0\\ATXbrdr0 Dobbiamo, infine, ricordare che in alcuni casi la notevole retrazione cui va incontro la parete \r\ndell'utero dopo l'espulsione del primo feto può ostacolare l'afflusso di sangue al secondo o addirittura determinare il distacco della placenta prima dell'espulsione del feto: si può perciò verificare una grave insufficienza dell'apporto di sangue al nas\r\ncituro e quindi la possibilità che vada incontro ad \\cf17 \\ATXht80000 asfissia\\cf16 \\ATXht0 endouterina. Per questa ragione è bene non lasciar trascorrere un periodo più lungo di 15 minuti per l'espulsione del secondo feto.\\par\r\nPer quanto riguarda la m\r\nadre, a causa delle possibili complicazioni sopra elencate, dobbiamo affermare che la prognosi nel parto gemellare è meno favorevole che in quello semplice. Tenendo conto anche dell'azione traumatizzante dei vari interventi ostetrici che possono rivelars\r\ni necessari, la frequenza di inconvenienti per la madre è circa tre volte maggiore nel parto multiplo rispetto a quello semplice.\\par\r\nPer i feti, la mortalità è circa del 14%, ed è legata ai rischi dei vari incidenti: asfissia, \\cf17 \\ATXht80000 prematu\r\nrità\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 prolasso\\cf16 \\ATXht0 del funicolo, uncinamento da parte dell'altro feto, presentazioni anomale, polidramnios e \\cf17 \\ATXht80000 gestosi\\cf16 \\ATXht0 .\\par",
"ID": 171,
"Foto": "PA05C6_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Parto gemellare.\r\nUna delle modalità con cui può avvenire, nel parto gemellare, l'uncinamento di uno dei due feti da parte dell'altro. Essi sono entrambi in presentazione cefalica.\r\n#",
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"Vedi_Anche": "@"
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{
"Titolo": "ANOMALIE DEGLI ANNESSI OVULARI",
"Codice": "PA05D",
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"ID": 172,
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"Titolo": "Placenta",
"Codice": "PA05D1",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx1245\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 PLACENTA\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Normalmente la \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 si presenta come un disco con la faccia fetale lisci\r\na rivestita dall'\\cf17 \\ATXht80000 amnios\\cf16 \\ATXht0 , sulla quale s'inserisce il cordone ombelicale e con la faccia materna suddivisa in cotiledoni. Con una certa frequenza, però, essa si può discostare dall'aspetto ora descritto.\\par\r\nNella placenta \r\ncircumvallata, intorno ai margini placentari si osserva un anello, di larghezza variabile, di colore bianco-giallastro, composto da una doppia riflessione dell'amnios e del \\cf17 \\ATXht80000 corion\\cf16 \\ATXht0 , separati da \\cf17 \\ATXht80000 decidua\\cf16 \\ATXht0 e da \\cf17 \\ATXht80000 fibrina\\cf16 \\ATXht0 , perciò le membrane ovulari vengono ad inserirsi non ai margini della placenta, ma sulla faccia fetale; per il resto, la placenta è normale. Quest'anomalia si osserva nello 0,5% circa dei casi e può e\r\nssere determinata o da fenomeni infiammatori a carico dell'\\cf17 \\ATXht80000 endometrio\\cf16 \\ATXht0 precedenti alla \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 o dall'impianto dell'\\cf17 \\ATXht80000 uovo\\cf16 \\ATXht0 su una base troppo ristretta, per c\r\nui la placenta deve estendersi in un secondo tempo.\\par\r\nQuesto tipo di placenta può non dar luogo ad alcun inconveniente, ma se si associa ad anomalie d'impianto, può esser causa d'emorragie in gravidanza, d'aderenze anormali tra placenta e parete uteri\r\nna e di ritenzione di porzioni di placenta e di membrane ovulari, al momento del \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 La placenta può anche presentarsi suddivisa in due lobi (placenta bipartita o bilobata o dimidiata) o\r\n in tre lobi (placenta tripartita o trilobata) riuniti fra loro da un tratto di membrane ovulari, nelle quali possono decorrere vasi sanguigni. In alcuni casi, i due lobi sono di dimensioni simili, in altri uno dei due è più piccolo, talvolta costituito \r\nda un solo cotiledone, ed è collegato all'altro lobo da un ampio tratto di membrane ovulari, contenenti vasi sanguigni: il lobo di dimensioni minori prende il nome di placenta succenturiata o aberrante. Queste anomalie, al momento del parto, possono dar \r\nluogo ad inconvenienti anche gravi, perché una parte della placenta (soprattutto nel caso di una placenta aberrante) può rimanere nell'interno dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 durante il \\cf17 \\ATXht80000 secondamento\\cf16 \\ATXht0 e dar luogo \r\nad una grande \\cf17 \\ATXht80000 emorragia\\cf16 \\ATXht0 post partum.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 In rari casi, in seguito a processi infettivi o cicatriziali dell'endometrio, che ne determinano una modificazione strutturale, la placenta assume forme\r\n particolari, che sono indicate con il nome di placenta diffusa (quando si estende molto in superficie riducendosi in spessore) e di placenta zonaria (quando assume forma stretta e allungata).\\par\r\nVi sono alcune condizioni in cui il corion presenta un p\r\notere infiltrante verso i tessuti materni maggiore della norma, e altre in cui l'endometrio presenta una reazione deciduale minore del solito: in entrambe, la conseguenza è che i villi coriali si infiltrano nella parete uterina più profondamente della no\r\nrma, e la placenta presenta quindi una maggiore aderenza alla parete uterina. Quando i villi coriali arrivano a contatto con la muscolatura uterina, si parla di placenta accreta; se essi si approfondiscono anche nella muscolatura, si parla di placenta in\r\ncreta; se arrivano fino al \\cf17 \\ATXht80000 peritoneo\\cf16 \\ATXht0 , attraversando tutta la parete uterina, si parla di placenta percreta. In questi casi, generalmente, i villi presentano alterazioni degenerative.\\par\r\nLa placenta accreta non è molto fr\r\nequente: nello 0,01% delle gravidanze si osserva a carico di tutta la placenta, mentre nello 0,05% si osserva a carico di una parte limitata di essa. Essa è causa dei gravi complicazioni nel corso del secondamento.\\par\r\nFra i fenomeni degenerativi, i più\r\n comuni sono i cosiddetti infarti, che avvengono quando l'apporto di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 materno viene a mancare ad una porzione di placenta: di conseguenza, occorrono fenomeni degenerativi, con conglutinamento dei villi coriali, dilat\r\nazione dei loro capillari ed \\cf17 \\ATXht80000 emolisi\\cf16 \\ATXht0 dei globuli rossi.\\par\r\nL'area dell'\\cf17 \\ATXht80000 infarto\\cf16 \\ATXht0 assume così un aspetto rosso intenso (infarto rosso); col passare del tempo, \r\nl'\\cf17 \\ATXht80000 emoglobina\\cf16 \\ATXht0 va incontro ad una graduale distruzione, per cui l'infarto assume una colorazione biancastra (infarto bianco). Negli infarti di vecchia data, si possono osservare depositi di sali di \\cf17 \\ATXht80000 calcio\\cf16 \\ATXht0 . Ad un esame ad occhio nudo, gli infarti della placenta si presentano come aree rotondeggianti od ovali, di consistenza maggiore del tessuto circostante e di colore variabile, secondo l'età dell'infarto stesso.\\par\r\nI depositi di fibrina posso\r\nno stratificarsi al di sotto del corion oppure negli spazi intervillosi: in quest'ultimo caso sono determinati da interruzioni della continuità dell'epitelio che riveste il \\cf17 \\ATXht80000 villo\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Piccoli i\r\nnfarti e piccoli depositi di fibrina si osservano con notevole frequenza nella placenta di gravidanze a termine. Essi sono l'espressione dei fenomeni di senescenza della placenta; in alcune condizioni patologiche, (soprattutto pre-\\cf17 \\ATXht80000 eclam\r\npsia\\cf16 \\ATXht0 , eclampsia e \\cf17 \\ATXht80000 ipertensione\\cf16 \\ATXht0 arteriosa) possono raggiungere dimensioni notevoli e quindi rendere la placenta insufficiente alla sua funzione, causando l'interruzione della gravidanza.\\par\r\nUn cenno a parte \r\nmeritano le alterazioni della placenta nella \\cf17 \\ATXht80000 isoimmunizzazione\\cf16 \\ATXht0 da \\cf17 \\ATXht80000 fattore Rh\\cf16 \\ATXht0 : essa si presenta di dimensioni maggiori della norma, più soffice, edematosa, pallida e friabile; il rapporto tra\r\n il suo peso e quello del \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 (che normalmente va da 1:6 a 1:7) arriva fino a valori di 1:2 o 1:1. All'esame microscopico, i villi si presentano rigonfi, scarsamente vascolarizzati, con zone in cui si osserva la formazion\r\ne di nuovi globuli rossi (zone d'\\cf17 \\ATXht80000 eritropoiesi\\cf16 \\ATXht0 ): tali aree sono presenti solo nei primissimi stadi di sviluppo della placenta; scompaiono quando tale funzione è espletata dall'organismo del feto.\\par\r\nI tumori della placent\r\na sono molto rari: fra essi ricordiamo le \\cf17 \\ATXht80000 cisti\\cf16 \\ATXht0 , di dimensioni variabili, che contengono generalmente un liquido chiaro e che non ostacolano lo svolgimento della gravidanza e del parto, e il corionangioma, o \\cf17 \\ATXht80000 angioma\\cf16 \\ATXht0 coriale, che si riscontra in media nello 0,15% delle placente, ed è costituito da un'abnorme proliferazione di vasi sanguigni del corion.\\par\r\nQuesto tumore può avere dimensioni variabili da piccoli nodi, che possono passare del t\r\nutto inosservati, fino al volume della testa di un feto a termine. Può trovarsi sia sulla faccia fetale della placenta sia nello spessore dell'organo. Si tratta di un tumore benigno, che sovente si associa con polidramnios. In casi particolarmente gravi può determinare parto prematuro o complicazioni nel corso del parto.\\par",
"ID": 173,
"Foto": "PA05D1_F1.jpg#PA05D1_F2.jpg#",
"Dida_Foto": "Placenta normale.\r\nRappresentazione schematica degli annessi fetali e, in alto, placenta normale in parte sezionata, vista dalla faccia fetale, sulla quale è visibile l'inserzione del cordone ombelicale, e sezione della stessa al microscopio. Sono visibili spazi intervillosi, sezioni di villi, vasi sanguigni e decidua basale. \r\n#Placenta e sue anomalie.\r\nNei particolari alcune anomalie: A, placenta circumvallata vista dalla faccia fetale; B, placenta trilobata; C, placenta succenturiata o aberrante; D, inserzione velamentosa del cordone ombelicale. Esso si inserisce sulle membrane ovulari prima di raggiungere la placenta, per cui i vasi ombelicali decorrono per un certo tratto tra amnios e corion; E, sezione di una placenta che mette in evidenza un deposito di fibrina e un infarto rosso, espressioni di fenomeni degenerativi che si verificano a carico della placenta stessa.\r\n#",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx2535\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 CORDONE OMBELICALE\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Generalmente, il cordone ombelicale s'inserisce in corrispondenza della faccia fetale della \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 : il 56% delle volte eccentricamente, il 28% al centro di essa. Nel 15% dei casi, però, esso s'inserisce in corrispondenza del margine della placenta, dando origine alla cosiddetta inserzione a racchetta. In rari casi (1%)\r\n esso s'inserisce addirittura sulle membrane ovulari prima di raggiungere la placenta, presentando così un'inserzione velamentosa: i vasi ombelicali decorrono così per un certo tratto tra \\cf17 \\ATXht80000 amnios\\cf16 \\ATXht0 e \\cf17 \\ATXht80000 corion\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nAll'inserzione velamentosa del cordone si associano spesso la placenta succenturiata e talvolta la placenta previa. Tale inserzione rappresenta un serio pericolo per il \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 al momento del \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 : è possibile, infatti, che la rottura delle membrane ovulari avvenga proprio in corrispondenza dei vasi ombelicali, causando una pericolosissima \\cf17 \\ATXht80000 emorragia\\cf16 \\ATXht0 dal sistema \\cf17 \\ATXht80000 circolatorio\\cf16 \\ATXht0 fetale. Fortunatamente, ciò non accade con frequenza. Quando è diagnosticata un'inserzione velamentosa del cordone (il che può essere fatto solo in \\cf17 \\ATXht80000 travaglio\\cf16 \\ATXht0 di parto), è opportuno procedere alla rottura artificia\r\nle delle membrane ovulari, in un punto lontano dal decorso dei vasi. Qualora invece si sia verificata la rottura dei vasi ombelicali, è necessario provvedere a un'immediata estrazione del feto sia mediante applicazione del \\cf17 \\ATXht80000 forcipe\\cf16 \\ATXht0 , se ciò è possibile, sia mediante taglio cesareo.\\par\r\n\\pard\\tx225\\tx4440\\ATXts0\\ATXbrdr0 In media il cordone ombelicale è lungo 55 centimetri, tuttavia si possono osservare variazioni sia in eccesso sia in difetto. Un'eccessiva lunghezza (fino a \r\n80-150 centimetri) favorisce la formazione di avvolgimenti attorno al corpo fetale durante la \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 e la comparsa di procidenze o prolassi del cordone al momento del parto.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Si parla di\r\n brevità del cordone ombelicale quando la sua lunghezza non supera i 30 centimetri: in tal caso, al momento del parto insorgono complicazioni, di cui diremo tra poco. Non bisogna dimenticare che l'avvolgimento del cordone attorno al corpo fetale può dete\r\nrminare un \"accorciamento artificiale\" del cordone stesso (brevità relativa), che può dar luogo agli stessi inconvenienti della brevità vera.\\par\r\nNel cordone si possono riscontrare anche dei nodi. Si parla di nodi veri e di nodi falsi. I primi sono dete\r\nrminati dal passaggio del feto entro un'asola formata dal cordone stesso, generalmente a causa di una sua eccessiva lunghezza. Questi nodi rappresentano un grave pericolo per il feto, perché, stringendosi, possono determinare lo strozzamento dei vasi omb\r\nelicali e la conseguente \\cf17 \\ATXht80000 asfissia\\cf16 \\ATXht0 del feto. I nodi falsi, invece, sono determinati da addensamenti della \\cf17 \\ATXht95354 gelatina di Wharton\\cf16 \\ATXht0 (tessuto di consistenza gelatinosa che avvolge i vasi ombelicali)\r\n attorno ad anse formate dai vasi ombelicali all'interno del cordone stesso. I nodi falsi non presentano alcun pericolo per il feto.\\par\r\nNormalmente il cordone si presenta attorcigliato attorno al proprio asse 5-10 volte; se però il numero delle volute \r\naumenta, può intervenire lo strozzamento dei vasi sanguigni che in esso decorrono.\\par\r\nQuando un'ansa del cordone ombelicale scende al davanti della testa o del \\cf17 \\ATXht80000 podice\\cf16 \\ATXht0 del feto, si parla di \\cf17 \\ATXht80000 procidenza\\cf16 \\ATXht0 del cordone ombelicale, quando le membrane ovulari sono integre, e di \\cf17 \\ATXht80000 prolasso\\cf16 \\ATXht0 del cordone, quando le membrane sono rotte. Questa grave complicazione è relativamente frequente: la si osserva, infatti, nello 0,66%\r\n dei parti (cioè in 1 su 150).\\par\r\nIl meccanismo con cui si verifica il prolasso del cordone ombelicale è analogo a quello descritto a proposito del prolasso degli arti, e le cause sono le stesse (non perfetto adattamento della parte presentata al canal\r\ne del parto, multiparità, \\cf17 \\ATXht80000 stenosi\\cf16 \\ATXht0 pelviche, presentazioni anomale, \\cf17 \\ATXht80000 gemellarità\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 prematurità\\cf16 \\ATXht0 , polidramnios, placenta previa ecc\r\n.).\\par\r\nIl prolasso del cordone ombelicale rappresenta un grave pericolo per il feto, dal momento in cui la testa o il podice cominciano a discendere nel piccolo bacino. Infatti, il cordone ombelicale è compresso tra le ossa del bacino materno da un lat\r\no e quelle della testa fetale (o del podice) dall'altro: l'afflusso di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 ossigenato proveniente dalla placenta e destinato al corpo fetale risulta gravemente ostacolato e il feto va incontro ad asfissia, rischiando la\r\n morte prima di venire alla luce.\\par\r\n\\pard\\tx555\\ATXts0\\ATXbrdr0 Si comprende chiaramente come la situazione richieda un pronto intervento del medico: il tipo di assistenza che questi può dare dipende dalla fase del parto in cui la procidenza o il prol\r\nasso del cordone sono stati diagnosticati.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Occorre porre la partoriente in \\cf17 \\ATXht95103 posizione di Ruggiero-Trendelenburg\\cf16 \\ATXht0 che ha il duplice scopo di ridurre la pressione esercitata sulla borsa delle a\r\ncque (ritardandone quindi la rottura) e di facilitare la ricaduta del cordone ombelicale nella sua posizione normale, e procedere al taglio cesareo.\\par\r\nI pericoli per la partoriente sono legati soprattutto al tipo di intervento necessario, mentre i per\r\nicoli per il feto connessi all'asfissia intrauterina, conseguente alla compressione dell'ansa procidente, sono molto elevati: la mortalità fetale si aggira, in media sul 20-30%.\\par\r\nLa presenza di una brevità assoluta o relativa del cordone ombelicale p\r\nuò essere sospettata solo nel corso del travaglio di parto e diagnosticata con certezza solo dopo il parto.\\par\r\nEssa è di osservazione abbastanza frequente (10-20% dei casi) e determina un andamento del parto lento e stentato, sebbene non siano rilevabi\r\nli altre cause di ostacolo al suo svolgimento. Soprattutto durante il periodo espulsivo, si osserva che il corpo fetale nelle pause fra una contrazione uterina e l'altra tende a risalire, come se fosse trattenuto da una resistenza elastica.\\par\r\nIl prolu\r\nngarsi o addirittura l'arresto del parto in questa fase presenta gravi rischi per il feto, che può dare segni di sofferenza: è necessario perciò svolgere rapidamente i nodi e in caso di difficoltà recidere il cordone e procedere a una rapida estrazione d\r\nel feto mediante il forcipe.\\par\r\nI pericoli ai quali questa condizione espone la madre sono limitati (solo in casi eccezionali può verificarsi un'inversione dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 ), mentre sono maggiori per il feto sia a causa della \r\ncompressione dei vasi del cordone ombelicale durante il prolungarsi del periodo espulsivo sia a causa della possibilità di strappamento del cordone ombelicale stesso o di distacco precoce della placenta, condizioni che interrompono il rifornimento di san\r\ngue ossigenato al corpo fetale, quando esso non è ancora in grado di respirare.\\par",
"Dida_Foto": "Cordone ombelicale: i vasi.\r\nSezione microscopica dei tre vasi, avvolti a spirale e circondati da una massa di connettivo embrionale detto gelatina di Wharton che costituiscono il cordone ombelicale (nel particolare).\r\n#Cordone ombelicale.\r\nGrossi vasi che decorrono sulla superficie della placenta rivolta verso la cavità amniotica si riuniscono al centro di essa per costituire la vena ombelicale, che trasporta sangue arterioso, e due arterie dello stesso nome, che trasportano sangue venoso.\r\n#Anomalia del cordone ombelicale.\r\nProlasso del cordone ombelicale: una o più anse del funicolo si trovano davanti alla parte presentata a membrane rotte. Al momento in cui la testa fetale comincia a discendere nel piccolo bacino, il cordone ombelicale viene compresso tra le ossa del bacino materno e quelle della testa fetale, impedendo l'afflusso di sangue ossigenato, con pericolo d'asfissia intrauterina del feto.\r\n#",
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"Vedi_Anche": "@"
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{
"Titolo": "Liquido amniotico",
"Codice": "PA05D3",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx2340\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 LIQUIDO AMNIOTICO\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Tra le anomalie degli annessi ovulari particolare interesse presentano le alterazioni quantitative \r\ndel liquido amniotico. Esse sono indicate con il nome polidramnios, nel caso di aumento della quantità di liquido sopra la norma, oligoidramnios in caso di diminuzione.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 POLIDRAMNIOS\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 La qua\r\nntità normale di liquido amniotico è di circa 1 litro nelle primipare e di 1,2 litri nelle pluripare: si parla di polidramnios quando la quantità supera il litro e mezzo. Nella maggior parte dei casi la quantità di liquido amniotico, che qualitativamente\r\n non differisce da quello normale, si aggira sui 2-3 litri; in casi eccezionali può arrivare fino a 10 litri e oltre.\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 Tale aumento è relativamente frequente: si osserva, infatti, in una \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 su 200 (0,5%); esso è 6 volte più frequente nelle pluripare rispetto alle primipare.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Ben poco si sa sulle cause che ne determinano la comparsa: recenti studi, condotti con isotopi, dell'acqua e dei principali sali p\r\nresenti nel liquido amniotico, hanno messo in luce che nei casi di polidramnios avviene una notevole diminuzione degli scambi di liquido tra madre e \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 , e che, a differenza della gravidanza normale, vi è passaggio dirett\r\no di acqua nell'organismo materno al liquido amniotico. D'altra parte si è visto, sempre grazie all'uso degli isotopi, che il ricambio del liquido amniotico è molto rapido: esso si rinnova completamente nel giro di 3 ore. Basta quindi un'alterazione, anc\r\nhe piccola, del meccanismo regolatore del suo ricambio, perché la sua quantità vari considerevolmente: si è calcolato che una ritenzione di soli 6 millilitri cubi l'ora determina, nel giro di 4 settimane, un aumento della quantità di ben 4 litri.\\par\r\nVa\r\nrie condizioni patologiche si trovano frequentemente associate al polidramnios: la maggior parte di esse è a carico del feto. Tra queste vanno annoverate molte malformazioni fetali: nel 30% circa dei casi l'\\cf17 \\ATXht80000 anencefalia\\cf16 \\ATXht0 (ma\r\nncanza congenita dell'\\cf17 \\ATXht80000 encefalo\\cf16 \\ATXht0 ), nel 20% circa dei casi l'\\cf17 \\ATXht80000 idrocefalo\\cf16 \\ATXht0 (aumento di liquido celfalorachidiano nei ventricoli cerebrali e negli spazi subaracnoidei) e la spina \r\nbifida, nel 10% dei casi l'\\cf17 \\ATXht80000 atresia\\cf16 \\ATXht0 dell'\\cf17 \\ATXht80000 esofago\\cf16 \\ATXht0 e dell'\\cf17 \\ATXht80000 intestino\\cf16 \\ATXht0 e l'\\cf17 \\ATXht80000 ectopia\\cf16 \\ATXht0 della \\cf17 \\ATXht80000 vescica\\cf16 \\ATXht0 (vale a dire la sede anomala dell'organo).\\par\r\nUn'altra condizione che con particolare frequenza si associa al polidramnios è la gravidanza gemellare, soprattutto quella monocoriale, nella quale l'alterazione patologica si osserva a carico del \r\nsacco amniotico del feto più sviluppato. Anche il sesso del feto sembra avere una certa influenza sulla comparsa del polidramnios: nel 75% dei casi, infatti, il feto è una femmina (ciò può essere in relazione col fatto che l'anencefalia, una delle cause \r\nprincipali del polidrammos, è più frequente nelle femmine).\\par\r\nTra le malattie materne, quella che forse ha la maggior relazione con il polidramnios è il \\cf17 \\ATXht80000 diabete\\cf16 \\ATXht0 , più incerta è l'importanza delle malattie cardiache croni\r\nche e delle \\cf17 \\ATXht80000 gestosi\\cf16 \\ATXht0 ; secondo vari Autori, infatti, l'associazione di queste ultime col polidramnios sarebbe del tutto casuale.\\par\r\nIl polidramnios può presentarsi in due forme distinte: una acuta e l'altra cronica.\\par\r\nL\r\na forma acuta insorge generalmente durante il quarto-quinto mese di gravidanza e si sviluppa molto rapidamente, nel giro di 15-20 giorni. Essa è molto rara: si osserva, infatti, solo in una gravidanza su 10.000. I suoi sintomi sono legati sia alla rapida\r\n distensione subita dalle pareti uterine, che causa dolori addominali intensi, irradiati verso il dorso e le cosce, sia alla compressione esercitata dall'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 sul diaframma, sui vasi venosi addominali e sull'\\cf17 \\ATXht91483 apparato digerente\\cf16 \\ATXht0 , che determina difficoltà di respiro, palpitazioni, \\cf17 \\ATXht80000 tachicardia\\cf16 \\ATXht0 , edemi agli arti inferiori, alla parete dell'addome e ai genitali esterni. Possono comparire nausea e vomito. L'addome aum\r\nenta considerevolmente di volume e sulla cute che lo riveste compaiono numerose smagliature.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 La forma cronica del polidramnios si osserva con maggior frequenza della precedente: insorge nel corso del terzo trimestre di gr\r\navidanza ed evolve più lentamente della forma acuta.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nI sintomi sono analoghi a quelli causati dalla forma precedente, ma meno intensi e facilmente sopportati dalla gestante. Data la maggior lentezza con cui avviene la d\r\nistensione delle pareti uterine e a causa dello stadio più avanzato della gravidanza, l'aumento di volume dell'addome è molto considerevole: quest'ultimo può raggiungere, all'altezza dell'ombelico, una circonferenza di 100-110 centimetri e in casi eccezi\r\nonali anche di 150 centimetri.\\par\r\nIl polidramnios acuto di solito determina l'\\cf17 \\ATXht80000 aborto\\cf16 \\ATXht0 , mentre quello cronico è responsabile in un quarto circa dei casi, di \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 prematuro. Frequenti sono a\r\nnche le presentazioni anomale del feto, il \\cf17 \\ATXht80000 prolasso\\cf16 \\ATXht0 del \\cf17 \\ATXht80000 funicolo ombelicale\\cf16 \\ATXht0 o di arti e l'\\cf17 \\ATXht80000 atonia\\cf16 \\ATXht0 della muscolatura uterina, sia nel corso del \\cf17 \\ATXht80000 travaglio\\cf16 \\ATXht0 sia nel post partum.\\par\r\nI pericoli per il feto sono rappresentati, oltre che dalle gravissime malformazioni che si accompagnano sovente al polidramnios, dalle presentazioni anomale, dal prolasso del funicolo ombelicale e dalla \\cf17 \\ATXht80000 prematurità\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nData la gravità dei pericoli corsi sia dalla madre sia dal feto, soprattutto al momento del parto, è necessario che la cura del polidramnios avvenga in ospedale. Nei casi blandi\r\n, la sola terapia medica, basata sull'assoluto riposo a letto, sulla diminuzione dei liquidi e del sale nella dieta, sulla somministrazione di \\cf17 \\ATXht80000 diuretici\\cf16 \\ATXht0 , può dare qualche risultato positivo, ma non è risolutiva,\\par\r\nE' co\r\nmunque opportuno, data la frequenza con cui si trovano associate al polidramnios l'anecefalia, altre malformazioni del feto o la gravidanza gemellare, procedere a un esame ecografico sia per mettere in evidenza le malformazioni sia per stabilire la prese\r\nntazione del feto o dei feti.\\par\r\nAlcuni ostetrici, nei casi in cui non siano presenti malformazioni e il polidramnios si manifesti parecchio tempo prima della data prevista del parto, eseguono un parziale svuotamento della cavità uterina, praticando co\r\nn un grosso ago una puntura nella parete addominale, in modo da giungere fino all'utero, e facendo defluire il liquido con estrema lentezza, per non provocare le contrazioni uterine.\\par\r\nAl momento del parto, è necessario praticare la rottura delle memb\r\nrane ovulari in modo da determinare un lento deflusso del liquido amniotico, evitando così il pericolo di shock per la brusca diminuzione della pressione addominale. Una volta effettuato lo svuotamento del liquido, occorre controllare accuratamente la pr\r\nesentazione del feto, per evitare complicazioni nell'ulteriore evoluzione del parto. Dopo il \\cf17 \\ATXht80000 secondamento\\cf16 \\ATXht0 , si somministrano \\cf17 \\ATXht80000 ergometrina\\cf16 \\ATXht0 e \\cf17 \\ATXht80000 ossitocina\\cf16 \\ATXht0 per preve\r\nnire l'atonia della muscolatura uterina, che determinerebbe una grave \\cf17 \\ATXht80000 emorragia\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nSe la terapia viene pratica in un ambiente adatto e da personale esperto, i pericoli per la madre si riducono molto; quelli per il feto,\r\n invece, rimangono elevati (la mortalità fetale, secondo alcuni Autori, si aggira sul 50%).\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 OLIGOIDRAMNIOS\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 E' molto più raro del polidramnios: si verifica, infatti, nello 0,02% delle gravi\r\ndanze. Esso consiste in una considerevole diminuzione della quantità di liquido amniotico (fino a meno di 200 millilitri). A differenza del polidramnios, nell'oligoidramnios il liquido amniotico è più denso e più viscoso di quello normale, quindi più tor\r\nbido, e spesso è di colore giallo-grigiastro.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Ben poco si sa sulle cause che lo determinano: si è osservata la frequente coesistenza di malformazioni dell'apparato urinario fetale (\\cf17 \\ATXht80000 agenesia\\cf16 \\ATXht0 \r\n, cioè mancato sviluppo, dei reni, occlusione degli ureteri e imperfezione dell'\\cf17 \\ATXht80000 uretra\\cf16 \\ATXht0 ) o di fenomeni infiammatori dell'epitelio dell'\\cf17 \\ATXht80000 amnios\\cf16 \\ATXht0 . In altri casi si può attribuire l'oligoidramnios\r\n a una rottura delle membrane ovulari, che lascia defluire il liquido amniotico e che successivamente si salda.\\par\r\nSe la sua insorgenza è precoce, si possono verificare aderenze tra la cute fetale e l'amnios, con conseguenti gravi malformazioni del fet\r\no. In ogni caso, essendo i movimenti del feto limitati, il suo sviluppo è scarso ed esso presenta malformazioni da compressione (\\cf17 \\ATXht80000 scoliosi\\cf16 \\ATXht0 congenita, mani o piedi torti ecc.).\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 SINTOMI\\par\r\nI sintomi dell'oligoidramnios sono rappresentati essenzialmente dal fatto che i movimenti del feto sono dolorosi per la madre, che il volume dell'utero è inferiore alla norma e che le varie parti fetali sono palpabili superficialmente attra\r\nverso la parete dell'addome materno.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Il parto è più lungo della norma, soprattutto nel periodo dilatante; il feto va incontro con notevole frequenza ad \\cf17 \\ATXht80000 asfissia\\cf16 \\ATXht0 intrauterina.\\par\r\n\\cf1 \r\n\\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nNon esiste una terapia dell'oligoidramnios; il parto deve avvenire in ospedale, per prevenire le complicazioni che possono presentarsi sia per la madre sia per il feto.\\par",
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"Vedi_Anche": "LIQUIDO AMNIOTICO 5060#EMORRAGIA POST PARTUM 50185#PARTO PRETERMINE O PREMATURO 50121#"
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{
"Titolo": "DISTOCIE DEL SECONDAMENTO",
"Codice": "PA05E",
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"Titolo": "Mancato distacco della placenta",
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Questo periodo è soggetto a variazioni individuali, tuttavia se dopo un'ora, dall'espulsione del feto non si è ancora verificato il distacco della placenta dalla parete uterina, si parla di mancato distacco della\r\n placenta.\\par\r\n\\pard\\tx705\\tx4530\\ATXts0\\ATXbrdr0 Questo fatto rappresenta un rischio per la partoriente, perché, il tessuto placentare, privato delle sue connessioni col corpo fetale ormai partorito, costituisce un ottimo terreno per lo sviluppo di ger\r\nmi patogeni e può diventare di conseguenza il focolaio di gravi complicazioni infettive nel giro di poche ore.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 CAUSE\\par\r\nI fattori che possono determinare tale complicazione sono svariati, ma si possono raggru\r\nppare in due grandi categorie: anatomici, vale a dire dipendenti dalla particolare conformazione della placenta, e funzionali, in altre parole legati soprattutto ad alterazioni delle contrazioni della muscolatura uterina.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0\r\n Nel primo gruppo vanno annoverate molte delle anomalie della placenta: placenta diffusa, placenta bi- e trilobata e placenta succenturiata. In questi casi la placenta è più elastica che di norma e di conseguenza il normale meccanismo di distacco avviene\r\n con difficoltà e, nelle situazioni più gravi, non accade affatto.\\par\r\nNei casi di placenta accreta, in cui i villi coriali si approfondiscono eccessivamente nella parete uterina e viene a mancare la zona spongiosa della \\cf17 \\ATXht80000 decidua\\cf16 \\ATXht0 , in corrispondenza della quale normalmente avviene il distacco della placenta, il \\cf17 \\ATXht80000 secondamento\\cf16 \\ATXht0 è ostacolato da questi fattori, che rendono in certi casi addirittura impossibile una separazione tra la placenta e la pa\r\nrete uterina.\\par\r\nI fattori funzionali dipendono, come abbiamo sopra accennato, da alterazioni delle contrazioni della muscolatura uterina e possono essere rappresentati da un'insufficiente retrazione della muscolatura uterina dopo l'espulsione del feto\r\n e dalla debolezza delle contrazioni (\\cf17 \\ATXht80000 inerzia uterina\\cf16 \\ATXht0 , dovuta ad eccessiva durata del \\cf17 \\ATXht80000 travaglio\\cf16 \\ATXht0 di \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 ; a profonda narcosi; a malattie debilitanti da cui la\r\n partoriente è affetta; ad eccessiva distensione delle pareti uterine per \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 gemellare o polidramnios; oppure a cause banali, come lo stato di riempimento della vescica o del retto) \r\no da spasmi circoscritti a zone limitate della muscolatura della placenta. I più comuni spasmi sono rappresentati dallo spasmo in corrispondenza del \\cf17 \\ATXht80000 cercine\\cf16 \\ATXht0 di retrazione fisiologico, che determina l'incarceramento della p\r\nlacenta e dallo spasmo della muscolatura in corrispondenza dei margini dell'inserzione della placenta sulla parete uterina, che determina l'incastonamento della placenta.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 TERAPIA\\par\r\nFinché la placenta rimane \r\ncompletamente aderente alla parete uterina, la \\cf17 \\ATXht80000 puerpera\\cf16 \\ATXht0 non corre pericoli immediati, perché non perde \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 e non lamenta disturbi particolari. La situazione è più grave quando accade un d\r\nistacco parziale di placenta, perché in questo caso, nella zona dalla quale essa si è distaccata, i vasi sanguigni che la rifornivano di sangue si lacerano e non possono essere chiusi dalla contrazione della muscolatura uterina, che è ostacolata in quest\r\na funzione dalla presenza della placenta nella cavità uterina. Ne consegue una grave \\cf17 \\ATXht80000 emorragia\\cf16 \\ATXht0 , che deve essere frenata al più presto possibile dal medico.\\par\r\n\\pard\\tx270\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 Perché il mancato distacco \r\ndella placenta possa essere efficacemente curato, occorre mettere in luce la causa che lo ha determinato: un'accurata diagnosi, infatti, permette di adottare quel tipo di terapia che espone la puerpera ai minimi rischi e che ha la maggior probabilità di \r\nsuccesso.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Nei casi d'inerzia o d'\\cf17 \\ATXht80000 atonia\\cf16 \\ATXht0 della muscolatura uterina, dopo aver provveduto allo svuotamento della vescica e del retto, si possono praticare massaggi sull'addome della donna, in\r\n modo da stimolare le contrazioni dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 ; sopravvenute le contrazioni si può provvedere alla manovra di Crédé: comprimendo fra le dita della mano il fondo dell'utero, attraverso la parete addominale, il medico facilita\r\n l'espulsione della placenta.\\par\r\nQualora invece entrino in gioco spasmi circoscritti del \\cf17 \\ATXht80000 miometrio\\cf16 \\ATXht0 , si deve ricorrere all'uso di medicamenti spasmolitici (cioè quei farmaci che eliminano o attenuano gli spasmi della musc\r\nolatura liscia) o ad una profonda narcosi per estrarre la placenta.\\par\r\nSe invece il mancato distacco dipende da cause anatomiche e il secondamento non si verifica neppure con l'aiuto delle manovre esterne di spremitura, occorre procedere al cosiddetto \r\nsecondamento manuale.\\par\r\nQuest'intervento deve essere fatto in narcosi e con tutte le necessarie precauzioni per evitare, nei limiti del possibile, l'inquinamento della cavità uterina da parte dei germi provenienti dall'esterno: perciò deve avvenire in\r\n ambiente ospedaliero. Il medico introduce una mano nella cavità uterina, e mentre con l'altra, dall'esterno, tiene in posizione l'utero, procede al graduale distacco della placenta e alla sua estrazione, dopo aver verificato che nessun frammento sia rim\r\nasto nella cavità uterina.\\par\r\nTale operazione non può essere praticata nei casi di placenta accreta, perché non esiste una netta demarcazione tra placenta e parete uterina, e il tentativo di secondamento manuale porterebbe alla creazione di false strad\r\ne o addirittura, alla perforazione dell'utero. Soprattutto nei casi di placenta totalmente accreta, in cui il distacco è assolutamente impossibile, si deve ricorrere all'asportazione dell'utero. Si è costatato, infatti, che in questi casi l'interectomia \r\nè la terapia migliore (con circa il 6% di mortalità, che si quadruplica nel caso d'interventi conservativi). E' ovvio che la tempestività nell'attuazione dell'intervento migliora notevolmente la prognosi.\\par",
"ID": 177,
"Foto": "PA05E1_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Secondamento.\r\nE' l'espulsione degli annessi ovulari dopo quella del feto e comprende il distacco dalla placenta dalla sua sede d'inserzione (A), il suo passaggio nella porzione uterina (B) e la sua espulsione all'esterno, insieme alle membrane ovulari e al moncone placentare del cordone ombelicale (C). Talora l'espulsione spontanea può non avvenire per uno spasmo al confine tra il corpo dell'utero e il suo segmento inferiore che conferisce all'utero stesso una forma a clessidra (D). In questo caso si dovrà ricorrere al secondamento manuale (E): l'ostetrico introduce la mano destra nella cavità uterina per scollare delicatamente la placenta dalla sua base d'impianto, mentre dall'esterno con la sinistra afferra il fondo dell'utero per tenerlo in posizione.\r\n#",
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"Titolo": "Ritenzione di residui della placenta o delle membrane",
"Codice": "PA05E2",
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"ID": 178,
"Foto": "PA05E2_F2.jpg#",
"Dida_Foto": "Ritenzione placentare.\r\nIn alcuni casi può verificarsi il normale distacco della placenta (segnalato dalla perdita di sangue e dalla modificazione di forma dell'utero) ma non la sua fuoriuscita dalla vagina, soprattutto se la placenta cade a piatto sull'orifizio uterino. Anche in questo caso si rende necessario il secondamento manuale: s'inserisce un dito fra il bordo placentare e la parete uterina in modo da far penetrare l'aria ed eliminare la causa della ritenzione. In tutti i casi è compito dell'ostetrico valutare l'integrità della placenta per assicurarsi che non ne siano rimasti lembi nella cavità uterina.\r\n#",
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"Vedi_Anche": "EMORRAGIA POST PARTUM 50185#"
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"Titolo": "LESIONI DA PARTO",
"Codice": "PA06",
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"ID": 179,
"Foto": "PA06_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Lesione del canale molle.\r\nI vari tipi di lesione che possono colpire, durante il parto, il canale molle.\r\n#",
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"Titolo": "LACERAZIONI DEL SEGMENTO INFERIORE DELL'UTERO",
"Codice": "PA06A",
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Grazie ai progressi dell'Ostetricia, la sua frequenza è molto diminuita, e si può a\r\nffermare che nella massima parte dei casi essa può oggi essere evitata mediante un'efficiente assistenza ostetrica.\\par\r\nLe condizioni per determinare tale rottura sono numerose. In generale essa accade quando, davanti ad un ostacolo insormontabile, l'es\r\npulsione del feto si arresta, quindi le contrazioni uterine aumentano d'intensità e di frequenza, divenendo spasmodiche, nel tentativo di superare l'impedimento. Il segmento inferiore, che rappresenta la parte più debole della parete uterina, viene quind\r\ni fortemente disteso e assottigliato e, se il medico non interviene prontamente, finisce per rompersi.\\par\r\nSi distinguono una rottura spontanea, quando è determinata dalla sola forza delle contrazioni uterine, e una rottura traumatica, quando il segment\r\no inferiore troppo teso è lacerato in seguito ad un intervento ostetrico inopportuno.\\par\r\nSi parla di rottura completa, quando tutte e tre le tonache che costituiscono la parete dell'utero sono lacerate, di rottura incompleta, quando si lacerano solo la\r\n \\cf17 \\ATXht80000 tonaca\\cf16 \\ATXht0 mucosa e la tonaca muscolare, mentre la tonaca sierosa rimane integra. Anche se è un'evenienza molto rara, la lesione può interessare anche gli organi vicini e in particolare la \\cf17 \\ATXht80000 vagina\\cf16 \\ATXht0 , la \\cf17 \\ATXht80000 vescica\\cf16 \\ATXht0 , gli ureteri e il \\cf17 \\ATXht80000 retto\\cf16 \\ATXht0 : in questi casi si parla di rottura complicata.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 CAUSE\\par\r\nLe cause di rottura del segmento inferiore dell'utero si distinguono in \r\ncause predisponenti e cause determinanti. Tra le cause predisponenti vanno annoverati l'aumento del \\cf17 \\ATXht91150 tessuto connettivo\\cf16 \\ATXht0 nel \\cf17 \\ATXht80000 miometrio\\cf16 \\ATXht0 , come si verifica in seguito a processi infiammatori e ta\r\nlvolta nelle multipare, e le cicatrici sull'utero dovute ad interventi chirurgici, quali tagli cesarei, asportazioni di fibromi ecc.\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 Le cause determinanti più comuni sono costituite dalle \\cf17 \\ATXht80000 stenosi\\cf16 \\ATXht0 \r\n pelviche; dalla presenza di tumori posti nel bacino al davanti del feto; dalle presentazioni anomale (soprattutto di spalla); dall'eccesso di volume del feto (una delle cause più comuni è l'idrocefalia). Una causa può essere anche l'uso inopportuno di f\r\narmaci stimolanti le contrazioni uterine.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 La rottura del segmento inferiore avviene di solito in senso longitudinale, in corrispondenza di uno dei lati dell'utero; in tale zona decorrono le grosse arterie che riforniscono\r\n di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 l'organo: sono così interrotte e si genera un'imponente \\cf17 \\ATXht80000 emorragia\\cf16 \\ATXht0 , che si riversa nella cavità peritoneale. In un numero minore di casi la lacerazione del segmento inferiore si ve\r\nrifica in senso trasversale, in corrispondenza dei fornici vaginali; l'utero è così parzialmente staccato dalla vagina.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nDi solito la lesione del segmento inferiore è preceduta da un insieme di sintomi che rappresentano \r\nla minaccia di rottura dell'utero (contrazioni spasmodiche dell'utero, formazione del \\cf17 \\ATXht80000 cercine\\cf16 \\ATXht0 di retrazione patologico, aspetto sofferente della partoriente, dolore alla palpazione addominale, segni di sofferenza fetale ec\r\nc.).\\par\r\nAl momento della rottura, la partoriente avverte un dolore molto intenso, accompagnato talora dalla sensazione che \"qualche cosa si sia rotto\"; subito dopo compaiono i segni di un grave collasso e di una rapida e progressiva \\cf17 \\ATXht80000 a\r\nnemia\\cf16 \\ATXht0 acuta, dovuta alla copiosa perdita di sangue. La partoriente è pallida, il polso piccolo e filiforme, la pressione arteriosa diminuita, la gestante mostra una progressiva \"fame d'aria\", e il sangue esce dai genitali esterni. Il medico\r\n, per mezzo della palpazione addominale, rileva spesso che l'utero è spostato lateralmente, mentre il feto è passato nella cavità addominale fra le anse intestinali.\\par\r\nIn caso di rottura incompleta, il sangue che esce dai vasi lacerati si accumula fra\r\n le due pagine del legamento largo, dando origine a un grosso \\cf17 \\ATXht80000 ematoma\\cf16 \\ATXht0 : la pressione esercitata dal sangue in esso contenuto dopo un certo tempo eguaglia la pressione arteriosa e l'emorragia dei vasi cessa. Per questo, nell\r\na rottura incompleta il collasso e l'emorragia sono di minore intensità.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nLa terapia della rottura completa richiede un immediato intervento chirurgico: aperta la parete addominale, si estrae il feto, ormai morto, si asp\r\norta l'utero, si ripulisce la cavità peritoneale dai coaguli sanguigni. Contemporaneamente devono essere praticate abbondanti trasfusioni di sangue, per compensare la perdita ematica, e somministrati \\cf17 \\ATXht80000 antibiotici\\cf16 \\ATXht0 , per preve\r\nnire le infezioni.\\par\r\nIn caso di rottura incompleta, l'asportazione dell'utero non è sempre necessaria, purché l'emorragia non sia eccessiva e le condizioni generali della donna siano buone.\\par\r\nSecondo le più recenti statistiche, la mortalità materna\r\n si aggira sul 15% dei casi, mentre quella fetale è elevatissima. Bastano questi dati per far comprendere come sia necessaria un'attenta e assidua prevenzione.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 PROFILASSI\\par\r\nLa \\cf17 \\ATXht80000 profilassi\\cf16 \\ATXht0 può essere\r\n ottenuta con un'accurata assistenza medica nel corso della \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 , che evidenzi tutti i casi in cui ci sia da temere una simile complicazione al momento del parto e con la scelta dello svolgimento del parto stesso in \r\nquei reparti specializzati, dove, ancor prima che si profili la minaccia di rottura dell'utero, sia possibile provvedere ad una rapida estrazione del feto.\\par",
"ID": 180,
"Foto": "PA06A_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Lacerazioni del canale molle.\r\nRottura del segmento inferiore dell'utero. E' una grave lesione, che non solo comporta la perdita del feto, ma mette in grave pericolo anche la vita della madre. Quando si verifica questo inconveniente, il sangue, che esce dai vasi lacerati, si accumula fra le due pagine del legamento largo, dando origine ad un voluminoso ematoma.\r\n#",
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"Titolo": "LACERAZIONI DEL COLLO DELL'UTERO",
"Codice": "PA06B",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\f1 \\cf16 LACERAZIONI DEL COLLO DELL'UTERO\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx210\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Va premesso che sempre, durante il \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 , al momento in cui la testa fetale attra\r\nversa la bocca uterina si producono piccole lacerazioni, che non costituiscono un pericolo, a causa della loro limitatezza e della scarsa perdita di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 . Possono però verificarsi lesioni di maggior gravità, che costitui\r\nscono appunto le lacerazioni del collo dell'utero.\\par\r\nGeneralmente esse interessano la porzione intravaginale del collo, ma in alcuni casi possono estendersi fino a raggiungere il segmento inferiore. Di solito le lacerazioni si osservano in seguito ad \r\ninterventi ostetrici compiuti per estrarre il \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 , la cui espulsione è ostacolata; meno frequentemente avvengono spontaneamente o perché la dilatazione della bocca uterina avviene troppo bruscamente (come nel parto precip\r\nitoso) o perché esiste una rigidità del collo dell'utero, che gli impedisce di distendersi oltre un certo limite. Tale lesione determina un'emorragia di discreta entità, che continua anche dopo che si è regolarmente formato il globo di sicurezza: il fatt\r\no che la perdita di sangue continui dopo la regolare contrazione della muscolatura uterina permette al medico di sospettare la presenza di una lacerazione e di ricercarla.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nLa terapia consiste nella sutura, che consente \r\nl'immediato arresto della perdita di sangue e una rapida guarigione. In alcuni casi, però, le cicatrici che ne risultano possono essere causa di rigidità del collo e rappresentano quindi un ostacolo per i successivi parti.\\par\r\nSe non sono prontamente cu\r\nrate, le lacerazioni possono causare emorragie molto gravi nelle ore immediatamente seguenti il parto. A lunga scadenza, poi, se non è stata fatta la sutura o se la guarigione non è avvenuta in modo completo, si possono instaurare processi infiammatori c\r\nronici a carico del collo dell'utero.\\par",
"ID": 181,
"Foto": "PA06B_F1.jpg#PA06B_F2.jpg#",
"Dida_Foto": "Lacerazione del collo dell'utero.\r\nEssa è rivelata da un'emorragia di discreta entità che continua anche dopo la regolare contrazione della muscolatura uterina. Per arrestare la perdita di sangue, si procede alla sutura della lacerazione, afferrando il collo dell'utero con due pinze per trarlo verso il basso in modo da permettere al medico una sutura completa.\r\n#Riparazione di una lesione del collo dell'utero.\r\nLa lacerazione viene suturata con punti staccati. A volte le cicatrici che ne risultano possono causare rigidità del collo uterino e quindi costituire un ostacolo per parti successivi.\r\n#",
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"Titolo": "LACERAZIONI DELLA VAGINA",
"Codice": "PA06C",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3975\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 LACERAZIONI DELLA VAGINA\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 CAUSE\\par\r\nLa rottura della parete \\cf17 \\ATXht80000 vaginale\\cf16 \\ATXht0 avviene generalm\r\nente nel corso di parti che richiedono interventi operatori, quando sono praticate manovre ostetriche in momenti inopportuni o in modo troppo brutale (\\cf17 \\ATXht80000 rivolgimento\\cf16 \\ATXht0 ed estrazione del \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 , ap\r\nplicazione di \\cf17 \\ATXht80000 forcipe\\cf16 \\ATXht0 ecc.).\\par\r\nLe lacerazioni più gravi sono quelle localizzate al terzo superiore della vagina e soprattutto ai fornici vaginali poiché, da un lato, sono accompagnate da una copiosa \\cf17 \\ATXht80000 em\r\norragia\\cf16 \\ATXht0 e dall'altro, quando sono localizzate al \\cf17 \\ATXht80000 fornice\\cf16 \\ATXht0 posteriore e sono molto profonde, possono raggiungere la cavità peritoneale. Meno preoccupanti sono invece le lesioni localizzate al terzo medio della \r\nvagina: la perdita di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 è, infatti, minore. Esse sono di solito associate a quelle del \\cf17 \\ATXht80000 perineo\\cf16 \\ATXht0 . In rari casi, quando sono molto profonde, possono estendersi al retto o all'uretra o alla\r\n vescica e causare così la comparsa di fistole retto-vaginali o uretro-vaginali o vescico-vaginali.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx210\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 TERAPIA\\par\r\nLa terapia consiste nella sutura, dopo un'accurata disinfezione, della parte lacerata.\r\n\\par\r\nLe fistole che eventualmente si sono formate sono curate in un secondo tempo, con un opportuno intervento chirurgico.\\par\r\nTra le fistole che si possono creare, quelle vescico-vaginali a carico dell'\\cf17 \\ATXht95211 apparato urinario\\cf16 \\ATXht0 , son\r\no le più frequenti. Una delle cause può essere la compressione della parete vaginale e della vescica tra la testa fetale e la \\cf17 \\ATXht80000 sinfisi \\cf16 \\ATXht0 pubica della madre. La \\cf17 \\ATXht80000 fistola\\cf16 \\ATXht0 deve essere in ogni caso \r\nsuturata il più presto possibile lasciando per una decina di giorni un \\cf17 \\ATXht80000 catetere\\cf16 \\ATXht0 di \\cf17 \\ATXht80000 drenaggio\\cf16 \\ATXht0 .\\par",
"ID": 182,
"Foto": "PA06C_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Riparazione di una fistola.\r\nTra le fistole che si possono creare a carico dell'apparato urinario, quelle vescico-vaginali sono le pi├╣ frequenti. Una delle cause pu├▓ essere la compressione della parete vaginale e della vescica tra la testa fetale e la sinfisi pubica della madre (A). La fistola (B) deve essere saturata al pi├╣ presto (C) lasciando per una decina di giorni un catetere di drenaggio.\r\n#",
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"Titolo": "LACERAZIONI DELLA VULVA",
"Codice": "PA06D",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3870\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 LACERAZIONI DELLA VULVA\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Inevitabilmente, in ogni \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 si verificano piccole lacerazi\r\noni che non determinano rilevanti perdite di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 e non richiedono una speciale terapia (oltre alle normali precauzioni igieniche che sono adottate nel corso del \\cf17 \\ATXht80000 puerperio\\cf16 \\ATXht0 ). Esse sono più \r\nnumerose nelle primipare e si verificano in corrispondenza dei residui dell'\\cf17 \\ATXht80000 imene\\cf16 \\ATXht0 al momento del passaggio della testa fetale.\\par\r\nLacerazioni più profonde si riscontrano più raramente: a causa della ricca \\cf17 \\ATXht80000 vascolarizzazione\\cf16 \\ATXht0 della vulva, esse richiedono una pronta \\cf17 \\ATXht80000 emostasi\\cf16 \\ATXht0 , in modo da evitare una copiosa \\cf17 \\ATXht80000 emorragia\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nDurante il periodo espulsivo, per il notevole volume della p\r\narte presentata, può verificarsi la rottura di un vaso arterioso o venoso, oppure di un pacchetto (raggruppamento) di vene varicose (che possono svilupparsi facilmente durante la \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 ) in corrispondenza della parte i\r\nnferiore della parete della \\cf17 \\ATXht80000 vagina\\cf16 \\ATXht0 o in corrispondenza della vulva. Tale rottura è determinata da un lato, dal forte stato di congestione in cui si trovano tali tessuti nel corso del parto; dall'altro, dallo stiramento e d\r\nal dislocamento che essi subiscono al momento del passaggio del \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 , soprattutto se è voluminoso.\\par\r\nIl sangue si spande al di fuori del vaso sanguigno rotto nel \\cf17 \\ATXht91150 tessuto connettivo\\cf16 \\ATXht0 lasso \r\ndelle grandi labbra, che è gradualmente dissociato dall'accumulo di sangue. Si forma così una raccolta di sangue al di sotto del rivestimento della mucosa, che prende il nome di ematoma vulvo-vaginale o trombogenito-puerperale.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINT\r\nOMI\\par\r\nI sintomi sono rappresentati da dolore e \\cf17 \\ATXht80000 tenesmo\\cf16 \\ATXht0 (\\cf17 \\ATXht80000 spasmo\\cf16 \\ATXht0 ) ed, esaminando la regione vulvare, si osserva la presenza di una \\cf17 \\ATXht80000 tumefazione\\cf16 \\ATXht0 violacea in co\r\nrrispondenza di una delle grandi labbra.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nQuando l'ematoma vulvo-vaginale si determina prima che avvenga l'espulsione del feto, a causa della compressione esercitata dalla testa impegnata sul tratto inferiore del canale \r\nmolle del parto, la terapia è basata sull'incisione della raccolta di sangue e sulla legatura del vaso leso, seguite immediatamente dall'estrazione del feto.\\par\r\nQuando, invece, l'ematoma si determina dopo l'espulsione del feto e quando l'epitelio che l\r\no riveste è integro, la cura consiste nella protezione da qualsiasi compressione meccanica e nella limitazione dei movimenti della \\cf17 \\ATXht80000 puerpera\\cf16 \\ATXht0 nei primi giorni dopo il parto: l'ematoma sparisce lentamente, andando incontro al\r\nle caratteristiche modificazioni di colore che si osservano durante il riassorbimento del sangue.\\par",
"ID": 183,
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"Titolo": "LACERAZIONI DEL PERINEO",
"Codice": "PA06E",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3780\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 LACERAZIONI DEL PERINEO\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Le lacerazioni del perineo (cioè della zona che va dalla \\cf17 \\ATXht80000 commessura\\cf16 \\ATXht0 vulvare posteriore allo \\cf17 \\ATXht80000 sfintere\\cf16 \\ATXht0 anale) si presentano di solito associate a lesioni della commessura vulvare posteriore e del terzo inferiore della \\cf17 \\ATXht80000 vagina\\cf16 \\ATXht0 . Secondo la loro estensione, s\r\nono suddivise in tre gradi: lacerazioni di primo grado, quando la lesione interessa solo la cute per una lunghezza non superiore ai 2 centimetri dalla commessura vulvare posteriore; lacerazioni di secondo grado, quando la lesione interessa anche i muscol\r\ni e le strutture fibrose che costituiscono il perineo, ma non interessa le sfintere anale; lacerazioni di terzo grado, quando anche lo sfintere anale è lacerato.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 CAUSE\\par\r\nI fattori che possono determinare tali lesioni sono svariat\r\ni e possono dipendere sia dalla madre sia dal \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nSe la testa del feto si sprigiona in modo troppo brusco dalla commessura vulvare, la distensione dei tessuti è violenta, quindi si hanno possibilità di lacerazioni: \r\nè per questa ragione che, al momento dell'espulsione della testa, la partoriente deve smettere di spingere con i muscoli ausiliari del \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 , lasciando alla sola forza delle contrazioni uterine il compito di far sprigionar\r\ne la testa del feto. La scarsa elasticità del perineo (primiparità attempata, cicatrici del perineo), le deformazioni del bacino, le presentazioni anomale e l'eccesso di volume del feto sono sovente responsabili di lacerazioni.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 SINTOMI\\par\r\nQueste lesioni non sono di solito accompagnate da grave \\cf17 \\ATXht80000 emorragia\\cf16 \\ATXht0 né danno una sintomatologia molto intensa: solo le lacerazioni di terzo grado sono sempre abbinate ad incontinenza di fec\r\ni.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nLa terapia consiste nella sutura accurata e nella protezione delle ferite dallo scolo dei \\cf17 \\ATXht80000 lochi\\cf16 \\ATXht0 che possono determinarne la macerazione.\\par\r\nA causa della loro posizione, dell'irregol\r\narità dei loro bordi e del trauma che i tessuti subiscono prima di lacerarsi, le rotture perineali possono cicatrizzare in modo incompleto e costituire così il punto di partenza di processi infettivi. Inoltre, nelle lacerazioni di secondo e terzo grado è\r\n gravemente danneggiato il sistema di sostegno dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 ; perciò se la sutura non è fatta in modo corretto o se la guarigione si verifica in modo incompleto può verificarsi un \\cf17 \\ATXht80000 prolasso\\cf16 \\ATXht0 uter\r\no-vaginale.\\par\r\nQuesti rischi d'insuccesso della cura mettono in luce l'importanza della \\cf17 \\ATXht80000 profilassi\\cf16 \\ATXht0 . Essa è il risultato di una corretta e completa assistenza al parto e dell'esatta valutazione di tutti i fattori che poss\r\nono concorrere nel determinare la lesione.\\par\r\nQuando questa risulta inevitabile, è preferibile praticare un'incisione chirurgica del perineo (\\cf17 \\ATXht80000 episiotomia\\cf16 \\ATXht0 ) in una posizione appropriata, che presenti margini netti e non co\r\nntusi: le possibilità di guarigione sono così migliori rispetto a quelle presentate dalla lacerazione.\\par",
"Dida_Foto": "Tre diversi gradi di lacerazioni perineali.\r\nTre diversi gradi di lacerazioni perineali: A, primo grado; B, secondo grado; C, terzo grado.\r\n#Riparazione di lesione perineale.\r\nLa lacerazione è di media gravità: eseguita l'anestesia locale (A), si chiude la lacerazione vaginale, quindi si suturano i muscoli perineali e poi la cute (B).\r\n#Riparazione di una lesione grave.\r\nVengono riparati la parete rettale (A), quindi i muscoli dello sfintere (B) e poi i tessuti soprastanti. La riparazione viene di solito eseguita in anestesia generale.\r\n#",
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"Titolo": "LESIONI A CARICO DEL BACINO",
"Codice": "PA06F",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx4245\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 LESIONI A CARICO DEL BACINO\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Nel corso del \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 raramente si riscontrano lesioni a ca\r\nrico del bacino; esse sono rappresentate dalla rottura della \\cf17 \\ATXht80000 sinfisi \\cf16 \\ATXht0 pubica, che si verifica nelle applicazioni di \\cf17 \\ATXht80000 forcipe\\cf16 \\ATXht0 mal eseguite, e dalla frattura del \\cf17 \\ATXht80000 coccige\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\pard\\tx555\\ATXts0\\ATXbrdr0 Quest'ultima si verifica durante il periodo espulsivo, quando l'articolazione sacro-coccigea è anchilosata e conseguentemente risulta impossibile la retropulsione del coccige. In certi casi essa passa inosservata; \r\nin altri invece si manifesta con un dolore localizzato al coccige, che si accentua con i cambiamenti di posizione e con la defecazione. La terapia è basata sull'uso di \\cf17 \\ATXht80000 sedativi\\cf16 \\ATXht0 e \\cf17 \\ATXht80000 analgesici\\cf16 \\ATXht0 .\r\n\\par",
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"Titolo": "EMORRAGIA POST PARTUM",
"Codice": "PA07",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx6660\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 EMORRAGIA POST PARTUM\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 In condizioni normali, una volta avvenuto il \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 ed espulse la \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 e le membrane ovulari, l'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 si contrae fortemente e si retrae, assumendo una forma globosa e stringendo fortemente tra le maglie della sua muscolatura i vasi sanguigni, che si erano la\r\nrgamente aperti al momento del distacco della placenta dalla sua base di impianto. Il globo di sicurezza così formatosi perdura alcune ore, cioè il tempo necessario perché si verifichi l'occlusione definitiva dei vasi sanguigni aperti. Perciò una volta s\r\nuturate le eventuali lacerazioni del canale molle del parto (collo dell'utero, \\cf17 \\ATXht80000 vagina\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 perineo\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 vulva\\cf16 \\ATXht0 ), nessuna cospicua perdita di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 dovrebbe verificarsi dai genitali esterni della donna. Tuttavia, nelle prime 24 ore seguenti il parto, e in particolare modo nelle prime 3, può verificarsi un'emorragia, sia perché vengono meno i meccanismi fisiologici di \\cf17 \\ATXht80000 emo\r\nstasi\\cf16 \\ATXht0 a livello dell'utero sia perché il sangue può uscire da lacerazioni non rilevate dal medico e non suturate. A tale emorragia si assegna il nome di emorragia post partum. In effetti, la perdita di una piccola quantità di sangue è possi\r\nbile senza che si debba parlare di una vera e propria emorragia post partum: questa, infatti, si manifesta quando la quantità di sangue perduta è cospicua, cioè quando supera il mezzo litro. Si tratta di un'evenienza piuttosto rara, che si osserva, secon\r\ndo recenti statistiche, nello 0,77% dei parti (pressappoco in 1 parto su 130). Va osservato, inoltre, che la frequenza di questa complicazione tende a diminuire con il diffondersi delle tecniche di \\cf17 \\ATXht80000 profilassi\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\cf1 \r\n\\par\r\n\\cf16 CAUSE\\par\r\nNel 90% circa dei casi il fattore direttamente responsabile dell'emorragia va ricercato nel rilassamento della contrazione della muscolatura dell'utero nelle ore immediatamente seguenti il parto (\\cf17 \\ATXht80000 atonia\\cf16 \\ATXht0 uterina). L'atonia uterina, però, dipende a sua volta da varie cause; esse sono: l'anestesia profonda o l'uso di forti \\cf17 \\ATXht80000 sedativi\\cf16 \\ATXht0 a base di \\cf17 \\ATXht80000 morfina\\cf16 \\ATXht0 , responsabili del rilassamento di tutta la m\r\nuscolatura dell'organismo e quindi anche di quella dell'utero; la lunga durata del \\cf17 \\ATXht80000 travaglio\\cf16 \\ATXht0 di parto, che porta all'esaurimento delle forze della muscolatura dell'utero; l'insufficiente sviluppo della muscolatura uterina;\r\n l'eccessiva distensione dell'utero per \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 gemellare; il polidramnios; la \\cf17 \\ATXht80000 macrosomia\\cf16 \\ATXht0 fetale, perciò le fibre muscolari uterine devono contrarsi in mis\r\nura maggiore che di norma per garantire una sufficiente emostasi; la presenza di miofibromi nello spessore della parete uterina che ostacola una buona contrazione; infine, il rapido succedersi di gravidanze, che porta come conseguenza l'accumulo di tessu\r\nto fibroelastico nella parete dell'utero a svantaggio di quello muscolare, Un'altra causa è la ritenzione di frammenti della placenta, di grossi lembi di membrane ovulari o di grossi coaguli sanguigni, che ostacolano le normali contrazioni e retrazioni d\r\nel \\cf17 \\ATXht80000 miometrio\\cf16 \\ATXht0 e ne facilitano il rilassamento nel giro di poco tempo. Bisogna inoltre tenere presente che il rilassamento di una porzione anche limitata del miometrio lascia uscire nella cavità uterina una piccola quantità \r\ndi sangue che, dilatandola in modo graduale, determina il progressivo rilassamento di tutta la muscolatura dell'organo. Un cenno a parte merita la placenta previa, indipendentemente dall'emorragia e dai pericoli cui di solito può esporre la gestante nel \r\ncorso della gravidanza e del parto. Il fatto che la placenta sia impiantata in corrispondenza del segmento inferiore, la cui muscolatura è meno sviluppata di quella del corpo, predispone all'emorragia post partum, poiché la contrazione è meno valida e pi\r\nù breve. Tra le cause di tale emorragia vanno poi annoverate le lacerazioni del canale molle del parto che, se trascurate o suturate incompletamente, possono dar origine a perdite di sangue che si possono rivelare anche imponenti. Ricordiamo infine che f\r\nra i fattori responsabili sono da considerare anche le gravi malattie di \\cf17 \\ATXht80000 cuore\\cf16 \\ATXht0 , le nefriti, varie malattie del sangue e la afibrinogenemia (grave diminuzione della quantità di \\cf17 \\ATXht80000 fibrinogeno\\cf16 \\ATXht0 pr\r\nesente nel sangue).\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nIl primo sintomo dell'emorragia è evidentemente rappresentato da una rapida e cospicua perdita di sangue dai genitali, che può manifestarsi sia immediatamente dopo il \\cf17 \\ATXht80000 secondamento\\cf16 \\ATXht0 sia dopo un periodo di buona contrazione dell'utero. La quantità di sangue che esce all'esterno è in certi casi limitata, perché in buona parte si accumula nella cavità uterina, distendendola. In ogni caso, l'emorragia si manifesta con una ser\r\nie di sintomi che non sfuggono a un occhio esercitato: la pelle e le mucose divengono pallide e le estremità fredde; si osserva anche la comparsa di sudore freddo; il respiro diventa frequente, possono comparire disturbi visivi di varia intensità (lampi \r\ndi luce, abbassamento della vista) e infine svenimenti. La pressione arteriosa si abbassa: generalmente tale abbassamento è proporzionale alla quantità di sangue perso; il polso diventa piccolo e molto frequente. Nei casi in cui l'emorragia dipende da at\r\nonia uterina, il medico, per mezzo della palpazione dell'addome della \\cf17 \\ATXht80000 puerpera\\cf16 \\ATXht0 , può rilevare come l'organo sia aumentato di volume e come la sua consistenza sia diminuita e la sua spremitura determini la fuoriuscita di un'\r\nabbondante quantità di sangue. Quando invece l'emorragia dipende dalla presenza di lacerazioni, l'utero presenta una buona contrazione e retrazione e le sue dimensioni sono normali. Pur trattandosi di una complicazione relativamente rara, l'emorragia pos\r\nt partum costituisce un incidente molto temibile, perché rappresenta un serio rischio per l'incolumità della puerpera. Il pericolo non è rappresentato solo dell'\\cf17 \\ATXht80000 anemia\\cf16 \\ATXht0 acuta, ma anche dal fatto che all'emorragia post partu\r\nm. fanno spesso seguito l'infezione puerperale, la \\cf17 \\ATXht80000 trombosi\\cf16 \\ATXht0 , l'\\cf17 \\ATXht80000 embolia\\cf16 \\ATXht0 o la subinvoluzione (diminuzione sotto la norma) dell'utero.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nLa terapia dev'essere i\r\nmmediata, per evitare nei limiti del possibile un'eccessiva perdita di sangue. Il tipo d'intervento è evidentemente diverso secondo la causa che ha determinato l'emorragia: se questa è dovuta a lacerazioni del canale molle del parto, queste devono essere\r\n suturate al più presto. Se invece l'emorragia dipende da atonia uterina, occorre provvedere allo svuotamento della vescica e del retto, verificare che non siano rimasti frammenti di placenta o membrane ovulari nella cavità uterina, praticare la spremitu\r\nra e il massaggio dell'utero e somministrare \\cf17 \\ATXht80000 ossitocina\\cf16 \\ATXht0 o derivati della segale cornuta. Se con questi provvedimenti non si riesce ad arrestare l'emorragia, la donna deve essere posta con gli arti inferiori sopraelevati, i\r\nn modo che possano essere massaggiati per facilitare il reflusso del sangue; il suo corpo va protetto dalla dispersione di calore, e occorre provvedere alla compressione bimanuale dell'utero il cui fondo è schiacciato contro la \\cf17 \\ATXht80000 sinfisi \\cf16 \\ATXht0 pubica, mentre il collo è compresso da una mano del medico introdotta nella vagina. Questa manovra deve essere protratta per 15-20 minuti, in modo da consentire la \\cf17 \\ATXht80000 coagulazione del sangue\\cf16 \\ATXht0 . In caso d'insuccesso,\r\n il medico ricorre al tamponamento dell'utero, introducendo nella cavità uterina, generalmente sotto anestesia, lunghe strisce di garza (una decina di metri), che ottengono il risultato di arrestare, almeno temporaneamente, l'emorragia. Nello stesso temp\r\no occorre eseguire tutte le ricerche necessarie per mettere in luce eventuali alterazioni della coagulabilità del sangue. La quantità di sangue perso deve comunque sempre essere reintegrata con abbondanti trasfusioni; esse hanno anche la funzione di aume\r\nntare le difese dell'organismo contro le infezioni, diminuite in seguito all'emorragia. Vengono, inoltre, somministrati \\cf17 \\ATXht80000 analettici\\cf16 \\ATXht0 (Canfora, \\cf17 \\ATXht80000 caffeina\\cf16 \\ATXht0 ), per sostenere la funzione respiratoria\r\n e circolatoria e \\cf17 \\ATXht80000 antibiotici\\cf16 \\ATXht0 , per prevenire le possibili infezioni. Poiché in una donna anemica l'emorragia post partum può avere conseguenze ancora più gravi che in una donna normale, è d'estrema importanza che il numero\r\n di globuli rossi e la quantità di \\cf17 \\ATXht80000 emoglobina\\cf16 \\ATXht0 siano portati alla normalità prima del parto. Una corretta assistenza durante il secondamento e un accurato esame della placenta e delle membran\r\ne al momento della loro espulsione rappresentano i migliori mezzi per prevenire l'emorragia post partum. Particolari misure devono poi essere prese nell'assistenza di donne che presentano fattori predisponenti a queste complicazioni (travaglio prolungato\r\n ecc.).\\par",
"ID": 186,
"Foto": "PA07_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Tamponamento dell'utero.\r\nEsso viene praticato introducendo, generalmente sotto anestesia, nella cavità uterina lunghe strisce di garza sterile che arrestano, almeno temporaneamente l'emorragia. Per evitare complicazioni infettive, la garza viene cosparsa durante il tamponamento, di sulfamidici e antibiotici in polvere (le frecce stanno ad indicare la posizione della mano dell'assistente, che dall'esterno mantiene fermo l'utero). Una attenta e corretta assistenza durante il secondamento è il mezzo migliore per prevenire l'emorragia post partum. Nei particolari, tamponamento uterino effettuato correttamente e in modo errato perché il tampone non riempie completamente la cavità uterina.\r\n#",
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"Dida_Movie": "@",
"Vedi_Anche": "GRAVIDANZA GEMELLARE 5087#ANOMALIE DEGLI ANNESSI OVULARI 50171#PLACENTA PREVIA 50135#Ritenzione di residui della placenta o delle membrane 50177#"
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"Titolo": "OPERAZIONI OSTETRICHE",
"Codice": "PA08",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\f1 \\cf16 LE OPERAZIONI OSTETRICHE\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Quando esistano condizioni d'urgenza, come in casi di sofferenza fetale, quando le sole forze naturali non sono sufficien\r\nti all'espletamento del \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 , quando alcune condizioni patologiche materne consigliano un accorciamento del periodo espulsivo, o quando è necessario risolvere delle situazioni critiche per la madre e per il \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 , è indispensabile ricorrere ad alcune operazioni ostetriche.\\par",
"ID": 187,
"Foto": "PA08_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Forcipe.\r\nCassetta contente numerosi strumenti usati in ostetricia (il primo a sinistra è un forcipe), fabbricati a Vienna dal Maliar nel XVIII secolo. Firenze, museo di storia della scienza.\r\n#",
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"Vedi_Anche": "@"
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"Titolo": "FORCIPE",
"Codice": "PA08A",
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Molto usato in passato, ancora oggi il forcipe rende utilissimi ser\r\nvigi all'ostetrico, sebbene la tecnica del taglio cesareo permetta in molti casi una più sicura estrazione del feto.\\par\r\nNe esistono numerosi tipi che possono, tuttavia, essere tutti ricondotti a un'unica forma base.\\par\r\nIl forcipe è costituito essenzi\r\nalmente da due branche, della lunghezza di una quarantina di centimetri, facilmente articolabili fra loro. In ciascuna di esse, la parte destinata alla presa della testa fetale (cucchiaia) è formata da un anello di metallo appiattito, che delimita uno sp\r\nazio aperto (finestra), della larghezza di circa 5 centimetri. Mentre i manici sono diritti, le cucchiaie presentano una duplice curvatura; esse, a strumento montato, dapprima divergono l'una dall'altra, poi convergono, fino a quasi a toccarsi (curvatura\r\n cefalica, che è destinata ad accogliere la convessità della testa fetale). Se si appoggia il forcipe su un piano, si osserva che le cucchiaie non sono allineate con i manici, ma descrivono una curva, denominata curvatura pelvica, destinata a adattarsi a\r\nlla curvatura del canale del parto.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1545\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 INDICAZIONI\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Numerose sono le condizioni patologiche nelle quali l'applicazione del forcipe può permettere una rapida conclusione del p\r\narto, evitando gravi pericoli per la madre e per il feto. Ricordiamo: l'insufficiente forza delle contrazioni uterine o dei muscoli ausiliari del parto, con conseguente arresto dell'espulsione del feto nelle parti basse del canale del parto, i casi di li\r\neve ristrettezza del bacino osseo, che pur rendendo possibile l'espletamento del parto attraverso la \\cf17 \\ATXht80000 vagina\\cf16 \\ATXht0 , lo rendono tuttavia molto lento e difficoltoso; l'insufficiente elasticità del \\cf17 \\ATXht80000 perineo\\cf16 \\ATXht0 e dell'anello vulvare, che può ostacolare l'espulsione del feto; l'eccesso di volume del feto o l'eccessiva \\cf17 \\ATXht80000 ossificazione\\cf16 \\ATXht0 del cranio fetale, che rendendo difficile il passaggio lungo le vie genitali, possono causare l'\r\nesaurimento delle forze dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 ; infine, le presentazioni anomale.\\par\r\nIn generale, si ricorre all'applicazione del forcipe in tutti quei casi in cui, per i pericoli cui possono andare incontro sia la madre sia il feto\r\n, è necessario provvedere al più presto all'estrazione del feto stesso. Da ciò si comprende come si possa ricorrere all'uso di tale strumento anche nel caso di partorienti che, senza presentare alcuna delle condizioni cui abbiamo sopra accennato, sono tu\r\nttavia affette da malattie generali (malattie di \\cf17 \\ATXht80000 cuore\\cf16 \\ATXht0 , dell'\\cf17 \\ATXht94426 apparato respiratorio\\cf16 \\ATXht0 , renali, \\cf17 \\ATXht80000 eclampsia\\cf16 \\ATXht0 ecc.), che richiedono un rapido espletamento del parto.\r\n\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1755\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 APPLICAZIONE\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 L'applicazione del forcipe non può essere fatta incondizionatamente ogni qualvolta si richieda un rapido espletamento del parto, poiché esistono alcune indic\r\nazioni ben precise che devono essere verificate. Spesso gli inconvenienti cui possono andare incontro la partoriente o il feto dipendono appunto da un incompleto riconoscimento delle suddette condizioni. Occorre, anzitutto, che il feto sia vivo e che la \r\nbocca uterina sia completamente dilatata: l'uso del forcipe a dilatazione incompleta può determinare gravissime lacerazioni ed emorragie. Le membrane ovulari devono essere rotte, affinché la presa del forcipe si effettui direttamente sulla testa fetale. \r\nPrima di applicare il forcipe, l'ostetrico deve verificare che il canale del parto permetta (in ogni suo punto) il passaggio della testa fetale: il mancato riconoscimento di una sproporzione tra testa fetale e bacino materno può avere gravissime consegue\r\nnze per il feto oltre che per la madre. E', infine, necessario che la testa fetale abbia iniziato la sua discesa lungo il canale del parto: un tempo si tentavano estrazioni con il forcipe anche nei casi in cui la testa si trovava ancora libera al di sopr\r\na dell'ingresso del bacino. Queste applicazioni erano dette \"applicazioni alte di forcipe\"; oggi, in questi casi, è molto più sicuro ed efficace, sia per la madre sia per il feto, il taglio cesareo.\\par\r\nIn linea di massima l'uso del forcipe dovrebbe avv\r\nenire in ambiente ospedaliero, tuttavia, non sono infrequenti i casi in cui si rivela necessaria un'applicazione d'urgenza nel corso di parti che si svolgono nel domicilio della donna. L'applicazione è sempre preceduta da un'accurata visita ostetrica, ch\r\ne permette al medico di riconoscere la presenza di tutte le condizioni necessarie, perché l'intervento sia effettuato con i minimi rischi. Occorre poi che sia praticata l'anestesia (generale o rachidea o locale quando la testa è al piano \\cf17 \\ATXht80000 perineale\\cf16 \\ATXht0 ).\\par\r\nLe due branche del forcipe sono introdotte separatamente nelle vie genitali della partoriente, fino a raggiungere la testa fetale e a adattarvisi con la loro curvatura cefalica. L'introduzione delle branche avviene sotto la\r\n guida delle dita di una delle mani dell'ostetrico nella vagina, in modo che la posizione dello strumento, sia rispetto al bacino della partoriente sia rispetto alla testa fetale, sia rigorosamente controllata.\\par\r\n\\pard\\tx1005\\ATXts0\\ATXbrdr0 Le due br\r\nanche sono poi articolate fra loro: lo strumento, previo un ulteriore controllo della sua posizione da parte dell'ostetrico, è pronto per l'estrazione del feto. Onde evitare un'eccessiva compressione della testa fetale durante la trazione, s'interpone fr\r\na i due manici del forcipe un panno più volte ripiegato, che ne impedisce un eccessivo avvicinamento. La trazione è eseguita secondo la direzione di spostamento della testa fetale e senza un eccessivo sforzo. Inoltre, la manovra non è eseguita continuame\r\nnte, ma in concomitanza alle contrazioni uterine. Quando la testa fetale è sul punto di essere espulsa, il forcipe deve essere estratto: a questo scopo le due branche sono disarticolate ed estratte separatamente, con estrema delicatezza, onde evitare lac\r\nerazioni.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 RISCHI\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Il forcipe rappresenta un provvidenziale aiuto per il medico in molti casi in cui occorre espletare con rapidità il parto.\\par\r\nSe l'applicazione è fatta a regola d'arte, i rischi ch\r\ne può presentare sono abbastanza limitati sia per il feto sia per la madre.\\par\r\nSecondo recenti statistiche, la percentuale di feti nati morti nel corso di parti avvenuti con il forcipe è dell'1,5% e la mortalità neonatale, nella stessa serie di parti, \r\nè dell'1,3%. Per quanto riguarda le complicazioni materne, le più frequenti sono rappresentate da lacerazioni cervicali (2,9%), lacerazioni perineali (10%), estensione di episiotomie alla parete vaginale (16,2%), \\cf17 \\ATXht80000 emorragia\\cf16 \\ATXht0 \r\n post partum (2,2%) e fistole vaginali o urinarie (0,3%).\\par",
"ID": 188,
"Foto": "PA08A_F1.jpg#PA08A_F2.jpg#",
"Dida_Foto": "Schema dell'uso del forcipe.\r\nSchema del movimento compiuto, secondo la direzione delle frecce, da una delle branche del forcipe durante la sua applicazione “A” indica la posizione della branca quando viene introdotta la cucchiaiata; “B” la posizione della branca quando la cucchiaiata è completamente introdotta.\r\n#Forcipe a branche incrociate.\r\nA sinistra, le due branche dello strumento sono impugnate separatamente. A destra, le due branche sono invece riunite, a dimostrazione dell'esatta posizione assunta dal forcipe nell'estrazione della testa del feto.\r\n#",
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"Dida_Movie": "@",
"Vedi_Anche": "@"
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"Titolo": "VENTOSA",
"Codice": "PA08B",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx1530\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 VENTOSA\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 L'idea di estrarre il \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 per mezzo di uno strumento \"a \\cf17 \\ATXht80000 ve\r\nntosa\\cf16 \\ATXht0 \", sfruttando cioè l'adesione di tale strumento alla testa fetale, dopo che fra quest'ultima e il primo sia stato fatto il vuoto, non è nuova: la prima descrizione di una ventosa ostetrica risale al 1706. Tuttavia, dopo due secoli e so\r\nlo da un paio di decenni si è riusciti a realizzare uno strumento che può essere considerato soddisfacente dal punto di vista tecnico.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1545\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 INDICAZIONI\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 La ventosa o vacuum ext\r\nractor è oggi usata, in molti casi, in sostituzione del \\cf17 \\ATXht80000 forcipe\\cf16 \\ATXht0 , perché è meno traumatizzante per i tessuti materni e di più semplice applicazione.\\par\r\nLe indicazioni all'uso della ventosa si sono fatte in questi anni sem\r\npre più estese e ciò soprattutto con il largo impiego del cosiddetto \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 indolore.\\par\r\n\\pard\\tx45\\tx1755\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 APPLICAZIONE\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 La coppa della ventosa, che è colle\r\ngata per mezzo di un tubo di gomma ad una pompa aspirante, è applicata in corrispondenza del cuoio capelluto della parte presentata (l'apparecchio non può essere usato nella presentazione di faccia).\\par\r\nFacendo funzionare la pompa, si crea gradualmente\r\n una depressione tra coppa e cuoio capelluto: questa fa sì che si formi una bozza siero-ematica, che riempie gradualmente la coppa, assicurando così una completa adesione tra nuca fetale e apparecchio. A questo punto si procede all'estrazione del feto, e\r\nsercitando una trazione sull'apposita maniglia dello strumento.\\par\r\nUna volta che il feto è nato, la ventosa è staccata facendo entrare in essa aria attraverso una valvola: a questo punto sulla testa fetale rimane una bozza siero-ematica che riproduce l\r\na forma della coppa della ventosa e che scompare del tutto nel giro di pochi giorni.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1005\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 RISCHI\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 L'uso dello strumento è del tutto innocuo ai fini del benessere fetale, dato c\r\nhe l'unica traccia della sua applicazione è rappresentata dall'appariscente bozza siero-ematica. Fino ad ora, non sono comparse pubblicazioni chiaramente dimostrative su un effetto negativo della ventosa nei riguardi dello sviluppo del \\cf17 \\ATXht93516 \r\nsistema nervoso\\cf16 \\ATXht0 centrale, nei bambini nati con l'impiego di questo strumento.\\par",
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"Dida_Foto": "Ventosa automatica.\r\nE' un apparecchio usato per l'estrazione del feto, meno traumatizzante e di pi├╣ facile applicazione del forcipe.\r\n#",
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"Titolo": "TAGLIO CESAREO",
"Codice": "PA08C",
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Presso i Romani, la Lex Caesarea (da caedo = taglio) rendeva obbligatorio praticare quest'intervento su tutte le donne morte in travaglio di \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 . L'operazione ha preso il nome appunto da questa legge.\\par\r\nPratica\r\nre con successo il taglio cesareo su donne viventi era un'impresa disperata ancora nel secolo scorso.\\par\r\nIl primo sostanziale progresso fu ottenuto quando, nel 1876 Edoardo Porro eseguì nella Clinica Ostetrica di Pavia il taglio cesareo con una tecnica\r\n nuova che, se da un lato richiedeva l'asportazione dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 e quindi toglieva alla donna la possibilità di nuove gravidanze, dall'altro portava un nettissimo abbassamento della mortalità, che scendeva al 20%. La tecnica\r\n del taglio cesareo secondo la quale è praticato anche oggi fu introdotta nel 1907 da Frank di Colonia: l'incisione dell'utero è effettuata con un taglio trasversale in corrispondenza del segmento inferiore.\\par\r\nIl ricorso al taglio cesareo può essere r\r\nichiesto da indicazioni materne, fetali e degli annessi ovulari.\\par\r\n\\pard\\tx2535\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 INDICAZIONI MATERNE\\par\r\n\\pard\\tx210\\ATXts0\\ATXbrdr0 Fra queste ricordiamo: le \\cf17 \\ATXht80000 stenosi\\cf16 \\ATXht0 pelviche; gravi mal\r\nattie sistemiche, i tumori del piccolo bacino, le gravi stenosi del collo dell'utero e della \\cf17 \\ATXht80000 vagina\\cf16 \\ATXht0 , i fibromi del segmento inferiore che vengono a trovarsi al davanti del feto, i fibromi sottosierosi peduncolati e i cisto\r\nmi ovarici incuneati nel piccolo bacino, il \\cf17 \\ATXht80000 carcinoma\\cf16 \\ATXht0 del collo dell'utero, la presenza di condilomi acuminati in vagina. Nei casi di bacino limite, l'eccessivo prolungarsi del parto di prova richiede l'estrazione del feto\r\n con il taglio cesareo. Tra le condizioni funzionali che possono, in certi casi, richiedere tale intervento, ricordiamo: l'\\cf17 \\ATXht80000 inerzia uterina\\cf16 \\ATXht0 che non sia scomparsa con il trattamento medico, le discinesie, la minaccia di rott\r\nura del segmento inferiore, la primiparità attempata quando si presenti associata ad altre possibili cause di \\cf17 \\ATXht80000 distocia\\cf16 \\ATXht0 (presentazioni anormali ecc.).\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx2175\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 INDICAZIONI FETALI\r\n\\par\r\n\\pard\\tx210\\ATXts0\\ATXbrdr0 Tra le condizioni patologiche riguardanti il feto, vanno annoverate varie presentazioni anormali, quali la presentazione di spalla, la presentazione podalica nella \\cf17 \\ATXht80000 nullipara\\cf16 \\ATXht0 , l'eccessivo svil\r\nuppo del feto (\\cf17 \\ATXht80000 gigantismo\\cf16 \\ATXht0 ), gli stati di sofferenza fetale nella \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 protratta o quelli che si manifestano quando la dilatazione del canale molle è ancora insufficiente e l'attesa com\r\nporterebbe un grave pericolo per la vita del feto. Molti ostetrici ricorrono al taglio cesareo in parecchie complicazioni del parto che potrebbero essere superate con interventi per via vaginale, esponendo però il feto al rischio di lesioni. Un'altra ind\r\nicazione fetale si ha negli stati agonici o subito dopo la morte della gestante, a condizione che il feto stesso sia vivo (taglio cesareo post mortem).\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx2715\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 INDICAZIONI ANNESSIALI\\par\r\n\\pard\\tx210\\ATXts0\\ATXbrdr0 Tra le condizioni patologiche degli annessi ovulari, quelle che richiedono il taglio cesareo sono soprattutto la \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 previa totale, certi casi di placenta previa parziale, il distacco prematuro della placenta norma\r\nlmente inserta, il \\cf17 \\ATXht80000 prolasso\\cf16 \\ATXht0 del cordone ombelicale, quando la dilatazione della bocca uterina è ancora incompleta, e la brevità assoluta del cordone ombelicale.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1485\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 INTERVENTO\r\n\\par\r\n\\pard\\tx210\\ATXts0\\ATXbrdr0 Sebbene molto spesso il taglio cesareo rappresenti un intervento d'urgenza e il tempo disponibile per la preparazione della paziente sia limitato, tuttavia il medico prima dell'operazione procede a un esame clinico degli\r\n apparati respiratorio e circolatorio, a un esame delle urine e del \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 della gestante. Questi controlli possono mettere il medico in guardia contro eventuali pericoli per la madre e gli forniscono indicazioni sul tipo \r\ndi \\cf17 \\ATXht80000 anestesia\\cf16 \\ATXht0 da adottare.\\par\r\nL'\\cf17 \\ATXht80000 intestino\\cf16 \\ATXht0 della donna è svuotato mediante un clistere, e un \\cf17 \\ATXht80000 catetere\\cf16 \\ATXht0 è introdotto nella \\cf17 \\ATXht80000 vescica\\cf16 \\ATXht0 per togliere le urine. Come per tutti gli interventi laparatomici, la cute dell'addome è depilata e accuratamente disinfettata.\\par\r\nIl tipo di anestesia di solito adottato è quello dell'anestesia generale, preceduta da u\r\nn'opportuna preanestesia. Alcuni ostetrici preferiscono praticare l'anestesia per via rachidea, mentre altri ricorrono alla sola anestesia locale della parete dell'addome, ottenuta per mezzo di infiltrazione con novocaina.\\par\r\nLa parete addominale è ape\r\nrta con un taglio trasversale, al di sopra della \\cf17 \\ATXht80000 sinfisi \\cf16 \\ATXht0 pubica (incisione secondo Pfannestiel). Raggiunta la cavità peritoneale, l'utero è disposto al centro di essa, in modo che il taglio non vada a finire su uno dei lat\r\ni, dove decorrono i grossi vasi sanguigni uterini. Mediante panni sterili introdotti sotto i margini della ferita, tra parete addominale e utero gravido, si isola l'arca d'incisione della parete uterina dalla cavità peritoneale e si procede all'incisione\r\n del \\cf17 \\ATXht80000 peritoneo\\cf16 \\ATXht0 viscerale, che riveste la superficie esterna dell'utero. Per effettuare questa incisione, è sollevata una piega di peritoneo mediante un paio di pinze ed è praticato un taglio trasversale, leggermente concav\r\no verso l'alto, della lunghezza di una dozzina di centimetri, scollando il peritoneo dalla parete uterina con estrema delicatezza, sia verso l'alto sia verso il basso, e spingendo la vescica al di sotto della sinfisi pubica. E' così messa in luce la pare\r\nte del segmento inferiore dell'utero, che è incisa in senso trasversale e a concavità verso l'alto per una lunghezza di 9-10 centimetri, aprendo cosi la cavità uterina. Il feto è quindi estratto con tecniche diverse secondo la sua presentazione e, dopo l\r\na recisione del cordone ombelicale, è affidato al pediatra ed eventualmente all'anestesista rianimatore.\\par\r\nDopo aver estratto per aspirazione il \\cf17 \\ATXht9211 liquido amniotico\\cf16 \\ATXht0 , si procede all'estrazione della placenta e delle membran\r\ne ovulari. Svuotata e disinfettata accuratamente la cavità uterina, si procede alla sutura dapprima della parete dell'utero, poi del peritoneo viscerale, facendo in modo che le due suture non coincidano. Prima di chiudere la cavità peritoneale, vi si imm\r\nettono \\cf17 \\ATXht80000 antibiotici\\cf16 \\ATXht0 , quindi si richiude la parete addominale.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1005\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 RISCHI\\par\r\n\\pard\\tx210\\ATXts0\\ATXbrdr0 Nell'ultimo cinquantennio, il perfezionamento dei mezzi di assistenza,\r\n delle tecniche di anestesia, delle trasfusioni sanguigne, l'introduzione dei \\cf17 \\ATXht80000 sulfamidici\\cf16 \\ATXht0 prima e degli antibiotici poi, hanno determinato un graduale e continuo abbassamento della mortalità conseguente al taglio cesareo, \r\nche oggi non supera lo 0,01%. Bisogna però ricordare che il rischio materno nel taglio cesareo è di circa 5 volte superiore a quello del parto spontaneo.\\par\r\nValutare con precisione i rischi del feto nel corso del taglio cesareo non è molto facile, perc\r\nhé essi dipendono non solo dall'intervento, ma anche dal momento in cui esso è eseguito e dalla condizione patologica che talvolta può richiedere un'esecuzione tempestiva. Comunque, anche tenendo conto di tutti questi fattori che possono entrare in causa\r\n, la mortalità fetale è molto bassa.\\par",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx2460\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 PUERPERIO\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Il \\cf17 \\ATXht80000 puerperio\\cf16 \\ATXht0 è il periodo della durata di 6-8 settimane, durante il quale l\r\n'organismo della donna, dopo il \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 , ritorna alle condizioni in cui si trovava prima della \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 . Rimangono però, specialmente a carico dell'\\cf17 \\ATXht92334 apparato genitale\\cf16 \\ATXht0 , alcune modificazioni anatomiche caratteristiche.\\par\r\nL'orifizio esterno del collo dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 nella donna che ha partorito presenta un aspetto molto differente da quello della \\cf17 \\ATXht80000 nullipara\\cf16 \\ATXht0 : le piccole lacerazioni, che in esso si producono al momento del passaggio del \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 , gli conferiscono l'aspetto di una fenditura, disposta trasversalmente, mentre nella nullipara l'orifizio ha una forma rotondeggiante.\r\n\\par\r\nLa notevole distensione cui va incontro l'\\cf17 \\ATXht80000 ostio \\cf16 \\ATXht0 vaginale al momento del parto fa sì che anche le ultime tracce dell'\\cf17 \\ATXht80000 imene\\cf16 \\ATXht0 siano distrutte: rimangono solo piccole rilevatezze carnose, chia\r\nmate caruncule mirtiformi.\\par\r\nInfine, le strie gravidiche che si fossero eventualmente formate in corrispondenza della cute dell'addome, della \\cf17 \\ATXht80000 mammella\\cf16 \\ATXht0 o della radice delle cosce, si cicatrizzano, assumendo un aspetto bi\r\nanco-madreperlacco.\\par",
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"Titolo": "FENOMENI LOCALI",
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"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx2685\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 FENOMENI LOCALI\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Le modificazioni più evidenti si osservano a carico dell'\\cf17 \\ATXht92334 apparato genitale\\cf16 \\ATXht0 , in particolare dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 . Questo, durante la \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 , aveva subito un aumento di 30-40 volte il suo volume: durante il \\cf17 \\ATXht80000 puerperio\\cf16 \\ATXht0 ritorna gradatamente\r\n alle dimensioni iniziali. Tale processo prende il nome d'involuzione uterina. All'inizio del puerperio l'organo ha una lunghezza di 20 centimetri, una larghezza di 12 centimetri e uno spessore totale di 8-9 centimetri; lo spessore della sua parete è, a \r\nlivello del corpo, di 4-5 centimetri.\\par\r\nPoche ore dopo il \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 , con il parziale ritorno del tono della muscolatura \\cf17 \\ATXht80000 perineale\\cf16 \\ATXht0 , il fondo risale a livello dell'ombelico; nei giorni successi\r\nvi si abbassa rapidamente. Le modificazioni del corpo dell'utero presentano caratteri diversi da quelle del collo: le descriveremo perciò separatamente.\\par\r\nL'involuzione del corpo interessa tutti e tre gli strati della parete uterina. Il \\cf17 \\ATXht80000 peritoneo\\cf16 \\ATXht0 che riveste l'organo si dispone dapprima in pieghe, che successivamente scompaiono.\\par\r\nLa muscolatura dell'utero subisce la riduzione più cospicua: a causa delle modificazioni ormonali e della diminuzione della \\cf17 \\ATXht80000 circolazione sanguigna\\cf16 \\ATXht0 (i vasi sanguigni, infatti, sono compressi dalle fibre muscolari contratte), molte fibre muscolari che si erano formate durante i mesi di gravidanza scompaiono, mentre le altre ritornano alle loro dimensioni normali.\r\n In questo modo è distrutta una gran quantità di \\cf17 \\ATXht80000 proteine\\cf16 \\ATXht0 : i prodotti che ne derivano sono eliminati con le urine e sono la causa dell'aumento del loro contenuto in azoto. Anche il \\cf17 \\ATXht91150 tessuto connettivo\\cf16 \\ATXht0 e i vasi sanguigni, che erano aumentati durante la gravidanza, ritornano alla normalità.\\par\r\nDopo il distacco della \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 e delle membrane ovulari, la cavità dell'utero si presenta come una vasta piaga; l'\\cf17 \\ATXht80000 endometrio\\cf16 \\ATXht0 è costituito unicamente dalla \\cf17 \\ATXht80000 decidua\\cf16 \\ATXht0 basale e dal fondo delle ghiandole dell'endometrio. L'arca d'inserzione della placenta, ben evidente, ha le dimensioni del palmo di una mano. Nella \r\ncavità uterina sono presenti piccoli coaguli di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 e frammenti di decidua: sono destinati ad essere eliminati nel giro di 2-3 giorni.\\par\r\nI prodotti eliminati dalla donna durante il puerperio prendono il nome di \\cf17 \\ATXht80000 lochi\\cf16 \\ATXht0 , e tale eliminazione si chiama \\cf17 \\ATXht80000 lochiazione\\cf16 \\ATXht0 . Durante i primi due o tre giorni i lochi sono costituiti da sangue, frammenti di decidua e globetti di vernice caseosa; hanno un colore rosso sangu\r\ne e vengono perciò chiamati lochi ematici.\\par\r\n\\pard\\tx705\\ATXts0\\ATXbrdr0 Nel quarto o quinto giorno dopo il parto, la cavità dell'utero è invasa dai germi provenienti dalla \\cf17 \\ATXht80000 vagina\\cf16 \\ATXht0 . Ciò determina un cospicuo afflusso di \\cf17 \\ATXht80000 leucociti\\cf16 \\ATXht0 nella \\cf17 \\ATXht80000 mucosa\\cf16 \\ATXht0 uterina: essi costituiscono una spessa barriera (barriera leucocitaria) contro tali germi. Come conseguenza di questi fenomeni, i lochi assumono gradatamente un aspetto \r\ndiverso: diminuiscono i globuli rossi, mentre aumentano i globuli bianchi e i germi, la secrezione assume così un colore roseo e i lochi sono chiamati siero-ematici.\\par\r\n\\pard\\tx210\\ATXts0\\ATXbrdr0 Alla fine della prima settimana la superficie della cavità uterina appare detersa da tutto il materiale necrotico e ha inizio la rigenerazione dell'endometrio dai fondi delle ghiandole. Contemporaneamente i lochi assumono un aspetto opalescente e \r\nprendono il nome di lochi sierosi.\\par\r\nLa rigenerazione della mucosa uterina si estende gradualmente anche all'area d'impianto della placenta: alla fine della seconda settimana di puerperio, essa ha il diametro di 2 centimetri circa; la sua scomparsa de\r\nfinitiva, però, si ha solo 35 giorni circa dopo il parto. I lochi diminuiscono intanto in quantità, divengono densi e di colore bianco-giallastro: sono chiamati lochi cremosi. Essi scompaiono alla fine della terza settimana di puerperio.\\par\r\nLa ricostru\r\nzione del collo dell'utero è più rapida: subito dopo il parto esso non si distingue dal segmento inferiore; il suo orifizio esterno (bocca uterina) è aperto e presenta, anche nel caso di parto fisiologico, piccole lacerazioni.\\par\r\nAd un giorno dal parto\r\n, il collo si è ricostituito, ma il canale cervicale rimane dilatato e dà passaggio ai germi che, provenendo dalla vagina, invadono la cavità dell'utero. Un mese circa dopo il parto, il canale cervicale ha ripreso le due dimensioni normali: il suo orifiz\r\nio esterno ha però la forma di una fenditura trasversale.\\par\r\nDurante i primi giorni di puerperio la muscolatura uterina conserva una notevole contrattilità, che è particolarmente stimolata dalla suzione del neonato al capezzolo. Le contrazioni uterine,\r\n spesso dolorose, prendono il nome di morsi uterini. La loro presenza nei primi giorni dopo il parto è particolarmente utile, perché facilita l'espulsione del materiale necrotico e dei coaguli sanguigni presenti nella cavità uterina. Questa contrattilità\r\n dura pochi giorni e scompare gradualmente.\\par\r\n\\pard\\tx75\\ATXts0\\ATXbrdr0 A carico dell'\\cf17 \\ATXht80000 ovaio\\cf16 \\ATXht0 osserviamo la scomparsa del \\cf17 \\ATXht80000 corpo luteo\\cf16 \\ATXht0 gravidico. Il sistema ormonale che regola la funzione \r\ndell'ovaio ritorna gradualmente alle condizioni che permettono la ripresa dell'\\cf17 \\ATXht80000 ovulazione\\cf16 \\ATXht0 , interrotta con l'inizio della gravidanza.\\par\r\n\\pard\\tx210\\ATXts0\\ATXbrdr0 L'epoca di tale ripresa, e di conseguenza della ripresa \r\ndelle mestruazioni, varia notevolmente.\\par\r\nNelle donne che non allattano, essa avviene, nell'80% dei casi, circa 40 giorni dopo il parto. Tra le donne che allattano, invece, il 75% presenta un ulteriore ritardo, chiamato \\cf17 \\ATXht80000 amenorrea\\cf16 \\ATXht0 da \\cf17 \\ATXht80000 allattamento\\cf16 \\ATXht0 , la cui durata è estremamente variabile: può protrarsi anche per tutto il periodo dell'allattamento e persino anche oltre lo svezzamento; essa è legata ad un'iperinv\r\noluzione dell'utero.\\par\r\nLa vagina riprende le condizioni antecedenti alla gestazione nel giro di una decina di giorni: le pieghe della sua mucosa, però, diminuiscono, perciò le pareti vaginali rimangono un po' più lisce.\r\n Inoltre la mucosa per qualche tempo può essere facilmente lacerabile.\\par\r\nPer circa una settimana dal parto, la flora vaginale è costituita soprattutto da streptococchi e \\cf17 \\ATXht80000 stafilococchi\\cf16 \\ATXht0 . In seguito ricompare il bacillo di\r\n Döderlein.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 I muscoli perineali, che erano stati sovraddistesi durante il periodo espulsivo, riacquistano gradatamente il loro tono; nelle prime settimane di puerperio, però, essi sono ancora ipotonici. Questo fatto, assi\r\neme alla \\cf17 \\ATXht80000 lassità\\cf16 \\ATXht0 che hanno ancora i legamenti uterini, spiega la facilità di prolassi utero-vaginali.\\par",
"Dida_Foto": "Fenomeni locali.\r\nUtero e vie genitali subito dopo il parto. Durante il puerperio l'utero, il cui volume era aumentato di 30-40 volte, ritorna gradatamente alle dimensioni normali. Dopo il parto l'organo misura 20 centimetri di lunghezza e 8-9 centimetri di spessore totale.\r\n#Orifizio esterno del collo dell'utero.\r\nIn una donna che non ha mai partorito (A), l'orifizio esterno del collo dell'utero ha una forma rotondeggiante. Mentre in una donna che ha partorito (B) esso si presenta come una fenditura disposta trasversalmente.\r\n#Lochiazione ematica.\r\nL'andamento della lochiazione, all'inizio costituita in prevalenza da sangue. Il parallelo andamento dell'involuzione uterina, cioè del processo attraverso cui l'utero riprende le caratteristiche che aveva prima del parto.\r\n#Lochiazione sieromatica.\r\nDopo i primi giorni la lochiazione diventa sieromatica. L'utero è sottoposto a fenomeni di degenerazione delle strutture formatesi durante la gravidanza, come cellule muscolari e di sostegno e piccoli vasi sanguigni che verranno poi riassorbiti.\r\n#Lochiazione sierosa.\r\nIn seguito a fenomeni di emostasi e alla reazione dell'organismo si fa gradualmente più importante la quota sierosa contenuta nei lochi. Anche i fasci di fibre muscolari che durante la gravidanza erano ingrossati subiscono una graduale riduzione.\r\n#Lochiazione cremosa.\r\nI lochi diminuiscono in quantità, diventano densi e assumono un colore bianco-giallastro. La mucosa uterina inizia un processo gruaduale di rigenerazione. L'utero della donna che ha partorito rimane di peso e di dimensioni leggermente superiori a quello di una nullipara.\r\n#Involuzione dell'utero.\r\nAbbassamento progressivo del fondo dell'utero nei giorni del puerperio. Le linee rosse contrassegnate dai numeri indicano le giornate di puerperio; la linea nera rappresenta, come punto di riferimento, la linea passante per l'ombelico; il tratteggio blu indica il contorno dell'utero.\r\n#",
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"Titolo": "FENOMENI GENERALI",
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Subito dopo il \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 , la quantità di ormoni \\cf17 \\ATXht80000 estrogeni\\cf16 \\ATXht0 presenti nel \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 della \\cf17 \\ATXht80000 puerpera\\cf16 \\ATXht0 ritorna rap\r\nidamente ai valori precedenti la gravidanza: il \\cf17 \\ATXht80000 progesterone\\cf16 \\ATXht0 dopo 5 o 6 giorni, mentre la gonadotropina corionica non è più misurabile con i comuni test nel sangue e nelle urine 6 giorni dop\r\no il parto. Tutte le ghiandole endocrine, che durante la gravidanza erano entrate in uno stato di iperfunzione, ritornano allo stato normale; l'\\cf17 \\ATXht80000 ipofisi\\cf16 \\ATXht0 comincia a secernere, in notevole quantità, la \\cf17 \\ATXht80000 prola\r\nttina\\cf16 \\ATXht0 che ha la proprietà di stimolare la produzione di latte.\\par\r\nL'accumulo di acqua nei tessuti che si era stabilito durante la gestazione è eliminato durante la prima settimana di puerperio sia attravers\r\no le urine sia attraverso la cute (facilità alla sudorazione): sono emessi circa 2 litri e mezzo di acqua. Questo fatto, assieme all'espulsione del contenuto dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 , alle perdite di sangue durante il \\cf17 \\ATXht80000 \r\nsecondamento\\cf16 \\ATXht0 , all'involuzione dell'\\cf17 \\ATXht92334 apparato genitale\\cf16 \\ATXht0 , alla \\cf17 \\ATXht80000 lochiazione\\cf16 \\ATXht0 e all'\\cf17 \\ATXht80000 allattamento\\cf16 \\ATXht0 determinano durante il puerperio una perdita di peso d\r\nel 12,5% circa.\\par\r\nPer quel che riguarda l'apparato cardiocircolatorio, si osserva che la frequenza dei battiti cardiaci, un po' aumentata nelle prime ore dopo il parto a causa dell'affaticamento, ritorna rapidamente normale. In alcuni casi, avviene ad\r\ndirittura una diminuzione rispetto alla norma: questo rallentamento, che dura dal secondo all'ottavo giorno circa, prende il nome di polso puerperale ed è una risposta fisiologica dell'apparato cardiocircolatorio alle modificazioni che si svolgono nell'o\r\nrganismo della puerpera.\\par\r\nLe pareti delle vene, che erano divenute facilmente sfiancabili, ritornano al loro tono normale. Rimangono dolenti e rigonfi, invece, i nodi emorroidari che erano andati incontro a un'intensa congestione durante il parto: qu\r\nest'inconveniente si risolve nella prima settimana di puerperio.\\par\r\nPoiché il contenuto dell'addome è notevolmente diminuito, i movimenti del diaframma divengono molto più agevoli e di conseguenza gli atti respiratori sono più ampi e più profondi.\r\n\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 A causa della diminuzione della pressione endoaddominale e del tono dei muscoli dell'addome, si verificano sovente una leggera dilatazione dello \\cf17 \\ATXht80000 stomaco\\cf16 \\ATXht0 e dell'\\cf17 \\ATXht80000 intestino\\cf16 \\ATXht0 e un rallentamento delle funzioni digestive. Per questa ragione, è somministrato, dopo 3-4 giorni dal parto, un purgante.\\par\r\nNei primi due o tre giorni di puerperio, mentre l'appetito della donna è piuttosto scarso, la sete è molto intensa, a ca\r\nusa delle perdite di liquido cui è andato incontro l'organismo durante il parto e il puerperio. Successivamente l'appetito ritorna normale, le funzioni digestive, però, rimangono piuttosto lente ancora per qualche tempo.\\par\r\nI primi giorni di puerperio \r\nrappresentano un periodo di lavoro intenso per i reni, che devono eliminare i prodotti di rifiuto formatisi nel corso dei fenomeni regressivi che caratterizzano questa fase. La \\cf17 \\ATXht80000 vescica\\cf16 \\ATXht0 , che, durante il parto, aveva subito \r\nuna notevole compressione da parte del \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 , presenta sovente una diminuzione del tono della sua muscolatura: di conseguenza, aumenta la sua capacità, mentre il suo svuotamento diviene più difficile. Altra causa abbastanza\r\n frequente di difficoltà allo svuotamento della vescica è rappresentata dal fatto che spesso, in corrispondenza dello \\cf17 \\ATXht80000 sfintere\\cf16 \\ATXht0 dell'\\cf17 \\ATXht80000 uretra\\cf16 \\ATXht0 , si verificano piccole lesioni le quali rendono dol\r\norosa l'emissione delle urine: ciò determina per via riflessa un crampo dello sfintere, che ostacola lo svuotamento.\\par\r\nA volte, invece, la compressione dello sfintere dell'uretra né causa una diminuzione di tono: le urine, cosi, sono emesse sotto i co\r\nlpi di tosse o durante sforzi muscolari. Il ristagno delle urine nella vescica facilita l'impianto di germi (nel 3% dei casi si verifica un'infiammazione). La quantità di urina emessa è particolarmente abbondante nei primi due giorni.\\par\r\nA carico della\r\n cute, l'iperpigmentazione della linea alba, del volto, dei genitali esterni e delle cicatrici addominali regredisce rapidamente. La cute dell'addome resta flaccida e sollevabile in pieghe; a causa dell'aumento della sudorazione, si ha tendenza alle irri\r\ntazioni cutanee.\\par\r\nA carico dei sistemi di regolazione della temperatura corporea, si osserva, subito dopo il secondamento, un lungo brivido (brivido fisiologico), legato alla perdita di calore subita dall'organismo durante il parto. Nella prima giorn\r\nata di puerperio si può manifestare un lieve rialzo della temperatura corporea, la quale però ritorna normale entro il secondo giorno. Se la temperatura sale oltre i 38°C e dura più di 24 ore, bisogna pensare alla comparsa di complicazioni patologiche.\r\n\\par\r\nNel puerperio le difese immunitarie dell'organismo sono diminuite, quindi le infezioni hanno un decorso più grave. Nelle donne affette da malattie infettive croniche, si osserva un peggioramento.\\par\r\nPer quello che riguarda il \\cf17 \\ATXht93516 sist\r\nema nervoso\\cf16 \\ATXht0 e la sfera psichica, va notato che la particolare \"labilità psichica\", che aveva caratterizzato la gravidanza, si protrae anche all'inizio del puerperio: le manifestazioni sono date dalla facile emotività e dalla tendenza alla d\r\nepressione. Ben presto però il grande e impegnativo compito di allevare la sua creatura permette alla donna di ristabilire il proprio equilibrio.\\par",
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"Titolo": "IGIENE DEL PUERPERIO",
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La \\cf17 \\ATXht80000 puerpera\\cf16 \\ATXht0 , pur dovendo rimanere a letto nei primi giorni dopo il parto, può muoversi liberamente; dal secondo giorno, sarà opportuno che per qualche tempo, durante la giornata, essa giaccia sul ventre, in modo da favorire il rico\r\nllocamento dell'utero nella sua posizione fisiologica (d'antiflessione e d'antiversione). E' consigliabile che la donna cominci precocemente a muoversi: i movimenti muscolari impediscono il rallentamento della \\cf17 \\ATXht80000 circolazione sanguigna\\cf16 \\ATXht0 nelle vene delle gambe e costituiscono un'efficace prevenzione di numerose complicazioni (flebiti, \\cf17 \\ATXht80000 trombosi\\cf16 \\ATXht0 , embolie ecc.); inoltre favoriscono la ripresa delle funzioni della \\cf17 \\ATXht80000 vescica\\cf16 \\ATXht0 urinaria e dell'\\cf17 \\ATXht80000 intestino\\cf16 \\ATXht0 e il ritorno del tono dei muscoli del \\cf17 \\ATXht80000 perineo\\cf16 \\ATXht0 e dell'addome. La puerpera dovrebbe lasciare il letto piuttosto presto, in modo graduale: per poche ore dopo il parto\r\n, definitivamente entro i primi giorni. E' bene che indossi una ventriera, per facilitare la ripresa del tono dei muscoli addominali. Particolarmente curata deve essere l'igiene della pelle, perché essa collabora con il \\cf17 \\ATXht80000 rene\\cf16 \\ATXht0 nell'eliminazione dell'acqua accumulata durante la \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 e va facilmente incontro ad irritazioni. E' perciò opportuno sottoporla a frequenti spugnature e cospargerla di talco. La pulizia dei genitali deve essere molt\r\no scrupolosa: le medicazioni, costituite da garza sterile e da cotone idrofilo trattenuti da una \"fasciatura a 7\" attorno all'addome, devono essere sostituite frequentemente. Prima di cambiare la medicazione, i genitali devono essere lavati con soluzioni\r\n tiepide debolmente antisettiche, asciugati con cotone idrofilo per evitare azioni irritanti e cosparsi di polveri a base di \\cf17 \\ATXht80000 sulfamidici\\cf16 \\ATXht0 e \\cf17 \\ATXht80000 antibiotici\\cf16 \\ATXht0 . Nel primo giorno dopo il parto, l'alim\r\nentazione deve essere liquida, per reintegrare l'organismo della quantità di liquidi persi. Prima della somministrazione del purgante, è opportuna una dieta in bianco. Successivamente, per favorire la formazione di latte è consigliabile l'ingestione di u\r\nn'abbondante quantità di liquidi e d'alimenti contenenti \\cf17 \\ATXht80000 proteine\\cf16 \\ATXht0 . Durante l'\\cf17 \\ATXht80000 allattamento\\cf16 \\ATXht0 aumenta anche il fabbisogno di \\cf17 \\ATXht80000 vitamine\\cf16 \\ATXht0 . La ripresa delle attività n\r\normali della donna che ha partorito deve essere graduale e dosata in rapporto al ritorno delle forze. E' opportuno ricordare che per legge la puerpera deve essere esentata dal lavoro fino al compimento della dodicesima settimana di puerperio. Dalla terza\r\n settimana, la madre e il neonato devono trascorrere almeno 2 ore il giorno all'aria aperta, per assicurare all'organismo un sufficiente rifornimento d'\\cf17 \\ATXht80000 ossigeno\\cf16 \\ATXht0 . Il bagno in vasca potrà essere fatto dalla terza settimana; \r\nin precedenza sono preferibili brevi docce o semplici spugnature. Durante l'allattamento è assolutamente da evitare l'uso di tinture per capelli, le quali contengono sostanze tossiche che possono essere secrete assieme al latte, danneggiando il bambino.\r\n\\par\r\nLa permanente non è nociva. I rapporti sessuali non devono essere ripresi prima che siano trascorsi 40 giorni dal parto. Dal decimo giorno di puerperio è consigliabile iniziare alcuni esercizi di ginnastica che, agendo razionalmente sui vari gruppi \r\ndi muscoli, permettono un completo ritorno della tonicità della muscolatura ed eliminano gli inconvenienti circolatori legati alla gravidanza e al puerperio. Gli esercizi favoriscono anche lo smaltimento dell'eccesso di grasso accumulatosi durante la gestazione, riportando rapidamente l'aspetto estetico del fisico femminile alle condizioni antecedenti la gestazione. E' bene che questi esercizi siano appresi durante i primi mesi di gravidanza in modo che, al momento opportun\r\no, la loro esecuzione sia facile e non sia causa d'inutile affaticamento. In questo periodo, massaggi e frizioni possono essere efficacemente affiancati alla ginnastica. Il viso richiede pulizia in profondità che si attua con vaporizzazioni (meglio se oz\r\nonizzate), massaggi con crema nutriente e applicazioni di maschere alla frutta o comunque idratanti. I massaggi del corpo si possono iniziare dalla quindicesima giornata dopo il parto, usando, per un mese, creme vitaminiche (vitamina A) e idratanti, poi \r\ncreme rassodanti agli estratti tissutali; essi devono essere fatti tre volte la settimana, per la durata di 15 giorni. Sugli arti inferiori, se non si sono verificati fatti flebitici, è consigliabile eseguire un massaggio procedendo dal basso verso l'alt\r\no; sulla parte esterna delle cosce questo può essere più profondo, mentre nella parte interna deve essere molto leggero, con movimenti verso l'alto e l'esterno. Sull'addome, il massaggio va eseguito dal basso verso l'alto, pizzicando e \"impastando\" in se\r\nnso orizzontale gli eventuali pannicoli adiposi. Dopo 40 giorni dal parto si potranno fare bagni di schiuma alle erbe, alle vitamine, agli estratti tissutali e alle essenze. Nel corso dell'allattamento, le norme igieniche relative al seno devono essere i\r\nntensificate, prima e dopo la poppata, i capezzoli devono essere lavati con soluzioni leggermente antisettiche che non rendano secca la pelle. Fra una poppata e l'altra si devono applicare sul capezzolo pomate antiragadi, su cui si pone poi una garza ste\r\nrile. Si consiglia inoltre di sostenere il seno con un reggiseno appositamente confezionato, oppure di effettuare una fasciatura della parte inferiore del seno, in modo che la parte superiore rimanga completamente libera. Terminato il periodo dell'allatt\r\namento, si devono sempre fare trattamenti al seno per riparare i danni estetici che l'allattamento ha determinato, vale a dire la ptosi e l'afflosciamento. Con creme rassodanti si eseguiranno leggeri massaggi a giorni alterni, per 15 minuti (con la tecni\r\nca che abbiamo descritto, trattando l'igiene della gravidanza) e si faranno tonificazioni con lozioni rassodanti e astringenti, picchiettando la parte con una battolina di cotone, evitando di toccare l'\\cf17 \\ATXht80000 areola mammaria\\cf16 \\ATXht0 . Que\r\nsto trattamento permette di ridare tono ai tessuti sia attraverso la riattivazione sanguigna sia attraverso l'apporto dall'esterno di sostanze specifiche. Va sospeso nel periodo delle mestruazioni e qualche giorno prima e dopo di esse. Nel caso che l'all\r\nattamento sia artificiale, si potrà iniziare a curare il seno dopo il parto, usando, almeno per un mese, solo creme vitaminiche e idratanti. La neomamma nel periodo del puerperio deve sì aver cura del bambino ma deve anche trovare dei momenti da dedicare\r\n solo a se stessa.\\par",
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"Titolo": "GINNASTICA PER LA PUERPERA",
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Si ottengo\r\nno così grandi vantaggi per l'organismo femminile, e non solo una linea snella, ma evita anche tanti malanni come l'abbassamento dei visceri, i connessi disturbi urinari e digestivi e le alterazioni cutanee.\\par\r\nIl puerperio è il periodo che va dalla fi\r\nne del parto al momento in cui gli organi genitali della donna ritornano alla condizione e all'attività che li caratterizza al di fuori della gravidanza. Sensazioni dolorose addominali, dette \"morsi uterini\" si manifestano soprattutto nei primi giorni di\r\n puerperio e nelle donne che abbiano avuto più di un figlio.\\par\r\nAlcune volte, però, i dolori addominali possono essere d'origine urinaria e intestinale: la puerpera deve pertanto curare lo svuotamento della vescica più volte il giorno e combattere la s\r\ntitichezza; la ginnastica addominale - naturalmente dopo qualche giorno di riposo - può essere utile; raccomandabili sono anche gli esercizi di ginnastica rieducativa per la funzione respiratoria e per stimolare la circolazione degli arti, per rinforzare\r\n i muscoli del tronco, tenuto conto che ormai rientra nella prassi corrente il fatto che la donna si alzi già il giorno successivo al parto per alcuni minuti, purché ovviamente si tratti di donna in buona salute.\\par\r\nQuando la donna allatta, in linea di\r\n massima si sente bene: ma alcune giovani mamme si sentono spesso stanche, affaticate, assonnate per i frequenti risvegli notturni dovuti alla necessità di nutrire i loro poppanti ad orari prestabiliti, oltre che ai loro pianti nelle ore più imprevedibil\r\ni.\\par\r\nIn genere dopo 2-3 settimane dal parto, anche se è stato effettuato un taglio cesareo, la puerpera può riprendere l'attività ginnica che è particolarmente importante ai fini fisiologici ed estetici. Anche se riprendere la ginnastica risulta più d\r\nifficile che in gravidanza per il moltiplicarsi degli impegni e per il poco tempo che resta a disposizione, è necessario riuscire a trovare questo spazio di tempo, che peraltro è ridotto, data la semplicità degli esercizi da compiere.\\par\r\nL'obiettivo è \r\ndi facilitare la funzione dell'\\cf17 \\ATXht80000 allattamento\\cf16 \\ATXht0 e rafforzare il busto che deve sorreggere il peso del bambino. Gli esercizi possono essere effettuati a varie riprese, per singole fasce muscolari, secondo il tempo disponibile c\r\nhe si riesce a trovare nell'arco della giornata. Saranno utili esercizi d'espansione del torace che favoriscono la riattivazione dei muscoli della gabbia toracica, stiramenti energici, movimenti riguardanti il bacino, esercizi di contrazione dei muscoli \r\npelvici e contrazioni dei muscoli glutei.\\par\r\nQuando la puerpera si sentirà in condizione di effettuare questi esercizi senza avvertire eccessiva stanchezza e dolori alle regioni interessate, potrà ritornare ad effettuare gli esercizi di ginnastica prep\r\naratoria al parto, che essendo più completi e impegnativi comportano una ripresa migliore del tono e dell'esercizio muscolare delle singole regioni corporee.\\par\r\nAnche contro un eventuale stato di prostrazione e di depressione psichica una certa attivit\r\nà ginnica si dimostra molto utile, restituendo alla neo-madre il suo tono ottimale e il suo dinamismo.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Se il parto è stato normale, senza lacerazioni di sorta e senza interventi, anche piccoli, da parte del chirurgo, si p\r\nossono iniziare gli esercizi muscolari anche verso l'ottavo-decimo giorno. Se, invece, sono stati necessari piccoli interventi chirurgici, è bene attendere almeno due settimane.\\par\r\nSono sufficienti dei movimenti semplici, ma che vanno fatti con costanz\r\na; anche qui, il segreto del successo sta nel non saltare neppure un giorno, nel farli per dieci minuti ogni mattino e dieci ogni sera, prima dei pasti, per un mese circa.\\par\r\nLa pratica sportiva vera e propria, invece, non dovrà essere ripresa prima ch\r\ne siano passati tre o quattro mesi dal parto, anche se la madre non allatta, e dovrà sempre essere ripresa con moderazione.\\par",
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"Titolo": "PATOLOGIA DEL PUERPERIO",
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"Titolo": "SUBINVOLUZIONE DELL'UTERO",
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"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx4170\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 SUBINVOLUZONE DELL'UTERO\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx180\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Dopo il \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 , l'utero si presenta con dimensioni superiori \r\nalla norma e , nel corso del \\cf17 \\ATXht80000 puerperio\\cf16 \\ATXht0 , esso va gradualmente riacquistando le sue dimensioni normali: la diminuzione di peso e di volume è più evidente nella prima e nella seconda settima dopo l'espletamento del parto. In \r\ncondizioni patologiche questo processo può essere ritardato e rallentato: questa complicazione prende il nome di subinvoluzione uterina.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 CAUSE\\par\r\nLe cause possono essere svariate: ritenzione nell'utero \r\ndi frammenti di \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 oppure di membrane ovulari, presenza nello spessore della parete uterina di nodi fibromiomatosi, spostamenti dell'organo ecc.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nI sintomi sono rappresentati dal fat\r\nto che i \\cf17 \\ATXht80000 lochi\\cf16 \\ATXht0 presentano un aspetto ematico o sieroematico per un tempo più lungo della norma e dal fatto che l'utero ha dimensioni notevolmente maggiori di quanto ci si aspetterebbe sulla base del tempo trascorso dopo il\r\n parto.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nLa terapia deve mirare, anzitutto, ad eliminare la causa della subinvoluzione nei casi in cui ciò è possibile e a favorire l'involuzione mediante la somministrazione d'\\cf17 \\ATXht80000 alcaloidi\\cf16 \\ATXht0 d\r\nella segale cornuta o di piccole dosi d'\\cf17 \\ATXht80000 estrogeni\\cf16 \\ATXht0 di sintesi, i quali per altro sono controindicati nelle puerpere che allattano, poiché influiscono negativamente sulla secrezione lattea.\\par\r\nSe esiste una ritenzione di f\r\nrammenti di placenta o di membrane ovulari, oppure la presenza di numerosi coaguli in cavità uterina, sarà opportuno procedere alla loro asportazione.\\par",
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"Titolo": "DISLOCAZIONI DELL'UTERO",
"Codice": "PU04B",
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"Dida_Foto": "Dislocazione dell'utero.\r\nTre diversi tipi di inversione uterina. A, primo grado: il fondo dell'utero è deformato a coppa. B, secondo grado: l'utero è rovesciato in vagina. C, l'utero, completamente rovesciato, sporge esternamente.\r\n#Riduzione manuale dell'inversione uterina.\r\nRiduzione manuale per via vaginale di inversione dell'utero (A) effettuata spingendo la parte estroflessa (B) fino alla sede naturale (C).\r\n#Riduzione chirurgica dell'inversione uterina.\r\nQuando la riduzione manuale non è possibile, si effettua una laparatomia, se necessario anche un taglio longitudinale della parete uterina, e si riporta alla posizione normale, fissandolo, il fondo dell'utero.\r\n#",
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"Titolo": "EMORRAGIE",
"Codice": "PU04C",
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"Titolo": "DISTURBI URINARI",
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"Titolo": "ALTERAZIONI DEL SISTEMA ENDOCRINO",
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Il \\cf17 \\ATXht80000 puerperio\\cf16 \\ATXht0 , che rappresenta il periodo nel quale gli organi e gli apparati ritornano alle condizioni preesistenti alla gravidanza, è però contrassegnato da u\r\nna particolare situazione endocrina, caratterizzata dall'\\cf17 \\ATXht80000 allattamento\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nIn tutte queste complesse regolazioni ormonali, la chiave di volta è rappresentata dall'ipofisi, la ghiandola endocrina a carico della quale si ma\r\nnifestano le principali alterazioni.\\par\r\nDev'essere, anzitutto, osservato che queste alterazioni ormonali si riscontrano raramente: per questa ragione e per il complesso meccanismo attraverso cui si manifestano, ne daremo in questa trattazione solo un b\r\nreve cenno.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx2700\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 SINDROME DI SHEEHAN\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 La frequenza di questa sindrome è molto bassa, specialmente nella forma conclamata. Essa, è causata dalla distruzione del\r\n lobo anteriore dell'ipofisi; distruzione che avviene, con un meccanismo non del tutto chiarito, in seguito a gravi emorragie, manifestatesi durante il \\cf17 \\ATXht80000 secondamento\\cf16 \\ATXht0 , il post partum o il puerperio, accompagnate da shock. Co\r\nme conseguenza, viene a cessare la produzione di tutti gli ormoni che stimolano e regolano la funzione delle altre ghiandole endocrine, quindi tali funzioni sono gravemente compromesse.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nDopo il puerperio, le mestruazion\r\ni ricompaiono irregolarmente o non ricompaiono del tutto, mentre gli organi genitali e le mammelle vanno incontro a involuzione, con caduta dei peli alle ascelle e al pube. Si osserva, inoltre, dimagramento, diminuzione dell'appetito fino alla sua scompa\r\nrsa, mancanza del desiderio sessuale, forte abbassamento della pressione arteriosa, \\cf17 \\ATXht80000 astenia\\cf16 \\ATXht0 di grado elevato e raggrinzimento della cute.\\par\r\nLa gravità della malattia è legata all'estensione della distruzione del tessuto\r\n ipofisario.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nLa terapia mira, da un lato, a rimediare alla grave mancanza ormonale per mezzo della somministrazione degli ormoni mancanti (ipofisari, surrenali, ovarici, ecc.), dall'altro, a sostenere l'organismo fino a\r\nlla stabilizzazione delle condizioni della donna.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx3180\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 IPERINVOLUZIONE DELL'UTERO\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Un'altra alterazione endocrina merita un cenno particolare: è una condizione\r\n patologica che si osserva, soprattutto, in puerpere che allattano per un periodo molto lungo (18-20 mesi e anche più) e che presentano un'\\cf17 \\ATXht80000 amenorrea\\cf16 \\ATXht0 da allattamento. Si tratta dell'iperinvoluzione dell'utero. Abbiamo visto\r\n come nel corso del puerperio l'utero, le cui dimensioni erano grandemente aumentate durante la gravidanza, ritorni rapidamente alle sue dimensioni normali; quando questo processo di involuzione non si arresta a questo punto, ma procede, portando a una p\r\natologica riduzione di volume dell'organo, accompagnata da \\cf17 \\ATXht80000 atrofia\\cf16 \\ATXht0 dell'\\cf17 \\ATXht80000 endometrio\\cf16 \\ATXht0 , si verifica l'iperinvoluzione dell'utero.\\par\r\nSebbene il meccanismo con cui essa s'instaura non sia compl\r\netamente chiarito, si pensa che la causa vada ricercata nel prolungato allattamento: esso, infatti, stimola la produzione, da parte dell'ipofisi, dell'ormone chiamato \\cf17 \\ATXht80000 prolattina\\cf16 \\ATXht0 , mentre inibisce la produzione dell'ormone \\cf17 \\ATXht80000 follicolo\\cf16 \\ATXht0 -stimolante. In assenza di quest'ormone, tutto il meccanismo che regola l'attività dell'\\cf17 \\ATXht80000 ovaio\\cf16 \\ATXht0 non entra in funzione. Venendo a mancare all'utero lo stimolo ormonale proveniente dall'ov\r\naio, si verificherebbero i fenomeni di iperinvoluzione. Secondo alcuni studiosi, poi, quest'anomalia sarebbe dovuta anche allo stimolo delle contrazioni uterine determinato dalla suzione del latte da parte del neonato.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\n\r\nLa terapia, basata sulla somministrazione di ormoni \\cf17 \\ATXht80000 estrogeni\\cf16 \\ATXht0 , porta facilmente alla guarigione.\\par",
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"Titolo": "INFEZIONE PUERPERALE",
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"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3345\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 INFEZIONE PUERPERALE\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Nel corso del \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 (sia che esso si svolga regolarmente sia che\r\n richieda interventi ostetrici più o meno complicati) e dell'\\cf17 \\ATXht80000 aborto\\cf16 \\ATXht0 , si creano nell'\\cf17 \\ATXht92334 apparato genitale \\cf16 \\ATXht0 femminile condizioni che possono facilitare l'impianto di germi patogeni: quando ciò avv\r\niene, si parla d'infezione puerperale o febbre puerperale, poiché il sintomo comune di tutti questi processi infettivi è rappresentato dalla febbre.\\par\r\nUn tempo, l'infezione rappresentava una frequente e temibile complicazione del \\cf17 \\ATXht80000 pue\r\nrperio\\cf16 \\ATXht0 ; oggi la sua frequenza è grandemente diminuita, e i mezzi terapeutici a disposizione del medico permettono di ridurre al minimo le gravi conseguenze per la \\cf17 \\ATXht80000 puerpera\\cf16 \\ATXht0 . Alcuni dati statistici danno una ch\r\niara idea dei successi raggiunti: prima del 1940 la frequenza dell'infezione puerperale si aggirava sul 12-15%; essa è andata gradualmente calando e dopo il 1950 non ha superato il 3-4% (si deve però notare che la frequenza con cui questa complicazione s\r\ni osserva varia da regione a regione, secondo le condizioni dell'assistenza ostetrica). Ancora più spettacolari sono i risultati ottenuti nella cura dell'infezione puerperale: nel 1845, quando ancora non era presa alcuna precauzione antisettica, la morta\r\nlità era del 18-32%; nel 1900, dopo l'introduzione dell'\\cf17 \\ATXht80000 antisepsi\\cf16 \\ATXht0 , cioè di tutte quelle misure che combattono le infezioni distruggendone i germi responsabili, essa era scesa allo 0,20%; con l'introduzione dei \\cf17 \\ATXht80000 sulfamidici\\cf16 \\ATXht0 (1935) essa si riduceva allo 0,11% e con l'introduzione degli \\cf17 \\ATXht80000 antibiotici\\cf16 \\ATXht0 (1946) essa scendeva ulteriormente allo 0,04%. Negli anni successivi tale mortalità è ulteriormente calata, per essers\r\ni annullata quasi completamente ai giorni nostri.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx990\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 CAUSE\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Numerosissimi sono i germi responsabili dell'infezione puerperale; tra quelli che si riscontrano con maggior freque\r\nnza ricordiamo: gli \\cf17 \\ATXht80000 stafilococchi\\cf16 \\ATXht0 (56-60% dei casi), gli streptococchi (30-40% dei casi), il Bacterium coli (20% dei casi) e il \\cf17 \\ATXht80000 gonococco\\cf16 \\ATXht0 . Spesso l'infezione non è determinata da un solo tip\r\no di germe, ma da varie specie alle quali si uniscono anche germi non patogeni.\\par\r\n\\pard\\tx420\\tx4485\\ATXts0\\ATXbrdr0 Alcuni dei germi sopra citati si trovano normalmente nelle vie genitali femminili dove non producono alcun danno, solo in particolari \r\ncondizioni determinano l'infezione: quando ciò accade, si parla d'infezione endogena.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 A volte, i germi si trovano in altre parti dell'organismo della donna, come nel caso di focolai infiammatori a carico delle vie urinari\r\ne (uretriti, cistiti) e a carico dell'\\cf17 \\ATXht80000 intestino\\cf16 \\ATXht0 (enterocoliti, appendiciti) e in caso di processi suppurativi in generale (tonsilliti, otiti, \\cf17 \\ATXht80000 foruncolosi\\cf16 \\ATXht0 , ecc.), e sono trasportati con mecca\r\nnismi diversi all'apparato genitale: si parla allora d'infezione autogena.\\par\r\nInfine, l'infezione puerperale può essere determinata da microrganismi che si trovano nell'ambiente esterno e sono portati a contatto con i genitali della puerpera, per inoss\r\nervanza delle norme d'\\cf17 \\ATXht80000 asepsi\\cf16 \\ATXht0 (insufficiente disinfezione delle mani di chi assiste al parto, del materiale di medicazione, degli strumenti ecc.): in questi casi si parla d'infezione esogena.\\par\r\nPerché l'infezione puerper\r\nale si manifesti, non è sufficiente la presenza di germi patogeni nelle vie genitali: infatti, gran parte dei germi responsabili può trovarsi già al momento del parto sugli organi genitali esterni o nella \\cf17 \\ATXht80000 vagina\\cf16 \\ATXht0 della gest\r\nante e nei primi giorni di puerperio può giungere fino alla cavità uterina, senza però determinare manifestazioni patologiche. L'infezione puerperale avviene quando da un lato i germi patogeni presentano una particolare \\cf17 \\ATXht80000 virulenza\\cf16 \\ATXht0 (capacità offensiva) e dall'altro le difese locali e generali della partoriente sono diminuite.\\par\r\n\\pard\\tx225\\tx4410\\ATXts0\\ATXbrdr0 Ciò si osserva nei casi di parto difficoltoso: quando avviene la rottura precoce delle membrane ovulari; quando \r\ni tessuti delle vie genitali sono compressi per lungo tempo dalle parti fetali; quando sono effettuate numerose esplorazioni vaginali o interventi ostetrici che possono provocare lacerazioni.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 La perdita di notevoli quanti\r\ntà di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 , la presenza di condizioni patologiche a carico del \\cf17 \\ATXht80000 fegato\\cf16 \\ATXht0 e del \\cf17 \\ATXht80000 rene\\cf16 \\ATXht0 , le \\cf17 \\ATXht80000 gestosi\\cf16 \\ATXht0 costituiscono inoltre altri fat\r\ntori capaci di diminuire le difese generali dell'organismo.\\par\r\n\\pard\\tx2550\\ATXts0\\ATXbrdr0 VIE DI PROPAGAZIONE\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 La \"porta d'entrata\" dei germi può essere costituita da lesioni a carico della \\cf17 \\ATXht80000 vulva\\cf16 \\ATXht0 , della vagina o del collo dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 , ma soprattutto dalla \\cf17 \\ATXht80000 mucosa\\cf16 \\ATXht0 uterina in corrispondenza della zona d'impianto della \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 , che si presenta come\r\n una vasta piaga sulla superficie della cavità uterina. Bisogna anche osservare che, mentre le infezioni localizzate alle basse vie genitali rimangono generalmente circoscritte, quelle a livello della cavità uterina hanno maggior tendenza a propagarsi.\r\n\\par\r\nI germi patogeni, una volta impiantatisi in corrispondenza di una delle \"porte d'entrata\", possono, in certi casi, diffondersi in varie direzioni, dando origine a complicazioni non sempre facilmente dominabili. Le modalità di propagazione possono ess\r\nere riunite in tre gruppi: propagazione per continuità, propagazione per via linfatica e propagazione per via sanguigna.\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 La propagazione per continuità accade quando i germi patogeni invadono zone di mucosa precedentement\r\ne sana oppure i tessuti sottostanti alla mucosa. In questo modo i germi, primitivamente localizzati nell'\\cf17 \\ATXht80000 endometrio\\cf16 \\ATXht0 , possono raggiungere l'\\cf17 \\ATXht80000 ostio \\cf16 \\ATXht0 tubarico e impiantarsi sulla mucosa della \\cf17 \\ATXht80000 tuba\\cf16 \\ATXht0 , dando luogo ad una \\cf17 \\ATXht80000 salpingite\\cf16 \\ATXht0 ; possono raggiungere l'\\cf17 \\ATXht80000 ovaio\\cf16 \\ATXht0 , dando origine ad una salpingo-ovarite (eccezionalmente ad una \\cf17 \\ATXht80000 peritonite\\cf16 \\ATXht0 ).\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 La propagazione per via linfatica avviene quando i germi patogeni raggiungono i vasi linfatici, si moltiplicano in essi e sono portati dalla linfa ad altri organi; in questo modo l'infezione può estendersi al \\cf17 \\ATXht91150 tessuto connettivo\\cf16 \\ATXht0 contenuto nel legamento largo, dando origine ad una \\cf17 \\ATXht80000 parametrite\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nLa propagazione per via sanguigna si verifica quando i germi patogeni s'impiantano in corrispondenza dei tr\r\nombi occludenti gli sbocchi dei vasi venosi che allontanavano il sangue dalla placenta: l'infezione può gradualmente estendersi e raggiungere vene di calibro sempre maggiore. Con questo meccanismo nei casi più gravi si può verificare la \\cf17 \\ATXht80000 tromboflebite\\cf16 \\ATXht0 \\cf17 \\ATXht80000 ileo\\cf16 \\ATXht0 -femorale, quando l'infezione raggiunge la vena femorale. Inoltre, dai trombi infetti possono staccarsi piccoli frammenti (emboli) ricchi di germi che trasportano l'infezione ad organi lontan\r\ni. Altre volte, oggi per fortuna molto raramente, i germi possono essere direttamente immessi nel sangue e diffondersi a tutto l'organismo: si parla in questi casi di setticemia.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1335\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 PROFILASSI\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Grande importanza nel prevenire l'infezione puerperale ha il completo svuotamento della cavità uterina dopo il parto: la permanenza in essa di frammenti di placenta, di coaguli sanguigni e di membrane ovu\r\nlari rappresenta, infatti, un ottimo terreno per lo sviluppo dei germi patogeni.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx2280\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 FORME LOCALIZZATE\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 Le lacerazioni del \\cf17 \\ATXht80000 perineo\\cf16 \\ATXht0 , della vulva, della vagina e del collo dell'utero possono divenire sede di un processo infettivo, soprattutto se non sono state opportunamente disinfettate e suturate subito dopo il parto.\\par\r\nLa puerpera lamenta un dolore in corrispondenza della zon\r\na in cui è sorto il processo infettivo, compare febbre modica, si osservano la formazione di pseudomembrane sulla zona infetta e un arrossamento della zona circostante l'infezione.\\par\r\nCon un'opportuna terapia, oggi soprattutto basata sull'uso di antibi\r\notici, si ottiene la guarigione nel giro di poco tempo e si evita qualsiasi diffusione agli organi vicini.\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 ENDOMETRITE PUERPERALE\\par\r\nAbbiamo già accennato al fatto che la mucosa uterina costituisce, nei giorn\r\ni immediatamente seguenti il parto, un buon terreno per lo sviluppo dei germi patogeni, e che la permanenza nella cavità uterina di frammenti di placenta o di grossi coaguli di sangue favorisce grandemente l'impianto dei batteri. Per queste ragioni si co\r\nmprende perché la localizzazione dell'endometrio sia la più frequente sede dell'infezione puerperale, che prende il nome di endometrite puerperale.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 SINTOMI\\par\r\nEssa si manifesta con malessere generale, m\r\nal di testa, brivido di freddo, febbre (fino a 38-39°C) e polso frequente. L'utero non è dolente, finché l'infezione rimane limitata alla mucosa, ma quando si estende anche al \\cf17 \\ATXht80000 miometrio\\cf16 \\ATXht0 , compare dolore alla palpazione. Qua\r\nndo l'infezione è sostenuta da germi anaerobi (che si sviluppano e vivono in un ambiente privo di aria), l'utero si presenta di dimensioni maggiori di quelle corrispondenti all'epoca del puerperio in cui si trova la donna e i \\cf17 \\ATXht80000 lochi\\cf16 \\ATXht0 sono modificati in modo considerevole: la loro quantità aumenta, il loro colore diviene grigiastro e presentano odore di putrefazione. Quando invece sono in causa germi \\cf17 \\ATXht80000 piogeni\\cf16 \\ATXht0 (stafilococchi, streptococchi ecc.), \r\ni lochi non presentano grosse modificazioni, ma hanno un'azione molto irritante sulla pelle con cui vengono a contatto.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nSe opportunamente trattata, l'endometrite puerperale viene oggi facilmente dominata nel giro di poc\r\nhi giorni, a meno che non si verifichino fenomeni di resistenza agli antibiotici.\\par\r\nSebbene raramente, l'infezione può diffondersi dando origine a delle complicazioni che vanno prontamente trattate per evitare pericolose conseguenze. Oggi l'uso degli \r\nantibiotici fa regredire il processo infettivo in tempi abbastanza brevi.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx2220\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 FORME PROPAGATE\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 PARAMETRITE\\par\r\nCon il termine parametrite o \\cf17 \\ATXht80000 cellu\r\nlite\\cf16 \\ATXht0 pelvica s'indica l'estensione del processo infettivo al tessuto connettivo che si trova compreso tra le due pagine del legamento largo, disposto ai due lati dell'utero, e a quello che si trova nell'impalcatura del piccolo bacino. La pa\r\nrametrite può far seguito sia a una endometrite puerperale sia all'infezione delle lacerazioni del collo dell'utero o della parte alta della vagina. Un tempo era frequente, oggi è piuttosto rara.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 L'infezione si verifica d\r\ni solito da un solo lato e determina un intenso \\cf17 \\ATXht80000 edema\\cf16 \\ATXht0 del tessuto connettivo, causando il dispiegamento delle pagine del legamento largo e lo spostamento dell'utero verso il lato sano.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nI \r\nsintomi sono costituiti da febbre e dolore localizzato alla fossa iliaca e all'\\cf17 \\ATXht80000 ipogastrio\\cf16 \\ATXht0 (cioè la regione che occupa la parte mediana e inferiore dell'addome) del lato colpito.\\par\r\nPer mezzo dell'esplorazione \\cf17 \\ATXht80000 vaginale\\cf16 \\ATXht0 , il medico ha modo di rilevare la presenza di una massa molto dura posta lateralmente all'utero che ne impedisce lo spostamento e comprime il \\cf17 \\ATXht80000 fornice\\cf16 \\ATXht0 vaginale dello stesso lato.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nUn tempo, la parametrite si risolveva molto lentamente e poteva andare incontro a \\cf17 \\ATXht80000 suppurazione\\cf16 \\ATXht0 , determinando un \\cf17 \\ATXht80000 ascesso\\cf16 \\ATXht0 , che successivamente poteva aprirsi all'esterno attra\r\nverso una \\cf17 \\ATXht80000 fistola\\cf16 \\ATXht0 . Oggi, l'uso degli antibiotici permette non solo di prevenire la formazione dell'ascesso, ma anche di ottenere una guarigione del processo infettivo nel giro di un paio di settimane.\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 SALPINGO-OVARITE\\par\r\nE' caratterizzata dalla diffusione dell'infezione puerperale alla tuba, all'ovaio e, in certi casi, al \\cf17 \\ATXht80000 peritoneo\\cf16 \\ATXht0 che riveste questi organi e gli organi vicini (peritoneo pelvico).\r\n I germi patogeni, provenienti dalla cavità uterina, possono raggiungere la tuba e l'ovaio per vie diverse, secondo il \\cf17 \\ATXht80000 batterio\\cf16 \\ATXht0 responsabile dell'infezione, e cioè: per continuità lungo il lume tubarico, se l'infezione è d\r\novuta a gonococco, per via linfatica o per continuità attraverso il tessuto connettivo se l'infezione è dovuta a germi piogeni.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 L'infezione da gonococco è accompagnata dalla distruzione della mucosa che riveste il lume tu\r\nbarico, con conseguente occlusione della tuba; quella da germi piogeni invece tende a localizzarsi nella parete dell'organo, determinandone l'inspessimento e causando l'infiammazione del peritoneo che lo riveste. Quest'ultimo può contrarre aderenze con g\r\nli organi vicini, cosa che può provocare la formazione di angolazioni nella tuba od ostacolarne la mobilità: queste alterazioni possono successivamente esser causa di \\cf17 \\ATXht80000 sterilità\\cf16 \\ATXht0 o di \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 tubarica.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nLa salpingo-ovarite compare di solito verso il decimo-dodicesimo giorno di puerperio e fa seguito a un'endometrite puerperale. Si osserva ricomparsa di febbre e di malessere, accompagnata da un dolore localiz\r\nzato a una o a entrambe le fosse iliache, secondo che una o entrambe le tube siano state colpite.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nL'uso degli antibiotici permette di far regredire abbastanza rapidamente questa sintomatologia, tuttavia il processo infe\r\nttivo, anche guarito, può lasciare gravi conseguenze (occlusione delle tube, aderenze con organi vicini) che compromettono la possibilità di avere altre gravidanze (sterilità dopo un solo figlio).\\par\r\nIn alcuni casi, poi, l'infezione può divenire cronic\r\na e andare incontro a successive riacutizzazioni.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 PERITONITE GENERALIZZATA\\par\r\nPrima dell'introduzione dei sulfamidici e degli antibiotici ad ampio spettro nella terapia delle malattie infettive batteriche, la\r\n peritonite generalizzata si verificava con una certa frequenza, soprattutto quando l'infezione puerperale era determinata dagli streptococchi emolitici. Oggi, è fortunatamente molto rara e i sintomi da essa provocati non differiscono da quelli di una pe\r\nritonite di altra origine.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SEPSI PUERPERALE\\par\r\nSi parla di sepsi puerperale quando i batteri patogeni, anziché rimanere localizzati negli organi colpiti, sono immessi nel circolo sanguigno sia in modo continuativo (setticemia) sia\r\n sporadicamente (piemia). Si tratta di una complicazione molto grave, e talvolta poco controllabile, che, sia pur eccezionalmente, può ancor oggi mettere in pericolo la vita della puerpera.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 SINTOMI\\par\r\nLa comparsa di questa complicazione è caratterizzata da un brusco aumento della febbre accompagnato da brividi; l'aspetto della donna è molto sofferente; la lingua s'inaridisce; la pelle diventa secca e pallida; la quantità d\r\ni urine secrete diminuisce. Nei casi di piemia, la febbre presenta un andamento intermittente, con bruschi aumenti in corrispondenza dell'entrata in circolo dei germi patogeni. L'infezione può essere trasportata a organi lontani (ascessi metastatici).\r\n\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nLa terapia della sepsi puerperale richiede non solo l'uso di antibiotici, ma anche il ricorso a tutti quei mezzi che sono a disposizione del medico per sopperire alle funzioni dell'organismo, gravemente compromesse.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 TROMBOFLEBITE ILEO-FEMORALE\\par\r\nAbbiamo accennato al fatto che l'infezione puerperale può colpire le vene dell'utero, causando la distruzione dell'\\cf17 \\ATXht80000 endotelio\\cf16 \\ATXht0 che le riveste e la formazi\r\none di trombi che le occludono. Il processo può gradualmente propagarsi, raggiungendo vene di calibro sempre maggiore, fino a raggiungere le vene iliache e da queste discendere verso le vene femorali, dalle quali l'infezione ha preso il nome di trombofle\r\nbite ileo-femorale. Questa forma di infezione puerperale non deve essere confusa con la \\cf17 \\ATXht80000 flebotrombosi\\cf16 \\ATXht0 che, invece, non è dovuta a un processo infettivo.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 SINTOMI\\par\r\nLa tro\r\nmboflebite è preceduta, di solito, da alcuni giorni di modica febbre con polso frequente, senza che sia osservabile alcun segno caratteristico. Verso il decimo giorno di puerperio, si verifica un brusco aumento della febbre; compare dolore alla piega ing\r\nuinale del lato colpito; la gamba colpita, più frequentemente la sinistra, va incontro a un progressivo edema (gonfiore), si appesantisce e i suoi movimenti divengono dolorosi. Ciò è dovuto al fatto che l'infezione, occludendo la vena femorale, impedisce\r\n il deflusso del sangue della gamba, perciò la circolazione risulta gravemente ostacolata. L'ostacolo al deflusso del sangue determina una trasudazione del \\cf17 \\ATXht80000 plasma\\cf16 \\ATXht0 sanguigno al di fuori del vaso e quindi la formazione dell'\r\nedema. L'infezione e l'occlusione della vena colpita causano, poi, attraverso un riflesso nervoso, la costrizione delle arterie che distribuiscono il sangue all'arto: questo fatto, assieme al gran rallentamento della circolazione causato dall'occlusione \r\ndella vena, determina un insufficiente apporto di \\cf17 \\ATXht80000 ossigeno\\cf16 \\ATXht0 ai tessuti. Ciò, oltre a spiegare una parte della sintomatologia, determina anche un aumento della permeabilità dei vasi, contribuendo in questo modo ad accentuare\r\n l'edema.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nLa terapia consiste nel riposo a letto, con l'arto colpito elevato in modo che il calcagno si trovi più in alto del ginocchio e questo più in alto dell'anca. Oltre agli antibiotici sono indicati gli \\cf17 \\ATXht80000 anticoagulanti\\cf16 \\ATXht0 , il cui uso però deve essere fatto in ospedale a causa dello stretto controllo medico che esso richiede. Lo spasmo dei vasi sanguigni può essere combattuto mediante l'iniezione di \\cf17 \\ATXht80000 anestetici\\cf16 \\ATXht0 alla radice della coscia.\\par\r\nNonostante la terapia, il decorso della tromboflebite è molto lento: il dolore scompare di solito in una decina di giorni, ma il gonfiore persiste e la sua definitiva scomparsa è subordinata o alla ricanalizzazione della \r\nvena colpita (riformazione del lume del vaso) o alla formazione di un circolo collaterale efficiente (ricanalizzazione del flusso sanguigno attraverso una vena normale). In alcuni casi può essere indicata la \\cf17 \\ATXht80000 resezione\\cf16 \\ATXht0 del \r\ntratto di vena colpita.\\par",
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"Dida_Foto": "Infezione puerperale.\r\nLe vie di diffusione dell'infezione puerperale. Le frecce rosse indicano la via sanguigna, le gialle quella linfatica e le azzurre la diffusione per continuità attraverso la tuba.\r\n#",
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"Titolo": "DISTURBI PSICHICI DEL PUERPERIO",
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La loro frequenza rispetto al numero dei parti non è valutata in modo uniforme nelle numerose statistiche elaborate: da alcune si calcola che vi sia 1 caso o\r\ngni 300-400 parti, da altre che ve ne sia 1 su 2.000. La loro incidenza è comunque molto diminuita dopo l'introduzione dell'\\cf17 \\ATXht80000 asepsi\\cf16 \\ATXht0 che ha grandemente ridotto il numero delle infezioni puerperali: infatti, si è passati da u\r\nna percentuale del 14% circa, rispetto al numero delle donne ricoverate negli ospedali psichiatrici, ad una del 2-3%. Non è dimostrata l'esistenza di variazioni di frequenza tra le primipare e le multipare. I disturbi insorgono in genere a pochi giorni d\r\ni distanza dal \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 , solitamente entro le prime due settimane. Nella maggior parte dei casi si assiste all'esplosione improvvisa di uno stato di \\cf17 \\ATXht80000 confusione mentale\\cf16 \\ATXht0 , mentre manca ogni senso \r\ndi processo infettivo in atto; in particolare è assente la febbre. La malata è completamente disorientata rispetto al tempo e al luogo; non riconosce le persone che le stanno attorno; non comprende quanto le si dice e non v'è alcuna possibilità di stabil\r\nire un contatto con lei; dice frasi sconnesse, senza senso; spesso vi è una violenta agitazione motoria, ma non è raro uno stato di stupore (stato d'immobilità, con assenza di reazione agli stimoli) che può anche alternarsi a periodi d'intenso eccitament\r\no. Praticamente costanti sono le illusioni e le allucinazioni la cui esistenza può essere talvolta sospettata sulla base del comportamento della paziente. Da questi stati di confusione mentale che non s'accompagnano a sintomi d'infezione, vanno tenuti di\r\nstinti i casi in cui è invece presente un processo infettivo febbrile: si tratta di un'eventualità che attualmente è diventata rara, poiché da un lato l'applicazione di rigide norme asettiche ha di molto diminuito la frequenza delle infezioni puerperali \r\ne dall'altro gli \\cf17 \\ATXht80000 antibiotici\\cf16 \\ATXht0 permettono quasi sempre di stroncare l'infezione dall'inizio. Comunque, quando i disturbi mentali (che non si discostano in sostanza da quelli sopra descritti) insorgono in una \\cf17 \\ATXht80000 puerpera\\cf16 \\ATXht0 che presenti uno stato infettivo febbrile, la loro gravità ed evoluzione sono strettamente parallele a quella della sindrome infettiva: s'aggravano con il peggiorare di quest'ultima; migliorano fino a scomparire del tutto con la ri\r\nsoluzione e la scomparsa dell'infezione e della febbre. Il decorso delle psicosi puerperali non infettive è invece meno lineare: infatti, accanto a forme che rispondono bene alle cure e nello spazio di alcune settimane giungono a guarigione completa, ve \r\nne sono altre, non infrequenti, in cui i disturbi si prolungano per alcuni mesi e altre ancora, relativamente rare, che tendono a cronicizzarsi. Nei casi a evoluzione rapidamente favorevole la confusione mentale s'attenua gradatamente e la puerpera ritor\r\nna in condizioni psichiche di perfetta normalità. E' abbastanza frequente però che, con l'attenuarsi del grave quadro confusionale iniziale, vale a dire con il ritorno di uno stato di coscienza lucida (la puerpera ridiventa tranquilla, orientata nel luog\r\no e nel tempo, riconosce le persone che le stanno vicino, comprende e ricorda quanto le si dice) si delinei una sindrome depressiva: la malata appare triste, abbattuta e inerte, manifesta idee di insufficienza, di colpa e anche propositi di suicidio; più\r\n raramente alla confusione mentale succede uno stato di tipo maniacale, con esaltazione del tono dell'umore nel senso dell'allegria, iperattività e \\cf17 \\ATXht80000 logorrea\\cf16 \\ATXht0 (discorso rapido e fluente); melanconia e mania possono anche alt\r\nernarsi l'una all'altra, talvolta separate da periodi di benessere. Infine, in un numero fortunatamente piccolo di casi, si assiste alla trasformazione della confusione mentale (che, come ormai sappiamo, è sempre presente nella fase iniziale di ogni psic\r\nosi puerperale) in un quadro di tipo schizofrenico: la malata ritorna lucida, ma incomincia a manifestare idee deliranti (di persecuzione, di grandezza o di gelosia), spessissimo sostenute da allucinazioni (specialmente uditive), a presentare gravi distu\r\nrbi del pensiero, dell'affettività, della volontà tipici della \\cf17 \\ATXht80000 schizofrenia\\cf16 \\ATXht0 , a tenere un comportamento del tutto anormale e incomprensibile (completa indifferenza e distacco di fronte a ognuno e a ogni cosa, atti impulsivi\r\n ecc.). La comparsa di questi disturbi quando la puerpera ha già riacquistato la lucidità della coscienza (e con essa la capacità di orientarsi, di prestare attenzione, di ricordare e di comprendere) ha purtroppo un cattivo significato prognostico: si pu\r\nò infatti prevedere che le alterazioni psichiche tenderanno ad assumere un decorso cronico, che è appunto quello proprio della schizofrenia. Questi casi, per altro piuttosto rari, che evolvono verso la schizofrenia, lasciano supporre che la psicosi puerp\r\nerale possa agire non nel senso di causare direttamente la malattia mentale (per la quale, come è noto, si ammette un'origine endogena, legata cioè a fattori, a processi, ancora imperfettamente conosciuti, \"interni\" all'organismo), ma nel senso di scaten\r\narla; il puerperio e la psicosi a esso correlata favorirebbero cioè l'esplosione di una schizofrenia di cui preesistevano nell'organismo la disposizione e i fattori capaci di provocarla. D'altra parte non sempre è possibile escludere con certezza che la \r\nmalattia esistesse già prima del parto, magari in forma attenuata e tale quindi da sfuggire alla diagnosi: nel puerperio, quando la donna è sotto la diretta osservazione del medico e quando potrebbe verificarsi un aggravamento dei disturbi preesistenti, \r\nsi determina una condizione in cui è più facile che la schizofrenia sia diagnosticata. L'esplosione di una schizofrenia durante il puerperio può rappresentare una semplice coincidenza: a questo proposito è stato giustamente notato che l'età tra i venti e\r\n i trenta anni è quella in cui da un lato i parti sono più frequenti e dall'altro la schizofrenia insorge più spesso. Diciamo questo perché, di fronte al manifestarsi della schizofrenia dopo un parto (specialmente quando questo sia stato complicato da un\r\na psicosi puerperale), esso non sia considerato quale causa prima dell'origine della malattia: soltanto uno studio approfondito del caso può consentire allo psichiatra di giungere a una conclusione al riguardo. La possibilità che una donna, la quale abbi\r\na presentato una psicosi puerperale, possa manifestare disturbi psichici analoghi in occasione di successive gravidanze costituisce un'eventualità abbastanza frequente: di ciò va tenuto conto per attuare gli opportuni provvedimenti. Da alcuni è sostenuta\r\n l'opportunità di evitare un'ulteriore gravidanza quando nella donna si sia manifestata una psicosi puerperale. Quali sono le cause della psicosi puerperale? E' questo un argomento complesso e dibattuto sul quale sono state avanzate numerose ipotesi e te\r\norie. Attualmente si tende ad ammettere che nello scatenare le psicosi puerperali intervengano sempre molteplici fattori: costituzionali, endocrini, tossici, infettivi, psicologici (riconducibili in sostanza a quelli discussi a proposito dei disturbi psi\r\nchici in corso di gravidanza); ognuno di essi riveste naturalmente, secondo i casi, importanza maggiore o minore. Per quanto riguarda la terapia delle psicosi della maternità in generale, essa è diversa per i disturbi psiconevrotici della gravidanza e pe\r\nr le psicosi del puerperio. Nel primo caso può rivelarsi utile, in aggiunta ad opportuni farmaci \\cf17 \\ATXht80000 sedativi\\cf16 \\ATXht0 , la \\cf17 \\ATXht80000 psicoterapia\\cf16 \\ATXht0 intesa a chiarire alla donna la natura e il significato dei suoi co\r\nnflitti psicologici. Il trattamento delle psicosi puerperali è basato, oltre che sull'impiego di tutti i mezzi di cui attualmente la \\cf17 \\ATXht80000 psichiatria\\cf16 \\ATXht0 dispone (farmaci sedativi soprattutto), sulla cura degli eventuali squilibri \r\nendocrini e dei possibili elementi infettivi e tossici che hanno scatenato il quadro psicotico.\\par",
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"Titolo": "PATOLOGIA NEONATALE: FATTORE Rh",
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Il meccanismo con cui questa complicazione, chiamata malattia emolitica del neonato, si manifesta è piuttosto complicato e dipende dall'\\cf17 \\ATXht80000 incompatibilità\\cf16 \\ATXht0 tra sangue della madre e sangue del feto rispetto ad un particolare fattore: il fattore Rh.\\par\r\nCom'è noto, il sangue non è identico in tutti gli esseri umani, ma esistono diversi gruppi sanguigni, i più conosciuti dei quali sono i gruppi A,\r\n B, 0 e AB. La distinzione in gruppi è determinata da due fatti: da un lato, dalla presenza nei globuli rossi di particolari sostanze chiamate agglutinogeni gruppo-specifici e indicate con le lettere A e B; dall'altro, dal\r\nla presenza nel \\cf17 \\ATXht80000 plasma\\cf16 \\ATXht0 sanguigno (cioè nella parte liquida del sangue) degli stessi individui d'altre sostanze, dette agglutinine, speciali anticorpi capaci di determinare l'\\cf17 \\ATXht80000 agglutinazione\\cf16 \\ATXht0 e\r\n la distruzione dei globuli rossi che contengono gli agglutinogeni corrispondenti ad essi. Per esempio, se un individuo ha sangue di gruppo A, ciò significa che nei suoi globuli rossi è presente l'\\cf17 \\ATXht80000 agglutinogeno\\cf16 \\ATXht0 A, mentre n\r\nel suo plasma è presente l'\\cf17 \\ATXht80000 agglutinina\\cf16 \\ATXht0 anti-B, perché altrimenti avverrebbe l'agglutinazione dei globuli rossi. Negli individui di gruppo 0, i globuli rossi non contengono né l'agglutinogeno A né l'agglutinogeno B, mentre \r\nnel loro plasma si trova sia l'agglutinina anti-A sia l'agglutinina anti-B. Nel sangue di gruppo AB, i globuli rossi contengono entrambi gli agglutinogeni (A e B), mentre il plasma non contiene né l'agglutinina anti-A né l'agglutinina anti-B. Come si ved\r\ne, salvo che in quest'ultimo caso, nel plasma sono sempre presenti agglutinine, perciò i globuli rossi che fossero introdotti per mezzo di una \\cf17 \\ATXht80000 trasfusione\\cf16 \\ATXht0 nel sangue di un individuo di \\cf17 \\ATXht80000 gruppo sanguigno\\cf16 \\ATXht0 diverso, sarebbero immediatamente agglutinati e distrutti, con le gravissime conseguenze che ciò comporta.\\par\r\nAccanto ai gruppi sanguigni principali, possono coesistere altri gruppi meno conosciuti, caratterizzati dal fatto che i globuli ross\r\ni contengono gli agglutinogeni specifici, ma il plasma non contiene agglutinine, pur essendo l'organismo capace di produrle dopo essere stato a contatto con globuli rossi di gruppo sanguigno diverso.\\par\r\nIl più importante dei gruppi di questa categoria \r\nè rappresentato appunto dal fattore Rh, da Macacus Rhesus, la scimmia nei cui globuli rossi fu inizialmente scoperto, che è presente nei globuli rossi dell'83% circa degli esseri umani, che per questo sono indicati come Rh-positivi (Rh+). Nel rimanente 1\r\n7% il fattore Rh è assente: essi vengono perciò indicati come Rh-negativi (Rh-). Nel plasma di questi individui Rh-negativi (in un certo senso paragonabili a quelli di gruppo 0) non è presente l'agglutinina anti-Rh; e in ciò sta la differenza rispetto ag\r\nli individui di gruppo 0 (nel cui plasma sono presenti le agglutinine anti-A e anti-B). Tuttavia essi sono capaci di elaborarla dopo che siano venuti a contatto (in seguito a una trasfusione di sangue, per esempio) con globuli rossi Rh-positivi. In altre\r\n parole, se a una persona Rh-negativa è praticata una prima trasfusione con sangue Rh-positivo, questa non determina immediatamente alcun inconveniente, ma stimola la produzione di agglutinine anti-Rh (la cui formazione richiede un certo tempo), che rima\r\nngono a lungo presenti nel sangue. Si afferma che questo individuo, il cui sangue appartiene al gruppo sanguigno Rh-negativo, è stato sensibilizzato al fattore Rh. Se a questo stesso individuo, dopo un certo periodo, è praticata una seconda trasfusione d\r\ni sangue Rh-positivo, le agglutinine anti-Rh prodotte precedentemente e tuttora presenti determinano l'agglutinazione e la distruzione dei globuli rossi trasfusi.\\par",
"ID": 204,
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"Dida_Foto": "Isoimmunizzazione Rh.\r\nMeccanismi attraverso i quali si giunge alla malattia emolitica da incompatibilità Rh. Nella prima gravidanza in cui la madre Rh-negativa (Rh -) si ha un feto Rh-positivo (Rh +) (perché il padre è Rh-positivo, Rh +), non si verifica alcun fenomeno dannoso fino al momento del parto, quando, per piccoli traumi può avvenire facilmente un passaggio di globuli rossi fetali nel sangue materno, con formazione da parte della madre di anticorpi anti-Rh. Nella gravidanza successiva gli anticorpi che attraversano la barriera placentare possono passare dalla madre al feto. Se questo è Rh-positivo, gli anticorpi anti-Rh distruggono i globuli rossi fetali, provocando un processo di emolisi. Nel riquadro, schema del test di Coombs, fondamentale per individuare la presenza di anticorpi antieritrociti nell'ittero emolitico del neonato da incompatibilità Rh materno-fetale.\r\n#",
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"Titolo": "RUOLO DEL FATTORE Rh NELLA GRAVIDANZA",
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"Titolo": "EREDITARIETA' DEL FATTORE Rh",
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Se i due geni sono uguali fra loro, l'indi\r\nviduo è detto omozigote per quel determinato carattere; se invece i due geni sono diversi, l'individuo è detto eterozigote per quel carattere.\\par\r\nIn certi casi, gli individui eterozigoti per un certo carattere presentano un aspetto intermedio tra quell\r\ni determinati dai due geni; ma in altri casi, gli individui eterozigoti manifestano l'aspetto di uno solo dei due geni, come se l'altro non ci fosse: il gene che si manifesta si dice dominante sull'altro, che è chiamato recessivo.\\par\r\nNel caso del fatto\r\nre Rh, il carattere Rh-positivo è dominante sul carattere Rh-negativo (in realtà le cose non sono così semplici, perché il fattore Rh non è composto di un singolo \\cf17 \\ATXht80000 agglutinogeno\\cf16 \\ATXht0 , bensì da sei agglutinogeni distinti, denomin\r\nati C, D, E, c, d, e ciascuno dei quali è in grado, almeno in teoria, di stimolare la produzione di agglutinine da parte d'individui i cui globuli rossi non lo contengono. Tuttavia, in pratica, uno solo di essi, l'agglutin\r\nogeno D, è la causa della produzione di agglutinine).\\par\r\nPerciò se un individuo è Rh-negativo, vuol dire che senz'altro possiede entrambi i geni Rh-negativi, mentre se è Rh-positivo, ci sono due possibilità: o possiede entrambi i geni Rh-positivi, è ci\r\noè omozigote per il carattere Rh-positivo, oppure possiede un gene Rh-positivo e uno Rh-negativo; quest'ultimo, essendo recessivo, non si manifesta, e l'individuo è Rh-positivo. Questo fatto è importante per quanto riguarda la trasmissione del fattore Rh\r\n ai figli, giacché la malattia emolitica del neonato può manifestarsi quando la madre è Rh-negativa e il padre Rh-positivo.\\par\r\nAl momento della formazione degli ovuli e degli spermatozoi, le coppie di geni di cui ciascun individuo è dotato si separano,\r\n e in ogni \\cf17 \\ATXht80000 ovulo\\cf16 \\ATXht0 e in ogni \\cf17 \\ATXht80000 spermatozoo\\cf16 \\ATXht0 viene a trovarsi un solo gene di ogni coppia. Negli individui Rh-negativi, ciascun ovulo o ciascuno spermatozoo possederà un gene Rh-negativo; negli in\r\ndividui Rh-positivi omozigoti, tutti gli ovuli o tutti gli spermatozoi conterranno un gene Rh-positivo. Nel caso invece degli individui Rh-positivi, ma eterozigoti, la metà degli ovuli o la metà degli spermatozoi porterà un gene Rh-positivo, mentre l'alt\r\nra metà porterà evidentemente un gene Rh-negativo.\\par\r\nNel caso particolare di una donna Rh-negativa, con un marito Rh-positivo, che è il caso che c'interessa, tutti gli ovuli saranno evidentemente portatori del carattere Rh-negativo, mentre per quanto \r\nriguarda gli spermatozoi, se il padre è omozigote per il carattere Rh-positivo, tutti gli spermatozoi porteranno il carattere Rh-positivo, se invece è eterozigote, metà di essi porterà il carattere Rh-positivo e metà il carattere Rh-negativo.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Vediamo ora che cosa succede al momento della \\cf17 \\ATXht80000 fecondazione\\cf16 \\ATXht0 , cioè nel momento in cui, dopo la fusione delle due cellule germinali, maschile e femminile, si determinano i caratteri ereditari del nuovo ess\r\nere. Se il padre è omozigote per il carattere Rh-positivo, l'ovulo (portatore del carattere Rh-negativo) incontrerà sicuramente uno spermatozoo portatore del carattere Rh-positivo (perché tutti gli spermatozoi sono portatori di questo carattere): il \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 sarà sicuramente Rh-positivo, anche se eterozigote per questo carattere.\\par\r\nSe invece il padre è eterozigote per il fattore Rh-positivo, solo metà degli spermatozoi conterrà il carattere Rh-positivo, mentre l'altra metà c\r\nonterrà il carattere Rh-negativo. Perciò il feto che è concepito avrà il 50% di probabilità di essere Rh-positivo (nel caso che l'ovulo incontri uno spermatozoo portatore del carattere Rh-positivo) e il 50% di probabilità di essere Rh-negativo (nel caso \r\nche l'ovulo incontri uno spermatozoo portatore del carattere Rh-negativo).\\par\r\nCome si vede, quindi, anche se il marito di una donna Rh-negativa è Rh-positivo, non è certo che tutti i figli siano Rh-positivi: lo saranno tutti solo se il padre è omozigot\r\ne per il carattere Rh-positivo, mentre solo la metà dei figli (intesa statisticamente, ossia il 50%) lo sarà se il padre è eterozigote.\\par",
"ID": 206,
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"Dida_Foto": "Trasmissione ereditaria del fattore Rh.\r\nCiascun individuo riceve due caratteri ereditari, uno dal padre e uno dalla madre. Se i caratteri sono uguali, l'individuo si dice omozigote: ci potranno essere omozigoti Rh- positivi (Rh +) e omozigoti Rh-negativi (Rh -). Dal concepimento di un figlio di madre Rh – e padre Rh + si presentano tre casi. Con genitori entrambi omozigoti, il figlio riceverà il carattere positivo dal padre e negativo dalla madre e sarà Rh +, eterozigote (A). Se il padre è eterozigote e il figlio riceve il carattere negativo sia dal padre sia dalla madre, il figlio sarà Rh -, omozigote (B). Se il padre eterozigote trasmette al figlio il carattere Rh +, il figlio sarà Rh +, eterozigote (C). Nella prima e nella terza combinazione, quindi, si ha il concepimento di un figlio Rh + da madre Rh , presupposto all'instaurarsi della malattia emolitica fetoneonatale.\r\n#",
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"Titolo": "MALATTIA EMOLITICA DEL NEONATO",
"Codice": "PU06C",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\f1 \\cf16 MALATTIA EMOLITICA DEL NEONATO\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 E' un'evenienza molto rara che alla prima \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 si manifesti la malattia emoli\r\ntica del neonato o \\cf17 \\ATXht80000 eritroblastosi\\cf16 \\ATXht0 fetale, per le cause precedentemente spiegate. E' importante inoltre sapere che nonostante la frequenza delle discordanze dei gruppi tra coniugi, la malattia da \\cf17 \\ATXht80000 incompati\r\nbilità\\cf16 \\ATXht0 Rh è relativamente rara e che in molte donne l'\\cf17 \\ATXht80000 immunizzazione\\cf16 \\ATXht0 avviene dopo numerose gravidanze.\\par\r\nGià questi fattori sono sufficienti a stabilire una certa rarità della malattia. Nei casi però in cu\r\ni c'è stata una precedente \\cf17 \\ATXht80000 sensibilizzazione\\cf16 \\ATXht0 materna e la formazione quindi d'anticorpi anti-Rh, sarà necessario eseguire una serie d'indagini atte a svelare non solo la presenza di questi anticorpi, ma la loro quantità e \r\nil danno che si manifesta a carico dell'organismo fetale in \\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nGli anticorpi anti-Rh sono rivelati attraverso un \\cf17 \\ATXht80000 esame\\cf16 \\ATXht0 che prende il nome di \\cf17 \\ATXht91176 test di Coombs\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nUna volta stabilito che esistono anticorpi, poiché è noto che questi ultimi attraversano la barriera placentare ed entrano nell'organismo fetale, dove circolano globuli rossi portatori di \\cf17 \\ATXht80000 agglu\r\ntinogeno\\cf16 \\ATXht0 Rh-positivo, è necessario stabilire fino a che punto le agglutinine anti-Rh abbiano provocato la malattia nel \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 Le manifestazioni cliniche dovute a presenza di an\r\nticorpi sono: la patologia intrauterina, quale \\cf17 \\ATXht80000 aborto\\cf16 \\ATXht0 tardivo, morte fetale, \\cf17 \\ATXht80000 anasarca\\cf16 \\ATXht0 feto-placentare (\\cf17 \\ATXht80000 edema\\cf16 \\ATXht0 diffuso a carico del feto e della \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 ); le sindromi post-natali: \\cf17 \\ATXht80000 ittero\\cf16 \\ATXht0 grave e nucleare e \\cf17 \\ATXht80000 anemia\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Tutte queste manifestazioni costituiscono quella forma morbosa che va so\r\ntto il nome di malattia emolitica, la quale si manifesta in maniera ingravescente nei figli successivi, dando luogo alle manifestazioni più leggere nei primi figli e a quelle più gravi nei figli che vengono in seguito.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx3060\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 ANASARCA FETO-PLACENTARE\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 In questo caso il feto può nascere vivo, abitualmente prematuro e con un potere di sopravvivenza solo di poche ore. L'aspetto è molto particolare: tutto l'organismo è imbibito di acq\r\nua, la faccia gonfia, l'\\cf17 \\ATXht80000 addome\\cf16 \\ATXht0 espanso a causa dell'ingrossamento del \\cf17 \\ATXht80000 fegato\\cf16 \\ATXht0 e della \\cf17 \\ATXht80000 milza\\cf16 \\ATXht0 che spesso si accompagna alla presenza di liquido in addome. La pla\r\ncenta è molto estesa, talvolta supera il peso del feto stesso. Tutto questo è dovuto alla grave anemia e allo stato tossico generalizzato.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx2985\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 ITTERO GRAVE DEL NEONATO\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Avvien\r\ne per accumulo di bilirubina che rappresenta un prodotto di degradazione dell'\\cf17 \\ATXht80000 emoglobina\\cf16 \\ATXht0 , liberatasi dai globuli rossi a causa dell'\\cf17 \\ATXht80000 emolisi\\cf16 \\ATXht0 (rottura dei globu\r\nli rossi). L'organismo fetale nel tentativo di sostituire i globuli rossi distrutti fabbrica nuovi globuli rossi e li mette in circolo ancora immaturi sotto forma di eritroblasti, da qui il nome di eritroblastosi fetale. La bilirubina può accumularsi in \r\ntutti gli organi, anche nel \\cf17 \\ATXht93516 sistema nervoso\\cf16 \\ATXht0 , e in questo caso si manifesta la forma più grave: l'ittero nucleare.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1935\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 ITTERO NUCLEARE\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 E' così \r\ndetto a causa dell'accumulo di bilirubina nei nuclei della base del \\cf17 \\ATXht80000 cervello\\cf16 \\ATXht0 . L'evoluzione di questa malattia è molto grave, spesso mortale, ma quando si verifica la sopravvivenza, i deficit nervosi sono tali per cui sia d\r\nal punto di vista psichico che dal punto di vista motorio occorrono delle alterazioni molto gravi che rimarranno per tutta la durata della vita.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx2805\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 INTERVENTO TERAPEUTICO\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Un\r\na volta stabilita la presenza di anticorpi materni, è necessario condurre delle indagini anche sul feto e verificare il grado di anemia. Ciò è possibile attraverso una serie di indagini . Esistono due possibilità nell'intervento terapeutico verso questi \r\nfeti:\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\li135\\fi-135\\ATXbrdr0 - se il grado di anemia è lieve, è conveniente anticipare il \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 e prepararsi alla sostituzione completa del \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 nel neonato con un procedi\r\nmento denominato \\cf17 \\ATXht80000 exsanguinotrasfusione\\cf16 \\ATXht0 ;\\par\r\n- se il grado di anemia è grave e il feto non abbastanza maturo per vivere al di fuori dell'organismo materno, è necessario, in attesa che si raggiunga la maturità, praticare de\r\nlle trasfusioni intrauterine ripetute nel tempo, iniettando con una tecnica molto particolare dei globuli rossi nel \\cf17 \\ATXht80000 peritoneo\\cf16 \\ATXht0 del feto, allo scopo di sostituire quelli distrutti con l'emolisi.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\li0\\fi0\\ATXbrdr0 Raggiunta la maturità il feto sarà fatto nascere e sottoposto a \\cf17 \\ATXht80000 trasfusione\\cf16 \\ATXht0 totale. Grazie a questi procedimenti terapeutici, l'evoluzione della malattia è molto migliorata negli ultimi anni, ma soprattutto il gr\r\nan passo avanti nella \\cf17 \\ATXht80000 profilassi\\cf16 \\ATXht0 anti-Rh consente di affermare che nel giro di pochi anni questo tipo di malattia sarà destinata a scomparire, se la prevenzione sarà effettuata in maniera globale a tutte le pazienti Rh-neg\r\native dopo il primo parto o dopo il primo aborto.\\par\r\nE' addirittura in sperimentazione la possibilità di praticare la profilassi durante la gravidanza stessa. Questa consiste nella somministrazione di agglutinine anti-Rh in un momento in cui i globuli \r\nrossi fetali Rh-positivi circolano nel sangue materno Rh-negativo. La proprietà di queste agglutinine è di neutralizzare l'effetto degli agglutinogeni Rh fetali, prima ancora che l'organismo materno fabbrichi gli anticorpi contro di essi. L'impiego della\r\n profilassi anti-Rh è stata una delle più grandi conquiste dell'Ostetricia moderna.\\par",
"ID": 207,
"Foto": "PU06C_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Exsanguinotrasfusione.\r\nConsiste nel sostituire gradualmente e completamente il sangue del neonato Rh +, dato alla luce da una madre Rh -, con sangue Rh -; i cui globuli rossi non vengono distrutti dalle agglutinine anti-Rh prodotte dalla madre ed entrate nel circolo sanguigno del neonato. Sono messe al confronto le immagini al microscopio ottico di sangue normale e di sangue in caso di incompatibilità del fattore Rh. In quest'ultimo fra gli elementi maturi sono visibili elementi immaturi (eritroblasti). La loro presenza è dovuta al fatto che i globuli rossi vengono agglutinati e distrutti in grande quantità dalle agglutinine anti-Rh, quindi, gli organi che hanno il compito di produrre i globuli rossi, dovendo sostituire rapidamente quelli distrutti, immettendo in circolo parecchi elementi che non hanno ancora compiuto il loro ciclo maturativo.\r\n#",
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"Dida_Movie": "@",
"Vedi_Anche": "ANEMIE EMOLITICHE 21159#"
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{
"Titolo": "MEDICINA DEL BAMBINO",
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"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx4080\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 MEDICINA DEL BAMBINO\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Le caratteristiche peculiari della medicina del bambino derivano proprio dalla peculiarità che l'\"Esse\r\nre\" bambino presenta, soprattutto nei primi anni di vita. E' fuor di dubbio che le premesse per la nascita di un bimbo sano e vitale sono poste già nella fase iniziale della \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 , momento particolarmente a rischio so\r\nprattutto d'infezioni molto pericolose per il \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 in via di formazione; mentre le buone condizioni di salute e d'alimentazione della futura madre, unite ad un \"sano\" stile di vita sono in ogni caso un'importante \"garanzia\r\n di buona salute\" per il neonato. Molti progressi si sono compiuti nell'ambito della diagnosi prenatale, di patologie fetali e nell'assistenza perinatale, soprattutto di nati molto prematuramente e di peso molto basso, che fino a non molti anni or sono e\r\nrano destinati a non sopravvivere.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Negli ultimi venti anni un'era nuova è iniziata anche riguardo all'alimentazione del piccolo bambino. Una corretta alimentazione nei primi anni di vita è, infatti, importante sia per con\r\nsentire un buon accrescimento \\cf17 \\ATXht80000 somatico\\cf16 \\ATXht0 sia per prevenire l'insorgenza di patologie invalidanti dell'adulto, quali: \\cf17 \\ATXht80000 diabete\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 obesità\\cf16 \\ATXht0 , malattie cardiovascolari,\r\n che spesso trovano la loro origine nell'età infantile.\\par",
"ID": 208,
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"Titolo": "NEONATO",
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"ID": 209,
"Foto": "MEB01_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Ecografia di feto.\r\nImmagine di feto in età superiore alle 12 settimane, ottenuta tramite l'indagine ecografica.\r\n#",
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"Titolo": "NASCITA",
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la\r\n pinzatura del cordone ombelicale interrompe in modo definitivo le connessioni con la placenta e quindi con l'organismo materno: il bambino è \"nato\" e la mamma può finalmente vederlo appoggiato sul proprio ventre.\\par\r\nEntro pochi secondi, indotti dagli \r\nstimoli tattili e dalla temperatura esterna più bassa, si compiono i primi atti respiratori accompagnati, di solito, dal primo vagito.\\par\r\nChi assiste al parto dà una prima valutazione della vitalità del neonato assegnando ad uno e a cinque minuti di vi\r\nta il punteggio di Apgar, che prende il nome della dottoressa americana che l'ha ideato.\\par\r\nQuesto punteggio, che va da 0 a 10, si calcola assegnando da 0 a 2 punti a ciascuno dei cinque parametri che esprimono la funzionalità dei principali organi vit\r\nali.\\par\r\nIl risultato della somma dei singoli punti consente di classificare i neonati in: normali (Punteggio da 7 a 10); moderatamente depressi (punteggio da 4 a 6); gravemente depressi (punteggio da 0 a 3).\\par\r\nIl piccolo è quindi affidato alla pueri\r\ncultrice per il peso e le prime cure: un delicato bagno di pulizia, nell'acqua a 37°C, per asportare i residui di sangue e muco rimasti sulla cute avendo però cura di rispettare il più possibile la vernice caseosa ancora eventualmente presente sul corpo;\r\n la medicazione con garze sterili del moncone, residuo del cordone ombelicale, precedentemente serrato in una piccola molletta di plastica; la \\cf17 \\ATXht80000 profilassi\\cf16 \\ATXht0 , con collirio o pomata antibiotica instillati negli occhi, contro ev\r\nentuali congiuntiviti (temibili quelle da \\cf17 \\ATXht80000 gonococco\\cf16 \\ATXht0 ) contratte durante il parto nel caso in cui la mamma fosse stata affetta da qualche infezione ginecologica; la somministrazione di vitamina K, in gocce o per via intramus\r\ncolare, per prevenire possibili manifestazioni emorragiche.\\par\r\nAl termine di queste delicate operazioni il neonato è posto per qualche ora in una culla termica, attentamente sorvegliato dal personale di assistenza; trovandosi in un'atmosfera più calda \r\n(la temperatura all'interno è di circa 30°C) e più ricca di \\cf17 \\ATXht80000 ossigeno\\cf16 \\ATXht0 egli si tranquillizza e si rilassa.\\par\r\n\\pard\\tx0\\ATXts0\\ATXbrdr0 Più tardi il pediatra, con un accurato esame obiettivo, ricontrollerà le funzioni vita\r\nli e valuterà l'integrità fisica del bambino esaminando occhi, naso, orecchie, la forma e le dimensioni della testa; la pervietà degli orifizi, bocca e ano (per escludere fissurazioni del palato o atresie); la conformazione dei genitali esterni; la forma\r\n e la simmetria degli arti.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Finalmente vestito e contrassegnato da una fascetta di identificazione posta al polso, su cui sono scritti cognome, nome della madre e data di nascita, il piccolo è pronto per essere trasferito\r\n nella \\cf17 \\ATXht80000 nursery\\cf16 \\ATXht0 dove avrà inizio la sua prima giornata di vita \"sociale\".\\par\r\nQuest'iniziale fase della vita definita periodo perinatale, che si estende dall'inizio del \\cf17 \\ATXht80000 travaglio\\cf16 \\ATXht0 o dal momen\r\nto di rottura delle membrane (indicato dalla perdita delle acque) al termine delle prime ventiquattro ore, riveste una straordinaria importanza poiché è il momento in cui ogni essere vivente corre, in assoluto, il maggior numero di rischi connessi prima \r\nall'evento nascita e poi al compimento dei processi di adattamento alla vita autonoma in un ambiente non ancora perfettamente congeniale e carico di insidie a lui sconosciute.\\par",
"Dida_Foto": "Cordone ombelicale.\r\nLegatura del cordone ombelicale fatta con un'apposita pinza di plastica.\r\n#Valutazione del neonato secondo Apgar.\r\n#Prime cure agli occhi.\r\nUn medico instilla nell'occhio di un neonato alcune gocce di un collirio antibiotico. Tale profilassi mira a prevenire infezioni oculari da gonococco che, se non trattate, possono portare anche a cecità completa.\r\n#",
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"Titolo": "ETA' NEONATALE",
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"ID": 211,
"Foto": "MEB01B_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Griglia di Denver classificazione dei neonati in base al peso e all'età gestazionale.\r\n#",
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"Vedi_Anche": "@"
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"Titolo": "CARATTERISTICHE DEL NEONATO",
"Codice": "MEB01C",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx4350\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 CARATTERISTICHE DEL NEONATO A TERMINE\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Il \\ATXul1024 \\cf17 \\ATXht774 peso\\ATXul0 \\cf16 \\ATXht0 oscilla tra i 2500 e i\r\n 4500 grammi (o più), ed è influenzato, oltre che da fattori costituzionali e razziali, dalle condizioni di nutrizione della madre e dalla durata della \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 . La statura, compresa tra i 46 e i 56 centimetri, è mediame\r\nnte superiore nei soggetti di sesso maschile.\\par\r\nIl cranio, le cui ossa non ancora saldate consentono di apprezzare al tatto le linee di sutura e le parti fibrose dette \"fontanelle\", è particolarmente voluminoso (un quarto della lunghezza totale) e spe\r\nsso deformato o molto allungato per la presenza del tumore da \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 edema\\cf16 \\ATXht0 dei tessuti del \\cf17 \\ATXht80000 cuoio capelluto\\cf16 \\ATXht0 in corrispondenza della parte del capo che per prim\r\na si affaccia al collo dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 dilatato. I capelli, più spesso cortissimi, talvolta folti e molto fini, sono in ogni caso destinati a cadere per lasciar posto a quelli che formeranno la capigliatura permanente. I lineam\r\nenti del volto del neonato possono apparire schiacciati o tumefatti; il collo e gli arti sono tozzi; il \\cf17 \\ATXht80000 torace\\cf16 \\ATXht0 cilindrico, con le coste piuttosto orizzontali, si continua con l'\\cf17 \\ATXht80000 addome\\cf16 \\ATXht0 molto \r\nvoluminoso e tondeggiante.\\par\r\nLa cute al momento della nascita è ricoperta dalla vernice caseosa, una sostanza grassa, traslucida, di colore biancastro, che durante la vita intrauterina serve ad impedirne la macerazione \r\nda parte del \\cf17 \\ATXht9211 liquido amniotico\\cf16 \\ATXht0 ; la vernice caseosa rimasta sulla cute dopo il primo bagnetto scompare completamente nelle ore successive e lascia scoperta la pelle, delicatissima e vellutata, di colorito rosso acceso, ricop\r\nerta da una fine lanugine che sparirà spontaneamente entro la prima settimana.\\par\r\nFrequentemente sulle palpebre, sulla fronte e sulla nuca si notano chiazze di colore rosso intenso, che si scuriscono ulteriormente durante il pianto, dovute a dilatazion\r\ne dei vasi cutanei superficiali (\\cf17 \\ATXht80000 teleangectasie\\cf16 \\ATXht0 ) dette \"segni della cicogna\"; col passare dei mesi scompaiono spontaneamente, senza lasciare alcuna traccia.\\par\r\nGli occhi sono di un indefinibile colore blu-grigio, destina\r\nto a mutare nella gran maggioranza dei casi; a livello della congiuntiva e delle sclere sono presenti talvolta, specie se il parto è stato difficile, piccole emorragie che si riassorbono rapidamente e non compromettono la funzione visiva. Il neonato non \r\nriesce a mettere perfettamente a fuoco le immagini, ma reagisce, strizzando le palpebre, allo stimolo di una luce violenta e segue con gli occhi gli spostamenti di un oggetto grosso e vicino.\\par\r\nSulla mucosa orale, in corrispondenza delle gengive nude,\r\n sono talvolta evidenti piccoli rigonfiamenti di colore bianco, perlaceo (perle epiteliali) che scompaiono entro qualche settimana; raramente si può notare, nella sede degli incisivi inferiori, un piccolissimo dente destinato ben presto a cadere.\\par\r\n\\pard\\tx0\\tx3630\\ATXts0\\ATXbrdr0 Le gambe, lievemente arcuate (\\cf17 \\ATXht80000 varismo\\cf16 \\ATXht0 fisiologico), si lasciano divaricare con facilità e non offrono alcuna resistenza se si cerca di ruotarle verso l'esterno. Le mani sono strette a pugno e l\r\ne dita si serrano fortemente intorno ad un piccolo oggetto o ad un dito posto sul palmo.\\par",
"ID": 212,
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"Vedi_Anche": "@"
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{
"Titolo": "PRIME REAZIONI DEL NEONATO",
"Codice": "MEB01D",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3270\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 LE SUE PRIME REAZIONI\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Nei momenti di veglia il neonato facilmente piange; il pianto è il suo unico linguaggio che la \r\nmamma imparerà presto a conoscere; non sempre significa fame, può essere provocato da una sensazione sgradevole (come il pannolino bagnato), da una posizione poco confortevole, dal troppo caldo o dal troppo freddo, oppure semplicemente dal bisogno di ess\r\nere coccolato.\\par\r\n\\pard\\tx0\\ATXts0\\ATXbrdr0 Il pianto può causare l'insorgenza di spasmi e tremori che peraltro possono verificarsi anche all'improvviso, in una situazione d'assoluta tranquillità oppure essere scatenati da un rumore o una sollecitazion\r\ne improvvisa.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Il \\cf17 \\ATXht93516 sistema nervoso\\cf16 \\ATXht0 non ha ancora raggiunto la sua completa maturità, i movimenti del neonato non sono finalizzati, ma globali: è sempre tutto il corpo che si muove, come scoss\r\no da un fremito, le braccia si tendono verso l'alto o si allargano, la testa e il tronco si piegano in avanti.\\par\r\nTenendo il bambino in posizione eretta, coi piedini che sfiorano la culla, si vede sollevare prima un piede poi l'altro, come se volesse c\r\namminare (riflesso di deambulazione); se dalla posizione seduta si lascia improvvisamente cadere togliendogli il sostegno, le sue braccia si tendono verso l'esterno, poi di scatto tornano a raccogliersi al petto (riflesso di Moro); stimolando la pianta d\r\nel piede, le dita si aprono a ventaglio e gli alluci si allungano verso l'alto, mentre stimolando il palmo della mano, le dita si serrano a pugno (riflesso di prensione).\\par\r\nQuesti e altri riflessi detti \"arcaici o neonatali\" sono tipici dei primi mesi\r\n di vita, essi sono dovuti alla fisiologica incompletezza delle connessioni nervose e andranno scomparendo nel corso del primo anno con il completarsi dei processi maturativi.\\par\r\nLa loro progressiva scomparsa è un indice importante per giudicare il pro\r\ngredire dello sviluppo psicomotorio del bambino, mentre la loro assenza nei primi mesi di vita è indice di grave deficit neurologico.\\par\r\nIl neonato ha reazioni istintive innate, importantissime ai fini della sopravvivenza: sentendosi il volto coperto d\r\na un panno o dalla coperta, agita le mani e muove la testa avanti e indietro nel tentativo di spostarla e liberarsi (reazione di difesa); se sente freddo, per esempio ad un braccio o ad una gamba, egli cerca di portarseli il più possibile vicino al corpo\r\n; sentendosi stimolato da una carezza sulla guancia, gira la testa nella stessa direzione (riflesso di ricerca), mentre se un dito o un oggetto gli sfiora le labbra cerca immediatamente di afferrarlo (riflesso di suzione).\\par\r\nIl riflesso di ricerca e d\r\ni suzione sono fondamentali perché indispensabili per la sua nutrizione; nella ricerca del \\cf17 \\ATXht80000 seno\\cf16 \\ATXht0 (o del cibo in genere) il piccolo è aiutato moltissimo dal suo senso dell'odorato, già perfettamente sviluppato; tra le bracci\r\na della mamma riesce ad individuare il seno, fiutando l'odore del latte.\\par\r\nL'udito funziona già alla perfezione, tutti i rumori sono captati e le voci sussurrate sono quelle che gli danno maggior piacere; i rumori forti non sono molto graditi tanto ch\r\ne spesso il bambino, in mezzo alla confusione e al frastuono, nel tentativo di cercare di isolarsi, paradossalmente si addormenta.\\par\r\nLa vista non è ancora altrettanto perfetta, solamente gli oggetti a distanza ravvicinata (25-30 cm) sono percepiti dis\r\ntintamente; le forme lontane invece appaiono un po' confuse; solo verso il quarto mese il neonato sarà in grado di distinguere nettamente i colori.\\par",
"ID": 213,
"Foto": "MEB01D_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Prime reazioni.\r\nIl neonato presenta già azioni istintive, innate, importantissime ai fini della sopravvivenza, come si vede dal disegno. a, allo strisciare sulla guancia, si ha la contrazione delle labbra mentre la testa si rivolge verso lo stimolo. Al tocco sulle labbra si ha un riflesso della suzione. Si può costatare il riflesso della deglutizione alla somministrazione di liquidi. B, le dita si piegano e si chiudono a pugno ad uno strisciamento sul palmo della mano. C, ritrae la gamba ad uno strisciamento leggero sulla pianta del piede. D, la colonna vertebrale si incurva ad uno strisciamento leggero svolto lateralmente o in senso longitudinale e si ha concavità verso il lato stimolato. e, abbassando improvvisamente il bambino che giace sulla schiena (o scuotendo la culla), le braccia si estendono e le dita si aprono. Poi le braccia vengono riportate un po' più lentamente sul petto. F, se il bambino è tenuto in posizione verticale, quando tocca il piano con i piedi, esegue dei movimenti di marcia (è in realtà una marcia automatica).\r\n#",
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"Dida_Movie": "@",
"Vedi_Anche": "@"
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{
"Titolo": "SCREENING NEONATALE",
"Codice": "MEB01E",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3075\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 SCREENING NEONATALE\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Prima della dimissione dall'ospedale è ormai prassi comune eseguire a tutti i neonati alcuni esami util\r\ni a mettere in evidenza malattie congenite.\\par\r\nQueste malattie, per la mancanza di sintomi clinici palesi, non sono individuabili nei primi giorni di vita, ma se presenti e non immediatamente curate, possono causare al bambino gravi danni irreparabili.\r\n Questi esami sono fatti su di una minima quantità di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 , prelevato di solito con puntura del \\cf17 \\ATXht80000 tallone\\cf16 \\ATXht0 e raccolto su uno speciale cartoncino di carta bibula che è successivamente inviato \r\na un laboratorio regionale. Il prelievo di sangue si fa in quinta o sesta giornata di vita, quando l'alimentazione è già bene avviata ed è così possibile individuare anche l'eventuale presenza nel sangue di metaboliti anomali. \\par\r\nLe principali malatti\r\ne per le quali si esegue lo screening neonatale sono:\\par\r\n\\li135\\fi-135 - le malattie metaboliche, dovute a errori congeniti del \\cf17 \\ATXht80000 metabolismo\\cf16 \\ATXht0 (utilizzazione) di alcuni aminoacidi (tra cui la fenilalanina, l'istidina, la me\r\ntionina, la tirosina, la leucina) oppure del galattosio (derivato dalla digestione del lattosio, lo zucchero contenuto nel latte). Tutte queste sostanze se non sono metabolizzate non possono essere utilizzate dall'organismo, quindi si accumulano nel sang\r\nue e si comportano come sostanze tossiche, nocive, provocando gravi alterazioni a organi e tessuti;\\par\r\n- la \\cf17 \\ATXht80000 mucoviscidosi\\cf16 \\ATXht0 , individuabile mediante il dosaggio della \\cf17 \\ATXht80000 tripsina\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 enzima\\cf16 \\ATXht0 pancreatico preposto alla digestione delle \\cf17 \\ATXht80000 proteine\\cf16 \\ATXht0 ; per valori di tripsinemia superiori a 70 ng/ml il dosaggio deve essere ripetuto a un mese di vita. Nel caso in cui si trovasse ancora un valore su\r\nperiore a 20 ng/ml è opportuno sottoporre il bambino a ulteriori accertamenti come, per esempio, al \"test del sudore\";\\par\r\n- l'\\cf17 \\ATXht80000 ipotiroidismo\\cf16 \\ATXht0 , dovuto alla mancanza o alla non funzione della ghiandola \\cf17 \\ATXht80000 tiro\r\nide\\cf16 \\ATXht0 , si diagnostica dosando la quantità di T4 (ormone tiroideo) e di TSH (ormone ipofisario) presenti nel sangue.\\par\r\n\\li0\\fi0 Screening significa \"schermatura\", quindi protezione contro i danni causati dall\r\na malattia, che possono essere evitati solo da una terapia iniziata il più presto possibile. Nelle malattie metaboliche la terapia è dietetica: si nutre il bambino prima con latte poi con alimenti speciali in cui non è contenuta la sostanza che non può e\r\nssere metabolizzata; nel caso dell'ipotiroidismo si inizia immediatamente una terapia ormonale sostitutiva; per la mucoviscidosi non esiste una terapia eziologica specifica, tuttavia, il conoscerne l'esistenza consente di attuare una terapia farmacologic\r\na e con fisioterapia respiratoria che servirà a migliorare moltissimo le condizioni di vita del bambino. Nell'ambito dello screening \"clinico\", che si attua sostenendo un accurato esame obiettivo del neonato alla nascita e al momento della dimissione, mo\r\nlto importante è la corretta esecuzione della manovra di Ortolani che consente di rilevare precocemente la condizione cosiddetta di \"anca instabile\", predisponente o predittiva della \\cf17 \\ATXht80000 lussazione\\cf16 \\ATXht0 congenita dell'anca.\\par\r\nAd\r\n una manovra di Ortolani positiva, o dubbia, dovrà sempre seguire un esame ecografico delle anche, che deve essere in ogni caso fatto entro il terzo mese quando in cui vi siano precedenti familiari di lussazione congenita dell'anca e a tutti i bambini na\r\nti da \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 podalico o portatori di malformazioni. L'esecuzione dell'\\cf17 \\ATXht80000 ecografia\\cf16 \\ATXht0 alle anche sta entrando sempre più nell'ambito dei controlli clinici che sono effettuati abitualmente al bambin\r\no nel corso del primo anno di vita.\\par",
"ID": 214,
"Foto": "MEB01E_F1.jpg#MEB01E_F2.jpg#",
"Dida_Foto": "Esame di screening.\r\nCartoncino di carta bibula su cui viene assorbito, dentro i piccoli cerchi, il sangue del neonato per eseguire gli esami di screening.\r\n#Manovra di Ortolani.\r\nLa manovra di Ortolani consente di rilevare precocemente la condizione di prelussazione o lussazione congenita dell'anca.\r\n#",
"Movie": "@",
"Dida_Movie": "@",
"Vedi_Anche": "@"
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{
"Titolo": "ADATTAMENTO ALLA VITA",
"Codice": "MEB01F",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3615\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 ADATTAMENTO ALLA VITA\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Subito dopo la nascita, l'adattamento alla vita autonoma avviene solo in virtù di tre important\r\nissimi processi che si devono compiere nell'organismo del neonato.\\par\r\n\\pard\\tx1740\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 RESPIRAZIONE\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Il primo e più importante atto che dà l'avvio alla vita extrauterina è l'inizio della resp\r\nirazione, dovuto a stimolazioni del centro del respiro da parte di stimoli chimici (riduzione transitoria della concentrazione dell'\\cf17 \\ATXht80000 ossigeno\\cf16 \\ATXht0 nel \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 e aumento dell'anidride carbonica), te\r\nrmici (temperatura ambiente più bassa di 10-12 gradi rispetto alla temperatura intrauterina) e tattili (manipolazione ostetrica).\\par\r\nL'impulso, partito dai centri nervosi stimolati, fa compiere al neonato la prima profonda inspirazione.\\par\r\nIl \\cf17 \\ATXht80000 torace\\cf16 \\ATXht0 , dopo la compressione subita nel passaggio attraverso il canale vaginale, peraltro servita a spremere e a liberare le vie aeree dai residui di liquido alveolare, si espande e l'aria inspirata riempie e gonfia i polmoni; il s\r\nurfactante, sostanza ad azione tensioattiva presente negli alveoli polmonari, li mantiene distesi e consente il verificarsi degli scambi d'ossigeno e d'anidride carbonica fra l'aria inspirata e il sangue che scorre nei capillari che tappezzano le pareti \r\nalveolari.\\par\r\nIl bambino a questo punto \"respira\".\\par\r\nIl primo respiro avviene di solito entro 30 secondi (massimo 60) dalla nascita e si accompagna al pianto, per qualche ora il ritmo respiratorio è irregolare e la frequenza può variare dai 30 ai 60\r\n atti il minuto; brevissimi periodi di \\cf17 \\ATXht80000 apnea\\cf16 \\ATXht0 si alternano a momenti di respiro frequente e a profonde inspirazioni.\\par\r\nLa frequenza respiratoria si stabilizza poi a trenta-cinquanta atti il minuto, tuttavia, nel corso de\r\nlle prime settimane persiste una certa \\cf17 \\ATXht80000 aritmia\\cf16 \\ATXht0 : bastano, infatti, stimoli banali quali un tocco alla culla o un brusco cambiamento di posizione, per alterare il ritmo normale del respiro.\\par\r\nIl movimento della \\cf17 \\ATXht80000 gabbia toracica\\cf16 \\ATXht0 avviene prevalentemente per la contrazione del \\cf17 \\ATXht80000 diaframma\\cf16 \\ATXht0 e con l'ausilio dei muscoli addominali (respiro addominale), poco efficace è, infatti, la contrazione dei muscoli respiratori tor\r\nacici ancora troppo piccoli e deboli.\\par\r\n\\pard\\tx3810\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 MODIFICAZIONI CARDIOCIRCOLATORIE\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Dopo la legatura del cordone ombelicale, il sangue del neonato non si ossigena più passando attrave\r\nrso la \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 (con la mediazione quindi dell'organismo materno), bensì passando attraverso i polmoni, che, col primo atto respiratorio, hanno iniziato a funzionare riempiendosi d'aria ricca di ossigeno. La distensione de\r\nl tessuto polmonare richiama più sangue nei vasi polmonari (che formano il cosiddetto \"piccolo circolo\") a livello dei quali avviene anche una riduzione di pressione; questo fatto comporta nel \\cf17 \\ATXht80000 cuore\\cf16 \\ATXht0 la chiusura del foro ov\r\nale, un'apertura che, nel cuore del \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 , mette in comunicazione l'\\cf17 \\ATXht80000 atrio\\cf16 \\ATXht0 destro con l'atrio sinistro (nettamente separati nel cuore adulto); questo fatto, unito alla chiusura di un altro seg\r\nmento vascolare peculiare del feto il \\cf17 \\ATXht9620 dotto arterioso di Botallo\\cf16 \\ATXht0 (che mette in diretta comunicazione l'\\cf17 \\ATXht80000 aorta\\cf16 \\ATXht0 con l'\\cf17 \\ATXht80000 arteria polmonare\\cf16 \\ATXht0 ), fa sì che il sangue arte\r\nrioso (ricco di ossigeno) e il sangue venoso (ricco di anidride carbonica) nel soggetto ormai \"nato\" non si mescolino mai poiché si trovano a scorrere in due sistemi vascolari nettamente separati.\\par\r\nLa circolazione cosiddetta \"fetale\" (in cui il sangu\r\ne arterioso e venoso erano in parte mescolati) si trasforma così in circolazione di tipo \"adulto\"; quando ciò non avviene, per la presenza per esempio di malformazioni cardiache, il bambino non prende un bel colore roseo, ma rimane tendenzialmente cianot\r\nico (bambino blu).\\par\r\nIl cuore, rispetto all'adulto, è collocato in posizione più orizzontale e appare grosso, relativamente alle piccole dimensioni del torace. La frequenza cardiaca è elevata e soggetta a notevolissime variazioni, può arrivare a 160 b\r\nattiti il minuto durante il pianto e scendere a 80-90 nel sonno; mentre il ritmo, spesso irregolare, è correlato al tipo di respiro.\\par\r\nIl persistere di una frequenza cardiaca elevata (\\cf17 \\ATXht80000 tachicardia\\cf16 \\ATXht0 ), oppure troppo bassa (\\cf17 \\ATXht80000 bradicardia\\cf16 \\ATXht0 ), deve essere valutato sempre con grand'attenzione perché potrebbe essere l'espressione di condizioni patologiche cardiache o sistemiche.\\par\r\n\\pard\\tx360\\tx405\\ATXts0\\li360\\fi-360\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 REGOL\r\nAZIONE DELLA TEMPERATURA CORPOREA\\par\r\n\\pard\\tx540\\tx4785\\ATXts0\\li0\\fi0\\ATXbrdr0 Il mantenimento della temperatura corporea intorno ai 36-37°C è un'altra condizione necessaria per la sopravvivenza del neonato. Il passaggio dalla cavità uterina (con temp\r\neratura di 37°C), all'ambiente esterno (con temperatura media di 24-25°C), comporta una notevole dispersione di calore dalla superficie corporea del neonato (relativamente molto estesa in rapporto alla massa corporea), che tende rapidamente a perdere cal\r\nore raffreddandosi.\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 Un eccessivo abbassamento della temperatura corporea può causare disturbi respiratori (\\cf17 \\ATXht80000 cianosi\\cf16 \\ATXht0 ), cardiaci (bradicardia) e metabolici (\\cf17 \\ATXht80000 ipoglicemia\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 iperazotemia\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 acidosi\\cf16 \\ATXht0 , ecc.); è quindi molto importante che le prime manovre d'assistenza in sala \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 siano eseguite rapidamente sul lettino riscaldato de\r\nll'\"isola neonatale\" e che, in seguito, il neonato sia posto per qualche ora in culla termostatica (con temperatura di 29-30°C) al fine di limitarne al massimo il raffreddamento e di dare tempo ai centri nervosi \"termorego\r\nlatori\" di dare l'avvio ai processi di produzione endogena di calore (termogenesi).\\par\r\nQuesti ultimi, che normalmente si compiono con l'utilizzo delle calorie apportate dagli alimenti, nel neonato avvengono soprattutto a spese di un particolare \\cf17 \\ATXht987 tessuto adiposo\\cf16 \\ATXht0 , detto \"grasso bruno\", localizzato intorno al cuore, ai reni e tra le scapole, molto vascolarizzato e destinato a scomparire col tempo; dalla sua \"combustione\" nei primi giorni di vita, in cui l'apporto alimentare è p\r\niuttosto scarso, l'organismo del bambino ricava le calorie necessarie al mantenimento della temperatura corporea a livelli normali.\\par",
"ID": 215,
"Foto": "MEB01F_F1.jpg#MEB01F_F2.jpg#",
"Dida_Foto": "Variazioni della frequenza respiratoria e cardiaca in rapporto all'età.\r\n#Circolazione fetale.\r\nNel feto, il sangue passa dall'arteria polmonare all'aorta e non viene ossigenato attraverso i polmoni.\r\n#",
"Movie": "@",
"Dida_Movie": "@",
"Vedi_Anche": "@"
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{
"Titolo": "FENOMENI NEONATALI",
"Codice": "MEB01G",
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"Titolo": "Calo fisiologico del peso",
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"Titolo": "Funzionalità dell'intestino",
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La \\cf17 \\ATXht80000 mandibola\\cf16 \\ATXht0 è sfuggente, quasi orizzontale, e le labbra sono grosse; inoltre, sul margine delle gengive, nel punto in cui spunteranno gli in\r\ncisivi, la mucosa forma una piega, detta \\cf17 \\ATXht93109 plica di Magitot\\cf16 \\ATXht0 (destinata poi a scomparire), che serve per ottenere una perfetta aderenza della bocca intorno al capezzolo durante la suzione.\\par\r\nLa capacità digestiva, nel nato\r\n a termine, è praticamente perfetta nei confronti dei vari componenti del latte. La chimosina, presente nello \\cf17 \\ATXht80000 stomaco\\cf16 \\ATXht0 , favorisce la coagulazione del latte e prepara il terreno per l'azione degli enzimi pancreatici ed enter\r\nici che, nell'\\cf17 \\ATXht94975 intestino tenue\\cf16 \\ATXht0 , ne completeranno la digestione.\\par\r\nLa superficie digestiva intestinale del neonato è, in proporzione, assai più vasta rispetto a quella dell'adulto.\\par\r\nUn neonato di due settimane digeris\r\nce e assimila 500 grammi (o più) di latte al giorno; questa quantità, se rapportata al peso del corpo, corrisponderebbe, per una persona di 70 chilogrammi, all'ingestione di 14 litri di latte.\\par\r\nNello stomaco il latte rimane da 2 a 4 ore (la digestion\r\ne gastrica è più breve nell'allattato al \\cf17 \\ATXht80000 seno\\cf16 \\ATXht0 ); il transito attraverso tutto l'intestino richiede circa 16 ore.\\par\r\nLa posizione che si fa assumere al bambino dopo la poppata può influire sul tempo di svuotamento dello st\r\nomaco, esso è più lento in posizione orizzontale e più rapido in quell'eretta. Dopo la poppata sono frequenti i piccoli rigurgiti e le eruttazioni (ruttini) con le quali il bambino elimina l'aria contenuta nello stomaco.\\par\r\nPoche ore dopo la nascita, i\r\nl neonato svuota l'intestino. Il materiale emesso però non è costituito da feci, ma da una sostanza particolare di colore verde scuro, gelatinosa, senza alcun odore, detta \\cf17 \\ATXht80000 meconio\\cf16 \\ATXht0 . Il meconio è molto ricco d'acqua, contien\r\ne inoltre globetti di vernice caseosa (la sostanza che ricopre il corpo del \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 ), cellule dell'\\cf17 \\ATXht80000 epidermide\\cf16 \\ATXht0 desquamate, \\cf17 \\ATXht80000 bile\\cf16 \\ATXht0 e secreti intestinali prodotti dur\r\nante la vita endouterina. Nell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 , infatti, il feto è immerso nel \\cf17 \\ATXht9211 liquido amniotico\\cf16 \\ATXht0 , in cui si riversano sia le sostanze provenienti dall'intestino sia quelle che si staccano dalla cute; p\r\noiché il feto ingerisce e successivamente elimina circa mezzo litro al giorno di liquido amniotico, ecco la ragione per cui, alla nascita, esse si ritrovano nel meconio.\\par\r\n\\pard\\tx0\\tx4455\\ATXts0\\ATXbrdr0 A differenza delle feci, il meconio è sterile \r\npoiché nell'intestino del feto non vi sono germi, che compariranno solo successivamente con l'inizio dell'alimentazione.\\par\r\n\\pard\\tx0\\ATXts0\\ATXbrdr0 L'emissione di meconio dura due o tre giorni.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Quando il bambino comin\r\ncia ad alimentarsi compaiono le feci di transizione di colore verde-giallo, molto acquose, con caratteri intermedi tra il meconio e le feci vere che sono pastose, di colore giallo oro, aderenti al pannolino, d'odore acidulo se l'alimentazione è a base di\r\n latte materno; sono invece meno abbondanti, di colore giallo paglierino, maleodoranti, consistenti e asciutte cosicché si staccano bene dal panno, se l'alimentazione è a base di latte artificiale.\\par\r\nIl numero delle evacuazioni giornaliere varia molti\r\nssimo, da 0 a 6 o 7, in rapporto al tipo di latte assunto. Molti neonati, in particolare se allattati al seno, sporcano il pannolino ad ogni poppata; essi rispondono ad un fatto fisiologico: il cosiddetto \"riflesso gastro-colico\" che provoca lo svuotamen\r\nto dell'intestino non appena è immesso cibo nello stomaco. Per contro le evacuazioni sporadiche e/o difficoltose sono spesso la conseguenza di un insufficiente apporto di latte o di liquidi.\\par",
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"Titolo": "Funzionalità del rene",
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"Titolo": "Evoluzione del moncone ombelicale",
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"Dida_Foto": "Moncone ombelicale.\r\nCome si avvolge la garza sul moncone ombelicale: a, la garza viene tagliata a metà; b, il moncone ombelicale è inserito nella garza , alzandone un lembo; c, questo lembo si avvolge a sua volta sul moncone; d, i due lembi vengono avvicinati tra loro; e-f, da ultimo i due lembi insieme sul moncone.\r\n#Patologia del moncone ombelicale.\r\nSecondo l'inserzione del funicolo, si distinguono diversi tipi di ombelico: a, ombelico normale; b, ombelico cutaneo; c, ombelico amniotico.\r\n#Medicazione al cordone ombelicale.\r\nAlcune fasi di una medicazione al moncone del cordone ombelicale. Questo necessita di particolari cure giornaliere che ne impediscono le eventuali infezioni e favoriscono il processo di mummificazione e il distacco \r\n#",
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"Titolo": "Crisi genitale",
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E' in rapporto al grado di maturità del neonato, infatti, manca nel prematuro mentre si riscontra più spesso nei bambini nati a termine oppure oltre il termine. L'espressione più comune della crisi genitale neonatale è la modificazione\r\n della ghiandola mammaria, che s'ipertrofizza. Nel quarto - quinto giorno di vita, sia nei maschi sia nelle femmine, si nota in corrispondenza dei capezzoli la comparsa di una \\cf17 \\ATXht80000 tumefazione\\cf16 \\ATXht0 che può rimanere appena evidente o\r\nppure aumentare progressivamente fino a raggiungere le dimensioni di una piccola noce. I seni appaiono gonfi e il loro aspetto è molto vicino a quello della \\cf17 \\ATXht80000 mammella\\cf16 \\ATXht0 funzionante; strizzando a piena mano la ghiandola, infat\r\nti, è facile provocare la fuoruscita di poche gocce di liquido, inizialmente limpido e acquoso, poi un po' più torbido, lattescente, simile a \\cf17 \\ATXht80000 colostro\\cf16 \\ATXht0 . La composizione chimica di questo secreto, chiamato nel linguaggio pop\r\nolare \"latte di strega\", si avvicina a quella del latte molto diluito.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 In alcuni casi è stata notata una crisi mammaria intensa in neonati le cui mamme avevano una secrezione lattea particolarmente abbondante, il che, può\r\n far supporre l'esistenza di una certa correlazione tra l'attività secretoria della ghiandola mammaria della nutrice e quella del neonato. Tale tumefazione dei seni, priva di sintomi, scompare spontaneamente entro tre o quattro settimane. A volte tuttavi\r\na, quando la tumefazione è molto accentuata, alla palpazione si apprezza, sotto alla cute sottile, un \\cf17 \\ATXht80000 nodulo\\cf16 \\ATXht0 duro e bernoccoluto. In questo caso il bambino accusa dolore, appare agitato e piange non appena lo si tocca o si\r\n tenta di metterlo sdraiato sulla pancia.\\par\r\nE' una situazione transitoria che non richiede alcun trattamento particolare; soltanto può essere utile l'applicazione di una leggera falda di cotone a scopo protettivo, per evitare lo sfregamento degli indu\r\nmenti, spesso doloroso. La spremitura, invece, fatta con l'intento di svuotare la ghiandola e di ridurne così il volume, è senz'altro da evitare perché può aver solo effetto dannoso. Spremendo, infatti, non solo si traumatizza il delicato \\cf17 \\ATXht92348 tessuto ghiandolare\\cf16 \\ATXht0 , ma si può favorire l'impianto di germi sui tessuti lesi, e di conseguenza meno resistenti all'infezione, e provocare, come risultato ultimo, una \\cf17 \\ATXht80000 mastite\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nVi sono poi le manifestazio\r\nni interessanti l'\\cf17 \\ATXht92334 apparato genitale\\cf16 \\ATXht0 . Nella bambina, l'epitelio vaginale aumenta di spessore e le sue cellule assumono caratteri tintoriali simili a quelli posseduti in età feconda, l'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 d\r\niventa leggermente ipertrofico e nell'\\cf17 \\ATXht80000 ovaio\\cf16 \\ATXht0 vi è un accenno alla maturazione dei follicoli. A volte si osserva la fuoruscita dalla \\cf17 \\ATXht80000 vagina\\cf16 \\ATXht0 di liquido sieroematico, che si protrae per qualche \r\ngiorno come fosse un accenno di flusso \\cf17 \\ATXht80000 mestruale\\cf16 \\ATXht0 . Nel maschio avviene invece un aumento del volume dei testicoli, dovuto soprattutto alla raccolta di liquido nella sacca sierosa peritesticolare e alla formazione del cosidd\r\netto \\cf17 \\ATXht80000 idrocele\\cf16 \\ATXht0 . Tale idrocele, di dimensioni in genere modeste, non va mai punto né svuotato poiché si riduce spontaneamente.\\par\r\nSulla cute del volto, infine, possono comparire piccoli punti bianco - giallognoli, particol\r\narmente evidenti sul naso, sul mento e sulle guance, che conferiscono alla pelle la sensazione tattile di carta a smeriglio molto fine. E' questo il miglio sebaceo, così chiamato poiché è dovuto ad una transitoria iperattività delle ghiandole sebacee, ch\r\ne, piene del loro secreto, si rigonfiano e formano tante piccole \\cf17 \\ATXht80000 cisti\\cf16 \\ATXht0 , grandi quanto un grano di miglio.\\par\r\nI maggiori responsabili dell'origine della crisi genitale, sono gli ormoni \\cf17 \\ATXht80000 estrogeni\\cf16 \\ATXht0 materni, in particolare quelli secreti dalla \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 , che circolano nel \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 della gestante e passano facilmente al \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 , soprattutto nella fase termin\r\nale della \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 . Per questo motivo solo nei bambini nati a termine è possibile osservare il quadro della \"crisi\", più o meno completo in tutti i suoi aspetti. Questa carica d'estrogeni, cui si aggiunge una certa quant\r\nità d'altri ormoni d'origine materna quali il \\cf17 \\ATXht80000 progesterone\\cf16 \\ATXht0 e le \\cf17 \\ATXht80000 gonadotropine\\cf16 \\ATXht0 , esercita uno stimolo abnorme sugli organi e sui tessuti del neonato, particolarmente sensibili alla loro azione\r\n, dando come conseguenza la comparsa dei fenomeni ora descritti.\\par\r\nLa crisi genitale finisce spontaneamente quando gli ormoni materni, metabolizzati ed eliminati dal bambino, si esauriscono e cessano quindi di esplicare la loro azione.\\par\r\nAltri feno\r\nmeni un po' più \"impegnativi\" di quelli fino ad ora descritti sono relativamente frequenti in epoca perinatale o neonatale; sono ai limiti della vera patologia e, pur non raggiungendo quasi mai livelli di gravità preoccupanti, richiedono un intervento me\r\ndico e terapeutico tempestivo. Tra questi ricorrono con maggior frequenza: le crisi asfittiche, le manifestazioni emorragiche e l'\\cf17 \\ATXht80000 ernia\\cf16 \\ATXht0 ombelicale.\\par",
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"Titolo": "Crisi asfittiche",
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"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx1920\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 CRISI ASFITTICHE\\par\r\n\\pard\\tx210\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Appena estratto dalla cavità uterina, il bambino non respira immediatamente, ma dopo alcuni secondi,\r\n oppure, dopo qualche atto respiratorio disordinato, il respiro si arresta per alcuni attimi per poi riprendere con un ritmo regolare. A volte però il neonato non può respirare subito, attraversa in altre parole una fase più lunga d'\\cf17 \\ATXht80000 apn\r\nea\\cf16 \\ATXht0 e diventa asfittico. Questo può accadere per varie ragioni, che possono essere: un \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 lungo e difficile, il cordone ombelicale avvolto intorno al collo, una transitoria alterazione dei centri respirator\r\ni oppure la presenza nelle prime vie aeree di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 muco\\cf16 \\ATXht0 e \\cf17 \\ATXht9211 liquido amniotico\\cf16 \\ATXht0 aspirati durante il parto.\\par\r\nE' noto che il bambino piccolo tollera molto meg\r\nlio dell'adulto la mancanza d'ossigeno; infatti, mentre normalmente sono sufficienti 7 o 8 minuti senza respirare per arrivare alla morte, sono stati segnalati casi di neonati sopravvissuti a 15 minuti d'apnea. Tuttavia, poiché non sono i casi eccezional\r\ni quelli che meglio si prestano a definire una situazione, l'arresto del respiro, prolungato oltre i 5 minuti, può essere pericoloso e danneggiare le cellule nervose, che sono le prime a soffrire per la mancanza d'ossigeno.\\par\r\nL'\\cf17 \\ATXht80000 asfis\r\nsia\\cf16 \\ATXht0 , in un primo tempo \"cianotica\" per il colorito bluastro della cute, se prolungata diventa \"pallida\", poiché il colorito diviene cereo, mentre una sfumatura cianotica persiste alle labbra, alle mani e ai piedi. Il \\cf17 \\ATXht80000 cuore\\cf16 \\ATXht0 presenta segni di sofferenza, batte debolmente e a ritmo accelerato, il bambino non reagisce agli stimoli e il suo stato, se il respiro non riprende il più presto possibile, va progressivamente peggiorando.\\par\r\nLe crisi asfittiche non sono \r\nrare alla nascita e, benché creino sempre una situazione clinica abbastanza drammatica che va affrontata e risolta nel più breve tempo possibile, solo raramente mettono in serio pericolo la vita del neonato. Salvo che non siano dovute all'esistenza di gr\r\navi malformazioni cardiache o dell'\\cf17 \\ATXht94426 apparato respiratorio\\cf16 \\ATXht0 , esse si risolvono entro breve tempo somministrando al bambino ossigeno dopo aver accuratamente aspirato i residui di sangue, muco o liquido amniotico che, ostruendo\r\n le vie respiratorie, ostacolano l'ingresso dell'aria.\\par",
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"Titolo": "Manifestazioni emorragiche",
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"Titolo": "NEONATO PRETERMINE",
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"Vedi_Anche": "PARTO PRETERMINE O PREMATURO 50121#"
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"Titolo": "RESPIRAZIONE",
"Codice": "MEB02A",
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Per l'immaturità dei centri nervosi del respiro il ritmo respiratorio è irregolare e frequenti sono le \"crisi d'apnea\" (arresto del respiro), molto pericolose se superano i 10 secondi, e che comunque si accompagnano a \\cf17 \\ATXht80000 cianosi\\cf16 \\ATXht0 e \\cf17 \\ATXht80000 bradicardia\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nL'esigua forza della muscolatura respiratoria e la sottile parete toracica limitano molto l'espansione inspiratoria del \\cf17 \\ATXht80000 torace\\cf16 \\ATXht0 , riduc\r\nendo l'ingresso d'aria, mentre l'immaturità del tessuto polmonare, dovuta ad una rete vascolare ancora poco sviluppata e ad un'insufficiente produzione di surfactante, compromettono la buona ossigenazione del \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 circol\r\nante.\\par\r\nQueste condizioni creano le premesse per il verificarsi della patologia respiratoria tipica del pretermine detta \"malattia da membrane ialine\".\\par\r\nLe funzioni cardiocircolatorie sono spesso compromesse per la ritardata o mancata chiusura del\r\n dotto arterioso di Botallo, un canale che, nel sistema vascolare del \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 , fa comunicare l'\\cf17 \\ATXht80000 arteria polmonare\\cf16 \\ATXht0 con l'arteria \\cf17 \\ATXht80000 aorta\\cf16 \\ATXht0 , evitando al sangue il passa\r\nggio attraverso i polmoni che ancora non funzionano come organo del respiro; subito dopo la nascita, il dotto normalmente si chiude e il sangue passa nel circolo polmonare e prende l'ossigeno dall'aria inspirata presente negli alveoli.\\par\r\nLa persistenz\r\na del dotto, comporta l'afflusso ai polmoni di un'eccessiva quantità di sangue e il pericolo d'insorgenza d'\\cf17 \\ATXht80000 edema\\cf16 \\ATXht0 polmonare o di \\cf17 \\ATXht80000 scompenso cardiaco\\cf16 \\ATXht0 . La pressione arteriosa è instabile e tend\r\nenzialmente bassa, soprattutto nei piccolissimi, mentre la frequenza cardiaca si mantiene elevata, indice del faticoso lavoro che sta compiendo il \\cf17 \\ATXht80000 cuore\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nOltre a ciò tutte le affezioni respiratorie, tipiche dell'età n\r\neonatale, come distress respiratorio, \\cf17 \\ATXht80000 polmone\\cf16 \\ATXht0 umido, aspirazione bronchiale di \\cf17 \\ATXht80000 meconio\\cf16 \\ATXht0 ecc., nel prematuro sono particolarmente gravi e spesso rendono necessaria la respirazione assistita co\r\nn ventilatore polmonare, a bambino intubato, e la somministrazione prolungata di miscele gassose molto ricche d'ossigeno.\\par\r\nQuesti interventi terapeutici associati sono, tuttavia, un'arma a doppio taglio poiché, se da un lato consentono di risolvere i\r\nl problema dell'\\cf17 \\ATXht80000 asfissia\\cf16 \\ATXht0 , dall'altro espongono il bambino (soprattutto se molto prematuro) al rischio di due gravi complicanze: la \\cf17 \\ATXht80000 displasia\\cf16 \\ATXht0 broncopolmonare e la fibroplasia retrolentale.\r\n\\par\r\nIn condizioni di respirazione assistita, l'aria ricca d'ossigeno spinta nelle vie aeree finisce col provocare gravi danni all'epitelio broncoalveolare, con rottura degli alveoli e formazione di zone fibrotiche in cui non può scorrere il sangue: si rea\r\nlizza cosi la displasia broncopolmonare. Clinicamente si manifesta dopo alcuni giorni con comparsa di cianosi e distress respiratorio; il piccolo appare molto sofferente e non può essere staccato dal respiratore.\\par\r\nPurtroppo in circa il 40% dei casi, \r\nl'esito è infausto; tuttavia anche un'evoluzione favorevole non significa mai perfetta guarigione: la difficoltà respiratoria può persistere a lungo (anche oltre i due anni) e il bambino resterà sempre particolarmente vulnerabile per le affezioni dell'\\cf17 \\ATXht94426 apparato respiratorio\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nA sua volta un'elevata concentrazione d'ossigeno nel sangue può causare la fibroplasia retrolentale, con gravi danni alla \\cf17 \\ATXht80000 retina\\cf16 \\ATXht0 per \\cf17 \\ATXht80000 vasocostrizione\\cf16 \\ATXht0 delle arteriole, chiusura dei capillari, emorragie, e distacco retinico che porta ad un'inevitabile cecità.\\par\r\nLa costante monitorizzazione della concentrazione dell'ossigeno nei tessuti, realizzata utilizzando speciali elettrodi appoggiat\r\ni sulla cute; la \\cf17 \\ATXht80000 profilassi\\cf16 \\ATXht0 con vitamina E (soprattutto per i nati con peso inferiore a 1000 grammi), la crio e la laserterapia attuate prima che avvenga il distacco della retina, consentono attualmente di controllare, con\r\n buona prognosi, il decorso della fibroplasia retrolentale.\\par",
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"Titolo": "TERMOREGOLAZIONE",
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"Titolo": "ALIMENTAZIONE",
"Codice": "MEB02C",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx2610\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 ALIMENTAZIONE\\par\r\n\\pard\\tx270\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Prima della 34a settimana manca il riflesso di suzione, dopo la 35a settimana pur essendo presente, il \r\nneonato non riesce ad alimentarsi da solo perché non coordina i movimenti di suzione con la deglutizione. Il latte, quindi, dalla bocca non è spinto nell'\\cf17 \\ATXht80000 esofago\\cf16 \\ATXht0 , ma cola lungo la \\cf17 \\ATXht80000 trachea\\cf16 \\ATXht0 ed\r\n invadendo l'albero bronchiale, provoca crisi di soffocamento creando il rischio di polmoniti dette ab ingestis.\\par\r\nAltre volte, per la concomitanza di malattie o infezioni, e in particolare nei piccolissimi, il pasto di latte è mal tollerato e provoca\r\n l'insorgenza di vomito o di crisi asfittiche.\\par\r\nConsiderando che l'apporto di nutrimento è assolutamente indispensabile, in questi casi si ricorre all'alimentazione con sondino nasogastrico. L'alimento, somministrato in piccole quantità più volte nel\r\nla giornata, o addirittura a goccia a goccia, è immesso direttamente nello \\cf17 \\ATXht80000 stomaco\\cf16 \\ATXht0 tramite un piccolo tubicino di plastica morbida introdotto attraverso il naso. Solo quando il neonato dimostra di aver raggiunto la complet\r\na maturità, è possibile iniziare a somministrare l'alimento con il biberon oppure con il cucchiaino.\\par\r\nNei neonati con gravi malformazioni del tratto gastro intestinale, oppure affetti da diarrea intrattabile o \\cf17 \\ATXht80000 enterite\\cf16 \\ATXht0 \r\n necrotizzante, che rendono impossibile il transito dell'alimento attraverso l'\\cf17 \\ATXht80000 intestino\\cf16 \\ATXht0 , è necessario ricorrere alla \"nutrizione \\cf17 \\ATXht80000 parenterale\\cf16 \\ATXht0 \", che consiste nell'infusione per via venosa di \r\nmiscele contenenti \\cf17 \\ATXht80000 glucosio\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 lipidi\\cf16 \\ATXht0 , aminoacidi, \\cf17 \\ATXht80000 vitamine\\cf16 \\ATXht0 e sali in quantità adeguate a coprire il \\cf17 \\ATXht80000 fabbisogno energetico\\cf16 \\ATXht0 del b\r\nambino.\\par\r\nQuando le condizioni cliniche lo consentono, l'inizio dell'alimentazione dovrebbe essere molto precoce nel pretermine: già entro la sesta ora di vita s'inizia somministrando pochi millilitri di soluzione glucosata e si continua poi con picco\r\nle quantità di latte, date ogni tre ore.\\par\r\nL'alimentazione precoce, infatti, oltre a prevenire le crisi ipoglicemiche e l'elevarsi della bilirubinemia, riduce molto il calo fisiologico e consente una buona crescita fin dalle prime settimane.\\par\r\nOltr\r\ne ad una corretta alimentazione è molto importante la somministrazione precoce di vitamine per la \\cf17 \\ATXht80000 profilassi\\cf16 \\ATXht0 d'alcune patologie particolarmente ricorrenti, come, per esempio, la vitamina E per la fibroplasia retrolentale, \r\nla vitamina K per la malattia emorragica, la D per il \\cf17 \\ATXht80000 rachitismo\\cf16 \\ATXht0 ; dopo il secondo mese va aggiunto il \\cf17 \\ATXht80000 ferro\\cf16 \\ATXht0 per evitare l'\\cf17 \\ATXht80000 anemia\\cf16 \\ATXht0 ipocromica iposideremica lega\r\nta al maggior fabbisogno di ferro che l'organismo dei piccoli prematuri ha nei primi mesi di vita, poiché all'aumento della massa corporea si deve di pari passo adeguare l'incremento della massa sanguigna.\\par",
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"Titolo": "QUADRI PATOLOGICI",
"Codice": "MEB02D",
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La carenza d'ossigeno, le variazioni della pressione arteriosa (che rendono incostante la quantità di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 che affluisce al \\cf17 \\ATXht80000 cervello\\cf16 \\ATXht0 ), unite ad un'estrema fragilità dei vasi ca\r\npillari causano nel delicatissimo tessuto nervoso ora emorragie (all'interno o intorno ai ventricoli cerebrali) ora lesioni che portano alla morte delle cellule stesse (leucomalacia), creando danni ovviamente irreparabili. La prognosi delle emorragie cer\r\nebrali dipende dalla loro entità e dall'entità del danno parenchimale ad esse associato, è inoltre strettamente correlata al grado di prematurità; le piccole emorragie si riassorbono completamente e non danneggiano quasi mai il cervello, per le forme più\r\n gravi, invece, la prognosi è sempre sfavorevole per gli esiti neurologici importanti (\\cf17 \\ATXht80000 tetraplegia\\cf16 \\ATXht0 spastica) e per la gravissima compromissione dello sviluppo mentale.\\par\r\n\\pard\\tx270\\tx900\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 ITTERO\\par\r\n\\pard\\tx270\\ATXts0\\ATXbrdr0 L'immaturità del \\cf17 \\ATXht80000 fegato\\cf16 \\ATXht0 comporta oltre ad una scarsa disponibilità di \\cf17 \\ATXht80000 glicogeno\\cf16 \\ATXht0 , responsabile, nei primi 2 o 3 giorni, della costante \\cf17 \\ATXht80000 ipoglicemia\\cf16 \\ATXht0 (spesso inferiore a 20 mg/dl), un'insufficiente glicuronazione della bilirubina libera e conseguente comparsa dell'ittero del pretermine, corrispondente all'ittero fisiologico del neonato a termin\r\ne, ma sempre più intenso e protratto. In quinta o sesta giornata, i valori della bilirubinemia superano facilmente i 15 mg/dl e, poiché si tratta quasi completamente di bilirubina non coniugata (quindi potenzialmente tossica), il bambino è particolarment\r\ne esposto al rischio di manifestare l'\\cf17 \\ATXht80000 encefalopatia\\cf16 \\ATXht0 bilirubinica con conseguente ittero nucleare.\\par\r\nSpesso le più semplici terapie (\\cf17 \\ATXht80000 fototerapia\\cf16 \\ATXht0 , somministrazione di \\cf17 \\ATXht80000 albu\r\nmina\\cf16 \\ATXht0 ) non bastano a mantenere il livello della bilirubina entro limiti non pericolosi, e bisogna ricorrere all'exanguinotrasfusione.\\par\r\nAll'immaturità epatica, associata alla scarsa disponibilità di vitamina K, è dovuta l'insufficiente si\r\nntesi di \\cf17 \\ATXht80000 protrombina\\cf16 \\ATXht0 (indispensabile per la \\cf17 \\ATXht80000 coagulazione del sangue\\cf16 \\ATXht0 ) che espone il neonato pretermine al frequente rischio di manifestazioni emorragiche.\\par\r\n\\pard\\tx270\\tx1275\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 INFEZIONI\\par\r\n\\pard\\tx270\\ATXts0\\ATXbrdr0 La mancanza d'anticorpi materni (che passano al \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 soprattutto nell'ultimo periodo della \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 ) e l'immaturità del propri\r\no \\cf17 \\ATXht92571 sistema immunitario\\cf16 \\ATXht0 lasciano il neonato pretermine completamente \"in balia\" delle infezioni; anche germi considerati poco pericolosi in altre epoche della vita, possono causare gravi infezioni respiratorie, enteriche o g\r\neneralizzate (\\cf17 \\ATXht80000 sepsi\\cf16 \\ATXht0 ). Il piccolo rimane fortemente itterico, torpido, non ha febbre, ma la sua temperatura corporea si mantiene tendenzialmente bassa, compaiono vomito e diarrea. Una pronta terapia con \\cf17 \\ATXht80000 an\r\ntibiotici\\cf16 \\ATXht0 e \\cf17 \\ATXht80000 gammaglobuline\\cf16 \\ATXht0 può dare buoni risultati; tuttavia, in particolare nei più piccoli, l'equilibrio, già precario, delle funzioni cardiorespiratorie e metaboliche \"salta\" e la vita è messa gravemente \r\nin pericolo.\\par\r\nLa somministrazione di gammaglobuline endovena ai neonati d'età gestazionale inferiore alle 35 settimane ha dato buoni risultati come \\cf17 \\ATXht80000 profilassi\\cf16 \\ATXht0 delle infezioni.\\par",
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"Titolo": "FUTURO DELL'EX PRETERMINE",
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"Dida_Foto": "Valutazione dei criteri somatici nel pre-termine.\r\n#",
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"Titolo": "NEONATO PICCOLO PER L'ETA' GESTAZIONALE",
"Codice": "MEB03",
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"Titolo": "NEONATO POSTMATURO",
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"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx4185\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 NEONATO POSTMATURO\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Le condizioni generali e l'aspetto di un bambino nato oltre la 42a settimana dipendono, non tanto \r\ndalle cause che hanno determinato il protrarsi della \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 , quanto dallo stato funzionale della \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 nel periodo precedente il \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nAlle condi\r\nzioni della placenta è, infatti, subordinato il grado di nutrizione del neonato, il quale può presentarsi ben sviluppato e in questo caso è chiamato postmaturo eutrofico, oppure può presentarsi magro e sofferente e di conseguenza è detto postmaturo ipodi\r\nstrofico.\\par\r\nNel caso del postmaturo eutrofico il protrarsi della gravidanza non ha determinato lesioni, né istologiche né funzionali, della placenta che, pertanto, non presenta ancora fenomeni di senescenza, ma appare voluminosa e ben vascolarizzata. \r\nDi conseguenza il trofismo (ossia lo stato di nutrizione dei tessuti) del \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 è stato ben mantenuto e il neonato non presenta alterazioni dello stato nutriziale; spesso anzi è di peso superiore alla media (può raggiungere\r\n i quattro chili e mezzo) ed è più alto: ha l'aspetto di un bimbo nato da nove o dieci giorni, la cute non si presenta arrossata, ma rosea e liscia, senza lanugine; le unghie sopravanzano il polpastrello e i capelli sono lunghi e folti.\\par\r\nL'aspetto de\r\nl piccino è vivace: egli tiene già gli occhi ben aperti e pare precocemente interessato all'ambiente che lo circonda; succhia molto validamente e richiede una quantità di latte relativamente maggiore rispetto ad un coetaneo a termine.\\par\r\nPer la maggior\r\n maturità, non solo del \\cf17 \\ATXht93516 sistema nervoso\\cf16 \\ATXht0 , ma anche di tutti gli altri organi e apparati, le cosiddette manifestazioni fisiologiche neonatali, quali l'\\cf17 \\ATXht80000 ittero\\cf16 \\ATXht0 fisiologico, la crisi genitale, le\r\n manifestazioni emorragiche, l'\\cf17 \\ATXht80000 eritema\\cf16 \\ATXht0 cutaneo sono assai poco evidenti, se non addirittura assenti.\\par\r\nLa sua \"mole\" un po' eccessiva può, qualche volta, rendere difficile il parto: possono pertanto verificarsi con una \r\nfrequenza relativamente più elevata lesioni traumatiche, frattura della \\cf17 \\ATXht80000 clavicola\\cf16 \\ATXht0 per un difficile impegno delle spalle, paralisi ostetriche da stiramento o schiacciamento dei plessi nervosi (soprattutto del facciale e del\r\n brachiale), asfissie a volte tanto gravi da portare a morte, nonostante una pronta \\cf17 \\ATXht80000 ossigenoterapia\\cf16 \\ATXht0 . Tuttavia, prescindendo dai possibili incidenti legati al momento della nascita, il postmaturo eutrofico si presenta come \r\nun bimbo perfettamente normale, anzi è certamente più bello e più \"resistente\" dei coetanei che sono nati a tempo giusto.\\par\r\nL'aspetto del postmaturo ipodistrofico è invece quello di un neonato visibilmente sofferente.\\par\r\nResponsabile delle sue condi\r\nzioni è il precoce invecchiamento della placenta, che appare piccola, poco vascolarizzata, sottile, di colore giallo-verdastro (anziché rosso scuro) e presenta sulla superficie numerose zone di \\cf17 \\ATXht80000 fibrosi\\cf16 \\ATXht0 e di \\cf17 \\ATXht80000 necrosi\\cf16 \\ATXht0 , che ne riducono notevolmente la parte funzionante.\\par\r\nTutto ciò naturalmente si ripercuote sullo stato di nutrizione del feto, che ne risente a seconda della maggiore o minore precocità con cui il processo di senescenza placenta\r\nre ha avuto inizio.\\par\r\nEsaminando il postmaturo ipodistrofico si nota anzitutto una dissociazione staturo-ponderale: vale a dire un peso inferiore e una statura superiore alla media (peso inferiore ai 3 chilogrammi, altezza intorno ai 52-53 centimetri)\r\n; egli appare lungo e magro, il grasso sottocutaneo è scarso, e la muscolatura esile. Talora la cute, infiltrata di \\cf17 \\ATXht9211 liquido amniotico\\cf16 \\ATXht0 in cui si è disciolto il \\cf17 \\ATXht80000 meconio\\cf16 \\ATXht0 , ha un colore giallo-ver\r\ndastro, è secca, ruvida, d'aspetto pergamenaceo.\\par\r\nA causa dello scarso \\cf17 \\ATXht80000 pannicolo adiposo\\cf16 \\ATXht0 , la cute è sottile e lassa, in altre parole ricca di pieghe e si lascia sollevare tra le dita: questo fenomeno è conseguente al g\r\nrado di disidratazione dei tessuti del neonato, che, nel periodo terminale della vita intrauterina, ha ceduto parte dell'acqua corporea al liquido amniotico (molto concentrato in sali e altre sostanze organiche) in cui era immerso, senza che questa perdi\r\nta fosse compensata da un equivalente apporto d'acqua attraverso il circolo placentare divenuto insufficiente.\\par\r\nSempre a causa della mancata azione trofica della placenta senescente, nel postmaturo ipodistrofico possono essere presenti già alla nasci\r\nta estese zone di cute macerata, specialmente alla pianta dei piedi e al dorso delle mani (definite \"mani da lavandaia\" proprio perché ricordano le mani tenute a lungo nell'acqua).\\par\r\nL'epidermide, inoltre, si desquama a larghe lamelle, lasciando scope\r\nrti tratti di derma (lo strato più profondo della pelle), di color rosso vivo, solcati da fessurazioni anche abbastanza profonde che possono facilmente infettarsi, con formazione di pustole.\\par\r\nI capelli sono abbondanti e lunghi, l'espressione del volt\r\no è di un bambino di qualche giorno con gli occhi aperti e lo sguardo vigile; il viso ricorda quello di un vecchio, proprio per le piccole rughe che la pelle, sottile e poco elastica, forma sulla fronte e intorno agli occhi.\\par\r\nSintetizzando questa des\r\ncrizione, possiamo affermare che il postmaturo ipodistrofico è molto somigliante, almeno nelle caratteristiche somatiche, al piccolo \"dismaturo\", entrambi sono vissuti, per un periodo più o meno lungo, in un ambiente \"sfavorevole\".\\par\r\nAlla nascita, l'\\cf17 \\ATXht94426 apparato respiratorio\\cf16 \\ATXht0 è il più gravemente compromesso, il bambino respira di solito con difficoltà e l'\\cf17 \\ATXht80000 asfissia\\cf16 \\ATXht0 rappresenta il pericolo più grande.\\par\r\nLa respirazione inizia in ritardo e i pr\r\nimi atti respiratori sono irregolari, difficili e spasmodici.\\par\r\nQuesto avviene sia perché i centri nervosi che controllano il respiro, avendo sofferto per lo scarso apporto d'ossigeno (sempre legato al deficit funzionale della placenta), non sono perf\r\nettamente efficienti, sia perché una quantità anche esigua di liquido amniotico, inspirata al momento del parto, va ad ostruire un numero più o meno grande d'alveoli polmonari creando zone atelettasiche, vale a dire aree che non sono distese dall'ingress\r\no d'aria nei polmoni.\\par\r\nTali zone poi, nelle prime settimane di vita, possono facilmente diventare sede di focolai di \\cf17 \\ATXht80000 broncopolmonite\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nScongiurato il pericolo dell'asfissia neonatale, aiutando la madre a partorire \r\nnel minor tempo possibile e praticando al neonato l'ossigenoterapia, il postmaturo ipodistrofico non presenta particolari problemi d'assistenza. Le manifestazioni fisiologiche neonatali, data la maggior maturità del bambino, saranno meno accentuate: così\r\n il calo di peso iniziale è meno evidente e l'ittero fisiologico più lieve e di minor durata.\\par\r\nAnche la crisi genitale si manifesta di rado.\\par\r\nLe malattie che possono colpire il postmaturo, sia eutrofico sia ipodistrofico, non differiscono sostanz\r\nialmente da quelle che possono colpire, a parità di condizioni, il neonato maturo.\\par\r\nSi può tuttavia notare che il postmaturo va incontro a tali disturbi con minor frequenza del nato a termine, quasi che il suo avanzato stadio di maturazione costituis\r\nca una condizione di favore di fronte a stimoli dannosi d'uguale entità.\\par\r\nLa prognosi quindi è favorevole ed è in pratica legata all'eventuale gravità dello stato asfittico del bambino, poiché il parto, date le dimensioni del neonato, può essere lung\r\no e difficile. Questo fatto basta da solo a giustificare e a consigliare, come misura precauzionale, il ricovero in ambiente ospedaliero di qualsiasi donna che presenti una gravidanza protratta.\\par",
"ID": 231,
"Foto": "MEB04_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Il neonato postmaturo.\r\nA sinistra postmaturo eutrofico di 30 giorni di età: il bimbo mostra di non aver sofferto per il protrarsi della gravidanza; a destra, postmaturo ipodistrofico: si presenta magro, lungo, con la pelle rugosa come quella di un vecchio.\r\n#",
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"Dida_Movie": "@",
"Vedi_Anche": "GRAVIDANZA PROTRATTA 50122#"
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{
"Titolo": "PATOLOGIE DELL'ETA' NEONATALE",
"Codice": "MEB05",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx4200\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 PATOLOGIE NELL'ETÀ NEONATALE\\par\r\n\\pard\\tx270\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 A rischio è definito il neonato la cui sopravvivenza è messa seriamente in pericolo da s\r\nituazioni patologiche intrinseche oppure sfavorevoli, intervenute nel corso della \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 o al momento del \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 . Il rischio più grave per il neonato, è quello di non riuscire a garantirs\r\ni una buona ossigenazione, a causa di un grave stato di sofferenza prenatale oppure di una non sufficiente efficienza dei sistemi respiratorio, cardiaco o nervoso.\\par\r\nLe manifestazioni patologiche, che più spesso creano condizioni di pericolo per la vi\r\nta del bambino e richiedono un immediato intervento terapeutico, sono quelle a carico dell'\\cf17 \\ATXht94426 apparato respiratorio\\cf16 \\ATXht0 .\\par",
"ID": 232,
"Foto": "MEB05_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Indagini strumentali e parametri clinici che consentono la valutazione dello ΓÇ£stato ΓÇ£ del feto, prima del parto o in fase di travaglio.\r\n#",
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"Titolo": "ASFISSIA NEONATALE",
"Codice": "MEB05A",
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Il piccolo è intensamente cianotico (di colore bluastro), non piange, tuttavia il \\cf17 \\ATXht80000 tono muscolare\\cf16 \\ATXht0 e la reattività agli stimoli si \r\nmantengono discreti.\\par\r\nQuesta situazione definita d'asfissia cianotica è relativamente grave e si risolve con un tempestivo intervento terapeutico; infatti, dopo una pronta e accurata detersione delle vie aeree, aspirando delicatamente il materiale in\r\nalato, e la somministrazione d'ossigeno si ottiene l'avvio dell'attività respiratoria spontanea, accompagnata da un pianto vigoroso e dalla comparsa di un bel colorito roseo.\\par\r\nNei casi in cui lo stato di sofferenza del neonato si protrae a lungo, s'i\r\nnstaura il quadro ben più grave dell'asfissia pallida: il neonato appare pallidissimo, completamente privo di tono muscolare (ricorda una bambola di pezza), non manifesta alcuna reazione agli stimoli, il torace rimane fermo e il \\cf17 \\ATXht80000 cuore\\cf16 \\ATXht0 batte lentamente; s'impone immediatamente la necessità di ricorrere all'intubazione endotracheale per meglio aspirare il contenuto bronchiale e poter iniziare la ventilazione polmonare, eventualmente con respiratore automatico; talvolta è nece\r\nssario anche il massaggio cardiaco per stimolare una buona ripresa dell'attività cardiocircolatoria.\\par\r\nMolte condizioni a rischio d'asfissia per il neonato sono identificabili precocemente; è, quindi, importante cercare di prevenirle sia assicurando u\r\nn'adeguata assistenza al momento del parto sia individuando in tempo utile, in fase di travaglio, i segnali di sofferenza fetale. In tal caso, se il parto non si espleta spontaneamente entro breve termine, s'impone l'intervento con taglio cesareo per evi\r\ntare il protrarsi dello stato asfittico; infatti, pur essendo il neonato relativamente più resistente all'\\cf17 \\ATXht80000 anossia\\cf16 \\ATXht0 , rispetto all'adulto, il protrarsi della carenza d'ossigeno può causare danni irreparabili soprattutto al \\cf17 \\ATXht80000 cervello\\cf16 \\ATXht0 .\\par",
"ID": 233,
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{
"Titolo": "DISTRESS RESPIRATORIO",
"Codice": "MEB05B",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3360\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 DISTRESS RESPIRATORIO\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Alla condizione d'\\cf17 \\ATXht80000 asfissia\\cf16 \\ATXht0 si associa spesso quella di distress\r\n respiratorio, vale a dire di difficoltà a respirare.\\par\r\nI sintomi possono comparire precocemente, in sala \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 , oppure dopo alcune ore: il neonato appare sofferente ed è evidente lo sforzo che compie per respirare, la \r\nfrequenza del respiro aumenta oltre i 60 atti al minuto; compaiono i segni dello spasmodico impegno dei muscoli respiratori toracici, rientramenti intercostali, al disotto dello \\cf17 \\ATXht80000 sterno\\cf16 \\ATXht0 (\\cf17 \\ATXht80000 epigastrio\\cf16 \\ATXht0 ) e alla base del collo (giugulo), le piccole narici si muovono su e giù (alitamento delle pinne nasali); ogni espirazione si accompagna ad un lieve gemito mentre il colorito diventa sempre più cianotico.\\par\r\nLa cianosi (dal greco cyanos che signifi\r\nca azzurro), è la colorazione bluastra che compare sulla cute e sulle mucose, quando nei capillari scorre \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 povero d'ossigeno. Normalmente, infatti, il colorito appare roseo poiché il sangue capillare ricco d'ossigeno\r\n lascia trasparire il suo colore rosso vivo; se l'ossigeno diminuisce e aumenta l'anidride carbonica, come accade in situazioni d'asfissia, il sangue assume un colore rosso scuro che si riflette sulla pelle con la comparsa di una sfumatura bluastra.\r\n\\par\r\nIl sintomo cianosi è importante, non perché comporta una variazione del colorito cutaneo, ma poiché è espressione di uno stato d'ipossia, quindi d'insufficiente ossigenazione, sempre mal tollerato dall'organismo e dalle cellule del tessuto nervoso in pa\r\nrticolare.\\par\r\nLe condizioni patologiche che più frequentemente nel neonato si accompagnano a distress respiratorio sono per lo più a carico dell'apparato respiratorio e cardiaco, ma anche d'origine nervosa o metabolica. \\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 DISTRESS \r\nRESPIRATORIO D'ORIGINE POLMONARE\\par\r\nSindrome da aspirazione di \\cf17 \\ATXht80000 meconio\\cf16 \\ATXht0 . Si verifica di solito nei neonati a termine che, rimasti in condizione di sofferenza fetale con ipossia, nell'imminenza del parto, hanno aspirato \\cf17 \\ATXht9211 liquido amniotico\\cf16 \\ATXht0 tinto di meconio.\\par\r\n\\pard\\tx315\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 Appena nato il bambino tenta di respirare, ma l'aria non riesce a penetrare nelle vie aeree inondate dal liquido amniotico, ben presto compaiono i sinto\r\nmi dell'ipossia: cianosi, segni di distress respiratorio, \\cf17 \\ATXht80000 tachicardia\\cf16 \\ATXht0 . E' indispensabile liberare immediatamente le vie aeree con un'accurata aspirazione tracheo-bronchiale.\\par\r\n\\pard\\tx420\\tx4440\\ATXts0\\ATXbrdr0 Dopo la \r\ndetersione delle vie aeree riprende la respirazione spontanea e i polmoni si riempiono d'aria. Pochi istanti d'\\cf17 \\ATXht80000 ossigenoterapia\\cf16 \\ATXht0 risolvono rapidamente lo stato d'ipossia e le condizioni del neonato ritornano ad essere ottima\r\nli.\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 La prognosi è normalmente buona, solo nei casi d'ipossia prolungata esiste il rischio di complicanze neurologiche.\\par\r\nSindrome del \\cf17 \\ATXht80000 polmone\\cf16 \\ATXht0 umido. Colpisce prevalentemente i nati da ta\r\nglio cesareo oppure di peso inferiore a 2.000 grammi con età gestazionale inferiore a 34 settimane. E' dovuta al persistere negli alveoli polmonari del liquido polmonare fetale, che di norma viene allontanato dai polmoni grazie alla compressione che il t\r\norace subisce al momento del passaggio attraverso il canale vaginale.\\par\r\nIl neonato non appare mai molto sofferente, ma ha un respiro frequente e talvolta \"schiuma alla bocca\" per tutta la prima giornata; una buona detersione delle vie aeree unita alla\r\n somministrazione d'ossigeno a bassa concentrazione lo riportano presto ad una condizione di normalità.\\par\r\nMalattia da membrane ialine. E' tipica dei neonati pretermine, la sua frequenza è inversamente proporzionale all'età gestazionale e strettamente \r\ncorrelata al grado di maturazione del polmone; essa, infatti, è dovuta alla mancanza di surfactante che è regolarmente presente nei polmoni fetali solo dopo la 34a-35a settimana di gestazione.\\par\r\nIl surfactante è una \\cf17 \\ATXht80000 lipoproteina\\cf16 \\ATXht0 secreta dalle cellule alveolari che, nel polmone maturo, riveste la parete degli alveoli, essa è indispensabile per mantenere la funzione respiratoria poiché, grazie alle proprietà tensioattive, impedisce il collab\r\nimento degli alveoli alla fine dell'espirazione. I polmoni rimangono gonfi e la quota d'aria che è trattenuta negli alveoli rende possibile lo scambio d'ossigeno e anidride carbonica tra l'aria inspirata e il sangue che scorre nei capillari polmonari.\r\n\\par\r\nSe manca il surfactante gli alveoli non si distendono, molte zone del polmone rimangono prive d'aria (atelettasiche) e la funzione respiratoria viene ad essere gravemente compromessa.\\par\r\nLa dizione \"malattia da membrana ialina\" deriva dalle caratter\r\nistiche del reperto autoptico: i polmoni dei neonati deceduti appaiono di coloro rosso scuro, compatti, quasi completamente vuoti d'aria e all'esame microscopico si nota la presenza di membrane omogenee, finemente granulose, dette ialine per il loro aspe\r\ntto trasparente, che ricorda il vetro. Tali membrane, formate da un \\cf17 \\ATXht80000 essudato\\cf16 \\ATXht0 , contenente \\cf17 \\ATXht80000 fibrina\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 emoglobina\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 lipidi\\cf16 \\ATXht0 e \\cf17 \\ATXht80000 proteine\\cf16 \\ATXht0 , trasudato dai capillari polmonari, tappezza completamente le pareti degli alveoli che rimangono quindi vuoti d'aria e collassati. Il tessuto polmonare è poco aerato e per gran parte compatto, l'apporto d'ossigeno è scarsi\r\nssimo e il sangue che arriva al circolo polmonare non può cedere l'anidride carbonica raccolta dai tessuti periferici.\\par\r\nIl quadro clinico è caratterizzato da cianosi e grave distress respiratorio, espressione della grandissima difficoltà ad introdurr\r\ne aria nei polmoni. Il neonato appare ipotonico e gravemente depresso, talvolta sopravvengono crisi d'\\cf17 \\ATXht80000 ipertonia\\cf16 \\ATXht0 dovute ad uno stato di sofferenza cerebrale conseguente allo scarso apporto d'ossigeno. Auscultando il torace \r\nsi apprezza nettamente l'ingresso d'aria ridotto. L'esame radiografico conferma la diagnosi evidenziando le alterazioni polmonari, diverse, nei vari stadi di gravità della malattia: dall'iniziale presenza d'opacità puntiformi (corrispondenti a piccole zo\r\nne atelettasiche) che danno al radiogramma del polmone il tipico aspetto a \"vetro smerigliato\" ad un'opacizzazione diffusa (in cui a mala pena si distingue l'ombra cardiaca) che caratterizza la fase più grave e spesso terminale.\\par\r\nNei casi meno gravi \r\nl'ossigenoterapia, la somministrazione d'\\cf17 \\ATXht80000 antibiotici\\cf16 \\ATXht0 e un buon controllo delle condizioni metaboliche del bambino consentono talvolta una prognosi favorevole. Tuttavia, poiché la malattia colpisce prevalentemente i nati pr\r\netermine con peso inferiore a 1.500 grammi e i neonati a termine già sofferenti per altri motivi, le condizioni cliniche sono spesso gravi e richiedono una terapia intensiva con ventilazione polmonare assistita e somministrazione d'ossigeno a concentrazi\r\noni elevate, per lunghi periodi.\\par\r\nQuesti presidi terapeutici, pur avendo consentito di ridurre notevolmente la mortalità, non sono tuttavia esenti da rischi, quali per esempio i danni locali provocati dall'intubazione tracheale o dall'incannulazione \r\ndei vasi venosi (indispensabile sia per eseguire la terapia sia per l'alimentazione \\cf17 \\ATXht80000 parenterale\\cf16 \\ATXht0 ); molto temibili sono pure le complicanze derivanti dall'ossigenoterapia intensa e protratta: la fibroplasia retrolentale e la\r\n \\cf17 \\ATXht80000 displasia\\cf16 \\ATXht0 broncopolmonare.\\par\r\nRecentemente, soprattutto nei neonati molto prematuri, si attua con discreto successo la terapia con surfactante sintetico o d'origine animale, che è immesso direttamente nell'albero respir\r\natorio del bambino. Nei casi in cui si prevede la nascita di un bambino a rischio di malattia da membrana ialina (\\cf17 \\ATXht80000 diabete\\cf16 \\ATXht0 materno, parto anticipato ecc.) si può attuare una \\cf17 \\ATXht80000 profilassi\\cf16 \\ATXht0 sommin\r\nistrando alla madre poco prima del parto \\cf17 \\ATXht80000 corticosteroidi\\cf16 \\ATXht0 che agiscono inducendo, a livello del polmone fetale, la sintesi di surfactante.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 DISTRESS RESPIRATORIO D'ORIGINE CARDIACA\\par\r\nLe cardiopatie c\r\nongenite, vale a dire le alterazioni della struttura anatomica del \\cf17 \\ATXht80000 cuore\\cf16 \\ATXht0 e dei grossi vasi sanguigni, che hanno origine durante la vita fetale, sono la causa più comune di malattia cardiaca nell'infanzia e compaiono in cir\r\nca lo 0,8%-1% dei nati; a volte rientrano nel quadro di sindromi malformative complesse, come per esempio la \\cf17 \\ATXht91602 sindrome di Down\\cf16 \\ATXht0 o di Turner, ma nella gran parte dei casi sono isolate e la loro origine rimane un mistero.\r\n\\par\r\nNei casi meno gravi si rendono manifeste qualche mese dopo la nascita: la loro presenza è rivelata dalla comparsa di un rumore di \"\\cf17 \\ATXht80000 soffio\\cf16 \\ATXht0 \", apprezzabile auscultando il cuore di bambini apparentemente senza problemi, in oc\r\ncasione di una visita di controllo periodica. Le forme più gravi e complesse si manifestano invece fin dai primissimi giorni di vita ponendo con urgenza seri problemi di diagnosi e terapia.\\par\r\nNel neonato i sintomi più significativi di \\cf17 \\ATXht80000 cardiopatia\\cf16 \\ATXht0 congenita sono: la cianosi persistente e la \\cf17 \\ATXht80000 dispnea\\cf16 \\ATXht0 dovute soprattutto alla condizione d'ipossigenazione, la frequenza cardiaca che si mantiene elevata (oltre i 160-180 battiti/minuto), l'aumento \r\ndi volume del \\cf17 \\ATXht80000 fegato\\cf16 \\ATXht0 e la comparsa d'edemi agli arti, come segno di \\cf17 \\ATXht80000 scompenso cardiaco\\cf16 \\ATXht0 ; le variazioni della pressione arteriosa; un'evidente difficoltà ad alimentarsi cui si associano un asp\r\netto sofferente e una scarsa ripresa ponderale.\\par\r\nAll'auscultazione del cuore si apprezzano il ritmo cardiaco molto irregolare, ma soprattutto rumori di soffio spesso di forte. intensità. La \\cf17 \\ATXht80000 radiografia\\cf16 \\ATXht0 del torace e l'\\cf17 \\ATXht80000 ecografia\\cf16 \\ATXht0 consentono di valutare la forma e le dimensioni del cuore e la condizione d'irrorazione sanguigna dei polmoni; inoltre, utilizzando la tecnica dell'ecodoppler è possibile definire il tipo e la sede della lesione mal\r\nformativa osservando la direzione del flusso ematico all'interno del cuore e nei grossi vasi sanguigni che da esso hanno origine.\\par\r\nNelle forme più gravi la correzione chirurgica del difetto cardiaco è la sola terapia possibile. In attesa dell'interve\r\nnto il neonato va seguito con estrema attenzione: è tenuto in incubatrice, poiché al caldo il fabbisogno d'ossigeno è lievemente ridotto; l'apporto di liquidi deve essere limitato e l'alimento somministrato in pasti piccoli e frequenti (spesso con sondin\r\no nasogastrico) per risparmiare al bambino ogni più piccola fatica; la frequenza cardiaca e respiratoria, e la pressione arteriosa devono essere costantemente controllate.\\par\r\nSi attua la terapia farmacologica di volta in volta più adatta, in alcuni cas\r\ni (per esempio tetralogia di Fallot grave) è necessario ricorrere alla ventilazione assistita.\\par\r\nL'ecografia in \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 consente la diagnosi di cardiopatia congenita già in epoca prenatale; dopo la nascita, le attual\r\ni tecniche diagnostiche non invasive (ecografia, ecodoppler, rX), applicabili senza rischio anche a neonati piccolissimi, hanno migliorato notevolmente le possibilità terapeutiche anche per le cardiopatie più complesse, abbassando al disotto dell'anno l'\r\netà d'intervento. La possibilità di trapianto cardiaco ha inoltre reso migliore anche la prognosi di cardiopatie congenite prima considerate incompatibili con la vita.\\par",
"Dida_Foto": "Membrane ialine.\r\nRicostruzione plastica di un bronco e di alcune sue diramazioni. Nella malattia da membrane ialine, delle membrane tappezzano gli alveoli che sono qui rappresentati nei loro involucri: fibre reticolari, rete di capillari, epitelio alveolare. Alveoli polmonari tappezzati dalle membrane ialine. La presenza di queste membrane ostacola il normale processo respiratorio: esse, infatti, impediscono all'anidride carbonica di disperdersi nell'ambiente esterno e all'ossigeno di essere assunto dal sangue; inoltre, a causa di queste membrane, i polmoni si espandono con difficoltà e quindi la quantità d'aria che entra nei polmoni è notevolmente ridotta. Tutto questo provoca gravi conseguenze: il neonato respira faticosamente, diventa cianotico e il suo aspetto è molto sofferente. Talvolta questi sintomi regrediscono, ma spesso sopravviene la morte.\r\n#Cardiopatie congenite: classificazione.\r\n#Cardiopatie congenite cianogene.\r\n#",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx2790\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 ENCEFALOPATIA IPOSSICO-ISCHEMICA\\par\r\n\\pard\\tx270\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Le condizioni che comportano una riduzione del flusso di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 dalla \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 (malformazioni, distacco prematuro, placenta previa ecc.) oppure interferiscono col rapido inizio dell'attività respiratoria spontanea del neonato (asfissia perinatale, situazioni con distress resp\r\niratorio ecc.) comportano una riduzione dell'apporto di ossigeno (ipossia), un accumulo nel sangue di metaboliti tossici (come l'acido lattico) e, nei casi più gravi, una notevole riduzione della quantità di sangue che giunge ai tessuti periferici (ische\r\nmia).\\par\r\nLa condizione di ipossia associata all'ischemia crea gravissimi danni ai tessuti dei vari organi, ma soprattutto al \\cf17 \\ATXht80000 cervello\\cf16 \\ATXht0 , le cui cellule sono particolarmente vulnerabili e sensibili alla mancanza di ossigeno\r\n. Si vengono così a creare nel contesto della massa cerebrale zone di \\cf17 \\ATXht80000 edema\\cf16 \\ATXht0 con \\cf17 \\ATXht80000 necrosi\\cf16 \\ATXht0 (e morte) di parti più o meno estese di tessuto nervoso che, nei nati a termine, interessano la cortec\r\ncia cerebrale, mentre nei pretermine (soprattutto se gravi) si localizzano nella delicata zona che circonda i ventricoli cerebrali, dando il grave quadro della leucomalacia periventricolare.\\par\r\nL'edema e i versamenti emorragici (se non troppo estesi) s\r\ni possono riassorbire senza lasciare reliquati, nelle zone di necrosi, invece, le cellule muoiono, lasciando danneggiate in modo irreparabile aree più o meno estese del cervello.\\par\r\nLe manifestazioni cliniche dell'\\cf17 \\ATXht80000 encefalopatia\\cf16 \\ATXht0 ipossico-ischemica variano, secondo la gravità, dalla semplice \\cf17 \\ATXht80000 ipotonia\\cf16 \\ATXht0 (per edema cerebrale) al \\cf17 \\ATXht80000 coma\\cf16 \\ATXht0 con arresto del respiro, per compromissione della corteccia cerebrale e della zona\r\n bulbare. Alcune ore dopo la nascita compaiono crisi convulsive molto difficili da sedare con le usuali terapie, il neonato è assolutamente inerte e i riflessi neonatali sono assenti o difficilmente evocabili.\\par\r\nAlle forme più lievi molti neonati sopr\r\navvivono senza riportare danni; tuttavia nei bambini pretermine e nei nati a termine il cui punteggio di Apgar è stato molto basso (da 0 a 3) nei primi 10 minuti di vita, la prognosi è spesso molto brutta; il tasso di mortalità nei primi mesi è elevato e\r\n nei sopravvissuti vi è un'alta incidenza di paralisi spastiche, crisi convulsive ricorrenti e gravi \\cf17 \\ATXht80000 handicap\\cf16 \\ATXht0 nello sviluppo nervoso e mentale.\\par",
"ID": 235,
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"Dida_Foto": "@",
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"Vedi_Anche": "@"
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{
"Titolo": "INFEZIONI NEONATALI",
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"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3150\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 INFEZIONI NEONATALI\\par\r\n\\pard\\tx270\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Il bambino appena nato ha pochissime difese nei confronti delle infezioni, poiché essendo fino a \r\nquel momento vissuto in un ambiente protetto e sterile, non ha avuto modo di stimolare il proprio \\cf17 \\ATXht92571 sistema immunitario \\cf16 \\ATXht0 a produrre anticorpi.\\par\r\nDopo la nascita, a contatto con l'ambiente esterno altamente contaminato, il \r\nsistema immunitario (già funzionante ma del tutto impreparato) inizia a produrre gli anticorpi che sono \\cf17 \\ATXht80000 immunoglobuline\\cf16 \\ATXht0 comunemente classificate come:\\par\r\n\\pard\\tx270\\ATXts0\\li135\\fi-135\\ATXbrdr0 - IgG, a molecola piccola\r\n, che riescono ad attraversare la \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 e passano quindi dalla madre al \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 ;\\par\r\n- IgM, a molecola più grossa, che devono essere prodotte dal neonato e sono le prime a intervenire nelle\r\n reazioni \"di difesa\";\\par\r\n\\li0\\fi0 - IgA, a cui è devoluta la difesa delle mucose, digerente e respiratoria in particolare.\\par\r\nLe immunoglobuline materne di tipo IgG, nelle ultime sei settimane di \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 , attravers\r\nano la placenta e passano al feto conferendogli la protezione contro le malattie, in precedenza contratte dalla madre e verso cui sono state prodotte; in particolare lo difendono dalle comuni malattie esantematiche (sempre che la mamma le abbia avute); è\r\n importante però ricordare che tra esse non vi sono mai anticorpi nei confronti della \\cf17 \\ATXht80000 pertosse\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nNel periodo neonatale e nei primi mesi di vita, il neonato a termine rimane, estremamente vulnerabile alle infezioni, anc\r\nhe a quelle apparentemente banali che, se non sono controllate da una corretta terapia antibiotica, da localizzate e poco importanti possono diffondersi a tutto l'organismo creando una situazione settica generalizzata (sepsi).\\par\r\nPer esempio una cattiv\r\na igiene della regione ombelicale espone al rischio di infezioni dell'ombelico (onfaliti) che si possono complicare con la comparsa di flemmoni, peritoniti o sepsi. Anche i batteri che formano la normale \\cf17 \\ATXht80000 flora batterica\\cf16 \\ATXht0 in\r\ntestinale possono diventare virulenti e, poiché la barriera protettiva creata dalle immunoglobuline IgA è ancora insufficiente, possono causare infezioni intestinali o generalizzate; soprattutto nei pretermine non sono infatti rare le meningiti da Escher\r\nichia coli.\\par\r\nNel neonato la presenza di infezioni non sempre dà una reazione febbrile (come di norma accade nelle età successive), ma proprio per la scarsa capacità di reagire (direttamente proporzionale all'età gestazionale) il neonato appare spesso\r\n non febbrile, ma apatico, sonnolento, inappetente, pallido o giallognolo per il persistere dell'\\cf17 \\ATXht80000 ittero\\cf16 \\ATXht0 ; spesso rigurgita o vomita il latte e possono manifestarsi crisi convulsive. L'insorgenza di questa sintomatologia imp\r\none un intervento medico e terapeutico della massima urgenza.\\par\r\nPer l'immaturità del sistema immunitario \"cellulare\", in particolare legato all'azione di cellule prodotte dal \\cf17 \\ATXht80000 timo\\cf16 \\ATXht0 , dette linfociti T, il neonato è partic\r\nolarmente recettivo alle infezioni causate da microparassiti (come, per esempio, la \\cf17 \\ATXht80000 Pneumocystis carinii\\cf16 \\ATXht0 che causa gravissime polmoniti nel prematuro) e da funghi, tra cui ricordiamo la notissima Candida albicans responsab\r\nile del \"\\cf17 \\ATXht80000 mughetto\\cf16 \\ATXht0 \". Se la madre è affetta da vaginite da Candida, al momento del \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 , il neonato facilmente si infetta e dopo qualche giorno compaiono sulla mucosa delle guance e sulla lin\r\ngua piccole chiazze bianche, che possono creare molto fastidio e disturbare notevolmente il bambino durante la suzione del latte.\\par\r\nL'infezione da Candida, che nel nato a termine si limita a dare il \"mughetto\", nel pretermine può causare danni più gra\r\nvi, come meningiti o encefaliti spesso molto difficili da curare.\\par",
"ID": 236,
"Foto": "MEB05D_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Le difese del neonato.\r\nAppena nato il bambino possiede una elevata concentrazione di immunoglobuline (classe IgG) materne che entro il 6┬░ mese vengono sostituite da IgG di produzione propria.\r\n#",
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"Titolo": "CONVULSIONI NEONATALI",
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"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3660\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 CONVULSIONI NEONATALI\\par\r\n\\pard\\tx270\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Per convulsione s'intende la contrazione involontaria dei muscoli scheletrici, prevalentemente \r\ndegli arti e del volto, dovuta ad impulsi occasionali, disordinati e involontari che partono dalla corteccia cerebrale, a sua volta stimolata da \"stimoli\" di tipo irritativo, la cui natura e origine, possono essere molto varie e non sempre identificabili\r\n.\\par\r\nDurante la crisi convulsiva, le contrazioni muscolari possono essere di tipo \"tonico\", ricorrenti e mantenute per qualche secondo; di tipo \"clonico\", piccole scosse ritmiche e frequenti; oppure \"tonico-cloniche\", insorgono sempre all'improvviso e \r\ninteressano tutto il corpo oppure un solo elemento.\\par\r\nPossono insorgere a qualsiasi età, ma nel neonato sono particolarmente importanti poiché spesso esprimono situazioni patologiche particolarmente gravi. La fisiologica immaturità anatomica e funzion\r\nale del \\cf17 \\ATXht93516 sistema nervoso\\cf16 \\ATXht0 centrale rende il neonato particolarmente vulnerabile all'azione di stimoli metabolici altrimenti innocui, quali, per esempio, l'\\cf17 \\ATXht80000 ipoglicemia\\cf16 \\ATXht0 e l'ipocalcemia che spess\r\no intervengono in seconda o terza giornata di vita. Ben più gravi sono le crisi convulsive insorte alla nascita o qualche giorno dopo, dovute a sofferenza cerebrale su base ipossico-ischemica (provocata da un prolungato stato di cattiva ossigenazione) op\r\npure emorragica (legata ancora ad ipossia oppure conseguenza di un \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 particolarmente difficile); queste due situazioni patologiche stanno all'origine della \"patologia convulsiva\" della maggior parte dei nati a termine,\r\n e soprattutto dei pretermine.\\par\r\nLe crisi convulsive che compaiono precocemente, già in sala parto, sono espressione di un grave stato d'\\cf17 \\ATXht80000 asfissia\\cf16 \\ATXht0 fetale e talvolta di malformazioni cerebrali, mentre quelle tardive (in q\r\nuarta o quinta giornata) possono essere causate da sopravvenute infezioni generalizzate o cerebrali (meningiti o encefaliti), da condizioni metaboliche alterate (ipoglicemia, ipocalcemia, \\cf17 \\ATXht80000 acidosi\\cf16 \\ATXht0 ecc.), oppure essere la ma\r\nnifestazione di \"crisi d'astinenza\" nei nati da donne dedite al consumo di droghe (eroina) che, passando attraverso la \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 , possono danneggiare gravemente il \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nLe crisi convuls\r\nive dovute ad \\cf17 \\ATXht80000 epilessia\\cf16 \\ATXht0 sono ad insorgenza più tardiva, non si manifestano mai nel neonato anche se, molto spesso, è in età neonatale che, come conseguenza d'insulti anossico-ischemici o emorragici, si formano nel tessuto \r\ncerebrale le lesioni da cui, in età successiva, partiranno gli stimoli irritativi scatenanti la crisi.\\par\r\nE' importante saper distinguere i frequenti \"tremori benigni\", molto fini e rapidi, che scompaiono semplicemente toccando il bambino, dalle convul\r\nsioni vere e proprie che sono prolungate e associate, spesso, a crisi d'\\cf17 \\ATXht80000 apnea\\cf16 \\ATXht0 , a movimenti di rotazione degli occhi o di deviazione della rima orale.\\par\r\nNei neonati molto prematuri può essere non sempre facile individuar\r\ne l'insorgenza di una crisi convulsiva poiché manca la tipica attività motoria tonico-clonica.\\par\r\nOgni crisi si esaurisce spontaneamente; è tuttavia importante eseguire una pronta terapia con farmaci anticonvulsivanti allo scopo sia di sedare la crisi \r\nin atto sia di prevenire l'insorgenza di quelle future.\\par",
"ID": 237,
"Foto": "MEB05E_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Cause delle convulsioni nel neonato.\r\n#",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\f1 \\cf16 MALATTIA EMORRAGICA DEL NEONATO\\par\r\n\\pard\\tx555\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Nel neonato esiste normalmente una bassa concentrazione d'alcuni fattori plasmatici della coagulazione; in partico\r\nlare, il livello dei fattori cosiddetti \"Vitamina K dipendenti\" (perché sintetizzati dal \\cf17 \\ATXht80000 fegato\\cf16 \\ATXht0 in presenza di vitamina K), è particolarmente basso e si abbassa ulteriormente in seconda-terza giornata. Anche le \\cf17 \\ATXht80000 piastrine\\cf16 \\ATXht0 , che intervengono nella formazione del coagulo di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 , sono in numero inferiore e i capillari sanguigni sono particolarmente fragili.\\par\r\nIl deficit dei fattori plasmatici della coagulazion\r\ne è dovuto sia alla fisiologica immaturità funzionale del fegato (deputato alla loro sintesi), che è tanto più spiccata quanto più precoce è l'età gestazionale del bambino, sia alla scarsa disponibilità di vitamina K, che nei primi giorni non viene assun\r\nta in quantità sufficiente poiché la sua concentrazione nel latte materno è ancora piuttosto bassa, inoltre essa non viene ancora sintetizzata in quantità sufficiente dalla \\cf17 \\ATXht80000 flora batterica\\cf16 \\ATXht0 intestinale, molto scarsa nell'\\cf17 \\ATXht80000 intestino\\cf16 \\ATXht0 del bambino nato da poco.\\par\r\nQuesti \"difetti\" considerati fisiologici in epoca neonatale, a volte (1 caso ogni 200 nati) provocano la \"\\cf17 \\ATXht80000 malattia\\cf16 \\ATXht0 emorragica del neonato\", che si manife\r\nsta due o tre giorni dopo la nascita con la comparsa d'emorragie in sedi diverse del corpo.\\par\r\nL'espressione clinica più frequente è la \\cf17 \\ATXht80000 melena\\cf16 \\ATXht0 neonatorum, dovuta a piccole emorragie del tubo digerente che si rendono evid\r\nenti con la comparsa di feci scure per la presenza di sangue digerito (melena) oppure di materiale vomitato striato di sangue (ematemesi). Meno frequenti sono le soffusioni emorragiche congiuntivali o cutanee, e le sottoperiostee (cefaloematoma), oppure \r\nil sanguinamento del moncone ombelicale, e ancora più rare sono le emorragie a carico degli organi interni (surrene, \\cf17 \\ATXht80000 polmone\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 cervello\\cf16 \\ATXht0 ).\\par\r\nSolo nei piccoli\r\n molto prematuri la malattia può presentare seri problemi, in genere non è mai grave e si risolve rapidamente con la somministrazione di vitamina K.\\par\r\nAttualmente è di riscontro sempre meno frequente, poiché a tutti i neonati è fatta la \\cf17 \\ATXht80000 profilassi\\cf16 \\ATXht0 delle manifestazioni emorragiche, somministrando subito dopo la nascita 1 mg di vitamina K.\\par",
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"Titolo": "ITTERI NEONATALI",
"Codice": "MEB05G",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx2640\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 ITTERI NEONATALI\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 L'ittero è l'espressione clinica dell'aumento della concentrazione ematica della b\r\nilirubina, un pigmento che, se non è eliminato, si deposita nella cute, nelle mucose e nelle sclere, conferendo ai tessuti un colore giallo.\\par\r\nLa bilirubina deriva dalla demolizione delle molecole di \\cf17 \\ATXht80000 emoglobina\\cf16 \\ATXht0 che si liberano, nella \\cf17 \\ATXht80000 milza\\cf16 \\ATXht0 , dalla distruzione (emolisi) dei globuli rossi giunti al termine del loro ciclo vitale (di circa 120 giorni), oppure precocemente distrutti per l'azione di f\r\nattori cosiddetti \"emolitici\". Dalla milza la bilirubina, detta indiretta o non coniugata, è trasportata dal \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 (legata a molecole di \\cf17 \\ATXht80000 albumina\\cf16 \\ATXht0 ) al \\cf17 \\ATXht80000 fegato\\cf16 \\ATXht0 \r\ndove, per azione dell'\\cf17 \\ATXht80000 enzima\\cf16 \\ATXht0 glicuroniltransferasi è coniugata, cioè unita all'acido glicuronico e trasformata in bilirubina coniugata o diretta. Quest'ultima, veicolata dalla \\cf17 \\ATXht80000 bile\\cf16 \\ATXht0 , passa ne\r\nll'\\cf17 \\ATXht94975 intestino tenue\\cf16 \\ATXht0 dove è ulteriormente trasformata in \\cf17 \\ATXht80000 urobilinogeno\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 urobilina\\cf16 \\ATXht0 e \\cf17 \\ATXht80000 stercobilina\\cf16 \\ATXht0 , pigmenti che conferiscono il c\r\naratteristico colore alle urine e alle feci. La piccola quantità di bilirubina non coniugata che non è subito eliminata, si riassorbe attraverso la parete intestinale, ritorna nel sangue, che la riporta al fegato per la glicuroconiugazione. Questo proces\r\nso, noto come circolo entero-epatico della bilirubina, nel neonato si compie particolarmente a rilento: ogniqualvolta il fegato, per una qualsiasi ragione, non è in grado di smaltire la bilirubina dopo averla coniugata, essa (non potendo essere eliminata\r\n attraverso le normali vie metaboliche) si concentra nel sangue e si deposita nei tessuti dando l'ittero.\\par\r\nMentre normalmente la bilirubina presente nel sangue è pochissima (meno di 1 mg/ml) e quasi tutta diretta, nei primi giorni di vita avviene il \r\ncontrario: la concentrazione è più elevata (superiore a 5-6 mg/ml) con netta prevalenza della componente indiretta. Questa condizione di iperbilirubinemia transitoria, che normalmente causa l'ittero fisiologico, è dovuta sia all'aumentata produzione di b\r\nilirubina sia alla sua più lenta eliminazione.\\par\r\nRispetto alle età successive, il neonato produce giornalmente circa il doppio di bilirubina a causa della distruzione di un buon numero di globuli rossi che erano serviti in \\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 per il trasporto dell'ossigeno attraverso la \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 , ma che non servono più dal momento in cui, con l'inizio della respirazione spontanea, il sangue si ossigena passando attraverso i polmoni. Al tempo stesso, per\r\n un'ancora incompleta, se pur fisiologica, maturazione funzionale, il fegato è in grado di captare e di coniugare con acido glicuronico una quantità ridotta di bilirubina che, in attesa di essere metabolizzata, rimane in circolo nella forma \"indiretta\".\r\n\\par\r\nTra la bilirubina indiretta (non coniugata) e la bilirubina diretta (coniugata) esiste una sostanziale differenza: la prima è un metabolita altamente tossico poiché, essendo liposolubile (solubile solo nei grassi), non può essere eliminata dal \\cf17 \\ATXht80000 rene\\cf16 \\ATXht0 tramite l'urina (che è un veicolo acquoso), e quando la sua concentrazione nel sangue è elevata essa penetra facilmente nelle cellule nervose (ricche di sostanze grasse) alterandone profondamente il \\cf17 \\ATXht80000 metabol\r\nismo\\cf16 \\ATXht0 e danneggiandole in modo irreparabile. La seconda invece è molto meno tossica poiché, essendo idrosolubile (solubile in acqua), può essere eliminata facilmente con le bile e non provoca mai danni cellulari ai tessuti.\\par\r\nNel sangue d\r\nel \\cf17 \\ATXht80000 funicolo ombelicale\\cf16 \\ATXht0 la concentrazione della bilirubina è già pari a 1-2 mg/ml, a quota prevalentemente indiretta; tale valore, per i motivi sopra riferiti, tende ad aumentare nelle ore e nei giorni successivi e quando s\r\nupera i 4-5 mg/ml compare l'ittero.\\par",
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"Titolo": "Ittero fisiologico",
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"Titolo": "Itteri patologici",
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Si passa così alla \r\ncondizione d'ittero patologico, spesso grave, con prognosi ben più seria e non sempre favorevole.\\par\r\nUno degli esempi più significativi d'ittero patologico, di tipo emolitico e con bilirubina prevalentemente indiretta, si ha nella malattia emolitica de\r\nl neonato (MEN), dovuta ad incompatibilità tra il tipo di sangue della madre e del feto. Essa si verifica quando i gruppi sanguigni sono differenti e, in particolare, quando i globuli rossi del feto hanno il \\cf17 \\ATXht80000 fattore Rh\\cf16 \\ATXht0 (avendolo ereditato dal padre), mentre quelli materni ne sono privi, vale a dire nei casi in cui la madre è Rh negativa (Rh-) e il figlio Rh positivo (Rh+).\\par\r\nIl sangue d'ogni individuo si differenzia, oltre che per l'appart\r\nenenza ad uno dei gruppi principali (A, B, AB, 0), per la presenza, o meno, sulla superficie dei globuli rossi di un fattore antigenico denominato \"fattore Rh\". Si calcola che circa l'85% degli individui è \"Rh positivo\", possiede quindi il fattore Rh, me\r\nntre il 15% risulta \"Rh negativo\", quindi privo di \"fattore Rh\".\\par\r\nAl momento del \\cf17 \\ATXht80000 concepimento\\cf16 \\ATXht0 il fattore Rh è trasmesso dai genitori ai figli come un carattere ereditario dominante; quindi se una donna \"negativa\" porta\r\n in grembo un feto Rh positivo, questi deve per forza avere ereditato il fattore Rh dal padre. Circa il 13% delle coppie risulta \"Rh incompatibile\", fortunatamente, però, solo in una piccola percentuale di casi si manifesta la malattia emolitica.\\par\r\nIl\r\n fattore Rh è un \\cf17 \\ATXht80000 antigene\\cf16 \\ATXht0 , ha cioè la capacità di indurre il \\cf17 \\ATXht92571 sistema immunitario\\cf16 \\ATXht0 a formare anticorpi; quindi nel momento in cui, veicolato dai globuli rossi, entra in un organismo che ne è p\r\nrivo (Rh negativo) questo non lo accetta, lo considera un \"corpo estraneo\" e attiva immediatamente le comuni reazioni di difesa e di rigetto, vale a dire inizia a produrre anticorpi specifici che avranno il potere di neutralizzarlo distruggendo (emolizza\r\nndo) i globuli rossi sulla cui superficie esso è adeso.\\par\r\nNormalmente questa situazione non si verifica poiché in caso d'emotrasfusione è sempre usato solo sangue compatibile. Tuttavia in \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 , soprattutto nel mom\r\nento del \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 , alcuni globuli rossi Rh+ del feto possono passare nel sangue della madre Rh- e indurre in essa la formazione d'anticorpi anti-Rh. In occasione di una seconda gravidanza con feto Rh+ questi anticorpi (che es\r\nsendo \\cf17 \\ATXht80000 immunoglobuline\\cf16 \\ATXht0 di classe IgG, simili a quelli preposti alla difesa dalle malattie, possono attraversare la \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 ) passano nel sangue del feto e ne distruggono i globuli rossi su cu\r\ni riconoscono la presenza del fattore Rh; provocano quindi la malattia emolitica del neonato.\\par\r\nNon bisogna dimenticare che una donna Rh+ può essersi sensibilizzata anche per precedenti gravidanze interrotte da \\cf17 \\ATXht80000 aborto\\cf16 \\ATXht0 , \r\nin questi casi anche il primo figlio può essere a rischio di MEN.\\par\r\nL'avvenuta sensibilizzazione si può dimostrare con un esame definito \"\\cf17 \\ATXht91176 test di Coombs\\cf16 \\ATXht0 indiretto\", che mette in evidenza la presenza, nel sangue materno,\r\n d'anticorpi anti-Rh-, gli stessi anticorpi, passati attraverso la placenta, si possono dimostrare adesi ai globuli rossi circolanti nel sangue del feto e del neonato con un altro esame definito \"test di Coombs diretto\".\\par\r\nDi norma il test di Coombs d\r\niretto dovrebbe essere praticato, alla nascita, a tutti i bambini Rh+ nati da madre Rh-, mentre il test di Coombs indiretto deve essere fatto, di routine dal settimo mese di gravidanza, a tutte le donne il cui sistema Rh è incompatibile rispetto al partn\r\ner. Questo consente di valutare la gravità della malattia emolitica fetale e di adottare tempestivamente i presidi terapeutici di volta in volta più idonei.\\par\r\nGli anticorpi materni anti-fattore Rh, distruggendo un gran numero di globuli rossi fetali, \r\ndeterminano l'insorgenza d'\\cf17 \\ATXht80000 anemia\\cf16 \\ATXht0 con iperbilirubinemia.\\par\r\nNelle forme più gravi iniziate precocemente in \\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 , l'anemia, già presente in epoca prenatale, può determinare la nascita di u\r\nn feto morto o di un neonato con \\cf17 \\ATXht80000 idrope\\cf16 \\ATXht0 feto-placentare: condizione gravissima, incompatibile con la vita, caratterizzata da un edema (gonfiore) generalizzato, esteso anche al cordone ombelicale e alla placenta, da un note\r\nvole aumento di volume della \\cf17 \\ATXht80000 milza\\cf16 \\ATXht0 e del \\cf17 \\ATXht80000 fegato\\cf16 \\ATXht0 e da \\cf17 \\ATXht80000 scompenso cardiaco\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nAltre volte la sintomatologia si manifesta dopo la nascita con anemia, presenza \r\nin circolo di globuli rossi molto immaturi (\\cf17 \\ATXht80000 eritroblastosi\\cf16 \\ATXht0 ), epato-\\cf17 \\ATXht80000 splenomegalia\\cf16 \\ATXht0 e, soprattutto ittero intenso e precoce.\\par\r\nPoiché in utero l'eccesso di bilirubina è rapidamente eliminato\r\n attraverso la placenta, l'iperbilirubinemia è presente solo dopo la nascita. La concentrazione della bilirubina, quasi tutta indiretta, aumenta rapidamente nel sangue del neonato: già al termine della prima giornata si superano spesso i 12 mg/ml e verso\r\n la 48a ora si raggiungono i 20 mg/ml, concentrazione potenzialmente \"tossica\" per le cellule nervose. Il bambino, perfettamente normale appena nato, diventa itterico quasi a vista d'occhio e ben presto compaiono \\cf17 \\ATXht80000 dispnea\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 cianosi\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 ipoglicemia\\cf16 \\ATXht0 , torpore e una rigidità diffusa a tutto il corpo, segno di grave compromissione dei centri nervosi. Ciò avviene perché nelle prime settimane di vita la bilirubina indirett\r\na può superare la \"barriera emato-encefalica\" che normalmente isola e protegge le strutture più delicate del \\cf17 \\ATXht80000 cervello\\cf16 \\ATXht0 dall'azione nociva d'eventuali sostanze tossiche presenti nel sangue; per questo, quando la bilirubinemi\r\na supera i 20 mg/ml, il pigmento si deposita a livello dei centri nervosi (\\cf17 \\ATXht80000 talamo\\cf16 \\ATXht0 , nucleo caudato e lenticolare) posti alla base del cervello, denominati \"nuclei della base\", dando origine alla gravissima complicanza conos\r\nciuta quindi come ittero nucleare.\\par\r\nLe forme così gravi di MEN portano quasi sempre a morte il bambino; quando ciò non accade si osserva una lenta, parziale, remissione dei sintomi; tuttavia, entro 1 o 2 mesi emergono gli esiti delle gravi lesioni ne\r\nrvose prodotte dall'ittero nucleare: \\cf17 \\ATXht80000 tetraplegia\\cf16 \\ATXht0 spastica, sordità, alterazioni psicomotorie permanenti.\\par\r\nLa comparsa d'ittero nucleare è particolarmente temibile nel pretermine, le cui frequenti condizioni d'ipossia, \\cf17 \\ATXht80000 acidosi\\cf16 \\ATXht0 , ipoglicemia, ipoalbuminemia e \\cf17 \\ATXht80000 ipotermia\\cf16 \\ATXht0 rendono pericolosi anche livelli di bilirubinemia inferiori a 20 mg/ml.\\par\r\nNella maggior parte dei casi di MEN da incompatibilità Rh la terap\r\nia d'elezione è l'exanguinotrasfusione, che consiste nel sostituire gradualmente il sangue del neonato con altro sangue, di gruppo ABO compatibile, ma Rh negativo, i cui globuli rossi non possono venire emolizzati dagli anticorpi anti-Rh presenti nel san\r\ngue del bambino. Si trasfondono fino a 170-190 ml di sangue per ogni chilogrammo di peso del neonato, utilizzando un catetere introdotto nella vena ombelicale e collegato ad un raccordo a tre vie: una utilizzata per il \\cf17 \\ATXht80000 salasso\\cf16 \\ATXht0 , una per eliminare il sangue asportato, una per introdurre il sangue \"nuovo\" Rh negativo. L'exanguinotrasfusione consente di sostituire quasi completamente il sangue del neonato e soprattutto di abbassare velocemente il livello della bilirubinemia.\r\n\\par\r\nNei casi meno gravi, ma anche dopo exanguinotrasfusione, si sottopone il neonato a \\cf17 \\ATXht80000 fototerapia\\cf16 \\ATXht0 . Si tratta di una terapia incruenta, molto usata nei Centri di neonatologia per prevenire le forme gravi d'ittero; essa si a\r\nttua ponendo il bambino completamente nudo sotto particolari lampade, la cui luce fredda, bianca o azzurra, irradiando la cute è in grado di spezzare le molecole di bilirubina indiretta, presenti nel sangue capillare, riducendole in frammenti innocui e f\r\nacilmente eliminabili. Solo gli occhi devono essere ben coperti da una benda per evitare possibili danni alla retina.\\par\r\nDurante la fototerapia, che può durare 24-72 ore, il neonato non ha alcun disturbo, è regolarmente alimentato e accudito, ha sempli\r\ncemente bisogno di bere un po' d'acqua in più per non disidratarsi.\\par\r\nNei casi in cui è dimostrata già in epoca prenatale una grave anemia è possibile ricorrere alla trasfusione intrauterina introducendo sangue Rh negativo in una vena ombelicale o nel\r\nla cavità peritoneale del feto, sotto controllo ecografico, tramite un catetere che passa attraverso la parete addominale materna e la parete uterina.\\par\r\nAttualmente sempre più di rado è necessario ricorrere a queste terapie \"estreme\", e anche la MEN, \r\nnelle forme più gravi sta per diventare una malattia di memoria storica perché è possibile prevenirla. La \\cf17 \\ATXht80000 profilassi\\cf16 \\ATXht0 , ormai entrata nell'uso comune, consiste nel somministrare, entro 72 ore dal parto, alle donne Rh- che ha\r\nnno concepito un figlio Rh+, una dose opportuna d'immunoglobuline G anti-Rh; queste bloccano gli antigeni Rh+ presenti sulle emazie fetali, penetrate nel sangue materno nel momento del parto, e impediscono la formazione d'\r\nanticorpi. In questo modo anche i nati da successive gravidanze sono protetti dal rischio di MEN.\\par\r\nPiù frequente è diventata invece la malattia emolitica da \\cf17 \\ATXht80000 isoimmunizzazione\\cf16 \\ATXht0 ABO, che si manifesta nei neonati di gruppo\r\n A o B, figli di madre di gruppo 0, per la quale non esiste possibilità di profilassi e che può manifestarsi anche nel primogenito.\\par\r\nNon è mai molto grave, pur essendo precoce la comparsa dell'ittero, la bilirubinemia non raggiunge mai valori pericol\r\nosi per il bambino, l'anemia e l'eritroblastosi sono modeste. La fototerapia è sufficiente a controllare l'ittero.\\par",
"ID": 241,
"Foto": "MEB05G2_F1.jpg#MEB05G2_F2.jpg#",
"Dida_Foto": "Malattia emolitica da incompatibilità Rh.\r\nMeccanismi attraverso i quali si giunge alla malattia emolitica da incompatibilità Rh. Nella prima gravidanza in cui la madre Rh negativa (Rh -) si ha un feto positivo (Rh +) (perché il padre è Rh positivo, Rh +) non si verifica nessun fenomeno dannoso fino al momento del parto, quando, per piccoli traumi, si verifica facilmente un passaggio di globuli rossi fetali nel sangue materno, con formazione da parte della madre di anticorpi anti-Rh. Nella gravidanza successiva gli anticorpi che attraversano la barriera placentare possono passare dalla madre al feto. Se questo è Rh positivo, gli anticorpi anti-Rh distruggono i globuli rossi fetali, provocando un processo di emolisi.\r\n#Neonato sottoposto a exanguinotrasfusione.\r\nÈ questo un mezzo terapeutico efficacissimo che consiste nella graduale e quasi completa sostituzione del sangue di un neonato; si esegue in caso di ittero grave neonatale.\r\n#",
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"Dida_Movie": "@",
"Vedi_Anche": "@"
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{
"Titolo": "Itteri da infezione",
"Codice": "MEB05G3",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx2235\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 ITTERI DA INFEZIONE\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Sono provocati da infezioni intrauterine come \\cf17 \\ATXht80000 toxoplasmosi\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 rosolia\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 herpes simplex\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 epatite\\cf16 \\ATXht0 virale ecc.\\par\r\nL'\\cf17 \\ATXht80000 ittero\\cf16 \\ATXht0 , già manifesto alla nascita, è a bilirubina \"mista\" poiché in parte dovuto all'\\cf17 \\ATXht80000 emolisi\\cf16 \\ATXht0 in parte allo stato di sofferenza del \\cf17 \\ATXht80000 fegato\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nLa prognosi e l'evoluzione sono strettamente connesse alla gravità e al decorso dell'infezione.\r\n\\par",
"ID": 242,
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{
"Titolo": "Itteri da cause ostruttive",
"Codice": "MEB05G4",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx2955\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 ITTERI DA CAUSE OSTRUTTIVE\\par\r\n\\pard\\tx270\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Non sono molto frequenti, ma importanti per la loro gravità. Compaiono verso la fine del p\r\nrimo mese di vita, e si accompagnano ad uno scadimento delle condizioni generali del bambino che emette, inoltre, urine molto scure (per la presenza di pigmenti biliari) e feci chiare (acoliche) quasi bianche (per la mancanza di pigmenti biliari).\\par\r\nL\r\n'ittero, spesso intenso, è dovuto a bilirubina quasi tutta diretta che, non potendo defluire nell'\\cf17 \\ATXht80000 intestino\\cf16 \\ATXht0 con la bile a causa d'ostacoli intrinseci alle vie biliari o di malattie del \\cf17 \\ATXht80000 fegato\\cf16 \\ATXht0 , si concentra nel \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 ed è lentamente eliminata dal \\cf17 \\ATXht80000 rene\\cf16 \\ATXht0 , da cui le urine scure.\\par\r\nLa maggior parte degli itteri cosiddetti \"a bilirubina diretta\" è leg\r\nata a patologia delle vie biliari di tipo infettivo o malformativo, come l'\\cf17 \\ATXht80000 atresia\\cf16 \\ATXht0 delle vie biliari, una patologia di tipo malformativo che compare in uno ogni 10.000 nati. Le vie biliari, che dal fegato portano la bile a\r\nll'intestino, sono completamente ostruite; fin dalla prima settimana il neonato appare itterico ed emette feci completamente chiare.\\par\r\nL'intervento chirurgico (\\cf17 \\ATXht80000 anastomosi\\cf16 \\ATXht0 epato-duodenale di Kasai-Suzuhi) risolve tempora\r\nneamente la situazione, poiché dopo 5 o 6 anni, nei pazienti sopravvissuti è spesso necessario ricorrere al trapianto di fegato.\\par",
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"Titolo": "Ittero da latte materno",
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"Titolo": "NEONATI IN \"CRISI DI ASTINENZA\"",
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Sono così diventati di frequente o\r\nsservazione i danni provocati nel feto e nel neonato da queste sostanze assunte dalla donna durante la \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nI motivi che portano all'assunzione di farmaci ad azione neurotropa sono molto diversi, così come il m\r\nodo e la frequenza con cui sono consumati. A volte sono indispensabili per la terapia di malattie materne gravi, come per esempio l'\\cf17 \\ATXht80000 epilessia\\cf16 \\ATXht0 , e in questo caso i rischi possono essere minori perché vi è quasi sempre uno st\r\nretto controllo medico. Molto più frequenti sono invece le situazioni di \"autoprescrizione\", e quindi d'abuso, di farmaci sedativi per stati ansiosi o disturbi psico-somatici e l'assunzione di droghe a scopo voluttuario. In questi casi, invece, i rischi \r\nsono maggiori poiché più facile è passare da una situazione di \"tolleranza\" (che richiede l'uso di dosi sempre maggiori) ad una situazione di \"dipendenza\", con le gravi implicazioni sociali e di salute ad essa inevitabilmente connesse.\\par\r\nAssunte in st\r\nato di gravidanza, tutte queste sostanze attraversano la \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 e possono in vario modo, danneggiare il feto. Possono causare malformazioni congenite (effetto teratogeno), indurre uno stato tossico nell'organismo del fet\r\no oppure impedirne la crescita regolare, inoltre, nella gran parte dei casi, creano nel neonato uno stato transitorio di \"dipendenza passiva\".\\par\r\nAl momento del \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 allorché la recissione del cordone ombelicale, interr\r\nompendo le connessioni con l'organismo materno, fa cessare bruscamente l'apporto della \"sostanza\", ai cui effetti si era ormai assuefatto, il neonato va incontro ad una \"crisi d'astinenza\" del tutto sovrapponibile a quella dell'adulto.\\par\r\nLa crisi d'as\r\ntinenza, ben curata, si esaurisce senza lasciare tracce, ma purtroppo non si esauriscono, con essa, i problemi del figlio di madre tossicodipendente che, oltre al rischio immediato di contrarre gravissime infezioni, si ritrova a dover affrontare un conte\r\nsto familiare e sociale in cui la scarsa alimentazione, le cattive condizioni igieniche, le poche cure parentali sono spesso la regola. Le incertezze sul futuro sviluppo, \\cf17 \\ATXht80000 somatico\\cf16 \\ATXht0 e psichico, del bambino possono essere mol\r\nte, e impongono una grand'attenzione e un attento e continuo lavoro di collaborazione tra il pediatra e le strutture sociali al fine di poter garantire alla famiglia il maggior aiuto possibile.\\par\r\nGli oppiacei, e in particolare l'eroina, tendono in gen\r\nere a sviluppare un alto grado di tolleranza nel loro uso e pertanto sono la causa più frequente di questa patologia neonatale.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 EROINA.\\par\r\nIn genere i consumatori sono giovani e in buona parte sono donne in età fertile.\\par\r\nNon è\r\n stato chiaramente dimostrato un effetto teratogeno degli oppiacei e dell'eroina, tuttavia sono ben noti altri \"sicuri\" effetti quali l'aumento (fino a 3 volte) della mortalità perinatale, la prematurità e/o il basso peso. Inoltre l'eroina può non essere\r\n il solo fattore di rischio per il feto la cui madre tossicodipendente è spesso dedita anche ad altre droghe, inoltre, per il tipo di vita che conduce può essere portatrice d'infezioni legate sia alla tecnica del buco (\\cf17 \\ATXht80000 epatite\\cf16 \\ATXht0 virale, \\cf17 \\ATXht80000 AIDS\\cf16 \\ATXht0 ecc.) sia alla pratica della prostituzione (gonorrea, \\cf17 \\ATXht80000 sifilide\\cf16 \\ATXht0 ecc.).\\par\r\n\\pard\\tx45\\tx270\\tx3975\\ATXts0\\ATXbrdr0 Sindrome neonatale da astin\r\nenza.\\par\r\n\\pard\\tx270\\ATXts0\\ATXbrdr0 Si ha nel 60-90% dei nati da madre eroinomane; la frequenza è direttamente proporzionale al grado di dipendenza materno, alla quantità di droga assunta e al momento dell'ultima assunzione prima del parto.\\par\r\nSi ma\r\nnifesta di solito entro le prime 24 ore (raramente più tardi) con ipereccitabilità, ipertono muscolare, tremori diffusi e irritabilità. Il neonato fa continui e frenetici movimenti con la testa, le braccia e le gambe fino a provocarsi abrasioni al mento,\r\n ai gomiti e alle ginocchia, si succhia voracemente i pugni, respira in modo affannoso e, se ha fame oppure è disturbato, piange con grande stizza. Presto compaiono anche disturbi gastroenterici con vomito e diarrea; il bambino però spesso vomita a causa\r\n del modo disordinato e vorace con cui succhia il latte. Il movimento frenetico, unito all'apporto alimentare scarso a causa del vomito, ostacolano l'incremento ponderale. Gli starnuti, gli sbadigli e la sudorazione sono sintomi meno frequenti, ma del tu\r\ntto caratteristici, perché di norma sono rarissimi in epoca neonatale.\\par\r\nIn molti casi il neonato non ha altri problemi, possono tuttavia essere presenti alla nascita uno stato di depressione respiratoria complicato da una sindrome da aspirazione di \\cf17 \\ATXht80000 meconio\\cf16 \\ATXht0 , conseguenti ad uno stato di sofferenza prenatale.\\par\r\nIl trattamento delle \"crisi\" si basa su una terapia farmacologica e una terapia di supporto:\\par\r\n- terapia farmacologica: il farmaco di scelta, il \\cf17 \\ATXht80000 laudano\\cf16 \\ATXht0 (tintura d'oppio) che ha un effetto sostitutivo, è dato per alcuni giorni, per bocca, fino alla scomparsa dei sintomi nervosi e gastroenterici; la dose iniziale viene quindi progressivamente diminuita fino alla sospensione. La so\r\nmministrazione dei sedativi (\\cf17 \\ATXht80000 fenobarbital\\cf16 \\ATXht0 ) va invece protratta per 15 o 20 giorni, poiché spesso questi neonati rimangono ipereccitabili e con notevoli turbe del sonno;\\par\r\n- terapia di supporto: considerato lo stato d'es\r\ntrema irritabilità, il neonato deve essere posto in un ambiente poco luminoso, lontano dai rumori, cercando di ridurre al minimo anche gli stimoli dolorosi o fastidiosi, è importante inoltre, procurargli un adeguato apporto di calorie e di liquidi per pr\r\nevenire la disidratazione e correggere eventuali squilibri metabolici.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 METADONE. \\par\r\nE' spesso utilizzato, sia come mantenimento sia a dosi scalari, nella terapia delle gravide tossicodipendenti che, in tal caso, riescono ad esser\r\ne più seguite poiché accettano l'inserimento in un programma di prevenzione. Non ha effetto teratogeno ma, con l'eroina, dà crisi d'astinenza nel neonato.\\par\r\nIl metadone si lega ai tessuti, e da questi è rilasciato gradatamente, per questo l'effetto ch\r\ne produce è meno immediato; i sintomi compaiono, infatti, dopo la seconda o terza giornata e durano più a lungo.\\par\r\nIl quadro clinico è sovrapponibile a quello da eroina, vi è tuttavia una maggior incidenza di crisi convulsive e di disturbi gastroenter\r\nici; anche la condotta terapeutica è la stessa.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 MARIJUANA. \\par\r\nIl fumo di marijuana, come quello eccessivo di sigaretta, produce nel \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 un aumento della concentrazione di monossido di carbonio, \r\nla cui azione vasocostrittiva è particolarmente pericolosa a livello dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 gravido. A causa della vasocostrizione, infatti, arriva alla placenta poco sangue e quindi poco ossigeno e poche sostanze nutritive, il che po\r\nrta ad una condizione d'ipossia e di malnutrizione del feto. A questo si aggiunge inoltre il danno provocato dal consumo d'alcol o d'altre droghe e dal fumo eccessivo, condizione abituale nelle donne fumatrici di marijuana.\\par\r\nI neonati, spesso prematu\r\nri e/o sotto peso, presentano, in terza-quarta giornata, tremori diffusi e una lieve ipereccitabilità che scompaiono gradatamente senza lasciare esiti.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 COCAINA. \\par\r\nLa polvere bianca, molto costosa, è inalata a piccole dosi e rapi\r\ndamente assorbita attraverso la mucosa nasale.\\par\r\nIl \"crack\", molto meno costoso, è fumato e la cocaina che contiene è subito assorbita dal sangue che passa attraverso i polmoni. Oltre ad uno stato di benessere e d'eccitazione, essa produce, nell'organ\r\nismo materno, un'importante vasocostrizione placentare e aumenta la contrattilità della muscolatura uterina.\\par\r\nGli effetti sulla gravidanza, sul feto e sul neonato sono variabili e non sempre rapportabili all'entità del consumo. E' provato che tra le \r\ndonne cocainomani è maggiore il numero d'aborti spontanei, d'alterazioni placentari, di bambini nati morti, di prematuri o malnutriti. La sintomatologia compare in 2a-3a giornata e, poiché la cocaina è eliminata lentamente attraverso il \\cf17 \\ATXht80000 rene\\cf16 \\ATXht0 , i sintomi durano fino alla completa eliminazione da parte del bambino di tutti i metaboliti tossici. Il neonato appare irritabile, ipertonico e tremante, ha difficoltà ad alimentarsi e a dormire; bisogna inoltre evitare l'\\cf17 \\ATXht80000 allattamento\\cf16 \\ATXht0 al \\cf17 \\ATXht80000 seno\\cf16 \\ATXht0 (peraltro quasi sempre sconsigliato a madri tossicomani) poiché il piccolo può ricevere la cocaina anche attraverso il latte materno e avere crisi convulsive. Fino alla regressione dei\r\n sintomi si attua una terapia con \\cf17 \\ATXht80000 barbiturici\\cf16 \\ATXht0 . La prognosi è buona, tuttavia rispetto ai neonati normali, si è riscontrata una maggior incidenza di complicanze neurologiche e una maggior frequenza di casi di \"morte improvv\r\nisa del lattante\".\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 ANFETAMINE. \\par\r\nSono spesso utilizzate dagli adolescenti con problemi di sovrappeso, come inibenti dell'appetito. Non hanno un provato effetto teratogeno, tuttavia l'effetto dannoso sul feto si può attribuire si\r\na alla tossicità del farmaco sia alle cattive condizioni d'assistenza prenatale. Alla nascita sono possibili, nel bambino, due tipi di reazioni: apatia e sonnolenza, che rendono necessaria l'alimentazione con sondino nasogastrico, oppure la classica sind\r\nrome da astinenza con ipereccitabilità. La terapia va, di volta in volta, adeguata alla situazione clinica.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 ALCOL. \\par\r\nL'assunzione di forti quantità d'alcol in gravidanza provoca la \"sindrome feto-alcolica\", caratterizzata da mic\r\nrocefalia e \\cf17 \\ATXht80000 ritardo mentale\\cf16 \\ATXht0 ; inoltre, se molto prossima al parto, può provocare nel neonato (portatore o no della sindrome) una crisi d'astinenza che si manifesta nelle prime ore di vita con tremori, pianto e iperreattivit\r\nà agli stimoli. Lo stato d'ipereccitabilità può protrarsi anche per una settimana, per questo il neonato va tenuto molto tranquillo e stimolato il meno possibile. Alla terapia con barbiturici si ricorre solo in presenza di crisi convulsive.\\par",
"ID": 245,
"Foto": "MEB05H_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Distribuzione del farmaco nell'unità materno–feto–placentare.\r\nI farmaci assunti dalla madre in gravidanza possono agire sul feto in diversi modi. L'effetto (letale, tossico, teratogeno) può essere diretto o indiretto sul feto; il farmaco può determinare vasocostrizione a livello placentare interferendo sugli scambi tra madre e feto. Un effetto di contrazione sulla muscolatura uterina può determinare asfissia o danno meccanico sul feto. Il farmaco può, infine, produrre modificazioni nell'equilibrio biochimico materno.\r\n#",
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"Titolo": "SINDROME DA MORTE IMPROVVISA",
"Codice": "MEB06",
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Si calcola, infatti, che ogni anno muoiano di SIDS circa 1,5-2 bambini su 1.000. L'epoca in cui si ha la massima incidenza è fra i 2 e 4 mesi di \r\nvita, e circa l'80% di questi decessi si verifica prima dei cinque mesi. Numerosissimi studi hanno escluso una possibile trasmissione genetica d'eventuali condizioni predisponenti alla morte improvvisa: quindi il rischio che la situazione si ripeta non è\r\n maggiore nei fratellini successivi di bimbi deceduti rispetto alla popolazione normale. Le vittime della sindrome da morte improvvisa sono lattanti che non hanno presentato particolari patologie, e che hanno sempre avuto un accrescimento regolare. All'a\r\nutopsia del resto, non è possibile evidenziare la causa del decesso. Storicamente, la SIDS è sempre stata considerata come conseguenza di un soffocamento, e quindi ritenuta causata da incuria da parte dei genitori e specialmente da parte della madre. Que\r\nsta credenza genera quindi nei genitori fortissimi sensi di colpa che, assommati al dolore per la perdita del piccolo, finiscono per sconvolgere la vita familiare. In realtà i fenomeni che conducono alla morte improvvisa sono ancora sconosciuti, anche se\r\n un numero sempre maggiore di studiosi sta cercando di evidenziarne la causa. Sono stati individuati dei gruppi di lattanti ad alto rischio per la sindrome da morte improvvisa, tra questi i più probabili sono: i figli di madri tossicodipendenti, i nati p\r\nrematuri o di basso peso, i bambini sopravvissuti ad un episodio che ha messo in serio pericolo la loro vita caratterizzato da cessazione del respiro (\\cf17 \\ATXht80000 apnea\\cf16 \\ATXht0 ), pallore intenso o colorito cianotico, perdita del \\cf17 \\ATXht80000 tono muscolare\\cf16 \\ATXht0 , vomito e soffocamento, il sesso maschile, gruppi razziali particolari (neri, indiani americani), disagiate condizioni socio -economiche, stagione invernale, ore notturne. Sulle cause si possono formulare varie ipotesi: fr\r\na le più accreditate vi è l'ipotesi di un'apnea durante il sonno, magari causata da banali infezioni respiratorie. Trova credito anche l'ipotesi d'anomalie cardiovascolari: un'improvvisa \\cf17 \\ATXht80000 aritmia\\cf16 \\ATXht0 ventricolare potrebbe deter\r\nminare un improvviso arresto cardiaco.\\par\r\nSi chiamano poi in causa un'immaturità o un'alterazione dei centri cerebrali regolatori del respiro, difetti congeniti del \\cf17 \\ATXht80000 metabolismo\\cf16 \\ATXht0 degli acidi grassi, una reazione allergica \r\nagli acari della polvere di casa, il \\cf17 \\ATXht80000 botulismo\\cf16 \\ATXht0 provocato dall'ingestione del miele, il reflusso gastro-esofageo con frequenti rigurgiti. Sono, infatti, frequenti e praticamente fisiologici episodi di \\cf17 \\ATXht80000 rigu\r\nrgito\\cf16 \\ATXht0 durante i primi mesi: la sindrome da morte improvvisa sarebbe conseguenza dell'arresto respiratorio scatenato dall'aspirazione del latte refluito nei polmoni. Dato che i meccanismi della sindrome da morte improvvisa sono ancora a live\r\nllo d'ipotesi, risulta praticamente impossibile qualsiasi tipo di prevenzione. E' però comunque consigliabile tenere i lattanti sempre coricati sul fianco e non supini o proni. I lattanti dei gruppi ad alto rischio (che per altro rappresentano una piccol\r\na percentuale dei decessi per sindrome da morte improvvisa) dovrebbero essere inseriti in un programma mensile di controllo che preveda visita pediatrica, cardiologica, neurologica accompagnate da esami pneumocardiografici. In casi ben selezionati è cons\r\nigliabile, inoltre, l'uso di monitor domiciliari che segnalino gli eventuali episodi d'apnea. E' necessario anche considerare un altro gruppo di lattanti chiamati lattanti near-miss (vicino alla perdita). Con questo termine sono considerati a rischio di \r\nmorte improvvisa quei bambini che, pur godendo di una condizione base di salute ottima, hanno presentato nel primo anno di vita una o più crisi improvvise di \\cf17 \\ATXht80000 cianosi\\cf16 \\ATXht0 e \\cf17 \\ATXht80000 bradicardia\\cf16 \\ATXht0 , eventualm\r\nente con apnea prolungata e perdita di coscienza, tali da richiedere un intervento rianimatorio. Questi episodi si risolvono lasciando il bambino in condizioni perfettamente normali e sono considerati delle forme di sindrome da morte improvvisa in forma \r\n\"abortiva\". In tali casi è molto importante che sia eseguita una scrupolosissima indagine clinica del lattante al fine di escludere la presenza d'eventuali patologie cerebrali, cardiache o respiratorie. Nel caso in cui la valutazione clinica porti ad un \r\ngiudizio d'assoluta normalità è di fondamentale importanza tranquillizzare e rassicurare i genitori che, avendo vissuto un episodio di sindrome da morte improvvisa, spesso rimangono a lungo sconvolti, disorientati e angosciati da o per infondati compless\r\ni di colpa.\\par",
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"Titolo": "TRAUMI DA PARTO",
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"Titolo": "TRAUMI DELLO SCHELETRO",
"Codice": "MEB07A",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3705\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 TRAUMI DELLO SCHELETRO\\par\r\n\\pard\\tx555\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Le lesioni scheletriche di più frequente osservazione sono: la frattura di \\cf17 \\ATXht80000 c\r\nlavicola\\cf16 \\ATXht0 e il \\cf17 \\ATXht80000 cefaloematoma\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 FRATTURA DI CLAVICOLA. Non di rado passa inosservata all'inizio, è rivelata alcuni giorni dopo la nascita (quando già è in fase di riparazione spontanea) dal\r\nla comparsa sulla clavicola di una piccola \\cf17 \\ATXht80000 tumefazione\\cf16 \\ATXht0 , che corrisponde al \\cf17 \\ATXht80000 callo osseo\\cf16 \\ATXht0 sempre molto esuberante nel neonato. A volte, invece, il bambino ne rivela la presenza poiché tende a t\r\nenere il braccio (corrispondente al lato della frattura) non flesso, come d'abitudine, ma rilassato lungo il corpo e piange se è sollevato facendo trazione sulle braccia.\\par\r\nNon è necessario alcun presidio ortopedico; la frattura si salda spontaneament\r\ne in breve tempo, bisogna solo fare un po' d'attenzione nel \"manipolare\" il bambino.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 CEFALOEMATOMA. E' una raccolta di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 che si forma sul capo, al disotto della sottilissima lamina che ricopre le\r\n ossa craniche (periostio), per la rottura di un vaso sanguigno in fase di \\cf17 \\ATXht80000 travaglio\\cf16 \\ATXht0 di \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 prolungato oppure in sede d'applicazione di \\cf17 \\ATXht80000 ventosa\\cf16 \\ATXht0 o di \\cf17 \\ATXht80000 forcipe\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nA differenza del tumore da parto che, pur interessando una zona più estesa del \\cf17 \\ATXht80000 cuoio capelluto\\cf16 \\ATXht0 , è dovuto semplicemente all'\\cf17 \\ATXht80000 edema\\cf16 \\ATXht0 , il cefaloematoma rimane\r\n nettamente circoscritto dalle linee di sutura delle ossa craniche, può essere molto voluminoso e si riassorbe lentamente, anche dopo 5 o 6 settimane.\\par\r\nNon provoca danni né disturbi al neonato e non deve essere assolutamente toccato; eventuali tentat\r\nivi di svuotamento, che sarebbero in ogni caso infruttuosi, potrebbero provocare solo gravi infezioni.\\par",
"ID": 248,
"Foto": "MEB07A_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Traumi del parto: frattura della clavicola.\r\nAbbassando improvvisamente il bambino che sta seduto sul lettino, mentre normalmente le braccia si estendono, in caso di frattura il braccio interessato è rilassato lungo il corpo.\r\n#",
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"Vedi_Anche": "@"
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"Titolo": "TRAUMI DEI NERVI PERIFERICI",
"Codice": "MEB07B",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3210\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 TRAUMI DEI NERVI PERIFERICI\\par\r\n\\pard\\tx705\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Causano le cosiddette paralisi ostetriche che intervengono per lo più a carico del \\cf17 \\ATXht92026 nervo facciale\\cf16 \\ATXht0 e del \\cf17 \\ATXht80000 plesso\\cf16 \\ATXht0 \\cf17 \\ATXht80000 brachiale\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 PARALISI FACCIALE. \\par\r\nE' provocata da un'eccessiva compressione del nervo facciale, nel punto in cui d\r\niventa superficiale (poco dietro l'orecchio), per applicazione di \\cf17 \\ATXht80000 forcipe\\cf16 \\ATXht0 o malposizione del feto. E' visibile immediatamente poiché interessa una sola metà del viso, che appare asimmetrico soprattutto durante il pianto. L\r\na regressione completa e spontanea è in pratica la regola, e non è richiesta alcuna terapia.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 PARALISI BRACHIALE. \\par\r\nPer un'eccessiva trazione di un arto in fase di disimpegno delle spalle, si può produrre una lesione più o meno e\r\nstesa del plesso brachiale, il fascio nervoso che regola i movimenti della spalla e del braccio. A seconda dei fasci nervosi interessati si ha una paralisi alta, detta di Erb, oppure bassa, detta di Klumpke.\\par\r\n\\pard\\tx255\\tx705\\ATXts0\\ATXbrdr0 Nella p\r\naralisi alta il braccio rimane disteso lungo il corpo, ruotato all'interno; il polso è flesso ed è conservata la prensione palmare, l'evoluzione, se pure lenta, è favorevole nella gran parte dei casi. Nella paralisi bassa l'avambraccio è flesso sul bracc\r\nio, mancano i movimenti del polso e della mano; l'evoluzione è, spesso, non molto favorevole.\\par\r\n\\pard\\tx705\\ATXts0\\ATXbrdr0 Nelle forme di paralisi totale, che interessano tutto l'arto, e nei casi più gravi in cui le radici nervose non sono state semp\r\nlicemente \"stirate\", ma \"strappate\", il recupero funzionale può essere molto lungo e difficile e spesso non completo.\\par\r\nLe paralisi del plesso brachiale richiedono, anche nelle forme lievi, un costante trattamento fisioterapico, che dovrebbe essere in\r\niziato il più precocemente possibile.\\par\r\nGrazie al notevolissimo miglioramento delle tecniche e dell'assistenza ostetrica sono diventati rarissimi i traumi da \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 a carico del \\cf17 \\ATXht80000 midollo spinale\\cf16 \\ATXht0 , dell'\\cf17 \\ATXht80000 encefalo\\cf16 \\ATXht0 e degli organi interni.\\par",
"ID": 249,
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"Titolo": "IGIENE DEL NEONATO",
"Codice": "MEB08",
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Il prolungato contatto con feci e urina determinano, infatti, facilmente l'irritazione della cute molto delicata e sensibile. Attualmente, anche nelle \\cf17 \\ATXht80000 nursery\\cf16 \\ATXht0 , è d'abitudine usare i pan\r\nnolini \"a perdere\", assai comodi, ma che vanno cambiati molto spesso poiché il tessuto impermeabile di cui sono fatti crea un ambiente caldo - umido che favorisce l'arrossamento della cute. Ad ogni cambio di pannolino i genitali devono essere accuratamen\r\nte detersi usando prima un batuffolo di cotone, per asportare eventuali residui di feci, poi sempre acqua corrente tiepida con qualche goccia di sapone liquido. Nelle bambine la detersione dei genitali va fatta pulendo bene le pieghe cutanee, con un movi\r\nmento che va dall'avanti all'indietro, verso la regione anale, mai viceversa; nei maschietti non bisogna tentare di retrarre il \\cf17 \\ATXht80000 prepuzio\\cf16 \\ATXht0 , rispettando la condizione di \\cf17 \\ATXht80000 fimosi\\cf16 \\ATXht0 fisiologica, che\r\n si risolverà spontaneamente col tempo. La parte va quindi asciugata molto bene; si può passare sulla cute una mano su cui è stata messa un po' di polvere di talco, l'uso d'oli o creme è invece superfluo (salvo che non siano necessari per curare un'event\r\nuale \\cf17 \\ATXht80000 dermatite\\cf16 \\ATXht0 ) poiché possono favorire la macerazione della cute.\\par\r\nFino a quando permane il moncone ombelicale, quasi ad ogni cambio di pannolino, è bene rinnovare la medicazione sostituendo le garze sterili imbevute \r\ncon alcol in cui si mantiene avvolto; dovendo detergere la cute periombelicale bisogna procedere dalla base del moncone verso la periferia. Avvenuto il distacco dei moncone, la ferita ombelicale residua va protetta con garze sterili fino alla completa ci\r\ncatrizzazione.\\par\r\n\\pard\\tx2700\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 IL BAGNO\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Caduto il moncone ombelicale, il bagno completo deve diventare un'abitudine quotidiana e dovrebbe essere un momento di gioia e di gioco per la mam\r\nma e per il bambino. Prima della dimissione dall'ospedale ogni neo-mamma può chiedere alle puericultrici di assistere al bagno del neonato, in modo da apprenderne la tecnica corretta.\\par\r\nE' preferibile usare una vaschetta di plastica, rigida, solida e \r\nfacile da pulire: la temperatura dell'acqua ottimale è intorno ai 37°C; si controlla con appositi termometri oppure, in modo più empirico, immergendo nell'acqua la punta del gomito; la temperatura ambiente non dovrebbe superare i 24-25°C.\\par\r\nIl bambino\r\n è immerso delicatamente nell'acqua, cui è stato aggiunto un po' di sapone liquido; con la mano sinistra posta nell'incavo ascellare, la mamma afferra saldamente la spalla del bambino che, seduto sul fondo della vasca, appoggia il capo e il dorso all'ava\r\nmbraccio; con la mano destra lo lava rapidamente; in questa posizione si lavano anche i capelli passando una mano sul capo con un leggero movimento rotatorio. Tenendo poi il bambino girato in modo che sia il petto ad appoggiare sull'avambraccio, si fa sc\r\norrere l'acqua sul dorso e sui glutei.\\par\r\nDopo 4 o 5 minuti di bagno il piccolo è tolto dall'acqua e avvolto in un telo di spugna morbida posto sul fasciatoio. La cute non deve essere strofinata, ma \"tamponata\" e asciugata con cura soprattutto in corri\r\nspondenza delle pieghe del collo, delle ascelle e dell'inguine.\\par\r\nE' consigliabile non lavare il viso con acqua saponata, ma semplicemente con acqua tiepida. Gli occhi vanno puliti con compresse di garza sterile, inumidite con acqua bollita per toglie\r\nre eventuali secrezioni ,la garza (una per ogni occhio) va sempre passata dall'angolo interno dell'occhio verso il naso.\\par\r\nLe orecchie non vanno mai pulite all'interno, ma solo esternamente; l'uso dei cotton fioc va evitato poiché, se ripetuto, irrita\r\n la delicata parete del condotto uditivo; le cellule epiteliali che lo rivestono, provviste di microscopici filamenti, provvedono naturalmente ad allontanare la scarsa quantità di cerume che si forma.\\par\r\nLa pulizia del naso deve limitarsi alle parti es\r\nterne; il neonato non sa soffiare il naso; tuttavia, per facilitarne la detersione, si possono provocare alcuni starnuti stimolando l'ingresso delle narici con un batuffolo di garza o di cotone. Bisogna anche evitare di pulire la bocca all'interno, poich\r\né è facilissimo lesionare, con le unghie, la delicata mucosa delle gengive e delle guance; l'azione detergente della saliva è sufficiente a rimuovere i residui di latte.\\par\r\nLe unghie delle mani e dei piedi vanno \"sorvegliate\" e tagliate regolarmente, n\r\non a punta, ma con taglio orizzontale, per evitare che s'incarnino.\\par\r\nE' importante che prima di iniziare il bagno, la mamma si ricordi di preparare a portata di mano tutto l'occorrente per lavare e rivestire il bambino, così da evitare di doverlo las\r\nciare sul fasciatoio, nudo e incustodito, fosse anche solo per pochissimi minuti.\\par\r\nNon ha molta importanza la scelta dell'orario del bagnetto, basta scegliere un momento di tranquillità; è tuttavia preferibile farlo prima della poppata e possibilment\r\ne sempre alla stessa ora; le ore serali sono forse le migliori e consentono di sfruttarne l'azione sedativa, utile nel favorire il sonno notturno.\\par\r\nTalvolta, soprattutto all'inizio, il bambino mostra di non gradire per nulla il bagno e piange dispera\r\ntamente, ma con il passare del tempo si abituerà; alla fine, infatti, nell'acqua si rilasserà e si divertirà moltissimo. E', in ogni caso, importantissimo che, facendo il bagno al bambino, la mamma sia tranquilla e sicura delle proprie azioni per evitare\r\n di trasmettere ansia e tensione.\\par\r\n\\pard\\tx1485\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 IL VESTIARIO\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Fin dall'inizio, l'abbigliamento dovrebbe essere il più possibile semplice, comodo e razionale; sono inutili i fiocchi, i f\r\nronzoli, i colletti troppo grandi e i bottoni in posizioni scomode, che possono anche far male.\\par\r\nE' consigliabile scegliere sempre fibre naturali e trattenere l'istinto di coprire troppo il bambino, ma cercare di vestirlo in modo adeguato alla temper\r\natura ambiente e alla stagione. Nei primi mesi è fisiologico sentire le manine e i piedini piuttosto freddi, per questo motivo, volendo apprezzare la \\cf17 \\ATXht80000 temperatura corporea\\cf16 \\ATXht0 \"reale\" del bambino si deve toccare il corpo (il co\r\nllo, per esempio): la cute deve essere tiepida e asciutta, sentirla umida è segno di sudorazione dovuta spesso ad indumenti troppo pesanti.\\par\r\nA volte sulla pelle di neonati eccessivamente coperti o tenuti troppo al caldo compaiono minuscoli puntini bi\r\nanchi, detti \"sudamina\", dovuti all'accumulo delle goccioline di sudore negli strati superficiali dell'epidermide. Stimoli irritativi, anche lievi, come indumenti ruvidi, la lana, il calore eccessivo o il freddo possono provocare la comparsa sulla cute d\r\ni chiazze o d'arrossamenti diffusi; per questo è consigliabile usare camicini di tela o magliette di cotone e avere la massima cura nel risciacquo della biancheria in modo da togliere ogni traccia di detersivo.\\par\r\n\\pard\\tx1545\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \r\n\\par\r\n\\cf16 L'AMBIENTE\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 In casa, il neonato dovrebbe avere un suo spazio in cui poter stare tranquillo visto che, in genere, dorme quasi 20 ore il giorno. Sarebbe ideale una camera luminosa, in cui la temperatura non superi i \r\n18-22°C e l'aria non sia troppo secca; nei periodi in cui si usa il riscaldamento è bene ricorrere a panni bagnati o apparecchi umidificatori per migliorare il tasso d'umidità.\\par\r\nInfine, buona norma, valida anche per i mesi invernali, è l'abitudine al\r\nla passeggiata quotidiana, fatta fin dalle primissime settimane.\\par",
"ID": 250,
"Foto": "MEB08_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Igiene del neonato.\r\nLa pulizia del neonato deve essere sempre molto accurato. I disegni mostrano come procedere in alcuni punti delicati. 1, per la pulizia degli occhi, usare un batuffolo di garza inumidito in acqua bollita tiepida. 2, per le orecchie, passare delicatamente un batuffolo di cotone avvolto a spirale. 3, per la ragione genito-anale, passare sempre con delicatezza una pezzuola dai genitali verso l'ano; lo stesso va eseguito per le pieghe inguinali (4).\r\n#",
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"Vedi_Anche": "@"
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{
"Titolo": "ALIMENTAZIONE DEL LATTANTE",
"Codice": "MEB09",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\f1 \\cf16 L'ALIMENTAZIONE DEL LATTANTE\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Il rapporto che esiste tra le abitudini alimentari e i vari aspetti della personalità ha inizio poco dopo la nascita \r\ne l'istituzione di soddisfacenti regole alimentari contribuisce in larga misura a mantenere integro l'equilibrio emotivo del bambino, a questo fine, perché l'alimentazione di un lattante abbia buon esito è necessario un lavoro di cooperazione tra la madr\r\ne e il bambino, che deve aver inizio fin dalla prima poppata. \\par\r\nIl momento del pasto dovrebbe essere piacevole e gradevole, sia per la madre sia per il figlio; i sentimenti materni sono prontamente trasmessi al bambino, e in gran parte condizionano e\r\n determinano la situazione emotiva in cui si svolge la poppata o il pasto. Se la madre è ansiosa, tesa, irritabile, soggetta a depressione psichica, è più facile che insorgano difficoltà nei rapporti alimentari col proprio figlio.\\par\r\nNella ricerca di u\r\nn comportamento giusto ed equilibrato, la mamma, soprattutto se giovane e alla sua prima esperienza, dovrebbe sempre essere aiutata da un medico in cui ha fiducia, e quest'aiuto ha particolare importanza nel periodo immediatamente successivo al \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 , spesso denso d'ansie e d'insicurezza scaturite dalle responsabilità che la maternità comporta. La prima grande decisione da prendere è spesso se allattare o no il bambino al \\cf17 \\ATXht80000 seno\\cf16 \\ATXht0 .\\par",
"ID": 251,
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"Titolo": "ALLATTAMENTO AL SENO",
"Codice": "MEB09A",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3525\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 ALLATTAMENTO AL SENO\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Già in \\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 il neonato acquisisce la capacità di inghiottire e \r\ndeglutire; il feto deglutisce, infatti, ogni ora, circa 20 ml di \\cf17 \\ATXht9211 liquido amniotico\\cf16 \\ATXht0 che passa nell'\\cf17 \\ATXht80000 intestino\\cf16 \\ATXht0 , è riassorbito, eliminato attraverso il \\cf17 \\ATXht80000 rene\\cf16 \\ATXht0 e di n\r\nuovo deglutito. Subito dopo il \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 , il bambino è quindi pronto ad alimentarsi, tanto che riesce ad afferrare il capezzolo appena è avvicinato al seno materno. \\par\r\nSuperata la fatica del parto, appena la mamma è disponi\r\nbile, e naturalmente se lo desidera, sarebbe corretto attaccare il bambino al seno fin dalla quinta o sesta ora di vita allo scopo di perseguire importanti obiettivi: stimolare precocemente la ghiandola mammaria a produrre il latte, permettere al neonato\r\n la suzione del \\cf17 \\ATXht80000 colostro\\cf16 \\ATXht0 , evitare l'\\cf17 \\ATXht80000 ipoglicemia\\cf16 \\ATXht0 neonatale e rendere il rapporto d'interazione madre-bambino il più naturale possibile.\\par\r\nTutto ciò può essere realizzato già in ospedale co\r\nl sistema del rooming in, che consiste nel tenere il bambino in culla accanto al letto della mamma, al fine di facilitare l'allattamento del neonato \"a domanda\", sfruttando la sua capacità d'autoregolazione e, al tempo stesso, soddisfacendo pienamente le\r\n sue esigenze nutritive.\\par\r\nL'allattamento \"a domanda\" non richiede ovviamente regole fisse: il neonato è allattato \"a volontà\" ogni volta che, piangendo, ne manifesta il bisogno. Ogni bambino possiede meccanismi di regolazione dell'appetito perfettame\r\nnte adeguati ai propri bisogni, che dipendono a loro volta dalle caratteristiche genetiche; esigenze che non possono essere ignorate, ma che vanno il più possibile assecondate. Stabilire rigidamente quantità e orari per la poppata non solo sarebbe errato\r\n, ma si può considerare un indesiderabile abuso.\\par\r\nAll'inizio dell'allattamento le poppate possono essere anche molto frequenti (ogni 2 ore), con notevole impegno della mamma, d'altro canto questo consente una buona stimolazione della ghiandola mammar\r\nia, utilissima per un tempestivo avvio della \\cf17 \\ATXht80000 montata lattea\\cf16 \\ATXht0 . Col passare dei giorni, infatti, la secrezione di latte diventa sempre più abbondante, le richieste del bambino si fanno meno frequenti e il numero delle poppate\r\n si riduce a 5 o 6 nelle 24 ore.\\par\r\nIl numero dei pasti quotidiani è generalmente di 6 nel primo e secondo mese, 5 nel terzo e nel quarto, dopo il quinto - sesto mese si riducono a 4. L'intervallo tra le poppate, considerato teoricamente di circa tre o\r\nre in base al tempo di svuotamento dello \\cf17 \\ATXht80000 stomaco\\cf16 \\ATXht0 , varia in rapporto alla quantità di latte assunta ogni volta, in genere non è mai costante nell'allattato al seno poiché variabile è la quantità di latte prodotta dalla nutr\r\nice durante la giornata; per esempio: è quasi sempre molto abbondante il latte per la prima poppata del mattino, poiché si accumula durante il riposo notturno che dovrebbe essere di circa 6 ore sia per la mamma sia per il piccolo.\\par\r\nCon l'allattamento\r\n \"a domanda\" non è necessario interrompere un sonno tranquillo solo perché è giunta l'ora della poppata, né si deve lasciar piangere disperatamente il bambino perché non è ancora l'ora; tutto deve avvenire nel modo più sereno possibile seguendo i natural\r\ni ritmi biologici del lattante.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Il \\ATXul1024 \\cf17 \\ATXht7603 latte materno\\ATXul0 \\cf16 \\ATXht0 , pur avendo una composizione variabile nel corso della giornata, non è mai inadeguato alle esigenze nutritive del bambino.\r\n\\par\r\nIl latte è prodotto utilizzando i principi nutritivi che la donna nutrice assume con la propria alimentazione che, pertanto, dovrà essere il più possibile equilibrata, ricca di \\cf17 \\ATXht80000 proteine\\cf16 \\ATXht0 , sali minerali, \\cf17 \\ATXht80000 vitamine\\cf16 \\ATXht0 ; non occorre, tuttavia, che la dieta abituale sia variata, ma semplicemente arricchita di carne, pesce, uova, frutta e verdura fresche e soprattutto di liquidi. E' preferibile evitare solo alcuni alimenti come cavoli, aglio, cipo\r\nlla, asparagi, che essendo molto aromatici potrebbero alterare il sapore del latte; inoltre è consigliabile limitare il consumo d'alcolici, tè e caffè, non fumare più di 4 o 5 sigarette il giorno, per evitare l'accumulo di sostanze eccitanti che passando\r\n nel latte recano disturbo al bambino. Anche i farmaci, poiché vengono escreti nel latte, devono essere assunti con estrema cautela e sempre sotto controllo medico.\\par\r\nNei primi 3 o 4 giorni il secreto della ghiandola mammaria non è ancora latte, ma co\r\nlostro: un liquido molto ricco di proteine (7-8 g/ml) d'anticorpi e sali minerali particolarmente adatto a nutrire il bambino appena nato. Entro 10-15 giorni la composizione del colostro si trasforma fino ad assumere quella definitiva del latte cosiddett\r\no \"maturo\". Tra la terza e la quinta giornata si ha la montata lattea, che segna l'inizio della secrezione vera e propria del latte: le mammelle diventano turgide e la mamma avverte la sensazione di una forte tensione unita alla necessità di sentirsele s\r\nvuotare.\\par\r\nPer tutto il periodo dell'allattamento, la secrezione lattea è mantenuta da un particolare meccanismo ormonale, innescato e tenuto attivo dalla suzione; per questo motivo è importante non solo attaccare il bambino al seno il più precocement\r\ne possibile, ma continuare ad attaccarlo ad ogni pasto fin dai primissimi giorni, anche se la quantità di colostro prima, e di latte, poi, appare piuttosto scarsa. Nell'attesa della montata lattea i neonati più voraci si possono saziare somministrando qu\r\nalche cucchiaino di soluzione glucosata.\\par\r\nIl latte materno fornisce circa 65-70 calorie ogni 100 grammi; al giorno sono necessari 140-160 grammi di latte ogni kg di peso, per soddisfare il fabbisogno calorico del latta\r\nnte, che corrisponde a 110-120 calorie per chilo.\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 Nell'allattamento \"a domanda\" il numero dei pasti varia proprio perché la quantità di latte assunta è ogni volta diversa, quindi per valutare quanto mangia il bambino è necessar\r\nio considerare non tanto la quantità di latte che egli succhia ad ogni poppata, bensì quella totale assunta nelle 24 ore, che deve ovviamente corrispondere alle necessità nutritive di quel particolare momento.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 CORRETTA TECNICA D'ALL\r\nATTAMENTO\\par\r\nL'allattamento al seno andrebbe protratto il più a lungo possibile, infatti, la quantità di latte prodotta si adegua gradualmente al mutare delle esigenze del bambino che cresce; per ottenere ciò è anche molto importante che la nutrice seg\r\nua una corretta tecnica d'allattamento e che abbia molta cura per il seno.\\par\r\nIl numero delle poppate può variare durante la giornata; sarebbe invece auspicabile mantenere costante la durata d'ogni poppata, facendo in modo di non superare i 20-30 minut\r\ni; il lattante che succhia validamente riesce a svuotare completamente un seno in 10-15 minuti: questo è, infatti, il tempo che si dovrebbe concedere.\\par\r\nAd ogni pasto è importante attaccare il bambino ad ambedue le mammelle sia per mantenere un costan\r\nte stimolo di suzione, sia per ottenere uno svuotamento completo ed evitare il prodursi di un \"ingorgo mammario\"; se la suzione del bambino non fosse sufficiente, la nutrice dovrà svuotare il seno ricorrendo alla spremitura manuale o usando il tiralatte.\r\n\\par\r\nDurante la poppata, il piccolo deve essere posto nelle migliori condizioni, in modo da poter succhiare senza fare troppa fatica. La nutrice siede su di una sedia bassa, con i piedi appoggiati ad uno sgabello, così che le ginocchia rialzate possono \r\nsostenere il bambino ad un'altezza adeguata e permettergli di afferrare bene il seno senza esercitare sul capezzolo trazioni che potrebbero essere dolorose e, col procedere, dannose. Il braccio, corrispondente al lato della mammella che allatta, tiene il\r\n dorso del bambino leggermente rialzato, mentre la mano libera serve per porgere il seno: il dito indice preme leggermente al disopra dell'areola (l'alone scuro che circonda il capezzolo) per impedire che il seno, trovandosi contro il naso del lattante, \r\nn'ostacoli la respirazione; il dito medio starà invece al disotto, per sorreggere il seno.\\par\r\nIl bambino deve afferrare bene il capezzolo con le labbra perfettamente aderenti intorno all'areola, come fossero una ventosa.\\par\r\nDopo la poppata è buona no\r\nrma tenere il piccolo in braccio, in posizione eretta, per alcuni minuti, così da favorire l'eruttazione dell'aria ingerita.\\par\r\nParticolare riguardo merita la cura del seno: le mammelle vanno sostenute da un reggiseno, preferibilmente di cotone, non tr\r\noppo stretto e i capezzoli, dopo ogni poppata, vanno accuratamente detersi e mantenuti asciutti usando le coppette assorbilatte.\\par\r\nLa nutrice non dovrebbe affaticarsi, ma fare una vita il più possibile tranquilla, spesso infatti i traumi psichici, i d\r\nispiaceri, uno stato d'eccessiva ansia, le emozioni violente, la mancanza di tranquillità possono portare alla diminuzione o addirittura alla scomparsa della secrezione lattea. \\par\r\nRiguardo alla qualità del latte materno non esistono mai dubbi; il buon\r\n esito dell'allattamento al seno può essere solo compromesso dalla quantità di latte prodotto, che non sempre è sufficiente a soddisfare l'appetito del bambino. In caso di dubbio sulla quantità di latte assunto si ricorre alla \"doppia pesata\": vale a dir\r\ne si pesa il bambino (tenuto nelle identiche condizioni) prima e dopo la poppata, la differenza di peso corrisponde alla quantità di latte assunto. A domicilio, tuttavia, quest'operazione finisce con l'essere molto indaginosa, causare ansia e un vero e p\r\nroprio stress da bilancia; è molto meglio quindi che la mamma impari a riconoscere i sintomi dell'ipogalattia, vale a dire della secrezione di latte scarsa, e insufficiente per il bambino. Se vi è ipogalattia, infatti, le mammelle non appaiono turgide, m\r\na flosce proprio come vuote; dal canto suo il lattante, dopo una poppata poco soddisfacente, dà evidenti segni di nervosismo: piange spesso, non dorme tranquillo per più di una o due ore, mostra di essere continuamente affamato, inoltre, quando si attacc\r\na al seno, si stacca, piangendo arrabbiatissimo, dopo aver succhiato quasi a vuoto per alcuni minuti.\\par\r\nSe questa situazione si protrae per più giorni e il peso del bambino rimane stazionario, significa che il latte materno non è più sufficiente e bis\r\nogna provvedere ad integrare l'alimentazione con latte artificiale.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 IMPEDIMENTI E CONTROINDICAZIONI MATERNE ALL'ALLATTAMENTO AL SENO\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 L'allattamento al seno va promosso con ogni mezzo, preparando la f\r\nutura mamma già prima del parto con informazioni e consigli; esistono tuttavia situazioni in cui è d'obbligo sconsigliarlo. Queste non sono fortunatamente molto comuni e possono riguardare sia la madre sia il neonato.\\par\r\nLe condizioni materne che contr\r\noindicano l'allattamento al seno derivano da situazioni patologiche preesistenti, molto debilitanti, come per esempio gravi forme reumatiche, cardiopatie, nefropatie, epatiti, \\cf17 \\ATXht80000 tubercolosi\\cf16 \\ATXht0 (ora non più frequente), oppure da\r\n infezioni intercorrenti, che potrebbero essere trasmesse al neonato o che richiedono un'impegnativa terapia farmacologica. Il raffreddore e le comuni sindromi influenzali, molto contagiose, richiedono una sospensione solo temporanea dell'allattamento; l\r\na mamma nutrice dovrà stare il meno possibile vicino al bambino, ma dovrà continuare a svuotare il seno per mantenere lo stimolo alla lattazione e poter riprendere l'allattamento non appena sarà guarita.\\par\r\nAlcune malattie nervose (per esempio l'\\cf17 \\ATXht80000 epilessia\\cf16 \\ATXht0 ), che richiedono una costante assunzione di farmaci, sono una controindicazione, come pure le malattie mentali, la tossicodipendenza, le gravi sindromi depressive, purtroppo non rare dopo il parto; queste ultime situazio\r\nni possono richiedere l'allontanamento del neonato dalla madre che, non essendo sempre pienamente responsabile delle proprie azioni, potrebbe recargli danno con percosse o gesti inconsulti.\\par\r\nLe madri sieropositive per \\cf17 \\ATXht80000 HIV\\cf16 \\ATXht0 non dovrebbero allattare, poiché esiste la possibilità di trasmettere, attraverso il latte, il virus al bambino eventualmente nato sano.\\par\r\nAlle mamme HBSAg positive (Portatrici d'Antigene Australia), senza sintomi d'\\cf17 \\ATXht80000 epatite\\cf16 \\ATXht0 in atto, l'allattamento al seno è invece consentito poiché il bambino rimane protetto dalla vaccinazione anti-epatite B, che gli è praticata subito dopo la nascita.\\par\r\nA volte sono invece particolari situazioni strettamente inerenti \"al seno\" a re\r\nndere difficile, o impossibile, la suzione; si tratta di malformazioni del capezzolo, che può essere piatto o addirittura rientrante, anziché conico e ben sporgente per essere afferrato dalle labbra del bambino; impedimenti temporanei possono essere gli \r\nstati infiammatori, come \\cf17 \\ATXht80000 mastite\\cf16 \\ATXht0 , galattoforite, ascessi che, se tempestivamente curati, consentono di riprendere l'allattamento interrotto solo per pochi giorni, e infine non vanno dimenticate le frequentissime ragadi del\r\n capezzolo.\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 RAGADI DEL CAPEZZOLO. Le ragadi sono piccoli tagli che si formano o alla base o all'apice del capezzolo in donne che hanno iniziato da poco ad allattare; sanguinano facilmente e sono molto dolorose,\r\n specie durante la poppata. Il dolore talvolta è così acuto da far diminuire la quantità di latte prodotto. E' necessario curarle tempestivamente per evitare che diventino una porta aperta all'ingresso di germi che potrebbero causare infezioni della ghia\r\nndola mammaria. Le ragadi guariscono in pochi giorni con applicazioni locali di glicerina tannica, o di pomate cicatrizzanti, che vanno applicate nell'intervallo tra le poppate e tolte con cura prima di allattare.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 La nutr\r\nice può prevenire l'insorgenza ponendo una particolare attenzione nella cura delle mammelle, evitando frizioni con alcol e qualsiasi abitudine che possa traumatizzare il capezzolo come, per esempio, quella di tenere il bambino in posizione scorretta dura\r\nnte la poppata oppure di tenerlo troppo a lungo attaccato al seno.\\par\r\nNel caso le ragadi siano presenti su di una sola mammella si può proseguire l'allattamento offrendo al bambino la mammella integra; se invece sono presenti su ambedue le parti è bene\r\n favorire la cicatrizzazione evitando per qualche giorno il trauma della suzione; i seni vanno, tuttavia, sempre svuotati ricorrendo al tiralatte o alla spremitura manuale, e il latte può essere dato al piccolo col cucchiaino.\\par\r\n\\pard\\tx4155\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 IMPEDIMENTI DA PARTE DEL BAMBINO\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Talvolta sono le condizioni del bambino a non permettere l'alimentazione al seno, ne sono un esempio alcune malformazioni della bocca, dell'\\cf17 \\ATXht80000 esofago\\cf16 \\ATXht0 o della \\cf17 \\ATXht80000 trachea\\cf16 \\ATXht0 come il labbro leporino, la \\cf17 \\ATXht80000 palatoschisi\\cf16 \\ATXht0 , la \\cf17 \\ATXht80000 stenosi\\cf16 \\ATXht0 dell'esofago, le fistole esofago-tracheali, la grave prematurità; le cardiopa\r\ntie o cerebropatie gravi; le malattie respiratorie dispneizzanti. In tutte queste situazioni il latte materno, se disponibile, può essere somministrato col cucchiaino oppure attraverso un sondino nasogastrico.\\par\r\nLe riniti e le infiammazioni delle prim\r\ne vie respiratorie possono ostacolare la respirazione nasale, quindi il piccolo (che mentre succhia può respirare solo attraverso il naso), sentendosi soffocare si stacca continuamente dal seno e finisce col rifiutarsi di succhiare; in tal caso è suffici\r\nente instillare nel nasino poche gocce di liquido decongestionante qualche minuto prima della poppata. Il latte di donna è anallergico; può tuttavia comparire una forma d'intolleranza che si manifesta, ora nella prima settimana ora un po' dopo il primo m\r\nese d'allattamento, con vomito, diarrea, eruzioni cutanee di tipo esantematico, o con lievi disturbi digestivi (rigurgiti, rari vomiti, feci maldigerite) resistenti alle usuali terapie. In questi casi l'intolleranza non è nei confronti del latte, ma vers\r\no allergeni alimentari assunti dalla madre e veicolati al bambino attraverso il latte materno; basta, infatti, eliminare dalla dieta della madre l'alimento \"incriminato\" perché il piccolo torni a star bene.\\par",
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"Foto": "MEB09A_F1.jpg#MEB09A_F2.jpg#",
"Dida_Foto": "Allattamento materno.\r\nIl latte materno costituisce un alimento unico e insostituibile; l'allattamento materno, quando possibile, va quindi sempre consigliato e raccomandato. La secrezione del latte è regolata da un complesso equilibrio ormonale controllato per lo più dall'ipofisi, a sua volta controllata dall'ipotalamo; è inoltre indotta e stimolata dalla suzione del bambino.\r\n#Come allattare.\r\nGli schemi indicano la posizione corretta dall'allattamento al seno. 1, avvicinate il bambino al seno e accarezzategli dolcemente le labbra o la guancia; 2, mentre si volge verso il vostro seno, il neonato aprirà contemporaneamente le labbra cercando il capezzolo; 3, se il bambino afferra soltanto il capezzolo, bloccherà l'uscita del latte; 4, aiutatelo con le dita premendo sull'aureola in modo che il latte possa fluire e il bambino respirare liberamente.\r\n#",
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"Titolo": "ALLATTAMENTO ARTIFICIALE",
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Il latte vaccino è l'alimento che meglio sostituisce il latte di donna, tra i due latti però esistono differenze sostanziali che rendono il latte vaccino, così com'è, inadeguato per il lattante. Le differenze di composizione sal\r\nienti sono:\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\li135\\fi-135\\ATXbrdr0 - l'elevato contenuto proteico (35 g/litro anziché 9 g), costituito da molta caseina (che richiede una laboriosa digestione) e da \\cf17 \\ATXht80000 proteine\\cf16 \\ATXht0 eterologhe, che possono causare\r\n l'insorgenza d'\\cf17 \\ATXht80000 intolleranza\\cf16 \\ATXht0 alimentare, non è infrequente, infatti, l'\\cf17 \\ATXht80000 allergia\\cf16 \\ATXht0 alle proteine del latte vaccino;\\par\r\n\\li0\\fi0 - un elevato contenuto di sali (720 mg/litro di ceneri anziché \r\n210);\\par\r\n\\li135\\fi-135 - il \\cf17 \\ATXht80000 calcio\\cf16 \\ATXht0 e il \\cf17 \\ATXht80000 fosforo\\cf16 \\ATXht0 presenti in un rapporto quantitativo poco favorevole all'utilizzazione da parte del bambino;\\par\r\n\\pard\\tx2820\\ATXts0\\li0\\fi0\\ATXbrdr0 - la \r\nscarsa quantità di lattosio;\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 - un minor contenuto di vitamina D e d'importanti minerali (\\cf17 \\ATXht80000 ferro\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 rame\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 iodio\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 crom\r\no\\cf16 \\ATXht0 );\\par\r\n\\pard\\tx3465\\ATXts0\\ATXbrdr0 - l'assenza di fattori immunodifensivi.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Attualmente non si ricorre più al latte vaccino fresco, ma si cerca di usare i latti in polvere, preparati dall'industria, utiliz\r\nzando come materia prima il latte vaccino, che viene però lavorato e modificato in modo da ottenere un alimento le cui caratteristiche si avvicinano il più possibile al latte di donna. I più usati nei primi mesi di vita sono i latti cosiddetti \"adattati\"\r\n, la cui formulazione corrisponde a quell'indicata dall'ESPGAN (Società europea di gastroenterologia pediatrica e nutrizione), ritenuta la più idonea all'alimentazione del lattante. In commercio si trovano molti \\ATXul1024 \\cf17 \\ATXht7894 latti adattati\\ATXul0 \\cf16 \\ATXht0 che differiscono fra loro solo per aspetti relativamente trascurabili; sono tutti ugualmente validi, il loro contenuto in minerali, oligoelementi e \\cf17 \\ATXht80000 vitamine\\cf16 \\ATXht0 è \"fisiologicamente utile\" e il sapore molto\r\n buono li rende graditi al bambino. I latti adattati imitano, ma non potranno mai uguagliare, le caratteristiche biologiche del latte materno che, poiché alimento \"vivo\", rimane \"unico e inimitabile\"; essi, tuttavia, sono sempre perfettamente tollerati e\r\n possono essere usati dalla nascita allo svezzamento.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Nei primi mesi di vita è assolutamente da evitare l'uso del latte vaccino fresco; e anche dopo il sesto mese è preferibile proseguire l\r\n'allattamento usando ancora latti formulati, denominati latti di \"proseguimento\", un po' diversi dai precedenti e più adatti al bambino ormai \"cresciuto\".\\par\r\nLa composizione dei latti di proseguimento si avvicina di più a quella del latte vaccino, da c\r\nui, tuttavia, differisce per il contenuto proteico ancora piuttosto basso, per la quota lipidica integrata con oli d'origine vegetale e per il contenuto di ferro e oligoelementi notevolmente maggiore.\\par\r\nNell'allattamento artificiale il numero delle po\r\nppate e il calcolo della razione calorica giornaliera non differiscono sostanzialmente da quelli seguiti per l'allattamento al seno; benché ad ogni pasto, sia somministrata la stessa quantità di latte, seguendo uno schema forse un po' più rigido, è comun\r\nque sempre importante cercare di rispettare il più possibile le \"esigenze\" indicate dal bambino.\\par\r\nI latti formulati presenti in commercio sono per lo più in polvere e devono essere ricostituiti, al momento dell'uso, rispettando esattamente le proporz\r\nioni di diluizione indicate sulla confezione di vendita, ma soprattutto dal pediatra. Da poco tempo si sta sempre più diffondendo l'uso di latti formulati \"liquidi\", vale a dire messi in vendita già ricostituiti, solo da riscaldare.\\par\r\nCome per l'allat\r\ntamento al seno il bambino si tiene seduto sulle ginocchia, sostenendogli il capo e le spalle col braccio sinistro, la mano destra offre il poppatoio tenendolo col fondo rivolto verso l'alto di modo che la tettarella sia sempre piena di latte: questo per\r\n evitare che durante la suzione, il bambino ingerisca una quantità eccessiva d'aria. I fori della tettarella non devono esser né troppo grandi né troppo piccoli, ma sufficienti a lasciar gocciolare il latte lentamente. E' inoltre indispensabile osservare\r\n condizioni d'assoluta igiene nella pulizia dei poppatoi e nella preparazione del latte.\\par\r\n\\pard\\tx4320\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 LA PREPARAZIONE DEL BIBERON\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Per preparare il biberon di latte è consigliabile seg\r\nuire alcune norme d'indiscutibile utilità:\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\li135\\fi-135\\ATXbrdr0 - utilizzare per la ricostituzione del latte, acqua potabile bollita, o meglio, un'acqua oligominerale, non gasata, a temperatura ambiente;\\par\r\n\\li0\\fi0 - usare esattamen\r\nte la quantità d'acqua e di polvere prescritte;\\par\r\n\\li135\\fi-135 - non bollire mai il latte ricostituito, né quello già \"liquido\", devono solo essere intiepiditi a bagnomaria oppure usando lo scaldabiberon;\\par\r\n- è preferibile preparare il biberon ad \r\nogni pasto, se è preparato in anticipo deve essere conservato in frigorifero sino al momento dell'uso;\\par\r\n\\li0\\fi0 - il latte avanzato dal bambino va buttato e non utilizzato per la poppata successiva;\\par\r\n\\li135\\fi-135 - dopo ogni poppata il biberon,\r\n la tettarella e tutti gli oggetti che sono serviti per la preparazione del latte devono essere accuratamente lavati e sterilizzati. La sterilizzazione può essere fatta in vari modi: a vapore (per 10 minuti) oppure con bollitura (per 20 minuti), usando a\r\npposite pentole, predisposte per contenere tre o sei biberon; oppure \"a freddo\" mediante un metodo chimico che prevede l'uso di soluzioni disinfettanti a base d'ipoclorito di sodio, tenuto in apposite vaschette e rinnovato ogni 24 ore. La sola sterilizza\r\nzione a freddo può non dare sufficienti garanzie, quindi è consigliabile sterilizzare tutto col calore, almeno una volta al giorno.\\par\r\n\\pard\\tx1665\\ATXts0\\li0\\fi0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 IL SUCCHIOTTO.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Può essere tran\r\nquillamente concesso nei primi mesi di vita, poiché sarebbe veramente crudele togliere al bambino che lo desidera, il piacere di continuare a succhiare, oltre il momento della poppata.\\par\r\n\\pard\\tx4200\\ATXts0\\ATXbrdr0 E' tuttavia importante seguire alcu\r\nni accorgimenti:\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\li135\\fi-135\\ATXbrdr0 - scegliere, fin dall'inizio, i succhiotti piatti (non a ciliegia), di gomma morbida e, non forati; anche le tettarelle usate nell'allattamento artificiale devono essere morbide, di forma anatomica\r\n e con fori piuttosto piccoli;\\par\r\n\\li0\\fi0 - non dare mai il succhiotto \"sporco\" di zucchero o di miele;\\par\r\n\\li135\\fi-135 - essere molto accorti nella pulizia e nella sterilizzazione, e soprattutto iniziare a limitarne il più possibile l'uso quando i\r\nl bambino si avvicina a compiere l'anno d'età.\\par",
"Dida_Foto": "Come allattare col biberon.\r\nGli schemi indicano gli atteggiamenti corretti: 1, accarezzate la guancia o le labbra del bambino; 2, egli si volterà e aprirà la bocca; 3, avvicinategli la tettarella tenendo il biberon orientato verso l'alto in modo che la tettarella sia sempre piena di latte e il bambino succhiando non deglutisca aria.\r\n#Sterilizzazione a caldo.\r\nDopo un'accurata pulizia, infilate i biberon nell'apposito contenitore. Il contenitore viene messo nella pentola di metallo che viene riempita d'acqua. Il tutto viene posto sul fornello: la bollitura dovrà durare non meno di 20 minuti.\r\n#Sterilizzazione a freddo.\r\nNei disegni tutta l'attrezzatura per sterilizzare a freddo mediante immersione in un apposito liquido sterilizzante.\r\n#La digestione.\r\nIl neonato, nei primi mesi, non riesce a digerire tutti gli alimenti, ma digerisce e tollera benissimo il latte. I tre disegni illustrano alcune semplici tecniche, per facilitare l'emissione della bolla d'aria presente nello stomaco e fare in modo che il piccolo faccia “il ruttino” prima di essere coricato. Dall'alto in basso: coricare il piccolo sulle ginocchia, il capo un po' all'indietro, e attuare col palmo della mano una leggera pressione sullo stomaco; mettere il bambino sulle ginocchia, e massaggiare lo stomaco o, tenendolo leggermente flesso in avanti, dare colpetti leggeri sulla schiena.\r\n#",
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"Titolo": "SVEZZAMENTO",
"Codice": "MEB010",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3210\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 LO SVEZZAMENTO\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Lo svezzamento coincide col momento in cui, nella vita del lattante, intervengono i primi tangibili ca\r\nmbiamenti d'abitudini, non solo alimentari ma anche di comportamento.\\par\r\nIn pratica per svezzamento s'intende il passaggio da un'alimentazione esclusivamente a base di latte (materno o formulato) ad un'alimentazione \"mista\" in cui trovano posto i cerea\r\nli, la carne, la frutta e la verdura.\\par\r\nIl lattante deve essere alimentato solo con latte possibilmente fino a quattro mesi, o anche cinque se il latte è materno; in seguito è invece indispensabile variare l'alimentazione per adeguarsi alle nuove esig\r\nenze nutrizionali e psicologiche del bambino che cresce.\\par\r\nDal punto di vista nutrizionale vanno considerati due aspetti:\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\li135\\fi-135\\ATXbrdr0 - dopo il quinto-sesto mese il solo latte diventa carente soprattutto riguardo al contenu\r\nto proteico e all'apporto di \\cf17 \\ATXht80000 ferro\\cf16 \\ATXht0 ;\\par\r\n- al tempo stesso (verso il quinto mese), il lattante raggiunge una certa maturazione neurologica, quindi è in grado di tenere in bocca un boccone e di deglutire alimenti semisolidi\r\n; a livello intestinale la maturazione enzimatica consente la digestione degli amidi presenti nelle farine e delle \\cf17 \\ATXht80000 proteine\\cf16 \\ATXht0 della carne, mentre la \"maturata\" capacità di sintesi degli acidi \\cf17 \\ATXht80000 biliari\\cf16 \\ATXht0 consente una più completa digestione dei grassi.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\li0\\fi0\\ATXbrdr0 Sotto l'aspetto psicologico, lo svezzamento rappresenta un importante \"momento di crescita\" e una \"tappa maturativa fondamentale\", il bambino, infatti, soprat\r\ntutto se allattato al \\cf17 \\ATXht80000 seno\\cf16 \\ATXht0 , alimentandosi in modo diverso inizia ad assumere una graduale \"autonomia\" nei confronti della madre e ad acquisire esperienze nuove nella sfera oro-gustativa, particolarmente importante a quest'\r\netà in cui i bambini mettono in bocca qualunque cosa capiti loro tra le mani.\\par\r\nIl periodo più appropriato per l'\\ATXul1024 \\cf17 \\ATXht7274 inizio dello svezzamento\\ATXul0 \\cf16 \\ATXht0 si colloca tra il quarto e il sesto mese. S'inizia gradualmente\r\n sostituendo un pasto di latte (di solito quello di mezzogiorno), con una pappa in brodo vegetale cui si può aggiungere altri alimenti: crema di riso, carne, olio d'oliva e parmigiano grattugiato.\\par\r\nGli altri pasti (tre o quattro) continuano ad essere\r\n a base di latte materno o formulato, quest'ultimo però non sarà più del tipo \"adattato\", bensì \"di proseguimento\", cioè più ricco in proteine e in ferro.\\par\r\nTrascorso un mese anche la poppata della sera sarà sostituita da una pappa a base di brodo mag\r\nro di carne cui si aggiunge il formaggino.\\par\r\nGli altri pasti, ormai ridotti a due, continueranno ad essere a base di latte, che nella gran parte dei casi non sarà più materno, ma \"di proseguimento\".\\par\r\nE' consigliabile rimandare al dodicesimo-tredic\r\nesimo mese l'uso del latte vaccino fresco, che a tal età sarà dato intero e non diluito con acqua.\\par\r\n\\pard\\tx210\\ATXts0\\ATXbrdr0 In uno degli intervalli tra i pasti, oppure dopo una pappa è bene dare al bambino un po' di frutta possibilmente fresca (m\r\nela grattugiata, non frullata) oppure omogeneizzata; qualche cucchiaino di frutta così preparata può del resto essere dato dopo il latte già nel terzo mese.\\par\r\nE' importante che, nel secondo semestre di vita, al bambino si continui a fornire almeno mez\r\nzo litro di latte il giorno: di solito tale quantità va suddivisa tra la prima colazione e la merenda, per assicurargli un adeguato e necessario apporto di sali di \\cf17 \\ATXht80000 calcio\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nDopo l'introduzione nella dieta della carne e\r\n del formaggio l'apporto proteico è largamente sufficiente, può essere, invece, lievemente carente l'apporto di ferro e di vitamina D, in tal caso è utile ricorrere ad una terapia integrativa.\\par\r\nL'apporto calorico di una pappa di verdura corrisponde a\r\n 150-200 calorie, tuttavia, a quest'età, escludendo particolari situazioni devianti dalla norma, non è più necessario un calcolo preciso della quota calorica giornaliera; una \"carenza\" si può, infatti, verificare solo in casi di grave \\cf17 \\ATXht80000 a\r\nnoressia\\cf16 \\ATXht0 ; ben più facile è, invece, cadere negli \"eccessi\" se si esagera con l'aggiunta di zucchero, biscotti o miele nel latte (che peraltro non andrebbe mai integrato) oppure somministrando, anziché le pappe salate, quelle dolci a base di\r\n latte e cereali (farine lattee), certamente più gradite al bambino e spesso meno \"faticose\" da somministrare, ma senza dubbio più \"povere\" sotto l'aspetto nutritivo. Esse infatti apportano un carico di carboidrati eccessi\r\nvo (e tutto sommato inutile) anziché proteine, grassi, \\cf17 \\ATXht80000 vitamine\\cf16 \\ATXht0 e sali minerali ben più importanti per un organismo che si trova in fase di rapido accrescimento.\\par\r\nFino alla completa eruzione dei molari inferiori e supe\r\nriori, quindi all'età di circa un anno e mezzo, il bambino non è in grado di triturare, masticando, cibi \"grossi\"; per questo i cibi solidi vanno somministrati molto cotti e a piccoli pezzi; dopo il sesto-settimo mese, con la comparsa dei dentini, è tutt\r\navia molto importante iniziare ad abituare il bambino a sentire in bocca cibi non sempre vellutati, ma un po' più grossolani, che egli dovrà a poco a poco imparare a masticare.\\par\r\nS'inizierà così a dare la carne triturata, anziché frullata od omogeneiz\r\nzata, il prosciutto cotto tritato e qualche crosta di pane duro, che servirà anche per un gradevole \"massaggio\" alle gengive che sono spesso doloranti.\\par\r\nContinuando a somministrare solo cibi semiliquidi o pappe passate il piccolo imparerà molto tardi\r\n a masticare e continuerà ad esigerle anche dopo l'anno sputando qualsiasi pezzetto di cibo \"un po' grosso\" gli arrivi in bocca.\\par\r\nQuesto comportamento oltre ad essere diseducativo può risultare dannoso, poiché l'abitudine ad una corretta masticazione\r\n (presa al tempo giusto) favorisce, oltre ad un assetto più corretto dei denti decidui, una miglior digestione dei cibi.\\par\r\nLa pappa può essere somministrata col biberon (cui il bambino può già essere abituato) oppure con il cucchiaino, cui spesso biso\r\ngna per forza ricorrere nel caso di lattanti abituati solo all'\\cf17 \\ATXht80000 allattamento\\cf16 \\ATXht0 al seno, i quali rifiutano assolutamente di succhiare dalla tettarella di gomma.\\par\r\nDue sono quindi le novità proposte al bambino in occasione d\r\nello svezzamento: un cibo diverso e un modo diverso di assumerlo; non è un momento sempre facile, ma poiché è molto importante che sia affrontato nel modo giusto e al tempo giusto, è indispensabile che la mamma sia il più possibile serena e paziente.\r\n\\par\r\nTutte le variazioni della dieta devono essere fatte in modo lento e graduale: bisogna infatti che il lattante si abitui senza che il suo organismo abbia a risentirne. Si deve introdurre un alimento nuovo alla volta e osservare attentamente che nei due \r\no tre giorni successivi non compaiano reazioni d'\\cf17 \\ATXht80000 intolleranza\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nVomito, diarrea, \\cf17 \\ATXht80000 rash\\cf16 \\ATXht0 cutanei e prurito sono i segni più comuni d'intolleranza alimentare; se questi compaiono, il cibo \"i\r\nncriminato\" deve essere sicuramente eliminato dalla dieta per alcuni mesi.\\par\r\nIl lattante, inoltre, affrontando il cucchiaino, potrebbe trovarsi in difficoltà anche a causa di un'errata tecnica di somministrazione del cibo; come per esempio dare cucchi\r\nai troppo colmi di pappa e dati troppo in fretta.\\par",
"ID": 254,
"Foto": "MEB010_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Lo svezzamento.\r\nLo svezzamento è un periodo delicato che va affrontato senza fretta. Nei disegni alcuni errori da evitare. 1, il cucchiaio non deve essere troppo grande per permettere al bimbo di “succhiarlo”. 2, non riempirlo del tutto, per non inondare il bavaglino di pappa o provocare rigurgiti. 3, non usare mai la forza o l'inganno per infilarlo in bocca e farne inghiottire il contenuto.\r\n#",
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"Dida_Movie": "@",
"Vedi_Anche": "@"
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{
"Titolo": "ALIMENTAZIONE DEL BAMBINO OLTRE L'ANNO",
"Codice": "MEB011",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3030\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 L'ALIMENTAZIONE DEL BAMBINO OLTRE L'ANNO\\par\r\n\\pard\\tx180\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Allo scadere del primo anno di vita, il bambino è in grado di mangiare di tu\r\ntto, ed è questo il momento più adatto per cominciare a dargli un'educazione dietetica, che, ha lo scopo di abituarlo a mangiare in modo sano. Non si può stabilire uno schema fisso che regoli l'alimentazione nella seconda infanzia, poiché i gusti e il fa\r\nbbisogno di cibo sono molto variabili da soggetto a soggetto; tuttavia ogni mamma dovrebbe conoscere quali devono essere i componenti essenziali della dieta del bambino e sapere che in questo periodo la crescita non è più così rapida come per il lattante\r\n e che, quindi, anche la quantità di cibo e il numero dei pasti saranno proporzionalmente ridotti.\\par\r\nA due anni il bambino, seppure inconsciamente, è capace d'autoregolare la propria dieta, cioè di stabilire approssimativamente la quantità di cibo che\r\n gli è necessaria per sentirsi sazio e di scegliere quello che più gli piace. Naturalmente, perché l'alimentazione sia equilibrata da un punto di vista qualitativo, è necessario evitare che alcuni cibi siano mangiati in quantità eccessiva e altri rifiuta\r\nti. Per esempio, se gli spinaci sono poco graditi, non essendo indispensabili, possono essere senz'altro sostituiti da un'altra verdura, ma se il rifiuto cade sulla carne o sul latte, che sono elementi essenziali e insostituibili, i genitori devono cerca\r\nre con pazienza di \"educare\" il gusto del bambino e abituarlo ad accettarli. La scelta dei cibi dovrebbe essere indirizzata, con molta circospezione, lasciando al bambino l'impressione di decidere cosa desidera mangiare.\\par\r\nPer evitare errori, per ogni\r\n bambino si dovrebbe stabilire una dieta base che contenga tutti i componenti essenziali, cioè \\cf17 \\ATXht80000 proteine\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 vitamine\\cf16 \\ATXht0 , zuccheri e grassi, in quantità equilibrata e sufficiente, e che tenga conto\r\n dell'entità del suo sviluppo e dell'appetito. Sulla traccia di questa dieta la mamma potrà cucinare i vari cibi nel modo che più sarà gradito al bambino.\\par\r\nIl pasto deve essere un momento sereno, in cui vanno evitate discussioni accese e commenti neg\r\nativi sui cibi e in cui anche il più piccino non deve sentirsi escluso, ma avere la sensazione di far parte del nucleo familiare, senza però essere soffocato da un atteggiamento ansioso dei grandi, tutti tesi nell'osservarlo. A tavola il bambino va tenut\r\no d'occhio per evitare che faccia troppi pasticci e per far sì che non giochi col cibo, ma che mangi; tutto ciò, però va fatto distrattamente per non togliergli l'impressione di sentirsi libero. L'importanza di creare buone abitudini alimentari (che comp\r\nrendano non solo la dieta, ma la regolazione e il numero dei pasti), una certa educazione nel modo di mangiare e la consapevolezza dell'utilità di una sana alimentazione, serve soprattutto ad evitare che il pasto diventi una tragedia e che, a lungo andar\r\ne, il bambino diventi un \"malnutrito\". Le conseguenze della cattiva nutrizione, non sono immediate, ma si manifestano a poco a poco. I bambini non crescono più regolarmente, sono stanchi, ipotonici, oppure troppo irrequieti ed eccitati. Oltre ad avere po\r\nca fame, digeriscono con difficoltà. A scuola sono svogliati, disattenti e raggiungono scarsi risultati. Assumono un atteggiamento \"cascante\", con le spalle curve e l'addome flaccido; il viso ha un'espressione intristita.\\par\r\n\\pard\\tx180\\ATXts0\\ATXbrdr0\r\n Ad una tale situazione va posto naturalmente rimedio. Si prenda in esame la dieta abituale del bambino; se è insufficiente o incompleta, si corregga facendo in modo che almeno gli alimenti essenziali siano presenti in buona quantità. Il numero dei pasti\r\n va possibilmente mantenuto a tre, evitando le merende a metà della mattina o del pomeriggio, se fanno diminuire l'appetito per il pasto successivo. Vanno assolutamente eliminati i dolciumi e gli spuntini nel corso della giornata. Questo però può non ess\r\nere sufficiente e così pure possono ottenere uno scarso effetto i vari \"\\cf17 \\ATXht80000 ricostituenti\\cf16 \\ATXht0 \" e gli stimolanti dell'appetito, se non si cerca di modificare le abitudini del bambino.\\par\r\nSarà bene convincerlo a sospendere il gioc\r\no 10-15 minuti prima di andare a tavola per farlo riposare un poco. Un breve riposo è utile anche per i bambini che tornano da scuola. A volte la stanchezza, e di conseguenza l'inappetenza, è legata allo scarso riposo notturno.\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0\r\n Il pasto deve rimanere un momento di piacevole aggregazione per tutta la famiglia. Stabilire una serie di regole che il bambino deve rispettare: rimanere seduto, usare possibilmente le posate, non lanciare né giocare col cibo, chiudere la bocca mentre m\r\nastica ecc. Ovviamente le \"regole\" devono essere ragionevoli e adeguate all'età del bambino. Se il bambino infrange una regola, insegnargli il comportamento corretto e lodarlo se si comporta bene. Non consentire che il pasto del bambino si prolunghi all'\r\ninfinito, ma concedere un tempo massimo, oltre il quale la tavola è pulita, anche se lui non ha finito dì mangiare. Se il bambino non esaurisce il suo pasto per capriccio o perché in quel momento ha poca fame, non forzarlo, né lusingarlo con mille promes\r\nse, ma non dargli più niente, nemmeno il dessert, e attendere il pasto successivo. Dare porzioni piccole di cibo, possibilmente gradito, se ne desidera ancora lo può sempre richiedere. Coinvolgere il bambino nella conversazione e/o cercare di parlare d'a\r\nrgomenti che possano interessarlo. Tenere la televisione possibilmente spenta ed evitare rimproveri, liti o tensioni. Limitare il più possibile gli \"spuntini\" fuori pasto, oltre a fornire una quota calorica superflua attenuano l'appetito e quindi il desi\r\nderio nei confronti di cibi più \"razionali\" offerti ai pasti principali. Non è mai troppo presto per insegnare al bambino abitudini alimentari corrette.\\par",
"ID": 255,
"Foto": "MEB011_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "A tavola con i genitori. \r\nAl termine del primo anno e fino ai tre anni il bambino acquisisce una notevole autonomia e sicurezza di movimenti che utilizza per interagire significativamente con l'ambiente. Stare a tavola con i genitori è un'occasione in più per fare nuove esperienze ed essere coinvolto attivamente nel mondo dei grandi.\r\n#",
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"Dida_Movie": "@",
"Vedi_Anche": "DIETA NELLE DIVERSE ETA' 3052#"
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"Titolo": "FABBISOGNO DI ACQUA NELL'ORGANISMO INFANTILE",
"Codice": "MEB011A",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3810\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 IL FABBISOGNO D'ACQUA DELL'ORGANISMO INFANTILE\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Il contenuto in acqua degli organismi viventi varia entro limiti molto\r\n estesi, ai cui poli opposti si possono collocare le meduse, che ne contengono il 99,9% rispetto al peso, e le spore dei batteri in cui se ne ritrovano solo piccolissime tracce; in un uomo adulto dal peso di 70 chili, 42 sono dovuti all'acqua.\\par\r\nNel p\r\nrimo anno di vita il contenuto in acqua dell'organismo del bambino differisce da quello dell'adulto per due particolarità: la quantità globale maggiore, in rapporto al peso del corpo, e una diversa ripartizione tra i vari settori. Nell'organismo, infatti\r\n, l'acqua non circola disordinatamente, ma è divisa tra due grandi compartimenti posti l'uno all'interno delle cellule (acqua intracellulare), l'altro all'esterno (acqua extracellulare) separati tra loro dalle membrane cellulari e profondamente different\r\ni sia per la composizione sia per la funzione. L'acqua intracellulare è il mezzo nel quale si svolgono tutte le funzioni vitali della \\cf17 \\ATXht80000 cellula\\cf16 \\ATXht0 . L'acqua extracellulare serve da intermediario tra le cellule e il mondo esterno\r\n, apportando principi alimentari e portando via secreti e scorie. Sistemi regolatori molto precisi tendono a mantenere costante il volume e la composizione dei due compartimenti idrici. Il compartimento extracellulare è a sua volta suddiviso in due setto\r\nri: lo spazio intravasale, occupato dal \\cf17 \\ATXht80000 plasma\\cf16 \\ATXht0 , che serve da mezzo di trasporto agli elementi figurati del \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 (i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine), e lo spazio interstizia\r\nle, posto tra i vasi capillari e le cellule.\\par\r\nNel \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 il contenuto idrico si va progressivamente riducendo, ma, alla nascita, l'acqua totale è ancora molta e rappresenta il 70% circa del \\cf17 \\ATXht80000 peso corpore\r\no\\cf16 \\ATXht0 ; particolarmente abbondante è il liquido extracellulare che da solo costituisce il 40%. Entro il primo anno di vita, non vi sono più differenze tra bambino e adulto, poiché il volume totale dell'acqua è in media il 60% del peso, e tale qu\r\nantità è per il 25% extracellulare e per il 35% intracellulare. Per esempio in un bambino di un anno del peso di 10 chilogrammi, 6 saranno sotto forma d'acqua, di cui 3,5 entro le cellule e 2,5 fuori, mentre in un neonato di 4 chili i valori saranno risp\r\nettivamente di 2,8 chilogrammi, 1,2 chilogrammi, 1,6 chilogrammi. Nell'adulto e nel bambino la percentuale d'acqua totale, calcolata in rapporto al peso corporeo, varia da un individuo all'altro e tali variazioni pare siano legate alla quantità di \\cf17 \\ATXht987 tessuto adiposo\\cf16 \\ATXht0 , molto povero d'acqua e poco vascolarizzato; quindi più un soggetto è grasso, più le sue riserve idriche sono povere. Questo concetto è molto importante da un punto di vista pratico: un bambino grasso, mentre potrebb\r\ne tollerare abbastanza bene una lunga malattia che comporta un certo grado di denutrizione, si aggrava rapidamente per una \\cf17 \\ATXht80000 gastroenterite\\cf16 \\ATXht0 tossica con vomito e diarrea, e in tale caso ha bisogno di un'urgente terapia a base\r\n di liquidi per reintegrare le sue riserve idriche che in breve tempo si esauriscono. L'acqua così distribuita nei vari distretti dell'organismo è indispensabile in ogni processo metabolico; inoltre, a livello dei tessuti, crea e mantiene costante intorn\r\no alle cellule un ambiente che, per composizione chimica, temperatura e pressione, è quello ideale per lo svolgersi dei processi vitali.\\par\r\nNel corso della vita il volume totale d'acqua si mantiene circa costante; l'organismo, infatti, è dotato di part\r\nicolari sistemi atti a tutelare la parità del \\cf17 \\ATXht80000 bilancio idrico\\cf16 \\ATXht0 , vale a dire dell'apporto e della perdita d'acqua. Tali sistemi regolatori sono, per esempio, la sensazione di sete, l'aumento o la diminuzione della \\cf17 \\ATXht80000 diuresi\\cf16 \\ATXht0 , la sudorazione più o meno abbondante, alcuni \\cf17 \\ATXht80000 ormoni\\cf16 \\ATXht0 che agiscono modificando la quantità d'urina filtrata dal \\cf17 \\ATXht80000 rene\\cf16 \\ATXht0 oppure, a livello cerebrale, sul centro della \r\nsete. Teoricamente, quindi, la quantità dei liquidi introdotti ed eliminati dovrebbe essere la stessa; per ogni regola però esiste spesso l'eccezione e, in questo caso, il bambino ne dà una dimostrazione vivente. Ogni organismo in fase d'accrescimento tr\r\nattiene l'acqua necessaria alla formazione dei nuovi tessuti, in ragione di circa 75 grammi d'acqua per ogni 100 grammi d'aumento in peso; quindi nell'età infantile, in cui l'accrescimento corporeo è rapido, per mantenere in parità il bilancio idrico, è \r\nnecessaria una quantità di liquidi maggiore rispetto alla quota eliminata. E' stato calcolato che un lattante ha bisogno, ogni giorno, di 130-150 cc di liquidi per ogni chilo di peso; tale quantità si riduce progressivamente col passare degli anni, fino \r\na stabilizzarsi sui valori medi dell'età adulta (40-50 cc per chilo).\\par\r\nIl bilancio idrico del bambino, e in particolare del lattante, è estremamente labile, perciò con una certa facilità egli può passare da uno stato normale ad un'\\cf17 \\ATXht80000 i\r\nperidratazione\\cf16 \\ATXht0 (eccessivo accumulo d'acqua) oppure ad un'ipoidratazione (insufficiente quantità d'acqua); condizioni entrambe pericolose: nel primo caso le cellule \"annegano\" nell'eccesso d'acqua, nel secondo soffrono per lo squilibrio dell\r\n'attività metabolica e sono danneggiate dai loro stessi prodotti di rifiuto, che sono tossici e che, proprio per carenza di substrato liquido, sono eliminati troppo lentamente. Conseguenza di un esagerato apporto idrico è l'iperidratazione, i cui sintomi\r\n sono: la comparsa d'\\cf17 \\ATXht80000 edema\\cf16 \\ATXht0 , per imbibizione dei tessuti, di diarrea, di \\cf17 \\ATXht80000 poliuria\\cf16 \\ATXht0 , di salivazione abbondante, di nausea, di mal di testa, di perdita dell'appetito e, alcune volte, di convulsi\r\noni. Nel caso non esista una situazione patologica che spieghi la ritenzione idrica, la terapia consiste semplicemente nel sospendere qualsiasi tipo di bevanda e nel ridurre il più possibile i cibi liquidi; l'acqua in eccesso sarà tutta eliminata e i dis\r\nturbi scompariranno. Maggiore nel bambino piccolo è, però la tendenza all'ipoidratazíone o essicosi, le cui forme più caratteristiche sono l'essicosi da carenza d'acqua e di sale, per perdita di \\cf17 \\ATXht80000 sodio\\cf16 \\ATXht0 e \\cf17 \\ATXht80000 c\r\nloro\\cf16 \\ATXht0 con la diarrea e con il vomito, e l'essicosi da sete dovuta a mancato apporto d'acqua. Questo tipo d'essicosi si verifica con una certa frequenza durante l'estate nel neonato, perché gli si dà da bere troppo poco, e nel lattante perché\r\n perde molti liquidi col \\cf17 \\ATXht80000 sudore\\cf16 \\ATXht0 e attraverso i polmoni, quando il respiro diventa frequente.\\par\r\n\\pard\\tx0\\tx525\\ATXts0\\ATXbrdr0 A quest'età il bambino riesce in qualunque modo a far capire che ha sete: i genitori allora \r\ngli danno da bere, finché non si accorgono che forse il piccolo ha bevuto troppo e allora sospendono la somministrazione d'acqua e lo lasciano piangere. Un simile comportamento è sbagliato e può portare all'essicosi. Dato che un organismo povero di sali \r\ntrattiene pochissima acqua, il bambino del nostro esempio beve; nonostante ciò continua a sudare abbondantemente, poiché l'acqua ingerita, essendo povera di sali, è eliminata subito, sotto forma però di sudore \"salato\", quando il bambino smette di bere e\r\n ha eliminato tutta l'acqua ingerita, il suo organismo si trova quindi impoverito di sali e \"secco\".\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 La cosa migliore, in questi casi, è quella di dare da bere al bambino, acqua o meglio tè oppure soluzioni reidratanti co\r\nntenenti una quantità bilanciata di \\cf17 \\ATXht80000 glucosio\\cf16 \\ATXht0 e sali.\\par\r\nAlcune volte, all'essicosi si accompagna la febbre, detta appunto febbre da sete, che si ha per esempio quando il bambino mangia cibi ad elevato contenuto proteico \r\ne beve poco, oppure soggiorna a lungo in un ambiente molto caldo e umido, in cui la perdita di calore attraverso la cute è notevolmente ridotta, proprio a causa delle condizioni ambientali. Il calore allora non si disperde e la temperatura del corpo sale\r\n.\\par\r\nPer rendersi ragione di ciò, basta pensare che l'evaporizzazione di un litro d'acqua comporta la perdita di 584 calorie.\\par\r\nLa sensazione di sete è spesso il primo campanello d'allarme, che indica che l'organismo ha bisogno d'acqua; le mamme qui\r\nndi dovrebbero tenere presente che spesso può, essere un errore non dar da bere al bambino quando dice di aver sete.\\par",
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"Vedi_Anche": "ACQUA 30185#"
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"Titolo": "PROTEINE",
"Codice": "MEB011B",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx4185\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 L'IMPORTANZA DELLE PROTEINE NELLA DIETA\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 In un uomo adulto il 20% del peso corporeo è rappresentato dalle proteine; es\r\nse sono costituenti essenziali dell'organismo: entrano nella composizione della materia vivente di cui sono costituite le cellule (protoplasma cellulare), si trovano in notevole quantità nel tessuto muscolare, nel tessuto nervoso, nei tessuti ghiandolari\r\n, e formano parte integrante di molti liquidi e secreti dell'organismo.\\par\r\nOgni molecola proteica è costituita dall'unione di tante \"unità\", chimicamente ben definite e individualizzate, dette aminoacidi.\\par\r\nSecondo il numero e il modo in cui si succ\r\nedono e si concatenano, gli aminoacidi formano proteine con caratteristiche particolari, che nell'organismo assolvono essenzialmente una funzione \"plastica\" ed energetica.\\par\r\n\\pard\\tx2685\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 AMINOACIDI ESSENZIALI\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 L'organismo, nelle cellule epatiche e negli elementi cellulari del sistema reticolo-istiocitario, è capace di \"fabbricare\" tutti gli aminoacidi, ad eccezione di otto, che sono chiamati \"essenziali\" o \"indispensabili\", proprio perché\r\n esso non li può sintetizzare, o ne può sintetizzare una quantità insufficiente e deve quindi riceverli dall'esterno, con gli alimenti.\\par\r\nL'apporto alimentare degli aminoacidi essenziali è indispensabile, poiché è impossibile la sintesi di materiale p\r\nroteico se essi non sono simultaneamente presenti e disponibili: è sufficiente la mancanza di uno solo di essi per rendere insufficiente la sintesi proteica e di conseguenza il normale accrescimento \\cf17 \\ATXht80000 somatico\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\pard\\tx0\\ATXts0\\ATXbrdr0 Per questo motivo, il valore proteico di una dieta o di un alimento, si stabilisce in base al contenuto in aminoacidi essenziali e al loro reciproco rapporto.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Le proteine contenute nella carne, nel latte, \r\nnelle uova, nel pesce e in molti altri alimenti, passando nello \\cf17 \\ATXht80000 stomaco\\cf16 \\ATXht0 e poi nell'\\cf17 \\ATXht80000 intestino\\cf16 \\ATXht0 , sono scisse da specifici fermenti digestivi, in frammenti sempre più piccoli fino ad aminoacidi:\r\n questi ultimi, assorbiti dalla mucosa intestinale, servono in gran parte per la sintesi di nuove proteine e in parte, utilizzati a scopo energetico, sono demoliti ed eliminati dai reni sotto forma di ammonio urinario (da qui il caratteristico odore di a\r\nmmoniaca dell'urina).\\par\r\nOltre alla funzione \"plastica\" di sostituzione e d'accrescimento dei tessuti, importantissima negli organismi in fase di sviluppo, e alla funzione energetica, le proteine, intervengono in numerosi meccanismi biologici quali, pe\r\nr esempio, il trasporto del \\cf17 \\ATXht80000 ferro\\cf16 \\ATXht0 nel siero, il trasporto d'ormoni e d'enzimi, e anche nei fenomeni immunologici (globuline) e nei meccanismi antiemorragici (\\cf17 \\ATXht80000 fibrinogeno\\cf16 \\ATXht0 e globulina antiemof\r\nilica).\\par\r\n\\pard\\tx2550\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 FABBISOGNO PROTEICO\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Nel bambino, il cui organismo si accresce rapidamente, il fabbisogno proteico è particolarmente elevato; esso varia nelle diverse età pediatri\r\nche in base al tipo d'alimentazione.\\par\r\nIn tutto il primo anno di vita l'apporto proteico giornaliero dovrebbe coprire il 10% delle calorie; tuttavia la condizione del lattante al \\cf17 \\ATXht80000 seno\\cf16 \\ATXht0 che nei primi mesi introduce circa \r\n1,35 g di proteine per kg di peso, differisce profondamente da quella del lattante al poppatoio, che può introdurre una quantità di proteine anche doppia. Questo perché le proteine contenute nel latte di donna, pur essendo relativamente poche, vengono tu\r\ntte completamente utilizzate dal bambino e assicurano un giusto apporto di aminoacidi essenziali.\\par\r\nNell'\\cf17 \\ATXht80000 allattamento\\cf16 \\ATXht0 \"artificiale\" invece, la quota proteica somministrata deve essere sempre maggiore poiché le proteine,\r\n di derivazione vaccinica, contenute nel latte, pur essendo molto \"lavorate\" e rese quasi simili a quelle materne, non potranno mai essere identiche a queste ultime e utilizzate al cento per cento nei processi di sintesi proteica dell'organismo del latta\r\nnte; ci sarà sempre una quota \"di scarto\", non utilizzabile, che deve essere compensata da un maggior apporto.\\par\r\nBisogna tenere presente che nei vari alimenti, considerati proteici, la quota di proteine effettivamente assimilabili varia notevolmente: \r\nè massima, per esempio, nell'uovo e nel latte.\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 CONSEGUENZE D'UN IRREGOLARE APPORTO PROTEICO\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Quando l'apporto proteico è scarso e insufficiente a coprire il fabbisogno dell'organ\r\nismo, si ha una sindrome caratterizzata da rallentato accrescimento corporeo, perdita d'appetito, predisposizione alle malattie infettive.\\par\r\n\\pard\\tx0\\ATXts0\\ATXbrdr0 Questo si può verificare in casi di diete insufficienti sia quantitativamente sia qu\r\nalitativamente, in seguito ad uno scarso assorbimento proteico, come nelle forme intestinali con diarrea cronica, oppure in seguito ad un'abnorme perdita di proteine con le urine, come nella \\cf17 \\ATXht80000 nefrosi\\cf16 \\ATXht0 (degenerazione del \\cf17 \\ATXht80000 rene\\cf16 \\ATXht0 di varia origine senza processi infiammatori) o, ancora, in seguito ad una sintesi proteica insufficiente, come nelle gravi malattie del \\cf17 \\ATXht80000 fegato\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Attualmente, \r\nanche nelle zone più povere, è raro riscontrare forme di carenza proteica cosi gravi da compromettere seriamente le condizioni fisiche del bambino, mentre, non sono per nulla rare le forme di lieve entità, riscontrabili in bambini costituzionalmente sani\r\n, che spesso a causa di un'errata \"concezione dietetica\" della madre, sono alimentati con diete sufficienti dal punto di vista calorico, ma squilibrate nella composizione.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Quando, infatti, la carenza di proteine si protra\r\ne anche nella fase del \\cf17 \\ATXht80000 divezzamento\\cf16 \\ATXht0 , come accade nei casi in cui la dieta è a base esclusivamente di farine di cereali cotte in latte o acqua, cioè di pappe dolci, poiché sono le uniche \"accettate\" volentieri dal bambino, \r\nlo stato di malnutrizione si fa più evidente.\\par\r\nI bambini, spesso grassocci, hanno una muscolatura sottile e atrofica, sono apatici e facilmente irritabili; molto frequentemente hanno episodi dispeptici con vomito, diarrea e inappetenza. Nel \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 diminuisce il contenuto in proteine plasmatiche, particolarmente in \\cf17 \\ATXht80000 albumina\\cf16 \\ATXht0 ; può insorgere uno stato d'\\cf17 \\ATXht80000 anemia\\cf16 \\ATXht0 non risolvibile con la consueta terapia a base di f\r\nerro, perché in questo caso il metallo non è utilizzato poiché manca il supporto proteico cui legarsi.\\par\r\nLa \\cf17 \\ATXht80000 profilassi\\cf16 \\ATXht0 migliore si realizza fin dai primi mesi di vita, usando in modo corretto i latti formulati e abituan\r\ndo precocemente il bambino ad apprezzare un tipo di dieta a base di latte, carne, verdura e frutta in quantità tra loro equilibrate.\\par\r\nLa terapia delle forme di malnutrizione dovute a carenza proteica è data da una dieta varia, sufficientemente ricca \r\nin sostanze proteiche ad alto valore nutritivo; inoltre deve mirare alla correzione dei vari errori metabolici, sarà quindi necessaria la somministrazione di sali, d'acqua e di \\cf17 \\ATXht80000 vitamine\\cf16 \\ATXht0 , oltre che di proteine, preferibilme\r\nnte sotto forma d'aminoacidi (almeno in un primo tempo), mentre non vanno dimenticati gli \\cf17 \\ATXht80000 antibiotici\\cf16 \\ATXht0 , sia a scopo profilattico, sia come terapia delle frequenti infezioni intercorrenti.\\par\r\nDopo alcuni giorni di trattame\r\nnto si ha una lenta ripresa sia del peso sia delle condizioni generali del bambino, che guarisce perfettamente.\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par",
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"Dida_Foto": "Valori di assunzione proteica, giornaliera, raccomandati dai larn nelle diverse età pediatriche.\r\n#",
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"Titolo": "VITAMINE",
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Le vitamine non sono fonte diretta d'energia, né hanno, come le \\cf17 \\ATXht80000 proteine\\cf16 \\ATXht0 , funzione \"plastica\" nella formazione dei tessuti, tuttavia intervengono come fattori insostituibili nel mante\r\nnimento di un buono stato di salute, nell'accrescimento corporeo e in molte funzioni vitali. All'organismo umano, esse giungono tramite gli alimenti, sia vegetali sia animali, dove si trovano allo stato \"attivo\", vale a dire pronte per essere utilizzate,\r\n oppure allo stato di \"\\cf17 \\ATXht80000 provitamine\\cf16 \\ATXht0 \", di sostanze, cioè, che si potrebbero definire i diretti precursori delle vitamine, che al momento dell'ingestione sono inattive, ma sono attivate in un secondo tempo nel corso della dig\r\nestione o all'atto dell'assorbimento intestinale.\\par\r\nSecondo la solubilità, in acqua oppure in sostanze grasse, le vitamine si definiscono: idrosolubili oppure liposolubili. La diversa solubilità comporta anche differenze riguardo agli alimenti in cui \r\nsono contenute, al tipo d'assorbimento intestinale, al modo in cui sono veicolate nei liquidi e nei tessuti organici, all'eventualità d'accumulo (possibile solo per le liposolubili) con conseguente rischio d'iperdosaggio. Normalmente una dieta completa e\r\nd equilibrata copre il fabbisogno vitaminico giornaliero, tanto che le condizioni di grave ipovitaminosi o \\cf17 \\ATXht80000 avitaminosi\\cf16 \\ATXht0 si riscontrano prevalentemente nei Paesi economicamente sottosviluppati\r\n, in cui la malnutrizione calorico - proteica, le condizioni igieniche e climatiche sfavorevoli sono, purtroppo, una realtà quotidiana.\\par\r\nNei Paesi industrializzati si possono, però, avere patologie conseguenti ad un inadeguato apporto vitaminico, dov\r\nute, per esempio, al consumo eccessivo di cibi conservati o sterilizzati ad alte temperature, oppure trattati con procedimenti fisico - chimici che distruggono le vitamine in essi contenute. A questo proposito vanno ricordate alcune procedure \"domestiche\r\n\" di preparazione dei cibi, quali: il lavaggio prolungato e la bollitura delle verdure, la lunga conservazione della frutta.\\par\r\nUn inadeguato apporto vitaminico si può inoltre avere nelle diarree croniche da malassorbimento, in corso di diete riduttive\r\n per il trattamento dell'\\cf17 \\ATXht80000 obesità\\cf16 \\ATXht0 (specie per le liposolubili), oppure in corso di prolungate terapie a base d'antinfiammatori, citostatici, anticonvulsivanti (per le vitamine C, B\\fs16 \\dn6 12\\fs20 \\dn0 , K, B\\fs16 \\dn6 6\\fs20 \\dn0 , PP, acido folico ecc.).\\par\r\nNon vanno inoltre dimenticate le situazioni in cui vi è un aumentato fabbisogno vitaminico come, per esempio i periodi di rapido accrescimento (età del neonato e del lattante), le malattie infettive febbrili, la \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 e l'\\cf17 \\ATXht80000 allattamento\\cf16 \\ATXht0 , i periodi d'intensa attività fisica. Le situazioni di carenza vitaminica ora ricordate, di rado si manifestano con un quadro clinico conclamato e importante; più spes\r\nso s'instaurano in modo subdolo, con una sintomatologia del tutto aspecifica: \\cf17 \\ATXht80000 anoressia\\cf16 \\ATXht0 , senso di stanchezza, dimagramento e maggiore suscettibilità alle infezioni.\\par\r\nE' quindi molto importante, soprattutto nell'età inf\r\nantile, cercare di prevenire e/o individuare queste situazioni pre-cliniche d'ipovitaminosi; provvedendo ad esse tempestivamente con un'adeguata terapia sostitutiva, prima che si trasformino in \"vere e proprie malattie\".\\par\r\nPer il lattante e il bambino\r\n nella prima infanzia sono stati stabiliti, per le singole vitamine, i \"fabbisogni giornalieri raccomandati\", calcolati in base all'apporto fornito dal latte di donne sane e \"ben nutrite\".\\par\r\nSi è visto così che i bambini allattati al \\cf17 \\ATXht80000 seno\\cf16 \\ATXht0 devono ricevere solo un supplemento di vitamina D, mentre per i nati pretermine e i piccoli per l'età gestazionale (a causa del loro più rapido accrescimento) è consigliabile, nei primi 3 o 4 mesi, una terapia con preparati polivitamini\r\nci. Quando l'allattamento è a base di latte formulato bisogna sempre tenere conto della quantità di vitamine in esso contenute.\\par\r\nAlcune vitamine, tra cui la vitamina K, importante per la \\cf17 \\ATXht80000 coagulazione del sangue\\cf16 \\ATXht0 , la B\\fs16 \\dn6 12\\fs20 \\dn0 , l'acido folico, che interviene nella sintesi di numerosi aminoacidi, sono sintetizzate dai batteri componenti la flora saprofita dell'\\cf17 \\ATXht94975 intestino tenue\\cf16 \\ATXht0 , in quantità sufficiente a coprire il fabbisogno d\r\nell'organismo. Gli \\cf17 \\ATXht80000 antibiotici\\cf16 \\ATXht0 distruggono, oltre ai germi patogeni, anche i microrganismi saprofiti intestinali, per questo motivo, specialmente se la terapia antibiotica è protratta nel tempo, è necessario associare ad e\r\nssa la somministrazione di preparati polivitaminici.\\par",
"Dida_Foto": "Principali funzioni delle vitamine.\r\n#Contenuto vitaminico medio del latte di donna (per litro).\r\n#Apporto vitaminico giornaliero raccomandato.\r\n#",
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"Vedi_Anche": "VITAMINE 3027#"
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"Titolo": "Vitamina A",
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"Dida_Foto": "Vitamina A.\r\nL'aspetto della vitamina A (nella forma cristallina pura) osservata al microscopio a luce polarizzata (ingr. 110 volte circa). La vitamina A esplica nell'organismo importantissime funzioni.\r\n#",
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"Titolo": "Vitamina E",
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"Titolo": "Complesso B",
"Codice": "MEB011C3",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx1740\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 COMPLESSO B\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Il complesso B comprende vari fattori vitaminici, tra cui la vitamina B\\fs16 \\dn6 1\\fs20 \\dn0 , la B\\fs16 \\dn6 2\\fs20 \\dn0 , la B\\fs16 \\dn6 6\\fs20 \\dn0 e la B\\fs16 \\dn6 12\\fs20 \\dn0 , differenti dal punto di vista sia chimico sia funzionale, ma tutti ugualmente indispensabili per le normali funzioni dell'organismo, poiché ognuno entra come costituente di sis\r\ntemi enzimatici essenziali; basta la mancanza di uno solo dei fattori, per alterare l'equilibrio funzionale dell'intero complesso B.\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 VITAMINA B\\fs16 \\dn6 1\\fs20 \\dn0 (TIAMINA).\\par\r\nUn insufficiente apporto è \r\ndovuto a malassorbimento intestinale, a malattie del \\cf17 \\ATXht80000 fegato\\cf16 \\ATXht0 oppure al consumo eccessivo di cibi troppo cotti o trattati chimicamente.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 La carenza determina scarso appetito, alterazioni dell'\r\numore (irritabilità o apatia), vomito saltuario e \\cf17 \\ATXht80000 stipsi\\cf16 \\ATXht0 ; nei casi più gravi, dolori agli arti superiori e inferiori dovuti a \\cf17 \\ATXht80000 nevrite\\cf16 \\ATXht0 . La sintomatologia regredisce con una dieta più ricca di\r\n cibi freschi, che garantisca l'apporto giornaliero di almeno 0,4 mg di vitamina.\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 VITAMINA B\\fs16 \\dn6 2\\fs20 \\dn0 (RIBOFLAVINA).\\par\r\nEntra nella composizione di numerosi enzimi; la sua carenza, per ridotto a\r\npporto o malassorbimento, provoca l'insorgenza di raggi della cute agli angoli delle labbra (perléche), stomatiti, infiammazioni della lingua con appiattimento delle papille, rossore e bruciore.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 VITAMINA B\\fs16 \\dn6 6\\fs20 \\dn0 (PI\r\nRIDOSSINA).\\par\r\nInterviene nel \\cf17 \\ATXht80000 metabolismo\\cf16 \\ATXht0 di zuccheri, grassi e \\cf17 \\ATXht80000 proteine\\cf16 \\ATXht0 , inoltre agisce a livello midollare con azione favorente la produzione di globuli rossi e di granulociti. La sua carenza, associata di solito ad un inadeguato apporto d'altre \\cf17 \\ATXht80000 vitamine\\cf16 \\ATXht0 del gruppo B, può essere causa nel lattante d'ipereccitabilità nervosa e persino di crisi convulsive, che regrediscono in b\r\nreve tempo con la terapia vitaminica sostitutiva.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Un deficit isolato si può avere in bambini alimentati con latte vaccino sterilizzato in autoclave oppure in corso di terapia antitubercolare con \\cf17 \\ATXht80000 isoniazi\r\nde\\cf16 \\ATXht0 , cui va sempre associata la vitamina B6.\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 VITAMINA B\\fs16 \\dn6 12\\fs20 \\dn0 (CIANOCOBALAMINA).\\par\r\nE' indispensabile per un normale accrescimento, giacché interviene nei processi di sintesi pr\r\noteica, per il \\cf17 \\ATXht80000 trofismo\\cf16 \\ATXht0 e l'attività del \\cf17 \\ATXht93516 sistema nervoso\\cf16 \\ATXht0 , per la produzione dei globuli rossi, è considerata uno dei \"fattori proteici animali\" essenziali per l'accrescimento corporeo dell'u\r\nomo e degli animali. Essa rappresenta inoltre il cosiddetto \"fattore estrinseco di Castle\", indispensabile per la produzione dei globuli rossi. Le riserve epatiche sono di solito sufficienti a coprire il fabbisogno dell'organismo, tuttavia nei casi di ma\r\nlassorbimento oppure d'inadeguato apporto per diete vegetariane, ipocaloriche o ipoproteiche, si può instaurare, in modo subdolo uno stato carenziale con \\cf17 \\ATXht80000 astenia\\cf16 \\ATXht0 , pallore, e, in seguito \\cf17 \\ATXht80000 anemia\\cf16 \\ATXht0 grave, \\cf17 \\ATXht80000 tachicardia\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 dispnea\\cf16 \\ATXht0 da sforzo, diarrea, forme di \\cf17 \\ATXht80000 neurite\\cf16 \\ATXht0 caratteristici del quadro clinico dell'anemia perniciosa oggi fortunatamente di rara osserva\r\nzione.\\par",
"ID": 261,
"Foto": "MEB011C3_F1.jpg#MEB011C3_F2.jpg#",
"Dida_Foto": "Vitamina B6.\r\nL'aspetto della vitamina B6 (nella forma cristallina pura) osservata al microscopio a luce polarizzata (ingr.150 volte circa). Questa vitamina viene usata in terapia contro i vomiti ribelli, le affezioni della pelle.\r\n#Vitamina B2.\r\nAspetto della vitamina B2 al microscopio. Tutto il complesso vitaminico B si è dimostrato di particolare importanza per il buon funzionamento del processo visivo.\r\n#",
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"Titolo": "Vitamina PP",
"Codice": "MEB011C4",
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"Titolo": "Acido folico",
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"ID": 263,
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"Titolo": "Vitamina K",
"Codice": "MEB011C6",
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"ID": 264,
"Foto": "MEB011C6_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Vitamina K.\r\nVitamina K vista al microscopio a luce polarizzata. È indispensabile per il processo di coagulazione del sangue; infatti, una sua carenza determina una tendenza alle emorragie.\r\n#",
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{
"Titolo": "Vitamina C",
"Codice": "MEB011C7",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3510\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 VITAMINA C (ACIDO ASCORBICO)\\par\r\n\\pard\\tx210\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 E' molto diffusa in natura, poiché si forma in tutte le piante. Nei tessuti animal\r\ni, è molto abbondante nella \\cf17 \\ATXht80000 corteccia\\cf16 \\ATXht0 delle ghiandole surrenali, nell'\\cf17 \\ATXht80000 ipofisi\\cf16 \\ATXht0 anteriore e nel \\cf17 \\ATXht80000 corpo luteo\\cf16 \\ATXht0 . E' noto che, tra gli alimenti d'abituale consumo, l\r\ne arance e i limoni ne sono particolarmente ricchi; tuttavia per la totalità della popolazione terrestre, la fonte maggiore di vitamina C sono le patate: 100 grammi di patate \"nuove\" ne contengono da 30 a 40 milligrammi. Il latte vaccino fresco ne contie\r\nne quasi quanto le patate, ma la bollitura, la pastorizzazione, la sterilizzazione, ne denaturano e distruggono circa tre quarti; nel latte materno la quantità di vitamina è sufficiente a soddisfare il fabbisogno del lattante. In genere il fabbisogno gio\r\nrnaliero di vitamina C (pari a 2-3 mg/kg nel bambino fino a 6 anni) è coperto dalla normale alimentazione, esso tuttavia aumenta durante la \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 e l'\\cf17 \\ATXht80000 allattamento\\cf16 \\ATXht0 , nel corso di malattie\r\n e negli episodi febbrili.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ri0\\ATXbrdr0 La vitamina C interviene in importanti processi enzimatici e metabolici ed è necessaria per una buona formazione della sostanza fondamentale del \\cf17 \\ATXht80000 connettivo\\cf16 \\ATXht0 ch\r\ne, presente in quasi tutti i tessuti, serve da \"cemento\" per tenere uniti gli elementi cellulari.\\par\r\nIl miglioramento delle abitudini alimentari, ormai diffuso ovunque, ha notevolmente ridotto le manifestazioni di deficit vitaminici una volta abbastanz\r\na frequenti.\\par\r\nE', infatti, raro, nei giorni nostri, vedere uno \\cf17 \\ATXht80000 scorbuto\\cf16 \\ATXht0 , in pratica. La forma tipica d'\\cf17 \\ATXht80000 avitaminosi\\cf16 \\ATXht0 C, mentre è abbastanza diffusa la condizione d'ipovitaminosi, che si può manifestare con facile sanguinamento delle gengive sottoposte al trauma dello spazzolino da denti, \\cf17 \\ATXht80000 epistassi\\cf16 \\ATXht0 (emorragie nasali) ripetute, minime tracce di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 nelle urine, facile comparsa di suffusioni emorragiche sulla cute (infiltrazioni sotto pelle di sangue stravasato per piccole emorragie).\\par\r\nNello scorbuto, uno dei segni clinici salienti è la \\cf17 \\ATXht80000 diatesi\\cf16 \\ATXht0 emorragica (val\r\ne a dire la spiccata tendenza alle emorragie), conseguenza delle alterazioni del tessuto connettivo, che rendono particolarmente fragile la parete dei piccoli vasi sanguigni.\\par\r\nNel bambino scorbutico è inoltre caratteristica la formazione di cospicui \r\nematomi (sangue che si accumula per stravaso emorragico in una cavità formatasi in tessuti facilmente scollabili) sotto il \\cf17 \\ATXht80000 periostio\\cf16 \\ATXht0 assai dolorosi, per cui egli accusa un vivo dolore anche per minimi traumi e giace immobi\r\nle, simulando a volte una forma paralitica.\\par\r\n\\pard\\tx0\\ATXts0\\ATXbrdr0 Unica terapia sarà ovviamente la somministrazione di vitamina C ad alte dosi; tale trattamento pare sia efficace anche nei lattanti o nei piccoli bambini che crescono in modo sten\r\ntato e che dimostrano una notevole predisposizione alle infezioni.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Il miglior modo per prevenire i danni carenziali è un'alimentazione ricca di frutta e verdure fresche in ogni stagione dell'anno.\\par",
"ID": 265,
"Foto": "MEB011C7_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Vitamina C.\r\nL'aspetto della vitamina C (nella forma cristallina pura) osservata al microscopio a luce polarizzata (ingr. 42 volte circa). La vittima C si trova in abbondanza nei frutti, specialmente negli agrumi, nelle verdure e nel latte. È necessaria per una buona formazione della sostanza fondamentale del tessuto connettivo.\r\n#",
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{
"Titolo": "Vitamina D",
"Codice": "MEB011C8",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx2955\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 VITAMINA D (CALCIFEROLO)\\par\r\n\\pard\\tx210\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 E' contenuta nelle uova e nel burro; nel latte materno e vaccino solo in quantità modeste. L\r\na più importante \"riserva\" dell'organismo è nelle cellule della cute, dove la vitamina è presente nella sua forma inattiva (7-deidro-\\cf17 \\ATXht80000 colesterolo\\cf16 \\ATXht0 ), che è attivata per azione delle radiazioni ultraviolette contenute nei ragg\r\ni solari.\\par\r\nL'ipovitaminosi D è, infatti, di solito il risultato di un'insufficiente esposizione al sole, non compensata dalla somministrazione di preparati contenenti la vitamina. E' indispensabile per regolare il depo\r\nsitarsi del \\cf17 \\ATXht80000 calcio\\cf16 \\ATXht0 e del \\cf17 \\ATXht80000 fosforo\\cf16 \\ATXht0 nel \\cf17 \\ATXht93759 tessuto osseo\\cf16 \\ATXht0 in fase di formazione. La condizione di carenza, escludendo i casi di grave malnutrizione, è caratteristica\r\n dell'età del lattante (momento in cui le ossa si formano e si allungano); essa causa il \\cf17 \\ATXht80000 rachitismo\\cf16 \\ATXht0 , malattia molto comune in passato. Attualmente il miglioramento delle condizioni igieniche e di nutrizione dei bambini ne \r\nhanno notevolmente ridotto la frequenza.\\par",
"ID": 266,
"Foto": "MEB011C8_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Vitamina D.\r\nLa vitamina D, nell'immagine i cristalli osservati a luce polarizzata, regola l'equilibrio del calcio e del fosforo nelle ossa: la sua carenza è causa di rachitismo.\r\n#",
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{
"Titolo": "INAPPETENZA E DIFFICOLTA' NELL'ALIMENTAZIONE",
"Codice": "MEB012",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\f1 \\cf16 INAPPETENZA E DIFFICOLTA' NELL'ALIMENTAZIONE\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 I motivi per cui un bambino non vuole mangiare oppure mangia meno del solito sono numerosissimi.\r\n\\par\r\nDai casi estremi rappresentati dalle malformazioni congenite delle labbra o del palato (per cui a volte è impossibile l'assunzione del cibo e anche la deglutizione), si passa agli stati di malessere più o meno gravi, nel cui corteo di sintomi l'\\cf17 \\ATXht80000 anoressia\\cf16 \\ATXht0 difficilmente manca. Nei periodi che coincidono con l'eruzione dei denti, soprattutto dei primi incisivi, la perdita dell'appetito può protrarsi anche per alcune settimane e scomparire non appena il dente affiora sulla gen\r\ngiva. Le malattie infettive, lievi o gravi, acute o croniche, e tutti gli stati febbrili portano come conseguenza, quasi sempre associato ad una minore vivacità e ad un senso di stanchezza, un diminuito desiderio di cibo. La \\cf17 \\ATXht80000 pertosse\\cf16 \\ATXht0 molto spesso è motivo d'inappetenza, particolarmente quando la tosse è violenta; il bambino in questo caso non vuole mangiare perché teme di provocare l'accesso e, con questo, il vomito. Può bastare però un semplice raffreddore, o il naso un po\r\n' chiuso, per fare diminuire o addirittura perdere l'appetito, specialmente ai lattanti. A volte invece entra in causa il tipo d'alimentazione: lo svezzamento iniziato in modo troppo brusco è non di rado motivo d'inappeten\r\nza. Il lattante, ormai abituato al sapore del latte, alla sua fluidità e abituato a succhiare, se non viene \"preparato\" con pazienza ai nuovi cibi, spesso si ribella violentemente al cucchiaino, alle pappe, al sapore salato della minestrina o del brodo d\r\ni verdura e non accetta di mangiare nessun'altra cosa che non sia il suo abituale cibo preferito. Una superalimentazione, o per meglio dire una quantità d'alimento eccessiva rispetto alla costituzione del bambino e alle sue capacità digestive, può essere\r\n inizialmente tollerata, ma ben presto lo \\cf17 \\ATXht80000 stomaco\\cf16 \\ATXht0 non accetta più di compiere un lavoro esagerato e digerisce a fatica; di conseguenza il piccolo, che mostrava un grande appetito, si ribella e si rifiuta di mangiare, in mo\r\ndo improvviso e apparentemente inspiegabile. Per gran parte dei bambini che \"non mangiano\", tuttavia, nessuno di questi motivi si presta alla soluzione del problema. Assai spesso si tratta di piccini perfettamente sani, allevati con una dieta equilibrata\r\n, accompagnati dal medico da genitori in preda ad uno stato d'inquietudine. Sono i tipici casi d'anoressia nervosa, male quasi tipico dei figli unici, troppo viziati, e degli ambienti familiari in cui la tensione emotiva, lo zelo e l'apprensione per lo s\r\ntato del bambino sono tali che anch'egli ben presto ne rimane contagiato e si trasforma in un piccolo neuropatico ansioso. Lattanti che fino a pochi giorni prima mangiavano tranquillamente e dormivano senza difficoltà cominciano a non terminare il pasto,\r\n si staccano spesso dal seno, lasciano il poppatoio a metà; non se ne stanno tranquilli nella loro culla a sonnecchiare tra un pasto e l'altro, ma restano svegli, si agitano, hanno un'espressione ansiosa e piangono spesso. Tutte le funzioni dell'organism\r\no ne risentono, anche lo stomaco diventa \"nervoso\", la sua muscolatura si restringe, come in uno spasmo, e la digestione si fa lenta e difficile. La mancata eruttazione dell'aria ingerita durante la poppata è spesso causa di rigurgiti e vomiti. Inoltre p\r\ner l'ipereccitabilità, diffusa anche all'\\cf17 \\ATXht80000 intestino\\cf16 \\ATXht0 , sono frequenti le scariche durante il pasto, stimolate dall'atto stesso di succhiare \"diarrea prandiale\". All'affettuosa insistenza della madre o di altri nel propinargli\r\n il cibo, il bambino, che non ha alcun'intenzione di collaborare, reagisce sempre più violentemente. La sola vista della mamma o del poppatoio bastano per scatenare una crisi di pianto rabbioso. I motivi sono spesso banali e assai semplici.\\par\r\nL'unico \r\nmezzo di cui un lattante dispone per protestare violentemente contro qualcosa che ha contrastato le sue esigenze sia fisiche sia affettive è lo \"sciopero della fame\". Il sapore, l'odore, la consistenza elastica di una tettarella che viene bruscamente a s\r\nostituire il seno materno possono non riuscire per nulla graditi, e cosi pure il dover bere ad ogni pasto una quantità di latte rigidamente fissata ed eccessiva per il bambino scatena il suo rifiuto.\\par\r\nAltro motivo può essere l'orario delle poppate ch\r\ne interferisce con le ore di sonno.\\par\r\nIl piccolo facilmente si stanca di mangiare forzatamente o di prendere il pappatoio quando vorrebbe dormire; comincia allora a protestare e a \"dire di no\": inizia così lo stato d'anoressia. Non tutti i bambini, fo\r\nrtunatamente, sono o diventano degli anoressici alla minima contrarietà, ma soprattutto quelli dal \\cf17 \\ATXht93516 sistema nervoso\\cf16 \\ATXht0 molto sensibile ed eccitabile, che appaiono particolarmente svegli e precocemente interessati all'ambiente \r\nesterno; anche questi, però, lo diventano, favoriti di solito da un atteggiamento sbagliato della madre nei loro confronti. E' risaputo quanto influisca sul figlio il carattere e la tensione emotiva della madre, non è raro, infatti, scoprire all'origine \r\ndi un'anoressia nervosa, l'assoluta intransigenza sui principi dietetici di una madre autoritaria e ossessiva, oppure il desiderio di vedere il bambino florido e grasso, tipico della madre atterrita dall'idea che egli non mangi mai abbastanza. Il fatto c\r\nhe un bambino non voglia mangiare è sempre preoccupante, perché ben presto, specie nei lattanti di pochi mesi in fase di rapido accrescimento, le conseguenze di una dieta insufficiente si manifestano con un indebolimento delle condizioni generali. La cur\r\nva del peso subisce un arresto, per poi scendere verso il basso; il bambino diventa flaccido, impallidisce e assume un aspetto sofferente. Se la mancanza d'appetito, che accompagna una malattia infettiva o d'altra natura, si dilegua non appena tutti i si\r\nntomi sono scomparsi e ritorna la salute, l'anoressia d'origine nervosa può diventare un'abitudine meno semplice da curare. Molto importante è cercare di prevenirla, studiando attentamente la costituzione del bambino, cercando di intuire le sue esigenze \r\ne di dargli una dieta adatta e ben tollerata. Somministrare farmaci stimolanti l'appetito o cambiare tipo di latte non serve a niente, il piccolo, infatti, digerisce benissimo e non è il latte poco adatto a lui, ma piuttosto il contrario. E' importante, \r\nsoprattutto in occasione dello svezzamento, proporre i nuovi cibi e le nuove tecniche d'alimentazione con molta dolcezza e pazienza, dando al bambino il tempo di abituarsi alle novità e la possibilità di rifiutare un cibo, se proprio non gli piace. Ai pi\r\nù grandicelli è sempre un errore imporre con la forza un certo tipo oppure una certa quantità di cibo, la dieta deve essere il più possibile adeguata ai gusti e all'appetito di ognuno; è invece importante dare una corretta \"educazione alimentare\" insegna\r\nndo al bambino a scegliere i cibi più \"utili\" e meno nocivi e ad abituarlo a consumarli in un modo corretto (orari pasti).\\par\r\nBisogna tenere presente che \"mangiare, non deve essere un penoso dovere, bensì solo una piacevole necessità\".\\par",
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"Dida_Foto": "Il bimbo non vuole mangiare.\r\nLe espressioni e gli atteggiamenti che egli adotta per ΓÇ£comunicareΓÇ¥ agli adulti il suo rifiuto, sono pi├╣ efficaci di qualsiasi parola. I motivi per cui un bambino non vuole mangiare si fondano spesso su una base psicologica.\r\n#",
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Sono i primi abbozzi dei futuri denti da latte, chiamati più esattamente decidui perch\r\né sono destinati a cadere, per lasciare il posto a quelli che poi formeranno la dentatura definitiva dell'adulto, cioè ai denti permanenti. I germi dentari si sviluppano progressivamente, aumentano di volume, si arricchiscono di sali minerali, \\cf17 \\ATXht80000 calcio\\cf16 \\ATXht0 e \\cf17 \\ATXht80000 fosforo\\cf16 \\ATXht0 che li rendono duri, e prendono la forma caratteristica propria del \\cf17 \\ATXht80000 dente\\cf16 \\ATXht0 al quale ognuno di essi dà origine. Nel frattempo, alla base dei denti decidui \r\nsi sviluppano gli abbozzi dei denti permanenti, i quali, crescendo a loro volta, spingono i primi verso la superficie della \\cf17 \\ATXht80000 gengiva\\cf16 \\ATXht0 e poi all'esterno.\\par\r\nI primi a spuntare, sono gli incisivi centrali inferiori, che di s\r\nolito compaiono insieme o a brevissima distanza l'uno dall'altro, seguiti poi dai superiori, dagli incisivi laterali, dai primi molari, dai canini e dai secondi molari. A trenta mesi il bambino ha venti denti, ha cioè completato la sua prima dentatura, c\r\nomposta esclusivamente da denti da latte. La comparsa del primo dentino, che in genere avviene intorno al settimo mese, è un avvenimento abbastanza importante nella vita del bambino. Tale periodo, fissato come normale, è naturalmente approssimativo: se a\r\n nove mesi il bambino è ancora senza denti, la mamma non ha ragione di preoccuparsi poiché un ritardo, anche di tre mesi, è del tutto normale.\\par\r\nEstendendo al massimo i limiti di tempo, possiamo dire che a un anno il primo dente da latte deve essere s\r\npuntato. Soltanto un ulteriore ritardo può mettere in allarme e in tal caso è necessario ricercarne la causa, che spesso è riconosciuta in un disturbo più generale, legato a un'alimentazione sbagliata, a insufficiente apporto di vitamina D oppure a malat\r\ntie dovute a disfunzione delle ghiandole endocrine. Gli incisivi centrali inferiori possono qualche rara volta essere presenti già alla nascita o comparire poco dopo. Sono i cosiddetti denti natali, che di solito sono in soprannumero rispetto a quelli da\r\n latte e crescono molto deboli, con lo \\cf17 \\ATXht80000 smalto\\cf16 \\ATXht0 rovinato e senza radici.\\par\r\nCadono da soli, ma diventa necessario toglierli, senza che il lattante ne soffra, quando ostacolano la suzione al seno oppure quando sono malfermi\r\n, per evitare che il bambino inavvertitamente li inghiotta.\\par\r\nUn dente, per spuntare all'esterno, deve farsi strada attraverso il sottile strato di mucosa gengivale che ricopre le ossa mascellari; questo lieve trauma a volte disturba il bambino, speci\r\nalmente quando l'eruzione è piuttosto difficile e si realizza in uno o due giorni, anziché rapidamente come di solito accade. Un sintomo precoce che permette di prevedere l'imminente comparsa dei denti è la salivazione particolarmente abbondante: il bamb\r\nino sbava in modo insolito (spesso il davanti dei suoi abitini è bagnato di saliva), inoltre porta sempre le mani alla bocca, si succhia il pollice, mette in bocca ogni cosa e schiaccia tra le gengive gli oggetti duri, come se volesse morderli.\\par\r\nNei \r\ngiorni che coincidono con l'eruzione di un nuovo dente, questi sintomi si fanno molto più accentuati e non di rado si manifesta uno stato di malessere generale. Il piccolo dorme meno, è agitato e irrequieto, piange per un nonnulla e vorrebbe essere cocco\r\nlato più del solito, rifiuta pappe che fino al giorno prima mangiava volentieri, e talvolta è difficile trovare un alimento che gli sia gradito. Talvolta la temperatura corporea si eleva fino a 38-38,5°C, compare qualche scarica diarroica non giustificat\r\na da alcuna forma d'infezione intestinale. Le gengive sono arrossate, sul bordo si può vedere un piccolo punto bianco, simile a un granellino di riso, circondato dalla mucosa lievemente tumefatta e un po' dolente.\\par\r\nNon appena il dentino è spuntato i \r\ndisturbi scompaiono, e tutto ritorna come prima. Non è necessaria alcuna terapia specifica; una crosta di pane secco o un anello di osso da schiacciare tra le gengive potranno distrarre il bambino e gli serviranno anche per accelerare l'eruzione del dent\r\ne. Talvolta può essere utile applicare sulle gengive liquidi appositi ad azione decongestionante e analgesica, soprattutto nei più piccini, per non compromettere, un tranquillo riposo notturno.\\par\r\nQuesti sintomi in alcuni bambini accompagnano costantem\r\nente la nascita di un nuovo dente e, non essendo giustificati dalla presenza di una vera malattia, si interpretano come una reazione dell'organismo all'eruzione dentaria. Tuttavia anche se si tratta di manifestazioni benigne, essi vanno considerati sempr\r\ne con una certa attenzione, e soprattutto con buon senso, per evitare di cadere nell'errore della vecchia credenza popolare, secondo la quale, nell'età della prima dentizione, tutti i malesseri sono da attribuire ai denti: cosi facendo si può infatti cor\r\nrere il rischio di non riconoscere una malattia. Troppo spesso i denti da latte, appunto perché temporaneamente presenti e destinati a cadere, sono trascurati.\\par\r\nNon va dimenticato però che essi non servono al bambino solamente per masticare, ma sono \r\nanche necessari, specialmente i primi molari, perché le arcate dentarie si affrontino in modo perfetto. Una regolare disposizione dei denti è indispensabile per dare al viso un aspetto piacevole e per rendere la masticazione facile ed efficace. I denti d\r\necidui sono lievemente distanziati l'uno dall'altro; questa disposizione non è casuale, ma ha lo scopo di \"tenere il posto\" ai denti permanenti, grossi e più numerosi (32 anziché 20) la cui eruzione inizia a 6-7 anni.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ri585\\ATXbrdr0 Da tutto ciò si capisce l'utilità dei primi denti, l'importanza di dedicare a essi particolare attenzione e quanto sia errato toglierli precocemente con la convinzione di favorire in tal modo lo sviluppo dei denti permanenti.\\par",
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"Dida_Foto": "La dentizione decidua e quella permanente.\r\nSchema dell'eruzione dei denti a partire dalla nascita. I primi a spuntare per la maggior parte dei bambini, a 6-8 mesi, sono gli incisivi mediani, poi gli incisivi laterali superiori. Dopo questi possono passare alcuni mesi prima che spuntino gli incisivi inferiori, i primi molari (verso i 24 mesi), i canini, quindi i secondi molari (dopo i 2 anni). Tra i denti permanenti, il molare inferiore erompe per primo, a volte insieme all'incisivo mediano inferiore. Tra i 6 e i 7 anni spunta il primo molare superiore, seguito dall'incisivo mediano superiore. Gli incisivi laterali superiori spuntano tra gli 8 e i 10 anni e tra i 9 e gli 11 spunta il canino inferiore seguito dal primo e dal secondo premolare e dal secondo molare. Il primo premolare spunta intorno agli 11 anni ed il canino superiore intorno ai 12.\r\n#",
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"Titolo": "DENTIZIONE DECIDUA E PERMANENTE",
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"Titolo": "CARIE",
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Si tratta di un processo di distr\r\nuzione dei tessuti calcificati, lento e progressivo, senza possibilità di guarigione o di riparazione spontanea. Nessun'età è risparmiata, i denti decidui sono, infatti, colpiti con la stessa frequenza di quelli permanenti. Considerando che una delle car\r\natteristiche della carie è il modo subdolo con cui inizia e si estende (può, infatti, arrivare a distruggere buona parte della \\cf17 \\ATXht80000 corona\\cf16 \\ATXht0 di un dente senza dare dolore), il mezzo migliore, e forse l'unico, per combatterla effi\r\ncacemente è cercare di prevenirla con un'accurata e scrupolosa igiene della bocca associata ad un'adeguata alimentazione.\\par\r\nNel cavo orale vi sono moltissimi germi che costituiscono la \\cf17 \\ATXht80000 flora batterica\\cf16 \\ATXht0 saprofitica (non d\r\nannosa) della \\cf17 \\ATXht80000 saliva\\cf16 \\ATXht0 ; alcuni di questi germi entrano nella composizione della \"placca batterica\", che deriva dalla decomposizione dei residui di cibo e tende ad accumularsi sulla superficie dei denti se l'igiene orale è sc\r\nadente.\\par\r\nRecenti studi hanno dimostrato che, tra i germi della \"placca batterica\" uno in particolare: lo Streptococco mutans, possiede una spiccata capacità di aderire alla superficie dentale, su cui si riproduce velocemente formando numerose colonie\r\n in grado di demineralizzare gli strati superficiali dello \\cf17 \\ATXht80000 smalto\\cf16 \\ATXht0 , producendo l'inizio della lesione cariosa.\\par\r\nSi è dimostrato inoltre che la concentrazione di Streptococco mutans nella saliva e nella placca batterica,\r\n è direttamente proporzionale al numero di carie sviluppate.\\par\r\nIl bambino, acquisisce il corredo di batteri cariogeni molto precocemente, attraverso il contatto con la saliva della madre, la quale rappresenta la fonte principale di \"infezione\" sopratt\r\nutto nei casi in cui il livello di salute e d'igiene orale sono scadenti.\\par\r\nLa miglior forma di prevenzione della carie deve quindi iniziare già in \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 : se la futura mamma osserva una scrupolosa igiene orale, rid\r\nuce notevolmente la carica microbica di Streptococco mutans presente nella propria saliva e sarà quindi ridotta anche la quantità di batteri che potranno colonizzare il cavo orale del bambino; di conseguenza anche il numero di carie che egli potrà svilup\r\npare sarà significativamente minore.\\par\r\nNel bambino la mucosa della bocca è molto delicata, e l'uso precoce (a 12-13 mesi) dello spazzolino potrebbe causare lesioni dolorose: questo tuttavia non dispensa dal mantenere la bocca e i denti puliti con altr\r\ni mezzi, per esempio con sciacqui frequenti oppure con una garza imbevuta di una soluzione antisettica o dentifricio liquido. A due-tre anni si può abituare il bambino a lavarsi i denti dopo ogni pasto, con uno spazzolino dalle setole molto morbide. Molt\r\no dannosa, oltre che antiestetica, si rivela a quest'età l'abitudine a tenere in bocca il succhiotto, soprattutto se è spesso intriso nello zucchero o riempito con acqua dolce, in tal caso, infatti, il danno viene ad essere duplice, poiché il succhiotto \r\nfavorisce l'instaurarsi di malposizioni degli incisivi (può anche portare, col procedere, a difetti di posizione della \\cf17 \\ATXht80000 mandibola\\cf16 \\ATXht0 ), mentre lo zucchero costituisce un terreno ottimale per lo sviluppo della carie. Per mantene\r\nre la dentatura il più possibile sana, la dieta non è meno importante dell'igiene. Una mela cruda, la cui polpa dura scivola sullo smalto, può servire ottimamente, se sbocconcellata dopo il pasto, ad asportare gli eventuali residui alimentari. Evitare di\r\n mangiare canditi, paste, cioccolata o altre sostanze zuccherine nell'intervallo tra i pasti (dopo che i denti già sono stati lavati) oppure la sera, prima di addormentarsi: questi cibi, infatti, poiché tendono a rimanere aderenti allo smalto, favoriscon\r\no in modo particolare l'insorgenza della carie. Si è visto inoltre che l'aumento della resistenza alla carie si può spiegare con un aumento del contenuto in \\cf17 \\ATXht80000 fluoro\\cf16 \\ATXht0 degli strati esterni dello smalto; per questo motivo in mo\r\nltissimi Paesi è aggiunto fluoro all'acqua potabile.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 In mancanza d'acqua sufficientemente fluorurata occorre procurare all'organismo con un altro mezzo il fluoro necessario affinché la concentrazione carente di questa sos\r\ntanza nello smalto sia completata prima della dentizione, vale a dire tra la nascita e i 12 anni. In questi anni la somministrazione continua e costante, a scopo profilattico, di preparati a base di fluoro si è rivelata mo\r\nlto utile per favorire la ricalcificazione dello smalto già alterato e soprattutto per contribuire alla formazione di cristalli d'apatite (che formano lo smalto) più resistenti agli effetti decalcificanti del processo carioso.\\par\r\nLe compresse di fluoru\r\nro di sodio vanno prese quotidianamente e non interferiscono con altre eventuali terapie. Sono tossiche solo in dosi 30-60 volte superiori a quelle terapeutiche.\\par\r\nSono utili anche i dentifrici \"al fluoro\", da usare solamente dopo i 4 anni.\\par",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx2460\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 MALOCCLUSIONI\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Oltre alla \\cf17 \\ATXht80000 profilassi\\cf16 \\ATXht0 della carie è molto importante riconoscere per te\r\nmpo le malocclusioni. Con tale termine si definisce un rapporto \"errato\" tra le arcate dentarie, dovuto ad alterazioni a carico delle ossa mascellari o della \\cf17 \\ATXht80000 mandibola\\cf16 \\ATXht0 (\\cf17 \\ATXht80000 palato\\cf16 \\ATXht0 ogivale, micro\r\ngnazia ecc.) oppure a malposizione dei denti decidui o permanenti.\\par\r\nLa maggior parte delle lesioni scheletriche sono congenite, quindi non sempre è possibile un'azione preventiva, è tuttavia importante cercare di evitare o di eliminare al più presto \r\nabitudini \"pericolose\" (suzione prolungata del succhiotto e/o del dito) e di conservare il più a lungo possibile i denti decidui, anche se spesso, pure loro, crescono malposti.\\par\r\nAl di là del danno, estetico, che non va tuttavia trascurato, le maloccl\r\nusioni possono essere causa di:\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\li135\\fi-135\\ATXbrdr0 - aumento di lesioni parodontali e di carie, dovute a un carico masticatorio \"errato\" e all'abbondante \"placca batterica\" che si forma tra i denti malposti, difficili da pulire;\r\n\\par\r\n- \"sindrome algico-disfunzionale\" a carico dell'articolazione temporo-mandibolare, con dolori alla masticazione e crisi di \\cf17 \\ATXht80000 cefalea\\cf16 \\ATXht0 ;\\par\r\n- otiti, otalgie o vertigini, causate dal dislocamento del \\cf17 \\ATXht80000 condilo\\cf16 \\ATXht0 della mandibola verso la \\cf17 \\ATXht9465 regione auricolare\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\li0\\fi0\\ATXbrdr0 Le malocclusioni non vanno mai trascurate; il tempo più opportuno per intervenire con la terapia di correzione è \"soggettivo\r\n\" e va deciso dal medico curante di volta in volta in base al tipo e alla gravità della forma.\\par\r\nPortare il bambino dal dentista fin dall'età di 3 o 4 anni non è mai inutile né una perdita di tempo. Un costante controllo periodico (ogni 6-12 mesi) per\r\nmette di scoprire una carie incipiente e di curarla senza troppo dolore, oppure di individuare una malocclusione; inoltre, e non è poco, serve ad abituare il bambino alla poltrona del dentista, togliendogli ogni paura.\\par\r\nNon bisogna, infatti, dimentic\r\nare che la prevenzione e la cura della carie e la correzione delle malocclusioni sono una premessa importantissima per conservare nelle condizioni migliori, e il più a lungo possibile, i denti permanenti.\\par",
"ID": 271,
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"Dida_Foto": "Le malocclusione.\r\nUn importante controllo medico nel bambino è quello ortodontico, che evidenzia le malocclusioni, cioè l'alterazione dei normali rapporti di combaciamento delle due arcate dentarie all'atto della chiusura della bocca che comporta danni di carattere estetico e funzionale. In 1) è schematizzata una normocclusione quando la cuspide mesiovestibolare del primo molare superiore ingrana il solco intercuspidale del molare dell'arcata inferiore. Sulla base delle variazioni di questo rapporto si distinguono diverse classi di malocclusioni: due distocclusioni (2 e 3) e una mesiocclusione (4).\r\n#",
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"Vedi_Anche": "ANOMALIE DI POSIZIONE DEI DENTI 21759#"
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"Titolo": "ACCRESCIMENTO E SVILUPPO DEL BAMBINO",
"Codice": "MEB014",
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"Dida_Foto": "Tabelle auxologiche per maschi.\r\n#Tabelle auxologiche per femmine.\r\n#",
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"Titolo": "PESO",
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"Titolo": "STATURA",
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"Titolo": "RAPPORTO PESO E STATURA",
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"Titolo": "DISTURBI DELL'ACCRESCIMENTO",
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"Dida_Foto": "Alterazioni dell'accrescimento in statura.\r\nConfronto tra un bambino di otto anni normalmente sviluppato (al centro), uno con iposviluppo disarmonico con predominanza del tronco (a sinistra) e uno con iposviluppo con predominanza degli arti inferiori (a destra).\r\n#",
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"Titolo": "NANISMO",
"Codice": "MEB015A",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx1290\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 NANISMO\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Tutti sappiamo come sia un nano: una persona molto piccola, ma ciò non basta e, per essere un po' più precisi\r\n nel definirlo, potremmo abbozzare una descrizione dicendo se il suo corpo, pur essendo piccolo, è ben proporzionato e aggraziato, oppure se è goffo e mal fatto. Le caratteristiche morfologiche, infatti, sono spesso strettamente dipendenti dalle cause ch\r\ne hanno determinato il nanismo. Per un accrescimento normale è indispensabile che le ossa si allunghino, che tutti gli organi, il \\cf17 \\ATXht80000 cervello\\cf16 \\ATXht0 e le ghiandole endocrine funzionino in modo armonico, può bastare un difetto a live\r\nllo di uno qualsiasi di questi elementi, perché la crescita corporea si arresti o proceda in modo disordinato. Prendiamo ora in esame alcuni esempi.\\par\r\n\\pard\\tx420\\tx450\\tx4935\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 NANISMO D'ORIGINE OSSEA: L'ACONDROPLASIA.\r\n\\par\r\nTipici acondroplasici sono i nani del circo equestre: essi hanno un aspetto caratteristico, con la testa piuttosto grossa, il naso largo e appiattito alla radice, il collo corto piantato su un tronco normalmente sviluppato in altezza e che contrasta\r\n fortemente con le braccia e le gambe cortissime e tozze. Già nel neonato è possibile riconoscere quest'anomalia, poiché balza facilmente all'occhio la sproporzione tra la testa enorme, il corpo più o meno normale e gli arti corti, che diventerà sempre p\r\niù evidente in seguito. La \\cf17 \\ATXht80000 radiografia\\cf16 \\ATXht0 dello scheletro mostra le ossa lunghe spesse e massicce alle cui estremità però manca quasi completamente la porzione cartilaginea, a carico della quale l'osso si sviluppa in lunghezz\r\na. E', questo l'unico difetto dei piccoli acondroplasici; essi, infatti, si svilupperanno e cresceranno normalmente in tutto il corpo, fuorché nelle gambe e nelle braccia, che rimarranno molto corte, conservando, rispetto al tronco, le stesse proporzioni\r\n che avevano alla nascita. I nani acondroplasici mettono i denti, imparano a camminare e a parlare al momento giusto; alla pubertà hanno uno sviluppo sessuale regolare e quando entrano nella vita sociale, l'intelligenza vivace e brillante spesso li aiuta\r\n a superare le difficoltà di un'esistenza tra individui \"normali\". \\par\r\nL'origine dell'acondroplasia non è conosciuta; si tratta probabilmente di una malattia ereditaria a trasmissione autosomica dominante, anche se l'80% dei casi sono sporadici. La ter\r\napia è in pratica inesistente; la correzione precoce delle deformità e l'allungamento degli arti, attualmente reso possibile dall'applicazione di sofisticate tecniche ortopediche, consente un buon miglioramento delle funzioni motorie e dell'aspetto estet\r\nico.\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 NANISMI D'ORIGINE VISCERALE.\\par\r\nAlcune lesioni di organo spesso si accompagnano ad un grave deficit dello sviluppo corporeo. L'esempio forse più frequente è il nanismo renale, che si manifesta prec\r\nocemente con gravi ritardi dell'aumento sia del peso sia della statura in bambini portatori di gravi malformazioni del \\cf17 \\ATXht80000 rene\\cf16 \\ATXht0 o delle vie urinarie. Contrariamente agli acondroplasici questi soggetti sono spesso sofferenti, s\r\ntanno seduti e camminano in ritardo, diventano facilmente rachitici e portano i segni di un deficiente sviluppo degli organi genitali. Il corpo, pur essendo \"piccolo\", è ben proporzionato e l'intelligenza è normale.\\par\r\nCaratteristiche analoghe hanno il\r\n nanismo cardiaco, dovuto a gravi forme di cardiopatie congenite e il meno frequente nanismo epatico, conseguente a forme di \\cf17 \\ATXht80000 cirrosi\\cf16 \\ATXht0 del \\cf17 \\ATXht80000 fegato\\cf16 \\ATXht0 , peraltro molto rara nell'età infantile.\\par\r\n\r\nAnche nel \\cf17 \\ATXht9844 morbo celiaco\\cf16 \\ATXht0 e nella fibrosi cistica del \\cf17 \\ATXht80000 pancreas\\cf16 \\ATXht0 che comportano malassorbimento dei principi nutritivi e aumentata suscettibilità alle infezioni, s\r\noprattutto a causa dell'inadeguato apporto alimentare, i bambini hanno una crescita lenta e stentata.\\par\r\nNella celiachia, spesso è proprio l'\"ipostaturalità\" a portare il bambino dal medico. Una buona \\cf17 \\ATXht80000 profilassi\\cf16 \\ATXht0 contro l\r\ne infezioni ma soprattutto una corretta terapia dietetica, migliorando le condizioni nutritive, consentono di ottenere una buona ripresa dell'accrescimento corporeo.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 NANISMI ENDOCRINI.\\par\r\nL'organismo cresce non solo perché le ossa\r\n si allungano, ma soprattutto perché le sue cellule, aumentando di numero, formano sempre nuovo tessuto, ossia forniscono continuamente la materia prima con la quale i vari organi e apparati possono plasmare la propria struttura.\\par\r\nAlla base del fenom\r\neno \"accrescimento\" sta la sintesi delle \\cf17 \\ATXht80000 proteine\\cf16 \\ATXht0 , una fase molto importante del \\cf17 \\ATXht80000 metabolismo\\cf16 \\ATXht0 , che si compie nei laboratori chimici intracellulari: tali proteine, infatti, sono utilizzate dal\r\nle cellule come materiale plastico e la loro funzione è paragonabile a quella dei mattoni nella costruzione di una casa. Col concorso delle condizioni ambientali e di quelle alimentari, in particolare, l'ormone dell'accrescimento \"sornatotropo\" o GH (Gro\r\nwth Hormone), che è secreto dall'\\cf17 \\ATXht80000 ipofisi\\cf16 \\ATXht0 , e gli ormoni \\cf17 \\ATXht80000 androgeni\\cf16 \\ATXht0 , secreti dalla porzione corticale delle surrenali e dalle gonadi, sono i più potenti stimolatori della sintesi proteica e di \r\nconseguenza dell'accrescimento e dello sviluppo corporeo. L'ormone \\cf17 \\ATXht80000 somatotropo\\cf16 \\ATXht0 incomincia ad agire dal sesto mese di vita, esercitando la sua influenza sullo sviluppo di tutte le cellule, sui processi di sintesi proteica, \r\ne in modo particolarmente evidente sulle ossa, dove stimola la proliferazione delle cartilagini di accrescimento, mentre interviene poco sulla loro maturazione, cioè sulla \\cf17 \\ATXht80000 ossificazione\\cf16 \\ATXht0 definitiva, che viene a coincidere c\r\non l'arresto definitivo della crescita. Effetto quest'ultimo esercitato invece dagli ormoni androgeni, i quali non solo influenzano l'accrescimento del corpo in lunghezza, ma stimolano soprattutto lo sviluppo dello scheletro e della muscolatura. Naturalm\r\nente, perché la crescita si compia in modo ottimale, è necessario l'intervento anche di altri ormoni, quali l'\\cf17 \\ATXht80000 insulina\\cf16 \\ATXht0 , il \\cf17 \\ATXht80000 glucagone\\cf16 \\ATXht0 , l'ormone tiroideo, il secreto delle ghiandole \\cf17 \\ATXht80000 paratiroidi\\cf16 \\ATXht0 , che agiscono indirettamente migliorando il compimento dei processi di crescita.\\par\r\nQuando, in seguito a malformazioni, a traumi subiti dal bambino durante un \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 difficile oppure per la\r\n presenza di un tumore, l'ipofisi è lesa, la sua funzione endocrina rimane alterata e pertanto l'ormone somatotropo può essere secreto in quantità non sufficiente; caso tipico di questa deficienza ormonale è il nanismo ipofisario. Il disturbo si rende ev\r\nidente fin dai primi anni, con un precoce rallentamento della crescita staturale che a poco a poco si arresta. I bambini affetti da questa forma di insufficienza ipofisaria rimangono più piccoli dei loro coetanei, le loro ossa, infatti, pur essendo perfe\r\ntte, non si allungano, poiché manca loro lo stimolo ormonale. La \\cf17 \\ATXht80000 deambulazione\\cf16 \\ATXht0 e la \\cf17 \\ATXht80000 dentizione\\cf16 \\ATXht0 sono ritardate, il corpo si sviluppa lentamente, conservando sempre un aspetto infantile, ma be\r\nn proporzionato nelle sue varie parti, tanto che si parla anche di nanismo armonico. Con l'avvicinarsi della pubertà non compaiono i tipici segni che indicano l'avvento della maturità sessuale e nell'età adulta i caratteri sessuali secondari e le gonadi \r\nconserveranno le stesse caratteristiche dell'età infantile. I nani ipofisari saranno bambini e poi adulti in miniatura: il volto piccolo, la pelle delicata e sottile, quasi completamente priva di peli, la bassa statura li fanno sembrare eternamente giova\r\nni. Con l'anomalia costituzionale contrasta l'intelligenza che si sviluppa normalmente, rendendo spesso difficile l'adattamento e l'inserimento nella vita sociale.\\par\r\nAlla nascita questi soggetti hanno peso e lunghezza normali, ma già al termine del pr\r\nimo anno il ritardo staturale si rende evidente e la curva di crescita tende a portarsi sempre più al disotto del terzo percentile; negli anni successivi l'incremento staturale si mantiene al disotto dei 4 cm (normale: 5 o più cm/ anno).\\par\r\nLa diagnosi\r\n si pone dimostrando con vari test di stimolazioni farmacologici (test con \\cf17 \\ATXht80000 ipoglicemia\\cf16 \\ATXht0 da insulina oppure test da carico di arginina) o fisiologici (Sleep-test dosaggio del fisiologico aumento del GH durante il sonno) l'en\r\ntità dell'incremento di concentrazione di GH nel \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 . Aumenti inferiori a 5 mg/ ml, ottenuti in 2 test, depongono per un deficit totale dell'ormone ipofisario.\\par\r\nLa terapia del nanismo ipofisario è di tipo \"sostituti\r\nvo\": si basa sulla somministrazione, iniziata il più precocemente possibile, di dosi settimanali di GH, ora non più estratto da ipofisi umane, ma prodotto in laboratorio con la sofisticata tecnica del DNA ricombinante. Nei casi ben trattati e con una buo\r\nna risposta alla terapia si raggiunge una statura definitiva molto vicina alla media normale.\\par\r\nEsistono condizioni rare, come per esempio il nanismo di Laron (ereditario, autosomico recessivo) in cui il GH, normalmente secreto dall'ipofisi, non è uti\r\nlizzato dalle cellule produttrici di \\cf17 \\ATXht80000 somatomedine\\cf16 \\ATXht0 ; in questo caso la terapia sostitutiva con GH non ha alcuna efficacia nella correzione dell'ipostaturalità. Tra i nanismi endocrini sono anche comprese le deficienze statur\r\nali degli ipotiroidei e quelle associate alla pubertà precoce. Sia nei maschi sia nelle femmine, per vari motivi, la pubertà può venire assai prima degli otto o dieci anni, manifestandosi come di norma con la comparsa dei caratteri sessuali secondari, la\r\n maturità funzionale delle gonadi e un forte impulso allo sviluppo staturale, sennonché, terminata la fase della pubertà, le cartilagini di coniugazione si saldano, di conseguenza le ossa non crescono più e il bambino rimane piccolo di statura.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 NANISMO ESSENZIALE.\\par\r\nUn tipo particolare di nanismo è quello cosiddetto essenziale, proprio perché non se ne conosce la causa. Può essere precoce, per esempio, in un neonato che misura poco più di 20 centimetri, ma alcune volte si manifest\r\na inaspettatamente in bambini normali, che crescono regolarmente fino a uno o due anni e, senza alcun motivo, rallentano poi lo sviluppo finché la loro altezza si stabilizza intorno a un metro e quindici. Lo sviluppo muscolare e sessuale sono regolari, l\r\n'intelligenza è normalissima; fatta eccezione per la testa un poco grossa, il corpo è ben proporzionato.\\par\r\nPotranno sposarsi, e avere figli, che probabilmente saranno anch'essi nani, dal che si deduce che potrebbe forse trattarsi di un carattere eredi\r\ntario dovuto all'intervento di un fattore sconosciuto.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 NANISMO COSTITUZIONALE O BASSA STATURA \"FAMILIARE\".\\par\r\nRappresenta certamente la causa più frequente di ipostaturalità. Non si può considerare uno stato patologico, bensì l'es\r\npressione di una particolare costituzione genetica. I bambini, sempre figli di genitori piccoli di statura, sono alla nascita del tutto normali, crescono regolarmente, non presentano note dismorfiche né problemi di sviluppo intellettivo. La loro curva di\r\n crescita, pur avendo una progressione regolare, rimane, però costantemente a livelli bassi e non si discosta mai molto da quella corrispondente al terzo percentile.\\par\r\nI test di stimolazione all'increzione di GH, e la valutazione dell'età scheletrica \r\nsono nell'ambito della norma, osservando i genitori si nota quasi sempre che sono di statura medio-bassa. Nel corso della vita i bambini non hanno particolari problemi di salute, lo sviluppo psicomotorio e intellettivo avvengono regolarmente; solo coloro\r\n che non si accettano \"piccoli\", possono talvolta avere, non indifferenti problemi di tipo psicologico.\\par\r\nI tentativi di terapia con steroidi \\cf17 \\ATXht80000 anabolizzanti\\cf16 \\ATXht0 e/o ormone della crescita non hanno dato risultati brillanti, i\r\nnizialmente, infatti, si può avere un incremento staturale, che, però, in breve tempo si esaurisce lasciando questi soggetti con una statura definitiva in ogni caso bassa. L'uso degli steroidi comporta inoltre, come effetti collaterali, un incremento del\r\nle masse muscolari e la comparsa di eccessiva pelosità, poco desiderabile soprattutto nelle femmine.\\par",
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In tali c\r\nasi parlare di gigantismo spesso non è del tutto esatto, poiché da un punto di vista medico esso indica un notevolissimo eccesso di crescita, che porta a raggiungere nell'età adulta una statura di 2 metri o più. Relativamente più frequenti sono, invece, \r\nle forme cosiddette di macrosomia, termine che letteralmente significa \"grosso corpo\" e che è usato per quei soggetti la cui statura, nell'età della crescita, si mantiene superiore del 20% circa rispetto alla media normale dei coetanei e nell'età adulta \r\nsi stabilizza intorno a 1 metro e 90 centimetri. Per esempio si considera macrosomico un bambino che a sei anni misura 132 centimetri anziché 110 o poco più.\\par\r\nSpesso, nonostante questa definizione, l'essere alti 1 metro e 90 centimetri a vent'anni no\r\nn costituisce per niente una situazione patologica e, allo stesso modo, i bambini che crescono molto velocemente possono godere di un'ottima salute anche se il loro sviluppo corporeo si allontana dagli schemi considerati statisticamente normali. Un tipic\r\no caso in cui l'eccesso di statura fa parte del corredo genetico di un individuo, senza che per questo sussista una situazione patologica, è rappresentato dall'alta statura familiare (convinzione opposta alla bassa statura familiare). Si tratta quasi sem\r\npre di figli di genitori piuttosto alti, i quali già alla nascita appaiono più lunghi rispetto alla media dei neonati (considerata intorno ai 50 centimetri), e che nell'età infantile e nell'adolescenza supereranno sempre in altezza i loro coetanei, cresc\r\nendo di più e più in fretta, ma in modo sempre armonico e ben proporzionato, la loro curva di crescita si mantiene costantemente parallela alla linea del 90-95 centile. In questi casi, accertato il perfetto stato di salute del bambino, non dovrebbe esser\r\nci nessuna preoccupazione, ma a volte, soprattutto nelle bambine sorge qualche problema di tipo estetico, che può indurre ad intraprendere una terapia con \\cf17 \\ATXht80000 estrogeni\\cf16 \\ATXht0 , ad alte dosi, per accelerare al massimo la funzione dell\r\ne \\cf17 \\ATXht80000 epifisi\\cf16 \\ATXht0 e bloccare l'allungamento degli arti. I pesanti effetti collaterali: \\cf17 \\ATXht80000 ipertensione\\cf16 \\ATXht0 , irregolarità dei cicli mestruali, \\cf17 \\ATXht80000 obesità\\cf16 \\ATXht0 , sconsigliano però l'im\r\npiego di questa terapia.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 MACROSOMIA DA ECCESSIVA ALIMENTAZIONE.\\par\r\nEffetto invece di un eccessivo apporto alimentare può essere un altro tipo di macrosomia, che spesso si trova associata ad un grado più o meno cospicuo d'obesità; \r\nin questo caso forse non è del tutto corretto parlare di macrosomia, perché lo sviluppo staturale non si allontana molto dalla normalità, mentre vi è una notevole eccedenza in peso che è la conseguenza inevitabile di un'alimentazione troppo abbondante, l\r\na cui causa è spesso una malattia endocrina o sistemica, oppure un disturbo psichico.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 GIGANTISMO IPOFISARIO.\\par\r\nSia la macrosomia familiare sia quella da eccessiva alimentazione potrebbero stare al confine tra fisiologia e patolog\r\nia; esistono però forme in cui, l'esagerato sviluppo staturale è un segno nettamente patologico, e quasi sempre esprime l'esistenza di disfunzioni ghiandolari endocrine. Di queste l'esempio più classico è il gigantismo ipofisario, fortunatamente abbastan\r\nza raro, legato alla presenza di tumori (adenomi) dell'\\cf17 \\ATXht80000 ipofisi\\cf16 \\ATXht0 , la quale produce un'eccessiva quantità d'ormone \\cf17 \\ATXht80000 somatotropo\\cf16 \\ATXht0 (GH), che esercita a livello dei tessuti la sua fisiologica azione\r\n di stimolo sull'accrescimento corporeo.\\par\r\nI sintomi si manifestano raramente nell'infanzia; di solito i primi segni compaiono prima della pubertà con uno sviluppo staturale esuberante e ben proporzionato, almeno agli inizi; nell'età adulta, infatti, \r\nquesti soggetti assumeranno una fisionomia particolare, caratterizzata soprattutto dai tratti del volto molto grossolani oltre che, ovviamente, da una corporatura gigantesca.\\par\r\nLo sviluppo ormonale è regolare, non vi sono segni di squilibrio psichico \r\ne l'intelligenza non è diminuita; un profondo stato d'\\cf17 \\ATXht80000 astenia\\cf16 \\ATXht0 , che presto subentra al vigore e alla forza muscolare dei primi tempi di malattia, contrasta con le apparenti condizioni di pieno benessere.\\par\r\nNel trattament\r\no del gigantismo ipofisario esistono tre possibilità: la terapia chirurgica, con la quale insieme al tumore è asportata l'intera ipofisi e ha quindi lo svantaggio di procurare al soggetto una totale insufficienza ipofisaria; il trattamento con radiazioni\r\n Roentgen, che è più usato perché permette di distruggere il tumore lasciando intatta la parte d'ipofisi sana; infine la terapia medica, meno utilizzata, che comporta la somministrazione d'\\cf17 \\ATXht94666 ormoni sessuali\\cf16 \\ATXht0 , maschili e femmi\r\nnili che, accelerando l'\\cf17 \\ATXht80000 ossificazione\\cf16 \\ATXht0 delle cartilagini di coniugazione, ostacolano l'azione dell'ormone somatotropo.\\par\r\nLa guarigione, però, non è mai garantita, poiché abbastanza spesso si associano deficienze funziona\r\nli anche d'altre ghiandole.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINDROME ADRENOGENITALE.\\par\r\nUna patologia relativamente frequente (1 caso ogni 9.000 nati) che comporta \"iperstaturalità\" nel bambino è la sindrome adrenogenitale (SAG) dovuta ad \\cf17 \\ATXht80000 iperp\r\nlasia\\cf16 \\ATXht0 delle ghiandole surrenali, già presente alla nascita. E' causata dal deficit congenito (trasmesso come carattere ereditario recessivo), di uno degli enzimi che intervengono nelle fasi di trasformazione del \\cf17 \\ATXht80000 colesterol\r\no\\cf16 \\ATXht0 in ormoni steroidei (\\cf17 \\ATXht80000 cortisolo\\cf16 \\ATXht0 ecc.).\\par\r\nQuesti processi metabolici si svolgono nelle ghiandole surrenali, che producono anche ormoni \\cf17 \\ATXht80000 androgeni\\cf16 \\ATXht0 , responsabili dello sviluppo\r\n dei caratteri sessuali maschili e \\cf17 \\ATXht80000 aldosterone\\cf16 \\ATXht0 che, a livello renale, stimola il riassorbimento del \\cf17 \\ATXht80000 sodio\\cf16 \\ATXht0 e dell'acqua, evitandone un'eccessiva perdita pericolosa.\\par\r\nLa presenza in circol\r\no di una bassa quantità di cortisolo, per un meccanismo detto di feed-back (regolazione retrograda), stimola l'ipofisi a produrre una quantità eccessiva di \\cf17 \\ATXht80000 ACTH\\cf16 \\ATXht0 (Adreno Cortico Tropic Hormone), cui consegue una reazione ip\r\nerplastica delle ghiandole surrenali (eccessivamente stimolate), con produzione d'androgeni in quantità elevata.\\par\r\nLa malattia colpisce indifferentemente sia i maschi sia le femmine. L'eccessiva produzione di androgeni, già presente nella vita fetale,\r\n porta alla nascita di bambine con genitali \"ambigui\", per la notevole \\cf17 \\ATXht80000 ipertrofia\\cf16 \\ATXht0 del \\cf17 \\ATXht80000 clitoride\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nNel maschio, normale da neonato, la malattia si evidenzia più tardi (dopo i 2 o 3 anni) \r\ncon un rapido accrescimento pondero-staturale e la comparsa di peluria pubica e sviluppo abnorme del pene. In entrambi i sessi l'eccessiva increzione di androgeni porta alla comparsa di \"pseudopubertà precoce\" (prima dei 7 anni) che sarà isosessuale nei \r\nmaschi, ma eterosessuale, con sviluppo pilifero e ingrossamento (simil-penieno) del clitoride, nelle femmine. A causa del concomitante, notevole, incremento della sintesi proteica viene a essere notevolmente stimolato lo sviluppo dello scheletro e delle \r\nmasse muscolari.\\par\r\nLo sviluppo dello scheletro comporta un notevole incremento della crescita nei primi anni di vita (iperstaturalità e macrosomia relative); in seguito però la precoce saldatura delle ossa, sincrona con la pubertà precoce, ha come con\r\nseguenza il blocco della crescita, cosicché la statura definitiva risulterà inferiore alla media normale. Si dice infatti che la SAG porta ad avere bambini giganti, ma adulti nani.\\par\r\nNei casi in cui anche l'increzione di aldosterone è alterata, la SAG\r\n si rivela nel neonato col quadro clinico dell'eccessiva \"perdita salina\": \\cf17 \\ATXht80000 anoressia\\cf16 \\ATXht0 , vomito, diarrea, perdita di peso e disidratazione grave, fino al collasso del circolo periferico.\\par\r\nLa diagnosi di sindrome adrenogen\r\nitale, è fatta in base alla determinazione dei metaboliti intermedi del cortisolo (in particolare del 170H-\\cf17 \\ATXht80000 progesterone\\cf16 \\ATXht0 ), presenti nel \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 in concentrazioni elevate e alla determinazione \r\ndelle concentrazioni elettrolitiche.\\par\r\nLa terapia consiste nel somministrare \\cf17 \\ATXht80000 corticosteroidi\\cf16 \\ATXht0 in dosi sufficienti a \"frenare\" l'iperproduzione di ACTH da parte dell'ipofisi; nei casi con \"perdita salina\" è necessario agg\r\niungere glicorticoidi per mantenere un adeguato equilibrio idro-elettrolitico.\\par\r\nLa terapia ben condotta consente al bambino di avere una crescita regolare e un normale sviluppo puberale.\\par\r\nLe bambine con segni di virilizzazione dei genitali estern\r\ni, già molto evidenti alla nascita, possono ricorrere a un intervento di chirurgia plastica correttiva, che andrebbe eseguito molto precocemente, entro i 2 anni.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINDROME DI MARFAN (0 ARACNODATTILIA).\\par\r\nSi tratta di una forma di \r\ngigantismo particolare, poco frequente (1 su 60.000) e di origine non endocrina ma congenita, trasmessa come carattere autosomico dominante. Si può diagnosticare intorno ai 2 anni, ma si evidenzia soprattutto in età successiva col definirsi del tipico as\r\npetto che la caratterizza: la lunghezza e la sottigliezza degli arti e delle dita (aracnodattilia: dita di ragno); anche il \\cf17 \\ATXht80000 tronco\\cf16 \\ATXht0 appare esile e sottile, col \\cf17 \\ATXht80000 torace\\cf16 \\ATXht0 \"a imbuto\". La muscolatu\r\nra è ipotonica e le articolazioni sono particolarmente lasse e iperestensibili. All'esame ecocardiografico è frequente il reperto di \\cf17 \\ATXht80000 prolasso\\cf16 \\ATXht0 della \\cf17 \\ATXht93384 valvola mitrale\\cf16 \\ATXht0 . Lo sviluppo intellettivo \r\nè sempre normale.\\par\r\nLa terapia si basa essenzialmente su di una buona e costante fisioterapia; non è mai consigliabile tentare di bloccare la crescita somministrando ormoni estrogeni ad alte dosi.\\par\r\nL'iter diagnostico per le forme di iperstaturalit\r\nà ricalca, nella metodologia, quello visto per la bassa statura; è sempre molto importante, in ogni caso, fare il possibile per rilevare e/o escludere la presenza di patologie organiche, da cui frequentemente esse derivano.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 MACROSOM\r\nIE TRANSITORIE.\\par\r\nSempre di origine endocrina sono le macrosomie cosiddette transitorie, poiché in realtà i soggetti al termine della fase di crescita hanno una statura definitiva inferiore alla norma.\\par\r\nCiò si verifica, per esempio, nei casi di pu\r\nbertà e pseudopubertà precoce e nelle forme di \\cf17 \\ATXht80000 ipertiroidismo\\cf16 \\ATXht0 in cui però prevalgono la magrezza e altri tipici segni funzionali.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 GIGANTISMI PARZIALI.\\par\r\nNé la macrosomia né il gigantismo sono di fr\r\nequente osservazione nell'età infantile, più spesso invece si possono avere dei \"gigantismi parziali\" che in realtà sono ipertrofie limitate a un braccio, a una gamba, a una metà del volto o anche a un'intera metà del corpo. Si tratta in genere d'anomali\r\ne congenite difficilmente correggibili con interventi o farmaci; la causa però può essere un ostacolo lungo il circolo venoso o \\cf17 \\ATXht80000 linfatico\\cf16 \\ATXht0 , e allora un intervento chirurgico può normalizzare le proporzioni.\\par",
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"Dida_Foto": "Macrosomia.\r\nL'accrescimento oltre la norma, tipico del gigantismo, dovuto a un eccesso di GH, è comunque armonico, accompagnato dalle alterazioni tipiche dell'acromegalia: prognatismo, bozze frontali prominenti, mani e piedi grandi.\r\n#",
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"Vedi_Anche": "GIGANTISMO E ACROMEGALIA 21686#"
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"Titolo": "BAMBINO MAGRO",
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L'avvento dei latti formulati e di molti alimenti elaborati dell'industria, il miglioramento delle condizioni igieniche, la ridotta incidenza di molte malattie gravi, una maggiore \"coscienza sanitaria\" hanno contribuito a rendere sempre \r\nmeno frequenti i casi di malnutrizione o di vera denutrizione.\\par\r\nNonostante ciò, la possibilità di vedere bambini che crescono poco e a stento perché nutriti male, rimane d'attualità, poiché sono ancora purtroppo attuali le malattie croniche molto deb\r\nilitanti e soprattutto sono ancora troppo comuni i casi in cui l'apporto calorico è insufficiente sia per una dieta quantitativamente e qualitativamente sbagliata, sia per cattive abitudini alimentari di cui i genitori sono in buona parte responsabili. N\r\nel lattante il segno più evidente di \"disturbo della nutrizione\" è dato dall'arresto e quindi dalla diminuzione della curva ponderale, dovuto spesso a scarsa assunzione di cibo. Nel bambino allattato al \\cf17 \\ATXht80000 seno\\cf16 \\ATXht0 , in condizioni\r\n d'\\cf17 \\ATXht80000 ipogalattia\\cf16 \\ATXht0 , si crea una sorta di \"errata comunicazione\" con la madre, vale a dire: il piccolo riceve poco latte materno, ma si accontenta e non \"protesta\", dal canto suo, la madre nutrice (poco accorta o poco esperta) \r\nnon si rende conto di \"produrre\" una quantità di latte insufficiente; così la situazione d'ipoalimentazione può protrarsi per giorni fino a che il controllo periodico del peso o l'apparire nel bambino dei primi segni di dimagramento (pelle floscia, pallo\r\nre, apatia) rivelano che le cose non stanno andando troppo bene.\\par\r\nAltre volte il lattante ha una crescita stentata perché il latte formulato non è preparato in modo corretto, oppure a causa di un'\\cf17 \\ATXht80000 intolleranza\\cf16 \\ATXht0 alimentar\r\ne che impedisce una completa utilizzazione dei principi nutritivi.\\par\r\nAttualmente l'abitudine ai controlli pediatrici periodici e l'attenzione che tutti pongono ai bambini consentono di individuare precocemente i disturbi della nutrizione, e quindi di \r\nporvi rimedio prima che compaiono i segni di sofferenza organica che nelle forme gravi si accompagnano costantemente all'arresto e/o al calo ponderale.\\par\r\nSuperata l'età del lattante, la scarsa disponibilità di cibo non è più un problema, possono invec\r\ne intervenire a rallentare la crescita altre situazioni patologiche quali forme di malassorbimento intestinale (intolleranze alimentari, fibrosi cistica, enteropatie croniche ecc.), vomito frequente (reflusso gastro-esofag\r\neo, gastriti ecc.), malattie renali (\\cf17 \\ATXht80000 nefropatia\\cf16 \\ATXht0 tubulare con \\cf17 \\ATXht80000 acidosi\\cf16 \\ATXht0 metabolica e rifiuto totale del cibo), cardiopatie congenite gravi e, soprattutto nel bambino piccolo, le infezioni enter\r\niche e/o generalizzate ricorrenti.\\par\r\nNel corso d'infezioni, infatti, la febbre comporta maggior consumo di calorie, riduzione dell'appetito (quindi minor apporto di cibo), ridotta utilizzazione degli alimenti (quindi spesso diarrea) conseguente ad una\r\n riduzione dell'attività dei fermenti digestivi legata al processo infettivo, si viene così a creare un circolo vizioso tra infezione e ipoalimentazione che porta al dimagramento.\\par\r\nE' possibile, suddividere i bambini magri in due grandi categorie: la\r\n prima, più numerosa, comprende i soggetti costituzionalmente minuti, la seconda i bambini in cui la magrezza è la conseguenza di un regime dietetico insufficiente o squilibrato oppure di una malattia.\\par\r\nI bambini che appartengono alla prima categoria\r\n sono piuttosto piccoli già alla nascita, hanno una struttura scheletrica tendenzialmente sviluppata in altezza e relativamente sottile, con una muscolatura tonica e vigorosa, ma con grasso sottocutaneo estremamente scarso. Crescendo si dimostrano dinami\r\nci, irrequieti, non stanno fermi un momento, corrono e saltano tutto il giorno senza mai dare segni di stanchezza; sono sempre tanto affaccendati e concentrati nei giochi o nello sport che li appassiona, da non aver nemmeno il tempo per mangiare. Non son\r\no golosi, non sono attirati da nessun cibo in modo particolare, si saziano molto in fretta, dormono abbastanza poco, tuttavia godono di un'ottima salute. Questa magrezza non si può considerare patologica e molte volte basta mettere il bambino a confronto\r\n coi genitori, sani e altrettanto magri, per avere una prova che quasi certamente si tratta di una caratteristica costituzionale, familiare. Ben si comprende come ogni farmaco, ricostituente o stimolante dell'appetito sia, in simili casi, non solo ineffi\r\ncace, ma del tutto inutile. E' possibile invece ottenere qualche buon risultato cercando di abituare il bambino a poco a poco, senza costrizioni o castighi (che sarebbero solo controproducenti) ad una vita un po' più \"tranquilla\", fornendogli al tempo st\r\nesso un'alimentazione ricca di cibi energetici, ad elevato potere calorico. Limitando un poco il consumo di calorie, una parte delle sostanze alimentari può essere utilizzata dall'organismo a scopo plastico e per reintegrare le riserve di grasso.\\par\r\nAl\r\nla seconda categoria appartengono bambini realmente gracili, che ad uno scarso \\cf17 \\ATXht80000 pannicolo adiposo\\cf16 \\ATXht0 sottocutaneo e ad un'ossatura minuta uniscono una muscolatura debole; hanno il \\cf17 \\ATXht80000 torace\\cf16 \\ATXht0 stretto\r\n e allungato, le spalle un po' curve, il viso affilato e pallido con un aspetto quasi sofferente; anche quando giocano non mostrano vivacità e si stancano facilmente. Escludendo ogni eventuale dimagramento conseguente a malattia o a disturbi digestivi ad\r\n andamento cronico, quali per esempio le diarree persistenti e, in casi senz'altro più rari, la fibrosi cistica del \\cf17 \\ATXht80000 pancreas\\cf16 \\ATXht0 o il \\cf17 \\ATXht9844 morbo celiaco\\cf16 \\ATXht0 , in cui il bambino, pur ricevendo alimenti adat\r\nti non li può assorbire e di conseguenza utilizzare in modo completo, si può molte volte trovare la ragione primitiva della magrezza nel tipo di dieta o anche nell'ambiente in cui il bambino vive. Il dimagramento eccessivo, infatti, non di rado trova la \r\nsua spiegazione in un'alimentazione insufficiente, conseguenza di uno stato sociale disagiato oppure di cattive abitudini dietetiche.\\par\r\nIn quest'ultimo caso può accadere che per soddisfare i propri gusti, il bambino mangi, per esempio, moltissimi dolc\r\ni o farinacei (Zuccheri), trascurando quasi completamente la carne (proteine e grassi) o viceversa. Quest'abitudine naturalmente è molto dannosa, poiché, una dieta per essere sufficiente, deve essere varia e soprattutto equilibrata nei suoi costituenti e\r\nssenziali, cioè zuccheri, proteine e grassi. Sembrerebbe un paradosso, ma spesso conseguenza del mangiar poco o male è lo scarso appetito, legato forse ad una cattiva digestione, che crea inevitabilmente un circolo vizioso non del tutto facile da spezzar\r\ne. Tentare di porre rimedio a questa situazione, sovvertendo all'improvviso l'abituale regime alimentare del bambino e fornendo una dieta più congrua, dà quasi sempre scarsi risultati, sebbene in teoria sia quanto di più logico e corretto si possa fare. \r\nNon bisogna dimenticare, tuttavia, che in genere il bambino è inappetente, quindi non apprezza nuovi cibi, anche se \"migliori\" di quelli cui è da tempo abituato, e tentando di farglieli ingerire con la forza si corre il rischio di trasformare un'\\cf17 \\ATXht80000 anoressia\\cf16 \\ATXht0 (mancanza d'appetito) di tipo \"alimentare\" in un'anoressia \"nervosa\", ben più difficile da correggere. L'organismo stesso poi, già abbastanza debilitato per l'errata alimentazione, non è in grado di mettersi, da un momento\r\n all'altro, ad assimilare tutto il cibo in eccesso, che gli è fornito; anch'esso, come il gusto del bambino, ha bisogno di abituarsi e di adattarsi a poco a poco al nuovo tipo di dieta che è somministrata.\\par\r\nQuesti bambini vanno seguiti con pazienza e\r\n la miglior cosa sarebbe poter realizzare, o almeno iniziare, la cura ingrassante in una stazione climatica, di mare o di montagna, dove una vita più sana, all'aria aperta, oltre a rafforzare le scadenti condizioni dell'organismo, stimola l'appetito. L'a\r\nlimentazione dovrà fornire una quantità di calorie superiori a quelle consumate e per questo dovrà essere particolarmente ricca d'idrati di carbonio e di grassi. I dolci trovano un utile impiego e hanno il vantaggio in genere di essere particolarmente gr\r\naditi. Le minestre in brodo, con verdure, anche se prive di un elevato potere calorico, sono in grado di fornire una discreta quantità di sali minerali. Non può mancare la frutta sia fresca, come fonte di vitamine naturali, sia cotta, come fonte di sosta\r\nnze zuccherine e stimolo alla \\cf17 \\ATXht80000 peristalsi\\cf16 \\ATXht0 intestinale (movimenti del tubo intestinale che determinano il progredire del suo contenuto verso il \\cf17 \\ATXht80000 retto\\cf16 \\ATXht0 ). Molto importante è, in ogni caso, che i \r\ncibi siano ben cucinati, ben presentati e variati spesso, per stimolare e attirare la curiosità del bambino, il quale non deve mai sentirsi costretto a mangiare, e in secondo luogo che i pasti siano piccoli e frequenti, distribuiti con regolarità nel cor\r\nso della giornata, piuttosto che abbondantissimi, interminabili e difficilmente digeribili.\\par\r\nFare ingrassare un bambino magro è spesso molto più difficile che farne dimagrire uno obeso, tuttavia, se non esistono gravi ragioni di fondo, non è un'impre\r\nsa impossibile, poiché la maggior parte delle magrezze infantili sono legate a condizioni costituzionali o ad errori alimentari, e come tali raramente rappresentano seri problemi patologici. Contrariamente all'\\cf17 \\ATXht80000 obesità\\cf16 \\ATXht0 , inf\r\natti, la magrezza non presenta quasi mai inconvenienti.\\par",
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Tutto in realtà va molto bene fi\r\nnché, col procedere, si crea uno squilibrio tra apporto e consumo di calorie, e questo può avvenire soprattutto dopo i primi anni di vita, quando l'organismo incomincia a rallentare un poco il ritmo d'accrescimento e la quantità di calorie fornita con gl\r\ni alimenti è in eccedenza rispetto a quella utilizzata per i normali processi di crescita e per la sintesi di nuovi tessuti. Il bambino allora tende ad aumentare di peso per l'accumulo di \\cf17 \\ATXht987 tessuto adiposo\\cf16 \\ATXht0 sottocutaneo.\\par\r\nN\r\nel bambino, come del resto nell'adulto, ogni condizione d'eccesso ponderale va considerata in rapporto alle caratteristiche somatiche costituzionali, e in particolare alla statura.\\par\r\nSi definisce \"obeso\" un soggetto il cui peso superi del 20% il peso \r\nconsiderato ideale (vale a dire corrispondente al 50° centile) in rapporto alla statura e all'età; si parla invece di \"sovrappeso\" nei casi in cui l'eccedenza ponderale non supera il 15%.\\par\r\nL'entità dell'eccedenza ponderale si può quantificare in base\r\n alla formula:\\par\r\n\\pard\\tx420\\tx930\\tx1725\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\ATXul1024 peso reale - peso ideale\\ATXul0 x 100\\par\r\n peso ideale\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 in cui per peso reale si intende il peso \"misurato\" del bambino: per peso ideale il p\r\neso che egli dovrebbe avere in base all'età e all'altezza corrispondenti al 50'°centile della griglia auxologica.\\par\r\nPer esempio per un bambino di 8 anni alto 130 cm che pesa 37 kg anziché 30 kg (suo peso ideale in rapporto all'età e alla statura) si c\r\nalcola: 37 - 30 = 7, 7 : 30 = 23% d'eccedenza ponderale; si può quindi definire obeso.\\par\r\nNell'infanzia, soprattutto nell'età scolare e nell'adolescenza, l'eccesso ponderale è particolarmente frequente: si calcola infatti che oltre il 15% dei ragazzi r\r\nisulta obeso al controllo medico scolastico. Nella gran parte dei casi (90% circa) i bambini obesi rientrano nella categoria dell'\\cf17 \\ATXht80000 obesità\\cf16 \\ATXht0 cosiddetta \"essenziale o semplice\", poiché non legata ad un tipo particolare di mala\r\nttia, ma conseguente a fattori costituzionali, dietetici, di costume che interagiscono e/o si potenziano in modo estremamente variabile. I fattori genetico-costituzionali sono senza dubbio importanti: da genitori obesi nascono infatti bambini grossi, des\r\ntinati a crescere e a vivere in una famiglia in cui tutti sono abituati a mangiare molto e in cui l\"essere grasso\" è ben lungi dal costituire un problema, ma è semplicemente considerato una caratteristica di famiglia.\\par\r\nTuttavia, di là dell'impronta g\r\nenetica, ogni bambino diventa obeso soprattutto per due motivi: un apporto calorico eccessivo rispetto al suo fabbisogno e al normale consumo energetico, e una limitata attività fisica, che riduce il dispendio di calorie. Il grasso che via via va accumul\r\nandosi nel sottocute, deriva, infatti, in particolare da due tipi d'alimenti: gli zuccheri e i grassi, che sono assorbiti e utilizzati dall'organismo per produrre le calorie e l'energia indispensabili per la crescita e la sopravvivenza dei vari organi e \r\ntessuti. Se l'utilizzazione è completa, tra energia accumulata e \\cf17 \\ATXht80000 fabbisogno energetico\\cf16 \\ATXht0 vi è equilibrio, se però, sia per eccessi alimentari sia per riduzione di moto o per altri motivi l'organismo non utilizza tutte le sos\r\ntanze energetiche introdotte, esse sono accumulate sotto forma di grasso. Tale squilibrio del ricambio energetico è presente in tutte le forme d'obesità, anche in quelle che sono conseguenti a lesioni del \\cf17 \\ATXht93516 sistema nervoso\\cf16 \\ATXht0 , \r\na disfunzioni delle ghiandole endocrine (quali surrene, \\cf17 \\ATXht80000 tiroide\\cf16 \\ATXht0 , ovaie e testicoli), che sono fortunatamente rare (circa il 10%) e rientrano in quadri clinici complessi dovuti all'alterata f\r\nunzione ghiandolare o nervosa.\\par\r\nTralasciando per ora le forme particolari, veniamo ai tipi più comuni d'obesità nell'età infantile, legati sia ad un'ipernutrizione sia ad un tipo di vita troppo sedentaria. Nel primo caso, i maggiori responsabili sono\r\n spesso i genitori, secondo i quali il bambino non mangia mai abbastanza e di conseguenza, soprattutto quando non incontrano opposizione, lo rimpinzano d'ogni sorta di cibo: pane, cioccolata, dolci, biscotti, zucchero ecc. Altre volte invece sono i bambi\r\nni, eternamente affamati, a non avere altro pensiero che \"cercare cibo\": eludendo la sorveglianza dei genitori, mangiano in continuazione, perché hanno realmente fame oppure, perché secondo il parere d'alcuni psicologi, reagiscono \"mangiando\" a situazion\r\ni familiari o psicologiche difficili. Vi sono poi i \"sedentari per natura\": apatici, che evitano accuratamente ogni fatica, indifferenti ai giochi movimentati, per i quali, essendo ridotto il consumo calorico, anche una dieta normale può essere troppo ri\r\ncca e così tendono ad ingrassare, in pratica però è sempre difficile trovare un soggetto obeso che mangi poco. La condizione ideale sarebbe prevenire l'obesità; soprattutto nei soggetti predisposti, favorendo l'\\cf17 \\ATXht80000 allattamento\\cf16 \\ATXht0 al \\cf17 \\ATXht80000 seno\\cf16 \\ATXht0 , ritardando il \\cf17 \\ATXht80000 divezzamento\\cf16 \\ATXht0 e non abituando il bambino a mangiare cibi dolci; troppi e troppo calorici, ma soprattutto convincendo i genitori a non \"iperalimentare\" i figli con l'err\r\nata convinzione di offrire loro, attraverso il cibo, più assistenza e più amore.\\par\r\nIn condizioni ormai consolidate è molto importante che anzitutto i genitori siano convinti e prendano coscienza della \"necessità\" di far dimagrire il bambino, non tanto\r\n per motivi estetici, ma per concreti problemi di salute. Solo così riusciranno ad aiutarlo nel portare a buon esito la terapia basata essenzialmente sulla variazione delle abitudini alimentari, sulla riduzione dell'apporto di cibo e sull'aumento dell'at\r\ntività fisica. Volendo instaurare una dieta adeguata, non è consigliabile attenersi ad uno schema troppo rigido, ma è preferibile regolarsi in base alle variazioni del peso. E' inoltre indispensabile cercare di ottenere la collaborazione del bambino, evi\r\ntando di stimolare il suo istinto di ribellione con l'imposizione di \"regole\" alimentari troppo rigide.\\par\r\nFondamentale è ridurre i grassi, ma ancor più importante è limitare gli zuccheri; quindi pochi dolci, bevande non zuccherate, poco pane o pasta, \r\ned evitare alimenti molto calorici quali cibi fritti, pizzette, brioche, cioccolato, frutta secca. La dieta sarà soprattutto a base di \\cf17 \\ATXht80000 proteine\\cf16 \\ATXht0 (carne magra, pesce, uova), che forniscono un numero di calorie limitato e son\r\no utilizzate dall'organismo per la sintesi di tessuto muscolare e non di grasso. Un tale regime dietetico non può naturalmente essere imposto al bambino all'improvviso né essere adottato ogni giorno, ma sarà assai meglio tollerato, se sarà osservato per \r\ncinque o sei pasti la settimana oppure in giorni alternati in modo vario, concedendo negli altri una certa libertà, sempre però \"vigilata\". In pratica si seguirà il sistema meglio accettato dal bambino. Contemporaneamente si aumenterà l'attività fisica q\r\nuotidiana. Il bambino deve camminare molto di più, praticare ginnastica e sport: ogni genere d'attività è utile, purché sia praticato con una certa continuità. Evitando un affaticamento eccessivo, specie agli inizi, e proponendo questo nuovo tipo di vita\r\n non come una medicina ma come un divertimento, si possono ottenere buoni risultati; ben presto anche il bambino, sentendosi fisicamente meglio, finirà col dedicarsi con passione allo sport preferito.\\par\r\nSpesso, inizialmente, può non essere facile conv\r\nincere il bambino ad accettare restrizioni dietetiche e a modificare le proprie abitudini di vita e di gioco.\\par\r\nNegli adolescenti potrebbe essere utile, per esempio, stuzzicare l'amor proprio dando molta importanza al miglioramento dell'aspetto esteti\r\nco, oppure si può tentare di soddisfare l'appetito con frutta e verdura cruda, offerte fuori pasto, o con cibi ricchi di scorie, proteine e amidi che danno un maggior senso di sazietà con meno calorie. Non è invece consigliabile, nell'infanzia, ricorrere\r\n a farmaci \"moderatori dell'appetito\", poiché il loro uso potrebbe avere effetti collaterali spiacevoli. Nei casi d'obesità \"costituzionale\" sarebbe inoltre importante che tutta la famiglia si adattasse ad abitudini alimentari corrette, seguendo una diet\r\na equilibrata sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo e creando una sorta di catena di solidarietà nel voler dimagrire. Naturalmente di fronte ad un bambino grasso prima di impegnarlo esclusivamente a seguire un regime dietetico restrittivo è\r\n indispensabile escludere l'esistenza d'eventuali malattie, che potrebbero essere la causa prima dell'eccessivo appetito e quindi dell'obesità.\\par\r\n\\pard\\tx420\\tx2655\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 OBESITÀ\\par\r\nEvitare l'obesità è importante non tanto\r\n per motivi estetici, ma per evitare le patologie immediate e future che ad essa sono legate. Tra le patologie immediate è importante rilevare l'effetto negativo che l'eccesso di peso ha su una struttura ossea in fase di crescita fragile e non consolidat\r\na qual è lo scheletro infantile; nei bambini obesi sono, infatti, frequenti il piede piatto, il ginocchio\\cf17 \\ATXht80000 valgo\\cf16 \\ATXht0 e le curvature di tipo scoliotico della \\cf17 \\ATXht80000 colonna vertebrale\\cf16 \\ATXht0 , non è raro, inoltr\r\ne, il riscontro d'\\cf17 \\ATXht80000 ipertensione\\cf16 \\ATXht0 arteriosa, disturbi digestivi (\\cf17 \\ATXht80000 stipsi\\cf16 \\ATXht0 , dolori addominali ecc.), difficoltà respiratoria e di movimento. Riguardo al futuro, non va dimenticato che l'obesità pr\r\nedispone a malattie gravemente invalidanti quali, per esempio, \\cf17 \\ATXht80000 arteriosclerosi\\cf16 \\ATXht0 , malattie cardiovascolari, \\cf17 \\ATXht80000 diabete\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 gotta\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 artrosi\\cf16 \\ATXht0 .\\par",
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"Titolo": "ACCRESCIMENTO IRREGOLARE DA IPOTIROIDISMO",
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Questi ormoni svolgono un ruolo molto importante nell'organismo infantil\r\ne perché influenzano l'accrescimento corporeo (con particolare riguardo alla struttura scheletrica), l'attività e lo sviluppo del \\cf17 \\ATXht93516 sistema nervoso\\cf16 \\ATXht0 e della psiche, inoltre alcuni importanti settori metabolici, tra cui l'util\r\nizzazione e il ricambio dello iodio stesso.\\par\r\nCol termine ipotiroidismo, si vuole indicare una situazione patologica, in cui l'attività funzionale della tiroide è scarsa e, data la precoce comparsa in circolo degli ormoni tiroidei (già presenti al qua\r\nrto mese di vita fetale) e il loro esteso campo d'azione, è facilmente comprensibile il danno che può derivare dalla loro mancanza ad un organismo in fase formativa e di sviluppo. \\par\r\nCAUSE\\par\r\nLe cause che portano all'ipotiroidismo nell'età infantile\r\n sono molteplici e possono agire prima della nascita, come per esempio i farmaci ad attività antitiroidea somministrati alla madre durante la \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 , o rimanere irriconosciute come nelle forme dovute alla mancanza di u\r\nno o più enzimi che intervengono nella sintesi o nel \\cf17 \\ATXht80000 metabolismo\\cf16 \\ATXht0 degli ormoni tiroidei, nelle quali il difetto enzimatico congenito è trasmesso come carattere ereditario. In altri casi invece (e sono forse i più frequenti \r\npoiché rappresentano l'80% dei casi d'ipotiroidismo) sono in gioco malformazioni congenite della tiroide che comprendono sia la totale assenza della ghiandola, sia la presenza in sedi inconsuete di frammenti più o meno abbondanti di tessuto tiroideo, dis\r\nseminati lungo una linea ideale che, approssimativamente congiunge la base della lingua alla normale sede della tiroide.\\par\r\nSINTOMI\\par\r\nNelle forme congenite, già alla nascita sono presenti segni clinici caratteristici, tuttavia poiché ad essere parti\r\ncolarmente disturbata dalla carenza d'ormoni tiroidei è l'organizzazione del \\cf17 \\ATXht80000 cervello\\cf16 \\ATXht0 (cioè lo sviluppo e la divisione delle cellule, l'uniclimizzazione e la connessione delle fibre nervose), i danni saranno tanto più grav\r\ni quanto più grave è il difetto e quanto più tardiva sarà la diagnosi.\\par\r\nLe manifestazioni cliniche dell'ipotiroidismo variano però moltissimo in rapporto al tipo di lesione ghiandolare e all'epoca d'insorgenza; accanto alle forme gravissime sopra cit\r\nate ne esistono, infatti, altre, ad insorgenza sempre tardiva, in cui i danni neurologici sono minimi o addirittura assenti.\\par\r\nNelle forme d'ipotiroidismo congenito i sintomi si manifestano chiaramente con un certo ritardo, non prima di due o tre mesi\r\n, poiché in questo periodo il bambino ammalato rimane \"medicato\" dagli ormoni tiroidei materni, che, superata la barriera placentare nell'ultimo periodo di gravidanza, sopravvivono per qualche tempo nel torrente sanguigno mascherando il deficit congenito\r\n. Nella maggior parte dei casi ad attrarre l'attenzione sono le alterazioni del sistema neuro-muscolare, caratterizzate fondamentalmente dall'\\cf17 \\ATXht80000 ipotonia\\cf16 \\ATXht0 e dal torpore psichico. Gli ipotiroidei nati spesso dopo una gravidanza\r\n protratta (oltre le 42 settimane) e con buon peso (oltre i 4 kg), appaiono inizialmente bambini \"tranquilli\": dormono molto e piangono di rado; ad un'osservazione più accurata si nota però che la loro eccessiva tranquillità non deriva da un normale bene\r\nssere, ma da uno stato d'apatia che interessa ogni attività sia psichica sia motoria. Una particolare pigrizia nel succhiare può rendere difficile l'alimentazione nei primi mesi; per l'ipotonia della muscolatura striata e liscia l'\\cf17 \\ATXht80000 addom\r\ne\\cf16 \\ATXht0 è voluminoso, l'\\cf17 \\ATXht80000 ernia\\cf16 \\ATXht0 ombelicale è un reperto abbastanza frequente, e spesso vi è stitichezza persistente. Col passare dei mesi, si nota che il bambino cresce poco in statura e che vi è una certa sproporzio\r\nne tra le dimensioni della testa e del tronco e la lunghezza degli arti; gli ipotiroidismi anche lievi, infatti, danno questo aspetto, definito, in linguaggio medico, \\cf17 \\ATXht80000 nanismo\\cf16 \\ATXht0 disarmonico, volendo cosi sottolineare l'eviden\r\nte mancanza d'armonia tra le proporzioni delle varie parti del corpo. Nelle forme ad insorgenza precoce spesso la cute si infiltra di un liquido vischioso, molto ricco di \\cf17 \\ATXht80000 proteine\\cf16 \\ATXht0 , e diviene ruvida, ispessita e secca. Ques\r\nti piccoli pazienti assumono un'espressione grottesca, sottolineata da un volto tondeggiante dai tratti grossolani, con le palpebre spesse, il naso schiacciato, infossato alla radice; le labbra semiaperte lasciano intravedere la lingua che pare troppo gr\r\nossa per la bocca del bambino, i capelli secchi e fragili cadono e si spezzano facilmente.\\par\r\nAllo sviluppo fisico ritardato si associa la compromissione psichica, che inizialmente si manifesta con un ritardo nell'acquisizione dei primi atti fisiologic\r\ni.\\par\r\nA tale proposito si pensa che gli ormoni tiroidei intervengano nel controllare la maturazione del sistema nervoso in fase di sviluppo. Il bimbo tarda a tenere il capo ritto, a stare seduto senza appoggio, cammina da solo molto in ritardo, dopo i \r\ndue o tre anni, e incomincia a parlare, pronunciando le parole in modo stentato con voce gutturale. La vita e l'attività dell'ambiente non attraggono quasi mai la sua attenzione, egli se ne sta tranquillamente solo, ride di rado ed è di temperamento piut\r\ntosto calmo. Al momento di frequentare la scuola i piccoli ipotiroidei fanno molta fatica ad applicarsi allo studio e ad apprendere nuove nozioni; rimangono apatici e indifferenti e vivono continuamente in un mondo sempre infantile.\\par\r\nLo stato d'ipoti\r\nroidismo si riflette anche sulle funzioni dell'organismo; ben nota è l'azione stimolante degli ormoni tiroidei sul metabolismo energetico, vale a dire nell'aumentare il consumo d'ossigeno e la produzione di calore da parte delle cellule; quando la tiroid\r\ne non funziona o funziona poco, l'organismo produce poco calore, si adatta male alle variazioni di temperatura e la cute rimane sempre fredda. Ad accentuare questo stato d'\\cf17 \\ATXht80000 ipotermia\\cf16 \\ATXht0 , si aggiungono modificazioni cardiocirco\r\nlatorie consistenti in un abbassamento della pressione arteriosa, diminuzione della irrorazione cutanea, ingrandimento del \\cf17 \\ATXht80000 cuore\\cf16 \\ATXht0 e rallentamento del polso.\\par\r\nDIAGNOSI\\par\r\nL'incidenza dell'ipotiroidismo congenito corris\r\nponde a circa 1 caso ogni 3.000 nati; attualmente è possibile la diagnosi precoce tramite lo \"screening neonatale\" praticato a tutti i nati per la determinazione dei valori di T4 (Tiroxina) e di TSH (Thyroid Stimulating Hormone), ormone secreto dalla ghiandola \\cf17 \\ATXht80000 ipofisi\\cf16 \\ATXht0 che stimola la funzione della ghiandola tiroide. Il reperto di valore di T4 aumentato e di TSH diminuito è probante per una condizione di ipotiroidismo congenito.\\par\r\nTERAPIA\r\n\\par\r\nLo screening neonatale consente di iniziare fin dalle prime settimane di vita la terapia sostitutiva con L-tiroxina sodica di sintesi, che ha sostituito brillantemente gli estratti totali di tiroide, di derivazione animale, usati in passato.\\par\r\nL\r\n'inizio precoce della terapia sostitutiva limita al massimo i danni irreversibili al sistema nervoso centrale, altrimenti prodotti dalla mancanza dell'ormone tiroideo, e consente al bambino di raggiungere un normale sviluppo psicomotorio e mentale.\\par\r\n\r\nMolto più di rado la condizione di ipotiroidismo si manifesta in età più avanzata, in bambini precedentemente eutiroidei; questo avviene, per esempio, nelle forme non gravi di \\cf17 \\ATXht80000 ipoplasia\\cf16 \\ATXht0 congenita, in cui la tiroide (benché\r\n poco funzionante) riesce a soddisfare il fabbisogno ormonale dell'organismo solo fino a una certa età, dopo di che la \"funzione ghiandolare\" si va progressivamente riducendo fino a esaurirsi, lo stesso accade nelle forme conseguenti a malattie di tipo a\r\nutoimmune come la tiroidite linfocitaria.\\par\r\nQuest'ultima è la causa più frequente di ipotiroidismo secondario, nei giovani adolescenti (soprattutto femmine) ed è caratterizzata dalla comparsa del \\cf17 \\ATXht80000 gozzo\\cf16 \\ATXht0 . Quanto più tardi\r\nva è l'insorgenza dell'ipotiroidismo acquisito tanto meno evidente e importante è la compromissione della crescita e dello sviluppo nervoso.\\par\r\nNell'ipotiroidismo congenito la terapia sostitutiva va protratta per tutta la vita, adattando le dosi del fa\r\nrmaco alla crescita del bambino e controllando costantemente i livelli plasmatici degli ormoni tiroidei e del TSH.\\par\r\nPer i gozzi particolarmente voluminosi può talvolta rendersi necessaria l'asportazione chirurgica.\\par",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx2835\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 SVILUPPO MOTORIO\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Nelle prime settimane di vita, il bambino sta nella sua culla, di solito addormentato, appare estran\r\neo all'ambiente e quanto accade intorno a lui pare non interessarlo per nulla, manifesta la propria presenza col pianto, quando è sporco oppure quando ha fame. In questo periodo è in grado di fare bene solo due movimenti: succhiare il latte e deglutirlo.\r\n Muove le braccia e le gambe in modo disordinato, senza che i suoi gesti riescano ad esprimere qualche cosa. Già alla fine del primo mese di vita le cose sono completamente cambiate: il piccolo col suo comportamento dimostra di essere cresciuto, sorride \r\na ciò che lo diverte, dorme un po' meno e dal suo lettino segue con lo sguardo, ora non più inespressivo ma attento e vivace, gli oggetti luminosi o dai colori forti, si volta in direzione di un suono o di un rumore e ascolta con particolare piacere la m\r\nusica. Reagisce agli stimoli e riesce a sollevare la testa dal cuscino, quando è posto in posizione prona. Piange, se è disturbato o se sente male in qualche parte del corpo, ed è in grado di manifestare chiaramente il suo giudizio in fatto d'alimentazio\r\nne, strillando e sputando se gli è messo in bocca qualcosa di sapore sgradito. Le prime reazioni grossolane si vanno modificando in movimenti e gesti sempre più precisi e ordinati in un modo abbastanza rapido, tanto che compiuti i cinque mesi il bambino \r\nsta seduto da solo appoggiato ad un cuscino, e, tenuto ritto, punta i piedi; sorride agli adulti, li riconosce, dimostra una certa preferenza per la mamma, afferra da solo il poppatoio, riesce a maneggiare e a giocare con oggetti semplici, cerca di espor\r\nre le sue opinioni balbettando e comincia a portare alla bocca tutto ciò che gli capita tra le mani giacché questo, rimane per lui il miglior sistema per conoscere gli oggetti e per coglierne le principali caratteristiche. La sensibilità gustativa, infat\r\nti, essendo già presente alla nascita, è l'unica, al momento, capace di suscitare nel bambino di pochi mesi sensazioni precise e di una certa entità.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Nonostante vi siano sempre variazioni individuali, è possibile fissare \r\nun periodo circoscritto, entro cui normalmente si manifestano le fasi più importanti dello \\ATXul1024 \\cf17 \\ATXht764 sviluppo psicomotorio\\ATXul0 \\cf16 \\ATXht0 del bambino, come per esempio dire le prime parole, stare seduto da solo, muovere i primi pa\r\nssi. E' come se in determinati periodi, nel piccolo organismo che sta crescendo, scattasse un congegno che rende possibile un certo tipo d'azione che fino allora era del tutto sconosciuta. Che cosa succede in realtà? Il \\cf17 \\ATXht93516 sistema nervoso\\cf16 \\ATXht0 , al momento della nascita, è simile ad una rete estesa in tutto il corpo, lungo la cui trama si propagano gli impulsi nervosi, che manifestano il proprio effetto, contemporaneamente, in tutte le parti del corpo: se sì tocca un braccio ad un b\r\nambino di poche settimane, egli reagisce con movimenti di flessoestensione di braccia e gambe, contemporanei e disordinati. Col progredire dello sviluppo, nella \"rete\" nervosa si creano degli \"ostacoli\" che interrompono il dilagare dell'impulso originato\r\n dallo stimolo e danno ad esso una direzione sempre più precisa. Si vengono a formare in pratica come tanti piccoli canali, ognuno diretto a portare lo stimolo ad una parte ben precisa del corpo del bambino. Questi canali sono le fibre nervose che colleg\r\nano le cellule sensitive, poste alla periferia (negli organi di senso, nella cute e nelle mucose), con le cellule del sistema nervoso centrale (costituito dall'\\cf17 \\ATXht80000 encefalo\\cf16 \\ATXht0 e dal \\cf17 \\ATXht80000 midollo spinale\\cf16 \\ATXht0 \r\n) e queste ultime, di nuovo con le cellule sensitive e motorie periferiche.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Una via di conduzione, che permetterà un movimento nuovo o la coordinazione di uno già abbozzato, si apre quando le fibre, di cui essa è composta\r\n, si sono completamente formate. E' proprio grazie a questa rete di comunicazioni nervose, la quale diventa sempre più perfetta e completa, che il bambino impara a muoversi sempre meglio e a rendere i suoi gesti sempre più precisi.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 \r\nDISTURBO DI SVILUPPO DELLA COORDINAZIONE\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 I bambini con questo disturbo, fin da quando devono imparare a vestirsi o usare le posate, presentano turbe della coordinazione motoria, pur in assenza di segni di \\cf17 \\ATXht80000 ritardo m\r\nentale\\cf16 \\ATXht0 o deficit neurologici. Hanno difficoltà a completare puzzles o mettere insieme un modellino. Nelle attività motorie presentano impaccio, appaiono goffi ed anche la scrittura è scoordinata.ù\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nConsiste\r\n in esercizi di psicomotricità atti a curare la motricità fine e la coordinazione globale dei movimenti. Può essere utile un intervento psicoterapeutico di sostegno a causa dei sentimenti d'inferiorità e scoraggiamento di cui questi bambini spesso soffro\r\nno.\\par",
"ID": 282,
"Foto": "MEB016_F1.jpg#MEB016_F2.jpg#",
"Dida_Foto": "Sviluppo psicomotorio del bambino.\r\nIl neonato ha gambe e braccia flesse. A 1 mese comincia a tenere il capo eretto ed è reattivo alle parole. A 4 mesi, in posizione prona, alza la testa e fa forza sugli avambracci; ride a che gli sta vicino. A 7 mesi sta seduto in maniera piuttosto sicura, manipola giocattoli, emette bisillabi. A 8 mesi siede in maniera coordinata, risponde al richiamo, emette suoni articolati. A 9-10 mesi comincia a camminare carponi e a mettersi in piedi da solo, cerca gli oggetti, imita bene i suoni che ode. A 10-12 mesi comincia a comprendere gli ordini e coopera quando lo si veste.\r\n#Sviluppo della prensione.\r\nFra i 3 e i 4 mesi il bambino è capace di fissare un oggetto e cerca di toccarlo. A 5 o 6 mesi il bimbo tende il braccio, articolando solo la spalla (gesto di spazzare, rastrellare). Verso l'anno afferra con opposizione completa del pollice. Verso gli 8 mesi afferra con il palmo e le 3 dita centrali. Verso gli 11-12 mesi può gattonare superando dislivelli: si arrampica sulle scale. Può passare da una posizione ad un'altra essendo ormai padrone della propria coordinazione motoria. Cammina appoggiandosi alla mano degli adulti. Può rimanere in piedi da solo, equilibrandosi con le braccia. Preferisce spostarsi gattonando.\r\n#",
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"Titolo": "SVILUPPO AFFETTIVO",
"Codice": "MEB017",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3000\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 SVILUPPO AFFETTIVO\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Lo sviluppo psico-affettivo del bambino si delinea e si completa in tre fasi nettamente distinte c\r\nhe si svolgono in tre successive epoche della vita: età prescolare (primi 6 anni), età scolare (fino a 14 anni), età della pubertà e adolescenza (fino a 16-17 anni).\\par\r\nOgni fase deve essere completamente vissuta e portata a termine dal bambino prima d\r\ni cedere il passo alla successiva poiché, se gli obiettivi delle singole fasi non sono superati al momento giusto, non possono più essere raggiunti o sono raggiunti con molte difficoltà nelle età successive, dando luogo, il più delle volte, a gravi probl\r\nemi di natura psicologica.\\par\r\nNaturalmente, condizione indispensabile per un normale sviluppo psichico, è l'integrità anatomica e funzionale del \\cf17 \\ATXht93516 sistema nervoso\\cf16 \\ATXht0 , su cui influiscono notevolmente sia l'ambiente circostante\r\n, sia le \"predisposizioni\" individuali.\\par",
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"Dida_Foto": "Percezione: fasi evolutive.\r\n#",
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"Titolo": "ETA' PRESCOLARE",
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Toccando un braccio ad un neonato, questi non reagisce retraendo il braccio, ma retrae il braccio e contemporan\r\neamente muove le gambe e la testa; è incapace di compiere movimenti con una sola parte del corpo, se stimolato si muove tutto e a scatti.\\par\r\nSolamente i centri diencefalici del respiro e della suzione sono perfettamente sviluppati e funzionanti; egli i\r\nnoltre sa benissimo dimostrare una situazione di disagio piangendo energicamente, mentre il sonno è solitamente espressione di tranquillità e di benessere.\\par\r\nNei mesi successivi compaiono le sensazioni di paura, d'allegria, d'attrazione e di repulsion\r\ne nei confronti di persone e di cose; verso la fine del primo anno si apre la \"visione\" sul mondo esterno con la conoscenza degli oggetti e l'interesse nei loro confronti; non si tratta più di semplice attrazione incosciente, ma comincia ad entrare in gi\r\noco la volontà.\\par\r\nGrazie allo sviluppo degli organi di senso, ma soprattutto imparando a camminare, il bambino inizia la conquista del mondo esterno e non si limita alla conoscenza \\cf17 \\ATXht80000 sensoriale\\cf16 \\ATXht0 , vuol sapere la denominazio\r\nne degli oggetti e il \"perché\" delle cose e tende con ciò allo sviluppo della \"parola\"; con la parola si sviluppa gradatamente il \\cf17 \\ATXht80000 pensiero\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nA dodici mesi i primi bisillabi sono sostituiti da un linguaggio più espressi\r\nvo e più comprensibile, verso il secondo anno le parole hanno un significato preciso. Nel corso del terzo anno d'età sono raggiunti tre importanti obiettivi: afferrare mediante gli organi di senso; denominare mediante la parola; comprendere mediante il p\r\nensiero.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ri255\\ATXbrdr0 Il principio istruttivo del bambino in età prescolare è l'imitazione: il bambino imita e assume profondamente in sé ciò che gli è prospettato, può apprendere per imitazione molte cose utili, ma anche impres\r\nsioni sbagliate, per questo i primi tre anni di vita richiedono una particolare \"attenzione educativa\" da parte di chi accudisce il bambino affinché ciò che gli si prospetta sia giusto e il più possibile adatto a lui; questo compito dovrebbe essere affid\r\nato alla persona alla quale egli si sente più legato e cioè, in genere, alla madre.\\par\r\nSe il bambino deve essere separato dalla madre, la persona che lo accudisce deve sostituirsi a lei con lo stesso amore, in modo che non sia danneggiato lo sviluppo d\r\nella \\cf17 \\ATXht80000 personalità\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nNell'età dai tre ai sei anni il bambino incomincia a chiedere il perché d'ogni cosa e a fare le prime domande: dove? Quando? scoprendo quindi i concetti di luogo e di tempo.\\par\r\n\\pard\\tx0\\ATXts0\\ri255\\ATXbrdr0 Dal terzo anno vi è un risveglio dell'\\cf17 \\ATXht80000 Io\\cf16 \\ATXht0 cosciente che si accompagna alla conoscenza sempre più profonda della realtà obiettiva; in questa fase della vita il comportamento del bambino può essere diverso secondo i\r\nl temperamento, dell'ambiente e dell'educazione: alcuni mostrano spiccate manifestazioni d'opposizione e di \\cf17 \\ATXht80000 negativismo\\cf16 \\ATXht0 (è questa la cosiddetta prima fase d'ostinazione); altri (i soggetti passivi) manifestano variazioni d\r\n'umore, sono piagnucolosi e impauriti, tendono a regredire nel comportamento: le manifestazioni più comuni sono quelle di parlare in modo più infantile e bagnare di nuovo il letto, ecc.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ri255\\ATXbrdr0 Questa prima crisi si attenua\r\n di regola dopo alcuni mesi come manifestazione della riuscita composizione della coscienza dell'Io; il bambino in altre parole esce da questa fase d'opposizione o d'introversione più maturo, avendo acquisito coscienza di sé e delle proprie possibilità v\r\nuole fare tutto da solo, si difende solo se lo s'interrompe nella sua attività, mette in atto forze creatrici, prima mai manifestate, che si definiscono come \"fantasia\".\\par\r\nSi passa così alla fase \"dell'irreale fantastico\", in cui la fantasia trova la \r\nsua più importante espressione nel gioco, che è per il bambino un lavoro serio e faticoso, un creare estroso e uno stimolo continuo per la mente e il pensiero.\\par\r\nA quest'età l'ostinazione non deve essere castigata, la volontà e i desideri del bambino \r\ndevono essere guidati in modo convincente, non repressivo; il bambino infatti molte volte non è cocciuto per cattivo carattere, ma perché desidera fare personalmente alcune esperienze. Il \"piagnucoloso\" va trattato affettuosamente, non preso in giro, con\r\nsolato e incoraggiato con garbo, anche se in modo fermo e deciso. E' molto importante incrementare la fantasia fornendo al bambino materiale adatto (costruzioni, matite colorate, cubi ecc.), i giocattoli perfetti non servono a nulla, è il bambino che sec\r\nondo la sua fantasia se li deve creare. In questi anni, la scuola materna offre un luogo adatto per i giochi (che si svolgono sotto la guida di personale specializzato), e compagni della stessa età, tra i quali il piccolo impara le prime regole della vit\r\na in comunità.\\par",
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"Titolo": "ETA' SCOLARE",
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"Titolo": "EPOCA DELLA PUBERTA'",
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"Titolo": "PIANTO",
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Esso inoltre serve a far espandere completamente i polmoni e a garantire l'inizio di una buona ed efficace respirazione spontanea.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Nella vita del neonato, e per tutti i prim\r\ni mesi, il pianto è un elemento fondamentale poiché è l'unico \"mezzo di comunicazione\". Anche se si tratta di un buon esercizio respiratorio, non bisognerebbe lasciarlo continuare a lungo, ma cercare di scoprirne la causa. Soprattutto il neonato non pian\r\nge mai perché è viziato, né si rischia di \"viziarlo\" tenendolo in braccio e rispondendo con tempestività ai suoi richiami.\\par\r\nBen presto la mamma impara a riconoscere i diversi tipi di pianto (da dolore, da fame o da paura) del proprio bambino, e rispo\r\nndendo ad essi in modo pronto e adeguato riesce ad infondere al neonato, fin dalle prime settimane, quel senso di sicurezza e d'amore che molto gli servirà per acquisire un sano equilibrio psichico nella vita futura.\\par\r\nLe cause di pianto nel bambino c\r\nhe non sa ancora parlare sono le più svariate: la prima è spesso \"la fame\". Con l'\\cf17 \\ATXht80000 allattamento\\cf16 \\ATXht0 materno \"a domanda\" il problema è presto risolto, a patto che ci sia latte a sufficienza. Fin dai primi giorni sono evidenti le\r\n differenze di \"personalità\" e di \"appetito\" dei bambini: alcuni, più esigenti, vogliono stare molto \"al seno\" (anche per giocare succhiando) e mangiare di più, altri appaiono invece più tranquilli e meno voraci.\\par\r\nAltre cause frequenti possono essere\r\n il caldo o il freddo eccessivi, indumenti fastidiosi o troppo stretti, pannolini sporchi o bagnati, desiderio di cambiare posizione.\\par\r\nMolti neonati piangono perché sono stanchi, oppure per reazione al cattivo umore della madre.\\par\r\nInfine non bisog\r\nna dimenticare che spesso il bambino molto piccolo piange per \"solitudine\", egli ama essere coccolato e desidera il contatto fisico più d'ogni altra cosa.\\par\r\nDi norma la quantità d'acqua che il bambino riceve tramite il latte, è sufficiente a soddisfar\r\ne il fabbisogno idrico dei primi mesi, talvolta però, in giornate o in ambienti molto caldi oppure per razioni alimentari ipercaloriche e troppo concentrate (troppi biscotti!), il bambino può piangere per sete.\\par\r\nNel caso il pianto appaia insolito, pa\r\nrticolarmente acuto e insistente e soprattutto se si accompagna ad inappetenza, vomito o disturbi dell'\\cf17 \\ATXht80000 alvo\\cf16 \\ATXht0 , è consigliabile interpellare il pediatra poiché il piccino potrebbe essere indisposto.\\par\r\nIl pianto improvviso,\r\n ad accessi in prevalenza notturni o scatenati dalla suzione, indica spesso \\cf17 \\ATXht80000 otalgia\\cf16 \\ATXht0 conseguente ad \\cf17 \\ATXht80000 otite\\cf16 \\ATXht0 . Nel lattante, le condizioni di flogosi dell'orecchio\r\n medio (otite media) sono molto frequenti anche come complicanza di un raffreddore o di una \\cf17 \\ATXht80000 bronchite\\cf16 \\ATXht0 ; il bambino è \"noioso\", piange e non vuole succhiare, a volte porta le manine verso il capo come se volesse indicare la \r\nsede del dolore. Al pediatra basterà rilevare il dolore provocato dalla pressione sul \\cf17 \\ATXht80000 trago\\cf16 \\ATXht0 ed eseguire un attento esame otoscopico per formulare la diagnosi.\\par\r\n\\pard\\tx0\\ATXts0\\ATXbrdr0 Anche dolori in altre sedi del c\r\norpo, specialmente in ambito addominale, suscitano crisi di pianto; queste trovano la loro più tipica espressione nella assai frequente patologia nota come coliche del lattante.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Il bambino che piange, soprattutto se in pr\r\neda a coliche, va tenuto in braccio, consolato, rassicurato e \"capito\".\\par\r\nUn errore che è spesso commesso è interpretare il pianto unicamente come segnale di fame e propinare (anche dopo pasti regolari e sufficienti) supplementi di latte, acqua, bevan\r\nde dolci o altro; così facendo si rischia solo di sovralimentare il bambino, dandogli, oltre ad un eccesso di calorie, un sovraccarico gastrico, che può, di per sé, costituire un \"disturbo\".\\par\r\nSeguendo abitudini di vita regolare, una scrupolosa igiene\r\n personale e cercando di soddisfare con serena sollecitudine le richieste del lattante, si può ottenere che il pianto non diventi principalmente un segno di ribellione, ma rimanga un appello che merita attenzione. Il pianto di un bimbo di pochi mesi, spe\r\nsso inspiegabile, lungo e ostinato, è sconcertante e a volte insopportabile per le orecchie adulte; esso suscita un senso di pena e insieme d'inquietudine e spinge chi lo sente a cercare e trovare al più presto un mezzo per calmarlo.\\par\r\nSono nati a que\r\nsto scopo gli svariati pupazzi, bastoncini, anelli, sonagli e il tradizionale, succhiotto. Non sarà inutile ricordare, una volta in più, alle mamme quanto l'abuso del succhiotto possa essere dannoso sia perché la continua suzione introduce una quantità e\r\nccessiva d'aria nello \\cf17 \\ATXht80000 stomaco\\cf16 \\ATXht0 , sia perché favorisce l'insorgenza di \"vizi\" di masticazione e la malposizione dei denti.\\par",
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"Titolo": "SONNO",
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"Vedi_Anche": "VEGLIA E SONNO 10349#"
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"Titolo": "PROBLEMA DELL'INSONNIA",
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Accanto al bambino che, assunta la posizion\r\ne preferita, vi rimane fino al mattino, troviamo il bambino agitato che butta all'aria le coperte, si scuote, si rotola continuamente da una parte all'altra del letto, si sveglia spesso, vuole bere o mangiare, chiede di essere cullato e di rimanere in co\r\nmpagnia, con la luce accesa finché non si addormenta. Spesso il medico è posto di fronte al quesito se un simile comportamento sia o no normale.\\par\r\nTenendo sempre presente che, entro certi limiti, il sonno \"agitato\", è normale nell'età infantile e che \r\nla fase cosiddetta \"delle paure\", tra cui quella del buio o della solitudine, è attraversata da moltissimi bambini intorno ai 5 o 6 anni, non è giusto tralasciare completamente ogni ricerca di un motivo che possa giustificare l'insonnia.\\par\r\nIl neonato,\r\n per esempio, a volte, non dorme e piange perché soffre di mal di pancia, oppure un prurito cutaneo che lo disturba, o la febbre, o il naso chiuso e non riesce a respirare bene; qualche volta la luce o i rumori della casa lo irritano a tal punto da fargl\r\ni perdere il sonno.\\par\r\nNel bambino più grande potrebbe sembrare più facile individuare la causa dell'insonnia; a volte, infatti, egli confessa le sue paure notturne, spesso legate a brutti sogni e desidera la compagnia dei genitori e la luce accesa nel\r\nla stanza; altre volte invece, quando non esiste alcun motivo evidente, indagando a fondo, si scopre che l'eccessiva stanchezza accumulata durante la giornata, un lavoro mentale intenso, specie nel periodo di scuola, l'eccitazione lasciata da film o da s\r\npettacoli televisivi visti prima di coricarsi sono responsabili dell'insonnia e dei sonni agitati.\\par\r\nAlcuni bambini piuttosto nervosi e dalla fantasia vivace fanno sogni terribili, che non rispecchiano alcun aspetto della realtà e dai quali si sveglia\r\nno terrorizzati e pervasi da un senso di paura che non scompare mai del tutto, ma si ripresenta ogni sera al momento di addormentarsi.\\par\r\nIn altri casi poi il bimbo, dopo qualche ora di sonno apparentemente tranquillo, si sveglia di soprassalto, pallid\r\no e sudato, si siede sul letto, fa strani gesti con le mani come per indicare qualche cosa, dice parole sconnesse e piange disperatamente. Se qualcuno lo tranquillizza, si addormenta senza rendersi completamente conto di essersi svegliato o di aver avuto\r\n tanta paura.\\par\r\nQuesti ultimi sono i \"terrori notturni\" che di solito rimangono senza spiegazione e di cui il bambino non si rende conto, a differenza degli \"incubi\" che spesso sono originati da un brutto sogno che il bambino è spesso in grado di racc\r\nontare.\\par\r\nIl rimedio, più che sulle medicine (\\cf17 \\ATXht80000 sedativi\\cf16 \\ATXht0 di vario tipo somministrati prima di dormire) si basa su fattori d'ordine psicologico. L'insonnia della prima infanzia, quando non è giustificata da un malessere, d\r\nal lettino troppo duro e scomodo e dalle coperte troppo pesanti o troppo leggere, è spesso dovuta a cattive abitudini.\\par\r\nTuttavia se durante la notte il bambino si sveglia piangendo non va ignorato, ma rassicurato e tranquillizzato, lasciandolo però n\r\nel suo lettino e rimanendo a fargli compagnia fino a che non si sarà riaddormentato o calmato.\\par\r\nIl neonato e il lattante spesso si svegliano perché affamati oppure perché si sentono sporchi, vanno quindi nutriti e/o cambiati senza troppi indugi, dopo\r\n di che il loro sonno riprenderà tranquillamente.\\par\r\nDopo i 7-8 mesi, quando ormai la poppata notturna, nella gran parte dei casi, non è più richiesta, è importante cercare di dare al bambino abitudini regolari per dormire, quali un orario possibilment\r\ne costante per andare a letto e un luogo tranquillo e \"conosciuto\" (la sua cameretta) in cui egli si possa sentire sicuro anche se lasciato solo e al buio.\\par\r\nDopo i 3 anni, a curare l'insonnia, non saranno i rimproveri o gli scapaccioni, ma una vita s\r\nerena in un ambiente tranquillo, una regola nell'attività sia fisica sia intellettiva, e l'evitare la sera di andare al cinema o di stare fino a tarda ora davanti al televisore.\\par\r\nCercare di far ricordare e raccontare i brutti sogni fatti la notte, la\r\nsciare un piccolo lume acceso nella stanza (il buio, infatti, è un grande spauracchio per quasi tutti i bimbi: è il luogo dove regna sovrano il \"babau\" che li porta via), dare per cena cibi facilmente digeribili ma, soprattutto, con atteggiamento affettu\r\noso, cercare di infondere fiducia nel bimbo, sono tutte cose che servono a diminuire gli incubi e a dominare i terrori notturni di cui esso, non raramente, è facile preda.\\par",
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"Titolo": "CONTROLLO DEGLI SFINTERI",
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"Dida_Foto": "Il controllo degli sfinteri.\r\nUn passo importante nell'evoluzione del bambino è quello che porta al controllo degli sfinteri. In seguito all'avvenuta crescita somatica, il bambino può controllare abbastanza bene i suoi muscoli e ne approfitta per esplorare, toccare, conoscere ogni cosa. Così, vedendo e toccando il suo “prodotto”, incomincia a desiderare di poterne governare il ritmo di emissione.\r\n#",
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"Titolo": "1 ANNO",
"Codice": "MEB020A",
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"Titolo": "2 ANNI",
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"Titolo": "3 ANNI",
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"Titolo": "VACCINAZIONI",
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"Titolo": "VACCINAZIONE ANTIPOLIO",
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"Titolo": "VACCINAZIONE ANTIPERTOSSE",
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"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3990\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 VACCINAZIONE ANTITETANICA-ANTIDIFTERICA\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Il vaccino antidifterite-tetano è una preparazione purificata d'\\cf17 \\ATXht80000 anatossina\\cf16 \\ATXht0 difterica-tetanica, cioè di tossine rese atossiche da trattamento con \\cf17 \\ATXht80000 formaldeide\\cf16 \\ATXht0 adsorbite su idrossido di Al (alluminio) per aumentare il potere immunizzante; infatti, da sali di Al le anatoss\r\nine sono liberate lentamente, consentendo un più lungo contatto con le cellule immunocompetenti.\\par\r\nIl vaccino è somministrato per via intramuscolare e il ciclo completo consta di 3 iniezioni: a 3 mesi, a 5 mesi, a 10-11 mesi. Il I richiamo si attua ne\r\nl sesto anno di vita, i successivi ad intervalli di 10 anni e con vaccini contenenti una dose d'anatossina difterica 10 volte minore per evitare fenomeni allergici, oppure contenenti solo anatossina tetanica. Può dare reazione locale d'arrossamento, gonf\r\niore, dolore o reazioni generali (per esempio febbre).\\par",
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"Titolo": "VACCINAZIONE ANTIEPATITE B",
"Codice": "MEB021D",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx4155\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 VACCINAZIONE ANTIEPATITE B\\par\r\n\\pard\\tx270\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Il virus dell'epatite B (HBV) causa un'infezione a livello epatico talvolta gravissima, mo\r\nlto spesso mortale, e che in una discreta percentuale di casi può cronicizzare.\\par\r\nL'epatite cronica può portare ad una progressiva insufficienza epatica con \\cf17 \\ATXht80000 cirrosi\\cf16 \\ATXht0 . E' noto, inoltre, che il persistere del virus nell'in\r\nterno delle cellule può causare l'insorgenza di un epatocarcinoma. L'Italia è un Paese in cui l'infezione di HBV è considerata endemica; si calcola che il 2,4% della popolazione sia portatrice dell'\\cf17 \\ATXht80000 antigene\\cf16 \\ATXht0 S (o di superfi\r\ncie del virus). Per questi motivi, dal 1991 è stata resa obbligatoria la vaccinazione antiepatite B che comprende un ciclo di 3 iniezioni intramuscolari in 2 fasce distinte di popolazione.\\par\r\nNei nuovi nati al terzo-quinto-undicesimo mese associata all\r\n'antipolio e antidifto-tetanica e nei ragazzi di 12 anni, prima della fine della scuola dell'obbligo (0, 1, 6 mesi).\\par\r\nQuesta strategia continuerà per i primi 12 anni dall'entrata in vigore della legge, in modo da riuscire a vaccinare tutti i soggetti\r\n in età infantile.\\par\r\nLa vaccinazione è poi raccomandata nelle cosiddette categorie a rischio, fra cui operatori sanitari, tossicodipendenti, emofilici e politrasfusi in genere, soggetti \\cf17 \\ATXht80000 HIV\\cf16 \\ATXht0 positivi, nati da madre HBsAg\r\n positiva, ecc. In questi ultimi, dato l'alto rischio di contrarre l'infezione al momento del \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 , e considerata la facilità con cui l'epatite B cronicizza nel 1 anno di vita, si somministrano \\cf17 \\ATXht80000 immunoglo\r\nbuline\\cf16 \\ATXht0 iperimmuni (tali cioè da consentire una temporanea protezione passiva) nelle ore immediatamente successive alla nascita. La I dose di vaccino è somministrata entro la prima settimana di vita. La II dose a 1 mese di vita e la III dose\r\n al compimento del secondo mese in concomitanza con la I antipolio + antidifto-tetanica. E' poi effettuata una dose di richiamo nel dodicesimo mese di vita.\\par\r\nIl vaccino antiepatite B è realizzato in laboratorio utilizzando la tecnica della ricombinaz\r\nione genetica. In questo modo è possibile avere a disposizione dosi illimitate di vaccino a costi estremamente contenuti.\\par\r\nL'iniezione è praticata nella regione deltoidea del braccio negli adulti, nella regione anterolaterale della coscia nei neonati\r\n e nei bambini.\\par\r\nPuò causare arrossamento e gonfiore in sede d'iniezione. Reazioni sistemiche possono essere: febbre, malessere generale, mal di testa, nausea. Attualmente non è ancora chiaramente stabilito se e dopo quanti anni è necessario praticar\r\ne un'iniezione di richiamo con vaccino anti-epatite V.\\par",
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"Titolo": "VACCINAZIONE ANTIMORBILLO",
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"Titolo": "VACCINAZIONE ANTIPAROTITE",
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"Titolo": "VACCINAZIONE ANTIROSOLIA",
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"Titolo": "VACCINAZIONE ANTINFLUENZALE",
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"Titolo": "VACCINAZIONE ANTITUBERCOLARE",
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"Titolo": "DISTURBI PSICOREATTIVI",
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"Titolo": "BAMBINO \"TURBOLENTO\"",
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"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3795\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 BAMBINO \"TURBOLENTO\"\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Il bambino continuamente contrariato, anche, senza motivo, nell'estrinsecazione della propria vo\r\nlontà o \"soffocato\" da un'educazione eccessivamente repressiva può reagire ribellandosi, e iniziare a fare tutto ciò che può dare dispiacere agli adulti che lo opprimono. Egli si oppone violentemente alle imposizioni, diventa rissoso con i compagni e mal\r\neducato in famiglia, va male a scuola e diventa così \"nervoso\" da non riuscire a concentrarsi né nel gioco né nello studio o in qualsiasi altra attività, rifiuta i consigli e le raccomandazioni provenienti dagli adulti o infrange sistematicamente orari e\r\n regole.\\par\r\nUn minimo rumore basta a distogliere la sua attenzione, non è capace di partecipare fino in fondo ad un gioco organizzato, i suoi compiti sono un cimitero d'errori, i disegni, scarabocchi coperti di macchie. L'irrequietezza, l'indisciplina,\r\n lo scarso rendimento nello studio, cause di continui insuccessi scolastici e d'aspri rimproveri da parte dei genitori, rappresentano per il bambino altrettanti shock affettivi, che contribuiscono ad aggravare la sua instabilità e a rendere sempre più di\r\nfficili e tesi i rapporti nell'ambito familiare.\\par\r\nNon bisogna però dimenticare che, in molti casi, è proprio l'ambiente familiare la vera causa, da cui origina la condizione d'instabilità psichica del bambino. Facendo un'accurata indagine anamnestica\r\n spesso emerge l'esistenza di \"realtà difficili da vivere\" come condizioni familiari disagiate, cattivi sistemi educativi, frequenti cambiamenti di scuola, disaccordo fra i genitori, che spesso mal sopportano il figlio che li fa disperare in casa e ripor\r\nta brutti voti a scuola.\\par\r\nIn questi casi, rimproveri e castighi non servono a niente, ancor meno serve un'educazione autoritaria, basata su un regime terroristico cui il bambino reagisce diventando sempre più aggressivo: l'aggressività non è altro ch\r\ne una risposta alle sue frustrazioni.\\par\r\nNella forma cosiddetta \"semplice\", l'instabilità psicomotoria migliora spontaneamente verso i quattordici-quindici anni, lasciando un individuo un \"poco nervoso\" ma perfettamente normale. La prognosi non è così \r\nfavorevole quando all'origine del disturbo vi sono gravi patologie quali per esempio, un'\\cf17 \\ATXht80000 encefalite\\cf16 \\ATXht0 intervenuta nei primi anni di vita come complicanza del \\cf17 \\ATXht80000 morbillo\\cf16 \\ATXht0 o della \\cf17 \\ATXht80000 pertosse\\cf16 \\ATXht0 o, peggio, una vera debilità mentale. In tali casi, i bambini presentano oltre all'instabilità psicomotoria, un notevole ritardo di sviluppo psichico e intellettivo, col passare degli anni, diventano sempre più aggressivi e difficil\r\nmente controllabili.\\par",
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"Titolo": "BAMBINO TIMIDO E INSICURO",
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"Titolo": "CAPRICCI",
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"Titolo": "DISTURBI DEL LINGUAGGIO",
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In e\r\nntrambe queste fasi possono intervenire \"disfunzioni\", più o meno gravi, legate a cause interne o ambientali, congenite o acquisite, fisiche o psichiche. Di rado è possibile isolare una sola causa, tanto che di fronte ad un bambino che parla male o in ri\r\ntardo o che addirittura non parla, ci si chiede quali fattori possano aver causato tale disturbo. L'indagine clinica può collegare il disturbo del linguaggio alla presenza di malformazioni della bocca, a cerebropatie o a sordità del bambino, mentre molte\r\n volte si tratta semplicemente di ritardi o d'incapacità a pronunziare correttamente le parole, conseguenti a situazioni psicologiche particolari.\\par\r\n\\pard\\tx705\\tx4170\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 DISTURBI DOVUTI AD ANOMALIE ANATOMICHE\\par\r\n\\pard\\tx705\\ATXts0\\ATXbrdr0 Tali anomalie sono di solito congenite. Tra queste ricordiamo le malformazioni del \\cf17 \\ATXht80000 palato\\cf16 \\ATXht0 e del \\cf17 \\ATXht80000 laringe\\cf16 \\ATXht0 , la malocclusione delle arcate dentarie, oppure le alterazioni gra\r\nvi d'altre ossa del massiccio facciale. Alcune di queste lesioni, come la \\cf17 \\ATXht80000 palatoschisi\\cf16 \\ATXht0 e il labbro leporino, possono essere corrette chirurgicamente; in tali casi, poiché l'intervento di plastica è fatto in genere nel seco\r\nndo anno di vita, è necessario incominciare ad insegnare al bambino a parlare fin dal primo anno, senza perdersi d'animo se i risultati saranno quasi nulli. Così facendo, quando il difetto sarà eliminato, egli sarà in grado di parlare.\\par\r\n\\pard\\tx705\\tx3660\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 DISTURBI DOVUTI A LESIONI DEL SISTEMA NERVOSO\\par\r\n\\pard\\tx705\\ATXts0\\ATXbrdr0 La possibilità di parlare dipende dalla sincrona attività di tutte le \"zone\" della corteccia cerebrale deputate alla funzione del linguagg\r\nio. Una regione \"sensoriale\" registra gli stimoli sonori e visivi: dalla rielaborazione e associazione di questi stimoli con altri già presenti nella \"memoria\" risultano nuovi impulsi che nell'individuo normale si estrinsecano con l'emissione di suoni ar\r\nticolati, cioè di parole. Nelle cerebropatie gravi manca non solo la capacità di parlare, ma anche quella di capire; in altri casi meno drammatici, può essere alterata solo la facoltà di articolare le parole. In questo caso si hanno i cosiddetti muti che\r\n comprendono: costoro, messi per esempio di fronte ad un gruppo d'oggetti, sanno indicare esattamente quelli di cui si dice il nome, ma a loro volta non lo sanno dire né ripetere meccanicamente. Si tratta di bambini per i quali il deficit della parola no\r\nn è che una delle espressioni di un disturbo più generale che coinvolge tutto l'insieme delle funzioni motorie. Essi, infatti, hanno spesso disturbi del comportamento, iniziano tardi a camminare, confondono la destra con la sinistra, sono maldestri nei m\r\novimenti, a scuola sono irrequieti e scrivono male.\\par\r\nLa prognosi per tali forme non sempre è sfavorevole, talvolta la sintomatologia si risolve spontaneamente verso i 10-11 anni. L'educazione di questi bambini rimane però un problema non facile, poic\r\nhé essi richiedono un lungo lavoro di paziente rieducazione all'uso della parola che dovrebbe essere svolto in stretta collaborazione fra terapisti esperti, genitori e insegnanti.\\par\r\nApparentemente simile al muto che comprende è il bambino che presenta\r\n sordità verbale. Si tratta di un difetto \\cf17 \\ATXht80000 congenito\\cf16 \\ATXht0 , piuttosto grave poiché difficilmente modificabile, per il quale il bambino non riesce a parlare e non capisce assolutamente le parole che gli sono rivolte. Ha un udito e\r\n un'intelligenza perfettamente normali, ma gli manca la facoltà di \"comprendere\" il linguaggio parlato. Riesce ad emettere solo suoni articolati e balbettii strani; può esprimersi a gesti, disegnare ma non parlare: la \"parola\" rimane per lui qualcosa di \r\nassolutamente incomprensibile e indecifrabile.\\par",
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"Titolo": "RITARDI NELL'ACQUISIZIONE DEL LINGUAGGIO",
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"Dida_Foto": "Il linguaggio.\r\nLa catena di Markov in cui ogni percorso ha come conclusione l'espressione di una frase in corretto italiano. I termini tra parentesi non si possono inserire.\r\n#Rappresentazione dei disturbi del linguaggio.\r\n#Capacità di espressione verbale. \r\nTabella di riferimento utilizzata per la valutazione della capacità di espressione verbale del bambino.\r\n#Fasi del linguaggio.\r\nNei primi mesi di vita il bimbo impara a tendere le braccia verso l'oggetto indicandolo: rispondiamogli con tenerezza. A sei mesi il bambino sa segnalare il suo desiderio di parlare: assecondiamolo giocando con lui. L'interlocutore collabora con il bimbo, parlando continuamente con lui: presto il bambino gli risponderà.\r\n#",
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"Dida_Movie": "@",
"Vedi_Anche": "LABBRO LEPORINO E PALATOSCHISI 21384#SORDOMUTISMO 21351#AFASIA 21567#SUONI E VOCE 10146#"
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"Titolo": "DIFETTI DI PRONUNCIA",
"Codice": "MEB023B",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3225\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 DIFETTI DI PRONUNCIA\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 I disturbi funzionali nell'articolazione della parola, si manifestano con la difettosa pronuncia\r\n d'alcune lettere dell'alfabeto (in genere consonanti). Spesso sono gli stessi difetti di pronuncia che, considerati normali nel bambino che impara a parlare, persistono oltre il periodo dell'apprendimento, quando ormai il linguaggio dovrebbe essere chia\r\nro e corretto. Il meccanismo della formazione è molto complicato, seguendo gli impulsi \"nervosi\", il bambino deve imparare a coordinare una serie di movimenti automatici. La parola, infatti, è il risultato di un'associazione di rumori e di suoni che si f\r\normano nel \\cf17 \\ATXht80000 laringe\\cf16 \\ATXht0 e che, durante l'espirazione, sono modulati e differenziati da movimenti del \\cf17 \\ATXht80000 faringe\\cf16 \\ATXht0 , del velo pendulo, della lingua e delle labbra. Secondo lo stato di vibrazione o d'imm\r\nobilità del laringe, la \"colonna\" d'aria espirata esce rallentata o interrotta, sonora o sorda; il restringimento o la chiusura della rimanente via d'efflusso e della bocca ne completano la modulazione, producendo il suono di vocali o consonanti. Abbasta\r\nnza frequenti sono gli errori nella pronuncia delle consonanti S, R, SC, che richiedono movimenti molto precisi e un canale d'efflusso dell'aria estremamente ridotto. I bambini più piccoli non le sanno mai dire bene, poiché attraversano un periodo fisiol\r\nogico d'incoordinazione motoria che ne ostacola la pronuncia; la correzione avviene spontaneamente fra i 3 e i 5 anni in tutti i bambini che hanno una normale mobilità della lingua.\\par\r\nA volte, però, può verificarsi che per un certo impaccio nei movime\r\nnti della punta della lingua (per esempio, a causa di un'eccessiva brevità del \\cf17 \\ATXht80000 frenulo\\cf16 \\ATXht0 , oppure se la lingua, anziché rimanere arretrata, viene ad urtare contro gli incisivi superiori), il bambino non riesce a pronunciare q\r\nuesto gruppo di consonanti in modo corretto.\\par\r\nUn altro esempio di difetto parziale di pronuncia è dovuto all'insufficienza funzionale del velo pendulo.\\par\r\nEssa determina una dispersione d'aria attraverso il naso e un'alterazione del timbro di voce:\r\n si ha cioè la \"voce nasale\". In questi casi non sempre si ottengono successi con la specifica \"rieducazione\" del linguaggio. Molti bambini riescono a correggere il proprio difetto (se non è fisico) senza alcun particolare insegnamento, ma solo parlando \r\ncon coetanei o con persone che parlano in modo corretto e che essi spontaneamente cercheranno di imitare.\\par\r\nLa balbuzie è il più comune disturbo funzionale del linguaggio: si manifesta con uguale frequenza nei maschi e nelle femmine intorno ai sei ann\r\ni. Spesso è un difetto isolato in bambini d'intelligenza perfettamente normale, ma a volte può accompagnarsi a difficoltà nella lettura e al mancinismo. Alcune forme di balbuzie sono transitorie e non richiedono una particolare rieducazione, ma solo una \r\ncorretta psicoterapia: si tratta delle forme cosiddette \"secondarie\" che compaiono quasi all'improvviso in bambini particolarmente emotivi in seguito ad uno spavento, ad un trauma, ad una forte emozione. A volte, può essere balbuziente il bambino che, no\r\nn avendo ancora acquisito una sufficiente padronanza del linguaggio, vuole parlare troppo in fretta. Più serie sono invece le forme \"primarie\" che compaiono quando il bambino incomincia a parlare e sono, per lo più, dovute ad un profondo disturbo delle f\r\nunzioni del linguaggio associato ad una grave labilità neuropsichica. Insorgono più spesso in bambini che incominciano tardi a parlare e la loro prognosi rimane incerta se manca una precoce rieducazione.\\par\r\nLa balbuzie si potrebbe definire come l'incap\r\nacità, intermittente, di parlare in modo spedito, dovuta all'azione incoordinata e spasmodica dei muscoli della \\cf17 \\ATXht80000 fonazione\\cf16 \\ATXht0 , quindi il discorso riesce esitante e tronco.\\par\r\nIn base a questa definizione, consideriamo due ti\r\npi di spasmo muscolare: tonico (una contrazione continua) e clonico (un'alternanza di contrazioni e di rilassamenti); si hanno quindi due tipi di balbuzie: tonica e clonica. Nel primo caso il bambino incomincia a parlare correttamente e all'improvviso, p\r\ner uno spasmo della muscolatura laringea, si blocca a bocca aperta, e nessun suono può uscire dalle sue labbra.\\par\r\nLo spasmo è accompagnato da movimenti incoordinati delle mani e da smorfie del volto. La fine di questa contrazione spasmodica è segnata \r\nda una rapida ripresa del discorso, mentre le parole fluiscono concitate. Nella forma clonica, il bambino di carattere spesso impulsivo, confusionario e instabile, parla normalmente, ma di tanto in tanto si inceppa, ripete convulsamente una sillaba, in g\r\nenere quella all'inizio di una parola, che riuscirà a pronunciare in modo completo solo dopo due o tre tentativi.\\par\r\nIl problema della causa della balbuzie non è semplice e non sempre è risolto. Tuttavia prima di iniziare qualsiasi tipo di terapia, si \r\ndeve fare una valutazione accurata e completa del bambino analizzando il suo sviluppo fisico, psicomotorio e il suo stato emozionale con il tipo di disturbo del linguaggio che presenta. Poiché, in genere, si tratta di bambini emotivi, il primo provvedime\r\nnto dovrebbe mirare a ridurre lo stato d'ansia e ad eliminare le condizioni psicologiche sfavorevoli che spesso esistono nell'ambito della famiglia o della scuola. I familiari e gli insegnanti non dovrebbero mai sgridare il bambino balbuziente né derider\r\nlo, pensando di correggerlo facendolo vergognare del proprio difetto; dovrebbero invece aiutarlo a rendersene conto affinché egli possa partecipare attivamente alla terapia correttiva.\\par\r\nL'approccio al bambino con disturbi del linguaggio dovrebbe esse\r\nre multidisciplinare allo scopo di valutare e identificare tutti i possibili fattori causali ad esso connessi.\\par\r\nLe visite fatte dal pediatra e dal neuropsichiatra infantile comprendono un'accurata \\cf17 \\ATXht80000 anamnesi\\cf16 \\ATXht0 riguardo agl\r\ni eventi prenatali e postnatali, allo sviluppo psicomotorio, alle condizioni ambientali in cui il bambino vive; un attento esame obiettivo può rivelare la presenza di lesioni organiche o d'anomalie di struttura degli organi interessati nel processo di fo\r\nnazione.\\par\r\nLo specialista otorinolaringoiatra valuta lo stato d'integrità anatomica e funzionale dell'apparato uditivo, oltre alla capacità e al grado di \"memoria uditiva\". Dopo aver eliminato gli eventuali impedimenti di natura anatomica e/o funziona\r\nle, la terapia dei disturbi del linguaggio va iniziata al più presto; dovrebbe essere eseguita solo da personale specializzato (logopedisti) e adattata alle capacità cognitive del bambino con l'utilizzo dei mezzi che si ritengono di volta in volta più id\r\nonei.\\par",
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"Titolo": "DISTURBI DELL'APPRENDIMENTO",
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"Titolo": "DISLESSIA",
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"Dida_Foto": "Dislessia: errori tipici.\r\n#",
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"Titolo": "DISCALCULIA",
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"Titolo": "DISTURBI DELL'UDITO",
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A 9-10 mesi inizia a comprendere il significato delle parole più comuni e tenta di imitarne il suono. Dopo la nascita va progressivamente maturando la capacit\r\nà di localizzare la fonte del rumore, che è perfettamente identificata oltre i due anni.\\par\r\nLa normale capacità \"uditiva\" è la condizione indispensabile per una normale acquisizione del linguaggio. Il bambino che non può udire la voce propria e degli a\r\nltri non imparerà a parlare; il bambino che perde l'udito a 5 o 6 anni, perderà a poco a poco anche il patrimonio linguistico acquisito fino a quel momento.\\par\r\nIl problema essenziale è individuare precocemente i difetti dell'udito per poterli corregger\r\ne prima che compaiano le loro conseguenze: disturbi nell'acquisizione del linguaggio e nello sviluppo psichico.\\par\r\nI difetti dell'udito sono essenzialmente di due tipi, fra loro differenti sia riguardo all'\\cf17 \\ATXht80000 eziologia\\cf16 \\ATXht0 e al\r\nl'età d'insorgenza, sia riguardo alla prognosi e alle possibilità terapeutiche.\\par\r\nEssi sono l'\\cf17 \\ATXht80000 ipoacusia\\cf16 \\ATXht0 di tipo sensoriale o percettiva e l'ipoacusia trasmissiva.\\par\r\n\\pard\\tx270\\ATXts0\\li135\\fi-135\\ATXbrdr0 - L'ipoacu\r\nsia sensoriale o percettiva è dovuta a lesioni cerebrali, del \\cf17 \\ATXht966 nervo acustico\\cf16 \\ATXht0 o della coclea, per lo più di natura malformativa o degenerativa; è presente di norma fin dalla nascita ed è sempre grave e non regredibile.\\par\r\n\\pard\\tx270\\tx4455\\ATXts0\\li135\\fi-135\\ATXbrdr0 - L'ipoacusia trasmissiva è dovuta alla compromissione delle parti dell'orecchio medio (\\cf17 \\ATXht80000 timpano\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 catena degli ossicini\\cf16 \\ATXht0 ) conseguente per lo più ad\r\n otiti recidivanti, si manifesta in età scolare, può essere mono o bilaterale e può regredire se guarisce in tempo utile la patologia infiammatoria di base.\\par\r\n\\pard\\tx270\\ATXts0\\li0\\fi0\\ATXbrdr0 DIAGNOSI. L'\\cf17 \\ATXht80000 anamnesi\\cf16 \\ATXht0 mat\r\nerna è molto importante per individuare la familiarità di difetti genetici dell'apparato uditivo oppure le possibilità di rischio di lesioni, conseguenti ad infezioni in gravidanza quali: la \\cf17 \\ATXht80000 toxoplasmosi\\cf16 \\ATXht0 , la \\cf17 \\ATXht80000 rosolia\\cf16 \\ATXht0 , la malattia da Citomegalovirus; queste ultime producono lesioni della parte \"nervosa\" dell'orecchio, causando una sordità di tipo percettivo che si manifesta solo verso la fine del primo anno di vita.\\par\r\nNel neonato e nel latta\r\nnte una prima valutazione dell'udito si può fare osservando le reazioni ad un rumore improvviso: inizialmente un battito di ciglia, un movimento del capo o degli arti, il pianto sono i segni più comuni di risposta allo stimolo; dopo i 4-5 mesi, il bambin\r\no gira il capo e lo sguardo alla ricerca della fonte sonora, inizia a vocalizzare e impara gradualmente ad imitare e riprodurre i suoni.\\par\r\nPer i genitori non è sempre facile notare la mancanza di reattività ai rumori nel neonato, ma, nei mesi successi\r\nvi, anche i meno attenti riescono a notare il comportamento \"strano\" del lattante con ipoacusia: egli, infatti, appare piuttosto apatico, poco interessato a ciò che lo circonda, non risponde alla voce della mamma ed è come se vivesse isolato, in un mondo\r\n tutto suo, non vocalizza e all'età di un anno (o più) non saprà ancora parlare. Nel bambino piccolo, infatti, i sintomi \"spia\" di una condizione d'ipoacusia sono: la scarsa reattività agli stimoli ambientali e il mancato sviluppo del linguaggio.\\par\r\nUn\r\n altro momento importante in cui effettuare il controllo dell'udito è l'età d'inizio della scuola: un metodo rudimentale, ma utile, per dare un primo orientamento consiste nel bisbigliare, come fosse un gioco, una semplice domanda all'orecchio del bambin\r\no, senza che egli possa vedere il movimento delle labbra e coprendo, con indifferenza, l'orecchio controlaterale.\\par\r\nA 6-7 anni vanno controllati con particolare attenzione i bambini che hanno sofferto di ripetuti episodi d'\\cf17 \\ATXht80000 otite\\cf16 \\ATXht0 acuta e rinofaringite, e i portatori di spiccata \\cf17 \\ATXht80000 ipertrofia\\cf16 \\ATXht0 adenoidea.\\par\r\nPuò accadere di scoprire un'ipoacusia, mono o bilaterale, di gravità variabile, proprio in età scolare: nessuno prima si era accorto che i\r\nl bambino sentisse poco, perché rispondeva ai richiami, reagiva ai rumori di casa e della strada; in qualche caso sono segnalate turbe del carattere, peggiorate in tempi recenti. I genitori riferiscono che il bambino è diventato \"scontroso\" e tende sempr\r\ne più ad isolarsi, a scuola i risultati non sono molto brillanti, soprattutto in \"dettato\" egli riporta brutti voti e appare sempre \"svagato\", tanto che gli insegnanti spesso lo giudicano pigro e poco interessato alla scuola. In realtà il bambino, non se\r\nntendo bene, non riesce a capire perfettamente quanto accade intorno a lui né a socializzare con i compagni o con gli insegnanti poiché ha anche difficoltà nel linguaggio. Solo quando si accorge che qualcuno gli parla sta attentissimo ai movimenti delle \r\nlabbra e impara a riconoscere le parole non dal suono, ma dalla mimica facciale di chi le pronuncia.\\par\r\nEgli, infatti, non è in grado di rendersi conto della propria ipoacusia, ma, poiché ha un'intelligenza e una sensibilità normali, avverte il dispiac\r\nere per gli insuccessi scolastici, i rimproveri dei genitori e la difficoltà nel comunicare con i compagni e reagisce isolandosi sempre di più dal mondo, apparentemente ostile, che lo circonda.\\par\r\nA quest'età riconoscere l'ipoacusia è molto importante:\r\n un'accurata visita otorinolaringoiatrica permetterà di individuare e curare l'otite per tempo, prima che s'instauri una \\cf17 \\ATXht80000 sclerosi\\cf16 \\ATXht0 irreversibile della membrana timpanica.\\par\r\nAl momento di iniziare la scuola materna o elem\r\nentare tutti i bambini dovrebbero essere sottoposti a screening audiologici, e in modo particolare quelli che si sono trovati, o si trovano, in condizioni a rischio d'ipoacusia.\\par",
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"Dida_Foto": "Condizioni che comportano rischio di ipoacusia in età infantile.\r\n#",
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"Vedi_Anche": "SORDOMUTISMO 21351#"
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L'occhio è un organo estremamente delicato, il cui sviluppo, quasi completo alla nascita, si va via via perfezionando nel corso del primo anno di vita, per raggiungere il massimo dell'acuità visiva intorno agli 8 a\r\nnni.\\par\r\nAlla nascita le dimensioni dell'occhio sono di poco inferiori a quelle definitive; nei primi mesi, fino al raggiungimento dell'anno, vi sono però alcuni deficit della funzione visiva dovuti ad una fisiologica immaturità della \\cf17 \\ATXht80000 \r\nretina\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nIl neonato distingue la luce dal buio e percepisce le ombre degli oggetti \"incolori\" perché nella retina sono sviluppati solo i bastoncelli, le cellule capaci di percepire la luce; i coni, le cellule che consentono la percezion\r\ne dei colori, sono ancora \"corti\" e si completano intorno ai 7-8 mesi.\\par\r\nNei primi giorni di vita il bambino guarda e vede il volto vicino della mamma (soprattutto durante la poppata) e impara a conoscerlo, inoltre reagisce alla luce forte chiudendo g\r\nli occhi e restringendo le pupille. La presenza del \"riflesso pupillare\" allo stimolo luminoso indica l'integrità della retina e del \\cf17 \\ATXht93826 nervo ottico\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nL'acuità visiva, vale a dire la visione distinta d'oggetti lontani, pa\r\nri a circa 3-4/10 ad un anno, aumenta gradatamente fino a raggiungere i 10/10 verso i sei anni.\\par\r\nNei primi mesi non è ancora perfetto il controllo dei muscoli extraoculari, che regolano i movimenti degli occhi, è quindi frequente osservare uno \\cf17 \\ATXht80000 strabismo\\cf16 \\ATXht0 episodico. La condizione non è più \"fisiologica\" se lo strabismo persiste dopo i 6-7 anni.\\par\r\nL'occhio può essere sede di malformazioni congenite conseguenza d'infezioni contratte dalla madre in \\cf17 \\ATXht80000 gravi\r\ndanza\\cf16 \\ATXht0 (\\cf17 \\ATXht80000 rosolia\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 toxoplasmosi\\cf16 \\ATXht0 ecc.), di patologie intervenute in epoca neonatale nei casi di \\cf17 \\ATXht80000 prematurità\\cf16 \\ATXht0 grave o d'emorragie intracraniche, oppur\r\ne di lesioni trasmesse per via ereditaria come la \\cf17 \\ATXht80000 cataratta\\cf16 \\ATXht0 e il \\cf17 \\ATXht80000 glaucoma\\cf16 \\ATXht0 congeniti, la \\cf17 \\ATXht80000 miopia\\cf16 \\ATXht0 ecc.\\par\r\nTutte queste condizioni, che causano una grave menoma\r\nzione della funzione visiva del bambino, sono fortunatamente poco frequenti e, nella gran parte dei casi, diagnosticabili alla nascita o entro pochi mesi di vita.\\par\r\nNel bambino, non portatore né \"a rischio\" per patologie così invalidanti, è tuttavia i\r\nmportante seguire lo sviluppo della vista, poiché molte volte \"problemi\" che hanno origine in giovane età rimangono a lungo misconosciuti e si evidenziano troppo tardi, vanificando così la possibilità d'interventi terapeutici che sarebbero stati efficaci\r\n se fatti in tempo precedente.\\par\r\nI difetti della vista, che frequentemente si possono riscontrare nell'età infantile, sono lo strabismo (\\cf17 \\ATXht80000 congenito\\cf16 \\ATXht0 o acquisito) e i difetti di \\cf17 \\ATXht80000 rifrazione\\cf16 \\ATXht0 (\r\nmiopia, \\cf17 \\ATXht80000 astigmatismo\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 ipermetropia\\cf16 \\ATXht0 ).\\par\r\nUn'accurata \\cf17 \\ATXht80000 anamnesi\\cf16 \\ATXht0 fatta alla madre consente di individuare i casi di possibile patologia ereditaria (miopia, cata\r\nratta ecc.) o d'infezioni materne in gravidanza (rosolia, toxoplasmosi ecc.).\\par\r\nIn occasione della prima visita al neonato particolare attenzione va dedicata all'esame dell'occhio e della capacità del bambino di reagire alla luce; nei casi di grave pr\r\nematurità, di patologie neonatali con compromissione del \\cf17 \\ATXht93516 sistema nervoso\\cf16 \\ATXht0 centrale o che hanno richiesto una prolungata terapia con ossigeno, le condizioni dell'occhio vanno seguite scrupolosamente nel corso dei primi mesi \r\ndi vita.\\par\r\nLa mancanza del riflesso pupillare o la comparsa di una macchia bianca nella \\cf17 \\ATXht80000 pupilla\\cf16 \\ATXht0 (leucoria) sono, infatti, segni d'avvenute lesioni del nervo ottico o della retina.\\par\r\nAd ogni età il bambino va inviato \r\nal più presto dall'oculista se vi è un evidente strabismo persistente, se si ha l'impressione che non segua bene gli oggetti con lo sguardo, se i genitori esprimono dubbi riguardo all'acutezza visiva oppure segnalano l'abitudine ad assumere inconsciament\r\ne atteggiamenti anomali del capo guardando la televisione (torcicollo oculare); inoltre se il bambino lamenta bruciore agli occhi e mal di testa dopo la lettura.\\par\r\nIn ogni caso non va trascurata una visita oculistica che andrebbe fatta a tutti i bambi\r\nni, anche se non presentano apparenti disturbi, nel corso della scuola materna o prima dell'inizio della scuola elementare.\\par\r\nPer gli scolari con disturbi visivi, la leggera differenza d'alcune lettere dell'alfabeto può generare confusione, così che i\r\nl difetto visivo e il tratto maldestro conducono a non riconoscere più la lieve differenza di forma e la confusione diventa sistematica e inconscia. Di fronte a difetti di tipo ortografico s'impone sempre un esame delle capacità sensoriali dello scolaro.\r\n\\par",
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"Vedi_Anche": "ROSOLIA 50417#Retinopatia del prematuro 21293#DIFETTI DI REFRAZIONE 21206#STRABISMO 21337#Cataratte congenite 21324#Glaucoma congenito o malformativo 21334#"
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"Titolo": "BAMBINO FEBBRILE",
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Nei casi in cui non vi siano segni obiettivi particolari e il bambino nonostante la febbre, appaia in buone condizioni, bisogna pensare all'esistenza di una \\cf17 \\ATXht80000 batteriemia\\cf16 \\ATXht0 occulta, come per esempio in corso d'infezione delle vie urinarie, che va ricercata con opportuni esami ematochimici e batteriologici.\\par\r\nSoprattutto il piccolo lattante con febbre persistente deve essere attentamente valutato poiché al disotto d\r\nei 3 mesi le infezioni batteriche (meningiti, polmoniti, infezioni urinarie) decorrono spesso con una sintomatologia aspecifica e apparentemente poco importante come l'inappetenza.\\par\r\nNei primi anni di vita la gran parte delle malattie infettive febbri\r\nli ha un'\\cf17 \\ATXht80000 eziologia\\cf16 \\ATXht0 virale. La diagnosi differenziale tra infezione virale e batterica è spesso difficoltosa e non sempre possibile senza test di laboratorio.\\par\r\nTeoricamente solo per le infezioni batteriche è efficace la\r\n terapia antibiotica, in pratica quasi tutti i bambini (soprattutto se lattanti) con febbre persistente sono curati con \\cf17 \\ATXht80000 antibiotici\\cf16 \\ATXht0 anche per infezioni di presunta eziologia virale, al fine di garantire una più completa pr\r\notezione antinfettiva.\\par\r\nSe il bambino è grandicello e, nonostante la febbre, appare in buone condizioni cliniche, può essere fatta a domicilio una terapia con soli \\cf17 \\ATXht80000 antipiretici\\cf16 \\ATXht0 , per qualche giorno, in attesa della scom\r\nparsa della febbre o della comparsa di sintomi chiarificatori; ricordiamo, per esempio, che la fase febbrile prodromica del \\cf17 \\ATXht80000 morbillo\\cf16 \\ATXht0 può durare talvolta 6-8 giorni (anziché 3 o 4) prima che compaia il caratteristico \\cf17 \\ATXht80000 esantema\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nI neonati e i bambini con meno di 3 mesi d'età con febbre elevata e persistente andrebbero, invece, sempre ricoverati in ospedale.\\par\r\nLa febbre è un sintomo \"spia\" di molte malattie, ma rappresenta anche una reazi\r\none \"positiva\" dell'organismo all'aggressione d'agenti patogeni, va quindi sempre valutata con attenzione, curata ma, in un certo senso, anche \"rispettata\". Non rappresenta di norma una condizione di pericolo immediato, solo nel bambino in età scolare, p\r\nuò scatenare talvolta la comparsa di crisi convulsive: le convulsioni febbrili.\\par\r\nNaturalmente anche la terapia deve essere adeguata. E' giustificato intervenire con la somministrazione di farmaci antipiretici se la temperatura corporea supera i 39° C\r\n, in tal caso è utilissima anche l'applicazione della borsa del ghiaccio o d'impacchi freddi all'inguine, per ridurre la temperatura del \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 , e sul capo, per alleviare il mal di testa da congestione locale.\\par",
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"Titolo": "FEBBRE DI ORIGINE SCONOSCIUTA",
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"Titolo": "FEBBRICOLA PERSISTENTE",
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"Titolo": "FEBBRE DA \"INGANNO\"",
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"Titolo": "DOLORE NEL BAMBINO",
"Codice": "MEB028",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx4305\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 DOLORE NEL BAMBINO\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Il sintomo del dolore compare spesso anche nel bambino e non sempre è di facile interpretazione.\r\n\\par\r\n\\pard\\tx420\\tx2295\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 ORIGINE DEL DOLORE\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 Avvertire dolore è facile e frequente, poiché le fibre nervose, che \"conducono\" gli stimoli dolorosi, sono moltissime e localizzate in tutti i tes\r\nsuti (cute, mucose, sierose periviscerali, parte vascolare ecc.) e in tutti gli organi; a livello della cute e delle mucose, particolarmente ricche di terminazioni nervose, si proiettano anche molti dolori d'origine viscerale (intestinale, cardiaca, epat\r\nica ecc.) poiché il dolore \"profondo\" è riferito alla superficie cutanea che riceve le fibre nervose provenienti dallo stesso segmento spinale cui fanno capo le fibre, conduttrici dello stimolo doloroso, a partenza da un determinato viscere.\\par\r\nPer far\r\ne un esempio sulla localizzazione del dolore, il dolore che origina dal \\cf17 \\ATXht80000 rene\\cf16 \\ATXht0 è spesso riferito al fianco corrispondente e alla schiena, il dolore cardiaco al braccio sinistro.\\par\r\n\\pard\\tx420\\tx2850\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \r\n\\par\r\n\\cf16 LA SENSAZIONE DOLOROSA\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 La sensazione dolorosa si esprime in ogni individuo in modo diverso, in rapporto sia al tipo di sensibilità individuale (soglia del dolore più o meno elevata) sia a particolari condizioni\r\n psichiche: una forte emozione può distrarre dal dolore, oppure, al contrario, in condizioni di particolare tensione nervosa spesso si acuisce la sensibilità e il dolore si sopporta meno.\\par\r\nLa soglia del dolore, vale a dire la capacità più o meno gran\r\nde di sopportare gli stimoli dolorosi, fa parte delle caratteristiche \"costituzionali\" e deriva dal tipo d'equilibrio che, in ogni individuo, si stabilisce tra i cosiddetti \"mediatori\" della sensibilità dolorifica.\\par\r\nI \"mediatori\" sono sostanze che si\r\n producono nell'organismo stesso, essi sono capaci di accentuare o generare il dolore (\\cf17 \\ATXht80000 serotonina\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 acetilcolina\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 prostaglandine\\cf16 \\ATXht0 ) oppure di calmarlo (\\cf17 \\ATXht80000 adrenalina\\cf16 \\ATXht0 , endorfine, enchefaline ecc.).\\par\r\nCi sono soggetti in cui l'equilibrio fra questi \"mediatori\" è spostato a favore degli algogeni, questi sopportano pochissimo il dolore e tendono ad ingigantirne l'entità.\\par\r\n\\pard\\tx420\\tx4455\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 ESPRESSIONE DEL DOLORE\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 Nel neonato e nel lattante il pianto, oltre ad una generica sensazione di disagio, può esprimere dolore, non sempre facile da interpretare.\\par\r\nFino a 3 o 4 \r\nanni il bambino, la cui rete di circuiti nervosi non è ancora perfettamente formata localizza di solito il dolore in ragione periombelicale, qualunque sia la reale sede d'origine; solamente verso i 5-6 anni egli sarà in grado di riferire esattamente le c\r\naratteristiche del dolore e la sede in cui questo si manifesta.\\par\r\nIn età scolare talvolta i bambini \"giocano\" col sintomo del dolore, imitando gli adulti; oppure lo usano come espediente per strumentalizzare i genitori o per non andare a scuola.\\par\r\n\\pard\\tx420\\tx4455\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 TIPI DI DOLORE\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 Facendo eccezione per le condizioni che implicano una grave sintomatologia dolorosa ad insorgenza acuta, difficilmente il medico riesce ad acquisire informa\r\nzioni dirette e obiettive riguardo ai dolori lamentati dal bambino, che vengono per lo più riferiti dai genitori in occasione di una visita ambulatoriale.\\par\r\nDi fronte ad una sintomatologia dolorosa \"riferita\" è anzitutto indispensabile cercare di capi\r\nre esattamente la natura e la \"realtà\" del dolore, attraverso uno scrupoloso esame clinico del bambino, e richiedendo un'accurata descrizione delle sue malattie più recenti e delle caratteristiche dell'evento doloroso. \\par",
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"Titolo": "DOLORE ACUTO",
"Codice": "MEB028A",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx1890\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 DOLORE ACUTO\\par\r\n\\pard\\tx270\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Il termine stesso indica l'urgenza e la drammaticità ad esso connessa, è in genere conseguente a process\r\ni infettivi di tipo suppurativo o alla repentina distensione d'organi cavi, come nel caso d'emorragie interne od occlusioni intestinali.\\par\r\nIn molti casi il dolore è accompagnato o seguito entro breve tempo, da sintomi indicativi di una specifica patol\r\nogia d'organo, per esempio vomito, nelle forme intestinali, vertigini o altri segni neurologici, nel caso di lesioni cerebrali.\\par\r\nUn dolore insorto acutamente, che comporta un evidente stato di sofferenza del bambino richiede sempre l'immediata ospeda\r\nlizzazione, in particolare se è localizzato al capo o all'\\cf17 \\ATXht80000 addome\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nNon infrequenti sono i dolori ai muscoli (\\cf17 \\ATXht80000 miosite\\cf16 \\ATXht0 ) che compaiono talvolta nel corso di sindromi influenzali (virus para\r\ninfluenzale B o \\cf17 \\ATXht80000 enterovirus\\cf16 \\ATXht0 ); possono essere molto violenti, ma di breve durata e scompaiono con lo sfebbramento.\\par\r\nTra le sindromi dolorose acute articolari, che si accompagnano ad impotenza funzionale ricordiamo:\r\n\\par\r\n\\pard\\tx270\\ATXts0\\li270\\fi-270\\ATXbrdr0 a) la coxalgia acuta in cui uno stato infiammatorio aspecifico dell'articolazione dell'anca, causa immobilità e un forte dolore, riferito alla gamba e al fianco; non pone particolari problemi poiché il decorso è \r\nin genere rapido e senza febbre;\\par\r\nb) la lussazione del capitello del radio (osso dell'avambraccio) che si produce durante il gioco o per una brusca manovra di trazione compiuta da chi tiene per mano il bambino; provoca un dolore acutissimo che si acc\r\nentua ad ogni movimento del braccio e scompare non appena è ridotta la lussazione.\\par",
"ID": 321,
"Foto": "MEB028A_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Il dolore acuto.\r\nUn particolare tipo di dolore acuto è quello che si verifica per la lussazione del capitello del radio dovuta spesso ad una brusca manovra di trazione compiuta da chi tiene per mano un bambino.\r\n#",
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{
"Titolo": "DOLORE PERSISTENTE",
"Codice": "MEB028B",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx2475\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 DOLORE PERSISTENTE\\par\r\n\\pard\\tx555\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Rispetto alle forme ad esordio acuto il dolore persistente è meno forte, ma come indica il termine\r\n dura più a lungo e può creare non pochi problemi.\\par\r\nDolori addominali persistenti possono essere indicativi di una patologia infiammatoria cronica dell'\\cf17 \\ATXht80000 intestino\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nUna \\cf17 \\ATXht80000 cefalea\\cf16 \\ATXht0 persis\r\ntente, intensa, che si accentua durante la notte, soprattutto se associata a vomito o a segni di deficit neurologico va seriamente considerata poiché potrebbe essere l'espressione clinica di una \\cf17 \\ATXht80000 neoplasia\\cf16 \\ATXht0 cerebrale.\\par\r\nL\r\na sede di localizzazione, molto più frequente, di dolori persistenti è tuttavia l'apparato scheletrico e in particolare le articolazioni, in cui processi infiammatori non infettivi, lesioni degenerative, traumatismi ripetuti nel tempo, danno spesso origi\r\nne ad una persistente sintomatologia dolorosa, in parte associata a limitazioni funzionali dell'arto interessato.\\par\r\nUna patologia emergente tra i giovani atleti sono le \\cf17 \\ATXht80000 osteocondrosi\\cf16 \\ATXht0 od osteocondriti giovanili, dovute a\r\n lesioni delle cartilagini di coniugazione o dei nuclei d'\\cf17 \\ATXht80000 ossificazione\\cf16 \\ATXht0 di segmenti ossei (\\cf17 \\ATXht80000 femore\\cf16 \\ATXht0 , corpi vertebrali, \\cf17 \\ATXht80000 tibia\\cf16 \\ATXht0 ) sottoposti a forti e ripetute traz\r\nioni e/o particolarmente sollecitati durante la pratica sportiva agonistica.\\par\r\nParticolarmente importanti sono in quest'ambito le artriti, in cui il dolore alle grosse o piccole articolazioni (secondo le forme cliniche) è particolarmente accentuato il\r\n mattino, appena svegli, e si attenua col movimento.\\par\r\nIn età pediatrica gli esempi più tipici di patologia articolare sono il reumatismo articolare acuto (RAA) e l'artrite reumatoide giovanile (ARG).\\par\r\nMeno frequenti sono i dolori localizzati più \r\nprecisamente alle ossa; essi sono continui e non cessano col riposo, anzi spesso si accentuano durante la notte; sono spesso dovuti a tumori ossei o a \"infiltrati leucemici\" dello scheletro.\\par",
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"Titolo": "DOLORI RICORRENTI",
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Per questo tipo di patologia la sede più spesso interessata è, infatti, l'\\cf17 \\ATXht80000 addome\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nSpesso sono su base psicosomatica come i dolori addominali ricorrenti e la sindrome del \\cf17 \\ATXht80000 colon\\cf16 \\ATXht0 irritabile, che costituiscono una delle più frequenti patologie dello scolaro.\\par\r\nTra le forme ad \\cf17 \\ATXht80000 eziologia\\cf16 \\ATXht0 organica non sono rari, anche nel bambino, i dolori e/o bruciori epigastrici o retrosternali \r\nriferiti da soggetti portatori di reflusso gastro-esolageo.\\par\r\nAnche il bambino, se pur molto raramente, può accusare dolore e bruciore allo \\cf17 \\ATXht80000 stomaco\\cf16 \\ATXht0 (localizzato a volte in sede periombelicale) che si accentua lontano da\r\ni pasti e si placa con l'ingestione di cibo, dovuto a gastrite ipersecretiva.\\par\r\nParticolare rilevanza hanno però i dolori alla testa che caratterizzano le crisi di cefalea. Il \"mal di testa\" è spesso un sintomo fugace, che il bambino accusa quando ha \r\nfebbre, è stanco, non ha digerito bene, per \"convenienza\" se desidera essere esonerato da qualche incarico poco gradito oppure \"per gioco\" imitando gli adulti.\\par\r\nIn tutte le circostanze ora descritte esso non costituisce mai motivo di grande malessere\r\n, tanto che (escludendo i casi in cui vi è una malattia intercorrente) il piccolo dice: \"mi fa male la testa\", ma non interrompe la propria attività, anzi continua a giocare con lo stesso interesse e se nessuno gli presta particolare attenzione o se gli \r\nè proposto di fare qualcosa di piacevole si dimentica rapidamente del disturbo che aveva poco prima enunciato per intraprendere l'attività che più lo interessa.\\par\r\nA volte però può capitare che il dolore sia reale e persistente, come accade in occasion\r\ne di vere e proprie crisi di cefalea.\\par\r\nNel bambino in età scolare sono particolarmente frequenti due tipi di cefalea, non dovuta alla presenza di lesioni organiche cerebrali, ma su base funzionale: la cefalea da stanchezza visiva e quella da eccessiv\r\na tensione nervosa.\\par\r\nNel primo caso il bambino lamenta un forte mal di testa dopo aver studiato o essersi concentrato a lungo a leggere o ad osservare qualche cosa. In questi casi è necessaria una visita oculistica che spesso può rivelare la presenza\r\n di vizi di \\cf17 \\ATXht80000 rifrazione\\cf16 \\ATXht0 o di \\cf17 \\ATXht80000 strabismo\\cf16 \\ATXht0 non apparente.\\par\r\nNel secondo caso è l'eccessiva tensione nervosa che il bambino accumula durante le ore di scuola a scatenare la crisi.\\par\r\nLa cefal\r\nea inizia nelle ultime ore di lezione ma più spesso nel tardo pomeriggio, simulando la cefalea d'applicazione; a volte è riferita non come vero dolore, ma come sensazione di \"testa pesante\". E' esplicativo il fattore che nei giorni di vacanza il bambino \r\nstia perfettamente bene.\\par\r\nNell'infanzia il \"mal di testa\" difficilmente è imputabile a sinusite, mentre può far parte del corteo sintomatologico delle allergie: i bambini con allergie alimentari possono accusare mal di testa dopo l'ingestione di latt\r\ne o di cibi che causano la liberazione d'\\cf17 \\ATXht80000 istamina\\cf16 \\ATXht0 come cacao, pomodori, formaggi fermentati. Particolarmente importanti sono anche nel bambino le crisi d'emicrania, forse su base vasomotoria, ma più spesso ad eziologia ign\r\nota che ricorrono spesso con carattere di familiarità.\\par\r\nLa crisi emicranica è abbastanza tipica, si manifesta in modo capriccioso, talvolta preceduta da segni premonitori (sonnolenza, fastidio per la luce o per i rumori, parestesie ecc.) e può essere\r\n accompagnata da vertigini, nausea o vomito. Il dolore è sempre molto forte, pulsante e localizzato ad una parte del capo. Durante la crisi, il bambino desidera andare a letto e rimanere in silenzio, possibilmente al buio; spesso si addormenta e il dolor\r\ne si esaurisce a poco a poco.\\par\r\nLa terapia con \\cf17 \\ATXht80000 analgesici\\cf16 \\ATXht0 o \\cf17 \\ATXht80000 paracetamolo\\cf16 \\ATXht0 è sintomatica e utile nelle forme particolarmente dolorose.\\par\r\nL'emicrania può \"passare\" definitivamente col tra\r\nscorrere degli anni, ma più spesso persiste, soprattutto nei casi in cui vi è familiarità.\\par",
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"Titolo": "INCIDENTI DOMESTICI",
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"Titolo": "AVVELENAMENTI",
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"Titolo": "INTOSSICAZIONE DA ALCOL",
"Codice": "MEB029B",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3795\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 INTOSSICAZIONE DA ALCOL\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Nell'età infantile la tolleranza all'alcol è nettamente minore che nell'adulto, e quindi magg\r\niori sono le possibilità di un'intossicazione.\\par\r\nNon è per niente raro che un bambino si ubriachi sia perché, avendo trovato una bottiglia di liquore dal sapore gradevole, per golosità, ne beve una discreta quantità in pochi minuti, sia perché a volte\r\n persone adulte irresponsabili gli offrono o gli concedono di bere misurando col loro metro la sua resistenza all'alcol e pensando candidamente di non fargli alcun male.\\par\r\nL'intossicazione da alcol è di solito acuta e si manifesta con i sintomi di una\r\n comune ubriacatura.\\par\r\nIl bambino, rosso in volto, è dapprima agitato, ride, singhiozza, grida, non riesce a stare fermo, parla con frasi sconnesse e parole smozzicate; in un secondo tempo entra in uno stato quasi comatoso, perde ogni energia, si abba\r\nndona pallido, senza forze e privo di coscienza.\\par\r\nQualche volta è scosso da crisi convulsive.\\par\r\nPuò accadere che, poco dopo aver bevuto, il vomito, spontaneo o provocato meccanicamente, liberi lo \\cf17 \\ATXht80000 stomaco\\cf16 \\ATXht0 e l'organis\r\nmo da buona parte dell'alcol; in ogni modo, poiché l'alcol è assorbito velocemente, è meglio non attendere troppo a lungo che il bambino vomiti, ma portarlo al posto di soccorso più vicino, dove sia possibile eseguire una lavanda gastrica mediante acqua \r\ncon aggiunta di tè o caffè.\\par\r\nIn caso di \\cf17 \\ATXht80000 collasso\\cf16 \\ATXht0 , già a domicilio si possono somministrare degli stimolanti cardiocircolatori, tipo \\cf17 \\ATXht80000 caffeina\\cf16 \\ATXht0 , se il bambino è ancora abbastanza sveglio e \r\nin grado di deglutire; in caso contrario, la somministrazione per via orale di qualsiasi sostanza va evitata perché potrebbe provocare una pericolosissima polmonite ab ingestis per il passaggio dei liquidi in \\cf17 \\ATXht80000 trachea\\cf16 \\ATXht0 anzic\r\nhé nell'\\cf17 \\ATXht80000 esofago\\cf16 \\ATXht0 . Di solito, per fortuna, le intossicazioni da alcol del bambino, pur richiedendo un intervento urgente del medico per l'incombente pericolo di complicanze cardiache o nervose, non sono mai gravi. Quando lo \r\nstomaco è vuoto, un lungo e riposante sonno interviene a sistemare ogni cosa e al risveglio tutto sarà normale.\\par",
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"Titolo": "USTIONI",
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"Titolo": "INALAZIONE O INGESTIONE DI CORPI ESTRANEI",
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"Vedi_Anche": "CORPI ESTRANEI NELLE VIE AEREE 21402#SINDROMI DA ASPIRAZIONE 50360#"
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"Titolo": "MALATTIE DEL BAMBINO",
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"Titolo": "MALFORMAZIONI CONGENITE",
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In circa il 4% dei neonati si possono inoltre rilevare le anomalie congenite definite \"minor\" quali: la clinodatti\r\nlia del quinto dito, appendici cutanee preauricolari, epicanto, angiomi piani, macchie colore caffelatte ai glutei, \\cf17 \\ATXht80000 sindattilia\\cf16 \\ATXht0 ai piedi o alle mani, dita soprannumerarie, \\cf17 \\ATXht80000 diastasi\\cf16 \\ATXht0 dei musco\r\nli retti addominali, gomito valgo ecc. di nessuna rilevanza clinica, ma ugualmente motivo di apprensione per i genitori.\\par\r\nLa nascita di un bambino malformato crea sempre una situazione angosciosa sia per i familiari sia per il medico poiché spesso s'\r\nimpongono problemi terapeutici che vanno affrontati con urgenza mentre nei genitori, turbati, diventa impellente il desiderio di conoscere la causa e le conseguenze dell'anomalia e le prospettive in caso di gravidanze future.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 DIAGNO\r\nSI\\par\r\nLa precisa valutazione diagnostica di un neonato malformato è, comunque, spesso complessa; essa comporta:\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\li270\\fi-270\\ATXbrdr0 a) un attento esame obiettivo del neonato che comprende una sistematica ispezione dei distretti corp\r\norei e degli organi oltre alla stima dei parametri di crescita intrauterini (altezza, peso, circonferenza cranica ecc.); \\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\li270\\fi-270\\ATXbrdr0 b) un'\\cf17 \\ATXht80000 anamnesi\\cf16 \\ATXht0 accurata con la quale si raccolgono inf\r\normazioni riguardanti il periodo prenatale e il \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 , i risultati degli esami ecografici fatti in gravidanza, l'esposizione ad eventuali agenti teratogeni noti o presunti; è importante inoltre rilevare l'età dei genitori \r\ne la loro eventuale \\cf17 \\ATXht80000 consanguineità\\cf16 \\ATXht0 , l'esistenza nell'ambito della famiglia di casi di malformazioni o d'anomalie genetiche; né vanno tralasciate le notizie riguardanti le caratteristiche della \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 e del \\cf17 \\ATXht9211 liquido amniotico\\cf16 \\ATXht0 ;\\par\r\nc) esami strumentali e di laboratorio quali ecografie, radiografie dello scheletro, esami tomografici (TAC), indagini cromosomiche, biochimiche sul \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 o sul DNA.\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\li0\\fi0\\ATXbrdr0 Questi tre momenti diagnostici consentono di solito di definire il tipo di malformazione inquadrandola in una delle quattro più frequenti categorie eziologiche, vale a \r\ndire: le anomalie di forma o di numero dei cromosomi, alterazioni che riguardano singoli geni, danni arrecati da fattori ambientali avversi, difetti multifattoriali in cui a un difetto genetico si somma un danno ambientale. L'identificazione della vera c\r\nausa dell'anomalia è sempre molto indaginosa e, non di rado, molti quesiti rimangono senza risposta; è in ogni caso un traguardo molto importante da raggiungere per avere la possibilità di prospettare ai genitori quali sono i rischi relativi a future gra\r\nvidanze e di comunicare corrette informazioni sul decorso, la prognosi e le terapie più appropriate.\\par",
"ID": 330,
"Foto": "MAB01_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Labbro leporino e palatoschisi.\r\nMalformazione congenita che consiste in una divisione del labbro superiore e del palato. Bocca primitiva in embrione di 40 giorni; nella zona color arancio, si ha la saldatura normale del bottone mascellare con il bottone nasale mentre nella zona rosata la saldatura non è avvenuta creando così la premessa per la formazione del labbro leporino e della palatoschisi. Questo determina, sin dalla nascita, disturbi a carico degli apparati respiratorio e digerente; anche durante l'allattamento la suzione è notevolmente difficoltosa. La cura è soltanto chirurgica.\r\n#",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3780\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 MALATTIE CROMOSOMICHE\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Tra le malattie conseguenti ad \\cf17 \\ATXht80000 aberrazioni cromosomiche\\cf16 \\ATXht0 meritan\r\no un cenno per la frequenza con cui ricorrono la \\cf17 \\ATXht91602 sindrome di Down\\cf16 \\ATXht0 , la sindrome di Turner e la \\cf17 \\ATXht92859 sindrome di Klinefelter\\cf16 \\ATXht0 .\\par",
"ID": 331,
"Foto": "MAB01A_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Malattie cromosomiche.\r\nNello schema il meccanismo genetico di due aberrazioni dei cromosomi sessuali: la sindrome di Turner e la sindrome di Klinefelter, che possono essere causate da una non disgiunzione dei cromosomi sessuali paterni. Cromosomi di maschio affetto da sindrome di Klinefelter e relativo “idiogramma cromosomico”: è evidente l'anomalia a carico della coppia del sesso, non più XY ma XXY.\r\n#",
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"Titolo": "Sindrome di Down",
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"ID": 332,
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{
"Titolo": "Sindrome di Turner",
"Codice": "MAB01A2",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx2475\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 SINDROME DI TUMER\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 La maggior parte dei soggetti affetti, sempre di sesso femminile, ha un solo \\cf17 \\ATXht80000 crom\r\nosoma\\cf16 \\ATXht0 X; il corredo cromosomico è formato di 45 X anziché di 46 XX, tipico della femmina normale.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx420\\tx4440\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 CAUSE\\par\r\nLa probabilità di avere figlie Turner non aumenta con l'età della madre, e\r\n questo lascia pensare che l'anomalia derivi da un errore di divisione, avvenuto nelle cellule embrionali e non in una delle cellule germinali.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 SINTOMI\\par\r\nLe bambine Turner sono spesso riconoscibili in \r\nepoca neonatale per la presenza, ai lati del collo, di una piega cutanea (\\cf17 \\ATXht80000 pterigio\\cf16 \\ATXht0 ), hanno inoltre il torace prominente (a corazza) con i capezzoli molto distanziati tra loro; mentre la mandibola piccola e l'impianto basso\r\n dei capelli conferiscono al volto un aspetto del tutto particolare. Possono essere presenti anomalie renali o cardiache e un \\cf17 \\ATXht80000 ritardo mentale\\cf16 \\ATXht0 di grado modesto; le manifestazioni cliniche principali sono, però, la bassa \\cf17 \\ATXht80000 statura\\cf16 \\ATXht0 (raramente l'altezza definitiva supera i 150 centimetri) e l'\\cf17 \\ATXht80000 infantilismo\\cf16 \\ATXht0 degli organi genitali. Le bambine non hanno lo sviluppo sessuale poiché le ovaie mancano o sono estremamente rido\r\ntte di volume e fibrose.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nLa terapia, fatta a tempo debito, con ormone della crescita e con \\cf17 \\ATXht91981 ormoni estrogeni\\cf16 \\ATXht0 (e \\cf17 \\ATXht80000 progestinici\\cf16 \\ATXht0 ) dà un migliore impulso alla cr\r\nescita e induce la comparsa dei caratteri sessuali secondari (pelo pubico e ascellare, sviluppo del \\cf17 \\ATXht80000 seno\\cf16 \\ATXht0 , aumento di volume dell'\\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 e avvento di uno pseudo \\cf17 \\ATXht93267 ciclo mestrua\r\nle\\cf16 \\ATXht0 ), ma non può ovviare alla \\cf17 \\ATXht80000 sterilità\\cf16 \\ATXht0 poiché manca l'\\cf17 \\ATXht80000 ovulazione\\cf16 \\ATXht0 : tuttavia, con l'ausilio della \\cf17 \\ATXht80000 fecondazione\\cf16 \\ATXht0 in vitro, alcune donne con sindrome\r\n di Turner hanno avuto la possibilità di portare a termine una \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 .\\par",
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"Titolo": "Sindrome di Klinefelter",
"Codice": "MAB01A3",
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"Titolo": "FATTORI AMBIENTALI",
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"Titolo": "Infezioni materne",
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"Dida_Foto": "Infezioni intrauterine.\r\nVi sono malattie infettive, contratte nel corso della gravidanza, che possono provocare l'aborto o la nascita di un bambino malformato. Tra i virus che causano queste infezioni i pi├╣ pericolosi sono quelli della rosolia (a sinistra) e il Cytomegalovirus (a destra).\r\n#Infezioni intrauterine.\r\n#Agenti infettanti il feto.\r\nA sinistra, Herpes simplex e, a destra, il protozoo parassita Toxoplasma gondii responsabile della toxoplasmosi.\r\n#Malattie della gravidanza che possono riflettersi sulla salute del feto.\r\n#",
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"Titolo": "Farmaci e sostanze tossiche",
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"Titolo": "Tossici ambientali e radiazioni",
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"Titolo": "Malattie materne e malnutrizione",
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"Vedi_Anche": "DIABETE MELLITO 21706#"
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"Titolo": "MALATTIE DEL SANGUE",
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"Titolo": "ANEMIA",
"Codice": "MAB02A",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx1155\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 ANEMIA\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 CAUSE\\par\r\nMolte forme d'anemia, trasmesse per via ereditaria, si evidenziano in epoca neonatale e spesso sono\r\n associate a malformazioni somatiche congenite.\\par\r\nAltre sono conseguenti a malattia emolitica, dovuta ad \\cf17 \\ATXht80000 incompatibilità\\cf16 \\ATXht0 materno-fetale di \\cf17 \\ATXht80000 gruppo sanguigno\\cf16 \\ATXht0 ABO o del \\cf17 \\ATXht80000 fat\r\ntore Rh\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nNel periodo perinatale o neonatale possono verificarsi particolari situazioni che causano la perdita di quantità di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 sufficienti a produrre anemia.\\par\r\n\\pard\\tx420\\tx3360\\ATXts0\\ATXbrdr0 \r\nTra le cause più diffuse ricordiamo:\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\li135\\fi-135\\ATXbrdr0 - la \\cf17 \\ATXht80000 trasfusione\\cf16 \\ATXht0 in \\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 tra \\cf17 \\ATXht80000 feto\\cf16 \\ATXht0 e madre o tra gemello e gemello, in occa\r\nsione d'emorragie materne oppure d'\\cf17 \\ATXht80000 emorragia\\cf16 \\ATXht0 di un gemello all'altro nel caso di \\cf17 \\ATXht80000 gemelli\\cf16 \\ATXht0 monocoriali (contenuti nello stesso sacco \\cf17 \\ATXht80000 amniotico\\cf16 \\ATXht0 ); se l'emorragia \r\nè stata abbondante e acuta il neonato presenta oltre all'anemia, disturbi respiratori e cardiocircolatori;\\par\r\n- complicanze ostetriche: distacco di \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 (se è molto estesa l'emorragia può essere tanto grave e veloce \r\nda procurare la morte in utero del feto); rottura dei vasi placentari o del \\cf17 \\ATXht80000 funicolo ombelicale\\cf16 \\ATXht0 in fase di \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 precipitoso;\\par\r\n\\pard\\tx420\\tx4455\\ATXts0\\li135\\fi-135\\ATXbrdr0 - emorragie\r\n neonatali a livello d'organi interni (\\cf17 \\ATXht80000 fegato\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 stomaco\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 rene\\cf16 \\ATXht0 , surrene ecc.) di solito dovute a malformazioni vascolari; o per \r\nla rottura di voluminosi cefaloematomi; in questi casi il neonato, apparso normale alla nascita, al sopravvenire dell'emorragia diventa molto pallido nello spazio di poche ore e, se l'emorragia è importante compaiono i segni dello shock ipovolemico: pall\r\nore spiccato, aumento della frequenza cardiaca e respiratoria, \\cf17 \\ATXht80000 ipotensione\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\li0\\fi0\\ATXbrdr0 Nei neonati e soprattutto nei prematuri che rimangono a lungo ricoverati in ospedale, l'anemia può essere\r\n la conseguenza dei ripetuti prelievi di sangue a scopo diagnostico. In età neonatale l'anemia e spesso uno dei primi sintomi che compaiono in bambini portatori d'infezioni congenite quali: \\cf17 \\ATXht80000 rosolia\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 sifil\r\nide\\cf16 \\ATXht0 , malattia citomegalica, \\cf17 \\ATXht80000 toxoplasmosi\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nI nati pretermine sono particolarmente a rischio per l'anemia da deficit di vitamina E. L'anemia dovuta al deficit di vitamina E si\r\n manifesta nei nati di peso molto basso (inferiore a 1.500 g) nel corso del secondo mese di vita ed è caratterizzata, oltre che da una diminuzione dei livelli ematici di vitamina E, anche da aumento dei \\cf17 \\ATXht80000 reticolociti\\cf16 \\ATXht0 e dell\r\ne \\cf17 \\ATXht80000 piastrine\\cf16 \\ATXht0 e da una diminuzione dei globuli rossi.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nLa vitamina E ha un'azione anti-ossidante e protegge la membrana di superficie dei globuli rossi dall'a\r\nzione \"emolitica\" dei metaboliti degli acidi grassi polinsaturi (PUFA) di cui sono ricchi i latti formulati usati per l'alimentazione di questi bambini.\\par\r\nLa terapia si basa sulla somministrazione di vitamina E.\\par\r\nNormalmente si esegue la \\cf17 \\ATXht80000 profilassi\\cf16 \\ATXht0 con basse dosi quotidiane di vitamina E, e con l'uso di formule alimentari a basso contenuto d'acidi grassi polinsaturi.\\par",
"ID": 341,
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"Dida_Foto": "Cause di anemia.\r\n#",
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"Vedi_Anche": "ANEMIE 21155#"
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"Titolo": "NEUTROPENIE E MALATTIE DEL MIDOLLO OSSEO",
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"Dida_Foto": "Malattie del midollo osseo.\r\nA sinistra granulociti neutrofili, caratterizzati da nucleo a forma di nastro avente strozzature che ne determinano l'aspetto plurisegmentato; il citoplasma contiene fini granulazioni (specifiche); a destra, linfociti: hanno nucleo rotondo o ovale, in genere scarso citoplasma che si colora in blu.\r\n#",
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"Vedi_Anche": "Sindrome di Down 50331#"
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"Titolo": "MALATTIE DEL SISTEMA IMMUNITARIO",
"Codice": "MAB03",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3945\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 MALATTIE DEL SISTEMA IMMUNITARIO\\par\r\n\\pard\\tx555\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Il corpo umano possiede difese molto ben organizzate nei confronti delle più diverse\r\n infezioni. Il sistema deputato a questa funzione è costituito, un po' schematicamente da \"barriere\" che fermano l'agente infettante a vari livelli.\\par\r\nLa prima è costituita dall'integrità della cute e dalle mucose, che rappresentano una vera e propria\r\n barriera anatomica contro i microrganismi provenienti dall'esterno. Seguono quindi meccanismi più sofisticati che sono raggruppati col nome di \"apparato immunologico\". In quest'ultimo riconosciamo dei meccanismi aspecifici e dei meccanismi specifici.\r\n\\par\r\nI meccanismi aspecifici sono rappresentati dai fagociti in gran parte costituiti dai globuli bianchi del \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 che inglobano e distruggono il microrganismo. Il complemento è formato da un gruppo di \\cf17 \\ATXht80000 pr\r\noteine\\cf16 \\ATXht0 che, una volta attivate, possono distruggere l'agente infettante. Vi sono poi sostanze quali il \\cf17 \\ATXht80000 lisozima\\cf16 \\ATXht0 , una proteina che attacca la parete batterica, e gli interferoni che inibiscono la replicazione \r\nvirale.\\par\r\nSi definiscono specifici, quei meccanismi in grado di dare una risposta immunitaria selettiva verso un determinato bersaglio, chiamato più propriamente \\cf17 \\ATXht80000 antigene\\cf16 \\ATXht0 e di conservarne la memoria per un eventuale suc\r\ncessivo incontro. Questa funzione è svolta dai linfociti B che producono anticorpi (\\cf17 \\ATXht80000 immunoglobuline\\cf16 \\ATXht0 ), vale a dire gli elementi in grado di reagire specificatamente contro l'antigene e i T linfociti, che aiutano i B linfoci\r\nti, attivano i fagociti e possono distruggere le cellule infettate dai \\cf17 \\ATXht80000 virus\\cf16 \\ATXht0 . Quindi l'azione dei B linfociti è diretta essenzialmente contro microrganismi extracellulari, mentre quella dei T linfociti verso microrganismi \r\nintracellulari. Inoltre la risposta immunitaria nasce da una cooperazione fra sistemi aspecifici e specifici; così se anche uno solo dei sistemi coinvolti fosse assente o scarsamente funzionante sarebbero compromesse le difese dell'organismo che si trove\r\nrebbe sotto la minaccia di ripetute infezioni.\\par\r\nNel bambino con deficit immunologico (\\cf17 \\ATXht80000 immunodeficienza\\cf16 \\ATXht0 ) si ha una compromissione delle condizioni generali, scarsa crescita, maggiore rischio di sviluppare neoplasie oppu\r\nre allergie. Le immunodeficienze si dividono classicamente in primitive o congenite oppure secondarie a malnutrizione, malattie renali, terapie con farmaci immunosoppressori, tumori maligni, infezioni congenite.\\par\r\nRicordiamo il deficit d'adenosina-dea\r\nminasi (ADA), la \\cf17 \\ATXht93565 sindrome di Nezelof\\cf16 \\ATXht0 e la \\cf17 \\ATXht80000 disgenesia\\cf16 \\ATXht0 reticolare che è forma più grave con associata un'insufficienza midollare con \\cf17 \\ATXht80000 anemia\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 p\r\niastrinopenia\\cf16 \\ATXht0 e granulocipenia. Per queste forme la terapia d'elezione è rappresentata dal trapianto di \\cf17 \\ATXht80000 midollo osseo\\cf16 \\ATXht0 donato da un familiare idoneo.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 Tra le forme primitive ne elenchiamo \r\nalcune.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 IPOGAMMMAGLOBULINEMIA (di Bruton): è d'origine genetica e solo i maschi ne sono colpiti.\\par\r\nSi hanno infezioni da germi patogeni (pneumococchi, \\cf17 \\ATXht80000 stafilococchi\\cf16 \\ATXht0 ), \\cf17 \\ATXht80000 broncopolmon\r\nite\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 otite\\cf16 \\ATXht0 media acuta, \\cf17 \\ATXht80000 enterite\\cf16 \\ATXht0 , ascessi cutanei. La sintomatologia si manifesta qualche mese dopo la nascita, quando incomincia a mancare la protezione passiva fornita dalle \r\nimmunoglobuline materne, passate attraverso la \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 , durante la vita fetale. Questi bambini sono molto sensibili all'infezione da Poliovirus. E' quindi loro vietata la \\cf17 \\ATXht80000 vaccinazione\\cf16 \\ATXht0 Sabin\r\n antipoliomielitica con virus vivi anche se attenuati. La terapia si basa sulla somministrazione regolare d'immunoglobuline. \\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 DEFICIT SELETTIVO AL tgA: è uno dei deficit immunologici più frequenti. Si calcola che ne sia affetto all'\r\nincirca 1 soggetto su 600. Le immunoglobuline A tappezzano soprattutto la mucosa respiratoria e intestinale. Un loro deficit si manifesta quindi con ricorrenti infezioni broncopolmonari e intestinali e con malattie allergiche. Di solito in metà circa dei\r\n bambini il difetto si risolve col passare degli anni. Negli altri soggetti è necessario prevenire le infezioni polmonari prima che s'instauri un'insufficienza respiratoria cronica.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINDROME DI DI GEORGE: rappresenta un deficit dell\r\n'\\cf17 \\ATXht80000 immunità\\cf16 \\ATXht0 T. Le infezioni si manifestano precocemente, nei primi giorni di vita e sono date da virus e funghi. Spesso questi bambini hanno anche altre malformazioni (cardiache, assenza delle \\cf17 \\ATXht80000 paratiroidi\\cf16 \\ATXht0 con frequenti e gravissimi episodi d'ipocalcemia, \\cf17 \\ATXht80000 palatoschisi\\cf16 \\ATXht0 ). La terapia si basa sul trapianto di \\cf17 \\ATXht80000 timo\\cf16 \\ATXht0 e sulla somministrazione d'ormoni timici.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 IMMUNODEF\r\nIDENZE COMBINATE GRAVI: si tratta di un gruppo d'immunodeficienze in cui si ha associato un deficit di T e B linfociti con infezioni gravissime che causano un ritardo di crescita, \\cf17 \\ATXht80000 distrofia\\cf16 \\ATXht0 per malassorbimento intestinale \r\ne ricorrenti infezioni broncopolmonari. \\par",
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"Titolo": "MALATTIA GRANULOMATOSA CRONICA",
"Codice": "MAB03A",
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"Titolo": "AIDS",
"Codice": "MAB03B ",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx885\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 AIDS\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 CAUSE\\par\r\nLa sindrome dell'immunodeficienza acquisita ha fatto la sua apparizione all'inizio degli anni Ottanta,\r\n e si è diffusa nel mondo fino a diventare una vera e propria \\cf17 \\ATXht80000 pandemia\\cf16 \\ATXht0 . E' causata da un \\cf17 \\ATXht80000 retrovirus\\cf16 \\ATXht0 denominato \\cf17 \\ATXht80000 HIV\\cf16 \\ATXht0 (Human Immunodeficiency Virus) che infetta \r\nuna popolazione di T linfociti. L'infezione nell'adulto si diffonde attraverso contatti sessuali oppure attraverso il \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 e gli \\cf17 \\ATXht80000 emoderivati\\cf16 \\ATXht0 . Nel bambino la via di gran lunga più seguita d\r\ni trasmissione è quella \"verticale\" vale a dire da madre infetta al figlio, durante la \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 , attraverso la \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 . Anche il \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 per via vaginale e l\r\n'\\cf17 \\ATXht80000 allattamento\\cf16 \\ATXht0 al \\cf17 \\ATXht80000 seno\\cf16 \\ATXht0 possono essere vie di \\cf17 \\ATXht80000 contagio\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nEsposti all'infezione sono poi quei bambini che ricevono periodiche trasfusioni di sangue e di emod\r\nerivati per particolari patologie (talassemici, emofilici, leucemici).\\par\r\nLa probabilità che una madre HIV positiva infetti il proprio figlio è stimata all'incirca del 30%.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 DIAGNOSI\\par\r\nLa diagnosi d'avvenuta infezione risulta mo\r\nlto difficile nei primi mesi di vita. Fino a 15 mesi, infatti, possono persistere in circolo degli anticorpi anti-HIV d'origine materna che hanno raggiunto il piccolo attraverso la placenta. Quindi la diagnosi d'infezione nel bambino con la \\cf17 \\ATXht80000 sierologia\\cf16 \\ATXht0 classica (determinazione degli anticorpi anti-HIV) è sicura solo dopo i 15 mesi di vita. Prima di quest'epoca la diagnosi d'infezione necessita d'analisi più sofisticate quali l'isolamento del virus dai linfociti oppure con la\r\n Polymerase Chain Reaction che ricerca il genoma virale, o ancora dimostrando la presenza d'anticorpi anti-HIV associata a sintomatologia clinica tipica dell'AIDS e ad un quadro di disordini immunologici. \\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nL'infezione d\r\na HIV in età pediatrica può manifestarsi in due forme. Una forma è ad evoluzione piuttosto lenta e inizia dopo il primo anno di vita. Una seconda forma invece ha un'evoluzione molto rapida. I sintomi iniziano già nei primi mesi di vita e portano a morte \r\nin breve tempo. Il decorso clinico in età pediatrica è caratterizzato da arresto dell'accrescimento staturo-ponderale, febbre, diarrea, ingrossamento dei linfonodi, infezioni da germi opportunisti quali la \\cf17 \\ATXht80000 polmonite\\cf16 \\ATXht0 da \\cf17 \\ATXht80000 Pneumocystis carinii\\cf16 \\ATXht0 , infezioni da Cytomegalovirus, candidiasi e \\cf17 \\ATXht80000 toxoplasmosi\\cf16 \\ATXht0 disseminate.\\par\r\nParticolarmente temibili sono i disturbi neurologici con regressione dello sviluppo psicomotorio da\r\n \\cf17 \\ATXht80000 encefalite\\cf16 \\ATXht0 multifocale progressiva espressione dell'azione lesiva dell'HIV sul \\cf17 \\ATXht93516 sistema nervoso\\cf16 \\ATXht0 centrale.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nI cardini della terapia dell'AIDS si basano sulla\r\n somministrazione d'immunoglobine, d'\\cf17 \\ATXht80000 antibiotici\\cf16 \\ATXht0 per combattere le infezioni e su di un farmaco antivirale l'AZT o Zidovudina che almeno nell'adulto sembra dare buoni risultati. Un aspetto particolarmente importante dell'i\r\nnfezione da HIV è quello rappresentato dall'inserimento dei bambini HIV positivi in comunità (asili, scuole ecc.). Considerato che l'infezione da HIV non si diffonde attraverso casuali contatti, è del tutto assurdo impedire ad un bambino, ancora in buone\r\n condizioni fisiche, di frequentare la scuola e di giocare con i coetanei. Il personale addetto all'assistenza dovrà ovviamente adottare, nell'accudire i bambini e pulire i locali, quelle misure igienico-profilattiche (uso di guanti e di disinfettanti) c\r\nhe sarebbero in ogni caso necessari, per prevenire qualunque tipo d'infezione trasmessa per via ematica.\\par",
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"Foto": "MAB03B_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Il virus dell'AIDS.\r\nIl virus HIV, agente dell'AIDS, come appare in un'elaborazione al calcolatore. Il virus dell'AIDS è un retrovirus a RNA dotato di un enzima, la transcriptasi inversa, in grado di convertire il messaggio genetico dal RNA al DNA, che viene poi integrato nella cellula ospite. Le cellule bersaglio sono costituite soprattutto dai T-linfociti e, in particolare, dalla sottopopolazione T4 (T-helper).\r\n#",
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"Vedi_Anche": "Aids 2127#"
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"Titolo": "Aids pediatrico",
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"Titolo": "MALATTIE DELL'APPARATO RESPIRATORIO",
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"Titolo": "AFFEZIONI DELLE PRIME VIE AEREE",
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"Titolo": "Rinofaringite",
"Codice": "MAB04A1",
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La malattia è prevalentemente d'origine virale.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nSi manifesta con febbre, spesso oltre i 38°C, sensazione d'irritabilità e irrequietezza,\r\n starnuti; presto compare la secrezione nasale che, ostruendo rapidamente il naso, interferisce con l'alimentazione; nei più piccoli, in cui la respirazione è prevalentemente nasale, possono insorgere segni di una modesta difficoltà respiratoria. Nei pri\r\nmi due o tre giorni le membrane timpaniche sono molto arrossate e al di là del \\cf17 \\ATXht80000 timpano\\cf16 \\ATXht0 si può osservare la presenza di liquido ora chiaro ora purulento, segno d'\\cf17 \\ATXht80000 otite\\cf16 \\ATXht0 media incipiente o già \r\nin atto; nella prima infanzia l'otite media è infatti la complicanza più frequente del raffreddore, poiché gli agenti infettanti passano facilmente dal \\cf17 \\ATXht80000 rinofaringe\\cf16 \\ATXht0 all'orecchio attraverso un canale mucoso (la \\cf17 \\ATXht92009 tromba d'Eustachio\\cf16 \\ATXht0 ) che nel lattante è particolarmente dilatato. Oltre al dolore alle orecchie, che spesso rende ulteriormente difficile l'alimentazione, il bambino ha la tosse stizzosa e talvolta vomita o ha diarrea. Nei più grandicelli\r\n i sintomi tipici iniziali sono, oltre a secchezza e irritazione nasale e faringea, sensazione di freddo, mialgie, mal di testa, malessere generale e febbre, di solito non molto elevata; la secrezione nasale, dapprima sierosa poi purulenta, costringe il \r\nbambino a respirare con la bocca e porta a una sgradevole e dolorosa sensazione di \"gola secca\". Dopo due o tre giorni la febbre scompare, tutti i sintomi progressivamente si attenuano e la guarigione si completa in poco più di una settimana.\\par\r\nLe com\r\nplicanze, dovute all'invasione delle prime vie respiratorie per opera di batteri, si hanno in genere a carico dell'orecchio medio e dei bronchi; esse sono piuttosto frequenti nel lattante in cui possono assumere anche un andamento di particolare gravità.\r\n\\par\r\nPer questo motivo è doveroso adottare tutte le precauzioni possibili per evitare che almeno i più piccini vengano a contatto con individui potenzialmente infetti, è quindi buona norma non portare i lattanti in locali affollati, soprattutto nella st\r\nagione invernale, e usare la mascherina sulla bocca e non tenerli in braccio se si è raffreddati.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nPer la rinofaringite acuta non esiste alcuna terapia specifica, gli \\cf17 \\ATXht80000 antibiotici\\cf16 \\ATXht0 non hanno\r\n alcun effetto sul decorso salvo che non siano in atto complicanze di natura batterica; la somministrazione di \\cf17 \\ATXht80000 antipiretici\\cf16 \\ATXht0 è utile nei casi con febbre superiore ai 38°C. Poiché gran parte del malessere del bambino deriva \r\ndall'ostruzione nasale si deve tentare anzitutto di risolvere questo problema; la sua attenuazione consentirà al bimbo di dormire, di alimentarsi, di sentirsi più tranquillo avendo la sensazione di respirare liberamente. Un metodo efficace per risolvere \r\nl'ostruzione nasale può essere l'instillazione endonasale di decongestionanti blandi a base di argento proteinato, oppure semplicemente di soluzione fisiologica, vanno evitate le gocce di soluzioni oleose che, se inspirate possono causare una \\cf17 \\ATXht80000 broncopolmonite\\cf16 \\ATXht0 irritativa.\\par\r\nLe gocce nasali si somministrano 10-15 minuti prima dei pasti e al momento di andare a letto: s'instillano 3-5 gocce in ciascuna narice tenendo il bambino leggermente coricato sul dorso. La tosse, che d\r\ni solito accompagna la rinofaringite, è generalmente di poco conto e solo se disturba il sonno del bambino va trattata con un preparato antitosse, ad azione sedativa. La maggior parte dei bambini \"raffreddati\" ha poco appetito; è inutile, quindi, forzarl\r\ni ad assumere alimenti, molto meglio è dare ciò che il bambino desidera e proporre cibi liquidi e leggeri; anche la \\cf17 \\ATXht80000 stipsi\\cf16 \\ATXht0 transitoria (legata alla scarsa alimentazione) non deve preoccupare.\\par",
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"Titolo": "Faringite e faringo-tonsillite",
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Lo streptococco beta-emolitico di gruppo A è, infatti, responsabile del maggior numero di faringo-tonsilliti batteriche in età pediatrica e può lasciare (a distanza di 2-5 settimane) imp\r\nortanti complicanze, quali il reumatismo articolare acuto e la \\cf17 \\ATXht80000 glomerulonefrite\\cf16 \\ATXht0 acuta post-streptococcica.\\par\r\nTuttavia poiché il quadro clinico può essere di volta in volta molto vario, un criterio valido per la scelta d\r\nella terapia può essere quello epidemiologico, basato sull'età del paziente: l'infezione streptococcica è molto improbabile prima dei 2 anni e molto rara prima dei 5 anni, età in cui la gran parte delle infezioni respiratorie \"alte\" sono a eziologia vira\r\nle.\\par\r\nDopo i 5 anni l'eziologia batterica è invece molto probabile ed è quindi corretto intervenire con una terapia antibiotica.\\par\r\nNelle forme \"presunte\" virali la terapia è sintomatica: \\cf17 \\ATXht80000 antipiretici\\cf16 \\ATXht0 (\\cf17 \\ATXht80000 paracetamolo\\cf16 \\ATXht0 o acido \\cf17 \\ATXht80000 acetilsalicilico\\cf16 \\ATXht0 ), collutori per attenuare il bruciore di gola, riposo e una dieta leggera, nutriente e facilmente digeribile.\\par\r\nNelle forme batteriche (streptococciche), alla terapia\r\n sintomatica si associa la terapia antibiotica; l'antibiotico di elezione è la \\cf17 \\ATXht80000 penicillina\\cf16 \\ATXht0 , che può essere sostituita da \\cf17 \\ATXht80000 eritromicina\\cf16 \\ATXht0 , amoxicillina o \\cf17 \\ATXht80000 cefalosporine\\cf16 \\ATXht0 . E' molto importante che la terapia antibiotica sia fatta per tutto il tempo necessario, come indicato dal medico curante, e non sospesa appena scompare la febbre; solo cosi, infatti, si può ottenere una perfetta guarigione dell'infezione, evitando i\r\nl rischio di pericolose recidive.\\par\r\nIl ricorso alla \\cf17 \\ATXht80000 tonsillectomia\\cf16 \\ATXht0 è oggi fortunatamente meno frequente; le tonsille palatine, infatti, di norma piuttosto voluminose nel bambino, svolgono un importante ruolo di tipo imm\r\nunologico e meccanico a difesa del faringe e vanno quindi conservate. Solo nei casi di \\cf17 \\ATXht80000 ipertrofia\\cf16 \\ATXht0 imponente, che ostacola la respirazione e la deglutizione, e/o di vera e persistente \"malattia\" del tessuto tonsillare, l'as\r\nportazione può essere indicata.\\par\r\nMolto attentamente deve essere valutata la condizione in cui il bambino ha frequenti tonsilliti febbrili, di presunta o accertata natura streptococcica; frequenti significa 6 o 7 episodi febbrili recenti, oppure 4 o 5\r\n negli ultimi due anni. Anche in questa circostanza, pur avendo indici di laboratorio comprovanti un'infezione streptococcica (aumento del titolo antistreptolisinico, tampone faringeo positivo) è bene attendere, praticando un trattamento con penicillina \r\nche, nella gran parte dei casi, avrà successo. Ovviamente se la terapia antibiotica non dà alcun esito e le tonsilliti continuano a recidivare, è corretto ricorrere alla tonsillectomia.\\par",
"ID": 350,
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"Dida_Foto": "Faringo-tonsillite.\r\nLe infiammazioni faringo-tonsillari sono particolarmente diffuse nell'infanzia. Le tonsille palatine vengono facilmente a contatto con agenti patogeni di varia natura e quindi, con estrema frequenza vanno incontro a processi infiammatori. Tra i batteri pi├╣ spesso implicati nel processo di faringo-tonsillite vi sono gli streptococchi (immagine al microscopio).\r\n#",
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"Vedi_Anche": "@"
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"Titolo": "Adenoidi",
"Codice": "MAB04A3",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx555\\tx3570\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 LE ADENOIDI\\par\r\n\\pard\\tx690\\tx4245\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Nell'ambito della patologia delle vie aeree superiori meritano un cenno per la loro frequent\r\ne ricorrenza, i disturbi di tipo \"ostruttivo\" dovuti ad \\cf17 \\ATXht80000 ipertrofia\\cf16 \\ATXht0 delle adenoidi. Le adenoidi (come le tonsille) sono formazioni di tessuto linfo-epiteliale, localizzate nella parte posteriore del \\cf17 \\ATXht80000 faring\r\ne\\cf16 \\ATXht0 , in corrispondenza dello sbocco posteriore delle \\cf17 \\ATXht80000 coane\\cf16 \\ATXht0 (cavità nasali); di norma esse sono piuttosto voluminose durante l'età infantile.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 CAUSE\\par\r\nIn alcuni casi, a causa d'infezioni \r\nricorrenti, di una \\cf17 \\ATXht80000 diatesi\\cf16 \\ATXht0 allergica o d'altri fattori non sempre conosciuti, le adenoidi aumentano molto di volume e ostruiscono in modo parziale o totale lo sbocco delle coane, causando seri problemi respiratori.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nIl bambino con ipertrofia adenoidea respira con la bocca semiaperta, in modo rumoroso soprattutto durante il sonno (russa); ha frequenti faringiti e otiti ed è a rischio di pericolose crisi d'\\cf17 \\ATXht80000 apnea\\cf16 \\ATXht0 notturne.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nIl trattamento dell'ipertrofia adenoidea è sintomatico; solo nelle forme che causano una sintomatologia ostruttiva grave e potenzialmente pericolosa, si ricorre all'asportazione chirurgica, che tende ad essere\r\n procrastinata il più possibile sia perché col passare degli anni il tessuto linfoide-adenoideo \"fisiologicamente\" si riduce di volume, sia perché la \\cf17 \\ATXht80000 recidiva\\cf16 \\ATXht0 post-chirurgica dell'ipertrofia (con crescita di nuovo tessuto \r\nlinfoide) rappresenta un'evenienza non rara nel bambino al disotto dei 7-8 anni.\\par",
"ID": 351,
"Foto": "MAB04A3_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Le adenoidi.\r\nIl dormire a bocca aperta e il russamento possono segnalare la presenza di adenoidi ipertrofiche, visualizzabili durante l'esame otorinolaringoiatrico mediante lo specolo.\r\n#",
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"Titolo": "AFFEZIONI DELLE VIE RESPIRATORIE BASSE",
"Codice": "MAB04B",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx2940\\tx8355\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 AFFEZIONI DELLE VIE RESPIRATORIE \"BASSE\"\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Per \"basse\" vie respiratorie s'intendono \\cf17 \\ATXht80000 laringe\\cf16 \\ATXht0 , bronchi, polmoni. Il sintomo caratteristico di queste forme è la tosse, poiché i recettori nervosi, la cui stimolazione provoca la tosse, sono situati sulla mucosa dell'albero respiratorio, dal laringe in giù.\\par\r\nAlla tosse si può associare \r\nla difficoltà respiratoria, per stenosi (restringimento) del lume laringeo o bronchiale; essa è più evidente durante l'inspirazione se la stenosi è laringea; durante l'espirazione, se la stenosi è bronchiale, come accade nelle crisi d'\\cf17 \\ATXht80000 a\r\nsma\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nNelle forme infiammatorie del laringe compare inoltre \\cf17 \\ATXht80000 disfonia\\cf16 \\ATXht0 , alterazione della voce, che diventa stridula e di difficile emissione (\\cf17 \\ATXht80000 afonia\\cf16 \\ATXht0 ).\\par\r\nAll'auscultazione del \\cf17 \\ATXht80000 torace\\cf16 \\ATXht0 si possono apprezzare \"rumori\" caratteristici: rantoli o ronchi, dovuti alla presenza d'\\cf17 \\ATXht80000 essudato\\cf16 \\ATXht0 catarrale all'interno dei bronchi; gemiti, sibili o\r\n pigolii, quando il broncospasmo o l'\\cf17 \\ATXht80000 edema\\cf16 \\ATXht0 della mucosa restringono il lume bronchiale.\\par",
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"Titolo": "Sindromi da croup",
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"Titolo": "Epiglottite",
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"Titolo": "Laringiti",
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"ID": 355,
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"Vedi_Anche": "LARINGITI 21392#"
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"Titolo": "Bronchiti",
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"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx1305\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 BRONCHITI\\par\r\n\\pard\\tx270\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 I bronchi sono una grossa e intricata via di comunicazione tra le strutture più \"fini\" dell'albero respirat\r\norio: gli alveoli polmonari (dove il \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 sottrae all'aria inspirata l'\\cf17 \\ATXht80000 ossigeno\\cf16 \\ATXht0 , cedendo in cambio l'anidride carbonica) e l'ambiente esterno. Soprattutto le prime e più grosse diramazioni\r\n dell'albero bronchiale, separate dal naso e dalla bocca dal breve tratto laringo-tracheale, risentono in modo particolare delle variazioni di temperatura dell'ambiente e sono facilmente esposte alle \"aggressioni\" da parte di sostanze nocive, presenti ne\r\nll'aria (batteri, virus, polveri, gas ecc.). A difesa della parete bronchiale vi è un rivestimento epiteliale formato da cellule che secernono muco, il quale forma una barriera protettiva contro qualunque tipo di sostanza estranea entri nell'albero respi\r\nratorio; tali cellule inoltre possiedono delle ciglia vibratili che, in continuo movimento, come piccole spazzole, mantengono costantemente pulito l'epitelio bronchiale, convogliando il muco e le sostanze estranee ad esso invischiate, verso l'esterno. Ci\r\nononostante i bronchi sono spesso sede d'infezioni, causa dei fenomeni infiammatori comunemente noti come bronchiti.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TRACHEOBRONCHITE, BRONCHITE.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 Nell'infanzia la bronchite di rado è un'entità clinica isolata e\r\n poiché nella gran parte dei casi si accompagna ad infiammazione delle vie respiratorie superiori, si usa spesso il termine tracheobronchite acuta per definire questa malattia tanto frequente soprattutto nei mesi freddi.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\r\n\\par\r\nGeneralmente i sintomi della bronchite sono preceduti da quelli di un'infezione delle vie respiratorie \"alte\", un fugace raffreddore, cui fa seguito la tosse, ad insorgenza graduale, prima secca poi produttiva.\\par\r\nIl bambino è in condizioni relativam\r\nente buone, frequentemente senza febbre (che può però essere presente e superare i 38°C), lamenta a volte una sensazione di malessere e di dolore nella regione retrosternale, che si accentua tossendo. Con l'evolversi della malattia, la tosse si fa catarr\r\nale; il processo infiammatorio in atto a livello della mucosa bronchiale causa la secrezione da parte delle cellule epiteliali di un'eccessiva quantità di muco vischioso o purulento (il catarro) che i bambini più grandi riescono ad espellere, espettorand\r\no dopo aver tossito. Il bambino piccolo, che non è capace di tossire ed espettorare, ingoia il catarro che è eliminato con le feci e talvolta con il vomito, in seguito ad eccessi di tosse particolarmente violenti e ravvicinati.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 DIAG\r\nNOSI\\par\r\nLa presenza di catarro nei bronchi e i suoi spostamenti durante il passaggio dell'aria sono avvertiti dal medico che ausculta il \\cf17 \\ATXht80000 torace\\cf16 \\ATXht0 come \"rumori\" del tutto caratteristici, che consentono di porre molto facilm\r\nente la diagnosi.\\par\r\nLa bronchite e la tracheobronchite acuta decorrono, di norma, in modo non grave e guariscono in breve tempo.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 BRONCHITE ASMATIFORME O SPASTICA.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 CAUSE\\par\r\nRaramente i batteri, molto più sp\r\nesso i virus sono gli agenti eziologici della bronchite acuta, favoriti da particolari situazioni ambientali (freddo, umidità, atmosfera polverosa ecc.) e organiche (cattivo stato di nutrizione, stanchezza, convalescenza da altre malattie). Spesso la bro\r\nnchite interviene come complicanza d'altre malattie già in atto, per esempio dell'influenza, della rinofaringite, del \\cf17 \\ATXht80000 morbillo\\cf16 \\ATXht0 e d'altri stati infettivi.\\par\r\nNel bambino al di sotto dei due anni spesso la bronchite decorr\r\ne con prevalenti fenomeni di broncospasmo. Gli episodi di bronchite asmatiforme prodotti da infezioni respiratorie virali (virus respiratorio sinciziale, virus parainfluenzale, Rinovirus) in alcuni bambini tendono spesso a recidivare poiché la risposta d\r\ni tipo \"broncospastico\" all'aggressione virale è dovuta oltre alla situazione anatomica dei bronchi tipica per l'età (piccolo calibro) a particolari fattori costituzionali predisponenti di tipo immunologico (difetto d'\\cf17 \\ATXht80000 immunoglobuline\\cf16 \\ATXht0 \"protettive\" della mucosa di tipo IgA, eccessiva produzione d'immunoglobuline IgE, responsabili delle risposte di tipo \"allergico\".\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nLa sintomatologia respiratoria insorge acutamente e, in poche ore peggiora po\r\niché, a causa dello \\cf17 \\ATXht80000 spasmo\\cf16 \\ATXht0 della muscolatura dei rami bronchiali più piccoli, l'aria passa con fatica attraverso il lume ristretto; si ha così un respiro frequente con lieve \\cf17 \\ATXht80000 dispnea\\cf16 \\ATXht0 espirato\r\nria.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 DIAGNOSI\\par\r\nAuscultando il torace, si apprezzano fischi e sibili diffusi che inizialmente possono mascherare il reperto caratteristico di \"rantoli\" dovuti alla presenza di catarro. Solitamente in uno o due giorni lo spasmo br\r\nonchiale si risolve e ricompare la tosse catarrale caratteristica della bronchite acuta. Nel lattante la bronchite recidivante con broncospasmo si può considerare l'equivalente dell'\\cf17 \\ATXht80000 asma\\cf16 \\ATXht0 bronchiale allergica del bambino pi\r\nù grande.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nIl trattamento della fase acuta si avvale dell'uso di broncodilatatori e/o di \\cf17 \\ATXht80000 cortisonici\\cf16 \\ATXht0 somministrati preferibilmente con \\cf17 \\ATXht80000 aerosol\\cf16 \\ATXht0 in ambiente b\r\nen ossigenato e umidificato; come terapia di supporto sono utili i fluidificanti del catarro bronchiale e gli \\cf17 \\ATXht80000 antibiotici\\cf16 \\ATXht0 ; nei più piccoli è molto importante la somministrazione protratta di vitamina D.\\par\r\nLa terapia nel\r\nla bronchite acuta, deve avere un duplice scopo: ridurre il fastidio della tosse ed eliminare, se presente, la difficoltà respiratoria.\\par\r\nAnziché farmaci \"\\cf17 \\ATXht80000 sedativi\\cf16 \\ATXht0 \" della tosse (poco utili poiché in questo caso la tosse\r\n è un sintomo finalistico, utile alla detersione bronchiale) è meglio somministrare farmaci \"mucolitici\", che fluidificando il muco bronchiale migliorano l'azione di detersione delle ciglia vibratili delle cellule mucose e rendono meno tormentosa la toss\r\ne.\\par\r\nRipetuti aerosol con farmaci B2-stimolanti riducono il broncospasmo, se presente. Poco utili sono gli antibiotici trattandosi prevalentemente d'infezioni virali.\\par",
"ID": 356,
"Foto": "MAB04B4_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Asma bronchiale.\r\nL'asma bronchiale è una patologia frequente nell'infanzia, in particolare la forma allergica, di cui sono responsabili: gli acari della polvere di casa, i pollini, le forfore di animali ecc. Nell'immagine un Dermatophagoides al microscopio a scansione\r\n#",
"Movie": "@",
"Dida_Movie": "@",
"Vedi_Anche": "BRONCHITI 21404#"
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{
"Titolo": "Bronchiolite",
"Codice": "MAB04B5",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx1650\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 BRONCHIOLITE\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 E' la forma d'infezione broncopolmonare più grave e più diffusa nei bambini al disotto dell'anno d'età.\r\n\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 CAUSE\\par\r\nL'\\cf17 \\ATXht80000 eziologia\\cf16 \\ATXht0 è virale: il \\cf17 \\ATXht80000 virus\\cf16 \\ATXht0 respiratorio sinciziale (VRS) è responsabile del 50% dei casi; nei primi mesi di vita è spesso dovuta alla \\cf17 \\ATXht80000 C\r\nlamidia\\cf16 \\ATXht0 e (indipendentemente dall'eziologia) è sempre particolarmente grave. Il virus danneggia in modo particolare i rami bronchiali più sottili (bronchioli) provocando \\cf17 \\ATXht80000 edema\\cf16 \\ATXht0 della \\cf17 \\ATXht80000 mucosa\\cf16 \\ATXht0 , ipersecrezione di \\cf17 \\ATXht80000 muco\\cf16 \\ATXht0 e \\cf17 \\ATXht80000 necrosi\\cf16 \\ATXht0 delle cellule epiteliali bronchiolari; tutto ciò comporta una notevole riduzione del lume bronchiale, che nel bambino piccolo è già, di norma, mo\r\nlto ristretto. Il VRS si diffonde attraverso le goccioline di saliva e provoca piccole epidemie particolarmente in inverno e primavera.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nL'esordio della malattia è acuto: dopo 1 o 2 giorni di banale raffreddore, con poca\r\n tosse e febbre modesta (di rado superiore ai 38°C) compare la \\cf17 \\ATXht80000 dispnea\\cf16 \\ATXht0 che fa precipitare le condizioni del bambino. Per la grande difficoltà respiratoria, il quadro clinico diventa, nello spazio di poche ore, drammatico: \r\nil respiro si fa sempre più frequente (oltre 70 atti al minuto), compaiono \\cf17 \\ATXht80000 tachicardia\\cf16 \\ATXht0 , pallore, tosse insistente e altri evidenti segni di difficoltà respiratoria: alitamento delle ali del naso, rientramenti inspiratori a\r\nl giugulo (base del collo), intercostali ed epigastrici. Il bambino attiva ogni meccanismo disponibile, nel tentativo\t spasmodico di attirare l'aria nei polmoni, attraverso i bronchioli parzialmente, o totalmente, ostruiti dal processo infiammatorio. La \r\nfebbre è elevata solo nei casi complicati da una \\cf17 \\ATXht80000 superinfezione\\cf16 \\ATXht0 batterica. \\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 DIAGNOSI\\par\r\nIl reperto auscultatorio del \\cf17 \\ATXht80000 torace\\cf16 \\ATXht0 conferma l'ingresso d'aria nei polmoni mol\r\nto ridotto e la presenza d'ostruzione bronchiolare. Il decorso della bronchiolite è drammatico, ma fortunatamente breve (3 o 4 giorni); tuttavia poiché le condizioni del bambino sono gravissime è sempre necessario il ricovero in ospedale. \\par\r\n\\cf1 \r\n\\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nLa malattia, un tempo assai pericolosa, se ben curata, può oggi guarire. La terapia si basa essenzialmente sulla somministrazione d'\\cf17 \\ATXht80000 ossigeno\\cf16 \\ATXht0 umidificato, utilizzando apposite tende per \\cf17 \\ATXht80000 ossigenoterapia\\cf16 \\ATXht0 oppure le culle termiche per i più piccini; sono inoltre necessarie l'idratazione e la nutrizione per via venosa, per risparmiare ogni fatica al bambino, che non sarebbe comunque in grado di assumere liquidi per bocca. Come \r\nsupporto terapeutico si somministra \\cf17 \\ATXht80000 antibiotici\\cf16 \\ATXht0 (utili ad evitare le complicanze batteriche) e farmaci broncodilatatori e/o \\cf17 \\ATXht80000 cortisonici\\cf16 \\ATXht0 per migliorare la funzione respiratoria.\\par\r\n\\pard\\tx420\\tx4605\\tx4875\\ATXts0\\ATXbrdr0 Nei casi più gravi la comparsa di \\cf17 \\ATXht80000 cianosi\\cf16 \\ATXht0 o di crisi convulsive (da \\cf17 \\ATXht80000 anossia\\cf16 \\ATXht0 ) rendono necessaria la ventilazione assistita del lattante.\\par",
"ID": 357,
"Foto": "MAB04B5_F1.jpg#MAB04B5_F2.jpg#",
"Dida_Foto": "Virus sinciziale responsabile della bronchiolite. \r\nImmagine di virus respiratorio sinciziale responsabile della bronchiolite, una malattia delle vie aeree inferiori che compare pi├╣ frequentemente nel primo anno di vita.\r\n#Bronchiolite.\r\nRicostruzione tridimensionale degli alveoli polmonari e di un bronchiolo terminale. La bronciolite insorge qualora si instauri un processo infiammatorio a carico dei bronchioli.\r\n#",
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"Dida_Movie": "@",
"Vedi_Anche": "@"
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"Titolo": "Polmoniti",
"Codice": "MAB04B6",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx1365\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 POLMONITI\\par\r\n\\pard\\tx555\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 CAUSE\\par\r\nIn età pediatrica, nei primi 6-7 anni in particolare, sono molto frequenti le affezioni infiamma\r\ntorie del \\cf17 \\ATXht80000 parenchima\\cf16 \\ATXht0 polmonare (polmoniti) che spesso si estendono alle vicine diramazioni bronchiali e vengono, per questo, comunemente definite broncopolmoniti.\\par\r\nLa polmonite può avere origine infettiva (da batteri, \r\nvirus, funghi, parassiti) oppure tossica (da inalazione o aspirazione di sostanze dannose). Nell'infanzia la causa più comune sono le infezioni virali, i batteri intervengono in circa il 30% dei casi.\\par\r\nParticolarmente esposti alle infezioni polmonari\r\n sono i neonati prematuri, i lattanti e i piccoli immunodepressi o malnutriti; in ogni bambino, tuttavia, soprattutto in età prescolare, la \\cf17 \\ATXht80000 broncopolmonite\\cf16 \\ATXht0 è una malattia di frequente riscontro che, spesso interviene anche\r\n come complicanza di \\cf17 \\ATXht80000 morbillo\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 varicella\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 parotite\\cf16 \\ATXht0 o d'infezioni delle alte vie respiratorie.\\par\r\nNella broncopolmonite il processo infiammatorio, che può in\r\nteressare zone più o meno estese del \\cf17 \\ATXht80000 polmone\\cf16 \\ATXht0 , provoca un'ipersecrezione d'\\cf17 \\ATXht80000 essudato\\cf16 \\ATXht0 purulento che occupa il posto dell'aria negli spazi alveolari e nelle più fini diramazioni bronchiali causa\r\nndo la condizione di \"addensamento\", tipica del parenchima polmonare \"ammalato\", e che dà luogo ai reperti caratteristici rilevabili mediante un esame obiettivo del \\cf17 \\ATXht80000 torace\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nIl decorso e i\r\nl quadro clinico sono lievemente differenti a seconda che si tratti di un'infezione virale o batterica, e varia molto, specie per la gravità, in rapporto all'età del soggetto. Sintomi tipici si possono considerare: la tosse, la febbre e la difficoltà res\r\npiratoria, più o meno espressa.\\par\r\nLe polmoniti virali si manifestano prevalentemente con febbre non molto elevata, tosse secca e insistente, le condizioni generali del bambino non appaiono molto compromesse e l'esame obiettivo del torace è spesso poco\r\n indicativo.\\par\r\nNella polmonite batterica la febbre è invece sempre molto elevata, le condizioni generali sono visibilmente compromesse, la tosse, insistente e produttiva, si associa spesso a \\cf17 \\ATXht80000 dispnea\\cf16 \\ATXht0 ; l'esame obiettivo d\r\nel torace rivela la presenza di zone d'addensamento parenchimale.\\par\r\nQuando il \\cf17 \\ATXht80000 focolaio\\cf16 \\ATXht0 broncopneumonico è localizzato nella zona apicale del polmone il bambino può avvertire dolore alla nuca, muovendo il capo; nei casi \r\nin cui è localizzato al lobo polmonare inferiore di destra il dolore che, soprattutto dal bambino grandicello, è riferito in corrispondenza del quadrante inferiore dell'\\cf17 \\ATXht80000 addome\\cf16 \\ATXht0 , può simulare un'\\cf17 \\ATXht80000 appendicite\\cf16 \\ATXht0 acuta. La presenza di focolai broncopneumonici superficiali, molto vicini alla \\cf17 \\ATXht80000 pleura\\cf16 \\ATXht0 , oppure il prodursi di un versamento pleurico (complicanza non infrequente), causano dolore puntorio al torace, che si acce\r\nntua coi movimenti respiratori e con la tosse.\\par\r\nNel neonato e nel lattante la broncopolmonite ha un decorso particolarmente grave: alla tosse, più o meno insistente e mai produttiva, e alla febbre si associa sempre una condizione di distress respirat\r\norio: il piccolo appare sofferente, pallido o subcianotico, tachicardico e con respiro frequente, è poco reattivo e smette di alimentarsi. Spesso oltre ai sintomi respiratori compaiono vomito e diarrea.\\par\r\nParticolarmente grave, nel lattante, è la polm\r\nonite stafilococcica, che può complicare un'infezione virale delle alte vie respiratorie oppure infezioni cutanee.\\par\r\nLo stafilococco aureo è un germe normalmente presente sulla cute che, in particolari condizioni, bambino molto piccolo, defedato o mal\r\nnutrito, può virulentarsi e dare gravi infezioni, ad esordio acuto. La polmonite, in particolare, si manifesta con febbre alta, stato tossico, \\cf17 \\ATXht80000 cianosi\\cf16 \\ATXht0 e dispnea rapidamente ingravescenti.\\par\r\nLa polmonite stafilococcica è\r\n caratterizzata dalla presenza nel parenchima polmonare di numerosi piccoli ascessi che portano alla formazione di \"caverne\" ripiene d'aria e di pus, chiaramente evidenziabili sul radiogramma del torace.\\par\r\nL'infezione è sempre grave e comporta ancora \r\nuna mortalità elevata, poiché spesso i germi in causa sono resistenti agli \\cf17 \\ATXht80000 antibiotici\\cf16 \\ATXht0 più comunemente usati.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 DIAGNOSI\\par\r\nIn corrispondenza delle zone di parenchima polmonare \"addensato\" si possono \r\napprezzare ipofonesi (suono meno \"sonoro\" prodotto dalla \\cf17 \\ATXht80000 percussione\\cf16 \\ATXht0 digitale sulla parete toracica) e, all'auscultazione, rumori particolari: rantoli a fin o medie bolle (dovuti alla presen\r\nza d'essudato endobronchiale) oppure \\cf17 \\ATXht80000 soffio\\cf16 \\ATXht0 bronchiale (dovuto al timbro particolarmente rude che assume il rumore prodotto dal passaggio dell'aria attraverso una zona di parenchima polmonare poco aerata).\\par\r\nL'esame rad\r\niologico del torace evidenzia, con maggior esattezza, la sede e l'estensione dei o del focolaio infiammatorio che apparirà come una zona diafana, meno trasparente (poiché contiene essudato anziché aria) rispetto al circostante parenchima polmonare bene a\r\nerato. Nelle polmoniti dette \"interstiziali\", d'origine virale, il processo infiammatorio interessa invece prevalentemente la parete alveolare e gli spazi, non interni, ma circostanti alle diramazioni bronchiali, con formazione di scarso essudato endocan\r\nalicolare.\\par\r\nIn questi casi il reperto obiettivo toracico è poco caratteristico e il quadro radiologico presenta tipiche zone d'opacità \"a striscia\", estese dagli ili verso le zone periferiche dei campi polmonari. La diagnosi eziologica delle diverse \r\nforme di polmonite si basa sia sulla ricerca dell'agente infettante nell'\\cf17 \\ATXht80000 espettorato\\cf16 \\ATXht0 sia sulla ricerca d'anticorpi specifici, che compaiono nel \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 in seguito all'infezione; quest'ultimo \r\nmetodo è particolarmente utile per la diagnosi delle polmoniti virali. Queste indagini diagnostiche, tuttavia, non sono sempre facili perché richiedono tempo e tecniche a volte indaginose; nel bambino, inoltre, è molto difficile ottenere quantità d'espet\r\ntorato sufficienti per eseguire le colture batteriologiche.\\par\r\nDi norma si accetta una diagnosi eziologica \"di presunzione\", basata su una corretta valutazione dei criteri epidemiologici, clinici, radiologici e di laboratorio.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TER\r\nAPIA\\par\r\nIl momento più importante nella terapia delle broncopolmoniti è, in ogni caso, la somministrazione d'antibiotici ad ampio spettro, che garantiscono la difesa contro una gamma di germi patogeni più vasta possibile. Anche nelle forme presunte vir\r\nali, che pur avendo un decorso più lungo, andrebbero incontro ad una guarigione spontanea, la terapia antibiotica è utile a proteggere da eventuali infezioni batteriche sovrapposte. Come supporto terapeutico sono utili gli \\cf17 \\ATXht80000 antipiretici\\cf16 \\ATXht0 , i preparati polivitaminici e una dieta con cibi nutrienti e facilmente digeribili, somministrati ovviamente senza forzare il bambino che non dimostrerà, certo, d'avere molto appetito.\\par\r\nI bambini più grandi possono essere curati a domicil\r\nio se il medico curante garantisce un'assistenza quotidiana e se l'ambiente familiare è affidabile. Per i lattanti e i bambini più piccoli è invece senz'altro indispensabile ricorrere al ricovero ospedaliero, anche per le forme a decorso apparentemente n\r\non grave.\\par",
"Dida_Foto": "Aspergillus niger,\r\nFungo abitualmente non patogeno che può provocare infezioni anche molto gravi al polmone.\r\n#Streptococcus pneumoniae,\r\nbatterio patogeno responsabile della polmonite pneumococcica.\r\n#Frequenza dei principali patogeni nelle polmoniti secondo gruppi di età.\r\n#Polmonite.\r\nInfezione di una cellula da parte di un Mycoplama pneuminiae batterio responsabile di una forma di polmonite interstiziale.\r\n#",
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"Dida_Movie": "@",
"Vedi_Anche": "POLMONITI 21415#"
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"Titolo": "Tubercolosi polmonare",
"Codice": "MAB04B7",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx2850\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 TUBERCOLOSI POLMONARE\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Della tubercolosi, malattia polimorfa sia per le numerose possibili localizzazioni sia per i mo\r\ndi in cui si può manifestare, prenderemo in considerazione due aspetti che meritano di essere sviluppati: il modo di presentarsi nel bambino e la \\cf17 \\ATXht80000 profilassi\\cf16 \\ATXht0 antitubercolare. \\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 CAUSE\\par\r\nL'infezione è \r\ndovuta al \\cf17 \\ATXht80000 Mycobacterium\\cf16 \\ATXht0 tubercolosis (\\cf17 \\ATXht92861 bacillo di Koch\\cf16 \\ATXht0 ), un germe ubiquitario, molto resistente nell'ambiente esterno, che si diffonde con l'emissione di goccioline di saliva infette. I bambi\r\nni al disotto dei 5 anni sono particolarmente vulnerabili per vari motivi: l'immaturità del \\cf17 \\ATXht92571 sistema immunitario\\cf16 \\ATXht0 e la ridotta risposta difensiva all'aggressione del micobacterio; la possibilità di una stretta convivenza con\r\n individui adulti infetti e le frequenti infezioni tipiche dell'infanzia (per esempio \\cf17 \\ATXht80000 morbillo\\cf16 \\ATXht0 ) che aumentano la suscettibilità nei confronti dell'infezione tubercolare.\\par\r\nLa prima manifestazione dell'infezione tubercol\r\nare è il \"\\cf17 \\ATXht80000 complesso primario\\cf16 \\ATXht0 \", tipico dell'età infantile. Nei primi decenni del secolo il fenomeno era costante: praticamente tutti i bambini prima dei quindici anni d'età erano contagiati dalla tubercolosi. Oggi al contra\r\nrio, grazie al miglioramento delle condizioni igieniche e di nutrizione, l'età della prima infezione tubercolare tende a spostarsi in avanti, sono molti, infatti, gli adolescenti che non hanno ancora avuto contatti col Mycobacterium, col passare degli an\r\nni, infatti, i bambini acquistano una maggior capacità di reagire all'infezione e di distruggere il bacillo tubercolare al momento del suo ingresso nell'organismo. Il miglioramento delle condizioni igieniche nella società attuale e l'affinarsi delle poss\r\nibilità diagnostiche e terapeutiche hanno molto contribuito non solo nel ritardare, ma nel rendere meno frequente e diffusa la malattia tubercolare. L'ambiente in cui vive il bambino ha, infatti, moltissima importanza: l'umidità e il freddo di certe abit\r\nazioni agiscono sulla salute in modo deleterio, rendono il bambino gracile e diminuiscono le sue capacità difensive di fronte alle infezioni. Inoltre l'alimentazione insufficiente peggiora la situazione e l'affollamento facilita la diffusione del contagi\r\no. Per quanto riguarda il \"contagio\", bisogna precisare che la tubercolosi non è una malattia ereditaria; un individuo si ammala di tubercolosi dopo la nascita perché contagiato da un malato di tubercolosi. Si eredita invece la predisposizione ad ammalar\r\ne. E' chiaro che un neonato figlio di genitori ammalati di tubercolosi, predisposto quindi a contrarre la malattia, restando in contatto con i genitori ammalati si ammalerà fatalmente. A questo si aggiunga che un bambino è tanto più recettivo alla tuberc\r\nolosi quanto più è piccolo, e che più lungo è il contatto, maggiori sono le probabilità di infettarsi.\\par\r\nQuindi i genitori ammalati devono usare molte precauzioni.\\par\r\nIn linea di massima sarebbe senz'altro opportuno che i bambini di madri ammalate d\r\ni tubercolosi fossero allontanati subito dopo la nascita e restassero lontani finché la madre non è guarita. L'\\cf17 \\ATXht80000 allattamento\\cf16 \\ATXht0 non è contagiante di per sé, cioè i bacilli di Koch non sono nel latte, ma è il continuo contatto \r\ncon la madre che rende l'infezione molto probabile. E' bene anche controllare, all'atto dell'assunzione, lo stato di salute d'istitutrici, bambinaie, nutrici ecc. Infatti, tutti coloro che vivono con i bambini devono essere sottoposti a controlli periodi\r\nci. E' quanto del resto si sta facendo su scala nazionale con i controlli annuali ai raggi X d'insegnanti elementari, maestre d'asilo ecc. Solo così che si può affrontare seriamente il problema della lotta antitubercolare. I bambini stessi vanno controll\r\nati periodicamente, meglio se una volta ogni sei mesi, mediante la prova della \\cf17 \\ATXht80000 tubercolina\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nUn malato di tubercolosi è contagioso quando emette con lo sputo, e quindi tossendo, parlando ecc., dei bacilli di Koch. Perc\r\nhé questo avvenga, è necessario che le zone infette di \\cf17 \\ATXht80000 polmone\\cf16 \\ATXht0 siano in comunicazione diretta con i bronchi, che si tratti cioè di una \"forma aperta\" e che quindi i batteri possano giungere all'esterno attraverso le vie re\r\nspiratorie superiori. La non contagiosità di un individuo non significa guarigione; basta, infatti, che il \\cf17 \\ATXht80000 focolaio\\cf16 \\ATXht0 polmonare non comunichi con i bronchi perché i bacilli di Koch siano bloccati e non giungano all'esterno. \r\nSi parla in questo caso di \"forme chiuse\". Si è sicuri che una forma è chiusa solo dopo che numerose ricerche del bacillo tubercolare nello sputo hanno dato risultato negativo. E' sempre possibile comunque che una forma chiusa si apra senza dare sintomi \r\napprezzabili. Quindi è necessario raccomandare la massima prudenza, nei contatti con i bambini, a tutti i familiari che sono stati dimessi come \"negativi\", cioè guariti, dai sanatori.\\par\r\nRitornando al complesso primario, ricordiamo che esso è costituit\r\no da un focolaio infiammatorio polmonare e da una reazione infiammatoria a livello dei linfonodi di \\cf17 \\ATXht80000 drenaggio\\cf16 \\ATXht0 situati nel tessuto circostante. La linfoadenite (infiammazione dei vasi linfatici situati alla base della \\cf17 \\ATXht80000 trachea\\cf16 \\ATXht0 ) e la \\cf17 \\ATXht80000 linfangite\\cf16 \\ATXht0 (infiammazione dei vasi linfatici che collegano i linfonodi al \\cf17 \\ATXht80000 parenchima\\cf16 \\ATXht0 polmonare) costituiscono la reazione infiammatoria delle vie e del\r\nle ghiandole linfatiche che drenano la zona di parenchima polmonare interessata dall'infezione. \\par\r\nSolo molto raramente, almeno nei Paesi a discreto livello socio-economico, l'infezione non guarisce, ma si diffonde provocando una \\cf17 \\ATXht80000 bro\r\nncopolmonite\\cf16 \\ATXht0 tubercolare con esito in \"caverne\". In alcuni bambini, molto piccoli, immunodepressivi o particolarmente defedati, il Mycobacterium tubercolosis, riesce a diffondersi a tutto l'organismo, portato dal \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 determinando il quadro della tubercolosi miliare disseminata (molto grave, ma anche molto raro), in cui, oltre ai polmoni sono colpiti il \\cf17 \\ATXht80000 fegato\\cf16 \\ATXht0 , i reni, il \\cf17 \\ATXht80000 cervello\\cf16 \\ATXht0 , le ossa, i su\r\nrreni e gli organi genitali. Importante è chiarire il significato dei termini \"contagio\" e \"infezione tubercolare\", poiché in questo caso non sempre il contagio è seguito dall'insorgenza della malattia.\\par\r\nEssere contagiati dalla tubercolosi, infatti, \r\nnon significa ammalarsi, ma semplicemente che il bacillo di Koch è entrato nell'organismo. In seguito a ciò insorgono difese organiche e così s'inizia una lotta tra bacillo e organismo. Se il primo riesce a sopraffare il secondo, almeno parzialmente, si \r\nentra nello stato di malattia, se invece, come fortunatamente accade più spesso, l'organismo riesce a distruggere i bacilli, l'individuo contagiato resta sano, anzi ignora completamente quanto è avvenuto dentro di lui. Però resta una testimonianza del co\r\nntagio avvenuto: la positività alla tubercolina.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nQuesto complesso di fenomeni si può manifestare nel bambino con sintomi d'intensità estremamente variabile.\\par\r\nMolto frequenti sono le forme latenti, che decorrono cioè\r\n senza dare alcun sintomo. Sono stati affetti da forme latenti tutti gli individui adulti nei quali la reazione alla tubercolina (prova che testimonia un avvenuto contatto col bacillo di Koch) risulti positiva, senza che essi abbiano mai avuto il minimo \r\nsospetto d'essere affetti da malattia tubercolare o il minimo sintomo che ne facesse sospettare l'esistenza.\\par\r\nLa frequenza delle forme latenti è messa in evidenza anche dai test cutanei alla tubercolina che si fanno ai bambini in età scolare e che sv\r\nelano avvenuti contagi tubercolari altrimenti impossibili da riconoscere. La maggior parte di queste forme, infatti, non dà mai sintomi e si risolve \"in silenzio\", solo in qualche caso dopo l'avvenuto contagio si può avere qualche noia: un semplice arres\r\nto dell'aumento ponderale, una stanchezza strana, una temporanea mancanza d'appetito, oppure un episodio febbrile che dura qualche giorno, con febbre a 38-39°C accompagnati da sintomi generali di malessere.\\par\r\nPoiché spesso questi sintomi caratteristic\r\ni delle forme lievi si associano a faringo-tonsillite o a sindromi influenzali, non sono subito attribuiti all'infezione tubercolare, ma alla malattia, in quel momento apparentemente prevalente.\\par\r\nI sintomi caratteristici del complesso primario tuberc\r\nolare sono prevalentemente dovuti alla linfoadenite, che abbiamo visto essere uno degli elementi costituenti del complesso primario. Questo è vero soprattutto nei neonati, nei quali l'\\cf17 \\ATXht80000 adenite\\cf16 \\ATXht0 ha uno sviluppo particolarment\r\ne accentuato. Il sintomo più frequente è la tosse, persistente, spesso con i caratteri della tosse pertussoide. La respirazione è spesso difficoltosa, sia nel caso di un'ampia diffusione tubercolare, per un'eccessiva riduzione della superficie respirante\r\n, sia, nel caso dell'adenite, per compressione dei bronchi. Tale compressione, quando è accentuata, può dare origine ad un fenomeno curioso: il cosiddetto \"cornage\", un rumore respiratorio prodotto dall'aria che passa nel bronco ristretto e che in certi \r\ncasi è udibile anche ad una certa distanza dal bambino. La febbre persistente e altri sintomi aspecifici, quali la diminuzione di peso, la mancanza d'appetito, la stanchezza, il malumore completano il quadro clinico dell'infezione tubercolare nel bambino\r\n. La febbre in genere apre il quadro, inizia bruscamente, sale fino a 39-40°C e, se non s'interviene con la terapia, resta su questi valori per alcune settimane. E' perfettamente tollerata dal bambino che è di buon umore, vuole giocare, alzarsi e non acc\r\nusa in genere alcun disturbo, può rimanere l'unica protagonista del quadro clinico, se l'interessamento del polmone e l'\\cf17 \\ATXht80000 adenopatia\\cf16 \\ATXht0 satellite sono di lieve entità.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 DIAGNOSI\\par\r\nLa prova alla tubercoli\r\nna è di grandissima utilità, perché serve per definire con sufficiente sicurezza se un individuo è o non è stato contagiato dalla tubercolosi. Si tratta in pratica dell'iniezione nella cute o della pressione prolungata contro di essa (con un cerotto) di \r\nsostanze derivanti dai bacilli tubercolari. Se l'individuo è stato contagiato o al momento della prova è ammalato di tubercolosi, reagisce contro di esse e allora attorno al punto d'iniezione o di pressione compare un alone arrossato, gonfio e di consist\r\nenza aumentata.\\par\r\nNei casi in cui, al contrario, la lotta è vinta dal bacillo tubercolare compaiono i sintomi a carico dell'\\cf17 \\ATXht94426 apparato respiratorio\\cf16 \\ATXht0 sopra descritti.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nNella gran parte dei \r\ncasi l'evoluzione è favorevole e il complesso primario guarisce senza dar luogo a complicazioni. Esistono però i casi in cui l'evoluzione non è così benigna, perciò tutti i bambini cui sia stata scoperta un'infezione tubercolare, di qualunque gravità ess\r\na sia, vanno seguiti con la massima attenzione. Soprattutto se il periodo che va dal contagio all'inizio dei sintomi è breve, se il bambino è molto piccolo e, ovviamente, se i sintomi sono importanti, la sorveglianza nei primi tre-quattro mesi deve esser\r\ne strettissima e va continuata in seguito per almeno uno o due anni. In particolare, bisogna osservare attentamente se il bambino, dopo la guarigione dell'episodio iniziale, ha di nuovo febbricola, anche occasionale, se è anormalmente stanco, se cala di \r\npeso, se dimostra in qualche modo di non stare bene, senza che il fenomeno sia chiaramente spiegabile. In questo caso va subito consultato il medico che apprezzerà l'eventuale riacutizzazione dell'infezione tubercolare e provvederà immediatamente, oltre \r\nche alla terapia, all'\\cf17 \\ATXht80000 isolamento\\cf16 \\ATXht0 del bambino. Se l'intervento dei genitori, infatti, non è tempestivo, ciò, oltre che provocare un peggioramento del piccolo ammalato, può dar tempo alla malattia di diffondersi e di colpire\r\n altri individui.\\par\r\nDue sono i sistemi più in uso per la profilassi antitubercolare: la \\cf17 \\ATXht80000 vaccinazione\\cf16 \\ATXht0 e la profilassi farmacologica con \\cf17 \\ATXht80000 isoniazide\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nLa profilassi farmacologica si basa\r\n sull'uso di una sostanza ad attività specifica contro il bacillo di Koch: l'isoniazide. La sua somministrazione non rende l'organismo più resistente contro il bacillo tubercolare, assicura però che nel sangue circoli sempre un'efficace arma antitubercol\r\nare, cosicché i germi siano distrutti al loro primo apparire. Ampie statistiche sono state eseguite per controllare l'efficacia dei due metodi che sono stati citati.\\par\r\nAmbedue sembrano d'indubbia utilità. Come impostazione generale, oggi si tende ad e\r\nseguire la profilassi con \\cf17 \\ATXht80000 BCG\\cf16 \\ATXht0 in individui tubercolino-negativi, che in altre parole non hanno mai contratto l'infezione tubercolare e che vivono in ambienti potenzialmente \"a rischio\" (familiari ammalati, comunità ecc.); \r\nla profilassi con isoniazide in individui tubercolino-positivi, quegli individui che si trovano cioè in condizioni tali da rendere probabile una nuova infezione tubercolare del loro organismo.\\par",
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"Foto": "MAB04B7_F1.jpg#MAB04B7_F2.jpg#",
"Dida_Foto": "Tubercolosi.\r\nMycobacterium tuberculosis, noto anche come bacillo di Koch dal nome del suo scopritore (1882), osservato al microscopio a scansione e al microscopio ottico.\r\n#Test-tine.\r\nEsecuzione della prova tubercolinica mediante tine-test: un apparecchietto dotato di quattro punte ricoperte di tubercolina viene messo a contatto, esercitando una leggera pressione, con la cute della superficie volare dell'avambraccio. Papule che appaiono sulla cute in caso di reazione positiva alla intradermoreazione alla tubercolina.\r\n#",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\f1 \\cf16 SINDROME DELLE IRRS \"INFEZIONI RESPIRATORIE RICORRENTI\"\\par\r\n\\pard\\tx420\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 CAUSE\\par\r\nE' la condizione molto comune del bambino di 2-3 anni che, introdotto in comuni\r\ntà (nido o scuola materna) va incontro a ripetute infezioni delle alte vie respiratorie. Le riniti o rinofaringiti, quasi sempre virali, si ripetono due o tre volte al mese durante tutta la stagione invernale. Il bambino viene tenuto continuamente a casa\r\n e \"in casa\", sottoposto, a ripetizione, a inutili terapie antibiotiche, mentre la vita familiare rimane sconvolta dalle continue malattie.\\par\r\nDi norma non si tratta di una situazione patologica grave, ma semplicemente di bambini il cui \\cf17 \\ATXht92571 sistema immunitario\\cf16 \\ATXht0 non è ancora completamente maturo e pronto a reagire velocemente all'aggressione dei \\cf17 \\ATXht80000 virus\\cf16 \\ATXht0 comunemente presenti in abbondanza, soprattutto nella stagione fredda, in ambienti affollati.\r\n\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 DIAGNOSI\\par\r\nNonostante questa sia la condizione di gran lunga più frequente, è importante valutare sempre con attenzione un bambino affetto da IRRS, per escludere la presenza di patologie più importanti (se pur molto più rare) quali\r\n: immunodeficenze, congenite o acquisite, \\cf17 \\ATXht80000 asma\\cf16 \\ATXht0 bronchiale o malattie sistemiche.\\par\r\nUn utile criterio discriminante potrebbe essere la gravità delle infezioni: per esempio nei soggetti immunodepressi infezioni banali pos\r\nsono dare forme gravi di \\cf17 \\ATXht80000 otite\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 broncopolmonite\\cf16 \\ATXht0 o \\cf17 \\ATXht80000 sepsi\\cf16 \\ATXht0 ; oppure, più semplicemente, osservare come migliora la salute del bambino nei periodi in cui non frequ\r\nenta la scuola.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nLa terapia migliore è, senza dubbio, interrompere la frequenza della scuola materna e, se possibile, far trascorrere al bambino i mesi invernali in luoghi con clima più favorevole, per esempio al mare. E\r\nsclusa la presenza di patologie organiche a sostegno delle infezioni respiratorie ricorrenti, è soprattutto importante che il medico rassicuri i genitori, e li convinca a non somministrare al bambino una quantità esagerata di farmaci inutili, ma a fare i\r\nl possibile per assicurargli condizioni ambientali favorevoli\\par",
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Tipiche dell'età del neonato e del lattante sono le polmoniti da aspirazione di \\cf17 \\ATXht9211 liquido amniotico\\cf16 \\ATXht0 e di materiale rigurgitato e/o vomitato, oppure finito in \\cf17 \\ATXht80000 trachea\\cf16 \\ATXht0 per la presenza di fist\r\nole esofago-tracheali.\\par\r\nNelle età successive diventano più frequenti le sindromi da aspirazione di corpi estranei o di liquidi.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 ASPIRAZIONE DI CORPI ESTRANEI.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 CAUSE\\par\r\nE' molto più frequente di quanto si \r\npossa immaginare soprattutto in età prescolare, in cui i bambini di 2 o 3 anni portano alla bocca qualsiasi cosa, eludendo facilmente la sorveglianza dei genitori; mentre i più grandi possono aspirare oggetti tenuti in bocca per gioco o per distrazione.\r\n\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nMolto spesso, l'aspirazione di un corpo estraneo, scatena una chiara sintomatologia da soffocamento, che richiede un immediato intervento medico e che può mettere in serio pericolo la vita del bambino.\\par\r\nNei casi in \r\ncui l'oggetto aspirato sia di piccole dimensioni, la sintomatologia tipica può mancare e se il bambino non dichiara la cosa e nessuno dei familiari se n'accorge, può trascorrere diverso tempo prima di poter diagnosticare il danno. La gran parte dei picco\r\nli oggetti aspirati è immediatamente espulsa grazie alla tosse reattiva che immediatamente si scatena; talvolta però essi possono essere aspirati molto velocemente e penetrare profondamente nel \\cf17 \\ATXht80000 polmone\\cf16 \\ATXht0 , senza provocare nes\r\nsuna reazione.\\par\r\nLa sede preferenziale è il polmone destro, poiché il \\cf17 \\ATXht80000 bronco\\cf16 \\ATXht0 principale di destra, avendo un decorso più dritto, è in più diretta comunicazione con la trachea.\\par\r\nAnnidato nei rami bronchiali più fini,\r\n il piccolo corpo estraneo non dà disturbi respiratori immediati, ma agisce da \"spina irritativa\" e favorisce lo sviluppo d'infezioni infiammatorie dando una sintomatologia simile a quella tipica della \\cf17 \\ATXht80000 bronchite\\cf16 \\ATXht0 (febbre, t\r\nosse catarrale, broncospasmo), tuttavia con qualche particolarità: \\cf17 \\ATXht80000 recidiva\\cf16 \\ATXht0 spesso senza particolari motivi, è poco sensibile alle comuni terapie e, la tosse è molto insistente e difficile da spiegare.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 DIAGNOSI\\par\r\nL'\\cf17 \\ATXht80000 anamnesi\\cf16 \\ATXht0 è di poco aiuto, poiché quasi sempre né il bambino né i genitori ricordano il fatto; solo l'esame obiettivo e radiologico del \\cf17 \\ATXht80000 torace\\cf16 \\ATXht0 possono evidenziare la presenza \r\ndel corpo estraneo che deve essere prontamente rimosso con l'aiuto del \\cf17 \\ATXht80000 broncoscopio\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nL'aspirazione di corpi estranei è un evento potenzialmente sempre molto pericoloso, quindi la cosa mig\r\nliore è educare coloro che assistono i bambini a prevenirlo.\\par\r\nI lattanti e i bambini piccoli non dovrebbero mai avere a portata di mano, né di bocca, alimenti friabili fino a che non sono perfettamente in grado di coordinare i movimenti di masticazio\r\nne e di deglutizione; inoltre non vanno concessi i piccoli oggetti e i giocattoli devono essere privi di parti minuscole facilmente asportabili.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 ASPIRAZIONE DI LIQUIDI.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 CAUSE\\par\r\nPiù frequente è l'aspirazione \r\nd'acqua, per sommersione, oppure di petrolio o kerosene, inalati accidentalmente o per gioco. \\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nL'acqua, se non contiene sostanze tensioattive (sapone), essendo ipotonica è rapidamente assorbita e dagli spazi alveolari p\r\nassa nell'interstizio, dando un quadro simile a quello dell'\\cf17 \\ATXht80000 edema\\cf16 \\ATXht0 polmonare acuto. Le altre sostanze, riconoscibili dall'odore caratteristico che si sprigiona con l'alito, causano uno stato infiammatorio (da irritazione) a\r\ncuto e grave, con febbre, tosse e \\cf17 \\ATXht80000 dispnea\\cf16 \\ATXht0 ingravescenti.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 DIAGNOSI\\par\r\nLa \\cf17 \\ATXht80000 radiografia\\cf16 \\ATXht0 del torace rivela la presenza d'estesi focolai d'addensamento parenchimale.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nLa terapia è sintomatica e antibiotica, di supporto.\\par",
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"Vedi_Anche": "MALATTIE DELL'ORECCHIO MEDIO 21360#"
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"Titolo": "MUCOVISCIDOSI",
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Si calcola che ne sia colpito un bambino ogni 1.600-2.500 nati a seconda delle regioni. Il gene per la fibrosi cistica è stato da pochi anni localizzato sul braccio lungo del \\cf17 \\ATXht80000 cromosoma\\cf16 \\ATXht0 7 e quest\r\no ha già consentito la diagnosi prenatale (in \\cf17 \\ATXht80000 utero\\cf16 \\ATXht0 ) in numerosi Paesi grazie a tecniche d'ingegneria genetica.\\par\r\nIl gene, per la fibrosi cistica sarebbe responsabile di un'alterazione nel meccanismo di trasporto del \\cf17 \\ATXht80000 cloro\\cf16 \\ATXht0 attraverso la membrana cellulare. Questo fatto determina un'accentuazione della viscosità delle secrezioni soprattutto a livello pancreatico e polmonare. Altri organi colpiti sono i testicoli, il \\cf17 \\ATXht80000 fegato\\cf16 \\ATXht0 , le ghiandole salivari. A causa della viscosità si ha un ristagno di secrezioni all'interno del pancreas, con diminuita immissione d'enzimi digestivi nel lume intestinale. Assistiamo quindi ad un malassorbimento specialmente dei grassi e del\r\nle \\cf17 \\ATXht80000 proteine\\cf16 \\ATXht0 con l'emissione di feci abbondanti, untuose, maleodoranti. A livello polmonare il ristagno del muco facilita sia la formazione di dilatazioni dei bronchi, dette bronchiectasie, sia l'ostruzione di un \\cf17 \\ATXht80000 bronco\\cf16 \\ATXht0 con conseguente mancata aerazione del tessuto polmonare circostante e facilità alle infezioni.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nLa sintomatologia clinica è caratterizzata da rallentamento della crescita fin dai primi mesi, co\r\nn i segni di una \\cf17 \\ATXht80000 distrofia\\cf16 \\ATXht0 più o meno accentuata con deficit di \\cf17 \\ATXht80000 vitamine\\cf16 \\ATXht0 A, K e D che essendo liposolubili non sono assorbite e da diarrea cronica. A livello polmonare ci saranno ripetuti ep\r\nisodi di \\cf17 \\ATXht80000 broncopolmonite\\cf16 \\ATXht0 con tosse e febbre elevata. I germi in causa possono essere streptococchi o \\cf17 \\ATXht80000 stafilococchi\\cf16 \\ATXht0 , ma spesso si possono selezionare germi \"difficili\" resistenti alle terapie\r\n antibiotiche quali Pseudomonas aeruginosa, oppure miceti quali gli aspergilli. A livello epatico si potrà avere \\cf17 \\ATXht80000 cirrosi\\cf16 \\ATXht0 biliare (la \\cf17 \\ATXht80000 bile\\cf16 \\ATXht0 è particolarmente densa) o colecistiti.\\par\r\nUn'altr\r\na grave minaccia che incombe sui bambini con fibrosi cistica è la perdita di sali con la sudorazione. Quindi, in caso di febbre oppure di soggiorno in climi con temperature elevate è necessario supplementare la dieta con opportune quantità di sale da cuc\r\nina. \\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 DIAGNOSI\\par\r\nL'eccessiva quantità di sali (sodio e cloro) che ritroviamo nel sudore di questi bambini permette la diagnosi della malattia. Il test del sudore, infatti, dosa la quantità di sodio e di cloro presenti nel sudore,\r\n che nei soggetti ammalati si ritrovano in quantità più che raddoppiate rispetto al normale.\\par\r\nGià alla nascita è possibile effettuare un test di screening per la fibrosi cistica (che se positivo andrà ripetuto e accompagnato dal test del sudore) che \r\nsi basa sul dosaggio della tripsinemia. I neonati con fibrosi cistica hanno nel \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 una quantità di \\cf17 \\ATXht80000 tripsina\\cf16 \\ATXht0 doppia rispetto al normale.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nI cardini della\r\n terapia si basano da una parte sulla prevenzione e cura delle infezioni polmonari, dall'altra sulla somministrazione degli enzimi pancreatici, per facilitare la digestione dei cibi.\\par\r\nPer le prime sarà necessario eseguire più volte al giorno massaggi\r\no percussorio e drenaggio posturale, \\cf17 \\ATXht80000 aerosolterapia\\cf16 \\ATXht0 con apparecchi ad ultrasuoni, integrati dalla somministrazione di farmaci broncodilatatori, mucolitici e da cicli d'antibiotico-terapia.\\par\r\nLa somministrazione dei prep\r\narati pancreatici è fatta per bocca ed è supportata da una dieta particolare, ricca di proteine, acidi grassi a media catena e vitamine liposolubili.\\par\r\nSe questa terapia è iniziata per tempo e attuata scrupolosamente, la maggior parte dei pazienti può\r\n crescere regolarmente e raggiungere senza troppe complicazioni l'età adulta. Nei casi con grave compromissione polmonare è possibile tentare il trapianto cuore-polmoni.\\par",
"Dida_Foto": "Mucoviscidosi o fibrosi cistica del pancreas.\r\nI due sintomi più caratteristici della fibrosi cistica del pancreas sono rappresentati da disturbi respiratori e da disturbi digestivi. A, nei bronchi viene secreto un muco molto denso che si accumula nei canali bronchiali fino ad ostruire il lume, ostacolando così la respirazione e favorendo l'insorgere di gravi affezioni: bronchiti, polmoniti ecc. Poiché nell'intestino non giungono gli enzimi pancreatici, i principi alimentari, e in particolare i grassi, non vengono assorbiti e sono quindi eliminati con le feci, con conseguente grave stato di denutrizione del bambino. B, disegno di un pancreas normale visto al microscopio. C, un acino di pancreas, affetto da fibrosi cistica. D, demolizione dei grassi. La freccia nera indica il normale processo di demolizione, le frecce rosse indicano che tale processo è impedito in caso di fibrosi cistica perché mancano gli enzimi necessari; a sinistra, sono schematizzati i grassi che devono essere demoliti e, a destra, i grassi che hanno subito, solo parzialmente, il processo digestivo.\r\n#Mucoviscidosi.\r\nIn questa malattia si determina un aumento della viscosità delle secrezioni; nella tabella sono indicate le conseguenze di questo fenomeno a livello polmonare.\r\n#Esercizi di fisioterapia per il drenaggio nella mucoviscidosi.\r\nUna serie di esercizi, parte di un programma di fisioterapia necessaria per il drenaggio di tutti i distretti polmonari che vengono liberati dalle secrezioni in seguito alle percussioni e vibrazioni di volta in volta applicate. A, sul lettino inclinato di 60° il bambino è in posizione seduta: si percuote e si vibra con entrambe le mani sopra e sotto le clavicole. B, il bambino è seduto, piegato in avanti, appoggiato ad un cuscino: si percuote e si vibra sopra le scapole. C, sempre sul lettino inclinato il bambino è steso trasversalmente sul fianco destro, il braccio destro steso lungo la schiena, il sinistro piegato davanti al torace: si percuote e si vibra sulla spalla sinistra; l'esercizio verrà ripetuto dal lato opposto. D, lettino leggermente inclinato, il bambino è steso sul fianco destro, il braccio sinistro appoggiato ad un cuscino, ginocchia flesse: si percuote e si vibra sulla spalla sinistra e si ripete l'esercizio sull'altro lato. E, sul lettino orizzontale, bambino supino con ginocchia sollevate: con le mani si percuote e si vibra al di sotto delle clavicole da entrambi i lati. F, il bambino è ora in posizione prona: si vibra e si percuote sulla parte mediana della schiena, ai lati della colonna vertebrale. G, bambino prono sul lettino inclinato verso il basso: con le mani si vibra e si percuote in corrispondenza delle ultime coste. H, bambino steso sul lato destro, a testa in basso, ginocchia flesse, braccio sinistro in avanti: si percuote e si vibra con entrambe le mani sulla parte terminale sinistra del torace; si ripete l'esercizio sull'altro lato. I, il bambino è ora supino, testa verso il basso: si percuote e si vibra sulla parte inferiore del torace.\r\n#",
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"Titolo": "MALATTIE DELL'APPARATO DIGERENTE",
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"Titolo": "MALATTIE DELLA BOCCA",
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"Titolo": "Candidosi del cavo orale",
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"ID": 366,
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"Dida_Foto": "Malattie della bocca.\r\nLa Candida albicans è un fungo responsabile di una stomatite chiamata “mughetto”; le sue colonie si instaurano quando si indeboliscono le difese immunitarie (nell'ingrandimento sono evidenziate le papille fungiformi e filiformi). Lingua, gengive e palato sono le zone più facilmente colpite.\r\n#",
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"Titolo": "Stomatiti",
"Codice": "MAB07A2",
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"Vedi_Anche": "STOMATITI 21741#"
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{
"Titolo": "Alterazioni della lingua",
"Codice": "MAB07A3",
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"Dida_Foto": "Alterazioni della lingua.\r\nNei bambini che soffrono di disturbi dispeptici si nota spesso la cosiddetta ΓÇ£lingua a carta geograficaΓÇ¥.\r\n#",
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"Titolo": "DISTURBI DELLA NUTRIZIONE",
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"Dida_Foto": "Disturbi della nutrizione.\r\n#",
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"Titolo": "Dispepsie",
"Codice": "MAB07B1",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx1380\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 DISPEPSIE\\par\r\n\\pard\\tx555\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 CAUSE\\par\r\nSono le forme più lievi e più comuni di \\cf17 \\ATXht80000 diarrea\\cf16 \\ATXht0 acuta del lattan\r\nte. Nella maggior parte dei casi sono dovute ad errori nell'alimentazione, oppure a cambiamenti di dieta troppo bruschi in fase di svezzamento.\\par\r\nIl termine dispepsia significa, infatti, cattiva \\cf17 \\ATXht80000 digest\r\nione\\cf16 \\ATXht0 e diminuita tollerabilità nei confronti di un particolare alimento.\\par\r\nLa dispepsia non è, però, dovuta esclusivamente a \"errori alimentari\", essa si può avere, per esempio, in corso d'infezioni extra-intestinali (Parenterali), nella\r\n condizione d'\\cf17 \\ATXht80000 intolleranza\\cf16 \\ATXht0 alle \\cf17 \\ATXht80000 proteine\\cf16 \\ATXht0 e ad altri componenti del latte, oppure per la difficoltà che alcuni lattanti incontrano nella digestione dei latti \"umanizzati\", ora largamente in u\r\nso.\\par\r\nQuesti latti, la cui formula ricalca quella del latte materno, contengono un'elevata quantità di lattosio e di grassi, che ristagnando nell'\\cf17 \\ATXht94975 intestino tenue\\cf16 \\ATXht0 , non completamente digeriti, causano eccessivi processi d\r\ni fermentazione (a causa della fibra batterica) con conseguente comparsa di diarrea e ridotto assorbimento dei grassi; questi ultimi si ritrovano nelle feci sotto forma di piccoli grumi, detti \"saponi\". La stessa quantità di lattosio e di grassi presente\r\n nel latte materno, in quanto \"naturale\" viene, invece, perfettamente digerita.\\par\r\nCausa di dispepsia può inoltre essere l'abitudine di aggiungere precocemente al latte formulato la crema di riso oppure il biscotto, questi \"sbilanciano\" la composizione\r\n del latte e creano problemi al bambino perché l'amido, in essi contenuto, nei primi mesi di vita, non è digerito completamente a causa della fisiologica insufficiente secrezione dell'\\cf17 \\ATXht80000 enzima\\cf16 \\ATXht0 digestivo specifico, alfa-amila\r\nsi.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nIl sintomo principale è la diarrea, che non è quasi mai grave; le evacuazioni giornaliere sono un po' più frequenti, ma soprattutto le feci non sono \"formate\": anziché omogenee e piuttosto compatte, sono liquide e s\r\nfatte (maldigerite), di colore verdastro, con grumi e talvolta \\cf17 \\ATXht80000 muco\\cf16 \\ATXht0 . Solo raramente il bambino vomita, ma spesso è irrequieto, piange spesso, disturbato da dolori di pancia, rigurgita, si alimenta meno volentieri e aumenta\r\n poco di peso.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nE' importante individuare, ed eliminare al più presto, l'errore alimentare eventualmente presente. Basta, infatti \"riprendere\" con un'alimentazione corretta, dopo una breve pausa a dieta idrica, perché il\r\n bambino stia subito bene.\\par\r\nL'unica soluzione terapeutica nella \"dispepsia da latte umanizzato\" consiste nella sospensione dell'alimentazione per alcuni pasti (dando però sempre da bere soluzioni glucosaline), e nella ripresa graduale utilizzando lat\r\nti formulati diversamente: contenenti una minor quantità di grassi e una miscela di maltodestrine anziché solo lattosio.\\par",
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"Titolo": "Diarrea cronica o ricorrente",
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I segni precoci di \"malassorbimento\" \r\nsono rappresentati dall'emissione di feci abbondanti e untuose (perché ricche di grassi non digeriti), e progressiva perdita di peso, nonostante che l'appetito sia, almeno inizialmente, conservato o addirittura aumentato.\\par\r\nIn fase più avanzata si ren\r\ndono sempre più evidenti l'arresto della crescita, la distensione addominale e il dimagramento; inoltre compaiono i sintomi legati al malassorbimento di principi nutritivi essenziali quali: la vitamina D, con conseguente \\cf17 \\ATXht80000 rachitismo\\cf16 \\ATXht0 ; la vitamina K, con comparsa di manifestazioni emorragiche; le \\cf17 \\ATXht80000 vitamine\\cf16 \\ATXht0 del complesso B e il \\cf17 \\ATXht80000 ferro\\cf16 \\ATXht0 , con grave \\cf17 \\ATXht80000 anemia\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 DIAGNOSI\r\n\\par\r\nNelle forme di diarrea persistente e protratta è importante sottoporre il bambino ad un accurato studio clinico al fine di pervenire ad una diagnosi eziologica corretta, prima che le condizioni generali e di nutrizioni siano gravemente compromesse.\r\n\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nNelle forme su base organica, solo la correzione del disturbo principale e degli stati carenziali può portare ad un miglioramento dello stato di salute.\\par",
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"Titolo": "VOMITO",
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"Titolo": "Vomito nell'età neonatale",
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"Titolo": "Vomito del lattante",
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"Titolo": "Reflusso gastro-esofageo",
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"Foto": "MAB07C3_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Reflusso gastro-esofageo.\r\nIn alcuni casi l'ernia iatale può essere una condizione concomitante favorente il reflusso gastro-esofageo. Le ernie iatali, infatti, sono le ernie che si fanno strada nello iato esofageo, cioè nel forame che dà passaggio all'esofago dal torace all'addome. Esse sono legate ad un difetto della membrana che fissa l'esofago allo iato o ad una deficienza costituzionale di questo. I sintomi, quanto mai variabili, consistono in difficoltà alla digestione dei cibi, eruttazioni, rigurgiti, talvolta vomito, stitichezza o diarrea. Diversi esempi di ernia iatale; radiografia di ernia iatale: in sede epifrenica si nota una voluminosa ernia iatale, con associato edema delle pliche esofagee e gastriche.\r\n#",
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"Titolo": "Stenosi ipertrofica del piloro",
"Codice": "MAB07C4",
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Tra lo stomaco e il duodeno si frappone quindi un canalicolo di cal\r\nibro troppo piccolo, che ostacola e interrompe il normale transito degli alimenti, dando origine ai disturbi.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nLa stenosi ipertrofica del piloro dà segno di sé solitamente tra la terza e la sesta settimana di vita, bench\r\né le lesioni anatomiche che la caratterizzano siano, con molte probabilità, già presenti alla nascita. E', infatti, già presente una congenita \"ipertrofia\" della muscolatura liscia dello \\cf17 \\ATXht80000 sfintere\\cf16 \\ATXht0 pilorico; dopo la nascita,\r\n per l'azione di stimoli nervosi di natura vagale, che provocano la continua contrazione del muscolo sfinterico, l'ipertrofia si va progressivamente accentuando fino a diventare una stenosi serrata.\\par\r\nQuesto spiega il perché la sintomatologia compare \r\nsolo dopo qualche settimana.\\par\r\nIl sintomo più appariscente è il \\cf17 \\ATXht80000 vomito\\cf16 \\ATXht0 , che inizia bruscamente. Si tratta di solito di bambini nati regolarmente che hanno sempre succhiato il latte con appetito e digerito senza difficol\r\ntà, ma che un bel giorno, terminata la poppata, hanno un vomito abbondante e \"violento\", \"a getto\", perciò il latte è proiettato lontano. Quest'episodio non rimane isolato, ma si ripete ogni giorno, senza un motivo appariscente poiché, specie nella fase \r\niniziale, il bimbo sta bene, non ha febbre, ha voglia di giocare ed è vivace, ha molto appetito, tanto che spesso, dopo aver vomitato, piange, poiché si sente lo stomaco vuoto e ha fame. Altra caratteristica del vomito nella stenosi ipertrofica del pilor\r\no è la variabilità nel tempo; non sempre, infatti, avviene immediatamente dopo la poppata, ma a volte dopo due o tre ore, durante il pasto stesso o appena prima di quello successivo. Il materiale emesso è costituito da latte, più o meno coagulato, misto \r\na muco e saliva, a volte vi sono piccole tracce colore caffè, date dal \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 che si è modificato a contatto del contenuto gastrico; il suo volume è maggiore rispetto a quello della quantità di latte ingerito.\\par\r\nLa spie\r\ngazione di tali sintomi si trova facilmente, ripensando alla situazione anatomica da cui traggono origine. Attraverso il canale pilorico abnormemente stretto, il prodotto della digestione gastrica, infatti, può passare solo molto lentamente e in piccola \r\nquantità; d'altro canto lo stomaco cerca in ogni modo di liberarsi del materiale che lì tende a ristagnare e nel tentativo di spingerlo avanti e di superare l'ostacolo aumenta la forza di contrazione delle sue pareti; ma la stenosi non può essere vinta e\r\n infine lo stomaco sceglie la soluzione più rapida: con una violenta contrazione diretta in senso opposto a quello delle precedenti, ributta all'esterno il suo contenuto e si mette a riposo fino al pasto successivo. \\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 DIAGNOSI\\par\r\nE\r\n' possibile seguire tutto questo lavorio, osservando con pazienza il bambino subito dopo la poppata. Anzitutto nella zona compresa tra l'arco costale di destra e di sinistra, che corrisponde alla sede gastrica, si nota una bozza che, percossa, dà un suon\r\no di tamburo e dà la sensazione tattile di un certo grado di tensione; questo segno però non è caratteristico, dimostra solo che lo stomaco è disteso dal latte e dall'aria ingerita durante la poppata, che, anche normalmente, è molta poiché i lattanti son\r\no mangiatori d'aria per eccellenza. Un rilievo più interessante si può fare invece osservando a luce radente questa stessa zona; si può allora vedere che la parete tesa è ritmicamente sollevata e abbassata come se fosse percorsa da \"onde\" che, partendo d\r\nall'alto a sinistra, si vanno a smorzare a destra sotto il \\cf17 \\ATXht80000 fegato\\cf16 \\ATXht0 . E' questa l'espressione visiva delle cosiddette onde peristaltiche, dovute alla contrazione della muscolatura della parete dello stomaco. Dopo il vomito è \r\npoi possibile apprezzare sotto le dita il tratto di piloro stenotico e ipertrofico: l'oliva pilorica, che va cercata con calma palpando dolcemente, ma in profondità, la parete addominale un po' sotto al fegato. Questi segni, tipici della stenosi ipertrof\r\nica del piloro, non sono certamente rilevabili da tutti, né in qualsiasi momento, possono facilmente sfuggire ad un'osservazione sommaria e frettolosa, ma sono importanti e devono sempre essere ricercati con pazienza, perché il trovarli permette di porre\r\n una diagnosi di certezza.\\par\r\nIl fatto che il bambino in un primo tempo, sia vivace e affamato, unito all'opinione diffusa che i piccoli vomitano con estrema facilità fanno sì che a volte i genitori non si allarmino molto e ricorrano a tutti i \"rimedi\"\r\n di cui sono a conoscenza prima di portare il piccolo dal medico. In questi vari tentativi i giorni passano e l'aspetto del bambino incomincia a cambiare: la curva che indica l'andamento del peso non sale più, ma scende in modo evidente, il grasso sottoc\r\nutaneo diminuisce, la cute diventa sottile, arida e grinzosa. E' molto frequente la stitichezza (da \\cf17 \\ATXht80000 intestino\\cf16 \\ATXht0 vuoto) alternata dall'emissione di spruzzi di feci scure, dette \"feci da fame\". Il piccino, nonostante l'inizial\r\ne appetito e le poppate abbondanti, non potendo utilizzare né assimilare nessun principio alimentare, va incontro ad un progressivo stato di denutrizione. Non raramente il medico si trova di fronte a bambini, in condizioni generali scadenti, il cui unico\r\n sintomo è una lunga storia di vomiti.\\par\r\nIl racconto anamnestico consente di sospettare la diagnosi che dovrà, in ogni caso, essere confermata dall'indagine radiologica (dopo somministrazione di pasto opaco) con cui sono chiaramente evidenziati il can\r\nale pilorico ristretto, filiforme e allungato (immagine a \"coda di topo\"), e la lunghissima permanenza nello stomaco del mezzo di contrasto.\\par\r\nAttualmente con l'\\cf17 \\ATXht80000 ecografia\\cf16 \\ATXht0 è possibile riconoscere esattamente la condizion\r\ne d'ipertrofia pilorica, ancora prima che si trasformi in stenosi serrata.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nLa terapia medica, basata sulla somministrazione d'antispastici non ha alcun effetto, poiché non si tratta di un\r\na lesione di tipo \"funzionale\" (come può essere il reflusso gastro-esofageo), ma \"organica\", (vale a dire intrinseca alla struttura dell'organo) che deve essere corretta chirurgicamente al più presto.\\par\r\nL'intervento chirurgico è molto semplice, e diss\r\nolve istantaneamente il problema. Già dopo 12 ore il bambino può essere alimentato con piccoli pasti di latte alternati a soluzione glucosata. La ripresa è immediata e straordinaria, in pochissimo tempo si ha un netto incremento ponderale e i genitori ve\r\ndono finalmente il bambino \"rifiorire\".\\par",
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"Dida_Foto": "Stenosi del piloro.\r\nRappresentazione schematica di un piloro normale ed un piloro con stenosi ipertrofica. Esso si presenta allungato e ristretto, con una voluminosa tonaca muscolare: il prodotto della digestione gastrica quindi passa con molta difficoltà attraverso questo stretto canale. Lo stomaco, nel tentativo di liberarsi del materiale che in esso ristagna, si contrae fortemente. Tuttavia il suo sforzo è inutile; l'organo ricorre allora al rimedio più drastico: ributta all'esterno gli alimenti parzialmente digeriti.\r\n#",
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"Titolo": "Vomito nel bambino",
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"Titolo": "Vomito acetonemico",
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Non si tratta di una malattia grave, ma di un malessere passeggero cui il bambino è particolarmente soggetto.\\par\r\nIn realtà i bambini \"con l'acetone\", come si dice nel linguaggio comune, sono abbastanza numerosi e no\r\nn possono considerarsi ammalati: il loro organismo, infatti, funziona benissimo, è soltanto estremamente sensibile alla carenza di zuccheri.\\par\r\nQual è l'origine dell'acetone, in altre parole dei corpi \\cf17 \\ATXht80000 chetonici\\cf16 \\ATXht0 ?\\par\r\nGli\r\n zuccheri, i grassi e le \\cf17 \\ATXht80000 proteine\\cf16 \\ATXht0 , che sotto forma di cibi sono introdotti nell'organismo, dopo aver subito il processo digestivo nello \\cf17 \\ATXht80000 stomaco\\cf16 \\ATXht0 e nell'\\cf17 \\ATXht94975 intestino tenue\\cf16 \\ATXht0 , sono assorbiti, superano la barriera intestinale, e, portati dal \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 , arrivano a quell'efficientissimo laboratorio chimico che è il \\cf17 \\ATXht80000 fegato\\cf16 \\ATXht0 . Qui tutti i componenti \"di base\" degli \r\nalimenti sono metabolizzati, vale a dire sottoposti a particolari trasformazioni, e utilizzati per scopi precisi: gli aminoacidi, derivati dalla scissione delle proteine, serviranno per la costruzione dei tessuti, i grassi e gli zuccheri in parte saranno\r\n ossidati, in pratica bruciati, per ricavare l'energia indispensabile a mantenere il corpo in vita, e in parte saranno invece accumulati come materiale energetico di riserva per le situazioni d'emergenza. Questi tre cicli metabolici hanno una tappa in co\r\nmune, vale a dire che ad un certo punto dal processo di degradazione e di scissione sia dei grassi sia degli zuccheri sia delle proteine si ottiene una medesima sostanza: l'acetato attivo. In particolare dai grassi e dalle proteine deriva la quota maggio\r\nre d'acetato attivo, che s'immette nella fase finale del ciclo metabolico degli zuccheri per essere completamente bruciato e consumato.\\par\r\nSpesso, per esempio, durante una dieta particolarmente grassa o nel \\cf17 \\ATXht80000 diabete\\cf16 \\ATXht0 o nel\r\n digiuno, il fegato, avendo a disposizione pochi zuccheri, è costretto a ricavare l'energia, necessaria a coprire il fabbisogno dell'organismo, attraverso la distruzione di molti grassi. Le scorie da essi derivate sono troppe, e il \"fuoco\" del \\cf17 \\ATXht80000 metabolismo\\cf16 \\ATXht0 degli zuccheri è troppo piccolo perché possa bruciare tutte. Che cosa accade allora? Le molecole d'acetato residuo si condensano a formare i corpi chetonici, cioè l'acido acetico, l'acido ß-idrossibutirrico, l'acetone (fat\r\ntori scatenanti del vomito), che prima si accumulano nella cellula epatica, poi passano nel sangue e da qui nelle urine. Dei corpi chetonici l'acetone, che, com'è noto, è una sostanza volatile, viene in gran parte eliminato con l'aria espirata, ed è per \r\nquesto che durante le crisi, l'alito del bambino ha quel particolare, caratteristico odore \"acetonico\" che somiglia a quello delle mele molto mature.\\par\r\nQuindi riepilogando: nell'infanzia possono portare al vomito acetonemico sia un'aumentata produzion\r\ne di corpi chetonici, per esempio per diete squilibrate, sia la loro ridotta distruzione per mancanza di una quantità sufficiente di \\cf17 \\ATXht80000 glucosio\\cf16 \\ATXht0 , perché o ce n'è poco (in caso di digiuno) o è utilizzato poco (in caso di diabe\r\nte) oppure n'è consumato troppo (per un'attività muscolare intensa, in presenza di febbre elevata ecc.). Poiché i corpi chetonici sono sostanze acide, la condizione che deriva dal loro accumulo può essere denominata chetoacidosi e poiché sono sostanze tossiche, quando la loro concentrazione nel sangue aumenta e supera un certo limite, il bambino sta male. Accanto alla componente tossica, nel determinare il vomito acetonemico, ha una notevole importanza la componente psichic\r\na; si è notato, infatti, che i bambini maggiormente soggetti sono facilmente emozionabili, hanno un carattere instabile e poco tranquillo e spesso provengono da famiglie nelle quali i disturbi neurovegetativi sono abbastanza frequenti, dove per esempio i\r\nl \"mal di testa\" si può considerare quasi una tradizione familiare e i bimbi stessi lo accusano spesso.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nIl vomito è il sintomo dominante nelle crisi acetoniche e compare fin dal loro inizio, scatenato da un'eccessiva fa\r\ntica, da disordini alimentari, da un'emozione intensa e molte volte all'improvviso, senza nessun apparente motivo. Per un giorno, o due, o tre il bambino vomita continuamente: dapprima residui alimentari, poi materiale scarso, mucoso, tinto di verde dall\r\na \\cf17 \\ATXht80000 bile\\cf16 \\ATXht0 e con striature di sangue. Non può mangiare assolutamente niente, a volte anche l'ingestione di un sorso d'acqua provoca il vomito. La sete è sempre intensa, la lingua e le labbra sono secche.\\par\r\nVi è una stitiche\r\nzza ostinata e l'\\cf17 \\ATXht80000 addome\\cf16 \\ATXht0 è contratto e dolente. Quando la crisi non si risolve rapidamente e gli episodi di vomito sono frequenti (anche ogni mezz'ora), le condizioni del bambino vanno progressivamente peggiorando: egli ass\r\nume un aspetto estremamente sofferente, col viso pallido e tirato, gli occhi infossati, le labbra aride e scure, ed è prostrato dai continui conati di vomito, che comportano una violenta contrazione dei muscoli addominali, gli costano molta fatica. In al\r\ncuni casi l'inizio della crisi è preceduto da vaghi sintomi: qualche giorno di malessere, di scarso appetito, di nervosismo o di cattivo umore, qualche vago e fugace dolore di pancia attribuito alla stitichezza; infine si nota che l'alito ha un odore aci\r\ndulo: è l'odore caratteristico dell'acetone che è eliminato attraverso i polmoni. La comparsa dell'alito acetonico segna quasi sempre l'inizio del vomito e permette di individuarne il motivo. Il vomito acetonemico è detto anche vomito ciclico; le crisi, \r\ninfatti, nei bambini predisposti, cominciano intorno ai due anni, si ripetono periodicamente, con frequenza molto variabile negli anni successivi fino all'epoca della pubertà, poi scompaiono spontaneamente; per l'adulto sono una malattia del tutto sconos\r\nciuta.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 DIAGNOSI\\par\r\nSpesso, dopo le prime volte, la diagnosi è posta dalla mamma la quale impara facilmente anche ad individuare i corpi chetonici nelle urine; in farmacia, infatti, si possono comperare delle compresse bianche o de\r\nlle striscioline composte di una particolare sostanza che, se sono bagnate con urina contenente corpi chetonici, diventano viola. Per il medico, il problema della diagnosi non è difficile da risolvere, specialmente in presenza dei sintomi caratteristici \r\n(l'alito acetonico, la febbre spesso alta, dolori addominali), tuttavia la diagnosi di vomito acetonemico va sempre posta per esclusione, cioè dopo aver esaminato e scartato altre ipotesi, per esempio un'\\cf17 \\ATXht80000 appendicite\\cf16 \\ATXht0 acuta,\r\n un'occlusione intestinale, una \\cf17 \\ATXht80000 scarlattina\\cf16 \\ATXht0 , una \\cf17 \\ATXht80000 meningite\\cf16 \\ATXht0 , una forma renale grave, tutte malattie che possono iniziare con episodi di vomito.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nDurante la c\r\nrisi, il bambino deve stare a riposo, l'alimentazione è sospesa e, se il vomito è molto insistente, è consigliabile soprassedere anche alla somministrazione di liquidi. Un cucchiaino d'acqua fresca ben zuccherata dato ogni tanto oppure, se anche questo b\r\nasta a provocare il vomito, piccoli pezzetti di ghiaccio da tenere tra le labbra possono dare un po' di sollievo al piccolo in preda ad una gran sete.\\par\r\nI \\cf17 \\ATXht80000 sedativi\\cf16 \\ATXht0 e la vitamina B6 sono i medicamenti migliori per placar\r\ne il vomito. Appena possibile si dovrà riprendere l'alimentazione: dapprima, per un giorno, con tè zuccherato e crema di riso, poi con una dieta ricca di zuccheri e, almeno per una settimana, poverissima di grassi. Di norma questo è sufficiente; solo in \r\ncasi particolari, in cui il vomito dura a lungo, diventa necessaria l'idratazione per via venosa con \\cf17 \\ATXht80000 fleboclisi\\cf16 \\ATXht0 a base di soluzioni glucosaline di farmaci disintossicanti.\\par\r\nPer prevenire le crisi discreti risultati si \r\npossono ottenere eliminando dalla dieta i grassi fritti, poco digeribili, aumentando gli alimenti zuccherini e inoltre mantenendo il bambino tranquillo, cercando di modificarne, nei limiti del possibile, la sensibilità; inoltre la vita all'aria aperta, l\r\na pratica di sport non eccessivamente faticosi, un ambiente familiare sereno possono migliorare moltissimo lo stato di salute di questi bambini, che molto spesso appaiono pallidi, gracili, alquanto irrequieti e nervosi.\\par",
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"Titolo": "Diarree acute",
"Codice": "MAB07D1",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx1785\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 DIARREE ACUTE\\par\r\n\\pard\\tx555\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 CAUSE\\par\r\nNella gran parte dei casi la \"diarrea acuta\" del bambino è espressione di un'infezione intes\r\ntinale, definita \\cf17 \\ATXht80000 enterite\\cf16 \\ATXht0 oppure \\cf17 \\ATXht80000 gastroenterite\\cf16 \\ATXht0 , nei casi in cui alla diarrea si accompagna il \\cf17 \\ATXht80000 vomito\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nI batteri o i virus, infettanti l'\\cf17 \\ATXht80000 intestino\\cf16 \\ATXht0 , provocano la diarrea principalmente attraverso due meccanismi.\\par\r\n\\li270\\fi-270 1) alcuni, specialmente i batteri (Escherichia coli, salmonelle, Campylobacter) aderiscono alle cellule della \\cf17 \\ATXht80000 mucosa\\cf16 \\ATXht0 intestinale danneggiandola, inoltre producono sostanze tossiche (enterotossine) che inibiscono il riassorbimento dei sali, \\cf17 \\ATXht80000 sodio\\cf16 \\ATXht0 e \\cf17 \\ATXht80000 cloro\\cf16 \\ATXht0 in particola re. Questi ultimi, trovandosi nel lume i\r\nntestinale in quantità eccessiva, sono eliminati diluiti in grandi quantità d'acqua, da cui deriva l'emissione frequente di feci liquide, in pratica \"acquose\".\\par\r\n2) altri, in particolare i virus, penetrano nelle cellule che rivestono i villi della muc\r\nosa intestinale e le distruggono alterando profondamente le funzioni digestive e d'\\cf17 \\ATXht80000 assorbimento degli alimenti\\cf16 \\ATXht0 e causando la comparsa di diarrea.\\par\r\n\\pard\\tx555\\ATXts0\\li0\\fi0\\ATXbrdr0 Nel bambino è piuttosto frequente c\r\nhe un'infezione a carico d'altri organi (\\cf17 \\ATXht80000 otite\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 faringite\\cf16 \\ATXht0 , infezioni urinarie) si accompagni ad episodi diarroici, peraltro sempre di brevissima durata e di lieve entità.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nNelle forme d'enterite acuta dopo uno o due giorni di lieve malessere, o più spesso senza preavviso, inizia la diarrea: le scariche diventano frequenti (sino a 10 o più in una giornata) con emissione di feci sempre più povere di materiale, \r\nfino ad essere semplici \"spruzzi d'acqua\", contenenti, a volte, fiocchi di muco e tracce di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nAlla diarrea si associano spesso il vomito e la febbre, che suggerisce l'origine infettiva. La gravità del quadro cli\r\nnico è legata alla sua durata, cui consegue l'entità della perdita d'elettroliti e d'acqua, rilevabili dalle condizioni generali e dalla perdita di peso del bambino.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 DIAGNOSI\\par\r\nPoiché non è sempre facile valutare esattamente l'en\r\ntità della perdita di peso, è molto importante riconoscere tempestivamente i segni di uno stato di disidratazione: il bambino ha un aspetto molto sofferente, piange poco, è ipotonico e abbattuto, la sua pelle è pallida e secca, la mucosa delle labbra e l\r\na lingua sono asciutte; gli occhi sono infossati e alonati; nei lattanti la fontanella anteriore tende ad essere avvallata. Da questa situazione allo stato di shock tossico con grave \\cf17 \\ATXht80000 acidosi\\cf16 \\ATXht0 metabolica il passo è breve.\r\n\\par\r\nNaturalmente non bisogna attendere fino a questo punto per iniziare un intervento terapeutico.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nNei casi meno gravi, in cui le scariche diarroiche non sono numerosissime, e il bambino, non febbrile, beve volentieri, a\r\nnche a domicilio si può attuare la terapia basata essenzialmente su tre principi:\\par\r\n\\pard\\tx555\\ATXts0\\li270\\fi-270\\ATXbrdr0 1) reidratazione: al posto dell'alimento abituale si somministrano dosi piccole e frequenti di soluzioni reidratanti a base di\r\n \\cf17 \\ATXht80000 glucosio\\cf16 \\ATXht0 e di sali minerali, oppure, se queste non sono gradite, tè o semplicemente acqua.\\par\r\n2) rialimentazione: dopo la \"pausa idrica\" che deve durare il tempo minimo indispensabile (da 6 a non oltre 20 ore) secondo l\r\na gravità della diarrea, si riprende l'alimentazione tenendo conto dell'età del bambino: nei lattanti si riprende con latte materno oppure col latte formulato abitualmente usato; nel bambino più grande si somministrano inizialmente pappe a base di crema \r\ndi riso in brodo, di carote oppure riso bollito e patate lessate. Il latte vaccino deve essere reintrodotto nella dieta gradualmente diluito. Solo nelle forme particolarmente gravi e protratte e in lattanti con familiarità allergica, è indicato usare per\r\n qualche mese dopo la diarrea, latti speciali, non allergizzanti, come per esempio, i latti formulati con \\cf17 \\ATXht80000 proteine\\cf16 \\ATXht0 idrolisate.\\par\r\n3) terapia farmacologica: è limitata a casi particolari in cui la diarrea sia d'accertata \r\norigine batterica (salmonella, Escherichia coli, Campylobacter, ecc.); oppure nei bambini a rischio di \\cf17 \\ATXht80000 sepsi\\cf16 \\ATXht0 come prematuri, neonati o soggetti immunodepressi.\\par\r\n\\pard\\tx555\\ATXts0\\li0\\fi0\\ATXbrdr0 Nei casi in cui la di\r\narrea accompagna un'infezione sistemica, sarà quest'ultima a condizionare la scelta dell'antibiotico.\\par\r\nSe il bambino è molto piccolo, oppure se, per la presenza di vomito, non è possibile attuare a domicilio un'adeguata terapia reidratante per via or\r\nale, bisogna senza indugio ricorrere al ricovero in ospedale, dove sarà attuata un'appropriata terapia reidratante per via venosa. Ad ogni età il ricovero in ospedale s'impone, con urgenza, in tutti i casi di disidratazione grave con \\cf17 \\ATXht80000 to\r\nssicosi\\cf16 \\ATXht0 in atto o incipiente.\\par",
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"Dida_Foto": "Diarrea acuta: principali cause.\r\n#",
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"Titolo": "Gastroenterite tossica del lattante",
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Può accadere però che tutto non vada così liscio, ma che una forma intestinale, iniziata come semplice \\cf17 \\ATXht80000 dispepsia\\cf16 \\ATXht0 , anziché risolve\r\nrsi nello spazio di pochi giorni, sia perché non ben curata sia perché di per se stessa ad impronta maligna, si protragga, mentre le condizioni del bambino progressivamente peggiorano fino a che s'instaura il quadro grave e drammatico della \\cf17 \\ATXht80000 gastroenterite\\cf16 \\ATXht0 tossica. \\par\r\nI momenti più importanti della malattia sono tre: la disidratazione, l'\\cf17 \\ATXht80000 acidosi\\cf16 \\ATXht0 e lo stato tossico, intimamente legati e interdipendenti, posti come su una linea circolare di c\r\nui ognuno di essi può essere il punto iniziale o finale. L'acqua è un elemento importantissimo nella costituzione del corpo umano (nel neonato rappresenta circa il 70% del peso corporeo) e la sua quantità è mantenuta costante grazie all'equilibrio che no\r\nrmalmente esiste tra la perdita e l'assunzione di liquidi. Nel bambino tale equilibrio è molto fragile e facilmente si spezza precipitando verso l'una o l'altra parte, con conseguenze ovviamente differenti. Nella \\cf17 \\ATXht80000 tossicosi\\cf16 \\ATXht0 \r\n il \\cf17 \\ATXht80000 bilancio idrico\\cf16 \\ATXht0 ben presto si trova in passivo: è impossibile bere senza vomitare subito dopo, e l'organismo elimina continuamente acqua con la respirazione, col sudore, e in più con la diarrea e il \\cf17 \\ATXht80000 v\r\nomito\\cf16 \\ATXht0 . Fortunatamente le riserve d'acqua sono buone e per un certo tempo riescono a fronteggiare le perdite. La prima ad essere consumata è l'acqua dei tessuti, quella che sta negli interstizi tra cellula e cellula. Nella diarrea, il \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 , passando per l'\\cf17 \\ATXht80000 intestino\\cf16 \\ATXht0 , perde buona parte della sua acqua, ma subito la recupera sottraendone una quantità uguale ai tessuti in cui il liquido è abbondante.\\par\r\nQuando però le perdite son\r\no protratte a lungo e molto rapide e l'apporto d'acqua dall'esterno è ridotto a zero, il serbatoio tissutale si esaurisce e il sangue, non potendo più compensare la continua sottrazione d'acqua, si inspessisce. A questo punto dallo stato di semplice disi\r\ndratazione, più o meno compensata, si passa ad uno stato di sofferenza cardiocircolatoria.\\par\r\nIl sangue, impoverito nella sua componente fluida, è più vischioso, circola nei vasi con difficoltà, attraversa lentamente i polmoni e fissa una minore quanti\r\ntà d'ossigeno, passa lentamente e in quantità minore nel \\cf17 \\ATXht80000 rene\\cf16 \\ATXht0 ed è depurato in modo incompleto dalle sostanze di rifiuto che ha raccolto nei vari distretti dell'organismo: è quindi abnormemente ricco d'anidride carbonica e\r\n di sostanze tossiche, in prevalenza acide, perciò si ha acidosi.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nIl piccino ha febbre alta, giace in uno stato quasi comatoso oppure per uno stimolo minimo si risveglia di soprassalto e grida; sul viso tirato, di un pa\r\nllore grigio-ardesia, spiccano gli occhi infossati, fissi nel vuoto con un'espressione ansiosa e sofferente, sottolineata da un alone bluastro intorno alle palpebre. Una diarrea incoercibile, con emissione di feci sierose giallo-verdastre, prevale sul vo\r\nmito, che è tuttavia insistente e preclude ogni tentativo d'alimentazione. Il peso del bambino cala notevolmente, inoltre per la grandissima perdita di liquidi (col vomito e la diarrea) la pelle perde il suo naturale turgore e diventa avvizzita e arida.\r\n\\par\r\nL'organismo gradatamente si impoverisce della sua acqua, e il bambino non ha la possibilità di reintegrarne la perdita bevendo; inoltre, sostanze dannose (acidi organici, prodotti derivati dalla distruzione di cellule o elaborati dai germi all'intes\r\ntino ecc.) si accumulano nel sangue, poiché anche il rene funziona male ed è in grado di eliminarne lentamente solo una piccola parte. L'accumulo di sostanze tossiche, sommato alla disidratazione, dà una particolare impronta al quadro clinico di questa g\r\nastroenterite, detta anche, e forse più propriamente, tossicosi, e definita con un'espressione pittoresca \"catastrofe metabolica\". Il funzionamento degli apparati respiratorio, circolatorio e renale è compromesso; l'attività dei centri nervosi e del \\cf17 \\ATXht80000 fegato\\cf16 \\ATXht0 è deficitaria, e all'organismo rimangono scarse risorse per lottare contro questo stato di sofferenza.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 DIAGNOSI\\par\r\nNel tentativo di compensare la scarsa ossigenazione, rinnovando più rapidamente l'\r\naria nei polmoni, la frequenza degli atti respiratori aumenta (\\cf17 \\ATXht80000 polipnea\\cf16 \\ATXht0 ); il respiro del bambino, superficiale e frequente, è caratteristico ed è paragonato a quello di \"selvaggina inseguita\". La pressione arteriosa si abb\r\nassa, il polso diventa appena apprezzabile sotto le dita; la cute a poco a poco perde il colorito roseo, dato dal sangue bene ossigenato, e diventa pallida con una sfumatura grigio-cianotica. Se il bambino è lasciato a sé e non si interviene prontamente \r\ncon la terapia, nel supremo tentativo di porre rimedio al grave stato di shock e di reintegrare la massa sanguigna, anche le cellule cedono la propria acqua, entrando in un grave stato di sofferenza. Per prime ne risentono le cellule nervose, la cui soff\r\nerenza è documentata dalla comparsa dei segni neuropsichici che caratterizzano la fase finale delle tossicosi. Il piccolo è iporeattivo: rimane nella posizione in cui si mette, assume un atteggiamento che ricorda la posizione \"in guardia\" della scherma, \r\nrespira a fatica e non piange più.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA. Il primo provvedimento da prendere in ogni forma di gastroenterite, e a maggior ragione nelle tossicosi, è la sospensione dell'alimentazione.\\par\r\nIl canale intestinale va messo a riposo, \r\naffinché possa eliminare completamente ogni residuo alimentare; nuovi cibi ingeriti, oltre a non essere digeriti né assimilati, irriterebbero ancor più la mucosa intestinale e offrirebbero ai germi un terreno fresco su cui poter riprodursi.\\par\r\nIl bambi\r\nno deve essere, al più presto, ricoverato in ospedale, poiché persistendo anche il vomito, la terapia reidratante per via venosa è la sola possibile.\\par\r\nLa reidratazione è fatta con \\cf17 \\ATXht80000 fleboclisi\\cf16 \\ATXht0 a base di soluzione glucosa\r\nta addizionata di sali: cloruro di \\cf17 \\ATXht80000 sodio\\cf16 \\ATXht0 , per restituire all'organismo il sodio e il \\cf17 \\ATXht80000 cloro\\cf16 \\ATXht0 persi col vomito, \\cf17 \\ATXht80000 potassio\\cf16 \\ATXht0 , per reintegrare la quota persa con le f\r\neci; bicarbonati per compensare lo stato d'acidosi.\\par\r\nLa presenza di febbre denuncia una causa infettiva e giustifica la terapia antibiotica di supporto.\\par\r\nDopo la pausa alimentare e la terapia reidratante iniziata prima che le condizioni generali \r\ndel bambino siano eccessivamente compromesse, di norma, nello spazio di 24 ore, il vomito cessa e il numero delle scariche diarroiche si riduce notevolmente. Il piccolo in poco tempo si riprende: la cute ridiventa rosea, il volto perde l'espressione soff\r\nerente e il respiro torna ad essere tranquillo.\\par\r\nLa ripresa dell'alimentazione dovrà avvenire il più presto possibile, ma in modo graduale, osservando le norme indicate per le forme d'\\cf17 \\ATXht80000 enterite\\cf16 \\ATXht0 acuta. Anche se il bambin\r\no sta bene, non bisogna aver fretta di riprendere la dieta abituale, ma utilizzare gli alimenti più adatti alla graduale ripresa delle capacità digestive della mucosa intestinale, al fine di evitare l'instaurarsi della condizione, non infrequente, di dia\r\nrrea cronica tipica della sindrome post-gastroenteritica.\\par",
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"Titolo": "Coliti ed Enterocoliti",
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"Dida_Foto": "Origine della tossicosi.\r\n#",
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"Titolo": "Infezioni infiammatorie croniche",
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Caratteristica è la loro disposizione \"segmentaria\": segmenti \r\nd'\\cf17 \\ATXht80000 intestino\\cf16 \\ATXht0 leso si alternano a segmenti con mucosa perfettamente integra.\\par\r\nNei ragazzi ammalati di colite ulcerosa, si rilevano spesso situazioni di gran tensione emotiva e/o uno stato di conflitto familiare o scolast\r\nica. La malattia ha un andamento progressivo e le lesioni di tipo \"ulcerativo\" e facilmente sanguinanti, visibili all'esame radiologico ed endoscopico, si estendono a partenza dal \\cf17 \\ATXht80000 retto\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\n\r\nLa terapia per la malattia di Crohn, varia in rapporto alla gravità e all'espressività clinica della malattia; i farmaci elettivamente usati sono i \\cf17 \\ATXht80000 cortisonici\\cf16 \\ATXht0 e la salazopirina. Anche la risposta alla terapia è molto vari\r\nabile: alcune forme vanno incontro a lunghi periodi di remissione in cui si ha una buona ripresa del peso e delle condizioni generali del bambino; altre volte si hanno invece frequenti recidive che rendono penoso il decorso, in ogni caso cronico, della m\r\nalattia.\\par\r\nNell'età infantile il decorso della colite ulcerosa è variabile: in una piccola percentuale di casi, dopo il primo episodio acuto, la malattia può guarire; circa il 30% dei soggetti ben curati rimane per sempre asintomatico o ha rarissime e\r\n non gravi ricadute.\\par\r\nIn più della metà dei casi, tuttavia, nonostante la terapia corretta, la colite ulcerosa ha un andamento cronico in cui periodi di benessere si alternano a ricadute.\\par\r\nE' inoltre elevata la possibilità di comparsa di tumori i\r\nntestinali.\\par\r\nLa terapia si avvale di cortisonici e salazopirina (o di ac.5amino-salicilico) che devono essere somministrati, come terapia di mantenimento, anche in fase di remissione della sintomatologia.\\par\r\nMolto importanti sono una dieta adeguata\r\n e la rimozione dei problemi psicologici. La terapia chirurgica, attuata nelle forme particolarmente gravi, consiste nella resezione del tratto di \\cf17 \\ATXht80000 colon\\cf16 \\ATXht0 \"ammalato\", può essere risolutiva, a differenza di quanto avviene nel\r\nla malattia di Crohn in cui il risultato è sempre dubbio.\\par",
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"Titolo": "PARASSITOSI INTESTINALI",
"Codice": "MAB07E",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3540\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 PARASSITOSI INTESTINALI\\par\r\n\\pard\\tx705\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 CAUSE\\par\r\nI parassiti, che spesso sono presenti nell'\\cf17 \\ATXht80000 intestino\\cf16 \\ATXht0 dei bambini, sono quasi sempre \"vermi\" che vivono, crescono e si riproducono a vari livelli del canale intestinale, ricavando il nutrimento dagli alimenti ingeriti o dal \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 del loro ospite.\\par\r\nLa particolare frequen\r\nza d'alcune parassitosi nell'età infantile, è legata anche alla facilità con cui i bambini mettono in bocca le mani, non sempre proprio pulite.\\par\r\nMolti sono i parassiti intestinali, ma in questa sede, data la grande frequenza con cui possono infestare\r\n i bambini, ricorderemo gli ascaridi, gli ossiuri e le giardie, le cui uova o larve sono ingerite con l'acqua inquinata e le verdure crude e sporche. Alcuni di essi hanno \"abitudini di vita\" veramente singolari.\\par\r\nGli ascaridi, per esempio, piccoli ve\r\nrmi di color rosa, lunghi da 10-15 centimetri (i maschi) a 25-30 centimetri (le femmine), vivono nell'\\cf17 \\ATXht94975 intestino tenue\\cf16 \\ATXht0 e le loro uova sono emesse con le feci. Nell'ambiente esterno, a contatto dell'acqua e della terra umida\r\n, in ciascun uovo si sviluppa una larva che il bambino può ingerire in diversi modi: bevendo acqua non pura, mangiando verdure crude, poco o mal lavate, portandosi alla bocca le mani sporche di terra. Nello \\cf17 \\ATXht80000 stomaco\\cf16 \\ATXht0 l'invol\r\nucro delle uova è digerito dai succhi gastrici, e larve libere giungono nell'intestino tenue, ne perforano la parete e trasportate dal sangue arrivano al \\cf17 \\ATXht80000 fegato\\cf16 \\ATXht0 ; da qui, sempre per via ematica raggiungono le cavità destre \r\ndel \\cf17 \\ATXht80000 cuore\\cf16 \\ATXht0 (a cui arriva tutto il sangue proveniente dalla periferia dell'organismo) e successivamente i polmoni. Risalendo quindi lungo i bronchi e la \\cf17 \\ATXht80000 trachea\\cf16 \\ATXht0 , raggiungono la \\cf17 \\ATXht80000 laringe\\cf16 \\ATXht0 , la superano e discendono nell'\\cf17 \\ATXht80000 esofago\\cf16 \\ATXht0 e nello stomaco, fino a raggiungere nuovamente l'intestino tenue. Qui, le larve, che già durante la peregrinazione attraverso il corpo avevano cominciato a cres\r\ncere, completano il loro processo di maturazione e diventano ascaridi adulti, pronti a loro volta ad essere fecondati e a deporre altre uova. La fertilità delle femmine è sorprendente: si è visto, infatti, che una sola femmina può produrre in un anno fin\r\no a 60 milioni d'uova.\\par\r\nGli ossiuri, che sono i parassiti intestinali più diffusi tra i bambini, hanno tendenze migratorie più modeste. Le femmine, bianche, sottili, lunghe poco più di 1 centimetro, dopo essere state fecondate, si portano verso l'est\r\nerno spontaneamente o con le feci, e a livello dell'orificio anale depositano numerose uova, producendo un modesto prurito, questo è particolarmente intenso durante il sonno, poiché la migrazione dei parassiti avviene soprattutto di notte. Il bambino, ch\r\ne reagisce al prurito grattandosi, si autoinfesta con estrema facilità, portandosi successivamente alla bocca le mani cariche d'uova; queste, dopo essere state deglutite, raggiungono l'intestino tenue, dove si dischiudono, dando origine ad una nuova gene\r\nrazione di parassiti. Le uova d'ossiuri sono abbastanza resistenti all'ambiente esterno e si mantengono vitali nella polvere della casa, nelle lenzuola, negli indumenti indossati dal bambino durante la notte, e per questo possono facilmente passare da un\r\na persona all'altra; tanto che non è affatto raro trovare un'intera famiglia infestata dagli ossiuri.\\par\r\nLa giardia, è un microparassita (non visibile ad occhio nudo) che cresce e si sviluppa nelle mucose dell'intestino tenue.\\par\r\nL'infestazione è abb\r\nastanza frequente anche alle nostre latitudini. Attraverso le mani sporche o gli alimenti infetti, le cisti (eliminate da individui parassitati) , giunte nel \\cf17 \\ATXht80000 duodeno\\cf16 \\ATXht0 si dividono in 2 elementi detti \"troforoiti\" che aderisc\r\nono all'orletto a spazzola delle cellule della mucosa duodenale, interferendo, in modo più o meno grave, coi processi d'assorbimento dei costituenti alimentari.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nLa presenza di vermi nell'intestino può passare del tutto \r\ninavvertita, ed essere rilevata soltanto da un casuale esame delle feci di un bambino perfettamente sano. A volte però, compaiono i sintomi della parassitosi, che sono molto variabili e per nulla caratteristici. Spesso sono disturbate le funzioni digesti\r\nve: il bambino non ha fame, perché non riesce a digerire bene e avverte un senso di peso allo stomaco, è svogliato e ha \\cf17 \\ATXht80000 nausea\\cf16 \\ATXht0 , a volte piange, accusando vivi dolori di ventre che ricordano molto da vicino le coliche; inol\r\ntre episodi di \\cf17 \\ATXht80000 diarrea\\cf16 \\ATXht0 , più o meno intensa, si alternano a periodi di stitichezza. Accanto a queste manifestazioni banali e non gravi, si possono avere, sebbene assai raramente, quadri gravi con violenti dolori addominali,\r\n chiusura completa del lume intestinale e \\cf17 \\ATXht80000 vomito\\cf16 \\ATXht0 , tali da simulare un'occlusione intestinale come può accadere quando un voluminoso gomitolo d'ascaridi occlude l'intestino,\\par\r\nUn sintomo caratteristico dell'infestazione \r\nda ossiuri è il prurito alla regione anale, un prurito insistente che non lascia in pace il bambino e lo rende irritabile e nervoso, e che compare in modo periodico, per esempio per 5 o 6 giorni ogni 3 settimane, cioè quando le femmine depongono le uova.\r\n Gli ascaridi che, come si è detto, migrano prima di insediarsi definitivamente nell'intestino tenue, se sono numerosi, quando raggiungono i polmoni, possono scatenare crisi di difficoltà respiratoria, accompagnata da una tosse secca e stizzosa: una \\cf17 \\ATXht80000 radiografia\\cf16 \\ATXht0 del \\cf17 \\ATXht80000 torace\\cf16 \\ATXht0 , dimostra la presenza nel campo polmonare chiaro, di chiazze opache che corrispondono ai piccoli gomitoli delle larve d'ascaridi di passaggio nell'albero bronchiale.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 DIAGNOSI\\par\r\nSospettando una parassitosi intestinale si ricorre all'esame parassitologico delle feci oppure del muco anale (Scotch test). Quest'ultimo è utilizzato per la ricerca delle uova degli ossiuri, che non sempre sono visibili nelle \r\nfeci dove appaiono simili a piccoli pezzi di filo da cucito, bianco.\\par\r\nLo Scotch test, si esegue ponendo un piccolo pezzo di scotch in sede interglutea, in modo che la parte appiccicosa rimanga appoggiata in corrispondenza dell'orifizio anale e adesa \r\nalla parte mediana del gluteo. Dopo circa 10 minuti lo scotch è tolto e disteso su di un vetrino che sarà poi esaminato al microscopio.\\par\r\nIl reperto d'ascaridi nelle feci fresche è spesso accidentale, si può eseguire la ricerca delle larve su feci sec\r\nche.\\par\r\nLa giardia può essere evidenziata nel succo aspirato dal duodeno oppure direttamente in campioni di feci fresche emesse in corso di diarrea; la ricerca della giardia rientra tra i test diagnostici eseguiti nello studio delle forme di malassorbi\r\nmento intestinale.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nIl trattamento contempla l'impiego di farmaci antiparassitari, di volta in volta specifici, e l'applicazione di norme igieniche, atte soprattutto ad evitare le reinfestazioni. A questo proposito ricor\r\ndiamo che le verdure che il bambino consuma crude non solo devono essere lavate accuratamente, ma anche scottate per qualche attimo nell'acqua bollente. Il piccolo, infestato dagli ossiuri, non dovrà dormire nello stesso letto dei genitori, né dei fratel\r\nli, perché le uova dei parassiti, emesse di notte, passano con facilità da una persona all'altra; inoltre la biancheria dovrà essere non solo conservata e lavata separatamente, ma anche assolutamente personale. Estremamente necessaria è anche un'accurata\r\n pulizia delle mani, delle unghie e della regione anale del bambino, completata dall'aspersione locale di polveri antirritative per placare il fastidioso prurito provocato dai parassiti.\\par",
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"Foto": "MAB07E_F1.jpg#MAB07E_F2.jpg#",
"Dida_Foto": "Ascaridiosi.\r\nSezione trasversale di un ascaride; ciclo di sviluppo dell'ascaride nell'organismo del bambino. Le uova, ingerite, raggiungono lo stomaco, dove il loro involucro viene sciolto dai succhi gastrici. Le larve liberate raggiungono l'intestino. Alcune diventano ascaridi adulti e depongono le uova che vengono espulse con le feci attraverso il retto, e il ciclo ricomincia. Altre larve, attraverso il ciclo sanguigno, giungono al fegato; da qui, sempre per via sanguigna, arrivano alle cavità destre del cuore e, successivamente, ai polmoni. Risalendo lungo i bronchi, la trachea e la laringe, ritornano nello stomaco.\r\n#Ossiuriasi.\r\nEnterobius vermicularis, piccolo verme cilindrico chiamato comunemente ossiuro, responsabile dell'ossiuriasi, infestazione intestinale parassitaria, più comune nei bambini, diffusa in tutto il mondo; il suo sintomo più appariscente è costituito da un intenso prurito anale. A sinistra, la femmina a destra il maschio dell'ossiuro.\r\n#",
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"Vedi_Anche": "PARASSITOSI INTESTINALI 21789#"
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"Titolo": "SINDROMI ADDOMINALI DOLOROSE",
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"Titolo": "Coliche del lattante",
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La causa scatenante le coliche non è sempre la stessa; sono state formulate numerose ipotesi patogenetiche, tra le quali ricordiamo, per esempio: una tecnica d'alimen\r\ntazione scorretta; un'errata preparazione del latte formulato, un'ipereccitabilità intestinale, una condizione d'intolleranza alimentare, oppure una particolare ipereccitabilità del piccolo, spesso aggravata da situazioni familiari stressanti.\\par\r\nAttua\r\nlmente due sono le teorie patogenetiche più accreditate: una \"psico-ambientale\" e una \"organica\".\\par\r\nLa teoria psico-ambientale dà soprattutto importanza al carattere del bambino che sempre, fin dai primi giorni di vita, dimostra di possedere un temper\r\namento ben preciso. Il \"temperamento difficile\" è considerato un fattore congenito predisponente all'insorgenza di coliche; a questo si può aggiungere, come elemento peggiorativo, un'eccessiva ansia materna associata spesso a comportamenti sbagliati nell\r\n'assistenza del neonato; come eccessiva pressione alimentare, movimenti bruschi e disordine nei ritmi quotidiani di vita, continua confusione e rumore nell'ambiente domestico.\\par\r\nLa teoria organica si basa, invece, sulla presenza di un'iperattività mot\r\noria del \\cf17 \\ATXht80000 colon\\cf16 \\ATXht0 , riscontrata in molti bambini soggetti a coliche e le considera prevalentemente, come manifestazioni d'intolleranza alimentare, legata a diversi alimenti, e, in particolare nel lattante, alle \\cf17 \\ATXht80000 proteine\\cf16 \\ATXht0 del latte vaccino; non va dimenticato che tale \\cf17 \\ATXht80000 ipersensibilità\\cf16 \\ATXht0 si può realizzare anche nei bambini allattati al \\cf17 \\ATXht80000 seno\\cf16 \\ATXht0 , per la presenza di molecole proteiche del latte \r\nvaccino nel latte di nutrici, a dieta ricca di latte e latticini.\\par\r\nLa teoria organica è stata suffragata dalla pronta scomparsa delle coliche nei lattanti rialimentati con latti \"ipoallergenici\". Il latte di soia non è indicato in questi casi, poiché\r\n l'intolleranza può riguardare anche le proteine della soia.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nAl sopraggiungere della colica il bambino, che peraltro sta benissimo, comincia ad agitarsi, se dorme si sveglia di soprassalto, serra le manine a pugno e ini\r\nzia a piangere disperatamente tenendo le gambe flesse sull'\\cf17 \\ATXht80000 addome\\cf16 \\ATXht0 e facendo con le labbra ripetuti movimenti di suzione, come se avesse fame. A volte diventa pallido e compare una lieve sfumatura cianotica intorno alle lab\r\nbra.\\par\r\nLe crisi di pianto, frequenti e indomabili, creano ben presto nei genitori uno stato di tensione e d'ansia spesso difficili da rimuovere e che possono aggravare la sofferenza del lattante.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 DIAGNOSI\\par\r\nLa diagnosi di \"col\r\niche del lattante\" deve essere sempre fatta in base soprattutto alle buone condizioni del bambino e, in ogni caso, dopo aver escluso la presenza di eventuali patologie organiche; il reflusso gastro-esofageo, per esempio, è una delle cause più frequenti d\r\ni pianto improvviso, insistente e apparentemente inspiegabile del lattante.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nDa tutto questo si può dedurre, che di fronte a un lattante con coliche severe e durature, il primo provvedimento terapeutico debba essere di t\r\nipo \"dietetico\". Nei casi in cui la variazione della dieta non porta ad alcun risultato si può ricorrere a una terapia farmacologica a base di \\cf17 \\ATXht80000 antispastici\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nE' tuttavia importante che il pediatra riesca a rassicurare \r\ni familiari riguardo alla benignità della prognosi e avere, secondo le situazioni, un giusto \"approccio\" che sarà educativo e informativo, in caso d'errori di \"gestione\" del lattante; psicologico in caso d'alterati atteggiamenti d'interrelazione madre-ba\r\nmbino, dietetico se vi è intolleranza alimentare, oppure farmacologico di base.\\par",
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"Titolo": "Appendicite acuta",
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"Vedi_Anche": "Appendicite 21785#"
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"Titolo": "Sindrome dei dolori addominali ricorrenti (DAR)",
"Codice": "MAB07F3",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\f1 \\cf16 SINDROME DEI DOLORI ADDOMINALI RICORRENTI (DAR)\\par\r\n\\pard\\tx705\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 CAUSE\\par\r\nI dolori addominali ricorrenti sono una patologia molto frequente nel bambino tra i 3 e\r\n i 14 anni, sono considerati prevalentemente d'origine psicosomatica, e con gli episodi di \\cf17 \\ATXht80000 vomito\\cf16 \\ATXht0 acetonemico, le crisi di \\cf17 \\ATXht80000 vertigine\\cf16 \\ATXht0 o d'\\cf17 \\ATXht80000 emicrania\\cf16 \\ATXht0 rientrano n\r\nel quadro clinico della cosiddetta sindrome periodica, tipica degli adolescenti neurolabili o con problemi relazionali nell'ambito della famiglia o della scuola.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nSi manifestano come crisi dolorose recidivanti, di tipo c\r\nrampiforme (raramente molto forti come in una vera e propria \\cf17 \\ATXht80000 colica\\cf16 \\ATXht0 ), sono spesso riferiti in sede periombelicale, ma anche a tutto l'\\cf17 \\ATXht80000 addome\\cf16 \\ATXht0 ; la durata è variabile: da alcuni minuti a 1-2 or\r\ne. Sono preceduti e seguiti da periodi di completo benessere; non turbano la crescita del bambino, che peraltro appare in condizioni di salute molto buone.\\par\r\nIn circa il 75% dei casi, le \"crisi dolorose\" sono una o più alla settimana, e d'intensità ta\r\nle da impedire le normali attività del bambino. Sono frequenti in età scolare e spesso insorgono in particolari momenti della giornata o in particolari occasioni: al mattino, prima di andare a scuola, oppure durante un'interrogazione o un compito in clas\r\nse; non di rado la mamma deve correre a scuola a prendere il bambino perché si lamenta per il mal di pancia, è pallido, sudato, ha \\cf17 \\ATXht80000 nausea\\cf16 \\ATXht0 , spesso vomita e soffre di mal di testa.\\par\r\nL'esordio della sintomatologia doloros\r\na può coincidere col verificarsi di situazioni cariche di tensione emotiva quali: la perdita di persone care o di amici, cambiamenti di residenza, la separazione dei genitori o la nascita di un fratello. Il bambino con DAR viene, infatti, spesso descritt\r\no dai genitori come timido, nervoso, emotivo, ansioso o anche perfezionista.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 DIAGNOSI\\par\r\nLa diagnosi di sindrome di dolori addominali ricorrenti, comporta tuttavia sempre l'esclusione di patologie organiche a carico dell'apparato \r\ngastroenterico e urinario, oppure di malattie sistemiche.\\par\r\nE' quindi importante, per definire la diagnosi, eseguire alcuni esami, quali, per esempio: l'esame \\cf17 \\ATXht80000 emocromocitometrico\\cf16 \\ATXht0 , la \\cf17 \\ATXht80000 VES\\cf16 \\ATXht0 ,\r\n l'\\cf17 \\ATXht80000 urocoltura\\cf16 \\ATXht0 , la \\cf17 \\ATXht80000 coprocoltura\\cf16 \\ATXht0 , la ricerca nelle feci di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 e di parassiti, o altri ancora che il medico riterrà più opportuno consigliare, nelle situazio\r\nni sempre estremamente varie e variabili di questo tipo di patologia.\\par",
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"Titolo": "Enterite, Enterocolite",
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"Vedi_Anche": "Enterocoliti acute 21781#"
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"Titolo": "Peritonite",
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"Titolo": "Invaginazione intestinale",
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"Vedi_Anche": "INVAGINAZIONE INTESTINALE 21803#"
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"Titolo": "Ernia inguinale",
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Nei prematuri e\r\n nei piccoli lattanti non vi è tuttavia una gran differenza tra i sessi, anzi le ernie inguinali bilaterali sono apparentemente più frequenti nelle bambine. Nell'80% dei casi l'ernia si evidenzia entro i primi 3-4 mesi di vita.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINT\r\nOMI\\par\r\nIl segno caratteristico è la comparsa, in sede inguinale, di una tumefazione di grandezza variabile e di consistenza molle-elastica, non dolente alla palpazione, che si retrae spontaneamente oppure sotto una leggera pressione delle dita; diventa\r\n invece più grossa e sporgente durante il pianto, la tosse o per uno sforzo muscolare.\\par\r\nQuasi sempre è asintomatica, tuttavia in alcuni lattanti il continuo \"emergere e ridursi\" del tratto intestinale erniato causa coliche addominali frequenti e un p\r\narticolare stato di irrequietezza.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 DIAGNOSI\\par\r\nI bambini portatori di ernia inguinale vanno sempre osservati con molta attenzione, soprattutto se manifestano malessere e/o \\cf17 \\ATXht80000 vomito\\cf16 \\ATXht0 , accompagnati da cr\r\nisi di pianto infrenabile. Questi, infatti, sono i sintomi dovuti allo \"\\cf17 \\ATXht80000 strozzamento\\cf16 \\ATXht0 o incarcerazione\" del tratto d'intestino erniato che, intrappolato al di fuori della \"porta erniaria\" (attraverso cui è fuoruscito), non \r\nriesce più a rientrare nella cavità addominale. In sede inguinale si rende evidente una tumefazione tesa, molto dolente alla pressione, ricoperta da cute più calda. \\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nIn simili circostanze ogni tentativo di riduzione man\r\nuale non solo è inutile, ma non fa che peggiorare la situazione, resa critica dal continuo piangere del bambino, che facendo aumentare la pressione endo-addominale favorisce l'estroflessione dell'ernia. Inoltre, poiché i tessuti del tratto di parete inte\r\nstinale \"intrappolata\" vanno rapidamente incontro a fenomeni degenerativi è assolutamente importante provvedere nel più breve tempo possibile alla correzione chirurgica.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TORSIONE DEL TESTICOLO.\\par\r\nE' un'altra condizione che compor\r\nta la comparsa di dolore addominale acuto: il dolore, fortissimo e improvviso, è riferito allo scroto che appare gonfio e lascia trasparire il colorito rosso scuro del testicolo, in cui entro brevissimo tempo intervengono fenomeni infiammatori ed emorrag\r\nici.\\par\r\nSolo un intervento chirurgico immediato può consentire di \"salvare\" il testicolo da subentranti lesioni degenerative, irreversibili.\\par",
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"Vedi_Anche": "Ernia inguinale 21805#"
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"Titolo": "MALATTIA CELIACA",
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Sappiamo, infatti, che ogni organismo ha bisogno di nutrirsi per ricavare dai cibi sostanze indispensabili per crescere e mantenersi in vita. I più importanti princ\r\nipi alimentari, quali gli zuccheri, i grassi e le \\cf17 \\ATXht80000 proteine\\cf16 \\ATXht0 , non possono essere utilizzati tali e quali si trovano in un dolce o nel burro o in una bistecca, ma, una volta inghiottiti, nello \\cf17 \\ATXht80000 stomaco\\cf16 \\ATXht0 e nell'\\cf17 \\ATXht94975 intestino tenue\\cf16 \\ATXht0 sono gradualmente scissi, ossia \"digeriti\", rielaborati e preparati per essere \"assorbiti\" a livello dei villi intestinali. La parte di cibo non utilizzata forma le scorie che si eliminano con \r\nle feci. Quando, per mancanza di un fermento o per un alterato funzionamento della complessa catena di processi digestivi, il cibo non è digerito, oppure quando a livello intestinale gli alimenti digeriti o indigeriti non sono assorbiti e passano come ta\r\nli nelle feci, ne deriva un grave danno per l'organismo che, nonostante si procuri continuamente cibo, non lo utilizza e in pratica è come se digiunasse. Infatti, a poco a poco il peso scende, la statura si arresta, il bambino assume un aspetto sofferent\r\ne, le malattie si fanno più frequenti, poiché l'organismo è incapace di difendersi. Una situazione analoga avviene nella celiachia\\par\r\nNel 1950 uno studioso olandese, il Dicke, intuì e dimostrò la causa prima della malattia. Vide che la situazione peggi\r\norava con diete a base di farina di grano e di segale. Ricerche successive misero, infatti, in evidenza che il fattore scatenante le crisi diarroiche con \\cf17 \\ATXht80000 steatorrea\\cf16 \\ATXht0 sono la gliadina, un costituente del glutine, che è la pr\r\nincipale proteina contenuta nella farina di grano, orzo e segale, e l'avenina, presente nell'avena; mentre il riso e il mais non sono nocivi.\\par\r\nNei soggetti celiaci l'ingestione di glutine causa gravi alterazioni della mucosa del tratto iniziale dell'\r\nintestino tenue, caratterizzate essenzialmente dall'appiattimento (\\cf17 \\ATXht80000 atrofia\\cf16 \\ATXht0 ) dei villi intestinali, cui consegue la condizione di malassorbimento-malnutrizione.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nL'inizio della malattia coi\r\nncide approssimativamente col \\cf17 \\ATXht80000 divezzamento\\cf16 \\ATXht0 ; essa, infatti, fa la sua prima apparizione in bambini di 6-8 mesi, apparentemente del tutto normali, cresciuti regolarmente fino a quest'epoca, i quali, dopo l'introduzione nella\r\n dieta dei biscotti e delle pappe preparate con semolino di grano o pastina, incominciano ad avere disturbi dispeptici che ben presto si rivelano assai difficili da trattare, poiché sono resistenti alle comuni terapie antidiarroiche sia dietetiche sia fa\r\nrmacologiche. Il bambino inoltre non sta mai bene, cambia persino carattere: diventa triste, capriccioso o apatico, non dorme tranquillo e basta un nonnulla per farlo piangere; la mancanza d'appetito è spiccatissima. Le funzioni intestinali sono irregola\r\nri, periodi di \\cf17 \\ATXht80000 diarrea\\cf16 \\ATXht0 si alternano a periodi di stitichezza, ma ciò che più attira l'attenzione sono la quantità e l'aspetto delle feci. Il numero delle evacuazioni nei periodi di crisi può arrivare a 4 o 5 con emissione \r\ndi feci molto abbondanti, molli, scolorate e traslucide, ricche di sostanze grasse. Col passare del tempo le condizioni del bambino diventano sempre più scadenti e la crescita s'arresta. Nell'aspetto del bambino spiccano gli occhi, che sembrano più grand\r\ni e l'\\cf17 \\ATXht80000 addome\\cf16 \\ATXht0 globoso e sporgente che ricorda un Buddha. Se la malattia non è tempestivamente curata, a questo decadimento generale si associano altri sintomi conseguenti all'alterato assorbimento intestinale: la \\cf17 \\ATXht80000 tetania\\cf16 \\ATXht0 , il \\cf17 \\ATXht80000 rachitismo\\cf16 \\ATXht0 , la fragilità ossea (legati al deficit di vitamina D) una tendenza alle emorragie per mancanza di vitamina K, frequenti infezioni cutanee e lesioni della pelle per carenza della v\r\nitamina A. Si creano cioè dei deficit che interessano soprattutto le \\cf17 \\ATXht80000 vitamine\\cf16 \\ATXht0 A, D e K, cosiddette \"liposolubili\", che normalmente sono assorbite coi grassi, ma che nel morbo celiaco rimangono in gran parte non utilizzate \r\nperché vi è steatorrea, cioè i grassi sono in buona parte eliminati con le feci (circa il 15% della quantità ingerita con gli alimenti). Nella celiachia l'\\cf17 \\ATXht80000 intolleranza\\cf16 \\ATXht0 al glutine è permanente e la sintomatologia recede sol\r\no eliminandone dalla dieta anche la più piccola traccia.\\par\r\nL'andamento clinico della malattia è, infatti, caratterizzato da:\\par\r\n\\li135\\fi-135 - comparsa di sindrome da malassorbimento dovuta ad alterazioni atrofiche della mucosa intestinale dimostra\r\nbili con l'esame bioptico della stessa;\\par\r\n- scomparsa della sintomatologia, miglioramento delle condizioni cliniche, ripresa della crescita e ritorno alla norma dell'epitelio mucoso intestinale, dopo dieta priva di glutine;\\par\r\n- ricomparsa della sin\r\ntomatologia clinica e dell'atrofia della mucosa intestinale con la reintroduzione del glutine nella dieta.\\par\r\n\\li0\\fi0 - \\cf17 \\ATXht80000 anemia\\cf16 \\ATXht0 legata alla carenza sia del \\cf17 \\ATXht80000 ferro\\cf16 \\ATXht0 sia dei principi \\cf17 \\ATXht80000 antianemici\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 DIAGNOSI\\par\r\nL'incidenza della malattia è pari a 1 ogni 200 nati. Nel 10% dei casi presenta carattere di familiarità.\\par\r\nLa teoria immunologica è oggi la più accreditata; la causa prima sarebbe, \r\ninfatti, un'intolleranza nei confronti di un componente del glutine, la gliadina, una proteina che in alcuni individui \"predisposti\" scatena reazioni immunitarie di vario tipo con produzione d'anticorpi specifici, gli AGA (anticorpi antigliadina) la cui \r\nricerca nel \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 costituisce uno dei più importanti test diagnostici. Sull'osservazione di queste tipiche \"fasi cliniche\" e sulla determinazione degli AGA, degli anticorpi antireticolina, di immunocomplessi, e di altri e\r\nsami meno specifici, si basa l'iter diagnostico comunemente seguito nell'interpretazione della malattia.\\par\r\nMolto importante è tenere presente l'eventualità di una malattia celiaca espressa in forma atipica: a esordio tardivo, che rimane asintomatica n\r\nell'infanzia o si manifesta in modo anomalo, per esempio con bassa statura, anemia, sporadici disturbi dell'\\cf17 \\ATXht80000 alvo\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 astenia\\cf16 \\ATXht0 , umore tendenzialmente depresso e scarso rendimento scolastico.\r\n\\par\r\nNel primo anno di vita la celiachia può essere mascherata da una concomitante intolleranza alle proteine del latte vaccino.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nCon la dieta priva di glutine la malattia migliora: le crisi diarroiche diventano sempre meno \r\nfrequenti, la composizione e la quantità delle feci si normalizzano e riprende la crescita staturale.\\par\r\nL'eliminazione del glutine dalla dieta deve essere però assoluta, vanno eliminati tutti gli alimenti che lo possono contenere anche in minime tracc\r\ne. Esistono in commercio moltissimi prodotti: pane, pasta, dolci, marmellate, caramelle, eccetera, privi di glutine, di sapore molto gradevole che \"imitano\" e sostituiscono perfettamente il pane, la pasta e i dolci convenzionali.\\par\r\nE' importante inseg\r\nnare, soprattutto al bambino già grande, a volte un po' ribelle, l'importanza di osservare scrupolosamente la dieta, perché ogni trasgressione comporta una \"crisi celiaca\" con ripresa della malattia. Nonostante l'eliminazione del glutine la dieta può, in\r\nfatti, essere ricca e varia, a base di farine di mais, di riso, latte, formaggi, carne, patate, carote e legumi, uova, burro, olio, pesci, verdura, frutta, zucchero, miele. Di solito all'inizio i bambini non si adattano bene a una dieta senza glutine, an\r\nche perché questo cambiamento non significa guarigione immediata della malattia; la sintomatologia migliora abbastanza in fretta, ma l'\\cf17 \\ATXht80000 anoressia\\cf16 \\ATXht0 può essere difficile da vincere. Buoni risultati si sono ottenuti iniziando c\r\non un regime a base soprattutto di banane ben mature (dieta di Naas), cui si possono aggiungere mele tritate e zuccherate e zuppa di carote; in questo modo si ottiene un rapido rassodamento delle feci e notevole miglioramento delle lesioni della mucosa i\r\nntestinale. Dopo qualche giorno si possono aggiungere il latte, la carne ai ferri e la crema di riso, lasciando in ultimo l'introduzione dei grassi, tra i quali è bene dare la preferenza all'olio.\\par\r\nPoiché i bimbi affetti da morbo celiaco sono gracili\r\n, sensibili alle infezioni e predisposti agli stati di \\cf17 \\ATXht80000 avitaminosi\\cf16 \\ATXht0 , la terapia dietetica va completata con l'aggiunta di fattori vitaminici, in particolare D, A e complesso B, \\cf17 \\ATXht80000 ricostituenti\\cf16 \\ATXht0 \r\na base di calcio e di ferro; infine non va trascurata l'utilità di una vita libera e all'aperto che favorisce una più rapida ripresa dell'appetito e della consueta vivacità.\\par\r\nAi fini della prevenzione, è importante introdurre il glutine nella dieta d\r\nel lattante solo dopo il settimo mese, allorché si è sicuri della completa integrità maturativa della mucosa intestinale.\\par",
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"Foto": "MAB07G_F1.jpg#MAB07G_F2.jpg#",
"Dida_Foto": "Malattia celiaca.\r\nConfronto al microscopio tra la mucosa intestinale normale in cui sono evidenti i caratteristici villi (indicati dalle frecce) e la mucosa intestinale “piatta” in paziente con celiachia florida, in cui i villi sono pressoché scomparsi.\r\n#Dieta nella malattia celiaca.\r\nUna dieta priva di glutine osservata scrupolosamente è la terapia più idonea per migliorare la malattia. In particolare la dieta di Naas che prevede banane, mele e zuppa di carote.\r\n#",
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"Vedi_Anche": "Malattia celiaca o sprue non tropicale 21792#"
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"Titolo": "STIPSI",
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"Vedi_Anche": "STITICHEZZA 21787#"
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"Titolo": "Stipsi di natura organica",
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"Titolo": "Stipsi di origine funzionale",
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Nei\r\n primi anni di vita, uno di questi, abbastanza comune, è il mantenimento dell'alimentazione con il poppatoio oltre i dodici mesi. In tal modo il bambino continua a ricevere una dieta essenzialmente a base di latte, molto povera di scorie, che tuttavia lo\r\n soddisfa poiché è ricca di calorie, facile da mangiare e da assimilare, egli rifiuta molto spesso gli altri alimenti ricchi di scorie e come tali stimolanti la \\cf17 \\ATXht80000 peristalsi\\cf16 \\ATXht0 intestinale. Altrettanto sbagliata è una dieta in \r\ncui i cibi carnei, oppure la cioccolata e i dolciumi occupano il primo posto. Anche in questo caso, il piccino, assuefatto a mangiare solo ciò che gli piace di più, non si rassegna facilmente ad alimenti più semplici e più vari, forse meno appetibili ma \r\nmolto più utili sia per le regolari funzioni dell'\\cf17 \\ATXht80000 intestino\\cf16 \\ATXht0 sia per un buon accrescimento. La povertà di scorie e la particolare ricchezza in \\cf17 \\ATXht80000 proteine\\cf16 \\ATXht0 di questi tipi di alimenti comportano l\r\na formazione di feci scarse e piuttosto dure e determinano l'insorgenza di una stitichezza \"atonica\" proprio conseguente alla riduzione, a lungo protratta, della peristalsi intestinale. Pure legata ad un errore dietetico può essere la stipsi del lattante\r\n alimentato artificialmente; essa dipende, infatti, da un'errata preparazione del latte, fatto con una quantità eccessiva di polvere oppure diluito sempre con decozione di farine anziché con semplice acqua.\\par\r\nEscludendo la presenza di malattie sistemi\r\nche o d lesioni organiche che rendono difficoltosa l'emissione delle feci, la stipsi funzionale è senza dubbio la condizione più frequente e si potrebbe considerare come una \"cattiva abitudine\".\\par\r\nLa presenza di feci nell'ampolla rettale crea il bisog\r\nno di defecare che, inconsciamente soddisfatto nel lattante, può invece essere \"rimosso\" volontariamente nel bambino che ha acquisito il controllo degli sfinteri. La \\cf17 \\ATXht80000 defecazione\\cf16 \\ATXht0 è, infatti, un fenomeno \"attivo\", che richie\r\nde il sincronismo di tre azioni: il rilasciamento dello \\cf17 \\ATXht80000 sfintere\\cf16 \\ATXht0 rettale a muscolatura liscia, il rilasciamento volontario dello sfintere muscolare striato (che normalmente rimangono contratti a chiusura dell'orifizio anal\r\ne), la contrazione dei muscoli addominali, utile ad aiutare l'espulsione delle feci dal \\cf17 \\ATXht80000 retto\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nL'acquisizione di queste sincrone azioni può mancare, come nei soggetti cerebropatici, oppure essere temporaneamente rifiu\r\ntata dai bambini già grandi, sia per ragioni obiettive, come per esempio il dolore dovuto a ragadi o lesioni perianali, sia per ragioni psicologiche o ambientali.\\par\r\nMolti bambini, specie in età prescolare, intuendo quanta importanza la mamma dà alle l\r\noro funzioni intestinali, si abituano a trattenere le feci e usano la stipsi come una formidabile arma di ricatto; anche una pressante e troppo precoce insistenza all'uso del vasino può portare allo stesso risultato. Nei bambini più grandi possono esserc\r\ni invece motivazioni diverse: un impegno eccessivo nel gioco o nello studio, il disagio o la difficoltà che può comportare, fuori casa, la richiesta di servizi igienici, o ancora situazioni di conflittualità psicologica familiare.\\par\r\nIn tutti questi ca\r\nsi ben presto trattenere le feci diventa un'abitudine e si crea la condizione di stipsi che, se protratta, porta a più gravi conseguenze.\\par\r\nIl persistere nell'ampolla rettale di voluminose masse fecali causa, a lungo andare, una progressiva dilatazion\r\ne non solo dell'ampolla, ma anche del tratto d'intestino più a monte creando la condizione clinica di \\cf17 \\ATXht80000 megacolon\\cf16 \\ATXht0 \\cf17 \\ATXht80000 idiopatico\\cf16 \\ATXht0 , di cui è conseguenza una sorta d'incontinenza fecale definita \\cf17 \\ATXht80000 encopresi\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nIl bambino, infatti, non si scarica perché è stitico, ma si ritrova sempre le mutandine sporche di feci, semiliquide o liquide, perse involontariamente dall'ampolla rettale eccessivamente distesa dalla presenza d\r\ni masse fecali molto dure (fecalomi), diventate ineliminabili. Per alcuni bambini l'encopresi crea un motivo in più di frustrazione, che non fa che peggiorare e mantenere il circolo vizioso da cui ha avuto origine l'abitudine alla stipsi.\\par\r\n\\cf1 \r\n\\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nPer le malformazioni dell'intestino, la correzione chirurgica rimane la sola terapia possibile, che va realizzata con tempestività onde evitare più gravi complicazioni.\\par\r\nLa terapia della stipsi atonica consiste soprattutto nel ton\r\nificare i muscoli, facendo fare ginnastica ai bimbi più grandi, mentre ai piccini è consigliabile praticare lievi massaggi addominali in senso orario, più volte al giorno. Qualora i risultati non fossero del tutto soddisfacenti, si può ricorrere alla som\r\nministrazione periodica di blandi \\cf17 \\ATXht80000 lassativi\\cf16 \\ATXht0 favorenti la peristalsi, quali preparati vegetali a base di semi di lino. In caso d'ascessi, \\cf17 \\ATXht80000 emorroidi\\cf16 \\ATXht0 , polipi e specialmente ragadi, si possono o\r\nttenere buoni risultati con una terapia sia dietetica sia medicamentosa.\\par\r\nIn primo luogo è necessario ottenere evacuazioni giornaliere di feci molli (il che diminuisce notevolmente il dolore), somministrando un lassativo ad azione emolliente, oppure,\r\n se si tratta di bambini allattati con il poppatoio, modificando la dieta, cioè sostituendo una parte dello zucchero, aggiunto al latte, con estratto di malto. Un unguento ad azione anestetizzante, spalmato intorno all'orifizio anale, è utile a lenire il\r\n dolore e quindi a rendere la defecazione più facile. Quando la stitichezza è dovuta ad una dieta errata, occorre modificarla radicalmente, rendendo così superfluo l'uso di lassativi; sarebbe, infatti, un errore cercare di correggere la stipsi esclusivam\r\nente con lassativi, supposte o clisteri, lasciando immutata la dieta, poiché l'intestino si abituerebbe ben presto allo stimolo esterno, sia esso farmacologico o meccanico, divenendo sempre più \"pigro\" fino ad arrivare allo stato cronico di stipsi atonic\r\na.\\par\r\nLa migliore terapia è quindi la progressiva abitudine ad una dieta più equilibrata e completa in cui vi saranno latte e farinacei ma soprattutto molta frutta e verdura crude o cucinate nel modo più gradito al bambino. La stitichezza del lattante \r\nsi corregge in genere in pochi giorni, eliminando gli errori che abbiamo citato; in caso contrario si aggiunge al latte una piccola quantità di zuccheri non fermentescibili, come destrine o lattulosio che richiamando acqua nell'intestino fanno aumentare \r\nle masse fecali.\\par\r\nNel megacolon idiopatico l'ampolla rettale è sempre piena di feci; la terapia, soprattutto se vi è encopresi, consiste innanzi tutto nello svuotamento completo del retto mediante clismi ripetuti, ma soprattutto nella rieducazione de\r\nll'\\cf17 \\ATXht80000 alvo\\cf16 \\ATXht0 , cercando di abituare il bambino a defecazioni giornaliere e adottando una dieta gradevole, il più possibile ricca di fibre.\\par\r\nPer un completo e duraturo successo della terapia è inoltre importante cercare di ri\r\nsolvere, oltre alla stipsi, i frequenti problemi psicologici che ad essa sono sottesi o collegati.\\par",
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"Titolo": "MALATTIE DELL'APPARATO URO-GENITALE",
"Codice": "MAB08",
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"Dida_Foto": "Malformazioni congenite dei reni e delle vie urinarie.\r\nIpoplasia unilaterale del rene. Il rene sinistro è notevolmente ridotto; i vasi sono normali nel loro decorso, ma assai ridotti di calibro. Rene a ferro di cavallo. La malformazione è dovuta all'unione dei due reni in corrispondenza dei due poli inferiori. Talvolta, ma più raramente, si riscontra l'unione dei due poli superiori. Ectopia unilaterale del rene. Il rene destro non occupa la sede normale, ma è situato più o meno in basso. Nel disegno rappresentazione schematica dell'apparato urinario e dei suoi rapporti con gli altri apparati del corpo in condizioni di normalità.\r\n#",
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"Vedi_Anche": "@"
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"Titolo": "INFEZIONI DELLE VIE URINARIE",
"Codice": "MAB08A",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx2760\\tx10335\\tx10485\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 INFEZIONI DELLE VIE URINARIE (IVU)\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\tx10335\\tx10485\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 \\cf16 Le infezioni delle vie urinarie, nell'\r\netà infantile, in ordine di importanza occupano il secondo posto, dopo le infezioni respiratorie.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 CAUSE\\par\r\nOgni età pediatrica è interessata; la prevalenza nel bambino piccolo può avere una duplice spiegazione: la frequente propag\r\nazione dei germi per via ematogena, tipica nel neonato, e le condizioni locali igienicamente sfavorevoli (regione genitale spesso sporca di feci) con strutture anatomiche (brevità dell'\\cf17 \\ATXht80000 uretra\\cf16 \\ATXht0 nelle bambine) che facilitano \r\nla penetrazione nelle vie urinarie dei batteri provenienti dall'\\cf17 \\ATXht80000 intestino\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nE' infatti l'Escherichia coli il germe che più spesso si trova come responsabile delle infezioni, oltre a \\cf17 \\ATXht80000 Klebsiella\\cf16 \\ATXht0 , Proteus, Pseudomonas, stafilococco, Enterobacter, ecc.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nNel lattante, e fino a 3-4 anni, il quadro clinico è poco caratteristico e per nulla evocativo di una patologia \"urinaria\". Il bambino \"non sta molto bene\": n\r\non si alimenta volentieri, di tanto in tanto vomita, è più irritabile del solito, è svogliato; ha febbricola, oppure, per poche ore, puntate di febbre alta apparentemente non spiegabile. Nei più piccini sono evidenti l'inappetenza e la mancata progressio\r\nne della curva ponderale.\\par\r\nNel bambino in età scolare, e oltre, sono spesso presenti sintomi più specifici: la sensazione di malessere, l'inappetenza, la febbre più o meno elevata, si accompagnano a dolore addominale riferito, in modo generico, in re\r\ngione periombelicale e, più di rado, al fianco o in sede sovrapubica, se dovuto a un'eccessiva distensione della \\cf17 \\ATXht80000 vescica\\cf16 \\ATXht0 ; solo nelle infezioni uretrali ci possono essere dolore o bruciore alla \\cf17 \\ATXht80000 minzione\\cf16 \\ATXht0 , con tendenza del bambino a trattenere le urine.\\par\r\nL'\\cf17 \\ATXht80000 ematuria\\cf16 \\ATXht0 (presenza di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 nell'urina) non è costante nelle IVU; tuttavia, può essere una spia di lesioni malformative poi\r\nché la mucosa di segmenti urinari abnormemente distesi, per la presenza di uropatie di tipo ostruttivo, può sanguinare con facilità in seguito a traumi, anche lievi; è quindi un sintomo da valutare sempre con molta attenzione.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 DIAGN\r\nOSI\\par\r\nLa diagnosi di certezza di infezione urinaria si basa sull'esecuzione dell'esame dell'urina e dell'\\cf17 \\ATXht80000 urocoltura\\cf16 \\ATXht0 : il primo evidenzia l'eventuale presenza di globuli bianchi (\\cf17 \\ATXht80000 piuria\\cf16 \\ATXht0 ), globuli rossi (ematuria) e di cilindri leucocitari evocativi di \\cf17 \\ATXht80000 pielonefrite\\cf16 \\ATXht0 (o infezione urinaria \"alta\"), vale a dire estesa anche al \\cf17 \\ATXht80000 rene\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nNelle infezioni \"basse\" (cistiti, limitate alla vescica) il reperto urinario può essere del tutto normale.\\par\r\nIn presenza di febbre di natura apparentemente inspiegabile si dovrebbe sempre eseguire anche un'urocoltura prima di iniziare \r\nqualsiasi terapia antibiotica.\\par\r\nL'urocoltura evidenzia la presenza di batteri nell'urina e consente di praticare una terapia antibiotica mirata, vale a dire di usare l'antibiotico cui il germe, di volta in volta in causa, è più sensibile.\\par\r\n\\pard\\tx195\\tx10335\\tx10485\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 Le urine di norma sono sterili, si \"inquinano\" non appena emesse, a meno che non siano raccolte, con molta attenzione, in contenitori sterili; questo è quanto necessario fare per ottenere un campione di urina su \r\ncui praticare un esame batteriologico.\\par\r\nSi considera infatti positiva, e quindi significativa di infezione, una urocoltura in cui si siano sviluppate almeno 100.000 colonie di un unico germe per ogni millilitro di urina. Il reperto di una quantità di\r\n colonie inferiore, oppure formate da germi di specie diversa, è spesso dovuto a inquinamento del campione di urina raccolto in modo non corretto, e richiede la ripetizione dell'esame.\\par\r\nAi test urinari si associano gli esami ematologici di routine (p\r\ner esempio l'esame \\cf17 \\ATXht80000 emocromocitometrico\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 VES\\cf16 \\ATXht0 , proteina C reattiva, \\cf17 \\ATXht80000 azotemia\\cf16 \\ATXht0 ) e quelli più specifici riguardo alla funzionalità renale: determinazione della \\cf17 \\ATXht80000 creatininemia\\cf16 \\ATXht0 , della \\cf17 \\ATXht80000 creatininuria\\cf16 \\ATXht0 e della capacità del rene a concentrare l'urina; la loro \"positività\" conferma la presenza di infezione urinaria \"alta\" con interessamento del \\cf17 \\ATXht80000 parenchima\\cf16 \\ATXht0 renale (pielonefrite).\\par\r\nLe infezioni urinarie si sviluppano facilmente nei casi in cui il flusso regolare dell'urina, dal rene all'esterno, è ostacolato o rallentato per la presenza lungo le vie di deflusso di ostacoli, costit\r\nuiti prevalentemente da lesioni malformative.\\par\r\nIn seguito a IVU, soprattutto se recidivanti, è importantissimo eseguire alcune indagini strumentali al fine di diagnosticare la presenza di eventuali malformazioni.\\par\r\nTipi d'infezioni urinarie:\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 CISTITE EMORRAGICA\\par\r\nUna condizione particolare caratterizzata essenzialmente dalla comparsa improvvisa di urine color rosso vivo, per la presenza massiccia di sangue, si ha nella cistite emorragica dovuta a un virus (\\cf17 \\ATXht80000 \r\nAdenovirus\\cf16 \\ATXht0 ). Si tratta di un'infezione molto acuta che guarisce spontaneamente in 3 o 4 giorni e che, al di là della spettacolarità del sintomo, non presenta caratteri di gravità.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 PIELONEFRITE\\par\r\nPotenzialmente molto\r\n dannosa può essere invece la pielonefrite, acuta o cronica (nei casi in cui \\cf17 \\ATXht80000 recidiva\\cf16 \\ATXht0 ), poiché può lasciare nel contesto del parenchima renale vere e proprie ferite, dette cicatrici renali (o scar, per gli anglosassoni) ch\r\ne compromettono la crescita e lo sviluppo funzionale del rene.\\par\r\n\\pard\\tx4455\\tx10335\\tx10485\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 La pielonefrite, diagnosticabile in modo inequivocabile in presenza di febbre, dolore, test urinari e urocoltura positivi, può avere ne\r\nl bambino anche un decorso subdolo, comportando semplicemente febbricola, scarso appetito o diminuzione della vivacità.\\par\r\n\\pard\\tx195\\tx10335\\tx10485\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 Va sempre studiata con attenzione e curata con una terapia antibiotica possibil\r\nmente mirata.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 UROPATIE OSTRUTTIVE\\par\r\nNelle uropatie ostruttive, come suggerisce il termine, vi è un ostacolo al deflusso dell'urina, più o meno importante in rapporto al tipo e alla sede dell'ostruzione. Nelle ostruzioni situate a\r\nl disopra della vescica, in corrispondenza della giunzione pelvi-ureterale, lungo il decorso degli ureteri, o alla giunzione uretero-vescicale, la sintomatologia infettiva può non essere precoce o sempre presente; mentre è frequente il reperto di masse a\r\nddominali dovute all'ingrandimento di uno o di entrambi i reni (\\cf17 \\ATXht80000 idronefrosi\\cf16 \\ATXht0 ).\\par\r\nL'urina che non riesce a defluire liberamente provoca una dilatazione delle cavità e a livello renale compromette, in modo irreparabile, la\r\n struttura del parenchima. Queste forme di idronefrosi, dovute a malformazioni congenite (quindi a inizio molto precoce) sono oggi svelate, già in corso di \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 , dalle routinarie ecografie fetali.\\par\r\nNelle forme pi\r\nù gravi e bitaterali, in cui la struttura parenchimale renale è irrimediabilmente compromessa, solo il trapianto del rene può salvare la vita del bambino.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 OSTRUZIONI SOTTOVESCICALI\\par\r\nLe ostruzioni sottovescicali sono meno frequen\r\nti, si localizzano all'uretra e prediligono il sesso maschile, le più comuni sono le valvole dell'uretra posteriore.\\par\r\nSi tratta di pliche mucose che occludono più o meno il lume dell'uretra, appena sotto la \\cf17 \\ATXht80000 prostata\\cf16 \\ATXht0 ; l\r\n'ostruzione al deflusso dell'urina causa l'ingrossamento dell'uretra prostatica e della vescica, la cui muscolatura \\cf17 \\ATXht80000 parietale\\cf16 \\ATXht0 diventa ipertrofica.\\par\r\nNel lattante la presenza di valvole può dare una sintomatologia come d\r\na insufficienza renale con \\cf17 \\ATXht80000 iperazotemia\\cf16 \\ATXht0 e squilibri elettrolitici; in età successiva si hanno disturbi della minzione: minzioni molto frequenti, anche involontarie, che possono essere interpretate come \\cf17 \\ATXht80000 en\r\nuresi\\cf16 \\ATXht0 , oppure un'incontinenza paradossale, per perdita di urina dalla vescica sempre troppo piena; diventa, inoltre, apprezzabile, in sede sovrapubica, una massa addominale corrispondente al globo vescicale.\\par\r\nLe infezioni urinarie sono \r\nparticolarmente frequenti.\\par\r\nLa diagnosi è fatta con la cistouretrografia e con l'uretrocistoscopia, in occasione della quale è possibile talvolta eseguire la rimozione delle valvole. L'intervento chirurgico è sempre risolutivo; nei casi diagnosticati\r\n e trattati con ritardo, la conseguente \\cf17 \\ATXht80000 displasia\\cf16 \\ATXht0 renale può portare, fin dall'età infantile, a una condizione di insufficienza renale.\\par",
"ID": 398,
"Foto": "MAB08A_F1.jpg#MAB08A_F2.jpg#",
"Dida_Foto": "Infezioni delle vie urinarie.\r\nRappresentazione schematica della via di diffusione sanguigna tramite la quale i germi raggiungono i reni e le mucose dell'apparato urinario. Le tonsilliti, le laringiti, le mastoiditi ed alcune infezioni cutanee sono strettamente collegate con le infezioni urinarie, perché, oltre ad indebolire l'organismo del bambino, costituiscono una fonte di germi, i quali attraverso il circolo sanguigno possono arrivare ai reni, agli ureteri, alla vescica e all'uretra.\r\n#Procedure di verifiche e di controlli in presenza di un'infezione delle vie urinarie.\r\n#",
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"Vedi_Anche": "INFEZIONI DELLE VIE URINARIE 21898#"
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{
"Titolo": "REFLUSSO VESCICO-URETERALE",
"Codice": "MAB08B",
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"ID": 399,
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"Titolo": "PATOLOGIA GLOMERULARE",
"Codice": "MAB08C",
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"Dida_Foto": "Meccanismo immunologico del danno glomerulare.\r\n#",
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"Titolo": "SINDROME NEFRITICA",
"Codice": "MAB08D",
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L'evoluzione della sintomatologia, le notizie anamnestiche, le indagini di laboratorio consentono di differenziare le forme primitive, che si manifestano come una malattia isolata, spesso dopo malattie infettive, dalle forme secondarie, associ\r\nate a malattie sistemiche come, per esempio, la \\cf17 \\ATXht80000 porpora\\cf16 \\ATXht0 di Schoenlein-Hoenoch e il \\cf17 \\ATXht80000 lupus\\cf16 \\ATXht0 eritematoso \\cf17 \\ATXht80000 sistemico\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nParticolarmente frequente nel bambino, da\r\ni 3 ai 10 anni, è la \\cf17 \\ATXht80000 glomerulonefrite\\cf16 \\ATXht0 acuta post-infettiva, conseguente nella gran parte dei casi ad infezioni faringo-tonsillari o cutanee sostenute da particolari ceppi di streptococco beta-emolitico di gruppo A detti \"n\r\nefritogeni\", proprio a causa della loro spiccata capacità di produrre lesioni renali.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 SINTOMI\\par\r\nLa sintomatologia renale compare 3 o 4 settimane dopo l'infezione faringea, quando questa è già guarita e quasi\r\n dimenticata; la glomerulopatia non è, infatti, dovuta alla localizzazione nel \\cf17 \\ATXht80000 rene\\cf16 \\ATXht0 dello streptococco, ma è il risultato del depositarsi nelle anse vascolari dei glomeruli renali di \"immunocomplessi\", formati dall'unione \r\ndegli antigeni, presenti sullo streptococco, con gli anticorpi che l'organismo ospite ha elaborato contro di essi.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 L'\\cf17 \\ATXht80000 ematuria\\cf16 \\ATXht0 macroscopica, con urine color \"lavatura di carne\", è un sintomo\r\n costante, a cui si associano \\cf17 \\ATXht80000 proteinuria\\cf16 \\ATXht0 modesta e, nel sedimento urinario, presenza di cilindri, formati dai globuli rossi ammassati. L'\\cf17 \\ATXht80000 oliguria\\cf16 \\ATXht0 non è sempr\r\ne molto evidente, spesso si rivela solo con un accurato controllo della \\cf17 \\ATXht80000 diuresi\\cf16 \\ATXht0 quotidiana, oppure dal controllo quotidiano del peso, i cui aumenti sono espressione della ritenzione di liquidi, come gli edemi (periorbitali\r\n, tibiali o scrotali), che spesso appaiono come primo sintomo della malattia.\\par\r\nNei casi più gravi si associano \\cf17 \\ATXht80000 ipertensione\\cf16 \\ATXht0 arteriosa, mal di testa, stanchezza, sensazione di nausea, vomito e febbre.\\par\r\nNello spazio \r\ndi pochi giorni la diuresi aumenta e ridiventa normale, mentre le urine possono rimanere di colore scuro più a lungo; la pressione arteriosa ritorna a valori normali, l'\\cf17 \\ATXht80000 azotemia\\cf16 \\ATXht0 e la \\cf17 \\ATXht80000 VES\\cf16 \\ATXht0 pro\r\ngressivamente si abbassano. Con la ripresa della diuresi, il bambino perde peso, anche nei casi in cui gli edemi non sembravano particolarmente evidenti; ciò accade perché è persa tutta l'acqua che era stata in precedenza trattenuta dai tessuti. Talvolta\r\n può persistere per molto tempo un'ematuria microscopica, dovuta alla presenza nelle urine, normalmente chiare, di globuli rossi, visibili solo all'esame microscopico del sedimento.\\par\r\nLe complicanze, dovute prevalentemente ad una grave ritenzione di l\r\niquidi e all'ipertensione, non sono molto frequenti nel bambino e si manifestano con la comparsa di uno stato di sofferenza cerebrale: \\cf17 \\ATXht80000 encefalopatia\\cf16 \\ATXht0 ipertensiva (mal di testa, disturbi della vista, vomito, convulsioni); op\r\npure \\cf17 \\ATXht80000 scompenso cardiaco \\cf16 \\ATXht0 con \\cf17 \\ATXht80000 astenia\\cf16 \\ATXht0 spiccata, crisi di \\cf17 \\ATXht80000 tachicardia\\cf16 \\ATXht0 o aritmie, difficoltà respiratoria fino all'\\cf17 \\ATXht80000 edema\\cf16 \\ATXht0 polmonare\r\n.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 DIAGNOSI\\par\r\nRivelatori di questa situazione sono due importanti indici di laboratorio: la diminuzione del siero della concentrazione della frazione C3 del Complemento e l'aumento della concentrazione degli anticorpi anti-strepto\r\ncocco (Titolo antistreptolisinico-TAS).\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 La diagnosi di forma post-streptococcica presuppone, ovviamente, la dimostrazione di un'esistente infezione faringea o cutanea da SBEA; quando ciò non è possibile può essere abbasta\r\nnza difficile chiarire l'\\cf17 \\ATXht80000 eziologia\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 TERAPIA\\par\r\nLa terapia è sintomatica, mirata soprattutto a limitare l'oliguria e l'ipertensione con provvedimenti dietetici: riduzione dell'a\r\npporto di liquidi e di sale; e farmacologici: \\cf17 \\ATXht80000 diuretici\\cf16 \\ATXht0 , se l'oliguria non recede; \\cf17 \\ATXht80000 ipotensivi\\cf16 \\ATXht0 , per grave ipertensione; la somministrazione d'\\cf17 \\ATXht80000 antibiotici\\cf16 \\ATXht0 è uti\r\nle solo nella necessità di eradicare un'infezione streptococcica.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 In fase acuta di malattia sono importanti: la monitorizzazione quotidiana della diuresi, dell'ematuria e della proteinuria; il controllo periodico degli in\r\ndici ematochimici più significativi e della funzionalità renale. Il riposo a letto, non indispensabile, è subordinato alle condizioni del bambino che, per maggior sicurezza, dovrebbe sempre essere ricoverato in ospedale. In fase di convalescenza la ripre\r\nsa della consueta attività fisica dovrà essere graduale e molta attenzione si dovrà porre nel prevenire infezioni.\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 Nel 90% dei casi la glomerulonefrite acuta post-infettiva guarisce completamente in 1 o 2 mesi; la microematuria\r\n e una lieve proteinuria, in alcuni bambini, possono persistere per diversi mesi o ricomparire in periodi di attività fisica intensa.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Questo tuttavia non significa ripresa o peggioramento della malattia, la cui guarigione\r\n è indicata principalmente dal ritorno alla norma dei valori della frazione C3 del Complemento.\\par\r\nSolo in una piccolissima percentuale di casi la sintomatologia non regredisce e la malattia va assumendo le caratteristiche delle glomerulopatie progress\r\nive o croniche, ad evoluzione sfavorevole verso l'insufficienza renale permanente.\\par",
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"Titolo": "SINDROME NEFROSICA",
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L'\\cf17 \\ATXht80000 edema\\cf16 \\ATXht0 , infatti, che è uno dei sintomi più caratteristici, si manifesta a poco a poco, subdolamente, localizzato dapprima a\r\nlle palpebre e alle caviglie; la cute presenta un particolare turgore che, tuttavia, può passare inosservato per un certo periodo. In seguito, la progressiva imbibizione dei tessuti si rende evidente; il bambino sembra ingrassato: anche agli occhi di un \r\nprofano, però, appare evidente che tale aumento di peso non è la conseguenza di un particolare benessere. Il bimbo in verità mangia poco, è facilmente stanco e irritabile, non di rado ha vomito accompagnato da crisi di dolori addominali. La diuresi (ovve\r\nro la quantità di urina emessa) è molto scarsa e le urine contengono una notevole quantità di albumina; benché manchi quasi costantemente la febbre, le condizioni generali sono visibilmente compromesse e, superata la \"fase edemigena\", diventano manifesti\r\n i segni della malnutrizione. Questa fase può durare qualche settimana o alcuni mesi: caratteristica della nefrosi è, infatti, la ricorrente comparsa di \"crisi edemigene\" intervallate da periodi di apparente benessere, periodi durante i quali una diuresi\r\n regolare mantiene un giusto equilibrio tra la quantità introdotta nell'organismo e la quantità di acqua perduta dallo stesso. Nella nefrosi, infatti, il transitorio aumento ponderale è dovuto al progressivo accumulo di liquido nei tessuti.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 Una delle cause più importanti, ma non la sola, per la comparsa dell'edema, è certamente il basso livello raggiunto dalle proteine nel sangue, in particolare dall'albumina che sfugge in gran quantità attraverso le zone di lesione \r\nesistenti a livello dei glomeruli renali. Normalmente le proteine plasmatiche \"trattengono\" una certa quantità di acqua nel torrente circolatorio; quando però esse diminuiscono, una parte della fase liquida \"sfugge\" al di fuori della parete vascolare e v\r\na ad accumularsi nel \\cf17 \\ATXht94790 tessuto sottocutaneo\\cf16 \\ATXht0 , con comparsa dell'edema; oppure si raccoglie nelle cavità naturali dell'organismo, con comparsa di versamenti pleurici, peritoneali e pericardici. L'entità dell'edema è inversamen\r\nte proporzionale alla quantità di urina eliminata: infatti, la fine di ogni fase edemigena è seguita da un netto aumento della diuresi.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 \\cf16 DIAGNOSI\\par\r\nI più importanti dati di laboratorio, indispensabili p\r\ner convalidare la diagnosi clinica di nefrosi, sono: il rilievo della presenza di un'elevata quantità di albumina nelle urine, cui si contrappone una netta riduzione della frazione albuminica del \\cf17 \\ATXht80000 plasma\\cf16 \\ATXht0 ; l'aumento della co\r\nlesterolemia che, da valori normali di circa 200 milligrammi per 100 millilitri di sangue, può raggiungere valori di 1.800 milligrammi; la complementemia, l'\\cf17 \\ATXht80000 azotemia\\cf16 \\ATXht0 e la \\cf17 \\ATXht80000 creatininemia\\cf16 \\ATXht0 sono \r\nnormali. Non vi sono \\cf17 \\ATXht80000 ipertensione\\cf16 \\ATXht0 arteriosa né segni di insufficienza renale. Nelle forme \"classiche\", non è necessario, almeno inizialmente, eseguire la \\cf17 \\ATXht80000 biopsia\\cf16 \\ATXht0 renale.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 Il decorso della malattia è molto variabile, poiché variabile e imprevedibile è la risposta alla terapia.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 La terapia specifica consiste nella somministrazione di \\cf17 \\ATXht80000 cortisonici\\cf16 \\ATXht0 (\\cf17 \\ATXht80000 prednisone\\cf16 \\ATXht0 ) per un periodo medio di 8 settimane, trascorse le quali nei 2/3 dei casi si nota l'arresto dei processi degenerativi. Nella fase acuta si attua anche una terapia sintomatica con d\r\nieta iposodica a elevato contenuto in proteine e riduzione dell'apporto di liquidi. Nella maggior parte dei soggetti trattati si hanno lunghissimi periodi di remissione con ritorno alla norma degli indici di laboratorio. In occasione di sporadiche recidi\r\nve si ripete un ciclo di terapia con steroidi.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 Solo un terzo, circa, dei bambini non risponde alla terapia steroidea: presenta frequenti recidive o rimane cortisone-dipendente, con ripresa della sintomatologia alla \r\nfine di ogni ciclo terapeutico; le recidive diventano frequenti, le lesioni istologiche glomerulari e tubulari si aggravano progressivamente, portando al cronicizzarsi della malattia.\\par\r\nIn tal caso, al fine di \"controllare\" le lesioni renali tendenzia\r\nlmente evolutive è indispensabile protrarre per anni la terapia steroidea.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 Al di là delle fasi acute \"edemigene\", la vita del bambino con sindrome nefrosica si svolge in modo del tutto normale: egli può muoversi, gi\r\nocare e frequentare regolarmente l'asilo o la scuola.\\par\r\nLa dieta deve essere completa e ben bilanciata; il piccolo può mangiare di tutto, solo l'uso del sale andrebbe un po' limitato.\\par\r\nUna precauzione importante è invece quella di evitare il più p\r\nossibile eventuali contagi, particolarmente durante le epidemie di malattie infettive. I bambini affetti da nefrosi sono, infatti, particolarmente sensibili alle infezioni batteriche; in loro bronchiti, tonsilliti, sinusiti hanno spesso un decorso prolun\r\ngato, con tendenza alle recidive. Questo, naturalmente, ha importanza non tanto per la gravità delle forme infettive quanto per la possibilità che esse possano causare un peggioramento della malattia di base.\\par",
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In condizioni normali nell'adulto, quando ins\r\norge il desiderio di urinare, l'atto è trattenuto fino a che non si presentino condizioni adatte alla sua attuazione. Tale astinenza si realizza col controllo volontario dell'azione bilanciata di due muscoli: lo sfintere, le cui fibre disposte ad anello \r\ncircondano lo sbocco della vescica nell'\\cf17 \\ATXht80000 uretra\\cf16 \\ATXht0 e, rimanendo contratte, assicurano la perfetta tenuta del globo vescicale, e il \\cf17 \\ATXht80000 detrusore\\cf16 \\ATXht0 che, normalmente rilassato, entra in azione quando, p\r\ner accumulo di urina, la distensione della parete vescicale supera un certo limite; allora si contrae fortemente, come a spremere la vescica, mentre lo sfintere si rilassa e l'urina esce all'esterno.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ri585\\ATXbrdr0 Nel neonato e n\r\nel lattante non sono ancora sviluppati i meccanismi nervosi per i quali la minzione è volontariamente inibita; perciò, quando la tensione della vescica stimola il detrusore a contrarsi, il bambino immediatamente si bagna. Fino a una certa età, quindi, l'\r\nenuresi è un fatto fisiologico. Dal secondo anno di vita, gradualmente si crea il meccanismo di inibizione volontaria grazie al quale il tono dello sfintere aumenta, mentre quello del detrusore diminuisce. Il controllo sulla muscolatura vescicale, con l'\r\nesercizio, diventa automatico e spontaneo, e la minzione diventa possibile solo quando la volontà lo concede. Durante il sonno, la progressiva distensione della parete vescicale rafforza la contrazione dello sfintere e inibisce il detrusore; tuttavia, ra\r\nggiunto il grado di massimo riempimento vescicale, la minzione diventa inevitabile, e poiché è ormai un atto volontario e cosciente non si compie nel sonno, ma il desiderio di urinare provoca il risveglio. Questo meccanismo nel bambino si sviluppa gradua\r\nlmente in un tempo variabile da soggetto a soggetto e in rapporto a vari fattori sia psicologici sia ambientali; il controllo volontario della minzione durante il giorno è abbastanza precoce, mentre agli inizi sfugge nelle ore notturne, fino a che, acqui\r\nsito un automatismo sufficiente, il piccino non bagnerà più il letto. Quando il normale processo evolutivo si arresta, il controllo della minzione rimane incompleto e, secondo lo stadio di sviluppo raggiunto dal soggetto, si hanno forme più o meno gravi \r\ndi enuresi.\\par\r\nLa maturità delle connessioni nervose che portano al controllo degli sfinteri è normalmente raggiunta intorno ai 3 anni; a 4 anni, tuttavia, quasi il 40% dei bambini bagna il letto e a 6 anni circa il 10%.\\par\r\nLa richiesta troppo precoc\r\ne e/o troppo pressante dell'uso del vasino può interferire col normale progredire dello sviluppo e compromettere l'acquisizione del controllo degli sfinteri entro termini di tempo considerati fisiologici.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nL'enuresi va d\r\nifferenziata dall'\\cf17 \\ATXht80000 incontinenza\\cf16 \\ATXht0 , spesso presente in soggetti cerebropatici o con lesioni del \\cf17 \\ATXht80000 midollo spinale\\cf16 \\ATXht0 , in cui la perdita dell'urina è continua e assolutamente incontrollabile, e dalla \\cf17 \\ATXht80000 pollachiuria\\cf16 \\ATXht0 , che consiste in minzioni molto frequenti, indotte da malattie metaboliche, renali, neuromuscolari o da turbe psicologiche.\\par\r\nIl bambino è enuretico o perché non ha mai acquisito il controllo della minzione, \r\ncome spesso accade nelle più frequenti forme di enuresi primaria, oppure diventa enuretico in quanto, dopo un periodo di mesi o di anni di perfetto controllo della funzione vescicale, ricomincia a bagnare il letto, come avviene nelle meno comuni forme di\r\n enuresi secondaria, in cui l'incontinenza è sempre prevalentemente o esclusivamente notturna.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 DIAGNOSI\\par\r\nIn entrambe le forme, prima di iniziare un programma terapeutico, è importante escludere un'eventuale patogenesi organica o\r\n malformativa, come in caso di \\cf17 \\ATXht80000 diabete\\cf16 \\ATXht0 , di patologie urinarie o di spina bifida occulta; nell'enuresi notturna (prevalente nei maschi) è doveroso accertarsi che il bambino di giorno sia asciutto, che non vi siano \"gocciola\r\nmento\" dell'urina o anomalie in corrispondenza dello sbocco dell'uretra. E' opportuno inoltre, in ogni caso, escludere un'infezione urinaria, effettuando un esame chimico e batteriologico dell'urina.\\par\r\nNon va mai omessa, infine, un'attenta valutazione\r\n della situazione di vita familiare e della condizione psicologica del bambino, in cui spesso si trovano l'origine e le cause del problema, soprattutto nelle forme di enuresi secondaria.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ri585\\ATXbrdr0 \\cf16 TERAPIA\\par\r\nNell\r\n'enuresi primaria la causa più attendibile rimane un ritardo di maturazione anatomica e funzionale della vescica, unito a una ridotta capacità contenitiva vescicale; questo problema ha spesso carattere di familiarità, infatti, indagando, si può ritrovare\r\n in diversi membri di una stessa famiglia.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ri585\\ATXbrdr0 In tal caso, esclusa ovviamente una patogenesi organica, i genitori vanno rassicurati sull'assenza di una \"vera\" patologia e convinti ad attendere con pazienza che si compi\r\na il processo maturativo fisiologico, evitando, nel frattempo, di castigare il bambino oppure di rimproverarlo in continuazione, facendogli pesare troppo una condizione che già lo mette in grande imbarazzo e la sensazione di \"incapacità\" nel fare come tu\r\ntti gli altri bambini.\\par\r\nNelle forme di enuresi secondaria il bambino, essendo spesso più grande, riesce a prendere coscienza del problema e può collaborare attivamente col medico e con i familiari alla terapia, basata su metodologie differenti, che p\r\nossono essere tra loro articolate in vario modo secondo le necessità e delle situazioni:\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\li270\\ri585\\fi-270\\ATXbrdr0 1) progressiva educazione della vescica, abituando a trattenere e rilasciare le urine a tempi prestabiliti, che coinvol\r\nge e responsabilizza molto il piccolo paziente, che viene anche molto gratificato quando i suoi \"esercizi\" hanno successo;\\par\r\n2) terapia farmacologica, con farmaci, di volta in volta consigliati dal medico, che migliorano le capacità funzionali della m\r\nuscolatura vescicale;\\par\r\n3) attuazione di particolari \"strategie notturne\" quali, per esempio un allarme elettrico che scatta non appena il materasso si bagna (sistema caro agli anglosassoni), oppure svegliare il bambino dopo 2 o 3 ore di sonno e farlo\r\n andare a urinare in bagno assicurandosi che sia ben sveglio e consapevole di quanto sta facendo: a nulla serve quest'esercizio se il bambino urina ancora quasi addormentato o tenuto in braccio dalla mamma;\\par\r\n4) limitare il più possibile l'assunzione \r\ndi liquidi dopo le 5 del pomeriggio.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\li0\\ri585\\fi0\\ATXbrdr0 Nelle forme di enuresi secondaria è inoltre molto importante un'accurata indagine riguardo ai tempi, alle modalità e alle circostanze in cui il problema è sorto, al fine \r\ndi poter risalire alle cause di origine, che sono molto spesso di natura psicologica.\\par\r\nE' frequente, infatti, individuare situazioni familiari \"stressanti\", che hanno destabilizzato lo sviluppo fisico del bambino, facendolo regredire; la morte di una\r\n persona cara, la separazione dei genitori, un ricovero in ospedale, la nascita di un fratello sono esempi di eventi che nel bambino, abituato ad avere concentrate su di sé tutte le attenzioni, possono scatenare il desiderio di \"regredire\" nei confronti \r\ndei genitori, in apparenza momentaneamente \"distratti\".\\par\r\nQuando è questa la causa d'enuresi è importante che i familiari recepiscano il messaggio del bambino, accettando la proposta di regressione e non adottando atteggiamenti punitivi o beffardi, be\r\nnsì dandogli le necessarie rassicurazioni affettive e aiutandolo a ritornare, a poco a poco, ai livelli d'autonomia già in precedenza raggiunti.\\par",
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"Dida_Foto": "Enuresi.\r\nMeccanismo di contrazione e di rilasciamento delle fibre muscolari della vescica. L'intensa vascolarizzazione arteriosa (diramazioni delle arterie iliache dalla biforcazione dell'aorta) e venosa (diramazioni delle vene iliache della vena cava inferiore) e la ricca innervazione (nervi afferenti ed efferenti) della II e IV vertebra sacrale, in particolare dei rami del sistema nervoso autonomo (parasimpatico e simpatico) proveniente dai gangli sacro-coccigei, permettono a questo organo la regolazione e il mantenimento del suo equilibrio fisiologico. Tali meccanismi si realizzano grazie al controllo volontario di due muscoli: lo sfintere interno e il detrusore. Per impedire la fuoriuscita di urina, lo sfintere si contrae (freccia intera), mentre il detrusore si rilascia (freccia tratteggiata) e per favorire la minzione avviene il meccanismo opposto. Nel bambino piccolo questi meccanismi non sono ancora sviluppati, per cui egli non è in grado di trattenere l'urina.\r\n#",
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"Titolo": "FIMOSI",
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"Titolo": "BALANITI",
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"Titolo": "VAGINITI",
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"Vedi_Anche": "Vaginiti 21940#"
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"Titolo": "CRIPTORCHIDISMO",
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"Dida_Foto": "Ritenzione di testicoli o criptorchidismo.\r\n#",
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"Vedi_Anche": "CRIPTORCHIDISMO 21918#"
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"Titolo": "MALATTIE DEL SISTEMA NERVOSO",
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"Titolo": "PATOLOGIA INFETTIVA",
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"Titolo": "CONVULSIONI",
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"Titolo": "Convulsioni nell'età neonatale",
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"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx2310\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 CONVULSIONI NELL'ETÀ NEONATALE\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 CAUSE\\par\r\nPossono essere scatenate da turbe metaboliche transitorie (ipocalcemia, \\cf17 \\ATXht80000 ipoglicemia\\cf16 \\ATXht0 , scompenso idroelettrolitico), oppure essere l'espressione di malattie metaboliche congenite, di processi infettivi cerebrali o generalizzati, ma più spesso, sono la conseguenza di lesioni cerebrali di tipo emorragi\r\nco, anossico-ischemico o malformativo.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nNel neonato, di solito, le crisi convulsive sono poco appariscenti: si manifestano con lievi tremori agli arti oppure con uno stato d'\\cf17 \\ATXht80000 ipotonia\\cf16 \\ATXht0 gener\r\nalizzata.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 DIAGNOSI\\par\r\nUn accurato esame obiettivo del neonato e l'esecuzione degli esami ematochimici consentono di chiarire l'\\cf17 \\ATXht80000 eziologia\\cf16 \\ATXht0 metabolica o infettiva della crisi convulsiva. Con l'\\cf17 \\ATXht80000 ecografia\\cf16 \\ATXht0 cerebrale transfontanellare (fatta attraverso la fontanella anteriore ancora aperta) si possono individuare la sede e l'entità delle lesioni cerebrali.\\par",
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"Titolo": "Convulsioni nell'età prescolare",
"Codice": "MAB09B2",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx2385\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 CONVULSIONI NELL'ETÀ PRESCOLARE\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Oltre alle forme infettive (meningiti, encefaliti), particolarmente frequenti, posson\r\no comparire per la prima volta, a quest'età, le crisi convulsive che rivelano la presenza di focolai epilettici, conseguenti a danni cerebrali riportati in epoca perinatale o neonatale.\\par\r\nDopo il primo anno d'età, fino a 4 anni, la condizione più comu\r\nne e benigna di crisi convulsiva è senza dubbio costituita dalle convulsioni febbrili.\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 CONVULSIONI FEBBRILI.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 CAUSE\\par\r\nNe soffre il 3-5% dei bambini e ricorrono spesso sulla base di una p\r\nredisposizione familiare: numerosi studi statistici hanno, infatti, dimostrato che, in un terzo dei casi, uno dei genitori o dei fratelli n'è stato colpito.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 SINTOMI\\par\r\nNei soggetti predisposti possono m\r\nanifestarsi con una certa frequenza nella fase iniziale di molte malattie infettive, ad esordio febbrile. La comparsa, specie se improvvisa, di febbre elevata (oltre i 39°C) scatena la crisi convulsiva che può essere simile a quella descritta oppure più \r\nattenuata: limitata ad un irrigidimento della muscolatura seguito da un lieve tremito. A volte, invece, un completo e totale rilassamento è l'unico sintomo della crisi: il bambino chiude gli occhi e si abbandona inerte, completamente privo di tono muscol\r\nare.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 DIAGNOSI\\par\r\nI criteri per diagnosticare una convulsione febbrile \"benigna\" sono i seguenti:\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 1) l'età del bambino è compresa tra i 6 mesi e i 5 anni;\\par\r\n2) è presente febbre elevata al momento dell\r\n'episodio convulsivo;\\par\r\n\\li270\\fi-270 3) l'accesso, caratterizzato da contrazioni tonico-cloniche generalizzate spesso accompagnate da \\cf17 \\ATXht80000 cianosi\\cf16 \\ATXht0 , è breve (pochi minuti);\\par\r\n\\li0\\fi0 4) il bimbo è neurologicamente normal\r\ne prima e dopo la crisi;\\par\r\n5) non vi sono segni di \\cf17 \\ATXht80000 meningite\\cf16 \\ATXht0 o \\cf17 \\ATXht80000 meningoencefalite\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Quando sono presenti tutte queste caratteristiche, si parla di crisi con\r\nvulsiva \"semplice\" o \"benigna\" e il bimbo non presenta un rischio superiore al resto della popolazione di sviluppare in futuro una malattia epilettica.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 TERAPIA\\par\r\nIn questi soggetti, tuttavia, è indicat\r\no eseguire una \\cf17 \\ATXht80000 profilassi\\cf16 \\ATXht0 anticonvulsiva \"discontinua\": in occasione d'ogni episodio febbrile sino al quinto anno d'età si somministra (assieme alla normale terapia antipiretica) \\cf17 \\ATXht80000 diazepam\\cf16 \\ATXht0 pe\r\nr bocca alla dose di 0,2 mg/kg ogni 6 ore. Nel caso che l'accesso convulsivo si presenti di nuovo è possibile effettuare prontamente la terapia a domicilio utilizzando diazeparn in fiale, alla dose di 0,5 mg/kg (cioè 1 ml ogni 10 kg di peso corporeo), da\r\n somministrare per via rettale, utilizzando una comune siringa da \\cf17 \\ATXht80000 insulina\\cf16 \\ATXht0 . I genitori di bambini a rischio di \"convulsioni febbrili\" dovrebbero tenere presenti queste istruzioni \"pratiche\", avere sempre in casa, a portata\r\n di mano, 2-3 fiale di Valium e delle siringhe da insulina.\\par\r\nIn caso di convulsione non bisogna perdere tempo in manovre come quelle di scuotere, schiaffeggiare, bagnare o chiamare il bambino. Bisogna invece mettere il bimbo a sederino scoperto, aspi\r\nrare nella siringa mezza fiala di Valium, togliere l'ago, infilarla nell'\\cf17 \\ATXht80000 ano\\cf16 \\ATXht0 del bambino e iniettare rapidamente.\\par\r\nFatto questo, si può chiamare il medico o portare il bambino all'ospedale. Nel caso in cui le convulsio\r\nni febbrili non presentino le caratteristiche di \"benignità\" sopra descritte oppure si siano ripetute più volte, è indicato eseguire una profilassi continua con \\cf17 \\ATXht80000 fenobarbital\\cf16 \\ATXht0 o valproato di sodio per almeno 2 anni.\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 SPASMI AFFETTIVI.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 CAUSE\\par\r\nDa 1 a 5 anni, in bambini particolarmente irritabili, non sono rari gli episodi sincopali, su base circolatoria, autoindotti in momenti di particolare tensione.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 SINTOMI\\par\r\nSi tratta, in pratica, di crisi di pianto protratte all'esasperazione. Il bambino che ha paura, si fa male, fa i capricci e si arrabbia molto perché è contrariato nei suoi desideri inizia a singhiozzar\r\ne, con singhiozzi sempre più rumorosi e rapidi, finché il respiro gli si serra in gola; allora, immobilizzato in fase inspiratoria, diventa rosso-violaceo, le vene del collo s'inturgidiscono e per un attimo pare perda i sensi.\\par\r\nTutto si risolve in po\r\nchi secondi. Il piccolo riprende a respirare, piange normalmente o a volte, stanco, si addormenta. Una spruzzata d'acqua fredda sul viso oppure un energico sculaccione servono ottimamente a far terminare più in fretta la crisi; il bambino si metterà a gr\r\nidare di più, ma respirerà normalmente.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nPer le convulsioni emotive, non gravi perché causate da un semplice e breve spasmo della \\cf17 \\ATXht80000 glottide\\cf16 \\ATXht0 (la parte più ristretta del \\cf17 \\ATXht80000 lar\r\ninge\\cf16 \\ATXht0 , sede delle \\cf17 \\ATXht80000 corde vocali\\cf16 \\ATXht0 ), le medicine non servono a niente. I genitori, nel timore di provocare la crisi, non dovranno rendersi schiavi del loro piccolo despota, assecondandolo in ogni cosa, ma, con dol\r\ncezza e con modi e parole convincenti, dovranno cercare di moderare l'ipereccitabilità del bambino, creando intorno a lui un'atmosfera quanto più possibile serena e distesa.\\par",
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"Titolo": "Convulsioni nell'età scolare",
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"Titolo": "COREA DI SYDENHAM",
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"Vedi_Anche": "Corea acuta di Sydenham 21592#"
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"Titolo": "MALATTIE INFETTIVE",
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"Titolo": "MORBILLO",
"Codice": "MAB010A",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx1620\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 MORBILLO\\par\r\n\\pard\\tx195\\tx1125\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 Il termine morbillo, che nell'italiano volgare significava \"piccolo morbo\", risale al Med\r\nioevo. Fu Thomas Sydenham, un medico inglese che ebbe occasione di studiare le epidemie che colpirono Londra nel 1660 e nel 1664, a differenziarlo dalla \\cf17 \\ATXht80000 scarlattina\\cf16 \\ATXht0 e dal \\cf17 \\ATXht80000 vaiolo\\cf16 \\ATXht0 , chiamato da\r\ngli antichi \"grande morbo\".\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 CAUSE\\par\r\nIl morbillo è una malattia esantematica tuttora universalmente diffusa. Esso è dato da un \\cf17 \\ATXht80000 virus\\cf16 \\ATXht0 , Paramixovirus, molto piccolo e poco resistente, nell'ambiente es\r\nterno, agli agenti chimici e fisici, ma che si trasmette con grande facilità da un individuo ammalato ad uno sano attraverso le particelle di \\cf17 \\ATXht80000 muco\\cf16 \\ATXht0 delle prime vie respiratorie, e soprattutto, attraverso le goccioline di \\cf17 \\ATXht80000 saliva\\cf16 \\ATXht0 emesse parlando e/o tossendo. Essendo così facile la possibilità di \\cf17 \\ATXht80000 contagio\\cf16 \\ATXht0 , molto raramente si hanno casi isolati di morbillo, mentre frequenti sono le piccole epidemie, specie nella st\r\nagione primaverile e in autunno. In una comunità colpita da morbillo, i primi e spesso gli unici ad ammalarsi sono i bambini, mentre la maggior parte degli adulti e i lattanti nei primi tre mesi di vita passano indenni attraverso l'\\cf17 \\ATXht80000 epid\r\nemia\\cf16 \\ATXht0 . Questo fatto, è facilmente spiegabile. E' noto, infatti, che l'organismo, quando è colpito per la prima volta dal morbillo, ammala, ma contemporaneamente acquista la capacità di produrre particolari sostanze, di breve vita ma continua\r\nmente rifabbricate dall'organismo stesso, dette anticorpi, che gli permettono, qualora fosse nuovamente esposto al contagio, di neutralizzare il virus del morbillo. L'individuo diventa, così, resistente alla malattia. Il lattante non ammala perché fino a\r\nl sesto mese è protetto dagli anticorpi, ricevuti dalla madre, sempreché quest'ultima abbia avuto il morbillo.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1125\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 \\cf16 SINTOMI\\par\r\nNella sua manifestazione più tipica il morbillo ha un decorso che può ess\r\nere nettamente diviso in quattro periodi: primo, periodo d'\\cf17 \\ATXht80000 incubazione\\cf16 \\ATXht0 ; secondo, periodo catarrale; terzo, periodo esantematico; quarto, periodo della \\cf17 \\ATXht80000 desquamazione\\cf16 \\ATXht0 , che coincide con la conv\r\nalescenza. Il periodo d'incubazione, che inizia al momento del contagio, non è caratterizzato da alcuna sintomatologia; il virus rimane quale ospite silenzioso nell'organismo per 8-12 giorni.\\par\r\n\\pard\\tx195\\tx1125\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 Normalmente al d\r\necimo giorno si passa al periodo catarrale; il passaggio è caratterizzato dall'insorgenza della febbre, che aumenta abbastanza rapidamente, e dall'eventuale comparsa nella bocca, all'interno della guancia, in corrispondenza dei molari, di piccole chiazze\r\n biancastre, simili a spruzzi di calce e circondate da una zona arrossata, note come macchie di Köplik, dal nome del medico che per primo le descrisse. In questa fase, che non dura più di due o tre giorni, il bambino appare svogliato, stanco, insonnolito\r\n; ha poco appetito, starnutisce ed è disturbato da una tosse secca, insistente, stizzosa; sfugge gli ambienti luminosi perché la luce intensa gli affatica ulteriormente gli occhi già arrossati e lacrimosi. In questo momento il morbillo, che di solito non\r\n è ancora diagnosticato, è estremamente contagioso e molte sono quindi le probabilità che l'infezione sia diffusa, essendo ancora il bambino a contatto con familiari e compagni, anziché isolato.\\par\r\n\\pard\\tx195\\tx1125\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 Una transitor\r\nia diminuzione della febbre annuncia il periodo esantematico, caratterizzato dalla comparsa dell'\\cf17 \\ATXht80000 esantema\\cf16 \\ATXht0 , cioè di piccole macchie di color rosa, all'inizio appiattite, ben delimitate, che poi diventano lievemente rilevate\r\n, si ingrandiscono e aumentano di numero, mentre si fanno più scure, fino a diventare di color rosso intenso. Un nuovo aumento della febbre e un lieve peggioramento dello stato del bambino accompagnano il sopravvenire dell'esantema: il piccolo rimane vol\r\nentieri a letto e appare molto stanco; gli occhi lacrimano facilmente; gli starnuti hanno lasciato il posto ad un vero raffreddore e la tosse è sempre stizzosa e molto tormentosa; a volte, specialmente nei bambini più piccoli, compare la diarrea. Questo \r\nquadro, apparentemente così complesso, si risolve in poco tempo. Verso il terzo o quarto giorno dalla comparsa dell'esantema, la febbre si abbassa rapidamente; lo stato di malessere, la tosse e il raffreddore scompaiono quasi all'improvviso: il bambino a\r\nppare trasformato. Anche l'esantema impallidisce rapidamente, a cominciare dalle zone che per prime erano apparse arrossate. Prima di considerare il bambino guarito, è bene attendere che anche l'ultima fase della malattia, cioè il periodo di desquamazion\r\ne, sia superata. Le chiazze esantematiche scompaiono rapidamente, senza lasciare alcuna traccia; la pelle, però, particolarmente sul viso e sul collo, si desquama, cioè gli strati più superficiali dell'epidermide si staccano come piccole lamelle simili a\r\n forfora. Questo periodo, che nei casi più tipici viene a concludere la malattia, non è, però, sempre evidenziabile, anzi, spesso manca nelle forme lievi di morbillo.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1125\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 \\cf16 DIAGNOSI\\par\r\nLa diagnosi non \r\nè difficile, purché si tengano ben presenti i sintomi più caratteristici: l'esantema, le macchie di Köplik, la febbre, associata a \\cf17 \\ATXht80000 congiuntivite\\cf16 \\ATXht0 e a raffreddore, e il malessere generale.\\par\r\n\\pard\\tx195\\tx1125\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 Non bisogna dimenticare, tuttavia, che l'esantema morbilloso può assumere forme diverse da quella tipica sopra descritta: ora le macchie sono molto piccole e pallide (forma abortiva), ora grandi e coperte da piccole vescicole. A volte i capillar\r\ni in corrispondenza delle chiazze esantematiche lasciano fuoriuscire una piccola quantità di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 : l'esantema assumerà allora un aspetto emorragico, la cui gravità è, però, solo apparente. E' necessario ricordare, infatt\r\ni, che l'aspetto dell'esantema non influenza in alcun modo la prognosi della malattia. Anche l'eventuale presenza delle macchie di Köplik è importante per la diagnosi, poiché non si hanno in nessun'altra malattia e inoltre la loro comparsa, precedente a \r\nquella dell'esantema, permette di individuare il morbillo precocemente e proprio nella fase di massima contagiosità.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1125\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 \\cf16 PROGNOSI\\par\r\nDi norma il morbillo ha un decorso benigno e una prognosi buona, f\r\navorevole cioè alla guarigione. Tuttavia le cattive condizioni ambientali, la scarsa igiene e soprattutto l'esposizione al freddo possono aggravarlo, perché facilitano l'insorgenza della \\cf17 \\ATXht80000 broncopolmonite\\cf16 \\ATXht0 , che è la complicaz\r\nione più frequente cui sono esposti i bambini, particolarmente, in età prescolare.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nNon esiste un farmaco specifico per combattere il virus morbilloso; è possibile solo una terapia sintomatica, atta ad attenuare i sintom\r\ni. Gli \\cf17 \\ATXht80000 antipiretici\\cf16 \\ATXht0 sono indispensabili per controllare la febbre, spesso molto elevata. Il lavaggio degli occhi con acqua tiepida e l'accurata pulizia delle palpebre renderanno meno fastidiosa la congiuntivite. Il raffred\r\ndore migliorerà e il bambino respirerà meglio con l'istillazione nasale di qualche goccia di soluzione di Protargolo, ripetuta più volte nella giornata. L'eventuale diarrea non richiede un trattamento particolare; uno o due giorni di dieta leggera sono l\r\na terapia migliore.\\par\r\n\\pard\\tx195\\tx1125\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 Soltanto nei casi complicati da broncopolmonite, trova giusta indicazione una terapia a base d'\\cf17 \\ATXht80000 antibiotici\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nIl bambino ammalato di morbillo può benissi\r\nmo essere curato nella propria casa, a patto, naturalmente, che siano realizzate le condizioni igieniche più favorevoli, in modo da poterlo salvaguardare da eventuali complicazioni. Una particolare importanza è riservata all'ambiente e alla dieta. Poiché\r\n il piccolo paziente deve rimanere isolato per almeno dieci giorni, è necessario che la sua camera sia confortevole, con temperatura costante intorno ai 20°C, ben aerata, ma senza correnti d'aria e non troppo illuminata, specialmente durante i periodi ca\r\ntarrale ed esantematico.\\par\r\nPer quanto riguarda l'alimentazione, sono da preferire cibi facilmente digeribili, quali minestrine di verdura, latte con biscotti, succhi di frutta fresca (in particolare spremute d'arancia e di limone ben zuccherate). E' u\r\nn errore forzare il bambino a mangiare, specialmente nel periodo esantematico, in cui l'appetito è particolarmente scarso e la febbre elevata; è bene invece dare la preferenza a ciò che il bambino istintivamente desidera.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1125\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 \\cf16 COMPLICANZE\\par\r\nLa \\cf17 \\ATXht80000 polmonite\\cf16 \\ATXht0 , prima ricordata, e l'\\cf17 \\ATXht80000 otite\\cf16 \\ATXht0 media sono le complicanze più frequenti e senza dubbio le meno preoccupanti. Non bisogna dimenticare che il v\r\nirus del morbillo induce uno stato transitorio di depressione dell'\\cf17 \\ATXht80000 immunità\\cf16 \\ATXht0 anti-infettiva, durante il quale si può avere la riattivazione di focolai d'infezione tubercolare (\\cf17 \\ATXht80000 complesso primario\\cf16 \\ATXht0 ) pregressi oppure già in fase di avviata guarigione.\\par\r\n\\pard\\tx195\\tx1125\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 Una considerazione particolare meritano, inoltre, le gravi compromissioni del \\cf17 \\ATXht93516 sistema nervoso\\cf16 \\ATXht0 , con quadri di \\cf17 \\ATXht80000 encefalite\\cf16 \\ATXht0 o di \\cf17 \\ATXht80000 encefalomielite\\cf16 \\ATXht0 , che insorgono, in 1 caso su 1.000, nel corso o alla fine del periodo esantematico. Queste ultime complicanze sono dovute alla localizzazione del Paramixovirus nelle cellul\r\ne del sistema nervoso, dove può anche rimanere a lungo allo stato silente e causare, molti anni dopo la malattia esantematica, la gravissima panencefalite subacuta sclerosante (PESS), a prognosi infausta, caratterizzata da disturbi della sfera intelletti\r\nva e della personalità sempre più gravi, fino ad arrivare alla completa rigidità decerebrata.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx1125\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 \\cf16 PROFILASSI\\par\r\nIl rischio, se pure non frequentissimo, di queste gravi complicanze giustifica ampiamen\r\nte l'utilità della sola profilassi veramente valida: la \\cf17 \\ATXht80000 vaccinazione\\cf16 \\ATXht0 antimorbillosa.\\par\r\n\\pard\\tx195\\tx1125\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 L'\\cf17 \\ATXht80000 immunizzazione\\cf16 \\ATXht0 passiva, realizzata iniettando \\cf17 \\ATXht80000 gammaglobuline\\cf16 \\ATXht0 iperimmuni, non serve in corso di morbillo conclamato; può eventualmente essere utile, se attuata entro 5 giorni dal contagio, per attenuare le manifestazioni cliniche in soggetti particolarmente defedati o immunodepress\r\ni.\\par",
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"Foto": "MAB010A_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Morbillo.\r\nSchema che illustra il decorso e l'andamento della curva termica del morbillo. Bimbo con il caratteristico esantema e cellule infettate del virus.\r\n#",
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"Vedi_Anche": "VACCINAZIONE ANTIMORBILLO 50298#"
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"Titolo": "SCARLATTINA",
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Dopo un periodo d'\\cf17 \\ATXht80000 incubazione\\cf16 \\ATXht0 , che difficilmente supera i cinque o sei giorni, compaiono sia i sintomi locali col quadro di una comune angina, cioè mucosa del faringe molto arrossata, tonsille aumentate di volume e r\r\nicoperte più o meno diffusamente di materiale mucopurulento, linfoghiandole sottomandibolari e del collo divenute apprezzabili alla palpazione e un poco dolenti, sia i sintomi generali conseguenti allo stato tossico rapidamente sopravvenuto. Il bambino, \r\nche molto spesso è già grandicello, sa descrivere abbastanza precisamente i suoi disturbi: dice d'avere molto mal di testa, nessuna voglia di mangiare, perché alla deglutizione del cibo e persino della saliva sente dolore alla gola e anche perché avverte\r\n una fastidiosa sensazione di nausea.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Al controllo della temperatura si riscontra la presenza di febbre, quasi sempre elevata, sino a 38-39°C o anche più. A chiarire la situazione e a consentire di andare oltre la probabi\r\nle diagnosi iniziale di semplice angina, compare, dopo la prima giornata di febbre, il caratteristico \\cf17 \\ATXht80000 esantema\\cf16 \\ATXht0 a piccole papule, leggermente rilevate e di colore rosso vivo, vicine l'una all'altra in modo da nascondere qua\r\nsi completamente alla vista la cute circostante, pure lievemente arrossata; per questo, ad una prima occhiata la pelle del bambino appare di colore uniformemente rosso acceso, da cui il nome scarlattina. L'esantema, che compare dapprima sotto le ascelle \r\ne alle pieghe inguinali, si diffonde rapidamente agli arti e al tronco e da ultimo al volto, dove risparmia la zona, comprendente il mento e il contorno delle labbra, in cui la pelle rimane bianca; appare così la cosiddetta \"maschera di Filato\" che fa pa\r\nrte di un piccolo gruppo di \"segni\" tipici della scarlattina, preziosi per confermare la diagnosi.\\par\r\nSe si comprime la cute con una placchetta di vetro si vede, per trasparenza, che il rossore scompare e rimane un colorito giallo chiaro, quasi itteric\r\no; lo stesso fenomeno è evidenziabile appoggiando una mano \"a piatto\" sul dorso o sull'addome del bambino, dove l'esantema è particolarmente evidente quando si toglie la mano, rimane sulla pelle una fugace impronta di colore giallo, i cui contorni sono n\r\nettamente delimitati dalla circostante cute arrossata, è il cosiddetto segno della mano gialla espressione di una lieve sofferenza delle cellule epatiche, da cui deriva un modesto aumento della bilirubinemia.\\par\r\nLa comparsa di strie rossastre agli ingu\r\nini e alle pieghe del gomito (segno di Pastia), di piccoli punti emorragici (petecchie) sul braccio, dopo aver lasciato per qualche minuto un laccio legato (segno del laccio o di Rumpel-Leede), rivela invece una certa fragilità dei capillari cutanei indo\r\ntta dalla tossina circolante. Sulla mucosa del palato, della faccia interna delle guance, del faringe, compaiono piccoli punti di colore rosso scarlatto che caratterizzano l'esantema scarlattinoso (vale a dire, l'esantema interno tipico delle mucose), me\r\nntre la lingua, inizialmente ricoperta da uno strato di patina biancastra, si disepitelizza, mettendo a nudo le papille e assumendo un aspetto e un colore particolari, per cui è denominata lingua a lampone.\\par\r\nLa fase dell'esantema non dura a lungo. Il\r\n bambino si riprende rapidamente dallo stato di malessere generale, dopo cinque-sei giorni la \\cf17 \\ATXht80000 temperatura corporea \\cf16 \\ATXht0 torna normale e l'esantema incomincia ad impallidire, scomparendo a poco a poco, con la stessa gradualità, \r\nma in senso inverso da com'era comparso. Alla fine della seconda settimana inizia la \\cf17 \\ATXht80000 desquamazione\\cf16 \\ATXht0 della cute, a grandi lembi in alcune zone, quali il palmo delle mani e la pianta dei piedi, e a piccole squame sul tronco e\r\n sugli arti; la pelle sottostante rimane per qualche giorno rosea, come fosse leggermente scottata dal sole.\\par\r\nLa desquamazione cutanea segna la fine del periodo acuto di malattia e, in pratica, coincide con l'inizio della convalescenza.\\par\r\n\\cf1 \r\n\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 PROGNOSI\\par\r\nLa prognosi della scarlattina ben curata è buona, sono diventate, infatti, del tutto eccezionali le forme cosiddette \"tossiche\", a decorso molto grave con angina di tipo flemmonoso, febbre altissima e notevole\r\n compromissione dello stato generale. Poiché, tuttavia, l'agente eziologico è lo streptococco, sono possibili le complicanze tipiche delle infezioni streptococciche e, in particolare, la \\cf17 \\ATXht80000 glomerulonefrite\\cf16 \\ATXht0 acuta e il \\cf17 \\ATXht80000 reumatismo\\cf16 \\ATXht0 articolare.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 DIAGNOSI\\par\r\nNei casi conclamati, con angina ed esantema tipico, la diagnosi non è difficile.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Nelle forme \"attenuate\" può invece sussistere il problema \r\ndi diagnosi differenziale con i numerosi \"esantemi scarlattiniformi\" che compaiono per:\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\li135\\fi-135\\ATXbrdr0 - ingestione di farmaci, \\cf17 \\ATXht80000 antibiotici\\cf16 \\ATXht0 e \\cf17 \\ATXht80000 sulfamidici\\cf16 \\ATXht0 , in partico\r\nlare (che possono dare origine anche ad esantemi di tipo \"morbilliforme \");\\par\r\n\\pard\\tx3570\\ATXts0\\li0\\fi0\\ATXbrdr0 - reazioni tossico-allergiche alimentari;\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 - infezioni virali: \\cf17 \\ATXht80000 rosolia\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 mononucleosi\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 Adenovirus\\cf16 \\ATXht0 , Cytomegalovirus.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Utili per confermare la diagnosi, oltre ai dati anamnestici ed epidemiologici (notizie d'epidemie in atto) e al quadro cli\r\nnico, possono essere alcuni esami di laboratorio come, per esempio, il \\cf17 \\ATXht80000 tampone \\cf16 \\ATXht0 faringeo positivo per streptococco. L'aumento dei valori degli indici infiammatori (\\cf17 \\ATXht80000 VES\\cf16 \\ATXht0 , PCR ecc.) e del titolo\r\n antistreptolisinico (TAS).\\par\r\nAnche nei casi \"dubbi\", comunque, vale sempre la pena di curare il bambino somministrando \\cf17 \\ATXht80000 penicillina\\cf16 \\ATXht0 o amoxicillina.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 TERAPIA\\par\r\nL'avvento dell\r\na penicillina ha radicalmente mutato la prognosi della scarlattina, malattia un tempo molto temuta. Iniziando già in fase d'angina la terapia con penicillina (oppure amoxicillina), l'infezione streptococcica è immediatamente stroncata e il decorso della \r\nmalattia notevolmente abbreviato: in 3 o 4 giorni la gola guarisce, l'esantema regredisce e si evita la fase di desquamazione. La terapia specifica precoce consente, inoltre, di effettuare un'utilissima \\cf17 \\ATXht80000 profilassi\\cf16 \\ATXht0 per le c\r\nomplicanze e di limitare la diffusione dello streptococco da malato a sano.\\par",
"ID": 417,
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"Dida_Foto": "Scarlattina.\r\nNella scarlattina l'esantema inizia al collo, alle ascelle e alle pieghe inguinali; in un giorno si estende al tronco, agli arti e al viso, dove colpisce soltanto la fronte, gli zigomi, il dorso del naso (maschera scarlattinosa). Streptococchi â-emolitici di gruppo A e, il segno della mano gialla (fotografia). Una mano appoggiata “a piatto” sull'addome del malato di scarlattina lascia un'impronta di color giallo, in quanto le cellule epatiche non riescono a metabolizzare tutti i pigmenti biliari, che perciò rimangono in circolo, conferendo alla pelle la colorazione giallastra.\r\n#",
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"Titolo": "ROSOLIA",
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"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 ROSOLIA (rubeola)\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 CAUSE\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 E' provocata da un virus assai poco resistente nell'ambiente esterno, cosicché la diffusione da\r\n un soggetto ammalato ad uno sano avviene unicamente per \\cf17 \\ATXht80000 contagio\\cf16 \\ATXht0 diretto tramite le goccioline di saliva o di muco. I bambini dai 2 ai 10 anni sono i soggetti che più facilmente si contagiano. Le epidemie sono di modesta \r\nentità e prediligono la stagione primaverile.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nDopo un periodo d'\\cf17 \\ATXht80000 incubazione\\cf16 \\ATXht0 di durata variabile da 15 a 21 giorni, completamente privo di sintomi, la malattia comincia ad evidenziarsi nel\r\n periodo invasivo, molto breve, al quale segue il periodo esantematico. Nella fase invasiva vi è un po' di febbre, mai molto elevata (38-38,5°C), mal di testa, raffreddore modesto, gli occhi sono leggermente arrossati e il \\cf17 \\ATXht80000 faringe\\cf16 \\ATXht0 è pure rosso, con segni di una lieve infiammazione. Questi sintomi, a volte, sono così poco evidenti da passare inosservati, specialmente quando manca la febbre. Nei casi tipici di rosolia vi è un sintomo caratteristico che incomincia a comparire \r\nproprio nella fase iniziale: l'ingrossamento delle linfoghiandole. Le linfoghiandole di tutte le stazioni, ma specialmente quelle del collo, aumentano di volume; si possono palpare sotto la mandibola, intorno al \\cf17 \\ATXht94860 muscolo sternocleidomast\r\noideo\\cf16 \\ATXht0 , sulla nuca; sono grandi come un pisello o una piccola noce, un poco dolenti, di consistenza molle. Questa \\cf17 \\ATXht80000 tumefazione\\cf16 \\ATXht0 compare presto e scompare molto lentamente, anche dopo una o due settimane, quando \r\nla malattia è completamente guarita. Dopo poche ore o uno o due giorni di lieve malessere, inizia il periodo esantematico, durante il quale si nota una lieve accentuazione dei fatti catarrali: il raffreddore diventa un po' più forte e l'infiammazione dal\r\nla gola può diffondersi ai grossi bronchi e dare una modesta bronchite con tosse. Compare l'\\cf17 \\ATXht80000 esantema\\cf16 \\ATXht0 , i cui caratteri sono quanto mai variabili e tutt'altro che tipici. Dapprima al viso, dietro le orecchie, sulla testa, su\r\nl collo, e poi a poco a poco in tutto il corpo compaiono delle chiazze di colore rosso chiaro, poco rilevate, non pruriginose, ora molto piccole, non confluenti, come nell'esantema scarlattinoso, ora più grandi, a macchia, separate da tratti di cute inde\r\nnne, come nel \\cf17 \\ATXht80000 morbillo\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nL'esantema si diffonde in un giorno dalla testa al tronco e agli arti, e rapidamente impallidisce e scompare senza lasciare né aree iperpigmentate né \\cf17 \\ATXht80000 desquamazione\\cf16 \\ATXht0 cutanea. Se nel periodo esantematico si prende dalla punta di un dito una goccia di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 , si striscia su un vetrino, si colora e si osserva al microscopio, si può trovare un altro dato caratteristico della rosolia. Oltr\r\ne agli elementi della serie bianca (granulociti neutrofili e linfociti) un poco diminuiti di numero con prevalenza dei linfociti, vi sono altri elementi: le plasmacellule, la cui presenza è caratteristica non perché siano elementi patologici ma perché si\r\n trovano molto raramente negli strisci di sangue periferico. La rosolia guarisce in breve tempo senza complicazioni e lascia \\cf17 \\ATXht80000 immunità\\cf16 \\ATXht0 per tutta la vita; la contagiosità, iniziata nel periodo d'incubazione, cessa alla fine \r\ndel periodo esantematico, e dopo tre o quattro giorni dalla comparsa dell'esantema i bambini possono ritornare all'asilo o a scuola.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 DIAGNOSI\\par\r\nTra le malattie dell'età infantile, la rosolia è senz'altro una delle più banali, a d\r\necorso sempre benigno e mai grave; rimane però tra le meno facili da diagnosticare. Il dubbio diagnostico più frequente si pone col morbillo, in particolare con le forme leggere e, a volte, quando mancano i segni caratteristici sia dell'una sia dell'altr\r\na malattia, la soluzione del problema diventa un vero guaio. Gli elementi più importanti per un'esatta diagnosi rimangono le tumefazioni linfoghiandolari e la presenza di plasmacellule negli strisci di sangue periferico; mentre la mancanza di fatti catar\r\nrali acuti, delle macchie di Kóplik, della \\cf17 \\ATXht80000 congiuntivite\\cf16 \\ATXht0 con \\cf17 \\ATXht80000 fotofobia\\cf16 \\ATXht0 permettono di escludere con buone probabilità il morbillo. Anche la \\cf17 \\ATXht80000 mononucleosi\\cf16 \\ATXht0 infett\r\niva (in cui vi sono febbre, linfonodi tumefatti e talvolta esantemi) e più spesso la \\cf17 \\ATXht80000 scarlattina\\cf16 \\ATXht0 (per il tipo d'esantema) sono poste in discussione. Non bisogna dimenticare che molte forme lievi, senza \\cf17 \\ATXht80000 ad\r\nenopatia\\cf16 \\ATXht0 e con esantema fugace e poco appariscente, passano completamente inosservate: quasi nel 90% delle persone adulte è infatti possibile documentare la presenza di anticorpi-antirosolia.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 PROFILASSI\\par\r\nLa profila\r\nssi si basa esclusivamente sulla \\cf17 \\ATXht80000 vaccinazione\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 A questo proposito ci si può chiedere come mai una malattia tanto benigna richieda una profilassi così impegnativa, qual è una vaccinazione.\r\n\\par\r\nIl motivo esiste ed è la rosolia contratta in \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 , che decorre in modo del tutto \"tranquillo\" per la donna, ma può arrecare danni gravissimi all'\\cf17 \\ATXht80000 embrione\\cf16 \\ATXht0 o al \\cf17 \\ATXht80000 fe\r\nto\\cf16 \\ATXht0 . Se una donna si ammala di rosolia nel primo trimestre di gravidanza (periodo embrionale) il virus infetta la \\cf17 \\ATXht80000 placenta\\cf16 \\ATXht0 , aggredisce l'embrione (50% dei casi di rischio) e danneggia gravemente le cellule che\r\n più attivamente si stanno sviluppando. Nel secondo trimestre (periodo fetale) il rischio per il feto si riduce al 10% dei casi.\\par\r\nNelle prime 14 settimane di gestazione il virus della rosolia può causare aborti spontan\r\nei oppure portare alla nascita di un bambino con \\cf17 \\ATXht80000 embriopatia\\cf16 \\ATXht0 rubeolica, caratterizzata da lesioni agli occhi (\\cf17 \\ATXht80000 cataratta\\cf16 \\ATXht0 congenita, anomalie delle \\cf17 \\ATXht80000 retina\\cf16 \\ATXht0 , glob\r\ni oculari molto piccoli) e alle orecchie (sordità), mancato sviluppo del cranio (microcefalia); cardiopatie congenite di vario tipo; lesioni cerebrali (ritardo mentale, disturbi del linguaggio e del comportamento).\\par\r\nIn\r\n fase avanzata di gravidanza i danni al feto sono certamente minori; è in ogni modo frequente la nascita di bambini di basso peso (che avranno una crescita sempre molto stentata) oppure affetti da \\cf17 \\ATXht80000 epatite\\cf16 \\ATXht0 o \\cf17 \\ATXht80000 porpora\\cf16 \\ATXht0 trombocitopenica congenite. Anche in bambini che alla nascita appaiono senza problemi si possono avere forme più o meno gravi di sordità, che si manifestano solo a distanza di anni.\\par\r\nConsiderando quindi la gran diffusibilità de\r\nl virus della rosolia e la possibilità di contrarre infezioni a decorso \"inapparente\", unitamente alla gravità dell'embriopatia rubeolica, ben si comprende quanto sia importante attuare la profilassi eseguendo la vaccinazione, che è ora diventata obbliga\r\ntoria per le bambine che, all'età di 12 anni, non abbiano ancora contratto la malattia.\\par",
"ID": 418,
"Foto": "MAB010C_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Rosolia.\r\nL'esantema della rosolia inizia al viso, dietro gli orecchi, sulla testa. Rubella virus, il virus della rosolia (al microscopio); rapporti tra infezione rubeolica nella gravida e casi di aborti terapeutici in Inghilterra e Galles (anni 1970-83).\r\n#",
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"Vedi_Anche": "VACCINAZIONE ANTIROSOLIA 50300#"
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{
"Titolo": "QUARTA MALATTIA",
"Codice": "MAB010D",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\ri585 \\f1 \\cf16 QUARTA MALATTIA\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nE' detta anche pseudo-\\cf17 \\ATXht80000 scarlattina\\cf16 \\ATXht0 , cui assomiglia molto per il tipo di manifestazione cutanea. Il periodo \r\nd'\\cf17 \\ATXht80000 incubazione\\cf16 \\ATXht0 varia da 10 a 20 giorni. Inizia al viso (lasciando illesa la zona attorno alla bocca, periorale) e si diffonde poi a tronco, addome, arti. La \\cf17 \\ATXht80000 remissione\\cf16 \\ATXht0 avviene generalmente do\r\npo due giorni. Si hanno lievi manifestazioni febbrili, arrossamento della gola, modesto ingrossamento delle ghiandole linfatiche cervicali.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nSolitamente non necessitano terapie mediche specifiche: è sufficiente il riposo\r\n. L'unica complicazione è costituita dal rischio della comparsa di una scarlattina non attenuata.\\par",
"ID": 419,
"Foto": "MAB010D_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Quarta malattia.\r\nNella quarta malattia l'esantema, a piccole macchie ravvicinate, ricorda quello della scarlattina.\r\n#",
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"Vedi_Anche": "@"
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"Titolo": "QUINTA MALATTIA",
"Codice": "MAB010E",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx4350\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 MEGALOERITEMA O V MALATTIA\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 CAUSE\\par\r\nLa quinta malattia, denominata anche \\cf17 \\ATXht80000 megaloeritema epidemico\\cf16 \\ATXht0 o \\cf17 \\ATXht80000 eritema\\cf16 \\ATXht0 infettivo, presenta un quadro clinico molto caratteristico. Si tratta di una forma virale da Parvovirus B19. L'indice di contagiosità è piuttosto basso e solo raramente si verificano piccole epidemie \r\nin asili o scuole. Questa malattia si manifesta di preferenza nella stagione primaverile.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nDurante il periodo prodromico, cioè fino alla comparsa dell'\\cf17 \\ATXht80000 esantema\\cf16 \\ATXht0 , non si notano particolari d\r\nisturbi premonitori. il periodo di \\cf17 \\ATXht80000 incubazione\\cf16 \\ATXht0 dura da una a due settimane, con una media di dieci giorni.\\par\r\nPoi compare l'esantema, accompagnato talvolta da febbre moderata.\\par\r\nSulle guance del bambino si rendono evi\r\ndenti due grosse chiazze di colore rosso vivo che spiccano sulla zona di cute periorale e periauricolare circostante, rimasta pallida: aspetto di \"guance schiaffeggiate\".\\par\r\nDopo 1 o 2 giorni anche sul tronco, sul lato estensorio (esterno) delle bracci\r\na e delle gambe e sulle natiche compaiono le stesse chiazze colore rosso vivo, non confluenti, a contorni irregolari, poco o nulla pruriginose. Sono presenti per poco tempo; scompaiono infatti dopo alcuni giorni, iniziando a impallidire nella parte centr\r\nale e delineando sulla cute caratteristici \"disegni\" simili a coccarde.\\par\r\nLa durata complessiva della fase esantematica può variare da 7 a 20 giorni.\\par\r\nIl bambino, a eccezione del rialzo febbrile di breve durata, non presenta alcun disturbo e l'evo\r\nluzione della malattia è del tutto benigna.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nLa terapia è sintomatica: si somministrano \\cf17 \\ATXht80000 antipiretici\\cf16 \\ATXht0 , se la febbre è elevata, e si applica talco mentolato se il \\cf17 \\ATXht80000 prurito\\cf16 \\ATXht0 è fastidioso.\\par\r\n\\li195\\fi-195 Non esiste una \\cf17 \\ATXht80000 profilassi\\cf16 \\ATXht0 specifica.\\par",
"ID": 420,
"Foto": "MAB010E_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Quinta malattia.\r\nL'esantema della quinta malattia presenta macchie, di color rosso vivo, che compaiono dapprima al viso, poi agli arti ed al tronco. Nel giro di una settimana le macchie diventano blu-violacee, poi impallidiscono e scompaiono, mentre la pelle ritorna normale senza desquamarsi. L'eruzione cutanea e la febbre, raramente elevata, sono gli unici sintomi della malattia.\r\n#",
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"Dida_Movie": "@",
"Vedi_Anche": "@"
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"Titolo": "SESTA MALATTIA",
"Codice": "MAB010F",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\ri300 \\f1 \\cf16 EXANTHEMA SUBITUM O VI MALATTIA\\par\r\n\\pard\\tx210\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 CAUSE\\par\r\nQuesta malattia è definita anche febbre dei tre giorni o anche rubeola infantum. L'origine\r\n è probabilmente virale; determina l'insorgenza di piccole epidemie nelle comunità infantili (nidi d'infanzia, asili ecc.).\\par\r\nLa trasmissione dal bambino ammalato a quello sano avviene per \\cf17 \\ATXht80000 contagio\\cf16 \\ATXht0 diretto o mediante le\r\n goccioline di saliva espirate nell'ambiente esterno. La malattia colpisce di preferenza i bambini fra i 6 mesi e i 2 anni, raramente si riscontra nei ragazzi più grandi.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nNon è stato ancora stabilito con esattezza il pe\r\nriodo d'\\cf17 \\ATXht80000 incubazione\\cf16 \\ATXht0 , perché esso varia da \\cf17 \\ATXht80000 epidemia\\cf16 \\ATXht0 ad epidemia; in media, comunque, esso va da sette a quindici giorni. La malattia inizia acutamente con febbre elevata, fino a 40-41°C, talv\r\nolta si associano \\cf17 \\ATXht80000 cefalea\\cf16 \\ATXht0 , dolori articolari diffusi, irritabilità o depressione dell'umore e, non raramente, crisi convulsive, di natura benigna, scatenate dalla febbre alta.\\par\r\nL'esame obiettivo del bambino risulta, ne\r\nlla gran parte dei casi, negativo; solo raramente si può osservare un modesto arrossamento del \\cf17 \\ATXht80000 faringe\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nLa febbre, apparentemente \"senza motivo\", persiste elevata per 3 giorni, poi all'improvviso scompare e dopo 12-24\r\n ore si vede comparire l'\\cf17 \\ATXht80000 esantema\\cf16 \\ATXht0 che si manifesta soprattutto al tronco e agli arti sotto forma di piccole macchie roseo-rosse separate da cute normale (molto simile all'esantema della \\cf17 \\ATXht80000 rosolia\\cf16 \\ATXht0 ). Esso scompare in 24-48 ore.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 DIAGNOSI\\par\r\nDurante il periodo esantematico, un esame del \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 mostra una diminuzione del numero dei globuli bianchi, fino a 2.000-3\r\n.000 per millimetro cubo; il valore ritorna rapidamente normale durante la convalescenza.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nIl decorso della malattia è nettamente benigno. Per quanto riguarda la terapia non esiste alcuna cura specifica, trattandosi di u\r\nna malattia virale; solo la somministrazione d'\\cf17 \\ATXht80000 antipiretici\\cf16 \\ATXht0 va protratta fino alla caduta della febbre per evitare la comparsa di convulsioni febbrili.\\par\r\nLe complicanze, con artriti e trombocitopenie transitorie, sono e\r\nstremamente rare e hanno sempre un'evoluzione favorevole.\\par\r\nLa terapia è esclusivamente sintomatica, con antipiretici nelle forme a decorso febbrile.\\par",
"ID": 421,
"Foto": "MAB010F_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Sesta malattia.\r\nL'eruzione cutanea della sesta malattia: essa è caratterizzata da macchie simili a quelle della rosolia.\r\n#",
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"Titolo": "VARICELLA",
"Codice": "MAB010G",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx1725\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 VARICELLA\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 CAUSE\\par\r\nDelle malattie infettive esantematiche la varicella è tra le più contagiose. Soltant\r\no agli inizi del 1800 è stata nettamente distinta dal \\cf17 \\ATXht80000 vaiolo\\cf16 \\ATXht0 , al quale era avvicinata per i caratteri delle manifestazioni cutanee da essa provocate. Il fattore responsabile dell'infezione è un virus delle dimensioni di 22\r\n0-240 milionesimi di millimetro, di forma pressoché cubica, visibile solo al microscopio elettronico (il più potente mezzo d'ingrandimento attualmente disponibile).\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 Questo virus è poco resistente nell'ambiente esterno e, \r\nbenché talvolta sia possibile il \\cf17 \\ATXht80000 contagio\\cf16 \\ATXht0 tramite indumenti od oggetti infetti, di norma la malattia si trasmette per la penetrazione nelle vie aeree di un soggetto sano del virus diffuso nell'aria dal malato con la tosse,\r\n gli starnuti ecc. Bastano anche pochi minuti di permanenza nella camera di un malato perché si stabilisca il contagio. L'uomo, infatti, è estremamente ricettivo alla varicella, la quale tuttavia lascia, in chi n'è stato affetto, uno stato d'\\cf17 \\ATXht80000 immunità\\cf16 \\ATXht0 permanente, cioè una sicura garanzia contro una seconda infezione; questo spiega perché ne siano colpiti in modo particolare i bambini nei primi dieci anni di vita, mentre si riscontra di rado in individui adulti.\\par\r\n\\cf1 \r\n\\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nDopo un periodo d'\\cf17 \\ATXht80000 incubazione\\cf16 \\ATXht0 , di circa 15 giorni, durante il quale il bambino sta perfettamente bene, compaiono i segni caratteristici: la varicella si svela con la comparsa sul dorso e sull'addome d\r\ni macchioline rosse (macule), grandi quanto una lenticchia o una capocchia di spillo; queste rapidamente diventano più rilevate rispetto alla cute circostante, si trasformano cioè in papule, che a loro volta si evolvono in vescicole ripiene di liquido tr\r\nasparente. Al tempo stesso, il bambino perde la sua vivacità, compare la febbre, l'appetito diminuisce e la respirazione può essere resa un po' difficile da un concomitante raffreddore. Entro 2 o 3 giorni altre vescicole si osservano sulle braccia, sulle\r\n gambe, sul viso e in testa, mentre quelle comparse per prime hanno cambiato completamente aspetto e, dopo essere divenute opalescenti (pustole), si sono tramutate in crosticine giallo-rossastre. La mancanza di sincronismo, tanto nella comparsa quanto ne\r\nll'evoluzione, caratterizza l'\\cf17 \\ATXht80000 esantema\\cf16 \\ATXht0 varicelloso.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 Il trovare riuniti elementi di varia forma e dimensione, cioè alcuni con l'aspetto di pustole, altri di croste, altri di vescicole,\r\n ha fatto paragonare il corpo del malato di varicella ad un cielo stellato.\\par\r\nDopo i primi giorni di malessere, il bambino si riprende e rapidamente ritorna ad avere fame e voglia di giocare; è disturbato solo dal prurito dato dalle vescicole che si s\r\ntanno essiccando. Il prurito, sintomo in se stesso banale, ha in questo caso un'importanza non trascurabile: il piccolo paziente, infatti, reagisce ad esso nel modo più naturale, cioè grattandosi, ma così facendo rompe le delicate vescicole e corre il ri\r\nschio sia di diffondere ulteriormente l'infezione (poiché il liquido in esse contenuto è carico di virus) sia di trasformarle in numerosi piccoli ascessi (\\cf17 \\ATXht80000 piodermite\\cf16 \\ATXht0 diffusa), infettandole con le dita e le unghie non sempr\r\ne pulite. Gli elementi esantematici, che compaiono a gittate successive, evolvono in breve tempo, da 24 a 48 ore; le piccole croste possono rimanere invece fino a 2 settimane, prima di cadere spontaneamente, senza lasciare alcuna cicatrice. Per questo la\r\n varicella è una malattia lunga, in compenso però assai di rado grave; infatti, mentre negli adulti la sintomatologia può divenire imponente per il sopravvenire di mal di capo e tosse, associati ad un grave stato di prostrazione, nei bambini (purché non \r\nsiano troppo piccoli o già debilitati da una precedente e recente infezione) le condizioni generali si mantengono di norma buone.\\par\r\nLa sola preoccupazione della madre o di chi altri assista il piccolo dovrebbe essere quella di fare in modo che egli no\r\nn si gratti, che rimanga isolato e non venga a contatto con altri bambini che ancora non abbiano sofferto di varicella. Si ricordi, a questo proposito, che il pericolo del contagio sussiste da quando compaiono le prime macchioline rosse fino alla scompar\r\nsa di tutte le croste.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 \\cf16 DIAGNOSI\\par\r\nIndividuare una varicella è cosa relativamente semplice. Nella fase iniziale dell'esantema, un dubbio diagnostico potrebbe sorgere nei confronti di una forma orticario\r\nide, se non che in questa gli elementi che compaiono sulla cute, detti \"ponfi\", si presentano come chiazze arrossate con al centro una zona pallida, quasi bianca, rilevata e molto pruriginosa; i ponfi, poi, regrediscono senza trasformarsi in pustole e cr\r\noste.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 COMPLICAZIONI\\par\r\nSi è detto poc'anzi che le unghie, grattando per dare sollievo al forte prurito, rompono le vescicole, così molte volte possono portare dei germi, quali streptococchi e \\cf17 \\ATXht80000 stafilococchi\\cf16 \\ATXht0 , che le infettano, trasformandole in piccoli ascessi che, se numerosi, hanno il quadro di una piodermite diffusa, accompagnata a volte da febbre, è questa la complicazione più frequente della varicella. Essa, tuttavia, può essere a volte complicata\r\n da una \\cf17 \\ATXht80000 broncopolmonite\\cf16 \\ATXht0 o da nevrassiti e forme d'irritazione meningea, caratterizzate da un peggioramento delle condizioni generali con intenso mal di testa, dolori diffusi, vomito e febbre alta: tali evenienze sono però \r\nfortunatamente rare.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nIl bambino ammalato di varicella non richiede un trattamento particolare, va tenuto in casa, in ambiente bene aerato e riscaldato, poiché la malattia è particolarmente frequente nella stagione fredd\r\na. Nelle forme a decorso lieve il solo sintomo da curare è il prurito. Una scrupolosa pulizia e applicazione di polvere di talco a base di mentolo daranno al bambino una piacevole sensazione di fresco e gli renderanno meno fastidiosa l'irritazione cutane\r\na, mitigando il prurito; se, infatti, le crosticine sono staccate prematuramente, grattando, lasciano piccole cicatrici indelebili.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 E' consigliabile rinnovare spesso la biancheria ed evitare il bagno e l'uso del sap\r\none per tutta la durata della fase eruttiva degli elementi esantematici.\\par\r\nLe unghie vanno tagliate corte e tenute pulite; per i più piccini è spesso utile proteggere le mani con una fasciatura o con guanti senza dita, per evitare che si grattino. Nel\r\nle forme complicate da piodermiti o nevrassiti sono impiegati gli \\cf17 \\ATXht80000 antibiotici\\cf16 \\ATXht0 e i \\cf17 \\ATXht80000 cortisonici\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nLa terapia con \\cf17 \\ATXht80000 immunoglobuline\\cf16 \\ATXht0 specifiche antivaricella-zo\r\nster (VZIG) è indicata, entro le 92 ore dal contagio, per soggetti a rischio di malattia grave (immunodepressi, neonati); non ha alcuna efficacia in fase di malattia conclamata; utile nei casi gravi la terapia con farmaci antivirali (acyclovir).\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 VARICELLA CONGENITA\\par\r\nSe contratta in \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 la varicella può portare alla nascita di un bambino affetto da varicella congenita, caratterizzata da basso peso, lesioni oculari,\r\n microcefalia, \\cf17 \\ATXht80000 ritardo mentale\\cf16 \\ATXht0 , convulsioni e caratteristici segni di cicatrici sulla cute. Nel caso in cui la varicella si manifesti nella gestante nei 5 giorni precedenti o successivi al \\cf17 \\ATXht80000 parto\\cf16 \\ATXht0 (nel 15-20% dei casi), anche il neonato si ammalerà, sviluppando una forma di varicella spesso grave, poiché non ha potuto ricevere dalla madre gli anticorpi protettivi. In questo caso dà buoni risultati la terapia con alte dosi di immunoglobuline spe\r\ncifiche.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 PROFILASSI\\par\r\nAttualmente non è possibile realizzare una profilassi su larga scala poiché il \\cf17 \\ATXht80000 vaccino\\cf16 \\ATXht0 , a base di virus vivi attenuati (che promette buoni risultati), è ancora in fase di stud\r\nio.\\par",
"ID": 422,
"Foto": "MAB010G_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Varicella.\r\nL'esantema della varicella incomincia con papule rosse sul cuoio capelluto e poi sul resto del corpo, che si trasformano in vescicole ripiene di liquido, quindi in croste. Virus responsabile della varicella osservato al microscopio elettronico in una elaborazione a colori.\r\n#",
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"Titolo": "PERTOSSE",
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"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx1560\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 PERTOSSE\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 CAUSE\\par\r\nIl bacillo, chiamato Bordetella pertussis, piccolo, ovoidale, incapace di muoversi in maniera aut\r\nonoma, è poco resistente nell'ambiente esterno, ma cresce e si moltiplica ottimamente sulla mucosa dell'albero respiratorio cui giunge qualora siano respirate le microscopiche goccioline di muco o di saliva emesse dal malato di pertosse, quando parla o t\r\nossisce. Così, infatti, è trasmessa la malattia, che è molto contagiosa.\\par\r\nPenetrato nell'organismo con l'aria inspirata, il bacillo sceglie a propria dimora la mucosa del \\cf17 \\ATXht80000 laringe\\cf16 \\ATXht0 e della \\cf17 \\ATXht80000 trachea\\cf16 \\ATXht0 , vi si insedia e comincia a svolgere la sua attività lesiva. Le mucose irritate rispondono con fatti infiammatori e con la secrezione di abbondante muco, vale a dire di catarro.\\par\r\nInoltre, dalla disgregazione dei germi morti si libera una \\cf17 \\ATXht80000 tossina\\cf16 \\ATXht0 particolarmente velenosa, che lede profondamente la mucosa della parete dell'albero respiratorio, irritando le terminazioni nervose, scatena gli accessi di tosse spasmodica che sono saltuari probabilmente perché saltuaria\r\n è l'emissione della tossina, perché legata intimamente al ciclo vitale delll'Haemophilus pertussis.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 SINTOMI\\par\r\nDopo un periodo di \\cf17 \\ATXht80000 incubazione\\cf16 \\ATXht0 di 10-15 giorni, completamente as\r\nintomatico, la pertosse inizia, in modo per niente caratteristico e assai subdolo: un raffreddore, poca febbre, gli occhi lievemente arrossati e lacrimosi. Il bambino ha la gola rossa e tossisce qualche volta con una tosse di tipo catarrale, sta abbastan\r\nza bene, e tutto lascerebbe pensare a una semplice forma di tipo influenzale se non che, col passare dei giorni, la malattia, anziché guarire, va assumendo caratteri che ne permetteranno l'esatta identificazione. Verso il sesto-settimo giorno di questa f\r\nase, detta per le sue manifestazioni fase catarrale, la tosse diventa più secca, insistente, stizzosa, più frequente durante la notte, dopo qualche ora di sonno; così che il piccolo dorme poco, rimane irritato, nervoso, e il suo aspetto è sempre più soff\r\nerente. In capo a due settimane si arriva al periodo più caratteristico della malattia, in altre parole alla fase convulsiva, caratterizzata dai tipici \"accessi pertussoidi\". Da questo momento, per tre o quattro settimane (e anche più), gli accessi di to\r\nsse convulsa rimangono l'unico sintomo. Essi compaiono con frequenza variabile (maggiore all'inizio della malattia) durante la giornata; hanno una durata e un'intensità molto diverse nei vari soggetti e insorgono in un modo quasi improvviso, spesso sono \r\nscatenati dal pianto, da uno sforzo fisico, da un'intensa emozione o dalla deglutizione di cibo. Il bimbo, a volte, pare avvertire il sopraggiungere dell'accesso, sospende ogni attività e per qualche attimo rimane in attesa con un'espressione smarrita. L\r\na crisi non tarda a venire. Cinque, sei, dieci colpi di tosse si susseguono rapidamente, il piccolo trattiene il respiro per qualche attimo, dopo di che compie una profonda inspirazione, come per riprendere fiato.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 L'aria \r\npassando attraverso il laringe, stretto in uno spasmo, fa un rumore stridente che è il caratteristico urlo o canto del gallo (degli autori francesi) e per il quale nel linguaggio popolare la pertosse è chiamata tosse canina, asinina, ferma o convulsa.\r\n\\par\r\nDurante l'accesso, specie se violento, il volto diventa paonazzo, livido, la lingua è sporta in fuori, gli occhi sono lacrimosi e arrossati, il bambino si mette a sedere sul letto aggrappandosi con le mani alle coperte o, se sta giocando, si ferma e c\r\nerca un appoggio: il suo aspetto è estremamente sofferente; l'accesso termina con l'emissione di una piccola quantità di muco chiaro e filante, tipico per la pertosse. Fortunatamente tutto si risolve in un breve spazio di tempo: la tosse si calma e scomp\r\nare, il piccolo sta di nuovo bene come se nulla fosse accaduto; solo a volte, accessi violenti o insorti in concomitanza coi pasti per la forte contrazione dei muscoli addominali sono seguiti da vomito o da crisi di sudorazione profusa.\\par\r\nLa fase conv\r\nulsiva può durare a lungo, benché dopo un periodo iniziale gli accessi di tosse vadano progressivamente diminuendo di numero e di intensità, spesso, specie nei bimbi un po' nervosi ed emotivi rimane per lungo tempo l'abitudine alla tosse \"convulsa\".\r\n\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 DIAGNOSI\\par\r\nLa pertosse è particolarmente contagiosa nel periodo iniziale, quando la sintomatologia non è per nulla caratteristica; per questo, la diagnosi, che è tanto più importante quanto più è precoce, per ar\r\nginare con l'isolamento dei malati il diffondersi della malattia, viene a essere spesso ardua, specialmente se si tratta di casi isolati. Il compito del medico è notevolmente facilitato nel caso di \\cf17 \\ATXht80000 epidemia\\cf16 \\ATXht0 oppure nella fa\r\nse degli accessi, in cui, oltre all'accurata descrizione della tosse fatta dalla madre, sono di valido aiuto altri piccoli segni, quali l'aspetto particolarmente succulento e pastoso della cute del viso, piccole lesioni al \\cf17 \\ATXht80000 frenulo\\cf16 \\ATXht0 linguale o piccole emorragie agli occhi (sulla \\cf17 \\ATXht80000 congiuntiva\\cf16 \\ATXht0 ), che possono essersi prodotte durante la crisi di tosse. Le difficoltà diagnostiche si ripropongono invece nelle forme particolarmente leggere, in cui vi è\r\n solo una tosse senza particolari caratteristiche che si protrae per lungo tempo; oppure nelle forme del tutto atipiche, quali la pertosse dei neonati e nei casi estremamente benigni in cui il quadro sintomatologico anziché dalla tosse è dominato da peri\r\nodici accessi di starnuti.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Indicativo per la diagnosi, è l'aumento del numero di globuli bianchi (oltre 20.000/mm\\up6 3\\up0 ) con nettissima prevalenza di linfociti (\\cf17 \\ATXht80000 linfo\r\ncitosi\\cf16 \\ATXht0 che si riscontra nel \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 periferico al termine della fase catarrale e all'inizio della fase convulsiva).\\par\r\nLa certezza diagnostica deriva, infine, dall'isolamento della Bordetella pertussis da ma\r\nteriale prelevato con tampone naso-faringeo (possibile, però, solo in fase iniziale di malattia) e dalla positiva ricerca, nel sangue, di anticorpi anti-pertosse, che iniziano a comparire dopo la terza settimana di malattia.\\par\r\nLa \\cf17 \\ATXht80000 rad\r\niografia\\cf16 \\ATXht0 del \\cf17 \\ATXht80000 torace\\cf16 \\ATXht0 può, a volte, rivelare la presenza delle infiltrazioni infiammatorie perilari che formano il cosiddetto \"bordo peloso\" del \\cf17 \\ATXht80000 cuore\\cf16 \\ATXht0 , caratteristico della perto\r\nsse.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 TERAPIA\\par\r\nI farmaci di elezione sono i macrolidi (\\cf17 \\ATXht80000 eritromicina\\cf16 \\ATXht0 , josamicina ecc.); se somministrati precocemente, in fase catarrale, riducono, già dopo 3 o 4 giorni di ter\r\napia, la permanenza in \\cf17 \\ATXht80000 faringe\\cf16 \\ATXht0 della Bordetella, abbreviando anche il periodo di contagiosità; somministrati invece in fase convulsiva, hanno uno scarso effetto terapeutico e non modificano la durata. Come \\cf17 \\ATXht80000 profilassi\\cf16 \\ATXht0 , in caso di presunto \\cf17 \\ATXht80000 contagio\\cf16 \\ATXht0 , è utile la somministrazione di macrolidi per 10-14 giorni; la somministrazione di \\cf17 \\ATXht80000 immunoglobuline\\cf16 \\ATXht0 specifiche non si è invece dimostrat\r\na di grande utilità.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Importante, soprattutto nella fase degli accessi, è la terapia sintomatica di supporto, attuata con \\cf17 \\ATXht80000 sedativi\\cf16 \\ATXht0 della tosse, somministrazione di \\cf17 \\ATXht80000 ossigeno\\cf16 \\ATXht0 nei casi particolarmente gravi ed eventualmente l'uso di farmaci \\cf17 \\ATXht80000 antistaminici\\cf16 \\ATXht0 e broncodilatatori per ridurre gli spasmi bronchiali.\\par\r\nIl bambino ammalato di pertosse dovrebbe soggiornare in ambienti non in\r\nquinati da fumo o da polvere, fare pasti piccoli e frequenti per limitare il vomito; sono inoltre molto utili le lunghe passeggiate all'aria aperta, per il loro effetto particolarmente rilassante.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 PROGNOSI\r\n\\par\r\nLa pertosse è particolarmente pericolosa in età neonatale e nel lattante sia perché gli accessi di tosse convulsa possono essere seguiti o sostituiti da gravi e prolungate crisi di \\cf17 \\ATXht80000 apnea\\cf16 \\ATXht0 (con pericolo di emorragie cerebra\r\nli) sia per le complicanze broncopolmonari particolarmente frequenti. Il neonato, infatti, non è mai protetto nei confronti dell'infezione perché gli anticorpi anti-pertosse materni non passano attraverso la barriera placentare.\\par\r\nNelle età successive\r\n, se la terapia è condotta in modo corretto, la prognosi è sempre buona; non bisogna tuttavia dimenticare l'eventualità di possibili complicanze broncopolmonari (\\cf17 \\ATXht80000 broncopolmonite\\cf16 \\ATXht0 di tipo interstiziale da pertosse) o cerebra\r\nli (encefalopatie) di natura tossico-allergica o anossico-emorragica nella fase convulsiva.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 PROFILASSI\\par\r\nAl di là della profilassi con macrolidi oppure della \\cf17 \\ATXht80000 immunizzazione\\cf16 \\ATXht0 passiva con immunoglobul\r\nine specifiche, peraltro di dubbia efficacia, il trattamento preventivo più sicuro rimane la \\cf17 \\ATXht80000 vaccinazione\\cf16 \\ATXht0 da attuarsi al terzo mese di vita.\\par",
"ID": 423,
"Foto": "MAB010H_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Pertosse.\r\nL'aspetto sofferente di una bambina colpita da un accesso di tosse convulsa: il volto arrossato, gli occhi pieni di lacrime sono cerchiati da un alone bluastro, la lingua è sporta in fuori. Bordetella pertussis, agente responsabile della pertosse.\r\n#",
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"Titolo": "PAROTITE EPIDEMICA",
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Gli organi più interessati dalla malattia sono le ghiandole salivari e\r\n tra queste, in particolare le parotidi, due grosse ghiandole poste nella loggia parotidea situata ai lati del collo, immediatamente al di sotto del lobo dell'\\cf17 \\ATXht80000 orecchio\\cf16 \\ATXht0 . L'agente infettante è un Paramixovirus poco resistent\r\ne all'aria e che si trasmette quasi esclusivamente con le goccioline di saliva nei primi 8 o 10 giorni di malattia; penetrato nell'organismo attraverso il naso, la bocca o gli occhi, esso si moltiplica e, trasportato dal \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 , si diffonde prima al \\cf17 \\ATXht93516 sistema nervoso\\cf16 \\ATXht0 , poi alle ghiandole salivari, dove provoca le lesioni di tipo infiammatorio, responsabili delle tumefazioni visibili. La coltivazione del \\cf17 \\ATXht80000 virus\\cf16 \\ATXht0 dell\r\na parotite su tessuto embrionale di pollo ha reso possibile lo studio delle sue proprietà antigeniche, cioè della possibilità di stimolare la produzione di anticorpi specifici nei soggetti che hanno contratto la malattia. Si sono evidenziati due tipi di \r\nanticorpi specifici: un primo tipo, \"anti S\" (S = \\cf17 \\ATXht80000 antigene\\cf16 \\ATXht0 solubile) che si forma precocemente, ma scompare entro circa 10- 12 mesi per lasciare il posto a un secondo tipo \"anti V\" (V = antigene virale) che compare più tar\r\ndi, ma si mantiene nel sangue in una concentrazione tale da garantire per tutta la vita l'\\cf17 \\ATXht80000 immunità\\cf16 \\ATXht0 nei confronti della parotite.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 SINTOMI\\par\r\nDopo un periodo di \\cf17 \\ATXht80000 incubazione\\cf16 \\ATXht0 di circa 20 giorni, si hanno le prime avvisaglie dell'\\cf17 \\ATXht80000 infezione\\cf16 \\ATXht0 . Mal di testa, dolori diffusi in tutto il corpo, fugaci e non ben localizzabili, appetito scarso, nausea e vomito. Spesso il mal di t\r\nesta è particolarmente accentuato e ciò sta a dimostrare la compartecipazione del sistema nervoso all'infezione che, solo apparentemente, è limitata alle ghiandole salivari. La febbre, non molto elevata, si mantiene sui 38°C. Questa vaga sintomatologia d\r\nura 1 o 2 giorni, dopo di che il quadro si fa più definito e la ghiandola \\cf17 \\ATXht80000 parotide\\cf16 \\ATXht0 di un lato (più spesso il sinistro) comincia a gonfiarsi. All'inizio il bambino avverte sotto il lobo dell'orecchio una sensazione di stira\r\nmento, di fastidio, che pare si accentui mettendo sulla lingua alcune gocce di succo di limone. Nello spazio di 24-48 ore, la tumefazione delle ghiandole interessate si rende visibile. Dietro la mandibola compare una massa dura, elastica al tatto, dolent\r\ne e con dei contorni non ben definiti, la cute che la ricopre è tesa, lucente e calda. Il solco che sta tra mandibola e \\cf17 \\ATXht80000 mastoide\\cf16 \\ATXht0 scompare, e il lobo dell'orecchio è spinto in alto e in avanti. Il piccolo ora non può quasi \r\naprire la bocca, sente male quando mastica, parla o deglutisce saliva; anche i movimenti del collo e della testa sono dolorosi. La rigidità del capo, la mancanza di \\cf17 \\ATXht80000 mimica\\cf16 \\ATXht0 , il gonfiore del viso che, quando è bilaterale, ri\r\ncorda la testa di un felino, fanno assumere ai malati di parotite un aspetto grottesco e hanno fatto attribuire alla malattia i nomi più svariati: \"orecchioni\", \"gattoni\", \"febbre delle orecchie\". Di rado le due parotidi si gonfiano contemporaneamente, d\r\ni solito la seconda comincia ad aumentare di volume quando la prima, dopo 2 o 3 giorni, ha raggiunto il massimo della tumefazione. Il decorso della malattia è abbastanza rapido: entro 10-12 giorni, il gonfiore si attenua e scompare; le condizioni general\r\ni del bambino si mantengono sempre abbastanza buone.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 POSSIBILI COMPLICAZIONI\\par\r\nNon sempre, tuttavia, gli orecchioni sono una malattia tanto lieve; a volte si possono presentare delle complicazioni che aggravano notevolmente il qu\r\nadro. Il virus, oltre le parotidi, può colpire le altre ghiandole salivari, situate nello spessore del pavimento della bocca, cioè le sottolinguali e le sottomandibolari, e fin qui niente di male, perché tutto si limita alla tumefazione delle ghiandole i\r\nnteressate che rapidamente si risolve; molto più complessa invece diventa la situazione quando essa si localizza nelle ovaie o nei testicoli; nei maschi (più spesso colpiti) compare un'\\cf17 \\ATXht80000 orchite\\cf16 \\ATXht0 , cioè un'infiammazione dei te\r\nsticoli. L'orchite (che già nel V secolo prima di Cristo fu descritta dal celebre medico greco Ippocrate come complicanza della parotite), può comparire al sesto-settimo giorno di malattia, quando ormai pare che tutto vada per il meglio. La febbre ritorn\r\na improvvisamente alta, accompagnata da brividi, e il \\cf17 \\ATXht80000 testicolo\\cf16 \\ATXht0 colpito diviene assai dolente e si gonfia fino ad assumere dimensioni doppie o triple del normale; dopo 4 o 5 giorni i sintomi iniziano a regredire. La guarig\r\nione è spesso completa, può però rimanere una più o meno marcata \\cf17 \\ATXht80000 ipotrofia\\cf16 \\ATXht0 del testicolo colpito. Solo il 10% dei casi di orchite bilaterale porta a una condizione di \\cf17 \\ATXht80000 sterilità\\cf16 \\ATXht0 . Questa compl\r\nicanza è molto rara prima della pubertà. Altre volte, sempre nella fase finale della malattia, la febbre risale fino a 39-40°C, la testa ritorna a far male e il bambino la tiene rigida all'indietro: sono questi i segni della meningo-\\cf17 \\ATXht80000 enc\r\nefalite\\cf16 \\ATXht0 , cioè di una sofferenza delle strutture nervose che d'altro canto è sempre presente, anche nelle forme più benigne, nelle quali è rivelata dalla \\cf17 \\ATXht80000 cefalea\\cf16 \\ATXht0 iniziale. La \\cf17 \\ATXht80000 meningoencefalit\r\ne\\cf16 \\ATXht0 , raramente grave, guarisce in modo rapido e completo senza lasciare alcun esito.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Nonostante la possibilità di queste e altre complicazioni meno frequenti (quali nevriti, sofferenze pancreatiche ecc.), la p\r\narotite, come già si è detto, è, tra le malattie infettive, una delle meno gravi, specie nel bambino piccolo, in cui il decorso è particolarmente mite e la prognosi sempre favorevole.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 TERAPIA\\par\r\nIl piccolo ma\r\nlato di orecchioni non richiede alcun trattamento particolare. Nei primi giorni, quando la tensione della ghiandola tumefatta produce un vivo dolore e la febbre è alta, gioverà la somministrazione di preparati \\cf17 \\ATXht80000 analgesici\\cf16 \\ATXht0 e\r\n \\cf17 \\ATXht80000 antipiretici\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 La mamma intanto potrà dare un po' di sollievo al bimbo, applicando impacchi caldi sulla zona gonfia oppure tenendola calda con una fasciatura di lana, per esempio con una sc\r\niarpa, che passando sotto il mento è legata sopra la testa. Il riposo a letto, in una stanza calda e ben aerata, è necessario almeno fino a che dura la febbre. La dieta, che può diventare un problema non indifferente, almeno all'inizio della malattia qua\r\nndo il bambino non vuole mangiare, sia perché non sta bene sia perché sente dolore se apre la bocca, sarà preferibilmente a base di cibi liquidi o molto molli, in modo da evitare il più possibile ogni movimento masticatorio. Pollo tritato nel brodo, past\r\nina finissima cotta nel passato di verdura, pappe a base di latte, semolino, succhi di frutta o frutta cotta ben zuccherata potrebbero costituire la dieta della fase iniziale della malattia. Con la scomparsa del dolore, il piccolo si sentirà senz'altro m\r\neglio, potrà masticare agevolmente e mangiare tutto ciò che vuole. In ogni caso, però, sarà il medico a decidere di volta in volta le misure terapeutiche migliori.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Data la modesta contagiosità e la benignità della parotit\r\ne, di solito non si osservano scrupolose regole per quanto riguarda l'\\cf17 \\ATXht80000 isolamento\\cf16 \\ATXht0 dei malati, tuttavia bisogna ricordare che le possibilità di \\cf17 \\ATXht80000 contagio\\cf16 \\ATXht0 sussistono fino a che la parotide riman\r\ne tumefatta (quindi almeno 9-10 giorni).\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 PROFILASSI\\par\r\nLa profilassi passiva con \\cf17 \\ATXht80000 immunoglobuline\\cf16 \\ATXht0 specifiche è inefficace, quindi del tutto inutile anche per i genitori (non pro\r\ntetti da anticorpi propri) in occasione della parotite del figlio.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Di sicura efficacia è invece la \\cf17 \\ATXht80000 vaccinazione\\cf16 \\ATXht0 con virus parotitico vivo e attenuato che, come la malattia, lascia un'immuni\r\ntà di lunga durata.\\par",
"ID": 424,
"Foto": "MAB010I_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Parotite.\r\nI comuni ΓÇ£orecchioniΓÇ¥ devono il loro nome al rigonfiamento delle ghiandole parotidi che spingono in avanti il padiglione auricolare. Nella foto, un bambino affetto da parotite epidemica con notevole interessamento della parotide di destra.\r\n#",
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"Vedi_Anche": "VACCINAZIONE ANTIPAROTITE 50299#"
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"Titolo": "DIFTERITE",
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"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx1605\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 DIFTERITE\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 CAUSE\\par\r\nL'obbligo della \\cf17 \\ATXht80000 vaccinazione\\cf16 \\ATXht0 ha notevolmente ridotto la frequenz\r\na di comparsa della \\cf17 \\ATXht80000 difterite\\cf16 \\ATXht0 che, negli ultimi 30 anni è diventata, nei nostri Paesi, una malattia così rara da rivivere solo nei ricordi dei medici più anziani.\\par\r\nConsiderando tuttavia la sua gravità e la gran diffusi\r\none del bacillo che la provoca, merita di essere ricordata. Il bacillo responsabile della difterite è il Corynebacterium diphteriae: un bastoncello rettangolare, lungo da 1 a 8 millesimi di millimetro. Le mucose dell'uomo sono la sua residenza preferita;\r\n qui vive, si riproduce e danneggia il suo ospite in due modi: localmente, distruggendo le cellule epiteliali e dando il via alla formazione delle pseudo-membrane, formate da un ammasso di cellule morte, bacilli morti e vivi, globuli bi\r\nanchi, tenuti insieme da una trama di \\cf17 \\ATXht80000 fibrina\\cf16 \\ATXht0 , e, a distanza, con la produzione di \"\\cf17 \\ATXht80000 tossina\\cf16 \\ATXht0 \". La tossina difterica rapidamente si diffonde a tutto l'organismo e danneggia in mo\r\ndo particolare il tessuto nervoso, il \\cf17 \\ATXht80000 miocardio\\cf16 \\ATXht0 e il \\cf17 \\ATXht80000 rene\\cf16 \\ATXht0 . La \\cf17 \\ATXht80000 virulenza\\cf16 \\ATXht0 del bacillo (da cui dipendono le forme più o meno gravi di malattia), è in rapporto di\r\nretto con la quantità di tossina prodotta. Nell'ambiente esterno esso resiste discretamente all'asciutto e al freddo, mentre i raggi del sole lo distruggono con grande rapidità. I bacilli che stanno sui frammenti di pseudo-membrane casualmente espulsi al\r\nl'esterno con un colpo di tosse rimangono a lungo vitali, da ciò deriva la possibilità che libri, giocattoli, o altri oggetti che il malato abbia avuto vicino siano veicolo d'infezione, benché il \\cf17 \\ATXht80000 contagio\\cf16 \\ATXht0 in pratica sia po\r\nssibile solo in modo diretto da uomo ad uomo.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 SINTOMI\\par\r\nLe manifestazioni cliniche variano notevolmente da caso a caso sia in rapporto alla primitiva localizzazione del germe sia in rapporto all'età del sogg\r\netto colpito. E' una malattia dell'età infantile, raramente un adulto la contrae.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Nell'organismo del bambino le varie sedi d'infezione sono più o meno frequenti a seconda dell'età. Il neonato e il lattante, nei primi cinq\r\nue mesi, sono protetti contro la difterite dagli anticorpi che hanno ricevuto dalla madre nell'ultimo periodo di vita endouterina. A volte però il Corynebacterium colpisce il neonato di pochi giorni, trovando nella ferita ombelicale la sua localizzazione\r\n favorita e dando la difterite ombelicale, per fortuna ormai rarissima.\\par\r\nNel lattante la forma più frequente è la \\cf17 \\ATXht80000 rinite\\cf16 \\ATXht0 difterica che inizialmente assomiglia ad un comune raffreddore, la sintomatologia, inizialmente b\r\nanale, tende però a peggiorare con la comparsa di pseudo-membrane grigie, estese al labbro superiore e alla mucosa del naso, da cui esce una secrezione vischiosa striata di \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 . Il decorso non è mai grave.\\par\r\nLa manif\r\nestazione più tipica della difterite è la difterite faringea o \\cf17 \\ATXht80000 angina\\cf16 \\ATXht0 difterica. Il Corynebacterium raggiunge le tonsille, ne distrugge l'epitelio e produce grandi quantità di tossina che in breve tempo, essendo le tonsill\r\ne riccamente vascolarizzate, trasportata dal sangue, invade l'intero organismo. Il periodo d'\\cf17 \\ATXht80000 incubazione\\cf16 \\ATXht0 della malattia è breve, 6-7 giorni, dopo di che inizia la febbre, di solito non troppo elevata, la cute si fa pallida\r\n, il \\cf17 \\ATXht80000 cuore\\cf16 \\ATXht0 accelera il suo ritmo e i bambini più grandi lamentano spesso un vivo dolore e un senso di costrizione alla gola che si accentua con la deglutizione. Sulla mucosa del \\cf17 \\ATXht80000 faringe\\cf16 \\ATXht0 , ini\r\nzialmente arrossata, compare una patina biancastra (pseudo-membrana), che progressivamente aumenta di spessore e si estende dalle tonsille al velo pendulo e a tutta la parete faringea. Le pseudo-membrane sono tenacemente aderenti al tessuto tonsillare; s\r\ni lasciano asportare con difficoltà, lasciando una superficie sanguinante. Questa singolare tenacia e la sede di estensione (spesso superano i limiti della superficie tonsillare) differenziano le pseudo-membrane difteriche dalle membrane bianco-grigiastr\r\ne che si formano, per esempio, nell'angina da pneumococco e che sono facilmente asportabili lasciando una superficie sottostante arrossata ma non sanguinolenta,\\par\r\nNella fase di guarigione dell'angina, le membrane si staccano spontaneamente e sono elim\r\ninate coi colpi di tosse. Le linfoghiandole sottomandibolari sono sempre interessate dal processo infettivo, si gonfiano e danno al collo del bambino un aspetto imponente e goffo. Quando le pseudo-membrane, anziché sulle tonsille, si formano sulla mucosa\r\n laringea, si ha il \\cf17 \\ATXht80000 croup\\cf16 \\ATXht0 o difterite laringea. I più colpiti sono i bambini di 2-3 anni e la morte per \\cf17 \\ATXht80000 asfissia\\cf16 \\ATXht0 spesso concludeva in modo improvviso e drammatico questo quadro morboso. Il p\r\nrimo sintomo del croup è la \\cf17 \\ATXht80000 disfonia\\cf16 \\ATXht0 , la voce cioè a poco a poco si abbassa, diventa rauca e fioca, anche la tosse ha un timbro velato, questo perché il processo infiammatorio interessa inizialmente le corde vocali. In seg\r\nuito, il bambino diventa dispnoico, ogni atto inspiratorio è molto faticoso e richiede l'intervento dei muscoli del torace e dell'addome; il respiro è molto rumoroso e si sente a distanza, ricordando i rumori di un uomo che russa. L'affanno si accentua s\r\nempre di più, fino al sopraggiungere della fase asfittica che può essere anche il sintomo clamoroso e drammatico di esordio del croup nel caso in cui la pseudo-membrana, staccatasi dalla mucosa faringea, ostruisca improvvisamente il \\cf17 \\ATXht80000 lar\r\ninge\\cf16 \\ATXht0 impedendo improvvisamente l'ingresso di aria nei polmoni. Il bambino appare agitato, cianotico, sudato; tutto teso nella lotta contro l'asfissia, che può prendere il sopravvento se le vie respiratorie non sono immediatamente liberate d\r\nalla membrana difterica. Il croup, nella fase acuta, è grave per il possibile insorgere degli accessi di soffocamento, tuttavia ha una prognosi più favorevole rispetto all'angina, poiché, essendo la mucosa del laringe meno ricca di vasi di quanto non lo \r\nsiano le tonsille, la carica di tossina che passa in circolo è minore e di conseguenza più rare sono le lesioni cardiache e nervose.\\par\r\nLe varie \"forme\" di difterite hanno in comune una più o meno grave compromissione delle condizioni generali del mala\r\nto, legate a uno stato di insufficienza cardiocircolatoria caratteristico della malattia.\\par\r\nResponsabile ne è la tossina difterica che, passata in circolo, danneggia in un primo tempo le ghiandole surrenali, dando stanchezza, \\cf17 \\ATXht80000 ipotens\r\nione\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 tachicardia\\cf16 \\ATXht0 (aumento del numero dei battiti cardiaci), e in un secondo tempo il cuore, di cui lede profondamente le fibre muscolari, cioè il miocardio, dando la \\cf17 \\ATXht80000 miocardite\\cf16 \\ATXht0 difterica.\\par\r\nSe la difterite rimane misconosciuta, essendosi manifestata, per esempio, con un semplice arrossamento della gola oppure se è curata in modo insufficiente, dopo 3 o 4 settimane compaiono le manifestazioni paralitiche. Il tessuto nervoso è\r\n, infatti, oltre a quello cardiaco, il preferito dalla tossina del Corynebacterium diphteriae e il \\cf17 \\ATXht80000 glossofaringeo\\cf16 \\ATXht0 è il nervo più spesso colpito; esso innerva la parte posteriore del palato e il sintomo caratteristico della\r\n sua lesione è la paralisi del velo pendulo. Non è difficile da individuare; basta osservare il bambino mentre mangia: il cibo e i liquidi gli escono dal naso, poiché il velo pendulo durante la deglutizione non può sollevarsi a chiudere lo sbocco delle n\r\narici; e basta sentirlo parlare: parla \"nel naso\" e non riesce a pronunciare la b e la d, mentre prima parlava normalmente. Le paralisi post-difteriche possono colpire vari distretti dell'organismo (la paralisi del velo pendulo è la più frequente nell'et\r\nà infantile); ma fortunatamente hanno tutte una prognosi buona, poiché guariscono senza lasciare alcun esito.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 TERAPIA\\par\r\nAppena formulata la diagnosi, e anche per un fondato sospetto diagnostico, alla presenz\r\na di un soggetto non vaccinato o ritenuto suscettibile d'infezione, va iniziata la terapia con siero antitossico, iperdepurato, ottenuto dal cavallo o dal bue. Il siero antidifterico s'inietta intramuscolo in dosi variabili da 50 a 200.000 unità, secondo\r\n la gravità della forma e l'età del bambino. Gli anticorpi contenuti nel siero possono bloccare la tossina finché questa si trova nel sangue, ma perdono ogni potere quando essa si è già fissata alle cellule dei tessuti; per questo, quanto più precoce è l\r\na \\cf17 \\ATXht80000 sieroterapia\\cf16 \\ATXht0 tanto minore diventa il pericolo delle complicazioni. Alla sieroterapia si associa la somministrazione d'\\cf17 \\ATXht80000 antibiotici\\cf16 \\ATXht0 (\\cf17 \\ATXht80000 penicillina\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 eritromicina\\cf16 \\ATXht0 ) per distruggere il Corynebacterium diphteriae. Il bambino rimane ricoverato in ospedale dove può ricevere le terapie di supporto e l'assistenza più adeguata. La probabilità di ammalarsi di difterite, elevata fino a vent'an\r\nni or sono, è ora, in virtù delle \\cf17 \\ATXht80000 profilassi\\cf16 \\ATXht0 , diventata in pratica \"nulla\" con la vaccinazione antidifterica.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Nel corso della vita adulta, i ripetuti contatti col Corynebacterium diphteriae\r\n, tuttora molto diffuso, agiscono continuamente come \"richiamo naturale\" della vaccinazione eseguita in età infantile, mantenendo attiva la produzione d'anticorpi specifici in modo da garantire così uno stato d'\\cf17 \\ATXht80000 immunità\\cf16 \\ATXht0 pe\r\nrmanente.\\par",
"ID": 425,
"Foto": "MAB010J_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Difterite.\r\nSchematizzazione delle zone in cui si insediano i bacilli della difterite e degli organi bersaglio della tossina difterica. I germi entrano prevalentemente dalle vie aeree e rimangono localizzati di solito a livello del faringe o del laringe provocando sulle mucose delle caratteristiche pseudo-membrane bianco-grigiastre. Quindi il germe produce tossine che attraverso il circolo sanguigno si diffondono nell'organismo agendo, in particolare, sul cuore, sul rene e sul sistema nervoso. Alcuni bacilli difterici visti al microscopio (colorazione di Neisser). Il Corynebacterium diphteriae ha la forma di un bastoncino, leggermente ricurvo, di lunghezza variabile da 1 a 8 millesimi di millimetro; resiste abbastanza bene al freddo e viene ucciso dai raggi del sole.\r\n#",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx2295\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 EPATITE VIRALE\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 CAUSE\\par\r\nIl termine \\cf17 \\ATXht80000 epatite\\cf16 \\ATXht0 indica uno stato infiammatorio del\r\n \\cf17 \\ATXht80000 fegato\\cf16 \\ATXht0 , a decorso acuto o cronico.\\par\r\nNell'età infantile prevalgono le forme \"acute\" dovute: a cause tossiche (farmaci, funghi velenosi ecc.); batteriche (\\cf17 \\ATXht80000 sifilide\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 seps\r\ni\\cf16 \\ATXht0 ecc.); ma prevalentemente virali (Cytomegalovirus, \\cf17 \\ATXht91887 virus di Epstein-Barr\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 Enterovirus\\cf16 \\ATXht0 e, in particolare virus dell'epatite).\\par\r\nQuesti ultimi sono diversi e diverse sono le\r\n modalità con cui l'infezione si trasmette:\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\li135\\ri300\\fi-135\\ATXbrdr0 - nell'epatite A, molto diffusa, il virus HAV (Hepatitis A virus) è eliminato in grandi quantità con le feci dai soggetti infetti e la trasmissione avviene per cont\r\natto diretto interumano oppure tramite cibi contaminati, in particolare: verdure crude e molluschi (cozze, ostriche) non cotti adeguatamente o consumati crudi;\\par\r\n- nell'epatite B il virus HBV (Hepatitis B virus) si trasmette attraverso il \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 quindi, oltre che con la \\cf17 \\ATXht80000 trasfusione\\cf16 \\ATXht0 di sangue, o \\cf17 \\ATXht80000 emoderivati\\cf16 \\ATXht0 non controllati, con aghi, forbici o strumenti infetti; contatti sessuali oppure, alla nascita, diretta\r\nmente da madre a bambino;\\par\r\n- l'epatite \"nonA-nonB\" non è imputabile ad un solo virus, ma probabilmente all'azione combinata di un gruppo di virus non ancora del tutto conosciuti;\\par\r\n- l'epatite D è provocata dal virus HDV (Hepatitis D virus), che n\r\non si trova mai da solo perché può replicarsi solo alla presenza di virus B e nei soggetti già infettati da quest'ultimo può dare un'epatite fulminante.\\par\r\n\\pard\\tx210\\ATXts0\\li210\\ri300\\fi-210\\ATXbrdr0 A tutte le età si può contrarre l'epatite acuta.\r\n\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\li0\\ri300\\fi0\\ATXbrdr0 \\cf16 SINTOMI\\par\r\nNel neonato, quasi sempre da virus B e trasmessa dalla madre, l'epatite decorre in modo del tutto particolare e spesso è asintomatica. Le condizioni del bambino sono più o meno \r\ncompromesse con febbre e scarsa voglia di succhiare il latte; l'infezione interessa esclusivamente il fegato, il cui grado di compromissione si evidenzia dall'intensità dell'\\cf17 \\ATXht80000 ittero\\cf16 \\ATXht0 , dall'aumento dei valori delle \\cf17 \\ATXht80000 transaminasi\\cf16 \\ATXht0 epatiche, e dal variare del colore delle feci e delle urine.\\par\r\nIl decorso, e di conseguenza la prognosi, dell'epatite nel neonato e nel lattante sono estremamente imprevedibili; accanto alle frequentissime forme asinto\r\nmatiche, svelate solo, a distanza di tempo, dalla presenza nel sangue di anticorpi specifici (anti-HBsAg), si possono avere le forme con ittero lieve oppure quadri gravissimi d'epatite fulminante a esito letale. Nel bambino più grande e nell'adolescente \r\nil decorso dell'epatite A e B è pure molto variabile.\\par\r\nNelle forme \"classiche\" si ha una fase prodromica, iniziale (di circa 1 settimana), con malessere, inappetenza, sensazione di nausea, suscitata spesso da odori e cibi particolari (in precedenza g\r\nraditi), febbricola. In bambini con epatite B, a causa del formarsi nel sangue di immunocomplessi, si possono talvolta avere manifestazioni cutanee simili a quelle presenti nell'\\cf17 \\ATXht80000 orticaria\\cf16 \\ATXht0 oppure dolori articolari diffusi.\r\n\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 DIAGNOSI\\par\r\nA causa del \"gonfiore\" doloroso del fegato, il quadro sintomatologico è, invece, a volte dominato da insistenti dolori addominali che possono portare a un'errata diagnosi di appendicopatia.\\par\r\nNella fase conclamata d\r\ni malattia, l'ittero, l'aumento di volume del fegato (sempre piuttosto dolente), le urine molto scure (color marsala) e le feci poco pigmentate (acoliche) sono i sintomi più comuni.\\par\r\nIn questa fase sono tipici alcuni reperti di laboratorio derivati d\r\nall'esame del sangue: aumento della bilirubinemia (con bilirubina prevalentemente diretta), aumento degli enzimi epatici (transaminasi) e soprattutto la presenza di \\cf17 \\ATXht80000 immunoglobuline\\cf16 \\ATXht0 specifich\r\ne (anticorpi) di tipi IgM o IgG, e di antigeni virali, che consentono di fare un'esatta diagnosi eziologica. Per esempio, la presenza di un alto titolo di anticorpi IgM anti-HAV è indicativo di epatite A; mentre la presenza dell'\\cf17 \\ATXht80000 antigen\r\ne\\cf16 \\ATXht0 di superficie dei virus B, depone per un'infezione di HBV.\\par\r\nLe indagini sierologiche dovrebbero essere fatte al primo sospetto diagnostico poiché, in caso di positività, è necessario praticare a tutti i membri della famiglia e/o della\r\n comunità in cui il bambino vive una \\cf17 \\ATXht80000 profilassi\\cf16 \\ATXht0 con immunoglobuline specifiche al fine di evitare il diffondersi dell'infezione.\\par\r\nLa sintomatologia della fase acuta si risolve entro 8-10 giorni, mentre il quadro ematol\r\nogico si normalizza dopo alcune settimane.\\par\r\nIn molti casi, il decorso dell'epatite è del tutto aspecifico, senza ittero, così che spesso è diagnosticata come semplice \"stato influenzale\" e rimane misconosciuta.\\par\r\nLa guarigione è la regola per la g\r\nran parte delle epatiti virali acute; meno di 1 caso ogni 1.000 si complica, trasformandosi in una forma necrotizzante, a decorso fulminante, con esito letale.\\par\r\nDa non sottovalutare è tuttavia l'eventualità che il virus rimanga nell'organismo allo st\r\nato latente, creando la condizione di \"portatore cronico dell'infezione\": per il virus B le probabilità variano dal 5 al 10%, mentre possono arrivare al 30% per l'infezione da virus nonA-nonB.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 \\cf16 TERAPIA\r\n\\par\r\nCome per tutte le infezioni virali, non esiste una terapia specifica: il trattamento si basa essenzialmente sul riposo, una buona idratazione e una dieta adeguata a base di cibi non grassi, facilmente digeribili e possibilmente nutrienti.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 Il ricovero in ospedale diventa necessario solo nei casi complicati da vomito con disidratazione severa.\\par\r\nE' comunque sempre molto importante tenere il bambino il più possibile isolato (soprattutto dai fratelli più piccoli) e \r\nosservare scrupolose norme igieniche: pulizia delle mani, uso personalizzato di stoviglie, accurata eliminazione di aghi o altri oggetti contaminati con sangue o feci.\\par\r\nLa prevenzione si basa sull'\\cf17 \\ATXht80000 isolamento\\cf16 \\ATXht0 del malato\r\n, sulla somministrazione di immunoglobuline specifiche in caso di presunto \\cf17 \\ATXht80000 contagio\\cf16 \\ATXht0 e sulla \\cf17 \\ATXht80000 vaccinazione\\cf16 \\ATXht0 , per ora possibile solo per l'epatite B.\\par",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx3840\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 MONONUCLEOSI INFETTIVA\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 CAUSE\\par\r\nLa mononucleosi si manifesta spesso isolatamente oppure in ristrettissime epi\r\ndemie familiari e scolastiche; più spesso, nella stagione invernale, in bambini oltre il terzo anno e negli adolescenti. E' provocata dal \\cf17 \\ATXht91887 virus di Epstein-Barr\\cf16 \\ATXht0 (EBV) che appartiene al gruppo degli Herpes virus.\\par\r\n\\cf1 \r\n\\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nIl periodo di \\cf17 \\ATXht80000 incubazione\\cf16 \\ATXht0 varia da 10 a 20 giorni. La malattia inizia in modo insidioso con febbricola, accompagnata da sudorazione e brividi, mal di testa, senso di stanchezza.\\par\r\nDopo qualche gi\r\norno di malessere mal definibile, la febbre aumenta all'improvviso e si mantiene elevata, pur con ampie variazioni giornaliere. Contemporaneamente si rendono evidenti la \\cf17 \\ATXht80000 faringite\\cf16 \\ATXht0 e l'aumento di volume dei linfonodi ai lat\r\ni del collo. Il mal di gola diventa sempre più fastidioso, sulle tonsille compare una patina biancastra (\\cf17 \\ATXht80000 angina\\cf16 \\ATXht0 ) che rende difficile e dolorosa la deglutizione dei cibi solidi (\\cf17 \\ATXht80000 disfagia\\cf16 \\ATXht0 ), su\r\nl palato e sulla mucosa del cavo orale sono spesso visibili piccole ulcere dolorose o emorragie puntiformi. Frequente è la comparsa di manifestazioni cutanee esantematiche, a larghe chiazze, di tipo morbilliforme.\\par\r\n\\pard\\tx705\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 O\r\nltre all'angina e alla tumefazione dei linfonodi, nel bambino piccolo, sono spesso presenti un aumento di volume della \\cf17 \\ATXht80000 milza\\cf16 \\ATXht0 e del \\cf17 \\ATXht80000 fegato\\cf16 \\ATXht0 , quale espressione di sofferenza epatica confermata \r\nanche dal transitorio aumento delle \\cf17 \\ATXht80000 transaminasi\\cf16 \\ATXht0 e da un lieve aumento della bilirubinemia, che causa spesso la comparsa di un lieve \\cf17 \\ATXht80000 ittero\\cf16 \\ATXht0 alla \\cf17 \\ATXht80000 sclera\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 \\cf16 DIAGNOSI\\par\r\nL'esame del \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 rileva, inoltre, un aumento della \\cf17 \\ATXht80000 VES\\cf16 \\ATXht0 (Velocità di \\cf17 \\ATXht80000 eritrosedimentazione\\cf16 \\ATXht0 ) e u\r\nn aumento dei globuli bianchi, tra cui si trovano molti linfociti particolarmente voluminosi, che ricordano le plasmacellule e che costituiscono il reperto tipico dell'infezione. A conferma della diagnosi, si esegue la ric\r\nerca nel sangue degli anticorpi eterofili (reazione di Paul Bunnel), a comparsa non precocissima; oppure la ricerca di anticorpi di tipo IgM (formatisi contro l'\\cf17 \\ATXht80000 antigene\\cf16 \\ATXht0 capsidico del virus) già presenti nella fase acuta i\r\nniziale.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nLa terapia è principalmente sintomatica, con riposo a letto, \\cf17 \\ATXht80000 antipiretici\\cf16 \\ATXht0 , cibi leggeri e possibilmente non troppo caldi, nella fase di angina. La somministrazione di \\cf17 \\ATXht80000 antibiotici\\cf16 \\ATXht0 è inutile, trattandosi di infezione virale; solo una breve terapia (2 o 3 giorni) con steroidi è indicata nei casi di angina con disfagia grave e con notevole stato di prostrazione del bambino. Il decorso è sempre favorevol\r\ne.\\par\r\nLa malattia è considerata del tutto innocua ma non lascia una particolare \\cf17 \\ATXht80000 immunità\\cf16 \\ATXht0 .\\par",
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"Dida_Foto": "Mononucleosi infettiva: sintomi e segni.\r\n#",
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"Titolo": "TETANO",
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A tutte le età si può essere colpiti dal tetano, il cui bacillo penetra nell'organismo solitamente attr\r\naverso soluzioni di continuo della cute o delle mucose; sono quindi molto pericolose le ferite profonde e imbrattate di terra, le ustioni estese, quelle puntiformi ma profonde, provocate da chiodi arrugginiti, ossia tutte quelle lesioni difficili da puli\r\nre e da disinfettare che creano, a livello della zona lesa, condizioni di anaerobiosi, vale a dire di ossigenazione molto scarsa che consente la crescita del bacillo e la produzione di esotossina, che sarà portata nel sangue in tutto l'organismo. Dobbiam\r\no ricordare, infatti, che il Clostridium tetani non si allontana dalla zona della ferita e se trova condizioni ambientali adatte, cioè un ambiente molto povero di \\cf17 \\ATXht80000 ossigeno\\cf16 \\ATXht0 , vegeta sotto forma di spore, si sviluppa e produc\r\ne il suo micidiale veleno.\\par\r\nI bambini sono particolarmente esposti al pericolo di contrarre il tetano, poiché giocando con oggetti molto spesso poco puliti facilmente si feriscono; nei neonati la malattia, a decorso sempre molto grave, può essere con\r\ntratta per contaminazione della zona ombelicale nei casi in cui le norme igieniche lasciano a desiderare.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 \\cf16 SINTOMI\\par\r\nDal momento dell'infezione possono passare da una a sei settimane prima della compars\r\na dei sintomi; la malattia ha un decorso tanto più grave quanto più la sede della lesione è vicina alla testa.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 L'inizio del tetano è caratterizzato dall'insorgenza di dolore, senso di tensione e crampi muscolari che\r\n sono localizzati in corrispondenza della ferita, anche se questa appare già completamente guarita (ciò avviene, per esempio, nelle ferite piccole, provocate da oggetti acuminati, che inizialmente non destano alcun sospetto).\\par\r\nContemporaneamente comp\r\naiono il \\cf17 \\ATXht80000 trisma\\cf16 \\ATXht0 (l'impossibilità ad aprire la bocca a causa della contrattura dei muscoli masticatori) e fenomeni di agitazione; nei bambini sono frequenti le convulsioni. Per lo spasmo dei muscoli facciali, il viso del ma\r\nlato di tetano assume una particolare espressione definita \"riso sardonico\", con le labbra stirate come in freddo sorriso, la fronte corrugata, le palpebre lievemente abbassate.\\par\r\nLa contrattura muscolare, che è il sintomo più caratteristico del tetan\r\no, ben presto aumenta e si diffonde a tutta la muscolatura; a tratti si esacerba con spasmi della durata di 5-10 secondi, caratterizzati da dolori lancinanti, iperestensione degli arti e della testa all'indietro.\\par\r\nOgni stimolo (rumori, luci, moviment\r\ni) scatena gli \"spasmi tetanici\" con grande sofferenza del malato. La contrattura muscolare si estende anche ai muscoli della deglutizione, impedendo l'alimentazione, e, arrivata ai muscoli respiratori del torace e al diaframma provoca \\cf17 \\ATXht80000 \r\ncianosi\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 apnea\\cf16 \\ATXht0 e morte.\\par\r\nLa febbre non è mai molto elevata, nei casi con esito mortale essa va però progressivamente salendo fino a 40-41°C.\\par\r\nNei neonati il tetano, comunemente a partenza dalla ferita\r\n ombelicale, si manifesta nella terza-quarta settimana di vita con la comparsa di una caratteristica contrattura dei muscoli delle labbra che fa assumere alla bocca un atteggiamento a muso di pesce (bocca di carpa); il bambino è molto agitato, non riesce\r\n né a succhiare né a dormire; i suoi muscoli sono percorsi da spasmi dolorosi ed egli si raggomitola in flessione sul dorso, riassumendo la tipica posizione fetale.\\par\r\nSi tratta sempre di forme assai gravi, difficili da superare, anche con la somminist\r\nrazione tempestiva di siero antitetanico; nella quasi totalità dei casi, infatti, la morte sopravviene per \\cf17 \\ATXht80000 asfissia\\cf16 \\ATXht0 e talvolta per \\cf17 \\ATXht80000 broncopolmonite\\cf16 \\ATXht0 intercorrente.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 \\cf16 TERAPIA\\par\r\nIl malato di tetano richiede una terapia speciale, che necessita il ricovero in centri ospedalieri attrezzati; attualmente, infatti, si sono ottenuti soddisfacenti risultati ponendo i pazienti sotto respiratore automatico\r\n per tutto il tempo in cui la \\cf17 \\ATXht80000 tossina\\cf16 \\ATXht0 tetanica rimane nell'organismo, e impedendo così la morte per asfissia.\\par\r\n\\pard\\tx705\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 La terapia consiste nella somministrazione di dosi elevate di \\cf17 \\ATXht80000 immunoglobuline\\cf16 \\ATXht0 specifiche per bloccare e neutralizzare la tossina tetanica che ancora non è fissata al tessuto nervoso: se ciò è già avvenuto nulla potrà più bloccare il suo mortale effetto; si associano poi \\cf17 \\ATXht80000 antibiot\r\nici\\cf16 \\ATXht0 e soprattutto \\cf17 \\ATXht80000 sedativi\\cf16 \\ATXht0 e \\cf17 \\ATXht80000 miorilassanti\\cf16 \\ATXht0 ; e, naturalmente, indispensabile è una pulizia accurata della ferita.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 Le immunoglobuline speci\r\nfiche, somministrate entro pochissimo tempo dall'avvenuta ferita, danno un'immediata \\cf17 \\ATXht80000 immunizzazione\\cf16 \\ATXht0 passiva, che moltissime volte previene il tetano o per lo meno ne attenuano la gravità.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 PROFILASSI\r\n\\par\r\nLa forma migliore di profilassi rimane però l'immunizzazione attiva, (cioè data da anticorpi che il nostro stesso organismo produce), che si ottiene con la \\cf17 \\ATXht80000 vaccinazione\\cf16 \\ATXht0 antitetanica. La vaccinazione, attualmente obblig\r\natoria nell'età infantile, andrebbe da tutti gli individui mantenuta \"attiva\" con iniezioni di richiamo da ripetersi ogni 10 anni; così facendo, il tasso di anticorpi presenti nel sangue rimane sempre elevato e sufficiente a difendere l'organismo da un'e\r\nventuale infezione.\\par",
"ID": 428,
"Foto": "MAB010M_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Tetano.\r\nLa tossina tetanica, agendo sul midollo spinale, impedisce la decontrazione muscolare per mancata formazione degli impulsi inibitori. Bacilli del tetano al microscopio ottico.\r\n#",
"Corpo": "{\\fonttbl\r\n{\\f0\\fswiss\\fcharset0 SYSTEM;}\r\n{\\f1\\fswiss\\fcharset0 VERDANA;}\r\n}\r\n\r\n{\\colortbl\r\n\\red0\\green0\\blue0;\\red1\\green1\\blue1;\\red0\\green128\\blue0;\\red0\\green128\\blue128;\r\n\\red128\\green0\\blue0;\\red128\\green0\\blue128;\\red128\\green128\\blue0;\\red192\\green192\\blue192;\r\n\\red128\\green128\\blue128;\\red0\\green0\\blue255;\\red0\\green255\\blue0;\\red0\\green255\\blue255;\r\n\\red255\\green0\\blue0;\\red255\\green0\\blue255;\\red255\\green255\\blue0;\\red255\\green255\\blue255;\r\n\\red1\\green1\\blue1;\r\n\\red170\\green0\\blue0;\r\n\r\n}\r\n\\paperw9045 \\margr0\\margl0\\ATXph0 \\plain \\fs20 \\pard\\tx2100\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\f1 \\cf16 POLIOMIELITE\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 La poliomielite, fortunatamente debellata dalla \\cf17 \\ATXht80000 vaccinazione\\cf16 \\ATXht0 obbligatori\r\na nei Paesi a più alto tenore di vita, costituisce, purtroppo, ancora un grave problema sanitario nei Paesi in via di sviluppo.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 CAUSE\\par\r\nIl virus, Picornavirus o Poliovirus (caratterizzato da 3 diversi tipi antigenici, da cui si r\r\nicavano i 3 tipi di vaccino), ha una diffusione ubiquitaria ed è stato, fino a trent'anni or sono, la causa di gravi epidemie, diffuse soprattutto tra la popolazione infantile; tanto da far meritare, alla malattia, anche il nome di \"paralisi infantile\".\r\n\\par\r\nIl Poliovirus è eliminato con le feci e la trasmissione per via oro-fecale, tramite mani sporche, verdure non lavate ecc., è particolarmente facile in condizioni igieniche scadenti.\\par\r\nL'infettività nell'ambiente domestico o in comunità è particol\r\narmente elevata, poiché i soggetti infetti continuano ad eliminare il virus per settimane o addirittura mesi; è stato calcolato che un grammo di feci infette può contenere virus sufficienti ad infettare cento scimmie.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\nD\r\nopo un periodo d'\\cf17 \\ATXht80000 incubazione\\cf16 \\ATXht0 di 10-20 giorni compare febbre, accompagnata da sensazioni d'alterata sensibilità alle mani e da segni di sofferenza meningea: rigidità del collo e della \\cf17 \\ATXht80000 colonna vertebrale\\cf16 \\ATXht0 ; il malato appare sofferente, anoressico, spesso con diarrea. La febbre scompare in 5 o 6 giorni e la malattia guarisce.\\par\r\nMolte volte, però, dopo la scomparsa della febbre compare la \"paralisi\" dovuta alle lesioni provocate dal Poliovirus a\r\nl \\cf17 \\ATXht80000 midollo spinale\\cf16 \\ATXht0 ; il segmento più colpito è quello \\cf17 \\ATXht80000 lombare\\cf16 \\ATXht0 : prevalgono, infatti, le paralisi agli arti inferiori.\\par\r\nNei casi in cui le lesioni nervose si arrestano alla fase infiammatori\r\na iniziale, le paralisi regrediscono e la malattia guarisce completamente; se invece progrediscono, passando alla fase \"degenerativa\", distruggono in modo irreparabile zone più o meno estese di midollo spinale, lasciando come esito paralisi flaccide più \r\no meno invalidanti.\\par\r\n\\pard\\tx255\\ATXts0\\ATXbrdr0 La poliomielite paralitica si verifica in circa il 5% dei soggetti colpiti; nella maggior parte dei casi l'infezione decorre con una sintomatologia del tutto aspecifica (poca febbre, gola un po' arross\r\nata) o in modo asintomatico.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 PROGNOSI\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 La prognosi dipende dall'entità e dal tipo delle lesioni comparse nella fase paralitica: è particolarmente severa nelle forme a localizzazione bulbare, con paral\r\nisi dei centri del respiro.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nNon esiste una terapia specifica per la poliomielite; solamente la \\cf17 \\ATXht80000 profilassi\\cf16 \\ATXht0 con vaccinazione può proteggere da questa malattia.\\par",
"ID": 429,
"Foto": "MAB010N_F1.jpg#",
"Dida_Foto": "Poliomielite.\r\nÈ una grave malattia virale ad andamento epidemico. Il virus (al microscopio elettronico) può penetrare nell'organismo attraverso le vie respiratorie oppure, come più frequentemente avviene, attraverso la via digerente: giunto nell'intestino tenue, si moltiplica rapidamente, per passare ai linfonodi, invadendo completamente le cellule linfatiche; da queste i virus si versano nel sangue per dirigersi agli organi bersaglio, cervello, cervelletto, ponte, bulbo e midollo spinale, dove invadono le corna anteriori (riquadro blu), distruggendo le cellule motrici (una ingrandita).\r\n#",
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"Dida_Movie": "@",
"Vedi_Anche": "VACCINAZIONE ANTIPOLIO 50294#"
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"Titolo": "MALATTIE ALLERGICHE",
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E' quindi evidente che l'atopia è influenzata da fattori genetici.\\par\r\nUn bambino nato da genitori non atopici ha un rischio di sviluppare un'allergia che è circa del 10%.\\par\r\nQuesto \r\nrischio sale al 20-40% se il papà o la mamma soffrono d'allergie, e diventa di oltre il 50% se entrambi i genitori ne sono affetti.\\par\r\nSecondo la suddivisione classica di Gell e \\cf17 \\ATXht80000 Coombs\\cf16 \\ATXht0 conosciamo 4 tipi di reazioni aller\r\ngiche:\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 I - reazioni allergiche immediate (lgE-mediate);\\par\r\nII - reazione citotossica;\\par\r\nIII - reazioni da immunocomplessi/malattia da siero;\\par\r\nIV - reazione \\cf17 \\ATXht80000 tubercolina\\cf16 \\ATXht0 o eczematosa\r\n.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 In realtà la forma sicuramente più comune è il tipo I, anche se nella maggior parte dei casi le altre forme possono integrarsi e sovrapporsi. In questo tipo d'allergia un ruolo fondamentale è svolto dalle IgE (\\cf17 \\ATXht80000 immunoglobuline\\cf16 \\ATXht0 della classe E) dette anche \\cf17 \\ATXht80000 reagine\\cf16 \\ATXht0 . Questa classe anticorpale, che di solito rappresenta 1/10.000 delle immunoglobuline totali, aumenta anche di 30 volte negli individui atopici.\r\n\\par\r\nLe IgE sono adese a delle cellule tissutali dette mastociti. Il contatto con l'\\cf17 \\ATXht80000 antigene\\cf16 \\ATXht0 , detto più propriamente \\cf17 \\ATXht80000 allergene\\cf16 \\ATXht0 , con le IgE causa una deformazione dei mastociti con conseguen\r\nte liberazione delle sostanze contenute nei granuli di questi ultimi fra cui l'\\cf17 \\ATXht80000 istamina\\cf16 \\ATXht0 che aumenta la permeabilità dei vasi sanguigni e causa lo spasmo dei bronchi e i pomfi tipici dell'\\cf17 \\ATXht80000 orticaria\\cf16 \\ATXht0 . Le sostanze più varie: polvere di casa, farina, peli d'animali, pollini, sostanze alimentari ecc. possono \"agire\" come allergeni.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 SINTOMI\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 La sintomatologia si ha subito dopo il contatto c\r\non l'allergene, di solito entro un'ora e può interessare un solo apparato (respiratorio, cute, intestinale ecc.) oppure l'intero organismo (reazione di tipo anafilattico).\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx2445\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 \\cf16 DIAGNOSI\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 L'individuazione dell'allergene che scatena la sintomatologia allergica è di grande importanza, poiché è possibile ottenere la scomparsa dei disturbi allontanando il paziente dal contatto con l'allergene oppure attuando una specifica\r\n terapia iposensibilizzante.\\par\r\nFondamentale è stabilire se in famiglia vi sono altre persone atopiche, da quanto tempo il piccolo presenta disturbi, se continui od occasionali e la loro modalità d'insorgenza. La diagnostica si basa su prove da eseguir\r\nsi sul paziente e precisamente:\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 - test cutanei per \\cf17 \\ATXht80000 scarificazione\\cf16 \\ATXht0 , punture (Prick test) o intradermici;\\par\r\n\\pard\\tx225\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 - test di eliminazione;\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 - test di scatenamento; \\par\r\ne su prove da eseguirsi sul \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 del paziente e cioè la ricerca delle IgE totali e specifiche (PRIST e RAST) che sono quelle più diffuse. L'affidabilità dei test dipende dal\r\nl'allergene. I test cutanei e il RAST forniscono risultati molto buoni per gli allergeni da inalazione (dermatofagoidi, peli o forfora di animali, pollini, ecc.) e per i veleni degli insetti.\\par\r\n\\pard\\tx210\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 Molto meno affidabili s\r\nono i test diagnostici nell'evidenziare gli allergeni alimentari e i farmaci.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 Questo si può spiegare considerando che sia i farmaci sia gli alimenti subiscono nell'organismo dei processi di metabolizzazione, scissio\r\nne e degradazione quindi molte volte l'allergia può manifestarsi verso uno di questi prodotti di derivazione e non verso l'alimento o il farmaco in origine.\\par\r\nI test di eliminazione consistono nell'osservare se, allontanando l'allergene sospettato di \r\ncausare allergia, le condizioni e la sintomatologia clinica del bambino migliorano. Sono molto usati nel sospetto di allergia alimentare. Una delle diete di eliminazione più conosciuta è quella di McEwen. Si tratta di una dieta oligoallergenica in cui ci\r\noè si utilizzano alimenti che ben raramente provocano allergia. Nel sospetto di allergia alle \\cf17 \\ATXht80000 proteine\\cf16 \\ATXht0 del latte vaccino nei primi mesi di vita sarà necessario ricorrere, o ai latti di soia, o agli idrolisati, o alle diete\r\n elementari. I latti di soia vengono sempre meno utilizzati perché sono frequenti i casi di \\cf17 \\ATXht80000 intolleranza\\cf16 \\ATXht0 sia al latte vaccino sia alla soia.\\par\r\nI test di provocazione servono a riprodurre la sintomatologia dopo esposizio\r\nne a un allergene sospetto. Abbiamo test di provocazione nasale, bronchiale, congiuntivale, con farmaci e alimenti.\\par\r\nPoiché con il test di provocazione è possibile scatenare una sintomatologia molto grave fino all'\\cf17 \\ATXht80000 anafilassi\\cf16 \\ATXht0 è necessario che queste prove siano compiute in ambiente ospedaliero.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx2685\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 \\cf16 PREVENZIONE E TERAPIA\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 E' possibile innanzi tutto prevenire l'allergia. Considerando\r\n l'alta frequenza che hanno i figli di atopici di diventare allergici è raccomandabile seguire alcune norme per diminuire il rischio di allergia fin dalla nascita. E' molto importante che l'alimentazione sia esclusivamente al seno per i primi 6 mesi di v\r\nita.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 Nella dieta della nutrice vanno aboliti latte, derivari del latte e uova. Il \\cf17 \\ATXht80000 divezzamento\\cf16 \\ATXht0 va iniziato nel settimo mese e così l'introduzione del latte vaccino nella dieta. La cam\r\nera del piccolo deve essere sempre pulita con cura, lavando frequentemente le tende, il pavimento, i mobili, non deve contenere tappeti o giocattoli di peluche. Il cuscino e il materasso non devono essere di lana o di piuma. In casa non si deve fumare o \r\ntenere animali.\\par\r\nSarebbe opportuno evitare di mandare il bambino all'asilo nido fino ai 3 anni.\\par\r\nIn caso di allergia accertata è possibile attuare l'\\cf17 \\ATXht80000 immunoterapia\\cf16 \\ATXht0 specifica che si prefigge lo scopo di diminuire la \r\nsensibilità del paziente verso un determinato allergene somministrandogli dosi scalari, crescenti di un estratto di quell'allergene. Condizione fondamentale è che l'allergene sia stato individuato esattamente mediante test cutanei e il dosaggio dell'IgE \r\nspecifiche. Sono soprattutto le allergie respiratorie, da inalazione, e le forme di allergia da puntura di insetto quelle che più traggono giovamento dall'immunoterapia specifica. Le allergie da alimenti e da farmaci non costituiscono un'indicazione a ta\r\nle terapia. L'immunoterapia specifica va praticata per anni mediante iniezioni sottocute, di quantità scalari di antigene.\\par\r\nDa qualche anno sono in commercio dei preparati per attuare l'immunoterapia specifica per via orale.\\par\r\nTale metodica sembra\r\n dare dei buoni risultati specialmente nei bambini ed è impiegata nell'allergia alimentare e in quella respiratoria.\\par\r\nLa terapia farmacologica delle malattie allergiche si basa su numerosi farmaci che agiscono a livelli diversi. Abbiamo farmaci che i\r\nnibiscono il rilascio dei mediatori chimici, cioè gli stabilizzanti, i mastociti fra cui ricordiamo il sodio cromoglicato e, di più recente sintesi, il sodio nedocromile. Questi farmaci sono sotto forma inalatoria nelle sindromi respiratorie, per via ora\r\nle nelle allergie alimentari o di \\cf17 \\ATXht80000 collirio\\cf16 \\ATXht0 e soluzione rinologica (il sodio cromoglicato). Il chetotifene è utilizzato per via orale soprattutto nell'\\cf17 \\ATXht80000 asma\\cf16 \\ATXht0 bronchiale. Tutti questi farmaci ha\r\nnno un'azione preventiva sulla sindrome allergica.\\par\r\nNell'attacco acuto i farmaci di più largo impiego sono i broncodilatatori nell'asma bronchiale, gli \\cf17 \\ATXht80000 antistaminici\\cf16 \\ATXht0 che si oppongono all'azione dell'istamina, i \\cf17 \\ATXht80000 corticosteroidi\\cf16 \\ATXht0 che hanno una notevole azione antinfiammatoria e intervengono nelle varie fasi della reazione immunologica.\\par",
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"Titolo": "ALLERIE RESPIRATORIE",
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"Titolo": "ALLERGIE CUTANEE",
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"Titolo": "ALLERGIE ALIMENTARI",
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"Titolo": "MALATTIE METABOLICHE",
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"Titolo": "ALTERAZIONI NEL METABOLISMO DEGLI ZUCCHERI",
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Per portare un esempio, lo zucchero prevalente nel latte è il lattosio, nella gran parte dei frutti vi è il fruttosio, nella \\cf17 \\ATXht80000 mannite\\cf16 \\ATXht0 il mannosio, nelle bietole il saccarosio (usato comunemente per dolcificare): sono tutti disaccaridi, la cui molecola è composta dall'unione di due zuccheri a molecola più piccola (monosaccaridi); per esempio il saccarosio è fo\r\nrmato dai monosaccaridi \\cf17 \\ATXht80000 glucosio\\cf16 \\ATXht0 e levulosio, il lattosio da glucosio e galattosio; infine, in tutti i \"farinacei\" è contenuto in gran quantità l'amido, la cui molecola, molto grande, risulta dall'unione di migliaia di mol\r\necole di glucosio.\\par\r\nDurante la digestione, nell'\\cf17 \\ATXht94975 intestino tenue\\cf16 \\ATXht0 , alcuni enzimi (le disaccaridasi) scindono i disaccaridi in monosaccaridi cosicché si avranno molecole di glucosio, fruttosio, galattosio e mannosio; ques\r\nti ultimi sono assorbiti dalle cellule della mucosa intestinale e da esse riversati nel torrente circolatorio per essere portati al \\cf17 \\ATXht80000 fegato\\cf16 \\ATXht0 , che li trasforma tutti in glucosio, l'unico zucchero che le cellule dell'organismo\r\n umano riescono ad utilizzare.\\par\r\nL'assorbimento intestinale degli zuccheri, basato su complesse attività enzimatiche, dipende dall'integrità della mucosa dell'intestino tenue e il loro iter metabolico è regolato da alcune importanti ghiandole endocrin\r\ne: l'\\cf17 \\ATXht80000 ipofisi\\cf16 \\ATXht0 , la \\cf17 \\ATXht80000 tiroide\\cf16 \\ATXht0 , il surrene, le cellule beta del \\cf17 \\ATXht80000 pancreas\\cf16 \\ATXht0 , che secernono l'\\cf17 \\ATXht80000 insulina\\cf16 \\ATXht0 . \r\nL'organismo utilizza il glucosio principalmente per produrre l'energia indispensabile per la vita e l'attività dei tessuti e degli organi: soprattutto le cellule del \\cf17 \\ATXht80000 cervello\\cf16 \\ATXht0 sono sensibilissime alle variazioni della \\cf17 \\ATXht80000 glicemia\\cf16 \\ATXht0 (cioè della quantità di glucosio sciolto nel \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 ) il cui valore normale è di 0,70-1,20 grammi per ogni litro; gravi disturbi a carico dell'attività respiratoria, cardiaca e del \\cf17 \\ATXht93516 sistema nervoso\\cf16 \\ATXht0 (fino ad arrivare a stati di \\cf17 \\ATXht80000 coma\\cf16 \\ATXht0 ) sopravvengono quando il valore della glicemia si discosta, sia in eccesso sia in difetto, dai valori normali. Il passaggio da uno stato normoglicemic\r\no a uno ipoglicemico (cioè di scarsità di glucosio nel sangue) può avvenire abbastanza rapidamente, quando manca un adeguato apporto di idrati di carbonio attraverso l'alimentazione (periodi di digiuno, dieta insufficiente) e contemporaneamente le riserv\r\ne epatiche di glucosio sono esigue e quindi insufficienti a fronteggiare le richieste dell'organismo in situazioni d'emergenza.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 La più importante stazione di raccolta dei \\cf17 \\ATXht80000 glucidi\\cf16 \\ATXht0 asso\r\nrbiti dall'intestino è quindi il fegato, dove, previa trasformazione in glucosio in base alle esigenze dell'organismo, si decide il loro ulteriore destino: essere nuovamente immessi nel sangue per essere subito utilizzati, oppure essere accumulati come m\r\nateriale energetico di riserva nelle cellule epatiche, sotto forma di \\cf17 \\ATXht80000 glicogeno\\cf16 \\ATXht0 . Come l'amido per i vegetali, il glicogeno è per gli animali il primo materiale di riserva cui l'organismo può attingere per le sue prestazion\r\ni energetiche.\\par\r\n\\pard\\tx210\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 Il glicogeno è pure uno zucchero, la cui molecola, voluminosa e ramificata che ricorda l'aspetto di un albero è composta da moltissime molecole di glucosio unite l'una all'altra a formare delle catene\r\n di lunghezza varia, che nel loro insieme disegnano il tronco e i rami dell'albero. In rapporto alla necessità dell'organismo di utilizzare il glucosio, questo è staccato dalla grossa molecola di glicogeno ad opera di due enzimi: la glucosio-6-fosfatasi \r\nche stacca le molecole di glucosio-1-fosfato dai rami più esterni e l'amilo-1-6-glicoridosi che spezza i punti di ramificazione più interni.\\par",
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"Titolo": "Glicogenosi",
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Ciò è dovuto, in genere, al fatto che la cellula sintetizza glicogeno e lo tesaurizza, vale a dire continua ad accumularlo perché, compiuta la sintesi, non è più capace di liberare le singole molecole d\r\ni \\cf17 \\ATXht80000 glucosio\\cf16 \\ATXht0 operando la rottura dei legami chimici che le tengono unite. Si tratta, in questi casi, di un errore metabolico legato alla mancanza o all'insufficienza funzionale di uno o più enzimi, deputati alla \"demolizione\r\n\" delle molecole di glicogeno; tale insufficienza si manifesta in forma ereditaria e familiare, perciò i più precoci segni di malattia si hanno fin dai primi anni di vita.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx210\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 \\cf16 SINTOMI\\par\r\nSi distinguon\r\no varie forme di \\cf17 \\ATXht80000 glicogenosi\\cf16 \\ATXht0 , sia in base alla sede principale d'accumulo del glicogeno sia in base al tipo di deficit enzimatico; tra queste la più nota è la malattia di von Gierke o glicogenosi epatica dovuta al deficit \r\ndi glucosio-6-fosfatasi, che ha inizio precoce e talvolta si manifesta già alla nascita con un'imponente \\cf17 \\ATXht80000 epatomegalia\\cf16 \\ATXht0 (dimensioni del \\cf17 \\ATXht80000 fegato\\cf16 \\ATXht0 superiori alla norma), il sintomo più caratterist\r\nico della malattia. Il fegato del neonato è grosso poiché già nella vita intrauterina incomincia ad accumulare glicogeno; tale processo di tesaurizzazione continua dopo la nascita a spese degli idrati di carbonio introdotti con l'alimentazine, cosicché i\r\nl bilancio glucidico del bambino n'è profondamente alterato,\\par\r\nIl voluminoso fegato occupa buona parte della cavità addominale, ma non dà dolore e non reca alcun disturbo, poiché la sua integrità funzionale è, per il resto, perfettamente conservata. O\r\nltre a questo, nelle prime settimane di vita il bambino appare agitato, ha crisi di pianto, per fame, soprattutto nelle ore di digiuno notturne, accompagnate da pallore con sudorazione profusa, dovuta all'abbassarsi della \\cf17 \\ATXht80000 glicemia\\cf16 \\ATXht0 . Quando non è presente alla nascita, l'epatomegalia si evidenzia chiaramente nei primi anni di vita, dando al bambino un aspetto caratteristico: un addome voluminoso, che nettamente contrasta con la gracilità del tronco e degli arti e con la picco\r\nla statura. I malati di glicogenosi, infatti, crescono molto lentamente, tanto che a sei anni, per esempio, essi hanno un'altezza che sarebbe normale a quattro; inoltre conservano una fisionomia da lattante, definita \"faccia di bambola\" e dovuta alla par\r\nticolare disposizione del grasso alle guance e al mento; la cute è sottile e liscia; le masse muscolari ipotoniche e flaccide giustificano l'atteggiamento cadente e l'andatura trascinata e un po' barcollante. Le condizioni generali del bambino si manteng\r\nono tuttavia buone e, in genere, anche lo sviluppo psichico e intellettivo è normale, non mancano l'interesse ai giochi e all'ambiente, e, più tardi l'applicazione all'attività scolastica. Una caratteristica di questi bambini è la spiccata golosità per g\r\nli idrati di carbonio: vorrebbero sempre mangiare pasta, pane, patate, dolci e hanno in genere un vivace appetito. L'attesa del pasto è sempre impaziente e quando si prolunga diventa persino insopportabile: anche una sola mezza giornata di digiuno può sc\r\natenare una crisi ipoglicemica. Tutto ciò è facilmente comprensibile se si pensa che il loro organismo può utilizzare solo il glucosio derivato dagli alimenti appena ingeriti, che si trova temporaneamente in circolo dopo ogni pasto, non potendo attingere\r\n alla riserva di glicogeno, che si va accumulando nel fegato come in un serbatoio senza via d'uscita. Per i piccoli malati di glicogenosi, l'alimentazione è quindi un problema molto importante, che tuttavia in genere si può risolvere bene con la somminis\r\ntrazione di pasti piccoli e frequenti.\\par\r\nOltre al \\cf17 \\ATXht80000 metabolismo\\cf16 \\ATXht0 glucidico, sono costantemente alterati il metabolismo dei \\cf17 \\ATXht80000 lipidi\\cf16 \\ATXht0 con aumento della \\cf17 \\ATXht80000 colesterolemia\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 trigliceridi\\cf16 \\ATXht0 , fosfolipidi, che comporta un accumulo di sostanze grasse nei tessuti (\\cf17 \\ATXht80000 steatosi\\cf16 \\ATXht0 ), e il metabolismo dell'\\cf17 \\ATXht80000 urea\\cf16 \\ATXht0 con iperuricemia, \\cf17 \\ATXht80000 gotta\\cf16 \\ATXht0 e \\cf17 \\ATXht80000 nefropatia\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 DIAGNOSI\\par\r\nLa diagnosi di glicogenosi fatta in base alla valutazione del metabolismo del glucosio, è confermata dalla \\cf17 \\ATXht80000 biopsia\\cf16 \\ATXht0 epa\r\ntica che consente sia la documentazione istologica del danno cellulare sia la determinazione quantitativa del deficit enzimatico. La prognosi della malattia è spesso molto seria a causa delle gravissime crisi ipoglicemiche che, soprattutto nel bambino pi\r\nccolo, possono essere scatenate da infezioni, digiuno prolungato, interventi chirurgici e mettere in pericolo la vita o compromettere lo sviluppo psicomotorio se le recidive sono particolarmente frequenti.\\par\r\nNei casi in cui, nelle cellule dell'\\cf17 \\ATXht94975 intestino tenue\\cf16 \\ATXht0 , mancano, o sono presenti in scarsa quantità, gli enzimi preposti alla scissione di uno dei disaccaridi comunemente presenti nella dieta (come il saccarosio o lattosio), questi zuccheri (che non essendo scissi nei r\r\nispettivi monosaccaridi non possono essere assorbiti) sono eliminati immodificati in parte con le feci e in parte con le urine. La presenza nel lume intestinale di zuccheri non digeriti genera processi fermentativi, da cui derivano diarrea e dolori addom\r\ninali di tipo colico; n'è un tipico esempio la mancanza congenita di lattasi intestinale, indispensabile per la digestione del lattosio, che provoca nel lattante \\cf17 \\ATXht80000 meteorismo\\cf16 \\ATXht0 , coliche, diarrea e rallentamento della crescita.\r\n La presenza di zuccheri nelle urine (che normalmente non ne contengono) caratterizza alcuni stati morbosi denominati con termine generico melliturie (derivato da zucchero + urina).\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ri300\\ATXbrdr0 Nella mellituria, il \"difetto\" pu\r\nò essere a carico del \\cf17 \\ATXht80000 rene\\cf16 \\ATXht0 , nei cui tubuli, sempre per mancanza di alcuni enzimi, non avviene il normale riassorbimento dello zucchero. In questi casi è comunemente il glucosio che si ritrova nelle urine, come avviene per \r\nesempio nel \\cf17 \\ATXht80000 diabete\\cf16 \\ATXht0 renale, una forma di \"diabete\" piuttosto rara, in cui, pur essendo normali sia il metabolismo sia l'utilizzazione del glucosio a livello cellulare, e mancando i sintomi caratteristici del diabete, esso \r\nè costantemente presente nelle urine.\\par\r\nIl diabete mellito classico, può essere annoverato tra le melliturie, perché caratterizzato dalla presenza di glucosio nell'urina, ma è essenzialmente da considerare un disordine del metabolismo del glucosio su \r\nbase endocrina, dovuto alla mancata escrezione d'\\cf17 \\ATXht80000 insulina\\cf16 \\ATXht0 da parte delle cellule beta del \\cf17 \\ATXht80000 pancreas\\cf16 \\ATXht0 .\\par",
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"Titolo": "Diabete giovanile",
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Quindi nell'intervallo tra i pasti e nei periodi di digiuno, la glicemia si abbasserebbe moltissimo senza l'intervento del fegato che, attraverso la glicogenolisi, fornisce prontamente sempre nuovo glucosio. I fattori c\r\nhe intervengono a regolare l'attività delle cellule del fegato nel mantenimento della glicemia entro i limiti normali sono ormoni che agiscono in senso antagonista: da una parte, l'insulina, prodotta dal \\cf17 \\ATXht80000 pancreas\\cf16 \\ATXht0 , con azio\r\nne ipoglicemizzante (tende cioè a fare abbassare la glicemia): essa infatti favorisce l'accumulo di glucosio nel fegato sotto forma di glicogeno e stimola l'assunzione e il consumo di glucosio a livello dei tessuti. Dall'altra parte, l'ormone \\cf17 \\ATXht80000 somatotropo\\cf16 \\ATXht0 (prodotto dall'\\cf17 \\ATXht80000 ipofisi\\cf16 \\ATXht0 ), l'\\cf17 \\ATXht80000 adrenalina\\cf16 \\ATXht0 (ormone secreto dalla midollare delle ghiandole surrenali), e gli ormoni della \\cf17 \\ATXht80000 tiroide\\cf16 \\ATXht0 ag\r\niscono come iperglicemizzanti (cioè tendono a far alzare la glicemia), stimolando l'attività glicogenolitica del fegato.\\par\r\nIn mancanza di insulina nel fegato si deposita poco glicogeno e i tessuti e i muscoli hanno a disposizione una quantità di gluco\r\nsio insufficiente; inoltre prendono il sopravvento degli ormoni iperglicemizzanti (ormone somatotropo, adrenalina, ormoni della tiroide) i quali agiscono sia a livello epatico, favorendo, come abbiamo detto, la scissione del glicogeno, sia a livello dei \r\ntessuti, ostacolando e rallentando l'utilizzazione del glucosio da parte delle cellule. Per queste due diverse ragioni la quantità del glucosio libero nel sangue aumenta: la glicemia si alza fino a 3-4 grammi per litro, si ha cioè \\cf17 \\ATXht80000 iperg\r\nlicemia\\cf16 \\ATXht0 , e anche nelle urine compare lo zucchero, cioè si ha \\cf17 \\ATXht80000 glicosuria\\cf16 \\ATXht0 . Normalmente nelle urine non c'è glucosio, ma quando la sua concentrazione nel sangue supera un certo limite, 1,7-1,8 grammi di litro, l\r\na quota di glucosio in eccesso viene eliminata dal \\cf17 \\ATXht80000 rene\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nQuesto è quanto accade nell'organismo di un soggetto che manifesta il diabete. La natura autoimmune della malattia è stata ormai ampiamente confermata, questo s\r\nignifica che i soggetti, in cui si svilupperà il diabete, a un certo momento della vita iniziano a produrre anticorpi contro le cellule beta del proprio pancreas, fino a distruggerle completamente. La spiegazione di questo fatto è venuta dallo studio del\r\n \"sistema di \\cf17 \\ATXht80000 istocompatibilità\\cf16 \\ATXht0 \" (\\cf17 \\ATXht80000 HLA\\cf16 \\ATXht0 ) localizzato sul \\cf17 \\ATXht80000 cromosoma\\cf16 \\ATXht0 6 delle cellule tissutali di tutti gli esseri umani. Il sistema HLA è importante perché è prep\r\nosto al controllo della componente antigenica presente nei \\cf17 \\ATXht80000 leucociti\\cf16 \\ATXht0 , la quale, a sua volta, interviene nel controllo e nella regolazione di tutte le reazioni di tipo immunologico che avvengono nell'organismo.\\par\r\nPer ese\r\nmpio in occasione dei trapianti di organi è indispensabile, per l'attecchimento, che i sistemi HLA del donatore e del ricevente siano compatibili (cioè uguali); in caso contrario si ha la reazione di \\cf17 \\ATXht80000 rigetto\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nSi è par\r\nlato di \\cf17 \\ATXht80000 predisposizione\\cf16 \\ATXht0 genetica, o per meglio dire di familiarità, per il diabete giovanile poiché il 90% dei soggetti ammalati possiede un sistema HLA in cui si trovano gli antigeni di istocompatibilità caratterizzati co\r\nme: B18, B15, DR3 e DR4.\\par\r\nNon è ancora del tutto chiaro il motivo per cui questi soggetti, a stimoli usuali come, infezioni virali, condizioni di stress o di fatica, reagiscono innescando nel proprio \\cf17 \\ATXht92571 sistema immunitario\\cf16 \\ATXht0 una serie irreversibile di processi autoimmuni che portano alla produzione di anticorpi diretti contro le cellule beta del pancreas.\\par\r\nLa malattia inizia quasi sempre in età scolare, dopo i 5 anni, momento in cui è maggiore il rischio di infezioni vir\r\nali; molte volte infatti è stato possibile fare una chiara correlazione fra infezioni prodotte da virus di \\cf17 \\ATXht80000 morbillo\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 parotite\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 rosolia\\cf16 \\ATXht0 , influenza e l'insorgen\r\nza del diabete.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 SINTOMI\\par\r\nI sintomi del diabete giovanile sono sostanzialmente uguali a quelli dell'adulto, se pur con alcune differenze. Anzitutto quello che maggiormente colpisce è la rapidità dell'insorge\r\nnza: entro poco tempo il bambino manifesta uno strano aumento dell'appetito (polifagia), ha fame a tutte le ore e mangerebbe tutto, inoltre ha anche molta sete (\\cf17 \\ATXht80000 polidipsia\\cf16 \\ATXht0 ), chiede continuam\r\nente da bere e urina assai più del solito (\\cf17 \\ATXht80000 poliuria\\cf16 \\ATXht0 ).\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 In un primo tempo questi sintomi, in particolare la polifagia, non destano sospetto, anzi i genitori sono contenti nel vedere che il ba\r\nmbino mangia tanto. Ben presto però balza all'\\cf17 \\ATXht80000 occhio\\cf16 \\ATXht0 un fatto contrastante: nonostante i pasti frequenti e abbondanti, il peso non aumenta, e il bimbo deperisce, cambia carattere, perde la sua vivacità, diventa triste e sc\r\nontroso, spesso se ne sta appartato, assonnato, indifferente, anche a quei giochi che prima lo divertivano. Uno dei segni più frequenti di poliuria è la comparsa di \\cf17 \\ATXht80000 enuresi\\cf16 \\ATXht0 : bambini già grandicelli ricominciano a bagnare i\r\nl letto la notte, poiché la gran quantità di urina eliminata è proporzionale alla quantità di acqua bevuta, che spesso in questi casi raggiunge i 2 o 3 litri al giorno.\\par\r\nPer eliminare l'eccesso di glucosio, il rene sottrae continuamente acqua ai tess\r\nuti, il cui stato di disidratazione stimola continuamente il centro della sete: il bambino vuole sempre bere, si crea così la condizione di polidipsia, a cui consegue, per un circolo vizioso, la poliuria. Nel corso della malattia, un disordine alimentare\r\n, una scorpacciata di torta fatta in un giorno di festa, uno spavento, un'emozione intensa, una faticosa giornata di sport, una malattia infettiva oppure la sospensione della quotidiana iniezione di insulina sono tutte cause che possono portare alla comp\r\narsa di un altro sintomo del diabete infantile, l'\\cf17 \\ATXht80000 acidosi\\cf16 \\ATXht0 , svelato nei casi più lievi dalla presenza di corpi \\cf17 \\ATXht80000 chetonici\\cf16 \\ATXht0 nelle urine, ma che più spesso si accompagna a uno stato evidente di m\r\nalessere: il bambino perde l'appetito, ha nausea, spesso mal di pancia, non vuol giocare e se ne sta tranquillo e sonnolento. Questa calma deve essere guardata con sospetto, perché se la crisi di acidosi non è prontamente corretta con somministrazione di\r\n insulina, accompagnata da un po' di zucchero ed eventualmente da una modesta dose di bicarbonato, le cose possono peggiorare, perché non tarda a sopravvenire lo stato di \\cf17 \\ATXht80000 coma\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 C\r\nOMA IPERGLICEMICO\\par\r\nLa sonnolenza aumenta sempre più, il respiro diventa frequente e il \\cf17 \\ATXht80000 cuore\\cf16 \\ATXht0 batte velocissimo. Il bambino giace senza forza, in uno stato di prostrazione profonda, ogni tanto emette un gemito o pronunc\r\nia qualche parola, apre gli occhi, ma presto li richiude e ricade in uno stato di semi-incoscienza. La sua pelle è arrossata e il suo alito ha un odore caratteristico, acidulo, che assomiglia a quello di mele molto mature.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Se si dosa la glicemia, si trovano valori elevati, fino a 4 grammi di glucosio per litro di sangue, inoltre un esame delle urine evidenzia la presenza di numerosi corpi chetonici oltre che di glucosio.\\par\r\nNel diabete infantile il coma non è un'evenienz\r\na rarissima, perché il bambino vi è particolarmente predisposto, inoltre spesso può apparire come un fulmine a ciel sereno ed essere, il primo \"segno rivelatore\" dell'esistenza della malattia.\\par\r\nIl bambino in coma è sempre molto grave e deve essere so\r\nccorso il più presto possibile, in ambiente ospedaliero.\\par\r\nDue provvedimenti sono immediatamente necessari: somministrare insulina, per riequilibrare l'utilizzazione degli zuccheri, restituire all'organismo tutta l'acqua che ha perso con le urine e co\r\nl vomito, facendo una \\cf17 \\ATXht80000 fleboclisi\\cf16 \\ATXht0 (il piccino non è in grado di bere), con la quale si darà un cocktail di soluzione salina, soluzione di glucosio (per compensare l'azione dell'insulina) e soluzione di bicarbonato (per neut\r\nralizzare l'acidosi). Se non si perde tempo e se la terapia è corretta, in genere, dopo poche ore, le condizioni migliorano. Il piccino si sveglia dal suo pesante sonno, riprende vigore, respira tranquillamente e torna a essere \"normale\".\\par\r\n\\cf1 \r\n\\par\r\n\\cf16 CRISI IPOGLICEMICA\\par\r\nUna situazione del tutto opposta si ha nelle crisi di \\cf17 \\ATXht80000 ipoglicemia\\cf16 \\ATXht0 , abbastanza frequenti nel corso del diabete. Esse sono scatenate dalla somministrazione di insulina in dosi troppo alte, dall\r\n'eccessiva riduzione degli zuccheri nella dieta, oppure si manifestano inaspettatamente in momenti di particolare benessere nei quali il bambino si dedica allo sport, fa molta vita all'aria aperta e riesce da solo a utilizzare bene il glucosio, mentre, d\r\n'altro canto, non viene portata nessuna modifica né alla dieta (aumentando gli zuccheri) né alla quantità di insulina (riducendola). L'insorgenza della crisi ipoglicemica è rapida: il bambino avverte una sensazione come di fame, diventa irrequieto, impal\r\nlidisce e la sua fronte si bagna di sudore freddo, il cuore batte in fretta, ben presto la vista si annebbia e si ha perdita di coscienza. Da qui allo stato di coma ipoglicemico il passo è breve; a volte il quadro è completato dal sopravvenire di crisi c\r\nonvulsive. Si è quindi nuovamente di fronte a un bambino in coma, che richiede un'urgente terapia. In simili circostanze, cioè di fronte a un piccino in stato comatoso, distinguere se si tratti di un coma diabetico o di un coma ipoglicemico è un problema\r\n di estrema urgenza per il medico e d'importanza vitale per il bambino, poiché una terapia sbagliata potrebbe voler dire la morte. La diagnosi differenziale è fatta in base allo stato del bambino e ai sintomi rilevabili, ma quando questi non sono molto c\r\nhiari, un esame delle urine permetterà di escludere il coma diabetico; infatti negli stati di ipoglicemia nelle urine non vi sono né corpi chetonici né glucosio.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 DIAGNOSI\\par\r\nTutti i sintomi del diabete infantile di cui si è ora pa\r\nrlato spesso insorgono in sequenza così precisa che il medico, attraverso un'accurata \\cf17 \\ATXht80000 anamnesi\\cf16 \\ATXht0 , può arrivare a stabilire persino il giorno in cui la malattia è iniziata. A volte però il diabete rimane a lungo nascosto e vi\r\nene casualmente scoperto in seguito a un esame di urine fatto a bambini che non riescono a perdere l'abitudine di bagnare il letto oppure ad altri che non aumentano di peso e hanno un aspetto piuttosto sofferente, nonostante l'apparente assenza di malatt\r\nie. Anche nei casi più semplici in cui sono presenti i tre classici sintomi (polifagia, poliuria, polidipsia), per porre una diagnosi corretta sono necessarie alcune indagini di laboratorio. Un'analisi delle urine, fatta sull'intera quantità emessa nelle\r\n 24 ore, serve a svelare la presenza dello zucchero, la cui quota è molto variabile in rapporto al tipo di alimentazione e può oscillare entro ampi limiti, da 20 fino a 100 grammi, e inoltre l'eventuale presenza di corpi chetonici, che quando sono prodot\r\nti in gran quantità non riescono a essere tutti completamente bruciati e distrutti dai muscoli e dai tessuti e vengono in parte eliminati attraverso il rene. Da un esame del sangue, poi, fatto al bambino il mattino a digiuno, si vede che la glicemia si d\r\nistacca dal valore normale di 1 g circa per litro e talora lo supera fino ad arrivare a 2 o anche a 4 grammi. Se un reperto isolato di glicosuria può lasciare la porta aperta a dei dubbi diagnostici, poiché anche in altre malattie può comparire zucchero \r\nnelle urine, la glicosuria, associata a una glicemia aumentata, elimina ogni dubbio, nella diagnosi di diabete mellito.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 TERAPIA\\par\r\nScopo principale della terapia del diabete giovanile è mantenere il controllo\r\n dell'equilibrio metabolico del glucosio in modo da consentire al bambino una crescita e uno sviluppo normali, limitando al massimo i rischi delle complicanze microvascolari. Ogni bambino, inizialmente ricoverato in ospedale per il completamento dell'ite\r\nr diagnostico e l'impostazione della terapia, andrebbe poi affidato a un Centro anti-diabetico, il cui personale particolarmente esperto può essere di grande aiuto nell'insegnare a praticare in modo autonomo la terapia insulinica, il monitoraggio della g\r\nlicemia e della glicosuria, e ad aiutare il piccolo paziente e la sua famiglia ad accettare, capire e convivere con la malattia.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 La terapia deve ogni volta essere adeguata al soggetto in base al tipo di squilibrio metabol\r\nico, all'età, al peso e alle abitudini di vita. Il farmaco di elezione è l'insulina, i cui tipi ad azione rapida, intermedia o lenta sono variamente utilizzati nel corso della giornata in base alle prescrizioni date dal medico.\\par\r\nLe dosi quotidiane di\r\n insulina vanno poi man mano variate in rapporto alla crescita corporea del bambino, al tipo di dieta e di attività fisica preferibilmente seguiti.\\par\r\nE' molto importante che, non appena possibile, ogni giovane diabetico impari a iniettarsi l'insulina \r\ne a eseguire i controlli della glicemia e della glicosuria, usando gli appositi apparecchi, molto semplici, diventati ormai di comune uso domestico.\\par\r\nAttualmente si concede al bambino diabetico di seguire una dieta libera, adeguata al proprio peso, e\r\ntà e attività fisica, composta per il 55% da carboidrati, per il 30% da grassi e per il 15% da proteine.\\par\r\nLa maggior parte dei carboidrati deve essere sotto forma di amidi, mentre si devono evitare gli zuccheri semplic\r\ni (saccarosio), quindi i dolci, tra i grassi meglio utilizzare quelli insaturi di origine vegetale e dare la preferenza ad alimenti ricchi di fibre, che rallentano e migliorano la digestione e l'assorbimento dei vari principi alimentari e facilitano l'el\r\niminazione delle scorie.\\par\r\nE' importante non limitare in alcun modo l'attività fisica o sportiva del bambino diabetico, sia per farlo sentire meno \"malato\", sia perché il movimento aiuta e migliora il metabolismo glucidico, è solo necessario abituarlo\r\n a una certa \"regolarità\" sia nel consumo dei pasti sia nella pratica del gioco o dello sport, per standardizzare le dosi terapeutiche di insulina, in modo da limitare al massimo i rischi di crisi sia ipo- che iper-glicemiche.\\par\r\nOltre al monitoraggio \r\ndella glicemia e della glicosuria, eseguiti a domicilio sono importanti il controllo periodico delle emoglobine glicosilate, della progressione della crescita e dello sviluppo puberale, della comparsa dei segni predittivi d'altre malattie autoimmuni, in \r\nmodo particolare della \\cf17 \\ATXht80000 tiroidite\\cf16 \\ATXht0 di Hascimoto.\\par\r\nIl diabete infantile, se ben trattato e controllato, ha un decorso benigno; a lungo termine, in età adulta non sono tuttavia infrequenti le complicanze, dovute a lesioni \r\nmicrovascolari a carico dell'occhio (\\cf17 \\ATXht80000 retinopatia\\cf16 \\ATXht0 con \\cf17 \\ATXht80000 cecità\\cf16 \\ATXht0 ), del rene (\\cf17 \\ATXht80000 nefropatia\\cf16 \\ATXht0 con insufficienza renale) e dei nervi (riduzione della sensibilità e della \r\nconduzione degli stimoli motori); oppure le lesioni macrovascolari, che possono portare all'\\cf17 \\ATXht80000 infarto\\cf16 \\ATXht0 miocardico o all'amputazione degli arti inferiori, per l'avvento di lesioni gangrenose.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 CONCLUSIONE\\par\r\nLe innumerevoli reazioni metaboliche che si compiono nell'organismo, sono tra loro dipendenti e in un \"equilibrio dinamico\", indispensabile per creare l'ambiente ideale alla sopravvivenza e alla moltiplicazione delle cellule. Ogn\r\ni volta che per motivi intrinseci (mancanza congenita d'enzimi, lesioni d'organi ecc.) o estrinseci (fattori ambientali avversi) quest'equilibrio è alterato compare una malattia. Molte malattie del metabolismo sono congenite, e i sintomi possono essere p\r\nresenti già alla nascita, manifestarsi in età successiva o rimanere latenti per tutta la vita. Per molte di esse è possibile una diagnosi prenatale, tramite l'analisi delle cellule fetali presenti nel \\cf17 \\ATXht9211 liquido amniotico\\cf16 \\ATXht0 .\r\n\\par",
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fra questi ultimi, alcuni (per esempio l'acido oleico contenuto nell'olio di oliva) sono considerati essenziali, perché indispensabili per la vita e l'accrescimento \r\ndell'organismo, che però non è in grado di sintetizzarli.\\par\r\nI grassi derivati dagli alimenti sono costituiti per la maggior parte da trigliceridi, i fosfolipidi si trovano soprattutto in alcuni organi: cervello, fegato e nel tuorlo d'uovo, particolarm\r\nente ricco anche di \\cf17 \\ATXht80000 colesterolo\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nI lipidi alimentari ingeriti, dopo essere stati digeriti (per opera degli enzimi intestinali, alla presenza dei sali biliari) sono assorbiti dalle cellule della mucosa intestinale, dov\r\ne subiscono varie trasformazioni che portano alla sintesi di nuove molecole di trigliceridi, fosfolipidi e colesterolo che, legate a una proteina, a formare le grosse molecole lipoproteiche, ritornano nel \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 , per esser\r\ne veicolate agli organi di utilizzo e di deposito.\\par\r\nSolo gli acidi grassi a catena più corta (inferiore a 12 atomi di carbonio) sono assorbiti direttamente dal sangue venoso proveniente dall'\\cf17 \\ATXht80000 intestino\\cf16 \\ATXht0 e \"catturate\" dal\r\n fegato che li \"ossida\", vale a dire li brucia se vi è richiesta di consumo energetico da parte dell'organismo; oppure li immagazzina sotto forma di trigliceridi di deposito.\\par\r\nIl fegato è il più importante organo di rielaborazione e di smistamento de\r\ni lipidi alimentari.\\par\r\nIl \\cf17 \\ATXht987 tessuto adiposo\\cf16 \\ATXht0 raccoglie la maggior parte dei trigliceridi di deposito, che riempiono gli adipociti (cellule adipose), formando un \\cf17 \\ATXht80000 pannicolo adiposo\\cf16 \\ATXht0 più o meno sp\r\nesso.\\par\r\nQuesti grassi, detti di deposito, non sono in realtà un'entità statica; all'interno dell'adipocita il loro metabolismo è attivissimo: le molecole dei trigliceridi sono continuamente sintetizzate, demolite, risintetizzate a seconda delle necess\r\nità; 1 grammo di grasso fornisce 9 calorie.\\par\r\nDai lipidi l'organismo trae circa la metà dell'energia utilizzata per il mantenimento delle normali funzioni vitali di base e la maggior parte dell'energia richiesta per il compimento dell'esercizio fisico\r\n a digiuno.\\par\r\nDi norma a scopo energetico vengono, infatti, \"bruciati\" gli zuccheri, la cui utilizzazione è più immediata e meno laboriosa, in mancanza di questi l'organismo inizia a consumare e bruciare i grassi; questo meccanismo sta alla base dei p\r\nrocessi di dimagramento.\\par\r\nIl tessuto adiposo è un importantissimo mezzo di contenzione e di protezione per i visceri; inoltre, distribuito nel tessuto sottocutaneo avvolge la superficie corporea, come un mantello anti-freddo; impedisce la dispersione\r\n del calore e serve a mantenere costante la temperatura interna; distribuendosi e accumulandosi nelle varie parti del corpo contribuisce a caratterizzare e definire le caratteristiche sessuali e somatiche individuali.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 PATOLOGIA\\par\r\nIn alcune condizioni patologiche si ha un'abnorme deposizione di lipidi nelle cellule del sistema reticolo-istiocitario, come per esempio nella \\cf17 \\ATXht92324 malattia di Gaucher\\cf16 \\ATXht0 e di \\cf17 \\ATXht80000 Niemann-Pick\\cf16 \\ATXht0 , malattie molto gravi, trasmesse per via ereditaria, attualmente diventate molto rare poiché sono diagnosticabili in \\cf17 \\ATXht80000 gravidanza\\cf16 \\ATXht0 tramite l'analisi delle cellule del liquido \\cf17 \\ATXht80000 amniotico\\cf16 \\ATXht0 . In altri casi vi è un aumento anomalo della concentrazione plasmatica delle lipoproteine, importanti come vettori del colesterolo. Le iperliproteinemie sono forme relativamente rare, dovute a deficit enzimatici trasmessi per via ereditaria; spesso hann\r\no un decorso asintomatico fino all'età adulta in cui si rendono evidenti per la comparsa delle complicanze legate alla condizione di \\cf17 \\ATXht80000 aterosclerosi\\cf16 \\ATXht0 coronarica (\\cf17 \\ATXht80000 infarto\\cf16 \\ATXht0 ) o sistemica (\\cf17 \\ATXht80000 ipertensione\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 trombosi\\cf16 \\ATXht0 ).\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 In altri casi la sintomatologia insorge nell'età infantile con dolori addominali ricorrenti, malassorbimento intestinale, come nella rara iperl\r\nipoproteinemia di tipo I, oppure si manifesta con la comparsa di numerosi xantomi (depositi di colesterolo) sulla cute, sul \\cf17 \\ATXht80000 periostio\\cf16 \\ATXht0 e sui tendini, come nella grave forma di tipo II, nota anche come \\cf17 \\ATXht80000 iper\r\ncolesterolemia\\cf16 \\ATXht0 familiare, in cui i soggetti colpiti sono fortemente a rischio di gravi e precoci complicanze cardiovascolari.\\par\r\nTra le lipoproteine ricordiamo quelle definite, in base alle caratteristiche fisico-chimiche, ad alta densità\r\n (High Density Lipoproteins o HDL) che svolgono un ruolo importantissimo come \"fattore antiaterosclerotico\", poiché rimuovono dai tessuti periferici i lipidi, e in particolare il colesterolo, li veicolano al fegato che, legandoli agli acidi biliari li re\r\nnde eliminabili con le feci.\\par\r\nNei casi in cui vi è familiarità per malattie di questo tipo, la determinazione del colesterolo e dei trigliceridi nel sangue permette di attuare uno screening preliminare utile per individuare i soggetti \"a rischio\" e i\r\nniziare per tempo, se necessario, una terapia preventiva.\\par\r\nMolto più frequenti sono senza dubbio le condizioni in cui, le disfunzioni nell'ambito del metabolismo lipidico si manifestano con una variazione esagerata in difetto (magrezza) o in eccesso \r\n(obesità) del tessuto adiposo.\\par",
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"Titolo": "ALTERAZIONI NEL METABOLISMO DEL CALCIO E DEL FOSFORO",
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"Titolo": "Rachitismo",
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Le ossa, inizialmente formate da una sostanza cedevole, la \\cf17 \\ATXht80000 cartilagine\\cf16 \\ATXht0 , s'induriscono, in un secondo tempo, per un processo di mineralizzazione: cioè, in seno alla primitiva struttura cartilaginea che funge da matrice, si deposita l'apatite, una sostanza che deriva dalla combinazione di calcio e fosforo e che conferisce \r\nal tessuto la naturale durezza e consistenza. L'organismo si procura il calcio e il fosforo utilizzati nel processo di \\cf17 \\ATXht80000 ossificazione\\cf16 \\ATXht0 , attraverso gli alimenti. Perché essi possano, giunti nell'\\cf17 \\ATXht80000 intestino\\cf16 \\ATXht0 , essere assorbiti, cioè passare nel \\cf17 \\ATXht80000 sangue\\cf16 \\ATXht0 che li porterà alle ossa, è necessaria la presenza di vitamina D, e di altri particolari fattori.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 FUNZIONE DELLA VITAMINA D\r\n\\par\r\nLa vitamina D, diffusa in natura nelle uova, nel latte e in alcuni pesci (merluzzo, tonno, sardina, anguilla ecc.), è presente come provitamina, cioè in forma inattiva, anche nella cute dell'uomo. La trasformazione in sostanza attiva, che è la vitami\r\nna D propriamente detta, avviene per azione diretta sulla cute dei raggi ultravioletti della luce solare. La vitamina D, sia prodotta dall'organismo sia assunta sotto forma di olio di \\cf17 \\ATXht80000 fegato\\cf16 \\ATXht0 di merluzzo o sotto forma sinte\r\ntica, agisce in questo modo: stimola l'assorbimento intestinale del calcio, stacca il fosforo dai composti organici cui è legato, lo rende libero e favorisce, a livello osseo, la deposizione di calcio e fosforo combinati sotto forma di cristalli di apati\r\nte.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Oltre alla vitamina D, due \\cf17 \\ATXht80000 ormoni\\cf16 \\ATXht0 influenzano il \\cf17 \\ATXht80000 metabolismo\\cf16 \\ATXht0 del calcio e del fosforo: il \\cf17 \\ATXht80000 paratormone\\cf16 \\ATXht0 e la \\cf17 \\ATXht80000 calcitonina\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nIl paratormone, secreto dalle \\cf17 \\ATXht80000 paratiroidi\\cf16 \\ATXht0 , favorisce l'assorbimento intestinale di Ca, aumenta il riassorbimento di calcio e fosforo dall'osso (nei processi di rimodellamento del tessuto),\r\n a livello renale favorisce il riassorbimento del calcio e inibisce quello del fosforo, con conseguente perdita di fosfati attraverso le urine.\\par\r\nLa calcitonina, secreta dalle cellule C della \\cf17 \\ATXht80000 tiroide\\cf16 \\ATXht0 , contribuisce a man\r\ntenere bassa la \\cf17 \\ATXht80000 calcemia\\cf16 \\ATXht0 poiché facilita la deposizione di calcio nelle ossa e l'eliminazione urinaria di sali di calcio e di fosfati.\\par\r\nDall'equilibrata presenza e dal sincronismo d'azione di questi tre fattori dipendo\r\nno l'integrità del tessuto osseo e l'equilibrio metabolico del calcio.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 SINTOMI\\par\r\nIl bambino nei primi mesi di vita, oltre che di peso, aumenta di statura e consolida la sua struttura ossea utilizzando la ris\r\nerva di calcio e di fosforo accumulata durante la vita intrauterina a spese dell'organismo materno. Tale riserva, tuttavia, ben presto si esaurisce e il piccolo non può reintegrarla assorbendo il calcio, che è contenuto in quantità sufficiente nel latte,\r\n se, per ragioni climatiche (per esempio nebbia) o ambientali (case umide, poco soleggiate), non è in grado di attivare nella propria pelle la vitamina D, oppure se la vitamina non è aggiunta alla dieta. E in questo modo che il lattante diventa rachitico\r\n.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Di norma i sintomi non si rendono evidenti prima del terzo mese. Il bambino ha un aspetto florido, mangia con appetito, ma è molto inquieto, stranamente irritabile, piange spesso e la notte non dorme tranquillo. La sua \r\ncute è assai delicata e se vi si passa sopra un dito compaiono delle strisce rosse: \\cf17 \\ATXht80000 dermografismo\\cf16 \\ATXht0 rosso. Il capo, nel sonno e in particolare durante i pasti, si bagna di sudore e se si prende tra le mani, esercitando una l\r\neggera pressione sulla parte posteriore di esso, al di sopra della nuca, si ha la sensazione di schiacciare una pallina da ping-pong, elastica e cedevole, e non una parete ossea. Questo sintomo molto precoce (compare entro il primo trimestre) è detto \\cf17 \\ATXht80000 craniotabe\\cf16 \\ATXht0 . Per l'abbondante sudorazione del capo, spesso nelle zone sempre a contatto col cuscino, i capelli cadono, lasciando una piccola arca pelata. Più tardi si rendono visibili le lesioni al torace. La gabbia toracica, fo\r\nrmata dalle coste, dallo sterno e dalle vertebre, assume una particolare forma a imbuto capovolto, a crinolina (dalle gonne di un tempo). Questa forma dipende dal fatto che la parte alta del torace si deprime ai lati, lo sterno sporge in fuori e le ultim\r\ne coste (dette fluttuanti, perché hanno l'estremità anteriore libera, cioè non articolata allo sterno come le altre) sono spinte verso l'alto e verso l'esterno dalle anse intestinali che, ripiene di gas in modo eccessivo, svasano il torace nella sua part\r\ne più bassa e rendono l'addome rigonfio e globoso. Passando le dita davanti alla cassa toracica, ai lati dello sterno, si avvertono piccole nodosità disposte a vezzo di perle: sono le estremità anteriori delle coste che, ingrandite dal proliferare della \r\nsostanza cartilaginea, formano nel loro insieme il cosiddetto rosario rachitico, altro sintomo caratteristico del rachitismo.\\par\r\nPer lo scarso tono dei muscoli, quando il bambino sta seduto, la colonna vertebrale può piegarsi, formando una curva ampia,\r\n vagamente simile a una gobba. Gli ultimi a comparire, in ordine di tempo, sono i segni rachitici alle braccia e alle gambe: verso l'undicesimo-dodicesimo mese ai polsi e alle caviglie si formano nodosità, simili a braccialetti, dovute allo slargamento a\r\n paletta delle estremità (\\cf17 \\ATXht80000 epifisi\\cf16 \\ATXht0 ) delle ossa lunghe.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 L'anomala ossificazione provoca un rallentamento della crescita staturale, la dentizione e la deambulazione iniziano in ritardo, inoltr\r\ne quando il bambino inizia a stare in piedi e a camminare le ossa, rimaste deboli, tendono a incurvarsi.\\par\r\nLa concomitante depressione dei meccanismi immunitari di difesa rende particolarmente frequenti le infezioni, soprattutto delle vie respiratorie\r\n, in corso delle quali, a causa della deformazione toracica la respirazione diventa poco agevole e, le forme polmonari, in particolare, hanno spesso un decorso più grave e protratto.\\par\r\nGli esami ematochimici eseguiti nella fase di rachitismo florido r\r\nivelano un aumento della \\cf17 \\ATXht80000 fosfatasi\\cf16 \\ATXht0 alcalina, sempre presente, e modeste variazioni dei livelli della calcemia e della \\cf17 \\ATXht80000 fosforemia\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nParticolarmente caratteristico è il quadro radiologico:\r\n sul radiogramma del torace appaiono evidenti gli ingrossamenti delle cartilagini costali corrispondenti al rosario rachitico; il radiogramma del polso mostra chiaramente la linea di accrescimento del radio sfrangiata e allargata \"a coppa\"; tutte le ossa\r\n dello scheletro appaiono più chiare e trasparenti per la presenza di \\cf17 \\ATXht80000 osteoporosi\\cf16 \\ATXht0 ; i nuclei di ossificazione compaiono in ritardo.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 DIAGNOSI\\par\r\nAlla presenza di quadri clinici c\r\nonclamati la diagnosi non è certo difficile; attualmente, però, è raro poterli osservare.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 I casi di rachitismo \"florido\", molto comuni in passato, sono ormai diventati eccezionali, tuttavia la malattia non è scomparsa, ma\r\n si manifesta in forme sfumate nei soggetti particolarmente \"a rischio\", come per esempio i nati pretermine, i bambini allattati a lungo al seno oppure alimentati con latte di soia senza ricevere un'integrazione vitaminica, il basso livello economico.\r\n\\par\r\nE' in questi soggetti, infatti, che vanno ricercate con particolare attenzione le forme subcliniche di rachitismo carenziale.\\par\r\nLa diagnosi di rachitismo carenziale anche nelle forme subcliniche o atipiche è facilmente convalidata (o smentita) con \r\nla determinazione dei livelli ematici di calcio, fosforo e fosfatasi alcalina e l'esecuzione dell'esame radiologico del polso e della mano, che permette di apprezzare le lesioni scheletriche del radio e il ritardo di comparsa dei nuclei di ossificazione \r\ndelle ossa della mano.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 TERAPIA\\par\r\nLa terapia del rachitismo in fase \"florida\" prevede la somministrazione di vitamina D, ad alte dosi (2.000-5.000 UI il giorno) per 4-6 settimane, e di calcio gluconato, per b\r\nocca, al fine di evitare l'insorgenza di \\cf17 \\ATXht80000 tetania\\cf16 \\ATXht0 rachitogena. Rapidamente, entro 4-5 settimane gli indici ematochimici si normalizzano e compaiono i segni \"radiologici\" di guarigione delle lesioni scheletriche, mentre l'os\r\nteoporosi si risolve più lentamente.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Nelle crisi di tetania rachitogena il calcio gluconato al 10% va somministrato per endovena, lenta mente e a dosi refratte (3-5 mg/kg) per 3 o 4 giorni in modo da riportare la calcemia\r\n a valori normali; dopo di che la terapia prosegue con la somministrazione per via orale di preparati a base di calcio e di vitamina D in dose urto (300.000 UI).\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 PROFILASSI\\par\r\nLa profilassi del rachitismo si \r\nattua somministrando 400-800 UI di vitamina D al giorno, nei primi 6-7 mesi di vita.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 I bambini allattati al seno devono ricevere la profilassi, anche se il basso contenuto di vitamina D del latte è ampiamente compensato d\r\na una migliore utilizzazione del calcio e del fosforo, presenti nel latte materno in proporzioni particolarmente favorevoli ai fini dell'assorbimento intestinale.\\par\r\nL'abitudine, ormai diffusa, a usare, in mancanza del latte materno, latti formulati il\r\n cui contenuto vitaminico è perfettamente adeguato alle esigenze del lattante, ha notevolmente ridotto il manifestarsi di lesioni \"rachitiche\" anche nei bambini allattati artificialmente. Particolarmente importante, e utile, è inoltre la profilassi attua\r\nta con l'esposizione del bambino all'aria aperta e al sole, non andrebbe mai tralasciata la passeggiata quotidiana, anche nei mesi più freddi, se è abituato, fin dai primi giorni di vita, a stare all'aperto, il bambino non diventerà rachitico e si difend\r\nerà meglio dalle infezioni.\\par\r\nNel pretermine, che è particolarmente a rischio per il rachitismo sia per il ritmo di crescita particolarmente veloce, sia perché essendo nato in anticipo, non ha avuto il tempo di procurarsi sufficienti riserve di calcio\r\n, la profilassi, attuata somministrando 1.000-1.500 UI di vitamina D al giorno, va protratta fino al termine del primo anno di vita.\\par\r\nE' importante inoltre sapere che i vetri assorbono completamente le radiazioni ultraviolette dei raggi solari, quind\r\ni a nulla serve lasciare il bambino davanti a una finestra illuminata dal sole, ma chiusa.\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 TETANIA RACHITOGENA\\par\r\nNella fase di guarigione del rachitismo per effetto della vitamina D e dei raggi solari, il ca\r\nlcio, con un processo accelerato, va a depositarsi nelle ossa e di conseguenza diminuisce la sua quantità nel sangue circolante. Non bisogna dimenticare che il calcio, oltre a intervenire nella mineralizzazione delle ossa, svolge nell'organismo altre num\r\nerose azioni non meno importanti tra cui quella di regolare, tenendole a freno, l'eccitabilità nervosa e muscolare. Ora, se la terapia del rachitismo è realizzata male, e cioè se è somministrata solo vitamina D (senza associare un preparato a base di cal\r\ncio), il calcio presente nel sangue viene \"preso\", e utilizzato per la formazione del tessuto osseo in un tempo molto breve, per cui ne rimane nel sangue una quantità troppo piccola per esercitare la sua azione inibitrice sull'eccitabilità muscolare: di \r\nconseguenza si manifesta la cosiddetta tetania rachitogena o crisi di guarigione del rachitismo, caratterizzata da spasmi dei muscoli, specie delle braccia e delle gambe. Le dita delle mani si atteggiano a \"mano da ostetrico\" (le dita sono flesse e dispo\r\nste in modo tale che la mano assume la forma di un cono), le dita dei piedi sono flesse verso la pianta e il piede è posto in estensione. A volte le contrazioni si estendono a tutto il corpo e il bambino può perdere la coscienza. In questo stato di ecces\r\nsiva eccitabilità, specie durante una crisi di pianto, può verificarsi lo spasmo dei muscoli del \\cf17 \\ATXht80000 laringe\\cf16 \\ATXht0 : il piccino assume un aspetto sofferente, tutto teso nello sforzo che deve compiere per respirare, e l'aria, dovendo \r\npassare attraverso un pertugio più stretto del normale, fa una rumore simile a un sibilo. La tetania rachitogena è una malattia stagionale, cioè si manifesta con una frequenza maggiore in primavera, epoca in cui il rachitismo, instauratosi durante l'inve\r\nrno, incomincia a guarire. Pur non essendo quasi mai grave, le sue manifestazioni vanno, se possibile, prevenute associando modeste quantità di calcio alla \"dose urto\" di vitamina D.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 IPERVITAMINOSI D\\par\r\nFacciamo l'esempio di un ba\r\nmbino rachitico, o semplicemente gracile perché mangia poco e malvolentieri: nel tentativo di migliorare le sue condizioni, gli sono date, a distanza di pochi giorni l'una dall'altra, elevate dosi di vitamina D (400.000-600.000 unità). All'inizio non suc\r\ncede nulla; quando però la quantità complessiva di vitamina somministrata raggiunge o supera i 2 milioni di unità, si annuncia l'instaurarsi di un'\\cf17 \\ATXht80000 intossicazione\\cf16 \\ATXht0 e ripetutamente ne compaiono i sintomi. Il bambino, già poco\r\n entusiasta del cibo, lo rifiuta decisamente; vuole solo bere: una sete intensa lo tormenta anche durante la notte ed è soddisfatta soltanto dall'acqua, mentre il latte non è assolutamente tollerato. Conseguenza della sete è il frequente bisogno di urina\r\nre.\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Frequentemente compare la nausea, a volte accompagnata da vomito e stitichezza, a volte preceduta da una breve fase di diarrea. Il pallore del viso, gli occhi circondati da alone, la mancanza di forze danno al piccino\r\n un aspetto particolarmente sofferente: egli appare triste, prostrato; se ne sta raggomitolato, quasi piegato su se stesso in una posizione detta \"a cane di fucile\". Presenta febbre e diminuisce nettamente di peso. Responsabile di questa catena di sintom\r\ni è l'eccesso di calcio nel sangue, con valori della calcemia superiori a 10 mg/ml. Depositandosi nei vari organi, esso può causare per esempio l'insorgenza di lesioni al \\cf17 \\ATXht80000 rene\\cf16 \\ATXht0 , evidenziate dalla presenza nelle urine di \\cf17 \\ATXht80000 albumina\\cf16 \\ATXht0 e di sali di calcio (ipercalciuria). Tutto ciò si verifica perché la vitamina D, oltre ad attivare la \\cf17 \\ATXht80000 calcificazione\\cf16 \\ATXht0 delle ossa, ne determina la \\cf17 \\ATXht80000 decalcificazione\\cf16 \\ATXht0 : questi processi normalmente avvengono in modo equilibrato e si compensano a vicenda. Per l'azione di alte dosi di vitamina, essendosi l'osso saturato di calcio sino all'eccesso, prevale la decalcificazione con conseguente passaggio nel sangue di u\r\nn'abnorme quantità di calcio. Tutto torna normale in una o due settimane, se è sospesa immediatamente la somministrazione di vitamina D. Il bambino si riprende, il vomito cessa, l'appetito ritorna. Può essere utile ridurre per qualche giorno l'apporto di\r\n calcio con le diete e somministrare \\cf17 \\ATXht80000 diuretici\\cf16 \\ATXht0 per facilitarne l'eliminazione con le urine.\\par\r\n\\pard\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf1 \\par\r\n\\cf16 ALCUNE FORME PARTICOLARI: I RACHITISMI VITAMINO-D-RESISTENTI\\par\r\nVi sono casi in cui,\r\n pur essendo la sintomatologia assai vicina a quella del \"rachitismo carenziale\", la somministrazione di vitamina D non ha alcun effetto. Si tratta dei cosiddetti rachitismi vitamino-D-resistenti, in cui la causa non è la mancanza di vitamina, bensì l'el\r\niminazione del calcio dal rene in quantità eccessiva, come nel rachitismo renale, o un ridotto assorbimento del calcio da parte della mucosa dell'intestino, come avviene nel caso di enteriti o enterocoliti protratte nel tempo o di particolari malattie, c\r\nome per esempio nel \\cf17 \\ATXht9844 morbo celiaco\\cf16 \\ATXht0 .\\par",
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Sono quasi sempre presenti anche disturbi della \\cf17 \\ATXht80000 percezione\\cf16 \\ATXht0 degli stimoli esterni, l'interpretazione\r\n di essi e conseguentemente l'attuazione di alcune operazioni intellettive. Tuttavia psicosi infantile non s'identifica tout court con \\cf17 \\ATXht80000 ritardo mentale\\cf16 \\ATXht0 . In alcuni casi gravi a insorgenza molto precoce la distinzione tra \\cf17 \\ATXht80000 Sé\\cf16 \\ATXht0 e Non-Sé, cioè tra la propria identità e il mondo esterno, non si è mai attuata oppure è stata persa.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 SINTOMI\\par\r\nL'\\cf17 \\ATXht80000 eziologia\\cf16 \\ATXht0 è quanto mai va\r\nria poiché si va da psicosi che costituiscono la manifestazione psichica di un processo degenerativo cerebrale a psicosi in cui non è evidenziata nessun'alterazione anatomopatologica. Ormai sta tramontando la diagnosi di \\cf17 \\ATXht80000 demenza\\cf16 \\ATXht0 infantile di Heller caratterizzata da decadimento del patrimonio intellettuale conseguito (di solito la malattia insorgeva tra i tre e i quattro anni), gravi disturbi del \\cf17 \\ATXht80000 comportamento\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 afasia\\cf16 \\ATXht0 e \\cf17 \\ATXht80000 aprassia\\cf16 \\ATXht0 ingravescenti, poiché ormai si è visto che questa sintomatologia è la manifestazione di malattie cerebrali già note, caratterizzate da deposito di sostanze derivate da alterato \\cf17 \\ATXht80000 metabolism\r\no\\cf16 \\ATXht0 a livello cerebrale (leucodistrofie, malattia di Tay-Sachs ecc.).\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 DIAGNOSI\\par\r\nNegli anni, i criteri diagnostici per le varie forme di psicosi infantili si sono sovrapposti e a volte erano invece quasi divergenti (n\r\neanche sulla definizione di psicosi infantile esiste un'unanimità di consensi), perciò ci rifaremo ai criteri diagnostici del DSM III R, (vale a dire la revisione della terza edizione del Diagnostical and Statistical Manual dell'American Psychiatrie Asso\r\nciation) che vengono più o meno seguiti in tutto il mondo. I criteri diagnostici di questo manuale fanno scuola anche in Italia per quanto concerne la \\cf17 \\ATXht80000 psichiatria\\cf16 \\ATXht0 degli adulti, mentre per ragioni di puro provincialismo non\r\n hanno molto seguito a livello di psichiatria infantile.\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx3930\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 PROGNOSI\\par\r\n\\pard\\tx1725\\ATXts0\\ATXbrdr0 Sono descritti casi di miglioramento di \\cf17 \\ATXht80000 autismo\\cf16 \\ATXht0 fino ad arrivare ad una\r\n completa \\cf17 \\ATXht80000 autonomia\\cf16 \\ATXht0 , ma questi sono la netta minoranza. I casi che migliorano presentano un maggior rapporto con la realtà, ma sviluppano spesso marcati comportamenti ossessivi, In generale, per quanto concerne l'evoluzion\r\ne delle psicosi infantili sono stati messi in risalto alcuni fattori prognostici sfavorevoli, quali l'esistenza di alterazioni organiche cerebrali concomitanti alla psicosi, la mancanza di linguaggio oltre i cinque anni o la sua comparsa tardiva; la prof\r\nondità del ritardo mentale nel senso che più questo è marcato alla prima valutazione, peggiore è la prognosi; la precocità d'esordio: più l'esordio compare precocemente, peggiore è la prognosi; la collaborazione dei genitori: genitori affetti da turbe ps\r\nichiche, separati, assenti (soprattutto la madre) sono fattori prognostici negativi. Alcuni autori segnalano il fatto che la comparsa di fobie o ossessioni può essere un elemento favorevole; in particolare nei confronti di un'evoluzione deficitaria.\r\n\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 Una terapia articolata che tenga conto dei fattori eziologici sia biochimici sia psicodinamici utilizza un approccio sia farmacologico sia psicoterapeutico. Nei casi gravi di agitazione, sono uti\r\nlizzate basse dosi di farmaci \\cf17 \\ATXht80000 neurolettici\\cf16 \\ATXht0 poiché le \\cf17 \\ATXht80000 benzodiazepine\\cf16 \\ATXht0 possono avere sui bambini effetto paradosso e quindi peggiorare lo stato di agitazione. Nei casi invece di grave ritiro au\r\ntistico possono ottenere buoni risultati dei neurolettici \"disinibenti\", quali la pimozide e la sulpiride. Ma se l'approccio farmacologico può essere utile per tamponare alcuni gravi sintomi, non deve essere mai trascurato l'approccio psicoterapeutico. N\r\nei casi di psicosi è indicato l'approccio analitico (freudiano, kleiniano, adleriano, junghiano). Solitamente è utilizzata la tecnica interpretativa del gioco, ma spesso in questi casi è già un obiettivo portare il bambino a giocare. L'intervento è senz'\r\naltro lungo e difficile. Nei casi in cui è possibile un minimo d'\\cf17 \\ATXht80000 interazione\\cf16 \\ATXht0 , è utile fin dal terzo anno un inserimento nella scuola materna con l'affiancamento di un insegnante di sostegno. Uno psicoterapeuta diverso da q\r\nuello che segue il bambino deve fornire un appoggio ai genitori, il cui contributo è sempre primario per il miglioramento del bambino (è utile fornire anche un appoggio agli insegnanti che hanno in classe il bambino). Nel caso il piccolo paziente present\r\ni anche un ritardo mentale, più che interventi di tipo analitico sarebbe opportuno utilizzare tecniche di tipo comportamentistico. Per quanto concerne l'autismo, a Siena, il professor Michele Zoppella ha elaborato il metodo di holding, terapia che sta so\r\nrtendo notevoli e incoraggianti risultati.\\par\r\nNon esistono però attualmente terapie che possano garantire la guarigione delle psicosi infantili. Questo deve essere ben chiaro per evitare di essere oggetto di vergognose speculazioni.\\par",
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"Titolo": "Disturbo autistico",
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Quest'autore lo descrisse per primo nel 1943, utilizzando il termine autismo che definiva uno dei sintomi della \\cf17 \\ATXht80000 \r\nschizofrenia\\cf16 \\ATXht0 , cioè il ritiro dal mondo esterno. Per Kanner era causato da una \\cf17 \\ATXht80000 predisposizione\\cf16 \\ATXht0 costituzionale del \\cf17 \\ATXht80000 bambino\\cf16 \\ATXht0 ad uno sviluppo deficitario dell'\\cf17 \\ATXht80000 Io\\cf16 \\ATXht0 e da un'atmosfera emotiva patologica nei rapporti genitori-bambino.\\par\r\nLa frequenza rilevata attualmente è di 4-5 casi ogni 10.000 bambini, con una prevalenza di 3,5 a 1 nel rapporto maschi-femmine. L'\\cf17 \\ATXht80000 eziologia\\cf16 \\ATXht0 è controversa, anche per il fatto che il termine autismo raggruppa probabilmente condizioni ad eziologia diversa. Già in passato fu evidenziato che alcuni casi erano manifestazioni di \\cf17 \\ATXht80000 sclerosi\\cf16 \\ATXht0 tuberosa o di \\cf17 \\ATXht80000 fenilchetonuria\\cf16 \\ATXht0 ; attualmente molto interesse è diretto verso la cosiddetta sindrome dell'X fragile e verso la sindrome di Rett.\\par\r\nLa sindrome dell'X fragile è una malattia trasmessa per via genetica e legata al \\cf17 \\ATXht80000 cromoso\r\nma\\cf16 \\ATXht0 sessuale X; colpisce sia maschi sia femmine. La sintomatologia è in molti casi sovrapponibile all'autismo, in altri emergono tratti autistici, a volte con sintomi caratteristici, quali morsicarsi le mani o esplosioni verbali di \\cf17 \\ATXht80000 ecolalia\\cf16 \\ATXht0 (il bambino improvvisamente si mette a gridare l'ultima parola che ha udito). Sono state evidenziate dal punto di vista anatomopatologico alterazioni del \\cf17 \\ATXht80000 cervelletto\\cf16 \\ATXht0 e del \\cf17 \\ATXht80000 tr\r\nonco\\cf16 \\ATXht0 cerebrale (alterazioni segnalate spesso nei casi di autismo).\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 La sindrome di Rett è caratterizzata da un esordio verso i sei-diciotto mesi. Prima lo sviluppo psicomotorio è complessivamente nella norma \r\nanche se rallentato (\\cf17 \\ATXht80000 postura\\cf16 \\ATXht0 seduta, sorriso e per i più grandi le prime parole e la marcia senza sostegno); quindi il soggetto perde quanto ha acquisito sul piano sia motorio sia comunicativo e diviene manifesto un \\cf17 \\ATXht80000 ritardo mentale\\cf16 \\ATXht0 . Dopo circa un anno ricompare qualche tratto comunicativo, il bambino riprende a deambulare, ma spesso emergono tratti autistici che in seguito peggiorano. Quindi diverge dall'autismo classico, poiché presenta \\cf17 \\ATXht80000 scoliosi\\cf16 \\ATXht0 , segni di \\cf17 \\ATXht80000 spasticità\\cf16 \\ATXht0 , alterazioni muscolari e ossee che sono invece totalmente assenti nell'autismo. Un reperto anatomopatologico relativamente costante è la riduzione del pigmento di \\cf17 \\ATXht80000 melanina\\cf16 \\ATXht0 a livello di un nucleo cerebrale definito substantia nigra.\\par\r\nA volte invece il disturbo autistico non è riconducibile a nessun'altra sindrome, perciò per poterne effettuare la diagnosi ci si deve rifare ai criteri \r\nenunciati nel DSM III R. Numerosi sono i criteri (16 voci) e ne devono essere presenti almeno la metà, di cui alcuni ripartiti in particolari raggruppamenti. Il bambino mostra una marcata mancanza di consapevolezza delle reazioni di chi gli sta attorno, \r\nquindi tratta le persone come se fossero esseri inanimati, non tenendo conto né della propria né dell'altrui bisogno di privacy, oppure può utilizzare la mano di un adulto come un attrezzo necessario per aprire una porta. Nei momenti di disagio fisico o \r\npsichico può non richiedere aiuto o richiederlo in modo inadeguato (può non cercare sollievo quando è ammalato o ferito oppure gridare ai genitori, come cita il DSM III R, \"formaggio, formaggio\"). E' incapace di sviluppare le capacità imitative oppure le\r\n attua in momenti sbagliati, per questo è incapace di fare \"ciao\" con la mano oppure imita in un contesto inadeguato un \\cf17 \\ATXht80000 comportamento\\cf16 \\ATXht0 che ha visto qualche momento prima. E' disinteressato ai giochi con gli altri bambini pr\r\neferendo attività solitarie, quali giochi ripetitivi oppure con strumenti meccanici. Solitamente il bambino è disinteressato alle amicizie e qualora ricerchi un amico lo fa con modalità inadeguate, quali leggergli, per esempio, l'elenco telefonico. A vol\r\nte sono mutacici, e anche la comunicazione \\cf17 \\ATXht80000 mimica\\cf16 \\ATXht0 è totalmente assente, ed evitano il contatto oculare. Nei casi precoci è la stessa madre a segnalare il fatto che quando prende in braccio il bambino, questo non aderisce a\r\nl suo corpo o scivola via oppure quando lo tiene tra le braccia e lo allatta questi non la guarda mai. A volte il bambino, pur avendo appreso il linguaggio, lo inframmezza di frasi senza senso, oppure il discorso è privo del normale ritmo o volume o into\r\nnazione (può per esempio enunciare qualsiasi frase sempre in tono interrogativo). Può utilizzare secondo modalità particolari una frase o un termine, quindi per chiedere di uscire, per esempio, può dire che le automobili fanno rumore. A volte anche se il\r\n discorso ha un contenuto adeguato, può essere iniziato improvvisamente senza badare agli eventuali interventi degli interlocutori. Spesso il bambino svolge attività ripetitive e non tollera cambiamenti nelle sue abitudini o nell'ordine dei suoi oggetti,\r\n la cui disposizione sempre uguale può assorbire diverse ore della giornata. Può presentare movimenti stereotipati, quali agitare le mani davanti al viso, per esempio. Secondo il DSM III R, l'esordio può avvenire durante l'infanzia o la fanciullezza, men\r\ntre le classificazioni classiche lo ponevano nel primo-secondo anno di vita.\\par\r\nPer quanto concerne l'autismo \"puro\", le ipotesi diagnostiche sono varie: come già descritto, sono segnalate in diversi casi alterazioni del tronco cerebrale e del \\cf17 \\ATXht80000 cervello\\cf16 \\ATXht0 , (le alterazioni a livello del tronco cerebrale conforterebbero la teoria secondo cui la sostanza \\cf17 \\ATXht80000 reticolare\\cf16 \\ATXht0 , un insieme di nuclei neuronali responsabili del nostro stato di veglia, non filtr\r\nerebbe, come nel soggetto normale, le continue stimolazioni sensoriali, perciò il bambino sarebbe sempre in stato di allarme e presenterebbe lo stato di chiusura autistica come reazione a questa continua stimolazione). Nikko Tinbergen, in base alle sue e\r\nsperienze etologiche con gli animali e al suo approccio ai bambini autistici, segnala un'incapacità congenita a cogliere e decodificare i sistemi di segnalazione comunicativa propri della specie. Numerose sono le ipotesi a orientamento analitico che gros\r\nso modo sono riconducibili alla visione di un \\cf17 \\ATXht80000 Sé\\cf16 \\ATXht0 molto fragile, congenitamente incapace di stabilire un valido contatto col primo oggetto d'amore rappresentato dalla figura materna. Nelle forme più tardive, l'impatto col m\r\nondo esterno è vissuto talmente secondo modalità persecutorie che il bambino s'\"incista\" nel suo stato autistico diventando \"una fortezza vuota\" (Bettelheim) tutta tesa a difendersi dal mondo esterno, ma in cui non è neanche elaborato un \\cf17 \\ATXht80000 pensiero\\cf16 \\ATXht0 . A volte bambini affetti da encefalopatie neonatali tali da causare ritardo mentale, possono elaborare tratti autistici o un vero e proprio disturbo autistico, in quanto incapaci di decodificare correttamente gli stimoli esterni.\r\n\\par",
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"Titolo": "Schizofrenia",
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"Titolo": "NEVROSI",
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"Titolo": "Manifestazioni nevrotiche di tipo isterico",
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"Titolo": "Manifestazioni nevrotiche di tipo fobico",
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In questo caso per l'individuo vi è il vantaggio psichico inconscio di ev\r\nitare la comparsa dell'angoscia evitando l'oggetto fobogeno.\\par\r\nMallet in un importante e accurato studio ha evidenziato la normalità, in base ad un criterio cronologico-statistico, della comparsa di fobie durante lo sviluppo del bambino. Dai primi gio\r\nrni fino alle prime settimane di vita possono comparire delle reazioni di \"allarme\" scatenate da brusche e intense stimolazioni sensoriali (rumori molto forti, spinte e spostamenti bruschi, acqua a temperatura troppo calda o troppo fredda). Tra il quinto\r\n e il nono mese, queste reazioni, che hanno una base biologica e sono causate dal turbamento dell'equilibrio biologico del bambino, scompaiono per lasciare il posto a quella che Spitz definì la crisi d'angoscia dell'ottavo mese di fronte agli estranei. S\r\ni esprime con una sintomatologia che va dal semplice ritrarsi all'arrivo di un estraneo a vere e proprie crisi di pianto e disperazione. Queste manifestazioni sono state ricondotte all'angoscia reattiva all'assenza della madre. Il viso dell'estraneo ha s\r\nolo l'effetto di riattualizzare i momenti in cui non è presente la madre, ingenerando così angoscia. Tra i diciotto e i venti mesi compare la \"paura dei grossi animali carnivori\" (leoni, tigri), presenti soprattutto negli incubi: essi rappresentano a liv\r\nello simbolico l'aggressività che il bambino prova durante il giorno e che teme ritornare indietro di notte sotto forma appunto d'animali feroci. Per le stesse ragioni compare la paura del buio, poiché ricorda la notte in cui insorgono gli incubi. Spesso\r\n solo la presenza della madre è in grado di fugare queste paure. Dopo i due anni compaiono invece le paure per gli animali domestici quali cani e cavalli. Tra i quattro e i sei anni, le paure per i piccoli animali quali ragni, lucertole e serpi. In quest\r\no caso le paure sono caratterizzate da sensazioni di ribrezzo e di disgusto. Dai sei anni in poi possono comparire le stesse fobie che compaiono solitamente in età adulta.\\par\r\n\\pard\\tx225\\tx4455\\ATXts0\\ATXbrdr0 La cosiddetta \"fobia della scuola\" non sot\r\ntintende i meccanismi psicodinamici delle fobie, ma indica un vero e proprio rifiuto, che si esprime con nausea, vomito, pallore, tachicardia, pianto e ansia. E' riconducibile a difficoltà di rapporto con gli insegnanti oppure ad un eccessivo investiment\r\no sulla scuola da parte dei genitori che hanno attese eccessive per quanto concerne il rendimento scolastico del figlio. A scuola però si possono manifestare alcune classiche fobie come la \\cf17 \\ATXht80000 claustrofobia\\cf16 \\ATXht0 o paura dei luoghi \r\nchiusi (il dover rimanere chiusi in un'aula) o l'\\cf17 \\ATXht80000 agorafobia\\cf16 \\ATXht0 o paura dei luoghi aperti (dover attraversare piazze per arrivare a scuola oppure percorrere lunghi e ampi corridoi nell'edificio scolastico). L'ereutofobia o pau\r\nra di arrossire è indicativa di un'eccessiva sensibilità al giudizio di superiori o coetanei e questo testimonia quanto in famiglia sia importante l'opinione altrui. Verso l'adolescenza possono comparire dismorfofobie o paure d'essere deformi, reattive a\r\nlle trasformazioni che appaiono nel corpo dell'adolescente. L'angoscia che il bambino prova è spesso appresa dal comportamento della madre: infatti, se il bambino vede che la madre, la quale rappresenta il principale oggetto di rassicurazione, prova ango\r\nscia alla vista di un topo, più facilmente \"apprenderà\" una paura dei topi. Le paure dei bambini non devono comunque essere mai oggetto di derisione da parte degli adulti né al contrario devono essere sottoposte ad un'eccessiva enfatizzazione. Allo stess\r\no modo non si deve esporre improvvisamente il bambino all'oggetto fobogeno, poiché potrebbe anche presentare gravi reazioni psichiche.\\par",
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"Titolo": "Manifestazioni nevrotiche di tipo ossessivo",
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"Titolo": "Manifestazioni nevrotiche di tipo ipocondriaco",
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"Titolo": "Manifestazioni nevrotiche di tipo depressivo",
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"Titolo": "Manifestazioni ticcose",
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"Titolo": "MANIFESTAZIONI PSICOSOMATICHE",
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"Titolo": "DISTURBI COMPORTAMENTO ALIMENTARE",
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"Titolo": "Anoressia",
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Può manifestarsi come reazion\r\ne ad un troppo rigido orario dei pasti oppure può essere causata dalla percezione di un parziale disinvestimento affettivo, poiché la madre in quei momenti tende a dirigere i propri interessi al marito, agli altri figli o alla vita sociale. Solitamente q\r\nuesta fase è facilmente superata.\\par\r\nPiù grave è la forma di anoressia cosiddetta \"complessa\" a inizio al primo semestre.\\par\r\nAnche questa forma è reattiva a una disturbata relazione madre-bambino. In questo caso la madre presenta una marcata sintomat\r\nologia depressiva preesistente all'esordio del rifiuto del cibo. Non essendo in grado di fornire nutrimento affettivo, tende a sostituirlo con il cibo che tuttavia somministra con ansia: questa è assorbita dal bambino, il quale tende a sua volta a effett\r\nuare l'equivalenza cibo=madre=ansia=sensazione di malessere.\\par\r\n\\pard\\tx270\\ATXts0\\ATXbrdr0 In questo caso una valida figura di riferimento in grado di contenere le ansie materne, quale può essere il marito o il pediatra, può sortire effetti immediati.\r\n In alternativa, la madre dovrebbe essere sorretta da uno specialista (e anche il marito, se non è in grado di fungere da sostegno, dovrebbe essere coinvolto in una \\cf17 \\ATXht80000 psicoterapia\\cf16 \\ATXht0 ).\\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 La forma \r\na maggior incidenza è comunque quella a esordio nell'adolescenza e ancora molto frequente nella seconda decade di vita con un'incidenza del 95% di femmine rispetto ai maschi.\\par\r\nSecondo gli studi, è segnalata una frequenza che oscilla tra 1 su 800 masc\r\nhi e 1 su 100 femmine. Solitamente si tratta di ragazze appartenenti a famiglie di livello culturale-economico medio-alto; presentano un buon rendimento scolastico e spesso sono ricche d'interessi.\\par\r\nL'inizio della sintomatologia avviene in concomitan\r\nza di uno stress o, più frequentemente, la ragazza decide d'iniziare una dieta per imitazione di qualche amica. Lentamente la dieta diviene sempre più restrittiva, fino a ridursi a qualche frullato e a un po' d'insalata. Quando i genitori cominciano ad a\r\nllarmarsi, la ragazza tende a minimizzare, afferma che ormai non riesce a ingerire i cibi precedentemente assunti ed elenca i più vari motivi per giustificare la dieta. Se i genitori insistono, butta via il cibo di nascosto o si provoca il vomito o abusa\r\n di lassativi. L'ingestione di cibo viene, infatti, vissuta con enormi sensi di colpa e questo può anche assumere le connotazioni di un oggetto persecutorio interno. Possono poi insorgere, soprattutto di notte, crisi bulimiche perciò la ragazza effettua \r\ndelle incursioni nel frigorifero di nascosto ai genitori, salvo poi chiudersi in bagno per vomitare tutto. Intanto il peso continua a calare, i genitori minacciano e pregano con il risultato di far diventare il momento del pasto ancora più ansiogeno per \r\nla paziente. Il medico di famiglia prescrive ricostituenti inutili che quasi sempre sono rifiutati appunto perché \"fanno ingrassare\". Anche se ridotta a uno scheletro, la ragazza si ritiene ancora molto grassa oppure si vuole mantenere \"magra\".\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\pard\\tx195\\ATXts0\\ATXbrdr0 \\cf16 SINTOMI\\par\r\nLa comparsa di \\cf17 \\ATXht80000 amenorrea\\cf16 \\ATXht0 è uno dei primi sintomi, in seguito compaiono \\cf17 \\ATXht80000 ipotermia\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 ipotensione\\cf16 \\ATXht0 , \\cf17 \\ATXht80000 bradicardia\\cf16 \\ATXht0 , lanugo (capelli simili a quelli dei neonati). A livello degli esami di laboratorio calano complessivamente le \\cf17 \\ATXht80000 proteine\\cf16 \\ATXht0 seriche, può comparire \\cf17 \\ATXht80000 anemia\\cf16 \\ATXht0 sideropen\r\nica e vi è quasi sempre ipokaliemia (perdita di \\cf17 \\ATXht80000 potassio\\cf16 \\ATXht0 a livello serico causata dal vomito e dall'abuso di lassativi).\\par\r\n\\cf1 \\par\r\n\\cf16 TERAPIA\\par\r\nQuando si arriva a pesare meno del 15% del peso ottimale o si scen\r\nde, in un'adolescente, al di sotto dei 40 chilogrammi, il ricovero in ospedale è imperativo.\\par\r\nAffinché non si debba arrivare a questi estremi, è necessario un intervento articolato. Un dietologo o un internista si deve far carico del ruolo di \"cattiv\r\no\" e contrattare un peso con la ragazza che sia accettabile per entrambi. Dovrà poi prescrivere gli alimenti e le fleboclisi necessarie (in caso di ricovero) per raggiungere il peso concordato.\\par\r\nUno psichiatra prescriverà una terapia psicofarmacologi\r\nca, se questa si rende necessaria: farmaci anti-depressivi se è più marcata una componente depressiva, \\cf17 \\ATXht80000 neurolettici\\cf16 \\ATXht0 tipo fenotiazine e butirrofenoni nel caso di una maggior componente di tipo delirante. Qualche autore segn\r\nala l'efficacia della ciproeptadina sulla stimolazione dell'appetito. Qualora questo non bastasse, si può arrivare all'alimentazione forzata con il sondino naso-gastrico (non dobbiamo dimenticarci che di anoressia si muore). L'intervento psicoterapico pu\r\nò essere del tipo a \"rete\" (Rovera) oppure di tipo sistemico (Selvini Palazzoli). Nel primo caso uno psicoterapeuta segue la ragazza e un altro prende in carico il resto della famiglia; nel secondo caso, la famiglia in toto è presa in carico.\\par\r\nAlla b\r\nase di questa psicosi monosintomatica (come è stata definita ponendo l'accento sull'unico sintomo rilevante: il rifiuto del cibo) vi possono essere diverse dinamiche psichiche: un desiderio di mantenersi bambina rifiutando le trasformazioni corporee che \r\navvengono nell'adolescenza; un'equivalenza a livello di fantasie inconsce tra cibo e seme maschile, quindi il cibo assume una connotazione fecondante; una modalità di sfogo dell'aggressività nei confronti dei genitori in una famiglia in cui non si può di\r\nscutere apertamente delle problematiche; un tentativo disperato di tenere insieme i genitori che altrimenti potrebbero arrivare alla separazione (o cosi la cosa è vista dalla paziente); una percezione delirante del proprio corpo che è inteso come \"puro\" \r\nsolo se magro. Lo scrivente adotta la strategia \"a rete\" in quanto sembra poter ottenere migliori risultati per quanto concerne le dinamiche inconsce della paziente senza trascurare le problematiche genitoriali. Estremamente rari sono i casi di anoressia\r\n maschile e spesso questo disturbo del comportamento alimentare costituisce l'esordio di una \\cf17 \\ATXht80000 schizofrenia\\cf16 \\ATXht0 .\\par\r\nA questo proposito appare opportuno effettuare una distinzione tra l'anoressia intesa come entità nosografica \r\ndistinta e l'anoressia intesa come sintomo facente parte di altre entità cliniche. Come già abbiamo detto precedentemente, può costituire l'esordio di una sintomatologia schizofrenica oppure può far parte del corredo sintomatologico di gravi nevrosi fobi\r\nche od ossessive.\\par",
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"Vedi_Anche": "ANORESSIA MENTALE 21663#"
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"Titolo": "Bulimia",
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